CONGIUNTURA ECONOMICA E MERCATI FINANZIARI
PRIMO SEMESTRE 2010
1. SINTESI QUADRO MACROECONOMICO INTERNAZIONALE
I primi mesi del 2010 sono stati caratterizzati da una ripresa dell’economia mondiale,
manifestatasi con intensità differenti nelle diverse aree geografiche. I ritmi di crescita sono
stati elevati nelle economie emergenti, abbastanza sostenuti negli Stati Uniti e in Giappone
(almeno nel 1Q), modesti in Europa. Nell’area dell’euro, il PIL è cresciuto dello 0,2 % nel
primo trimestre del 2010 rispetto al precedente, dopo lo 0,1 della fine del 2009. La
domanda interna ha fatto registrare una nuova flessione e i consumi privati hanno
ristagnato. L’inflazione sui dodici mesi è salita di circa mezzo punto percentuale nei primi
mesi dell’anno, a causa dell’incremento dei prezzi dei beni energetici. In giugno si è
attestata all’1,4 per cento. In modesta crescita il Pil dell'eurozona nel secondo trimestre
2010: secondo la stima di Eurostat1, la crescita è stata dell'1%, contro una previsione degli
economisti dello 0,7%; è il tasso di crescita più elevato degli ultimi tre anni. Il dato è lo
stesso per l'Ue-27. Su base annua la crescita è stata dell'1,7%. L'economia francese è
cresciuta dello 0,6% nel secondo trimestre, rispetto al trimestre precedente (dato rivisto al
+0,2%). Lo rende noto l'Insee2, l'ufficio francese di statistica. Si tratta, anche in questo caso,
di dati migliori delle stime degli analisti. Anche la Spagna, nel 2Q dell'anno, ha fatto
registrare una crescita del Pil dello 0,2% in confronto ai tre mesi precedenti. In Grecia si è
accentuata la recessione, -1,5% rispetto al -0,8% del primo trimestre. Il prodotto interno
lordo della Germania ha segnato, nel secondo trimestre dell'anno un aumento del 2,2%
rispetto al trimestre precedente e del +3,7% annuo3. L'economia tedesca cresce al ritmo più
1
Eurostat news release euroindicators - Flash estimates for the second quarter of 2010, 13 August 2010.
Informations Rapides, 13 août 2010, n° 206. Principaux indicateurs, Comptes nationaux trimestriels Premiers résultats du 2e trimestre 2010.
3
L’export ha fornito un decisivo contributo alla crescita economica: le esportazioni sono cresciute dell’8.2%
rispetto al primo trimestre.
2
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veloce dalla riunificazione, avviata nel 1991. Il dato del Pil è migliore delle stime degli
analisti, ferme in media a una crescita dell'1,3%.
I dati diffusi dall'Ocse4 riguardanti l'Ue e l'Eurozona confermano quelli dell'Eurostat che già
mostravano il forte traino dovuto alla crescita della Germania, «la più alta dalla
riunificazione», ricorda a sua volta l'Ocse nel comunicato. Bene anche il Pil nel Regno Unito,
cresciuto dell'1,1%: “La Germania e il Regno Unito guidano la maggior crescita nell'Unione
europea mentre la ripresa rallenta nel Giappone e negli Stati Uniti”. Su base tendenziale, il
Pil dell'Europa è cresciuto ad aprile-giugno di quest'anno dell'1,7%. Nel complesso dei Paesi
del G7 il prodotto interno lordo nel secondo trimestre 2010 ha visto un aumento del 2,7%
rispetto ad aprile-giugno 2009. Basso invece l'incremento degli Stati Uniti: +0,6% del
secondo trimestre sul primo e +3,2% rispetto al secondo trimestre 2009, e del Giappone
(rispettivamente +0,1% e +1,9%). L'economia nipponica ha fatto registrare una variazione
quasi nulla nel 2Q dell'anno portando il tendenziale a un +1,9% rispetto al balzo del 4,4%
del 1Q.
Andamento del PIL- Fonte: OCSE
4
OECD Quarterly National Accounts - GDP growth - Second quarter of 2010, 18 August 2010.
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Da segnalare il sorpasso storico della Cina che sopravanza il Giappone e diventa la seconda
economia mondiale dopo gli USA. Nel 2Q del 2010 Pechino ha registrato un Pil di 1.339
miliardi di dollari, contro i 1.288 miliardi del Giappone. Tokyo mantiene la posizione di
numero due nel conteggio dei primi sei mesi dell'anno; il Pil nominale giapponese ammonta
infatti a 2.578,1 miliardi di dollari nel totale del semestre. Quello cinese a 2.532,5 miliardi di
dollari.
