PORTARE L’EUROPA AVANTI Un’Europa più forte per difendere i nostri valori E proteggere i nostri interessi Documento adottato al Congresso del PPE a Marsiglia/Francia, 7-8 dicembre 2011 1 Sommario 1. Introduzione 2. Insieme più forti – La nostra visione dell’Europa 3. Lezioni dettate dalla crisi – L’economia europea e l’euro 4. L’Europa nel mondo 2 1. Introduzione Il progetto di integrazione europea, costruito sulle macerie della Seconda Guerra Mondiale, ha portato ai suoi cittadini pace, libertà, stabilità e prosperità durevoli. L’allargamento a 12 nuovi Stati Membri, in particolare dell’Europa Centrale e Orientale, ha permesso di superare la storica divisione in Europa causata dalla cortina di ferro, e ha riunito ciò che politicamente, storicamente e culturalmente doveva stare insieme. L’unificazione dell’Europa ha reso impossibili i conflitti armati nell’Unione europea. Ha creato crescita e occupazione in tutta Europa. La famiglia del PPE è la forza europea che più di altre ha configurato il progetto europeo. Dalla creazione delle Comunità europee dopo la Seconda guerra mondiale, alla riunificazione europea e al crollo del comunismo nell’Europa Centrale e Orientale, uomini di Stato coraggiosi, appartenenti alla nostra famiglia politica, hanno svolto un ruolo decisivo. Ora siamo decisi a “forgiare” l’Europa del nostro futuro. Per il PPE, il progetto europeo deve rimanere quello pensato dai fondatori – un progetto di pace, solidarietà e prosperità per l’intero continente. I nostri cittadini si aspettano dall’Unione europea e dalle sue istituzioni un’azione rapida, decisa e positiva. Attendono un’Unione europea più vicina ai cittadini, il cui processo decisionale sia più comprensibile e trasparente. L’attuale crisi finanziaria ed economica non è l’unica causa del minore sostegno pubblico al processo d’integrazione europea. Troppo spesso l’Unione europea e le sue istituzioni sono accusate di opacità burocratica e procedure pesanti; percepita ancora come un attore troppo debole sulla scena globale, l’Unione europea è ritenuta responsabile delle conseguenze della globalizzazione sulle nostre economie, nelle nostre società. Le recenti decisioni delle istituzioni europee riguardo al problema del debito in alcuni Stati membri non danno l’impressione alle persone che il processo decisionale sia basato su norme trasparenti. Dobbiamo quindi spiegare meglio le ragioni delle decisioni dell’Unione Europea, e controllare e garantire che l’Ue si concentri su politiche in cui può apportare “valore aggiunto” e che costituiscono le principali sfide economiche, sociali e strategiche attuali. Non crediamo che lo Stato debba essere ritenuto responsabile di ogni decisione nella vita della gente. Di conseguenza, siamo anche convinti che l’Unione Europea non debba occuparsi di questioni che possono essere trattate in modo più efficiente a livello nazionale, regionale o locale, e più vicino agli stessi cittadini. D’altra parte, siamo fermamente convinti che gli Stati nazionale non siano in grado di difendere da soli i nostri valori e interessi in un mondo sempre più dominato da grandi poteri i quali non condividono tutti democrazia e principio di legalità. L’UE, come attore politico ed economico globale, deve proteggere i nostri cittadini e difendere i nostri valori e interessi. La nostra risposta ai cambiamenti e alle sfide globali non può essere un’Europa più debole. In particolare nell’area di integrazione economica, avremo bisogno di più Europa per decidere il nostro destino nell’era della globalizzazione. 3 2. Insieme più forti – La nostra visione dell’Europa Un’Unione di Valori L’integrazione europea si è sempre basata su valori comuni e sulle volontà di lavorare insieme, per affermare libertà, pace, stabilità e prosperità in tutta Europa e promuovere i valori universali che sono apparsi in origine ad occidente. L’Unione europea continuerà ad avere successo se condivideremo una visione comune e coesa circa il nostro futuro, se prenderemo seriamente in considerazione le preoccupazioni dei nostri cittadini e difenderemo i loro interessi in un mondo in rapido cambiamento. Il rispetto dei diritti dell’uomo, della dignità di ogni essere umano fin dal concepimento e in ogni fase della sua esistenza, come anche lo sviluppo della cittadinanza democratica basata su diritti e responsabilità dei cittadini ed il ruolo fondamentale della famiglia, sono i fondamenti su cui dovremmo continuare a costruire la società europea. Il Trattato di Lisbona ha portato progressi importanti in vari ambiti: ha introdotto i diritti dell’uomo e dei cittadini nel Trattato, non solo attraverso la Carta dei Diritti Fondamentali ma anche tramite l’accesso dell’UE alla Convenzione Europea dei Diritti Umani. Ciò comprende disposizioni importanti su ordinamento giuridico e democrazia, equa dignità di ogni essere umano, libertà religiosa, minoranze nazionali, diritto all’istruzione, pari opportunità fra donne e uomini e libertà di stampa; nonché diritti in campo di protezione dati e tutela del consumatore. Inoltre, la Carta contiene una serie di diritti sociali ed economici, fra cui il diritto di contrattazione collettiva, condizioni di lavoro giuste ed eque, sicurezza sociale e assistenza sanitaria. Il nuovo Trattato comprende anche la menzione “dell’Economia Sociale di Mercato” che armonizza efficienza economica, crescita e giustizia sociale come modello economico e sociale dell’UE, e sottolinea che l’economia non è un obiettivo in sé ma deve essere posta al servizio della società. L’economia sociale di mercato pone l’essere umano al centro dell’economia, e mette mercato e governo al servizio delle nostre società. Il dialogo sociale è un meccanismo importante per rinforzare la coesione in tempo di riforme strutturali. Inoltre, introducendo l’autogoverno locale nel nuovo Trattato, l’UE ha riconosciuto, per la prima volta, il ruolo che le autorità locali svolgono nella vita quotidiana dei cittadini europei. Il Trattato di Lisbona, poi, rinforza la democrazia e la trasparenza nell’Unione attribuendo nuove competenze al Parlamento europeo in ambiti importanti quali l’agricoltura, la pesca, l’energia, l’immigrazione, la giustizia e gli affari interni. Il Trattato di Lisbona e il suo protocollo sull’applicazione del principio di sussidiarietà e proporzionalità ha rinforzato il ruolo dei parlamenti nazionali; ormai essi possono essere coinvolti direttamente nel processo legislativo attraverso il meccanismo di controllo, recentemente introdotto, per l’applicazione del principio di sussidiarietà. In più, la possibilità di un’iniziativa dei cittadini europei ha dato loro l’occasione d’influenzare direttamente il processo decisionale nell’Unione europea. Il PPE riafferma il suo impegno riguardo al principio comunitario per cui Parlamento Europeo, Consiglio e Commissione interagiscono nel modo previsto dai trattati. Tale principio costituisce la pietra angolare dell’integrazione europea ed ha mostrato essere il migliore modo per 4 salvaguardare gli interessi europei in generale e garantire la possibilità di operare dell’UE. Tuttavia riconosciamo che, temporaneamente, si debba poter ricorrere ad altre forme di cooperazione fra Stati membri, per raccogliere le sfide che dobbiamo affrontare attualmente. Un’applicazione rigorosa del metodo comunitario significa anche che ogni Stato membro, qualunque sia la sia dimensione o posizione geografica, deve cooperare nel modo più equo possibile. Tutti gli accordi intergovernativi fra Stati membri dell’UE devono essere pensati in modo tale da poter essere