Mezzogiorni d’Europa e Mediterraneo nel tempo di Mezzo: Economia-Finanza e Società - scenari e nuovi equilibri. Il Sud Italia; Il ruolo strategico del Mezzogiorno nel Mediterraneo. Dott.ssa Roberta Ferrari Sorrento Meeting 08-09 Novembre 2013 0 Introduzione Il Mediterraneo è un’area molto rilevante per le relazioni economiche e italiane, in particolare del Sud Italia. La megaregione appena mensionata, come noto, si inserisce nel grande dibattito circa il Mezzogiorno d’Europa. Argomento molto discusso, fonte di ricerca e di grandi elaborazioni, trova ampio spazio nel contesto che ci troviamo oggi a considerare; Il Mediterraneo. Si arriva ad affrontare la tematica oggetto di questo elaborato passando per due importanti tematiche fondamentali: Il Mezzogiorno d’Europa con i suoi noi gordiani e le soluzioni alessandrine; e i giovani, i nuovi argonauti. Il Mediterraneo e le argomentazioni ad esso connesse, sono frutto della crescente interconnessione tra persone e luoghi, frutto degli avanzamenti tecnologici e dell’informazione; la globalizzazione. Nella sfera economica si è attuata come forma di convergenza di pattern e metodi di produzione, riguarda i mercati internazionali e finanziari. La globalizzazione e l’interazione riguardano anche la cultura, il sociale. Essa si tramuta in un clima di prosperità e sicurezza condivisa con gli altri paesi per una stretta collaborazione sociale, culturale e umana. I Paesi del Sud del Mediterraneo mostrano nel complesso un peso economico ancora modesto a livello mondiale - con quote intorno al 2% su PIL, commercio e investimenti diretti esteri e del 3% sulla popolazione - essi rivestono nondimeno particolare rilevanza sul piano economico. Due aspetti meritano di essere sottolineati in questa sede. Da una parte, la dotazione strategica, in alcuni casi, di consistenti risorse petrolifere, dirette prevalentemente verso la UE ma in misura crescente anche verso altre aree. Dall’altra, le potenzialità di crescita e le opportunità di business legate ai processi di diversificazione delle economie ed innalzamento dei livelli di reddito della popolazione perseguiti sul piano locale. I Paesi Mediterranei e l’Italia: economie a confronto I Paesi del Sud del Mediterraneo sono cresciuti negli anni recenti a tassi più alti della media mondiale, ma inferiori ad altre aree emergenti in termini di PIL pro capite. L’evoluzione è stata favorita dalla fase ciclica positiva attraversata dall’economia sul piano internazionale e, al tempo stesso, dalle ricadute positive delle riforme strutturali introdotte con varia intensità nei diversi Paesi, in particolare negli ultimi anni. Il Mediterraneo rappresenta il cuore degli scambi commerciali con i Paesi asiatici e africani. Il progetto economico di partenza, il partenariato Euro – Mediterraneo ebbe inizio nel 1995 con il processo di Barcellona. Fino al 1995, l’Unione Europea aveva solamente relazioni bilaterali con i paesi del Mediterraneo e non ancora una politica per l’intera regione. Nel 1995, durante la Presidenza spagnola dell’UE, fu lanciato dagli allora 15 membri dell’UE e dai 12 partner mediterranei il Processo di Barcellona quale cornice entro cui gestire le relazioni bilaterali e regionali. Guidato dagli accordi della “Dichiarazione di Barcellona”, esso costituiva le basi del Partenariato Euro-Mediterraneo con l’obiettivo di creare, nel Mediterraneo, un’area comune di pace, stabilità e prosperità da perseguirsi in tre settori d’intervento: politico e di sicurezza, economico e finanziario ed umano. Le previsioni stimavano allora la conclusione dei lavori nel 2010. I Paesi coinvolti, quelli dell’area Mediterranea avevano come obiettivo la realizzazione di un’area di libero scambio grazie alla liberalizzazione commerciale nel Mediterraneo. L’Unione Europea ha mostrato il suo impegno economico per sostenere il processo formalizzando degli accordi bilaterali commerciali con i singoli Paesi. In realtà i Paesi mediterranei avrebbero dovuto liberalizzare il commercio anche tra di loro. I cosiddetti “Paesi Meda”1sono un partner commerciale fondamentale per l’UE in cui si conta il 10,4% dell’export complessivo e il 7% dell’import nel periodo 2009/2011. Il saldo commerciale verso quest’area è positivo mentre quello complessivo è negativo con un deficit circa pari a -153 miliardi di euro. L’Italia, in termini assoluti, registra il massimo volume di interscambi seguita dalla Germania. Evidente è che nel 2011 la quota maggiore dell’interscambio commerciale dell’Italia con i Paesi Meda riguardava il Mezzogiorno, testimonianza della maggiore integrazione delle regioni del Sud Italia con i detti Paesi rispetto al Nord. 1 Si fa riferimento ai Paesi MEDA 10: Algeria, Marocco, Tunisia, Libia, Egitto, Territori Palestinesi, Israele, Giordania, Libano, Siria e Turchia. 