Sui mercati finanziari i problemi connessi alla sostenibilità del debito pubblico della Grecia
e di altri paesi dell’area hanno provocato forti turbolenze. I mercati azionari sono scesi, i
premi per il rischio sui corporate bonds sono saliti; si sono ridotti i rendimenti delle
obbligazioni pubbliche emesse dai paesi meno a rischio.
2. MERCATI FINANZIARI 5
Dalla fine di aprile la volatilità sui mercati è repentinamente aumentata, i corsi azionari
hanno subito un forte ribasso, i premi per il rischio sulle obbligazioni societarie sono saliti,
le condizioni sui mercati interbancari sono diventate più difficili e si sono ridotti i
rendimenti delle obbligazioni pubbliche. I rendimenti dei titoli pubblici a dieci anni sono
calati di circa 80 punti base negli Stati Uniti, al 3,1 per cento, e di 50 punti base nel Regno
Unito, al 3,3 per cento; nell’area dell’euro quelli della Germania sono scesi di circa mezzo
punto percentuale, al 2,6 per cento, raggiungendo il loro minimo storico.
5
Fonte dei dati: Bollettino economico Luglio 2010, n.61- BANCA D’ITALIA.
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La volatilità6 implicita da aprile è aumentata e i principali indici azionari hanno registrato in
media perdite nell’ordine del 10 per cento:
*Elaborazioni Banca d’Italia.
6
L'indice Vix misura la volatilità implicita a breve termine delle opzioni "at the money" sull'indice S&P 500
quotate sul mercato delle opzioni del CBOE (Chicago Board of Trade).
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I premi per il rischio sulle obbligazioni societarie si sono ampliati per tutte le classi di rischio
e in tutti i principali paesi. Quelli sui titoli delle società non finanziarie con merito di credito
più elevato (BBB) in dollari e in euro sono aumentati di circa 0,5 punti percentuali,
rispettivamente a 2,3 e a 2,0 punti; per le obbligazioni giudicate più rischiose (high yield) i
premi sono saliti di 1,2 punti percentuali, a 6,9 e 7,5 punti, rispettivamente.
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3. PETROLIO, PRINCIPALI VALUTE 7
Nel 2Q del 2010 il prezzo del petrolio è divenuto più volatile, variando la sua quotazione da
una media di 84 dollari in aprile, a un prezzo di 75 dollari in giugno. Secondo le quotazioni
dei futures, il prezzo del petrolio (qualità WTI8) raggiungerebbe gli 81 dollari nel luglio del
prossimo anno.
7
Bollettino economico Luglio 2010, n.61- BANCA D’ITALIA.
West Texas Intermediate, una versione qualitativamente migliore, e con quotazione teoricamente maggiore,
rispetto al londinese Brent, più grasso e di qualità meno elevata.
8
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Da aprile il dollaro si è apprezzato del 6 per cento circa nei confronti dell’euro, lo yen si è
apprezzato del 5 per cento nei confronti della valuta statunitense9 e il renminbi è rimasto
sostanzialmente invariato nei confronti del dollaro (apprezzamento dello 0,8%), in seguito
alla decisione del governo cinese del 19 di giugno di ripristinare una contenuta flessibilità
del cambio tra le due valute.
9
In data 24 agosto balzo ai massimi da 15 anni dello yen sul dollaro (83,61).
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3. 4. ITALIA8ijuihn444
INel primo trimestre del 2010 il PIL dell’Italia è cresciuto dello 0,4 per cento sul quarto
trimestre del 2009. Nel secondo trimestre del 2010 è aumentato dello 0,4% rispetto al
trimestre precedente e dell'1,1% rispetto allo stesso periodo del 200910. L'incremento su
base annua è il valore più alto dall'inizio della crisi (tra i sette maggiori Paesi l'Italia registra
la crescita tendenziale più bassa).
La produzione industriale a giugno ha registrato un aumento dell'8,2% rispetto allo stesso
mese del 2009 e dello 0,6% rispetto a maggio 201011. Si tratta del migliore risultato
tendenziale dal dicembre del 2000.
Nel 1Q del 2010 i consumi delle famiglie hanno ristagnato. Il reddito disponibile reale delle
famiglie consumatrici italiane è calato, secondo stime preliminari, di circa 1,5 punti
10
11
Comunicato stampa ISTAT, 6 AGOSTO 2010 - Stima preliminare del PIL secondo trimestre 2010.