trasposti gradualmente nel metodo comunitario. Ma poiché il Trattato costituisce soltanto il quadro tecnico della nostra cooperazione in Europa, gli obiettivi e le strategie politiche devono essere sviluppate dai responsabili politici. Il PPE, la più grande forza politica in Europa, è pronto a raccogliere questa sfida e a fornire lungimiranza e leadership. Le sfide future Nei prossimi anni dovremo affrontare enormi sfide. Durante la crisi economica e finanziaria, così come la crisi del debito sovrano, il PPE ha fortemente contribuito a una chiara presa di decisioni per salvaguardare il sistema economico e la nostra valuta comune, l’euro, nonché la prosperità delle nostre società ed economie. Poniamo l’accento sulla necessità di un migliore governo del mercato unico ed economico nell’Unione europea e migliori le regole da imporre ai mercati finanziari. Dobbiamo imparare dalla crisi. Ciò significa che il nostro sistema economico e finanziario deve diventare più sostenibile e giusto, e meno incline a crisi e attacchi speculativi, mentre un’attenzione particolare deve essere rivolta alla crescita. L’alto livello di debito pubblico e di deficit di bilancio nell’UE ha aumentato la pressione sui meccanismi della nostra economia sociale di mercato, come sicurezza sociale, occupazione dignitosa, salari e pensioni, nonché la fornitura di servizi pubblici a costi abbordabili. Di conseguenza, molti cittadini europei, in particolare quelli economicamente e socialmente vulnerabili, temono il graduale sviluppo di una crisi sociale persistente. Una crisi sociale minaccerebbe i diritti sociali ed economici di ogni cittadino, ma anche le libertà politiche ed economiche del nostra sistema democratico. Il governo economico deve essere realizzato in armonia e non a scapito del nostro modello sociale europeo. Nuove o più gravi sfide sociali richiedono misure che garantiscano la protezione di standard sociali e sostengano l’ammodernamento del nostro mercato del lavoro e della sua forza lavoro. Riguardo alle politiche energetiche e ambientali, dovremo affrontare sfide multiple; in particolare la domanda crescente di energia andrà di pari passo con l’aumento della competizione globale per le risorse. Dobbiamo trattare tali questioni per poter raggiungere obiettivi di energia sicura e sostenibile e affrontare legittime preoccupazioni ambientali. Per salvaguardare la sicurezza energetica e la prosperità delle nostre società, dobbiamo realizzare il completamento del mercato interno dell’energia, investire in infrastrutture critiche e esplorare le nostre risorse interne. Allo stesso tempo, siamo determinati ad aumentare l’utilizzo delle fonti di energia rinnovabili e di altre tecnologie senza CO2 per impedire gli effetti potenzialmente catastrofici sul clima, sulla biosfera e sulla vita delle generazioni future. Oltre al 5 maggiore utilizzo delle fonti rinnovabili, un’attenzione particolare deve essere posta su misure di efficienza energetica. Queste sfide richiedono una strategia chiara e globale da difendere nei confronti di altri attori mondiali tramite una diplomazia verde. L’UE dovrà impegnarsi maggiormente con i paesi terzi per raggiungere un accordo globale nella lotta sul cambiamento climatico. Dovrà sviluppare una strategia per fare fronte alla carenza globale di prodotti alimentari, acqua e materie prime. L’elemento chiave di questa strategia dovrebbe essere di massimizzare il potenziale della leva finanziaria già a disposizione dell’Unione, quali il mercato interno e il commercio. Anche la politica agricola comune dovrebbe svolgere un ruolo importante in tale strategia. Lo sviluppo dei rapporti di buon vicinato, particolarmente con i paesi dell’Africa settentrionale, richiede un nuovo approccio per affrontare le sfide future. Lo sviluppo democratico nel vicinato europeo, come anche la prosperità e le riforme che puntano sulla stabilità, devono costituire per il nostro gruppo una priorità chiave. L’U.E, favorendo la transizione democratica, lo stato di diritto e dei mercati più aperti ai paesi terzi, in particolare quelli vicini, promuove i suoi valori e difende i suoi interessi, che vanno a vantaggio di entrambe le parti. Costruire stabilità politica e prosperità economica in questi paesi è l’unico modo per scoraggiare l’immigrazione clandestina e flussi di massa di rifugiati, che causano troppo spesso tragedie umane. Le questioni legate all’immigrazione e all’integrazione sono priorità assolute. L’immigrazione extracomunitaria è una realtà ed ha arricchito l’Europa per secoli. La capacità delle nostre società e del mercato del lavoro di integrare i nuovi arrivati deve rimanere, tuttavia, una preoccupazione importante nel momento in cui si definiscono le nuove politiche. Di conseguenza, il PPE sostiene una politica migratoria controllata che rifletta i nostri valori europei. Siamo impegnati in un nuovo sviluppo del Sistema europeo comune di asilo basato sulla solidarietà fra gli Stati membri, per un’emigrazione economica controllata e mirata. Vogliamo in tal modo combattere l’immigrazione irregolare rinforzando i confini esterni dell’UE, da un lato, impegnandoci in una stretta collaborazione con i paesi di origine, dall’altro, e promuovere l’integrazione sociale ed economica dei migranti nelle società di accoglienza. L’UE e i suoi Stati membri devono rispettare i loro obblighi internazionali nei confronti dei richiedenti asilo, i quali devono essere distinti dai migranti per ragioni economiche. Dobbiamo garantire che le attività svolte da Frontex rispettino i principi fondamentali relativi ai diritti civili. Dobbiamo ricordare che l’allargamento è uno dei maggiori successi dell’UE. Tuttavia, il consolidamento dell’Unione europea deve costituire una delle principali priorità per riconquistare la fiducia dei cittadini. Mentre sosteniamo i paesi del Balcani occidentali nel loro processo di adesione all’Unione europea, dobbiamo essere prudenti riguardo a potenziali allargamenti futuri, applicando rigorosamente i criteri di Copenaghen sull’adesione e assicurandoci che sia mantenuta la capacità di operare in maniera pienamente efficiente. Ai paesi europei che non possono o non vogliono diventare membri dell’Unione europea, deve essere offerto un accordo di stretto partenariato con l’UE. L’ampliamento dell’area economica europea a paesi terzi rappresenta un metodo costruttivo di cooperare nell’interesse reciproco. 6 Chiare priorità, migliore legislazione, meno burocrazia Troppa burocrazia compromette la competitività e influisce negativamente sull’occupazione. Dobbiamo accertarci che le legislazioni future vengano esaminate attentamente prima di essere applicate, tanto a livello UE che nazionale. Il test sulle PMI (Piccole e Medie Imprese) deve diventare molto più rigoroso ed essere applicato pienamente. Perseguendo l’obiettivo di una riduzione del 25% degli oneri amministrativi, il PPE proporrà quindi un nuovo e ambizioso obiettivo basato su indicatori chiari da raggiungere entro il 2018. La principale priorità sta nell’applicazione più efficace delle quattro libertà di base (libertà di movimento delle persone, delle merci, dei capitali e dei servizi), nonché il ritorno a una crescita economica e la creazione di nuovi posti di lavoro malgrado l’attuale rallentamento della crescita. Tali libertà di base sono di estrema importanza e permettono ai cittadini un livello di vita rispettabile. In un periodo d’insicurezza economica sono auspicabili, e dovrebbero essere incoraggiati, ulteriori investimenti nella formazione e nella ricerca. Dobbiamo aumentare i nostri