1 Grafico 1.1 : Il commercio di beni tra UE 27 e i paesi MEDA. 180 158,4 160 142,1 140 113,8 119,8 120 100 Import 103,2 86 Export Saldo 80 60 38,9 27,8 40 38,5 20 0 2009 2010 2011 Fonte: elaborazione personale dati Eurostat 2009-2011. Secondo le stime nel 2014 il valore degli scambi commerciali italiani crescerà fino a 74 miliardi di euro rispetto al 2011. Inoltre nonostante nel 2010 sia stato registrato un rallentamento, -10%, nel 2011 il valore degli scambi tra l’Italia e i paesi dell’Area Med ha superato paesi come la Germania e la Francia. Non a caso l’Italia è stata una dei promotori più convinti della Dichiarazione di Barcellona. Secondo l’SRM l’Italia, il paese più vicino al Mediterraneo, rappresenta il corridoio tra Europa e Nord Africa, non a caso anche quest’anno si conferma il primo partner commerciale dell’area Med. Ovviamente è il Sud Italia a detenere il primato in termini di volumi di interscambio commerciale rispetto al resto del Paese. Anche la vicinanza culturale gioca un ruolo fondamentale. Il settore energetico occupa un posto rilevante considerando anche che l’area è feconda per le imprese desiderose di investire. Il volume degli investimenti italiani è importante in Marocco per il settore metallurgico, meccanico ed agroalimentare. Nel Mediterraneo transita il 19% dell’intero traffico mondiale. I Paesi Mediterranei hanno registrato negli ultimi anni un tasso di aumento del PIL sostenuto. La crescita media dell’area è stata del 4,2% dal 1995 al 2007, superiore all’insieme delle economie mature, in particolare dell’UE-15 (2,4%), e ad altre aree emergenti, come l’America Latina, ed in linea con l’Europa Centro-orientale. All’interno della regione il profilo di crescita è risultato più contenuto per i Paesi esportatori netti di petrolio e più accentuato tra i Paesi che hanno potuto contare su una maggiore diversificazione produttiva. Il profilo della crescita appare più attenuato se si tiene conto del più alto tasso di incremento della popolazione (1,8%) rispetto ad altre aree mondiali (1% circa in America Latina), ed in particolare ai Paesi dell’Europa Centro-orientale (in tendenziale contrazione). Tra il 1995 e il 2007 il PIL pro capite è infatti cresciuto del 2,2% circa nei Paesi del Sud del Mediterraneo, solo leggermente al di sopra della UE-15 (con un 2% circa) e decisamente al di sotto dei Paesi dell’Europa Centro-orientale (4% circa). Per effetto di queste dinamiche il rapporto tra PIL pro capite medio tra le due aree è risultato solo in marginale miglioramento, dal 18,8% nel 1995 al 19,3% nel 2007. Si consideri che nello stesso periodo di tempo il PIL pro capite nei Paesi dell’Europa Centro-orientale è balzato dal 38% al 48% della media dei Paesi dell’UE-15. Un contributo importante alle dinamiche della produttività e della crescita dei Paesi è offerto dai sistemi bancari e finanziari sviluppati. In un’analisi riferita ad un numero ampio di Paesi, alcuni autori rilevano il positivo ruolo degli intermediari e di mercati locali sufficientemente sviluppati a sostegno dei flussi di IDE e della crescita. Pur con apprezzabili differenze nazionali (e la notevole eccezione di Israele e Libano, finanziariamente più evoluti), i Paesi del Sud del Mediterraneo mostrano ancora nel complesso un modesto grado di sviluppo finanziario sia da un punto di vista istituzionale e normativo sia in termini di volumi intermediati. 2 Il Rapporto tra Credito al Settore Privato e PIL evidenzia valori particolarmente bassi nei Paesi esportatori netti di petrolio, con Algeria al 12% e Libia al 9%, ma anche in Siria (al 17%) e all’altro estremo valori relativamente elevati nei Paesi del Medio Oriente, in particolare Israele (90%) e Giordania (88%), mentre per gli altri Paesi del Nord Africa si osservano valori intermedi, come per l’Egitto (44%) o la Tunisia (59%) ma con una punta in Marocco (78%). I depositi, principale forma di allocazione della ricchezza finanziaria delle famiglie, in parte alimentati dagli emigranti, rappresentano anche la fonte primaria di raccolta delle banche. In tutti i Paesi dell’Area è significativa la presenza dello Stato, con una punta del 90% sul totale dell’Attivo in Libia, e di un qualche peso anche nei Paesi con sistemi bancari più evoluti, come Israele (30% sul Totale Attivo). Importanti processi di privatizzazione sono stati avviati in vari Paesi, anche se di recente rallentati con il sopraggiungere della crisi finanziaria internazionale. La presenza di banche estere risulta marginale in Algeria e Libia; è invece significativa in Giordania, dove le banche private sono possedute in prevalenza da fondi dei Paesi del Golfo Persico. Un ruolo importante è coperto in Marocco e Tunisia soprattutto dalle banche francesi e in Egitto dall’Italia. Evoluzioni e prospettive della disciplina: l’Italia quale forza promotrice del progresso Nel contesto odierno, la realtà ci porta ad osservare una battuta d’arresto del processo di Barcellona in quanto si è lontani dagli obiettivi del 1995 anche a causa delle tensioni tra il mondo Occidentale e quello arabo e l’insoluto problema di Israele. Quest’ultimo, potenziale membro d’ Europa potrebbe diventare, nel Mediterraneo, un coordinatore con gli arabi. Il clima favorevole alla conferenza di Barcellona si è infranto sull’interventismo americano nella regione Mediorientale, successivamente all’attentato alle torri gemelle di New York. Ma gli altri