Comunicato stampa ISTAT, 6 AGOSTO 2010 - Indice della produzione industriale GIUGNO 2010.
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percentuali nel primo trimestre del 2010 rispetto allo stesso periodo del 2009, riflettendo la
contrazione del reddito nominale e l’accelerazione del deflatore dei consumi.12
Secondo l’inchiesta ISAE13, la fiducia dei consumatori registra ad agosto una nuova
flessione, passando da 105,5 a 104,1 sui minimi da marzo 2009. Calano fortemente le
valutazioni sulla situazione personale (da 119,3 a 116,4) e migliora invece la fiducia nel
quadro economico generale che passa da 79,8 a 81.
Circa l’andamento del mercato del lavoro, nel 1Q del 2010 l’occupazione è aumentata dello
0,1 per cento rispetto al periodo precedente, dopo essersi ridotta per sei trimestri
consecutivi14. La dinamica rimane incerta in quanto la nuova lieve crescita registrata in aprile
(0,2 per cento rispetto a marzo) è stata riassorbita in maggio (-0,2 per cento rispetto ad
12
Elaborazioni BANCA D’ITALIA su dati ISAE E ISTAT- Bollettino economico Luglio 2010, n.61- BANCA D’ITALIA.
Comunicato stampa ISAE, 26 AGOSTO 2010.
14
Rilevazione continua sulle forze di lavoro dell’Istat.
13
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aprile). La ripresa dell’occupazione rispetto al quarto trimestre del 2009 ha interessato
prevalentemente i servizi alle persone e alle famiglie e ha riguardato le sole regioni del Nord
e del Centro. È invece continuato il calo nell’industria in senso stretto, nell’agricoltura e nel
Mezzogiorno. Sulla base delle informazioni finora disponibili,15 il numero di occupati a
giugno 2010 (dati destagionalizzati) risulta stabile rispetto a maggio ed in calo dello 0,5 per
cento rispetto a giugno 2009. Il tasso di occupazione è pari al 57%, invariato rispetto a
maggio, ma in diminuzione di 0,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno
precedente.
Il numero delle persone in cerca di occupazione diminuisce dell’1,1 per cento rispetto a
maggio, risultando in aumento dell’8,5 per cento rispetto a giugno 2009. Il tasso di
disoccupazione, rimasto invariato all’8,6 per cento da marzo a maggio, scende all’8,5 per
cento, in aumento dello 0.7% rispetto a giugno 2009. Il tasso di disoccupazione giovanile è
pari al 27,7 per cento, con una riduzione di 0,7 punti percentuali rispetto al mese
precedente ed un aumento del 2,5% rispetto a giugno 2009. Anche il numero di inattivi di
età compresa tra 15 e 64 anni resta stabile a giugno 2010 rispetto a maggio; il confronto con
lo stesso periodo del 2009 registra, invece, un aumento dello 0,7 per cento. Il tasso di
inattività è pari al 37,6 per cento, stabile rispetto al mese precedente e in lieve aumento
(+0,1 punti percentuali) rispetto a giugno 2009.
15
Stime mensili ISTAT dei principali indicatori del mercato del lavoro derivanti dalla Rilevazione sulle forze
di lavoro - 30 luglio 2010.
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FONTE: ISTAT- GIUGNO 2010
Nel 2Q del 2010 le ore di CIG autorizzate dall’INPS, in rallentamento nel primo trimestre,
sono lievemente diminuite rispetto al periodo precedente (-14 milioni di ore, al netto dei
fattori stagionali), per la prima volta dopo otto trimestri consecutivi di aumento.
Nell’industria in senso stretto l’incidenza degli occupati equivalenti in CIG sul totale delle
unità di lavoro a tempo pieno, in rallentamento dal quarto trimestre del 2009, è rimasta
stabile rispetto al primo trimestre. L’indagine condotta dalla Banca d’Italia in collaborazione
con Il Sole 24 Ore16 segnala in giugno un peggioramento delle aspettative sull’andamento
dell’occupazione rispetto al periodo precedente: il saldo negativo tra le imprese che
16
Indagine IL SOLE 24 ORE - BANCA D’ITALIA sulle aspettative di inflazione e crescita Giugno 2010 – BANCA
D’ITALIA, Supplementi al Bollettino Statistico, 12 Luglio 2010.