sforzi per migliorare la qualità e l’efficacia dei nostri sistemi di istruzione e formazione, incluso il passaggio dalla scuola ad un lavoro di qualità, creando una forza lavoro motivata e di alta qualità nell’Unione europea, anche nelle zone rurali che rappresentano il 91% del territorio dell’UE ma solo il 56% della popolazione. Insistiamo sull’esigenza di promuovere i servizi amministrativi online, come fattore chiave per combattere la burocrazia e far avanzare la crescita sostenibile; per questo motivo, richiediamo agli Stati membri di formare adeguatamente la forza lavoro nel settore pubblico. D’altra parte, dobbiamo avvicinare il processo d’integrazione europea ai giovani. Con questa idea in mente, converrebbe che tutti gli Stati membri promuovessero l’inclusione – a livello di scuola secondaria e di università – di una materia specifica sulle origini, gli obiettivi e il funzionamento dell’Unione europea e delle sue istituzioni. Chiediamo alle istituzioni europee di essere più ambiziose ed efficaci rispetto a queste priorità e in ogni ambito legislativo e di azione. Minore e migliore legislazione, oltre ad un controllo più efficiente della sua applicazione, devono essere considerate le principali priorità al livello europeo, basate sul concetto di sussidiarietà. Le priorità dell’Unione, inoltre, dovranno anche essere riflesse nella ripartizione delle risorse finanziarie. Chiediamo alle istituzioni europee di definire e adottare il prossimo Quadro finanziario pluriennale in modo che l’Unione possa raggiungere i suoi obiettivi in tutte le politiche che ritiene importanti. Devono essere adottate misure che rendano più efficiente il bilancio con particolare attenzione ai programmi su clima, energia e ricerca, volti ad affrontare la disoccupazione dei giovani. Gli obiettivi che derivano dalle sfide che l’Unione deve affrontare saranno integrati nella nuova politica di coesione, nella politica agricola comune e nella politica della pesca. Il bilancio costituirà uno strumento importante per raggiungere gli obiettivi che abbiamo fissato nella strategia UE2020, riflettendo allo stesso tempo le limitate risorse di bilancio degli Stati membri dell’UE. 7 3. Lezioni dettate dalla crisi – l’economia europea e l’euro L’Economia sociale di mercato come nostro modello Una delle sfide più importanti per l’Unione europea è di trasformare l’economia europea in un’economia competitiva mondiale della conoscenza e in un mercato forte di 500 milioni di consumatori in cui prodotti e servizi possono circolare liberamente. Ci impegniamo affinché vengano adottate riforme decisive per una maggiore crescita, in vista di trasformare l’Unione europea nella più grande economia con i mercati più dinamici. La crescita economica basata su una maggiore competitività deve essere il principale strumento per combattere il deficit economico. Il PPE ritiene fermamente che l’economia sociale di mercato richieda riforme per finanze pubbliche stabili, maggiore competitività e nuovi posti di lavoro. Il PPE sostiene l’euro come valuta stabile che riflette la forza della zona euro. L’euro è un simbolo visibile dell’integrazione europea e l’espressione della posizione dell’Europa nel mondo. Di conseguenza, dobbiamo sviluppare ulteriormente il quadro istituzionale e approfondire l’unione politica. Il PPE ritiene che l’unione monetaria debba essere completata con un’unione economica. Siamo profondamente convinti che i vantaggi dell’euro superino di gran lunga i suoi costi. Tuttavia, per garantire questo risultato positivo sono necessari una maggiore integrazione economica e fiscale, e misure di stabilizzazione. A tale riguardo, siamo pronti a riflettere in merito ad un cambiamento del quadro istituzionale dell’Unione per permettere di raggiungere questo obiettivo fondamentale. La crisi del debito sovrano costituisce anch’esso un fallimento del governo economico dell’UE. Il PPE, quindi, continuerà a combattere per una rigorosa disciplina fiscale e un’integrazione economica più forte in base al modello dell’Economia sociale di mercato. Una maggiore disciplina finanziaria garantirebbe alle generazioni future di non dover affrontare difficoltà finanziarie insopportabili; quindi rafforzerebbe la giustizia fra le generazioni. Crediamo quindi che i membri della zona euro debbano porre un freno al debito. Abbiamo bisogno di un controllo multilaterale efficiente basato su principi etici. Questi principi devono applicarsi a tutte le aree della nostra economia, compresi i mercati finanziari, e non aver carattere protezionista. Le regole dei mercati finanziari devono andare di pari passo con l’internazionalizzazione e le innovazioni di prodotto. La politica dell’UE deve basarsi su una struttura regolatrice globale più efficace, condivisa all’interno del G20. Per il PPE, le forze di mercato, congiuntamente alle politiche economiche e sociali sostenibili, costituiscono la forza motrice per la crescita e devono essere accompagnate da un quadro istituzionale per permetta prosperità per tutti e prevenga le disfunzioni di mercato. Il nostro ordine economico permetterà una concorrenza libera e leale per il benessere di tutti gli operatori. Il nuovo contesto stimolerà l’avvio e la crescita delle PMI, con particolare attenzione ai prodotti innovativi. A nostro avviso, le politiche fiscali costituiscono una fonte di crescita e di creazioni di posti di lavoro nel lungo termine. 8 Per far ripartire l’economia, dobbiamo sostenere le nostre industrie in tutta la loro diversità e riconoscere l’esigenza di una politica industriale integrata e dinamica, incoraggiare la ricerca, l’innovazione e le nuove tecnologie, che ci permettano di riposizionarci in prima linea nel progresso scientifico. Allo stesso tempo, non dobbiamo dimenticare le nostre industrie competitive tradizionali, che dispongono di notevole esperienza e conoscenza tecnica, fornendo centinaia di migliaia di posti di lavoro in Europa. Dobbiamo anche ricordare che varie industrie e aziende affrontano molteplici sfide e adattare le nostre politiche alle necessità sia delle PMI che delle multinazionali. Sosteniamo forme innovatrici di governo aziendale (associazioni, cooperative, responsabilità sociale delle imprese). Un’altra lezione tratta dalla crisi è che abbiamo bisogno di maggiore sostenibilità. Di conseguenza, il concetto di economia sociale di mercato del PPE include sforzi contro il cambiamento climatico e i danni ambientali. Tale approccio globale del quadro legislativo prenderà in considerazione anche le peculiarità delle economie emergenti. Non dovrà causare distorsioni sul mercato o generare svantaggi competitivi per nessuna area economica. Prenderà in considerazione le necessità delle attività economiche ma terrà conto anche dell’esigenza di preservare la terra per le generazioni future. Il Partito Popolare europeo vede la regolamentazione come un elemento di attivazione delle forze di mercato per crescere e ampliarsi. Non perderemo l’opportunità fornitaci dalla crisi degli ultimi anni, e impareremo a cercare il giusto equilibrio fra mercati e legislazione, per porre su basi solide il futuro della crescita e dell’occupazione. Il concetto di economia sociale di mercato del PPE comporta inoltre misure adottate a livello nazionale, per riformare i sistemi inefficienti di sicurezza sociale e le regole del mercato del lavoro, in modo da stimolare l’occupazione e la crescita, garantendo al tempo stesso la solidarietà. Le organizzazioni della società civile devono poter identificare metodologie per contribuire al miglioramento della situazione