26 maggio 2011 Il PPE, stella polare di tutti i moderati Se Dio vuole

26 maggio 2011
Il PPE, stella polare di tutti i moderati
Se Dio vuole, siamo alla fine di una campagna elettorale convulsa,
rissosa, aspra, miope, infarcita di sussulti di delegittimazione, di
strumentali inseguirsi di promesse, di localismi asfittici.
Un panorama traversato da molti «cupio dissolvi», specchio di un
quadro politico bloccato, esausto, senza speranze e senza strategie.
In una tale situazione, è opportuno che i moderati guardino lontano,
collocandosi in una prospettiva di orizzonti politici vasti, e perciò
rinnovino l’adesione ai valori e ai programmi politici del PPE, aiutando a
Milano, a Napoli, a Trieste e nelle altre città, quei candidati che fanno
parte di questa grande famiglia europea.
Il primo dato strategico mutuato dal PPE da declinare nel contesto locale
è: non c’è risanamento senza sviluppo; e lo sviluppo ha bisogno di orizzonti
larghi, di innovazione, di ricerca, di cultura, di speranza non di paura.
Allo sviluppo non serve il localismo asfittico.
E lo sviluppo per Milano vuol dire recuperare la sua funzione di ponte,
tra Mitteleuropa e Mediterraneo, in cui collocare anche il significato e i
contenuti dell’Expo; per Napoli, sviluppo significa recuperare la storica
vocazione di capitale del Mediterraneo, della zona di libero scambio, della
Banca per un nuovo Piano Marshall, dell’integrazione delle culture, della
condivisione delle strategie per la sicurezza; per Trieste, lo sviluppo
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significa recuperare la funzione storica di collegamento tra l’Europa
Danubiana e il Medio Oriente tramite l’Adriatico.
Il secondo nodo da storicizzare in tutte le città, è la cultura della vita,
cioè le politiche di contrasto alla gravissima crisi demografica e quindi di
sostegno alle giovani coppie e alle famiglie.
Il terzo è la qualità dell’ambiente: mobilità, linee metropolitane verso
l’hinterland, potenziamento del rimboschimento urbano, efficienza
energetica.
Quindi la chiave di volta per il voto di domenica resta la rinnovata
fiducia dei moderati verso i candidati del PPE.
E il Premier deve rafforzare questo appello, rilanciando il suo governo
mediante una strategia di vasto respiro, il cui perno resta, da un lato la
modernizzazione del Paese e dall’altro la ricomposizione in un’unica
alleanza dei moderati.
Però il Premier ha davanti altri due obiettivi, se vuole ricomporre l’Italia
moderata e se vuole dare a questa scelta un respiro strategico di durata
pluriennale.
In primo luogo deve costruire un’egemonia culturale all’insegna di
valori liberisti, anticorporativi, solidaristici e secondo un metodo
moderato, senza asprezze, senza radicalismi verbali e verbosi: in sintesi,
c’è bisogno di una comunicazione totalmente rinnovata e coerente con
questo disegno.
E da ultimo, il partito: se il Cav. lasciasse alle future generazioni un
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partito coerente col PPE, radicato nel territorio, ricco di cultura politica e
povero di “cultura di corte”, vivo di dialettica e di democrazia, senza
doppi e tripli incarichi, insomma un partito del popolo e delle libertà, non
degli slogan e degli apparati, allora potrebbe dire con l’orgoglio di Orazio:
“Ho eretto un’opera più duratura del bronzo”.
Gianstefano Frigerio
Membro dell’Ufficio Politico del PPE
On. Gianstefano Frigerio
European People’s Party
Political Bureau
Bruxelles
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