motivi che pesarono sulle non decisioni all’interno degli Organi e delle Istituzioni del Partenariato sono da ricercare proprio negli scontri tra alcuni Paesi Arabi e Israele e Israele e le Autorità Palestinesi. Inoltre, sul piano geo-politico il Partenariato Euro-Mediterraneo ha dovuto confrontarsi con il Grande Medio-Oriente promosso dall’amministratore Bush, strumento politico guida dell’amministrazione americana nelle sue politiche in Medio Oriente. Il Partenariato si distingue infatti dall’essere un programma politico-militare, essendo di fatto caratterizzato da una sostenibilità economica e finanziaria e socio-culturale, ben lontano dallo spirito statunitense pragmatico e decisionista. L’unione del Mediterraneo, quale grande progetto politico, necessita di una politica estera chiara affinchè si creino i presupposti di una crescita condivisa. L’obiettivo della creazione entro il 2010 di un’area euro-mediterranea di libero scambio rappresenta tutt’ora, per il Mediterraneo, un ambizioso e fondamentale traguardo da raggiungere in termini di integrazione economica e commerciale. Il ruolo dell’Italia è agevolato dai buoni rapporti intrattenuti con i partner della sponda sud del Mediterraneo in quanto questo costituisce una costante della politica estera italiana. Tale priorità è sorvegliata sia a livello bilaterale che multilaterale e in ambito comunitario. Ad oggi l’unione per il Mediterraneo ha dato risultati concreti modesti. Le incertezze che ci portiamo dietro sono per lo più di natura politica ed economica, fermo restando che l’economia è il traino fondamentale per lo sviluppo delle relazioni internazionali tra i vari Paesi. Le relazioni e la cooperazione euromediterranea vanno rilanciate dall’UE per rafforzare la presenza e il ruolo in quell’area. Il Meridione si configura per l’Europa, il protagonista; importante certezza della forza del Sud nel contesto europeo. Il Sud Italia primeggia nel contesto mediterraneo puntando così a rafforzare il primato data la posizione strategica. In termini a noi noti, per l’Italia, in particolare per il Sud, l’argomento in oggetto costituisce una potenziale soluzione alessandrina al grande nodo di gordio che vede offuscare quotidianamente l’immagine delle regioni meridionali. Per parlare in termini reali e concreti l’area industriale di Gioia Tauro - San Ferdinando ha il fulcro nel porto ed è al primo posto nel Mediterraneo per la movimentazione di container. E’ la grande possibilità nonché la potenzialità indiscussa di stare al centro della “nuova grande via della seta” tra oriente e occidente. L’Italia si configura come un insieme di punti di contatto con il Mediterraneo, è la piattaforma ideale degli interscambi commerciali, è il luogo naturale di scambi commerciali importanti e concreti. Parliamo di linee di porti dedicati all’attività commerciale, specifici. Ed è allora che sottolineo la testimonianza di Umberto Ranieri2 a sostegno di quanto sopra affermato: “l’Italia va concepita come un 2 Umberto Ranieri, Presidente Fondazione Mezzogiorno Europa, Roma, Camera dei Deputati, 21 maggio 2012. 3 Paese che lavori per esaltare la sua posizione geopolitica come un vantaggio competitivo in un Mediterraneo che ha ritrovato nuova centralità nello scenario globale dell’economia e degli scambi internazionali”. L’Italia è uno dei principali partner commerciali per gran parte dei paesi del Sud Mediterraneo. Anche per la bilancia commerciale italiana quest’area geografica rappresenta una quota importante. Nel 2008 le importazioni italiane provenienti dalla sponda sud mediterranea coprivano l’8,8% del totale e le esportazioni il 4,7%. Nel dettaglio merceologico l’importanza di quest’area è particolarmente rilevante per alcune particolari categorie di beni. Da questa regione nel 2008 è arrivato in Italia circa il 40% dei minerali energetici importati da tutto il mondo e oltre il 30% dei prodotti petroliferi raffinati. Allo stesso tempo questa regione ha assorbito quasi l’8% delle esportazioni italiane di macchine e apparecchi meccanici, analoga percentuale nei lavorati in metallo. Sul totale importato dall’industria tessile e dell’abbigliamento, poco più del 7% proveniva dai paesi mediterranei. Le importazioni italiane da questa regione riguardano prevalentemente prodotti petroliferi e loro derivati (nel 2008 il 73% del totale). Le altre categorie nello stesso anno hanno riguardato i prodotti dell’industria tessile e dell’abbigliamento (3,8%), fibre sintetiche e prodotti chimici (2,9%) oltre che lavorati in metallo (2%). Sul totale esportato dall’Italia verso le economie che si affacciano sulla sponda sud del Mediterraneo nel 2008, circa il 35% era rappresentato da macchine ed apparecchi meccanici, 20% da prodotti petroliferi raffinati, stessa quota per i metalli e i lavorati in metallo, un 10% di prodotti chimici e fibre sintetiche e da un 8% di macchinari elettrici ed elettronici. È anche vero che l’Italia con un ruolo in primo piano è protagonista anche di un percorso di dialogo difficile dell’area. La peculiarità italiana risiede nell’aver individuato nel bacino mediterraneo