ECONOMIA E MERCATI FINANZIARI
TERZO TRIMESTRE 2010
1. SCENARIO MACROECONOMICO INTERNAZIONALE
I dati più recenti segnalano una decelerazione in corso della crescita economica nel terzo
trimestre, sia nelle economie avanzate sia in quelle emergenti; secondo le previsioni del
Fondo monetario internazionale (FMI), la crescita dell’economia mondiale nel secondo
semestre continuerebbe a ritmi inferiori rispetto al primo per attestarsi, nel complesso del
2010, al 4,8 per cento.
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Confermano la tendenza al rallentamento i dati sulla produzione industriale1.
L’economia degli Stati Uniti risente degli alti livelli di disoccupazione (9.6% a settembre),
delle difficili condizioni di accesso al credito, della debole situazione economica delle
famiglie che incide sullo scarso livello di consumi2.
In Giappone e nel Regno Unito i leading indicators segnalano una contrazione
dell’espansione economica.
Gli indicatori congiunturali delle economie emergenti relativi al terzo trimestre fanno
registrare una prosecuzione della crescita su ritmi più moderati.
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Fonte: Bollettino economico Ottobre 2010, n.62 - BANCA D’ITALIA.
Secondo una prima stima del BEA - The Bureau of Economic Analysis - il Pil USA nel terzo trimestre è salito del 2%.
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In tali contesti l’inflazione si è mantenuta su livelli bassi:
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Le banche centrali hanno consolidato le misure di politica monetaria espansiva. La FED, in
data tre novembre, ha deciso un nuovo ciclo di allentamenti quantitativi di sostegno
all’economia per 600 miliardi di dollari. Tale operazione verrà effettuata acquistando circa
75 miliardi di dollari di bond governativi a lunga scadenza ogni mese fino alla fine di giugno
20113. La Banca del Giappone ha abbassato il tasso di riferimento ad un livello vicino allo
zero annunciando l’intenzione di mantenerlo tale per un periodo di tempo prolungato. La
Banca d’Inghilterra ha lasciato invariato il tasso di riferimento. Anche nell’area euro la
produzione industriale è prevista in rallentamento, in linea con la decelerazione della
crescita negli USA, così come nei paesi emergenti dell’Asia e nell’America Latina. Nel
complesso la produzione industriale è attesa crescere dello 0,9% in T3 e dello 0,5% sia in
T4, sia in T1 2011. Si prevede che il PIL crescerà dello 0,4% in T3, dello 0,3% in T4 e dello
0,2% in T1 del 2011. La crescita media annua si attesterebbe all’1.7 %.
Fonte: Euro-zone economic outlook - 6 ottobre 2010- IFO, INSEE, ISAE.
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La Fed ha già effettuato acquisti di titoli per un totale di 1700 miliardi di dollari tra la fine del 2008 e marzo 2010.
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Fonte: Euro-zone economic outlook - 6 ottobre 2010- IFO, INSEE, ISAE.
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A settembre, l’inflazione nell’area dell’euro si è attestata all’1,8%4:
Fonte: Euro-zone economic outlook - 6 ottobre 2010- IFO, INSEE, ISAE.
Nello stesso mese, dati Eurostat5, il tasso di disoccupazione è salito al 10,1 % (EU16):
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Ad ottobre, secondo i dati diffusi da Eurostat, il tasso di inflazione è salito all’1,9 %.
Comunicato stampa Eurostat, 29 ottobre 2010.
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Il livello di disoccupazione è rimasto invariato rispetto ad agosto nell’ EU27, attestandosi al
9,6 %.
Nello stesso mese l’indice €-coin6 ha registrato un lieve ribasso, a 0,34%, da 0,37 in agosto.
Il valore dell’indicatore segnala un indebolimento della ripresa rispetto alla prima metà
dell’anno.
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€-coin – sviluppato dalla Banca d'Italia – fornisce in tempo reale una stima sintetica del quadro congiunturale corrente
nell’area dell’euro esprimendo tale indicazione in termini di tasso di crescita trimestrale del PIL depurato dalle
componenti più erratiche (stagionalità, errori di misura e volatilità di breve periodo). €-coin è pubblicato mensilmente
dalla Banca d'Italia e dal CEPR.