economica e a combattere l’esclusione sociale e la povertà. Inoltre dobbiamo prevedere investimenti pubblici e privati mirati per la formazione e l’innovazione. Per la società basata sulla conoscenza “Lifelong learning” è essenziale. Inoltre, abbiamo bisogno di provvedimenti concreti per realizzare gli obiettivi del processo di Bologna: mobilità, riconoscimento reciproco delle qualifiche e dei titoli universitari. In tal senso, un’attenzione particolare deve essere prestata alla formazione linguistica per migliorare la mobilità degli studenti e del lavoro. Il rafforzamento del processo di Bologna è funzionale agli obiettivi di crescita fissati dalla strategia Europea 2020 Siamo consapevoli delle attese che il nostro modello economico genera al di fuori dell’Unione e siamo pronti a raccogliere la sfida. Ci impegniamo a restare utili e difendere la nostra visione per essere capaci di influire sull’agenda globale. Il PPE inoltre contribuirà attivamente a un maggiore sostegno delle misure di riconciliazione, quali politiche di occupazione che rispettano la famiglia, disposizioni sul lavoro flessibile e varie forme di congedo sia per le donne che per gli uomini. Il PPE condivide le recenti conclusioni del Consiglio, e ritiene che queste politiche contribuiscano a realizzare i principali obiettivi politici dell’UE, in particolar modo 9 riguardo alla crescita e all’occupazione, al benessere delle famiglie, all’inserimento sociale di gruppi vulnerabili e alle pari opportunità. Il PPE rafforzerà la legislazione UE riguardo ai diritti civili, di famiglia e sociali, per migliorare la protezione dei cittadini europei in vista della mobilità all’interno dell’Unione europea. Migliore governo economico per un’economia più forte Il Partito Popolare Europeo accoglie favorevolmente l’insieme di decisioni sul governo economico adottate dalle istituzioni europee dall’inizio della crisi. Nel frattempo, abbiamo proposto misure per la difesa della stabilità finanziaria nella zona euro e per assicurare i mercati finanziari del nostro impegno verso l’euro. In aggiunta, abbiamo proposto misure preventive a lungo termine per migliorare il nostro governo economico, valorizzare la disciplina di bilancio e sanare gli squilibri macroeconomici. Di conseguenza, il controllo macroeconomico deve concentrarsi soprattutto su paesi che presentano carenze strutturali in modo da promuovere la competitività dell’eurozona nel suo insieme. Il “Pacchetto Governance” è stato approvato in stretta collaborazione con il Consiglio e la Commissione, ed adottato con successo dal Parlamento malgrado la forte opposizione della sinistra. Prima di questo, il gruppo PPE era riuscito anche a portare il Parlamento ad un accordo relativo a sei rapporti destinati a migliorare il controllo finanziario. In più, accogliamo favorevolmente il “Patto Euro Plus” e l’introduzione del semestre europeo come strumento per promuovere decisioni fiscali valide e permettere un coordinamento economico più stretto. Chiediamo un’esecuzione completa di questo strumento di coordinamento e ci attendiamo maggiore disciplina fiscale e finanze pubbliche sostenibili come fonte importante per una crescita economica più forte. Garantiremo la stabilità della zona euro in modo tale che sia credibile per gli investitori e fornisca loro un sicuro e prevedibile contesto imprenditoriale. La natura del sistema finanziario europeo e internazionale richiede un approccio al livello sovranazionale. Gli Stati non possono superare da soli questa crisi. Il rafforzamento dei poteri di controllo della Commissione europea è il modo giusto per garantire il rispetto delle regole di nuovi meccanismi economici di controllo. Una questione interna – Promuovere la competitività per un euro stabile Oltre all’accumulo irresponsabile del debito, la mancanza di competitività ci ha portati alla crisi attuale. Le economie non competitive non possono sostenere la pressione del mercato e superare la crisi legata al debito. È proprio ristabilendo la nostra competitività che possiamo promuovere la crescita nelle nostre economie e gettare le basi per riemergere dalla crisi. Come possiamo realizzare tale obiettivo? Con un triplice approccio che non costa nulla al contribuente europeo: • Un Patto Euro Plus ampliato e vincolante; • affrontare la realtà utilizzando al massimo il mercato unico; 10 • ridurre la burocrazia per dare respiro ai nostri imprenditori, ad es. le PMI Accogliamo favorevolmente gli impegni presi dal Consiglio europeo aderendo al Patto Euro Plus, che colma un vuoto importante. Tuttavia la famiglia del PPE s’impegna ad andare oltre. Noi vogliamo definire e ampliare il contenuto e il processo di questo patto in maniera più chiara. La situazione di molte nostre economie è grave. Non abbiamo tempo da perdere e dobbiamo rendere più competitive le nostre economie. Per questo, il PPE sarà diretto e trasparente nelle sue proposte. Non possiamo pretendere di evitare riforme strutturali dolorose. La crisi ci ha mostrato che nessun paese può ignorare i danni che essa ha causato in un altro paese – siamo tutti nella stessa barca. Per questo, ci impegniamo a • includere nel patto tutti i paesi al di fuori dell’eurozona; • spingere i Consiglio europeo a conferire un carattere vincolante a questo patto; integrare il Patto Euro Plus nel Semestre europeo costituisce un primo passo ma non è sufficiente; • includere riferimenti / obiettivi concreti rispetto all’età pensionabile e alle disposizioni nazionali sull’orario di lavoro; • rafforzare la cooperazione in materia fiscale andando oltre l’importante proposta di una Base Imponibile Consolidata Comune per l’imposta per le Società; • un sostegno amministrativo e una cooperazione con gli appartenenti alla nostra “famiglia” che possono beneficiare di assistenza tecnica per migliorare ad es. il loro sistema d’imposizione / applicazione per combattere la frode fiscale e l’evasione. Dobbiamo quindi decidere se questo sostegno deve rimanere volontario o diventare obbligatorio per paesi sostenuti dal Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF). La crescita economica aiuterà anche la stabilità dei bilanci. Le disposizioni del PSC prevede che il bilancio debba essere almeno in equilibrio nel medio termine. Ciò significa che in tempi di crescita di surplus di bilancio deve essere rivolto a questo equilibrio. Il Patto di Stabilità e Crescita modificato e il Semestre Europeo di nuova creazione costituiranno gli strumenti per garantire che gli Stati membri accumulino risorse economiche piuttosto che debiti anno dopo anno. Tuttavia, la sostenibilità fiscale deve essere vista congiuntamente alla sostenibilità finanziaria. La crisi del debito sovrano ha colpito nel momento in cui le economie erano già indebolite dalla crisi finanziaria. Crediamo che il Meccanismo di Stabilità Europeo contribuirà a salvaguardare la stabilità dell’eurozona nel suo insieme. Ciò includerà il coinvolgimento equo e adeguato del settore privato in caso d’insolvenza dello Stato. Una politica economica coraggiosa e responsabile a livello nazionale, volta alla ristrutturazione dei mercati di lavoro, dei sistemi d’imposizione, della sicurezza sociale, per citarne solo alcuni, porterà al giusto governo economico. La politica economica a 11 livello europeo ha bisogno di misure chiare a livello nazionale. In fine, i principi di governo sostenuti dal PPE non solo rafforzano l’economia europea ma porteranno anche a una migliore e più forte integrazione degli Stati membri all’interno dell’eurozona e a un’integrazione più forte dei futuri