un grande potenziale di mercato, non a caso gli analisti economici e gli istituti di ricerca nazionale sono convinti della consolidata posizione dell’Italia. Tuttavia, per salvaguardare e tutelare la nostra posizione abbiamo bisogno di credere in una situazione di pace e stabilità alle sue frontiere . L’Italia è una potenza euro-mediterranea indiscutibile. Il Mediterraneo si propone come finanziatore e investitore, non a caso per l’Italia la questione si configura come una potenziale via d’uscita dalla crisi economica attuale. La crescita della produttività e della disoccupazione giovanile possono trovare conferma nella conoscenza di una nuova rete di sviluppo dell’economia italiana in un tempo difficile. La presenza economica e commerciale dell’Italia si mantiene su livelli molto elevati e presenta anche tassi di sviluppo importanti. L’integrazione sud-italiana è una priorità quale tappa indispensabile in direzione di un’area di libero scambio euro-mediterranea. L’economia italiana è in grado di assistere tutti i settori per avere dei margini di profitto nel Mediterraneo. Siamo di fronte ad una complementarità di interessi con questi partner commerciali tanto che risulta conveniente per entrambi i governi fornire ogni sostegno affinchè si raggiungano dei vantaggi reciproci. L’Italia registra, per effetto di ampi processi di delocalizzazione, importanti flussi di interscambio nei settori del tessile, degli accessori per l’abbigliamento e delle calzature e delle macchine. Tra le regioni italiane una particolare rilevanza rivestono - per prossimità geografica e, secondo alcuni autori, più accentuata complementarità sul piano produttivo - le regioni del Mezzogiorno. A livello settoriale dopo i prodotti petroliferi raffinati (60% del totale delle esportazioni), le esportazioni del Sud Italia verso i Paesi del Sud del Mediterraneo riguardano soprattutto la filiera della metalmeccanica (17%) e, a distanza, le filiere dell’alimentare, della chimica e della moda. Il Mezzogiorno italiano per trainare l’economia mediterranea deve integrare una maggiore produttività alle moderne tecnologie. Ovvero, interazione tra servizi e capitale umano ed un approccio decisivo con le nuove tecnologie. Il progresso tecnico potrebbe garantire una produttività in grado di differenziare il Sud dal resto del Paese. Il sistema imprenditoriale locale dovrebbe considerare l’ambiente quale contesto attivo e dinamico in cui circolano velocemente esternalità positive3. Ma è l’imprenditore locale a concepire l’ambiente circostante e le aspettative legate al contesto di riferimento. È per questo che l’Italia deve affrontare meglio la competitività del sistema. I nostri porti sono dei porti “dedicati” nati per sostenere una specifica vocazione industriale. Il sistema portuale di Gioia Tauro pur essendo collegato da numerose rotte ad altrettanti porti nel Mediterraneo o nel Mar Nero non è in grado di incidere sulla 3 Le esternalità sono delle conseguenze, positive o negative, legate all’attività di produzione o di consumo di un soggetto e che influenzano il benessere di un altro soggetto senza che a quest’ultimo segui una compensazione (se l’impatto è negativo) o paghi un prezzo (se l’impatto è positivo), pari al costo o al beneficio sopportato o ricevuto. 4 distribuzione dei flussi commerciali tra il nord e il sud dell’Europa. Taranto rischia di diventare concorrente per la nostra regione, mentre Genova sfida i porti di Marsiglia e Barcellona proponendosi come il porto capofila. E allora come fare per non rimanere ancora una volta indietro? Ora che il Mezzogiorno rappresenta il fulcro nel Mediterraneo quale può essere la soluzione alessandrina per superare il grande nodo gordiano? Un porto se vuole davvero essere competitivo deve prima di tutto puntare su una rete di trasporto terrestre efficiente per evitare inutili soste delle merci e il conseguente aumento del prezzo delle stesse con la conseguenza della perdita di competitività sul mercato finale. Il Sud Italia ha bisogno di essere guidata verso questo sentiero di sviluppo e produttività, per la crescita economica dell’intero Paese e per superare visioni e divisioni che fanno tutt’ora il meridione una regione a sé stante. La gestione di questo territorio consente oggi di superare una difficoltà oggettiva e non soggettiva per l’Italia. Il fatto che al centro di questi traffici ci sia il Sud e non il Nord Italia costituisce una difficoltà da affrontare e superare e non una condanna. I porti meridionali costituiscono l’anello che congiunge i mercati e l’economia nazionale. Si rivelano punti di interconnessione tra lavoro e culture diverse. Cosa vedono in realtà gli italiani nell’area meridionale? La diplomazia italiana considera fondamentale il ruolo strategico nel Mediterraneo e nel Medio Oriente. Il Mediterraneo è un ambito privilegiato del commercio tra gli Stati che vi si affacciano e quelli posti sui canal principali di comunicazione. La proiezione mediterranea e meridionale ha come obiettivo assicurare sviluppo ed espansione al nostro Sud, con la necessità di acquisire un ruolo fondamentale