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In ottobre €-coin segna il primo incremento da marzo, portandosi a 0,41% dallo 0,34 di
settembre. Il valore dell’indicatore è compatibile con una crescita del PIL dell’1,6% in
ragione d’anno7.
Il Clima Economico8 elaborato dalla Commissione Europea, riferito all'intera area
dell'Unione, è salito nel terzo trimestre dell'anno, portandosi a 102,9 da 100,8. In Italia, la
crescita dell'indicatore si è spinta fino a 101 da 98,6.
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Comunicato stampa Banca d'Italia, 29 ottobre 2010.
Fonte: Rapporto ISAE-OBI-SRM, terzo trimestre 2010.
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Aumenta anche la fiducia delle imprese manifatturiere europee che, attestandosi a -2,6 da
-6,4, si riporta sui valori prossimi al -3 del secondo trimestre del 2008. Il settore
manifatturiero italiano segue lo stesso percorso recuperando fino a 98,6 da 96,2.
Clima di fiducia delle imprese della UE e dell'Italia - ISAE.
Nel settore dei servizi l'indicatore si porta a 5,2 da 3,7 del precedente trimestre; in Italia
l'indice, dopo il calo registrato nello scorso periodo, si attesta a 100,2 (da 97,7) su valori
prossimi a quelli del primo trimestre del 2010. Risultano disallineati invece gli andamenti
medi europei e italiani nel settore del commercio: se nella UE l'indice di fiducia passa a 0,8
da -2,6, tornando positivo per la prima volta dal primo trimestre del 2008, in Italia, al
contrario, subisce un nuovo calo e scende fino a 98,4 da 102,3.
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Clima di fiducia nei servizi di mercato - ISAE.
Clima di fiducia nel commercio - ISAE.
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Il Consiglio direttivo della Bce, riunitosi a Francoforte il sette ottobre, ha confermato al
minimo storico dell'1% il tasso di riferimento dell'Eurozona. Rimangono invariati anche il
tasso marginale sulle operazioni di rifinanziamento, all'1,75%, e quello sui depositi presso
l'Eurotower, allo 0,25 per cento. Con la ripresa economica ancora molto incerta e a rischio
di rallentamenti, la disoccupazione elevata e le manovre di austerità di bilancio in arrivo o
già partite in vari paesi, nell'area euro i tassi di interesse al minimo storico dell'1 per cento
restano «appropriati». Questa la valutazione ribadita dal presidente della Bce, Jean-Claude
Trichet, nella conferenza stampa al termine del Consiglio direttivo.
2. MERCATI FINANZIARI INTERNAZIONALI
Nel terzo trimestre i mercati finanziari hanno registrato risultati positivi con rialzi delle
quotazioni azionarie di circa il 13 per cento negli USA e leggermente inferiori in Europa9,
nonostante una battuta di arresto temporanea verificatasi nel mese di agosto a causa del
riaccendersi di tensioni legate al debito sovrano di alcuni paesi dell’area euro.
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Fonte: Bollettino economico Ottobre 2010, n.62 - BANCA D’ITALIA.
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Anche la volatilità degli indici a settembre si è ridotta attestandosi su valori inferiori
rispetto a quelli medi del secondo trimestre.
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Sui mercati obbligazionari l’affievolirsi della crescita economica e la conseguente riduzione
della probabilità di un rialzo dei tassi di interesse hanno determinato livelli di rendimento
dei titoli pubblici con scadenze a lungo termine molto bassi10.
In Europa i differenziali di rendimento dei titoli di Stato decennali rispetto a quelli tedeschi
si sono acuiti in Grecia, Portogallo e Irlanda. In particolare In Irlanda e Portogallo tali gap
sono aumentati rispettivamente di 155 e 195 punti base nel periodo compreso tra l’inizio di
agosto e la fine di settembre per poi diminuire lievemente a metà di ottobre; in Grecia,
dopo aver toccato i massimi a settembre (950 punti base), si sono successivamente ridotti
considerevolmente tornando ai livelli di giugno. Il differenziale dei titoli italiani con i
corrispondenti tedeschi a fine settembre si attesta a 150 punti base.