paesi membri dell’UE e dei nuovi membri della zona euro prima della loro adesione. Rafforzare il Mercato unico – Garante della crescita e dell’occupazione Il Mercato unico – pietra miliare dell’integrazione europea, costituisce il principale successo dell’Europa ed è il garante della previdenza sociale in Europa. Riconosciamo che gli ostacoli nel realizzare l’intero potenziale del Mercato unico europeo, soprattutto nel settore dei servizi, costituiscono il principale limite per la crescita e l’occupazione in Europa, ostacolando la nostra competitività globale. Una delle nostre priorità è di eliminare le strozzature nel funzionamento del mercato interno. Le aziende e gli imprenditori devono avere una possibilità reale di crescere e vendere prodotti e servizi a un’UE di 500 milioni di consumatori, che formano la più grande economia mondiale. Ciò significa innanzitutto che il diritto comunitario esistente, in particolare la Direttiva Servizi, deve essere applicato pienamente e entrare in vigore immediatamente nei 27 Stati membri. La Commissione deve presentare proposte concrete prima della primavera 2012 per un meccanismo più rapido e forte che le permetta di far entrare in vigore l’acquis del mercato unico in tutti gli Stati membri, poiché le lunghe procedure attuali non sono adeguate. Noi crediamo che la Commissione europea debba essere messa in grado di rispettare il suo ruolo e assumersi pienamente le sue responsabilità. Il PPE chiede in particolare migliori procedure per il mercato dei servizi. La libera circolazione dei servizi, e non ultimi i servizi rivolti alla conoscenza, devono essere incoraggiati, ad esempio, con l’applicazione piena e il miglioramento della Direttiva Servizi. Il PPE chiede alle istituzioni europee di velocizzare le decisioni tuttora pendenti su proposte volte a rendere più competitivo il mercato unico, e di abbattere le barriere esistenti. Si dovrebbe considerare la possibilità di attribuire la priorità ai regolamenti piuttosto che alle direttive, per evitare di divergere e distorcerne l’applicazione. Tra queste proposte, il PPE riconosce che la modernizzazione della legislazione sul riconoscimento delle qualifiche professionali è attesa da tempo. Lo sfruttamento facoltativo, proposto recentemente, il Diritto Comune Europeo della Vendita, può aiutare l’UE a utilizzare pienamente il mercato unico; esso rafforzerà quest’ultimo per i consumatori e le imprese, dando loro maggiore scelta online con il principio della libertà contrattuale, nel rispetto della sussidiarietà e delle diverse consuetudini giuridiche nazionali. Il PPE riconosce la necessità di un’adeguata protezione dei diritti di proprietà intellettuale e sostiene la creazione di una protezione unitaria dei brevetti come sistema sicuro, efficiente e abbordabile che stimoli gli investimenti e gli sforzi nella ricerca. 12 Il PPE ritiene che l’aumento della contraffazione su internet richieda un’azione per rafforzare la fiducia dei consumatori e delle società che operano online. Il PPE accoglie favorevolmente le proposte volte a combattere la contraffazione e sostiene la revisione dell’attuale legislazione sulla protezione del marchio. Regole più severe per i mercati finanziari e una nuova architettura finanziaria Durante la crisi del debito sovrano le istituzioni europee hanno reagito bene, stabilizzando l’Euro e prevedendo un ulteriore aggravarsi della situazione. Le istituzioni dell’Unione hanno reagito di conseguenza assumendosi nuove responsabilità. Accogliamo favorevolmente il fatto che a partite da maggio 2011, la Banca Centrale europea sia intervenuta nella crisi comprando titoli di credito delle nazioni in difficoltà come misura d’emergenza, cosa che aiutato a ridurre i rendimenti sui titoli e ha permesso ai paesi di mantenere la loro solvibilità. In ogni caso, la situazione può stabilizzarsi solo se vengono messe in atto misure economiche a lungo termine e la Banca Centrale europea resta fedele al suo ruolo di guardiano dell’Euro. Dato che la crisi è stata prevalentemente finanziaria, le banche devono essere al centro della nostra attenzione. Siamo consapevoli che alti livelli di debito pubblico e privato, associati a bassi livelli di capitalizzazione bancaria influenzano la stabilità della nostra moneta comune. Per questo, è ovvio che abbiamo bisogno di un controllo migliore e maggiormente efficace sul settore finanziario. Il PPE chiede che tutti gli attori finanziari siano soggetti a un controllo normativo. Nello stesso tempo, dobbiamo essere consapevoli che la fiducia e l’affidabilità dovrebbero essere valori essenziali della sfera finanziaria ed economica. Un’efficiente sistema finanziario è fondamentale per l’economia, e il lavoro per migliorare la stabilità è continuo. Pertanto, i requisiti di adeguamento del capitale devono essere assicurati al fine di ridurre il rischio d’insolvenza e evitare costi per i contribuenti. Il PPE è pronto a considerare parametri più severi di quelli proposti dall’Accordo di Basilea III per quanto riguarda l’adeguamento del patrimonio bancario, includendo requisiti di equità per i titoli di Stato. Il PPE accoglie con favore l’adozione di una nuova serie di standard regolatori globali sull’adeguamento del capitale bancario e sulla liquidità. Questo è il giusto approccio per trattare i punti deboli della regolamentazione finanziaria, diventati evidenti durante la crisi finanziaria. Crediamo che questo offra l’occasione per un sistema bancario più flessibile, e migliori la sua capacità di resistere agli shock generati da tensioni economiche e finanziarie. Questo contribuirà a una stabilità finanziaria e a una crescita a lungo termine. Più capitale di alta qualità significa banche più sicure. Sappiamo che banche più forti e più sicure saranno meno remunerate. Gli investitori devono prepararsi a rendimenti più bassi ma più stabili. Il Partito Popolare Europeo seguirà da vicino l’introduzione dell’Accordo di Basilea e si assicurerà che la sua attuazione in Europa non porti a uno svantaggio competitivo per le aziende europee. Dato che le società europee fanno maggiore affidamento ai prestiti bancari rispetto alle società statunitensi, che finanziano in maniera più massiccia tramite i capitali finanziari, abbiamo bisogno di sostenere la capacità di prestito delle banche europee. In seguito a “stress test” credibili, rileviamo la necessità di una ricapitalizzazione delle banche in deficit che sono d’importanza sistemica. Abbiamo osservato che l’Associazione Bancaria europea (ABE) può condurre degli “stress test” 13 ma necessita del potere politico per costringere le banche a ricapitalizzare se falliscono i test. Accogliamo favorevolmente le proposte della Commissione europea sulla revisione del sistema di valutazione delle agenzie di rating del credito e l’allineamento delle remunerazioni per i dirigenti di banche e società con obiettivi di lungo termine. Accogliamo con favore un maggiore allineamento dei mercati finanziari, dell’attività bancaria e delle politiche di regolamento come parte del Patto Euro Plus, nonché la nuova architettura finanziaria europea. Riconosciamo che questo mostra gli enormi progressi compiuti rispetto al periodo prima della crisi. In ogni caso, per trattare con le banche “problematiche” c’è bisogno di un quadro giuridico, che porterà nell’insieme a un sistema bancario maggiormente flessibile. Appoggiando l’introduzione di una tassa sulle transazioni finanziarie come strumento per scoraggiare attività finanziarie speculative e permettere al settore finanziario di contribuire al superamento