nelle relazioni internazionali Tanto per cominciare utile sarebbe pensare ad un’economia marittima nel Mediterraneo. Le vite e le culture mediterranee sono da sempre collegate tra loro ed influenzate dal comune patrimonio marittimo. Il Mediterraneo oltre ad essere un crocevia tra continenti è caratterizzato da un’intensa e vitale economia marittima. Rappresenta una fonte di occupazione importante nonché una via navigabile; non a caso è il fulcro di una quota consistente del trasporto marittimo di petrolio. Più facilmente si identificano le minacce, più facilmente emergono le soluzioni. Se vero è che l’Italia deve allinearsi e promuovere politiche di sviluppo verso il Mediterraneo, d’altro canto, il Mediterraneo necessita di azioni necessarie legate allo sviluppo euro-mediterraneo. Si evidenziano dei progetti prioritari: Disinquinamento del Mediterraneo La qualità ambientale del Mar Mediterraneo sta soffrendo di una seria degradazione. Le attività legate al suo disinquinamento sono condotte all’interno del Programma Horizon 2020, lanciato nel 2008. Nel corso della prima riunione ministeriale di Parigi (giugno 2009), i Ministri hanno discusso circa l’implementazione di una lista di progetti concernenti l’acqua e l’ambiente, i trasporti, l’energia e lo sviluppo urbano. Autostrade del mare e terrestri Il Mar Mediterraneo è un’importante autostrada commerciale nella regione. Lo sviluppo delle autostrade del mare, la connessione di porti attraverso l’intero bacino mediterraneo, la creazione di autostrade costali e la modernizzazione della ferrovia del trans-Maghreb, aumenterà il flusso e la libertà del movimento di persone e di beni. Vi è già stato un accordo di principio su una prima lista di progetti prioritari sulle infrastrutture di trasporto nel corso del Forum Euromed Trasporti (dicembre 2008), in attesa dell’approvazione definitiva. Anche qui l’Italia dovrebbe stimolare la crescita e l’interconnessione delle reti di comunicazione e trasporto. Contando sull’appoggio dell’Europa l’Italia dovrebbe mostrarsi promotrice di azioni di sviluppo e monitorare costantemente lo stato di avanzamento di progetti già predisposti ma parzialmente realizzati. Protezione civile La regione del Mediterraneo è particolarmente vulnerabile ed esposta ai disastri naturali e a quelli creati dall’uomo: un programma di cooperazione civile congiunto in materia di prevenzione, preparazione e risposta ai disastri, avvicinando maggiormente questa regione al Meccanismo di Protezione Civile dell’UE, è una priorità da perseguire. Le attività andrebbero realizzate da un consorzio guidato dall’Italia. Anche qui come del resto negli altri interventi prioritari il nostro ruolo dovrebbe essere dominante a sostegno e sviluppo di ogni prospettiva. 5 Energie alternative e Piano Solare Mediterraneo La commercializzazione, la ricerca e lo sviluppo di tutte le risorse alternative d’energia è prioritario nell’assicurare lo sviluppo sostenibile nella regione mediterranea. Inoltre, la creazione del “Piano Solare Mediterraneo” , rappresenta una delle principali iniziative dell’Unione per il Mediterraneo i cui principali obiettivi sono: • • realizzare 20 Gigawatt di capacità addizionali di produzione di elettricità a basso impatto di carbone, in particolare sfruttando l’energia solare nei paesi; garantire la resa economica e la fattibilità dei progetti esportando parte dell’energia prodotta verso l’UE e far fronte alla domanda energetica aumentando, allo stesso tempo, l’efficacia energetica e le economie energetiche in tutti i paesi della regione. L’attenzione è quella di captare se altri Paesi decideranno di investire in piani che piuttosto che agevolare la nostra posizione, rischieranno senz’altro di comprometterla, escludendoci in concreto da quello che dovrebbe essere uno degli interventi trainanti dello sviluppo italo-mediteranneo. Educazione Superiore, Ricerca, Università euro mediterranea L’Università Euro-mediterranea inaugurata nel giugno 2008 in Slovenia, attraverso una rete di cooperazione di partner universitari ed altre istituzioni nella regione, intende fornire studi, ricerche e programmi di formazione portando avanti il progetto della creazione di un’area Euromediterranea per l’educazione superiore, la scienza e la ricerca. Il Marocco ospiterà un’Università Euro-mediterranea, a Fez, complementare a quella in Slovenia. Non a caso anche qui potremmo giocare una delle nostre carte migliori. Il sistema educativo e scolastico italiano vanta prospettive e peculiarità di tutto rispetto. Altro punto di forza e non di debolezza da non sottovalutare ma da integrare non solo come forme di interscambio culturale. Favorire piani di integrazione tra scuola e lavoro, promuovere progetti scientifici associando la nostra cultura e i nostri progetti alle risorse mediterraee. Favorire le idee di giovani laureati, ricercatori associate a progetti di sviluppo per le aree emergenti. Iniziative per lo Sviluppo Imprenditoriale Mediterraneo Le micro, piccole e medie imprese costituiscono circa il 99% delle imprese totali del Mediterraneo contribuendo per i 2/3 