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prevedono un miglioramento nei prossimi tre mesi e quelle che prevedono un
peggioramento è tornato ad ampliarsi (-11,9 punti percentuali, da -7,7 in marzo).
L'inflazione a luglio è salita all'1,7%, accelerando rispetto al +1,3% di giugno. Lo comunica
l'Istat confermando le stime preliminari e sottolineando che si tratta del rialzo più alto dal
dicembre del 2008. L'istituto precisa che su base mensile i prezzi sono aumentati dello
0,4%. La ripresa dell'inflazione risulta trascinata dai prezzi dei beni energetici (+5,3% su
anno, +0,8% su mese). Il prezzo della benzina verde a luglio è salito del 8,9% annuo,
accelerando rispetto al +6,9% segnato a giugno; mentre si è registrato un incremento dello
0,8% su base mensile. Quanto al gasolio per auto si evidenzia un rialzo tendenziale del
13,2% (+13,3% a giugno), invece il congiunturale è calato dello 0,3%.
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Secondo l’inchiesta trimestrale condotta in giugno dalla Banca d’Italia in collaborazione con
Il Sole 24 Ore17, le variazioni dei propri prezzi di vendita attese dalle imprese per i prossimi
dodici mesi si mantengono intorno all’1,0 per cento, in linea con le precedenti rilevazioni;
pressioni al rialzo proverrebbero principalmente dai costi delle materie prime e, in misura
inferiore, dal costo del lavoro.
Sui mercati finanziari18, in aprile e in maggio gli indici azionari hanno subito una marcata
flessione: dalla fine di maggio, in seguito alle misure di stabilizzazione intraprese dai governi
dell’area, si è registrato un recupero dei corsi azionari. Nel complesso nel secondo
trimestre, l’indice generale della borsa italiana è calato del 15%. La discesa delle quotazioni
è stata più accentuata per i titoli assicurativi e bancari (-20% e -18%, rispettivamente).
Anche i titoli del settore dei servizi hanno registrato forti cali (-19 %). Un andamento
17
Indagine IL SOLE 24 ORE - BANCA D’ITALIA sulle aspettative di inflazione e crescita Giugno 2010 – BANCA
D’ITALIA, Supplementi al Bollettino Statistico, 12 luglio 2010.
18
Fonte: BANCA D’ITALIA, Bollettino Economico LUGLIO 2010.
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migliore di quello dell’indice di borsa si è invece registrato nei comparti dei materiali di
base (-10%) e dei beni di consumo (-6%). Nel mese di maggio, in parallelo al ribasso dei
mercati, la volatilità attesa dei corsi azionari è fortemente aumentata, raggiungendo valori
più che doppi rispetto a quelli medi del primo trimestre.
Alla fine di giugno risultavano quotate presso Borsa Italiana 290 società italiane, per una
capitalizzazione complessiva pari a 390 miliardi (circa il 26 per cento del PIL).
Nell’area dell’euro le emissioni nette di obbligazioni da parte delle banche, di segno
negativo nel precedente periodo, sono aumentate tornando su valori ampiamente positivi;
sono diminuiti, pur rimanendo positivi, i collocamenti netti da parte delle altre società
finanziarie.
Nel secondo trimestre i differenziali di rendimento tra le obbligazioni emesse da società
non finanziarie italiane con elevato merito di credito e i titoli di Stato si sono ampliati di
circa 55 centesimi di punto percentuale, un incremento superiore a quello registrato da
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imprese simili di altri paesi dell’area (40 centesimi). Nella prima decade di maggio i premi
sui credit default swap (CDS) relativi alle banche italiane hanno raggiunto valori molto vicini
a quelli, estremamente elevati, osservati nel marzo del 2009, all’apice della crisi finanziaria;
successivamente si sono ridotti, pur mantenendo una elevata variabilità e rimanendo su
valori di molto superiori a quelli di inizio trimestre. Nel complesso del periodo, i premi sui
CDS relativi alle banche italiane sono aumentati in media di 80 centesimi, più che nella
media degli altri paesi dell’area dell’euro (circa 60 centesimi).