della crisi economica in Europa. Nella ricapitalizzazione e ristrutturazione delle banche, dobbiamo ridurre al minimo i costi a lungo termine e proteggere gli interessi dei contribuenti. L’obiettivo è di salvaguardare il sistema finanziario, non gli azionisti. Riconosciamo che gli indicatori macroeconomici aggregati stanno mostrando una via d’uscita dalla crisi per l’Eurozona, in confronto ad altre parti del mondo. In ogni caso, ammettiamo che la crisi è stata maggiormente radicata in alcuni dei nostri Stati membri piuttosto che in altri, e continueremo ad agire negli interessi dell’Eurozona e dell’Unione europea in generale. Non dobbiamo allentare i nostri sforzi per avere a disposizione tutti gli strumenti adeguati per attuare la crescita economica e creare opportunità di lavoro in tutta Europa. In ogni caso volgiamo assicurarci che le riforme nella zona euro non portino a scissioni a lungo termine fra la zona euro e l’UE. Perciò, devono farsene carico le istituzioni comunitarie e non nuovi organismi burocratici. La zona euro è un’avanguardia per tutta l’UE e non una ripartizione permanente. Per una politica commerciale integra In un’economia mondiale in fase di cambiamento, per l’Europa è estremamente importante beneficiare della globalizzazione, che rappresenta un’opportunità di crescita, occupazione e competitività. La comparsa di nuovi poteri economici, come i principali paesi emergenti, inclusi i paesi del BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Africa meridionale) e la crisi economica in un certo senso, hanno cambiato la distribuzione mondiale della ricchezza e l’equilibrio di potere internazionale. L’Unione europea ha varie carte da giocare in questo momento. È la prima potenza commerciale con il più alto livello di apertura e la principale destinazione per gli investimenti esteri diretti. È nell’interesse dell’Europa mantenere il sistema commerciale mondiale aperto ed equo. Ed è nell’interesse dell’Europa usare, come già fa, ogni strumento di difesa commerciale al fine di stabilire una parità di condizioni a livello globale. Perciò, nonostante i lenti progressi fatti con il ciclo di Doha per lo sviluppo, manteniamo il nostro impegno con il sistema commerciale multilaterale e con l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), che possono svolgere un ruolo chiave nel conseguimento di una migliore gestione della globalizzazione, una distribuzione più equa dei suoi vantaggi e una crescita economica ben bilanciata. Sotto tale aspetto, l’Europa chiede all’OMC una solida leadership. Ma l’Europa deve promuovere i suoi interessi e i suoi valori con maggiore sicurezza, e in uno spirito di reciprocità e muto 14 beneficio, per sé e per i suoi interlocutori strategici. I trattai di libero scambio (FTA) che l’UE sta negoziando, così come il futuro accordo multilaterale dell’OMC, devono illustrare questo principio, concentrandosi su condizioni eque e reciproche di accesso ai mercati e merci, servizi e investimenti, appalti pubblici, protezione della priorità intellettuale e fornitura di risorse naturali e materie prime. I metodi produttivi dei paesi terzi per l’esportazione verso l’UE devono fornire ai consumatori europei le stesse garanzie richieste ai produttori UE in termini di salute, sicurezza alimentare, benessere degli animali e sviluppo sostenibile. Anche per questo l’Europa deve ottenere l’inclusione di norme sulla sicurezza alimentare e fitosanitarie, insieme a un capitolo su norme sociali ed ambientali, al negoziato dei trattati di libero scambio: si limiteranno in tal modo i rischi di dumping. Ci aspettiamo trattati di libero scambio equilibrati, che garantiscano parità di condizioni. Tutte le trattative sul commercio, e soprattutto le trattative sui trattati di libero scambio, devono essere precedute da valutazioni di impatto obiettive e rigorose. Combattere l’instabilità dei prezzi delle materie prime e garantire la sicurezza alimentare Le improvvise e ampie variazioni di prezzo riscontrate nel mercato delle materie prime dal 2007, in particolare nel mercato petrolifero e dei prodotti agricoli, hanno fatto dell’instabilità dei prezzi delle materie prime una questione vitale per l’economia mondiale. Eccessive fluttuazioni di prezzo favoriscono l’incertezza e inficiano la capacità di previsione dei diversi operatori economici. Questa incertezza viene esacerbata dalla mancanza di trasparenza nei mercati delle materie prime, che a sua volta rende i prezzi più instabili. I mercati finanziari devono fornire i mezzi per gestire tale instabilità, permettendo agli operatori di proteggersi dalle variazioni di prezzo. È necessaria una migliore armonizzazione della regolamentazione per questi mercati, al fine di impedire abusi di mercato e manipolazioni dei prezzi. L’attività legata ai derivati di materie prime agricole dovrebbe essere limitata, per quanto possibile, agli investitori direttamente connessi con i mercati agricoli. L’aumento della domanda derivante dalla crescita della popolazione e da redditi più elevati nei mercati emergenti dovrebbe essere affrontato tramite una più efficiente distribuzione delle risorse. La politica di regolamentazione dell’UE dovrebbe essere definita nel contesto di obiettivi più estesi di politica regolamentare del G20. La prossima riforma della Politica Agricola Comune (PAC) contribuire a ridurre l’instabilità del prezzo dei prodotti alimentari. dovrebbe Il PPE accoglie con favore il fatto che la Commissione europea abbia mantenuto la struttura a due pilastri nelle sue proposte legislative per la PAC dopo il 2013. Esso sottolinea tuttavia l’importanza di una chiara distinzione fra il primo pilastro, per garantire la sicurezza alimentare e fornire sostegno al reddito degli agricoltori, e il secondo pilastro, a sostegno dello sviluppo rurale. Affinché la PAC possa assicurare la fornitura di prodotti alimentari di alta qualità e al tempo stesso a prezzi abbordabili, il 15 PPE promuove un approccio bilanciato e integrato fra l’introduzione di ulteriori criteri ambientali e il suo ruolo chiave nella salvaguardia di una produzione efficiente. 16 L’Europa nel mondo Un’Europa capace di agire Con lo sviluppo di una Politica estera e di sicurezza comune (PESC), una Politica europea di sicurezza e difesa, la nomina di un Alto Rappresentante e la creazione di un Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE), l’UE ha compiuto passi importanti per rafforzare la sua posizione nel mondo. Eppure, l’Unione non sta sfruttando tutto il suo potenziale. L’Europa dovrebbe essere in grado di promuovere gli interessi europei nel mondo e assumersi responsabilità congiuntamente ai suoi partner mondiali. L’Europa ha bisogno di essere unita per trovare le giuste risposte al mutevole equilibrio di potere nel mondo e alle minacce poste alla nostra società da crisi regionali, fallimento di Stati, carenza di risorse, terrorismo internazionale e armi di distruzione di massa. Per questo, in quanto Unione, dobbiamo far uso di basi politiche e istituzionali prestabilite, per parlare con un’unica voce e agire in maniera coordinata. Dovremo soprattutto trarre vantaggio dall’esistenza del SEAE e delle Delegazioni UE. Incoraggiamo un ulteriore miglioramento della posizione dell’UE in altre organizzazioni ed istituzioni multilaterali. Consapevole dell’attuale multipolarità del nuovo ordine globale, l’UE dovrebbe porre particolare attenzione alle nuove potenze emergenti (come i BRICS), così come ai nuovi gruppi informali e di dialogo, quali il G20. Il PPE sottolinea l’importanza di partenariati transatlantici