dell’occupazione nella regione. Esse rappresentano un’importante fonte d’attrazione d’investimenti, occupazione, crescita economica e redistribuzione del reddito ma i fondi restano per loro ancora difficilmente accessibili. L’UE è da sempre molto attiva nell’incoraggiare e supportare le piccole e medie imprese: nel 2000 con la “Carta Europea per le piccole imprese” e, quattro anni più tardi, con la “Carta Euro Mediterranea per le imprese” che raccoglie le politiche volte a promuovere l’ambiente imprenditoriale nella regione in dieci linee d’azione. In questo clima che s’inserisce il lancio della presente iniziativa, voluta da Italia e Spagna per rafforzare la crescita economica e lo sviluppo nel bacino Mediterraneo ed oggetto di uno studio di fattibilità con l’obiettivo di definire la modalità migliore e più efficiente per realizzarla. Forte di queste affermazioni è evidente l’Italia si configura il punto di riferimento dell’Area Med in quanto gli altri paesi non dispongono delle nostre stesse potenzialità. Il Mediterraneo oggi rappresenta per l’Italia ciò che l’Est Europa ha rappresentato per la Germania. Dunque il rilancio della buona occupazione, giovanile, femminile passa per le coordinate mediterranee ricche di sorgenti energetiche e manifatturiere. Da qualsiasi punto di vista certo è che il Mediterraneo si configura una delle grandi sfide geopolitiche dei nostri giorni. I Paesi mediterranei a partire dal 2009 hanno registrato una crescita positiva e il FMI, Fondo monetario internazionale, stima un’evoluzione positiva degli stessi nonostante la crisi. Le politiche europee fanno del Mediterraneo un’area contesa, appetibile. In realtà il Mediterraneo attrae anche attori esterni all’Europa ed è qui che si rileva il rischio più grosso che corre l’Italia. Interessi di natura economica ed energetica fanno gola agli Stati Uniti, alla Russia quale partner commerciale e fornitore di assistenza militare ad Algeria e Siria. Il Mediterraneo rischia dunque di essere accerchiato da paesi extra-europei, ma il rischio più grosso è quello in cui incorre l’Italia. Essere scavalcata da paesi esteri accentuando ulteriormente la divisione interna. Chiaro è che nel Mediterraneo potrebbero decidersi le sorti dell’intera Europa e non solo dell’Italia. Senza il Mediterraneo l’UE non avrà uno slancio positivo per la crescita. I sistemi contemporanei della crescita per i quali passa l’economia mondiale passano per l’Africa, il mercato prossimo, per il Medio Oriente; area di approvvigionamento 6 energetico. Tradotto in termini concreti ecco le principali attenzioni del nostro Paese verso il Mediterraneo: l’Italia è il principale partner commerciale della Siria e la bilancia commerciale italo-siriana registra un saldo attivo per la forte incidenza della fornitura petrolifera. L’Italia mira a diversificare le esportazioni, ora concentrate sui macchinari, considerando le potenzialità del mercato siriano. Anche con l’Egitto l’Italia detiene il primato con esportazioni petrolifere. Grossi investimenti di Eni ed Edison considerano questo Paese appetibile ed interessante per movimentare l’economia. Le imprese italiane inoltre da tempo stanno riqualificando il mercato dell’Algeria pianificando la realizzazione di un gasdotto, il secondo. Le nostre imprese sono dipendenti dall’Algeria dal punto di vista energetico in maniera molto consistente. Per quanto riguarda la Libia Tripoli è il primo fornitore di greggio e il primo fornitore energetico. Le esportazioni riguardano macchine ed apparecchi meccanici, prodotti petroliferi raffinati, prodotti alimentari, veicoli, ricambi, gioielleria ed abbigliamento. La presenza italiana è attestata ai massimi livelli ma è importante, per rafforzare la nostra posizione, diversificare le esportazioni, esaltare le politiche locali aperte a forme di cooperazione liberali. L’evoluzione delle economie in considerazione sono monitorate dal nostro governo per rafforzare e fortificare la presenza italiana nel Mediterraneo. L’integrazione del nostro Sud costituisce una priorità fondamentale. Ecco quali dovrebbero essere i piani e i settori di investimento delle pmi sud-italiane: Opportunità imprenditoriali ü Settore dei trasporti: questo settore offre potenziali opportunità nella costruzione e gestione di aeroporti, nell’allestimento e implementazione di sistemi aeronautici civili, autostrade, metropolitane e ferrovie, nel miglioramento e nella gestione di porti marittimi con la partecipazione delle società di gestione dei porti stessi. ü Settore sanitario: esiste una grande domanda di ospedali, laboratori, centri di analisi e diagnostici, produzione di farmaci e di strumenti medici, produzione e manutenzione di apparecchiature mediche. ü Settore dell’istruzione: sarebbe opportuno puntare sulla costruzione costruzione di università, istituti di istruzione superiore, centri di formazione, scuole e istituti internazionali. Il livello di istruzione di questi paesi sarebbe rafforzato se l’Italia si rendesse promotrice di interventi finalizzati all’innalzamento dei livelli culturali delle aree più svantaggiate. ü Settore