Nel corso del 2Q, il declassamento di alcuni emittenti sovrani dell’area da parte delle
agenzie di rating ha provocato forti tensioni sui mercati del debito sovrano. L’aumento
generalizzato dei premi per il rischio ha riguardato anche i titoli di Stato italiani. Sulla
scadenza decennale, sebbene il rendimento del BTP benchmark sia rimasto
sostanzialmente stabile, il differenziale con il corrispondente titolo tedesco si è ampliato,
toccando un massimo di circa 180 centesimi di punto percentuale agli inizi di giugno per poi
collocarsi alla fine di giugno attorno a 150 centesimi, un incremento di circa 70 centesimi
rispetto alla fine del trimestre precedente. Nella prima decade di luglio il differenziale è
sceso ulteriormente (a 135 centesimi).35
L’ampliamento del differenziale con il titolo tedesco è principalmente causato dalla discesa
del rendimento del Bund per effetto del cosiddetto flight to quality, in base al quale gli
investitori, in situazioni di elevata incertezza, privilegiano i titoli ritenuti di migliore qualità.
Andamenti analoghi sono stati registrati anche dai premi sui CDS relativi ai titoli di Stato
italiani.
4. LE PROSPETTIVE
I dati ultimi aggiornati relativi agli USA e le proiezioni degli organismi internazionali
indicano un rallentamento della crescita nei prossimi mesi. Il Prodotto interno lordo negli
USA nel secondo trimestre 2010 è in frenata rispetto alla rilevazione dei tre mesi
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precedenti19. La FED, nella riunione dell’11 agosto, ha sottolineato che la ripresa americana
è “rallentata e nel breve termine sarà più modesta del previsto”. Inoltre ha annunciato che,
in inversione di tendenza rispetto alcuni mesi fa, reinvestirà i proventi derivanti dal suo
portafoglio di bond legati ai mutui nell’acquisto di titoli di stato di lungo termine,
assicurando al mercato che non sottrarrà l’enorme quantità di liquidità immessa durante la
crisi20. I tassi rimarranno invariati a un “livello eccezionalmente basso” fra lo 0 e lo 0,25%,
per un “periodo prolungato”. “Le spese delle aziende in apparecchiature e software stanno
aumentando: in ogni caso gli investimenti in strutture non residenziali continuano a essere
deboli e le aziende riluttanti ad assumere. Il credito bancario ha continuato a contrarsi”. Il
mercato immobiliare resta a livelli bassi21. “L’inflazione rimarrà contenuta per diverso
tempo”, “per aiutare la ripresa economica in un contesto di stabilità dei prezzi, il Comitato
manterrà all’attuale livello i suoi titoli e reinvestirà i proventi ottenuti in titoli di stato di
lungo termine. Il comitato continuerà a monitorare le prospettive economiche e gli sviluppi
finanziari e impiegherà tutti gli strumenti necessari per promuovere la ripresa economica e
la stabilità dei prezzi”. Nelle ultime settimane si sono susseguite indicazioni congiunturali
negative. Le spese per consumi sono aumentate solo dell’1,6%, mentre le previsioni degli
analisti erano di un aumento del 2,4%. La fiducia dei consumatori americani è scesa in
luglio. L'indice Michigan è infatti calato a 66,5, ai minimi dall'agosto 2009; a metà agosto
l’indice è salito a quota 69,6. La produttività è scesa dello 0,9%, primo calo dalla fine del
2008. Negativo il dato sul deficit della bilancia commerciale americana, salito in giugno a
quota 49,9 miliardi di dollari da 41,98 in maggio. Il deficit di giugno è il maggiore degli ultimi
21 mesi. Nel mese il disavanzo con la Cina è salito del 17% a 26,15 miliardi, massimo
19
Nel secondo trimestre del 2010 l'economia americana è cresciuta meno di quanto inizialmente stimato. Il
dipartimento del Commercio, nella sua seconda stima sul Pil americano in data 27 agosto, ha rilevato una
crescita dell'1,6% da aprile a giugno.
20
La Fed aveva acquistato nel corso del 2009 e nei primi mesi del 2010 oltre mille miliardi di mortgage backed
securities (titoli tossici cartolarizzati legati ai mutui) per ridurre i tassi di interesse sui mutui e rilanciare il
mercato delle cartolarizzazioni ma non aveva riacquistato i titoli in scadenza.
21
Nel mese di luglio, secondo gli ultimi dati, le vendite di abitazioni esistenti sono diminuite del 27,2 %
rispetto al mese precedente, al livello più basso degli ultimi 15 anni.
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dall'ottobre 2008. Sul fronte degli scambi bilaterali, in giugno i saldi sono peggiorati nei
rispetti di tutti i principali partner commerciali. Il deficit rispetto all'Unione Europea è salito
del 26% a 7,76 miliardi mentre quello con il Giappone è salito del 45% a 5,25 miliardi.