al fine di combattere insieme per la libertà, la democrazia, i diritti umani, lo stato di diritto e l’economia di mercato. La partecipazione a sfide globali sarà più efficace se l’UE e gli Stati Uniti identificheranno obiettivi comuni. Secondo i mutamenti geoeconomici e geopolitici, l’ascesa asiatica è una delle caratteristiche di massima importanza del nostro tempo. Stiamo assistendo a una delle più rapide rivoluzioni industriali. Dobbiamo quindi rafforzare le nostre relazioni con interlocutori strategici come Cina, India, Giappone, oltre che con altri partner ASEAN. L’Europa e l’America Latina hanno forti legami storici, politici ed economici ed anche molti valori in comune, dovuti alle nostre radici cristiane. Siamo impegnati nel progresso democratico ed economico dell’America Latina e dobbiamo perciò continuare a promuovere il nostro dialogo bilaterale e multilaterale con i paesi latino-americani. I legami politici ed economici devono essere rafforzati attraverso adeguati accordi, tenendo conto del crescente ruolo economico dei paesi BRICS. Per proteggere i suoi valori e la sua posizione, l’UE deve costruire non solo strumenti politici, diplomatici ed economici comuni ma anche militari. In questo ambito, le relazioni dell’UE con interlocutori strategici, svolgono un ruolo cruciale per affrontare le minacce globali, ed anche per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento di energia e l’accesso alle materie prime. Di conseguenza, sosteniamo il perseguimento di negoziati con la Russia per realizzare un nuovo accordo di partenariato e collaborazione, basato sul rispetto dei principi democratici e dei valori comuni. Il PPE sottolinea il fatto che il nuovo Trattato di Lisbona sull’Unione europea offre una vasta gamma di mezzi civili e militari per attuare l’approccio globale europeo in campi 17 come la prevenzione dei conflitti, il mantenimento della pace, la gestione della crisi, le risoluzioni post conflitto, l’antiterrorismo e l’intervento umanitario. Tuttavia, gli Stati membri non hanno ancora utilizzato pienamente le nuove possibilità offerte dal Trattato di Lisbona. Nel breve periodo, si ha l’urgente bisogno di attuare un approccio globale, con un avanzamento rapido e consistente della strategia di mettere insieme e condividere, e nuove capacità per la gestione di crisi civili e militari per future missioni di Politica europea di sicurezza e di difesa (PESD), volte ad un’Unione di difesa europea più forte. Nel medio periodo, l’UE dovrebbe definire i propri interessi i sicurezza, dare priorità ai suoi obiettivi strategici e identificare la necessità di risorse. L’Alleanza Atlantica e la NATO restano d’importanza vitale per la sicurezza mondiale. Ma l’Europa deve anche concentrare le sue risorse per la soluzione di problemi e conflitti, specialmente ai suoi confini, con i suoi mezzi propri. In un momento di restrizioni di bilancio nei nostri Stati membri, sono davvero necessari una cooperazione e un coordinamento persino più serrati. L’Agenzia Europea per la Difesa (EDA) deve armonizzare le esigenze operative, promuovere gli approvvigionamenti comuni e stimolare il rafforzamento della base industriale e tecnologica della nostra difesa. Il PPE esprime la sua profonda preoccupazione per la corsa agli armamenti nucleari in corso in Iran. L’ultimo resoconto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) conferma i piani del paese riguardo allo sviluppo di un programma nucleare per possibili scopi militari. Nel breve periodo, questo potrebbe ulteriormente destabilizzare la situazione nella regione e seriamente ritardare la prospettiva di una risoluzione pacifica del conflitto in Medio Oriente. L’UE deve accettare il fatto che l’attuale strategia di confronto con l’Iran abbia mostrato gravi limiti e deve adottare una severa posizione in materia. Politica europea di vicinato (PEV) Accogliamo con favore il fatto che il Trattato di Lisbona abbia compiuto importanti passi avanti per fare dell’Ue un attore globale. Crediamo fermamente che il nostro coinvolgimento globale debba cominciare dai paesi vicini. Sosteniamo lo sviluppo di democrazia, crescita economica sostenibile, società civile e stabilità nei paesi confinanti. Riconosciamo il progresso raggiunto e le riforme attuate in alcuni degli Stati vicini, attraverso la cooperazione con l’unione e i suoi Stati membri. Ci impegniamo su una simmetria e sinergia fra la dimensione orientale e meridionale della PEV. Per questo, accordiamo la dovuta attenzione a entrambe le dimensioni della PEV, anche in termini finanziari. Crediamo che la distribuzione dei fondi debba essere simmetrica e bilanciata per entrambe le regioni, con un approccio finalizzato al risultato, che implichi criteri definiti e standard di riferimento stimabili per ogni singolo Stato partner, tenendo conto che il punto di partenza per gli standard di riferimento, per la parte orientale e meridionale della PEV, è diverso e deve essere considerato ai fini dell’attribuzione delle risorse finanziarie. In ogni caso, affermiamo che nonostante gli aiuti possano fungere da leva per i paesi PEV, ciò non basta a garantire uno sviluppo sostenibile e durevole. 18 Inoltre, le nostre iniziative dovranno promuovere la cooperazione regionale e transfrontaliera fra paesi PEV. Crediamo inoltre che i paesi confinanti debbano fare buon uso delle esperienze di trasformazione di alcuni Stati membri dell’UE, che hanno già sperimentato simili processi in passato. Il sostegno politico per i nostri vicini deve essere accompagnato da conoscenze tecniche e supporto finanziario. I finanziamenti saranno strettamente legati al rendimento dei nostri paesi partner, e saranno molto più alti per i paesi che mettono in atto riforme politiche e per il rafforzamento dello stato di diritto, il rispetto dei diritti umani, la protezione della libertà di religione e la cooperazione sulle problematiche d’immigrazione clandestina. Essi saranno inoltre adattati alle necessità specifiche di ogni paese. La possibilità di partecipare al mercato interno dell’UE è un potente strumento per il cambiamento nella regione. Ecco perché crediamo che andremo avanti con i negoziati per accordi di libero scambio dettagliati, in cui siano rispettate le condizioni, e dopo aver intrapreso studi preliminari di impatto. L’Unione presterà particolare attenzione ai conflitti separatisti e ai regimi autocratici (Bielorussia ecc.) nei paesi vicini e analizzerà gli strumenti per farli avanzare fino a un accordo, ricoprendo nel frattempo un ruolo più attivo e costruttivo nelle loro risoluzioni. Osserviamo la carenza di risultati in quest’area come uno dei punti deboli della Politica Europea di Vicinato fino ad oggi. Cooperazione nel Mediterraneo Seguendo la protesta popolare nei paesi arabi e i cambiamenti rivoluzionari, le nostre relazioni con i paesi coinvolti nell’Unione per il Mediterraneo devono essere ridefiniti. Il nostro scopo rimane di assicurare la democrazia, la prosperità e la stabilità nella regione. Perciò, l’Ue deve sostenere la transizione democratica nella parte meridionale della regione. A questo proposito, puntiamo a una nuova collaborazione EuroMediterranea e un nuovo contesto per la cooperazione, al fine di rafforzare le nuove democrazie e fornire una nuova piattaforma per le relazioni politiche e la cooperazione economica. Anche i nostri rapporti devono essere basati sul vantaggio reciproco per permettere un primo passo verso un ulteriore sviluppo economico nell’area in questione. Perché questa nuova cooperazione sia efficace, sono richiesti risultati