industriale: Sono molte le aree in cui investire dal punto di vista industriale: industria del cemento, industria elettrica ed elettronica, elettrodomestici, industria plastica, pelletteria, mangimi, macinazione e confezionamento della farina, industria alimentare, industria meccanica, industria chimica, produzione e manutenzione di attrezzature per la pesca, macchinari e attrezzature e ricambi, industria metallurgica e acciaierie, industria del recupero dei rifiuti. ü Settore agricolo: il Sud Italia con i su grande potenziale agricolo potrebbe mostrare la performance migliore promuovendo l’agricoltura. La costruzione di agriparchi, diffondere la moderne tecnologie nelle produzioni stimolare le coltivazioni agricole e foraggi, allevamenti di pollame, centri di riproduzione. ü Industria ittica: il settore della pesca offre anche buone possibilità di investimento e ancora una volta l’Italia detiene quella giusta preparazione e gli strumenti adatti per sostenere progetti per gli allevamenti ittici e inscatolamento di prodotti ittici. Il Sud Italia poi, la Calabria in primis vanta aziende leader nel settore, dunque un buon traino per gli investimenti e il rilancio del settore. ü Turismo: anche il turismo non ci trova impreparati. Sappiamo bene come gestire attrezzature turistiche in termini di alberghi, strutture vacanziere e villaggi turistici, gestione delle strutture turistiche, yachting, tempo libero, case e appartamenti vacanza. Creare percorsi in cui si intrecciano la cultura al benessere, l’economia all’eco-sostenibilità dei progetti turstici. 7 ü Settore utility: Infine si potrebbe pensare ad investimenti per rinnovare e qualificare lo stile di vita, una miglio accessibilità alle reti del gas per utenze domestiche, stazioni di dissalazione dell’acqua, purificazione delle acque di scarico e stazioni di drenaggio, impianti di riciclaggio dei rifiuti. Conclusione L’UE senza il Mediterraneo, e l’Italia, rischia il mancato controllo dell’evoluzione economica in atto, un’evoluzione contesa, appetibile in cui noi italiani e noi Sud dobbiamo, assolutamente primeggiare. I dati, oltre alla realtà, mostrano i presupposti di una crescita sana, dura e sostenibile. Esistono tanti settori emergenti in cui investire e la politica deve farsi promotrice di progetti mirati a rafforzare la nostra posizione e al contempo rilanciare l’economia, la produttività. Il mercato del lavoro, con particolare riferimento ai giovani può trarre beneficio da questa particolare situazione offerta in modo naturale dalla nostra collocazione geografica. Noi giovani possiamo trovare una giusta collocazione rendendoci partecipi e protagonisti di un contesto emergente apportando idee-lavoro e piani di intervento finalizzati all’inserimento di un Mdl ormai saturo in cui non coesistono più i valori legati al lavoro, alla tutela, al compenso, al futuro. Prendiamo atto delle nuove possibilità, tramutiamole in lavoro, in prospettive di crescita. La congiuntura recente mostra delle determinanti positive per la crescita di lungo periodo, stabile e duraturo dei Paesi citati, Italia (sud) inclusa. Gli obiettivi da conseguire restano molti ed importanti, essi devono tramutarsi in una realtà tangibile per la nostra terra, e, in particolare per il futuro delle nuove generazioni. 8 Riferimenti bibliografici Riccardo Achilli Giovanni D’Orio (2012) Liguori, Le policies per i giovani in chiave euro mediterranea. Bruno Amoroso (2011) Castelvecchi Editore Srl, EURO IN BILICO. Lo spettro del fallimento e gli inganni della finanza globale. Bruno Amoroso (2011), Edizioni Diabasis, Il mezzogiorno d’Europa. Il Sud Italia, la Germania dell’Est e la Polonia orientale nel contesto europeo. Bruno Amoroso, Pierluca Ghibelli, Oscar Greco (2012) Liguori, Ritorno al futuro del Mediterraneo e dell’Europa. Olivier Blanchard (2006), Il Mulino, Macroeconomia. Domenico Cersosimo (1996), Rubettino, Una politica economica per la Calabria, valori, strutture, attori. Arianna Buonfanti, Luca Forte, Tiziana Murgia, Alessandro Panaro, Dario Ruggiero (2012) Liguori, Spazio Mediterraneo: flussi commerciali e logistica. Riccardo Caggia (2011) Liguori, Nodi Gordiani e Soluzioni Alessandrine. Una riflessione alla dimensione impresa. Osvaldo Cammarota (2012) Liguori, Il giacimento Sud. Franco Cassano (2009),Il Mulino, Tre modi di vedere il Sud. Nicola D. Coniglio (2012) Liguori, Dalla crisi può nascere un nuovo spazio Mediterraneo :commercio a Sud ed economia del Mezzogiorno. Francesco Saverio Coppola (2012) Liguori, I processi di coesione come momento precompetitivo delle aree in ritardo di sviluppo. Mario De Donatis (2012) Liguori, Il “ruolo” delle Regioni negli scenari di mobilità internazionale. Dinamiche dei flussi migratori nel bacino del Mediterraneo. Enrico D’Elia (2012) Liguori, Il PIL e la crisi. Il Caso Italia e Mezzogiorno. Mimmo Della Corte (2011) Liguori, Il Mezzogiorno, una risorsa in più per aiutare il Paese ad uscire dalla crisi, ma c’è l’esigenza di una scelta: cosa deve essere?. 