Negativi anche i dati sulla disoccupazione. Il Dipartimento del lavoro ha comunicato che,
nella settimana terminata il 7 agosto, negli Stati Uniti le richieste settimanali di sussidi di
disoccupazione sono salite a 484 mila, con un incremento di 2 mila unità. Gli analisti
avevano invece calcolato un calo delle richieste a 465 mila. Da segnalare, poi, il clamoroso
boom delle richieste dei sussidi di disoccupazione d'emergenza, saliti in una settimana da
circa 61 mila a 1 milione.
“La crescita dell'Eurozona resta moderata e discontinua. Una ripresa frenata dal processo di
aggiustamento dei bilanci, in corso in diversi settori, e dalle prospettive per il mercato del
lavoro". Lo scrive la BCE nel suo bollettino mensile, al termine dell'ultima riunione del
direttorio del 12 agosto. I dati e gli indicatori sull'attività economica, scrive la Bce,
"suggeriscono un rafforzamento nel secondo trimestre del 2010" e "per il terzo si delinea un
quadro migliore delle aspettative". Sul più lungo periodo la crescita dovrebbe restare però
"moderata e ancora discontinua, a fronte di incertezza". Le previsioni della crescita del Pil
puntano verso il basso, in particolare per il 2012. I rischi sono connessi all’adozione di piani
di risanamento dei conti pubblici e alle prospettive per il mercato del lavoro. Pesa anche il
calo dei consumi privati e degli investimenti pubblici, così come le accresciute tensioni
finanziarie, in particolare l'inasprimento dei criteri di erogazione del credito. La crescita del
PIL dell'eurozona in termini reali, secondo le previsioni della Bce, è confermata all'1,1% per
il 2010, mentre per il 2011 è stata rivista lievemente al ribasso all'1,4%, dall'1,5% della
precedente indagine. Per il 2012 si prevede che il PIL cresca dell'1,6% nell'eurozona.
Restano confermate le stime sull'inflazione. La Bce si attende un costo della vita dell'1,4%
nel
2010,
dell'1,5%
nel
2011
e
dell'1,7%
nel
2012.
Sul mercato del lavoro riviste al ribasso, di 0,2 punti percentuali per il 2010 e di 0,1 punti
percentuali per il 2011, le aspettative sul tasso di disoccupazione nell'eurozona, portandole
rispettivamente al 10,1% e al 10,2%. Per il 2012 il dato si situa al 9,8%.
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Le banche "devono dimostrarsi capaci di incrementare la disponibilità di credito al settore
non finanziario quando aumenterà la domanda", afferma la Bce, osservando che "dopo
l'espansione registrata per qualche mese nella prima parte dell'anno, le dimensioni dei
bilanci bancari complessivi non si sono ulteriormente accresciute". Ove necessario,
raccomanda la Bce, per raccogliere la sfida futura del finanziamento alle imprese, le banche
"dovrebbero trattenere gli utili, ricorrere al mercato per rafforzare ulteriormente la propria
componente patrimoniale o sfruttare appieno le misure di sostegno pubblico a favore della
ricapitalizzazione". A causa dell'eccezionale deterioramento dei conti pubblici registrato
dall'eurozona negli ultimi due anni, "vi è urgente necessità di attuare strategie credibili di
riequilibrio nel medio termine, tese a ristabilire la sostenibilità delle finanze pubbliche e a
creare margini di manovra nei bilanci"; "Il perseguimento di traguardi ambiziosi", aggiunge
la Banca Centrale, "che una serie di paesi dell'area ha già fissato, si potrebbe rendere
necessario laddove i piani correnti non bastino a conseguire l'obiettivo principale di
arrestare e invertire l'incremento del rapporto debito/pil”.
La crescita futura dell’economia mondiale, attualmente frenata dalle sfavorevoli condizioni
del mercato del lavoro e dalla perdurante instabilità dei mercati finanziari, dipenderà dalla
capacità degli Stati di continuare con rigore e perseveranza nelle azioni di risanamento dei
conti pubblici e di sostegno all’economia e al lavoro22.
22
Conclusioni del G20 di Toronto, giugno 2010: impegno a 1) dimezzare i disavanzi entro il 2013,
incoraggiando una disciplina fiscale “growth-friendly" favorevole alla crescita; 2) procedere sulla strada di
azioni comuni per sostenere la ripresa, creare posti di lavoro e porre le basi per una più bilanciata crescita
sostenibile; 3) migliorare la supervisione sui derivati e sulle agenzie di rating.
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