economici importanti. Assicurarsi che le PMI traggano beneficio dal nostro nuovo approccio è il miglior modo per renderlo popolare fra la cittadinanza. In questo modo ci assicureremo uno sviluppo sostenibile che condurrà alla riduzione della povertà e favorirà la democrazia. L’UE deve essere coinvolta nella ricostruzione in Libia e cooperare strettamente con tutti i paesi del Medio Oriente e dell’Africa settentrionale che combattono per la democrazia, al fine di favorire il processo democratico. A questo proposito, l’UE deve coinvolgere soprattutto i giovani nella costruzione delle democrazia, attraverso ad esempio programmi di scambio, l’unione per il Mediterraneo, fortemente sostenuta dal PPE, deve essere l’attore principale della costruzione di una regione fondata su pace e cooperazione. C’è un grande potenziale per la cooperazione nel campo dell’energia fra le sponde del Mediterraneo. Progetti condivisi, come la partnership sull’energia rinnovabile, insieme a progetti come Desertec, interconnessioni euro-mediterranee nel settore del gas e dell’elettricità, miglioramento del sistema stradale e dell’infrastruttura ferroviaria, e disinquinamento del Mar Mediterraneo, possono apportare benefici a 19 entrambe le parti. Il Mediterraneo dovrebbe diventare un’area di comune sviluppo economico, di migliore scambio politico e culturale, in cui vengono rispettati gli obiettivi politici condivisi e i valori comuni come il rispetto per i diritti umani, inclusa la libertà di culto. L’UE dovrebbe inoltre opporsi a qualunque tentativo unilaterale che possa portare a una nuova esplosione di violenza nella regione del Medio Oriente. Secondo le decisioni del Consiglio europeo del dicembre 2009, l’UE dovrebbe cercare un maggiore coinvolgimento nel processo di pace nella regione, basandosi sulla sua posizione comune che in tempi stabiliti porterà a una soluzione a due Stati, tra lo Stato di Israele e un indipendente, democratico, contiguo e affidabile Stato palestinese, i quali vivranno fianco a fianco in pace e sicurezza. In un sistema internazionale sempre più competitivo, che vede emergere nuove potenze come attori globali o regionali, è cruciale che l’UE realizzi con esse partenariati più efficaci. Associarsi alle potenze emergenti significa in primo luogo, difendere e promuovere i nostri interessi e valori e, in secondo luogo, agevolare un mondo multipolare, un sistema internazionale più stabile e aperto, e rafforzare il governo globale. Cooperazione con i paesi del Partenariato Orientale Fin dalla creazione del Partenariato Orientale (PO) nel 2009, il PPE ha tenuto a rafforzare la cooperazione con i nostri vicini orientali. Tale cooperazione è diventata ancora più indispensabile poiché, di recente, l’UE sembra essersi messa da parte nei confronti di questa regione. Per questo, dobbiamo migliorare significativamente e impegnarci a promuovere, l’attuazione di progetti di Partenariato Orientale, con particolare attenzione ai valori condivisi a beneficio delle società degli Stati partner. A questo proposito, il PPE sostiene gli sforzi di quei paesi PO che si impegnano e lavorano per costruire e rafforzare democrazie ed economie di mercato forti e sostenibili. Sotto questo aspetto, approviamo l’attuale approccio ufficiale con cui l’UE pone sanzioni alle autorità bielorusse, mentre, al tempo stesso, rinsalda i legami con la società civile e il popolo bielorusso, fornendo sostegno tecnico ed economico all’opposizione democratica, ai difensori dei diritti umani e alle organizzazioni della società civile, comprese quelle non registrate, così come agli studenti e agli organi di stampa liberi. Nel caso dei recenti sviluppi che in Ucraina hanno portato alla condanna dell’ex Primo Ministro Yulia Tymoshenko e di altri prigionieri politici, il PPE ritiene che questo potrebbe ritardare e avere gravi ripercussioni sulle relazioni future dell’Ucraina con l’Unione europea e l’Accordo di Associazione; potenzialmente, esso potrebbe spingere il paese ancora più lontano dalla prospettiva europea. Per di più, in armonia con il concetto di proprietà democratica, sottolineiamo che parlamenti, autorità locali e regionali e società civili dovrebbero essere incoraggiati a svolgere il loro ruolo nel definire le strategie PO, stimolando i governi a motivare, sorvegliare e valutare i risultati raggiunti. Per questo, rileviamo l’importanza di ammettere i parlamentari PO ai processi decisionali, e sosteniamo lo sviluppo di partiti politici a orientamento democratico, così come la creazione di ONG e organizzazioni della società civile. A questo proposito, accogliamo con favore l’avvio dell’assemblea parlamentare EURONEST, che crediamo avrà effetti positivi, servendo da piattaforma per lo scambio di opinioni sulle sfide globali dei nostri tempi rispetto a democrazia, 20 politica, economia, sicurezza energetica e affari sociali. EURONEST servirà inoltre a rafforzare i legami fra paesi membri dell’UE. Il PPE appoggia inoltre il rafforzamento della dimensione giovanile del Partenariato Orientale come investimento importante nel futuro delle relazioni reciproche, con un grande potenziale futuro nella democratizzazione dei partner e nell’armonizzazione della loro legislazione agli standard europei. Incoraggiamo quindi l’UE a utilizzare le opportunità create dal Codice dei visti europeo per migliorare il rilascio di visti per determinati gruppi di viaggiatori, inclusi studenti, ricercatori, uomini d’affari e giornalisti. Un nuovo partenariato per lo sviluppo in Africa L’Africa si trova a un punto cruciale del suo sviluppo. Saremo all’avanguardia negli sforzi a favore dello sviluppo dei paesi più poveri, inclusi quelli nella zona costiera dell’Africa settentrionale, ed incoraggiamo governo democratico, sicurezza giuridica e un’equa distribuzione delle risorse. Il PPE sosterrà un partenariato afro – europeo volto alla creazione di attività e occupazioni per i giovani e alla soddisfazione dei bisogni locali nel campo dell’istruzione, dell’energia e dell’alimentazione. Il PPE continuerà a sostenere i traguardi e gli obiettivi stabiliti con gli accordi UE – ACP. Raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio Il PPE sostiene con forza il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nel 2015, definiti nel 2000, così come il raggiungimento dell’obiettivo dello 0.7% del PIL per l’assistenza ufficiale allo sviluppo. Il PPE ritiene indispensabile accelerare i progressi per raggiungere gli obiettivi di sviluppo del millennio, soprattutto in materia di lotta contro la fame, le malattie, la mortalità infantile e materna, l’istruzione elementare per tutti, e la protezione dell’ambiente. Efficacia degli aiuti Il PPE crede fermamente che la lotta contro la povertà non possa realizzarsi in assenza di sviluppo economico. Miriamo quindi ad assistere i paesi in via di sviluppo affinché raggiungano un livello di sviluppo economico in cui un mercato di beni e servizi possa operare liberamente all’interno dei vasti parametri dettati dallo Stato, in accordo con le norme di base del commercio internazionale. Dobbiamo spezzare la catena che permette ai grandi governi, alla sovra-regolamentazione e all’alto livello di tassazione di soffocare lo spirito imprenditoriale e d’innovazione, e liberare importanti risorse nel mondo in via di sviluppo. Allo stesso modo, dobbiamo creare un clima favorevole e affidabile che permetta maggiori investimenti diretti esteri, stabilire un adeguato sistema di tassazione e generare strutture che creino un contesto favorevole per investimenti e imprese private. 21