9 Angelo Guarini, Federico Pirro (2011) Liguori, L’industria del Mezzogiorno al servizio della competitività del sistema Italia. Giuseppe Romeo (1997) Edizioni Piemme, Ricominciare da Sud. Riferimenti sitografici www.wikipedia.it http://www.arealocale.com/default.asp?action=article&ID=5522 http://www.bancheimprese.it/index.asp http://www.confindustria.it/ http://www.dps.it www.istat.it 10 CURRICULUM VITAE INFORMAZIONI PERSONALI Nome FERRARI ROBERTA Indirizzo CONTRADA PRATO TERRAVECCHIA (CS) 87060 Telefono 3494331056 E-mail Nazionalità Data di nascita [email protected] italiana 15/03/87 ESPERIENZA LAVORATIVA 2005 Segretaria di manifestazione 2008/2009 Esperienze lavorative presso L'Azienda Agricola Ferrari Terravecchia (CS). Gestione e amministrazione. 2009 2010 Tirocinante presso la Omphalos srl Santander Consumer Bank ,filiale di Rende. Docente di informatica per il corso di formazione aziendale promosso dalla Regione Calabria.(POR CALABRIA misura 3.9). Presidente e responsabile della “filiera FERRARI” nell’ambito del progetto REG CE 867/20008, per attività di supporto alle attività nell' Azione 4A "Tracciabilità, certificazione e tutela della qualità dell'olio di oliva e delle olive da tavola" 2009/2010 2010/2011 2011/2012 2010/2012 2011 2011 Tirocinante presso lo studio commerciale-tributario Falanga in Rende. Addetta alle paghe e contributi, gestione aziendale,consulenza tributaria e gestione Iva. Corso certificato di avviamento alla professione. Professione Dottore Commercialista. Iniziativa promossa dall’ordine dei dottori Commercialisti e degli Esperti contabili di Cosenza. Operatore sui mercati finanziari 2013 Tirocinante presso lo studio commerciale-tributario Olivadese. Catanzaro. Addetta alle paghe e contributi, gestione aziendale,consulenza tributaria. 2013 Addetta al servizio fiscale, gestione contabilita’ e servizio Iva presso Impresa Verde Calabria Srl. Catanzaro Europrogettista, programmazione 2014-2020; titolo conseguito presso l’Ordine dei Dottori dei Commercialisti e degli Esperti contabili di Cosenza Pagina 1 - Curriculum vitae di [ Ferrari Roberta] 5 novembre 2013 ISTRUZIONE E FORMAZIONE 2006 Diploma di maturità scientifica con votazione 100/100 Nome Istituto Liceo scientifico statale Stefano Patrizi Cariati marina (CS). 2009 2010 Nome istituto Laurea in Economia con votazione 99/110 Operatore sui mercati finanziari NewCo Investment, Rende. 2013 Laurea Magistrale in Economia Applicata votazione 107/110 2013 Europrogettista. Nome Istituto Pagina 2 - Curriculum vitae di [ Ferrari Roberta] Università della Calabria, Rende CS. 5 novembre 2013 CAPACITÀ E COMPETENZE PERSONALI MADRELINGUA ITALIANO ALTRE LINGUA • Capacità di lettura • Capacità di scrittura • Capacità di espressione orale CAPACITÀ Inglese e francese Eccellente Eccellente Eccellente E COMPETENZE Ottime capacità di vivere e lavorare con altre persone, in ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in squadra. E ORGANIZZATIVE COMPETENZE OTTIME CAPACITÀ DI COORDINAMENTO E AMMINISTRAZIONE DI PERSONE, PROGETTI, BILANCI; SUL POSTO DI LAVORO, IN ATTIVITÀ DI VOLONTARIATO . CAPACITÀ COMPETENZE Conoscenza del sistema operativo,office,stata, R, Statgraphics centurion, applicativi e software per la gestione della contabilita’. RELAZIONALI CAPACITÀ E TECNICHE Con computer, attrezzature specifiche, macchinari, ecc. CAPACITÀ E COMPETENZE ARTISTICHE Abilità nel suonare il pianoforte a fronte di diversi anni di studio presso una scuola privata. Musica, scrittura, disegno ecc. ALTRE CAPACITÀ E COMPETENZE PATENTE O PATENTI ALTRE INFORMAZIONI Leggere ,scrivere,correre,abilità nella contabilità aziendale e interesse per le analisi di mercato e collocamento titoli azionari. Patente B Specializzata nel settore bancario, tesi di laurea triennale “I servizi di capital matket in banca: struttura, mercato e prospettive”. Collocamento dei titoli, analisi dei mercati, studio e utilizzo della piattaforma. Analisi dei settori bancari e delle principali normative. Ho discusso la tesi di laurea Magistrale dal titolo “Il Mezzogiorno d’Europa:nodi gordiani e soluzioni alessandrine. Il Sud Italia, la Germania dell’Est e la Polonia Orientale” in virtù della collaborazione scientifica con l’Osservatorio Banche Imprese, Bari. Ho partecipato a diverse iniziative quali meeting e convegni promossi dall’OBI: Sorrento Meeting 6 e 7 luglio 2012, e presentazione rapporto OBI SRM presso il Ministero dell’Economia e Finanza Ragioneria Generale dello Stato, 17/10/2012. Ho partecipato alle selezione presso l’Università Niccolò Cusano per il ruolo di tutor presso la facoltà di Economia collocandomi al secondo posto ma per motivi personali non continuato la selezione. Ho inoltre ricevuto diverse offerte di lavoro presso istituti di credito, quali Fineco e First e Toscano Immobiliare alle quali ho rinunciato per dare maggiore spazio agli studi appena conclusi. All’università ho presentato un originale ed apprezzato lavoro in riferimento al PSR Calabria 2007-2013 dal titolo “POLITICHE DELLO SVILUPPO RURALE PER IL BASSO IONIO CROTONESE”. Autorizzo il trattamento dei dati personali ai sensi del D. lgs. 196/03” Pagina 3 - Curriculum vitae di [ Ferrari Roberta] 5 novembre 2013