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I titoli USA sono scesi al 2,4 %; le obbligazioni pubbliche della Germania in agosto hanno registrato rendimenti pari al
2,1 % recuperando parzialmente in settembre.
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Fonte: Bollettino economico Ottobre 2010, n.62 - BANCA D’ITALIA
3. ITALIA
L’incremento della produzione industriale è proseguito durante l’estate. In seguito alla
lieve crescita fatta registrare in luglio, nel mese di agosto l'indice della produzione
industriale destagionalizzato ha segnato un aumento dell’1,6 per cento sul periodo
precedente.11
La fiducia delle imprese manifatturiere è salita ad ottobre da 98,6 a 99,8, portandosi sui
massimi dal maggio 2008. Lo stima l'Isae12, segnalando che recuperano nettamente gli
ordini, soprattutto sui mercati esteri, le scorte di magazzino si stabilizzano al di sotto dei
valori normali e crescono lievemente le attese a breve termine sulla produzione. Continua
inoltre il recupero dei livelli produttivi e aumentano le attese a breve temine sugli
ordinativi; emergono invece nuove preoccupazioni sulle prospettive a breve termine
dell’economia italiana. L’aumento della fiducia è concentrato nei beni d’investimento (da
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Secondo le stime della Banca d’Italia, nel complesso del terzo trimestre l’indice sarebbe salito di circa il 2 per cento.
Comunicato stampa ISAE, 27 ottobre 2010.
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94,1 a 95,9) e negli intermedi (da 101,1 a 102,5); l’indice scende invece nei beni di consumo
(da 100,7 a 99,9).
Sulla base dei dati diffusi dall’ISTAT13, in settembre la variazione sui dodici mesi dell’indice
armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) è stata pari all’1,6 per cento14, di poco inferiore a
quella media dell’area dell’euro.
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Comunicato stampa ISTAT, 15 ottobre 2010 - INDICE DEI PREZZI AL CONSUMO.
Ad ottobre i prezzi al consumo sono saliti: su base annua l'aumento è dell'1,7%, in accelerazione rispetto al +1,6% di
settembre. Lo comunica l'Istat nella stima provvisoria (comunicato stampa 29 ottobre 2010), aggiungendo che su base
mensile i prezzi sono aumentati dello 0,2%.
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Fonte: Bollettino economico Ottobre 2010, n.62 - BANCA D’ITALIA.
Sul versante del mercato del lavoro le prospettive rimangono fortemente incerte. il tasso di
disoccupazione, attestatosi all’8,5 per cento nel secondo trimestre, includendo anche i
lavoratori scoraggiati e l’equivalente delle ore della Cassa integrazione guadagni (CIG),
superebbe l’11 per cento15: “ Le prospettive per la crescita del PIL, quest’anno e il prossimo,
non si discostano di molto dall’1 per cento. Nel primo semestre essa ha tratto beneficio
dall’aumento delle esportazioni, che stanno ora rallentando. Allo sviluppo economico serve il
contributo della domanda interna: quel circolo virtuoso che da consumi evoluti e
investimenti lungimiranti porta a redditi alti e diffusi, e ancora a consumi e benessere. Oggi i
consumi ristagnano perché i redditi reali delle famiglie non progrediscono e vi è una diffusa
incertezza sul futuro. La condizione del mercato del lavoro è il tema centrale, da analizzare
guardando a tutti gli indicatori e a tutte le buone fonti informative disponibili. Tra il secondo
trimestre del 2008 e il quarto del 2009 il numero di occupati si è ridotto in Italia di 560.000
persone, in gran parte appartenenti a quell’area che include i contratti di lavoro a tempo
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Bollettino economico Ottobre 2010, n.62 - BANCA D’ITALIA.
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determinato e parziale e il lavoro autonomo con caratteristiche di lavoro dipendente occulto;
nel primo semestre dell’anno in corso si è registrata una debole ripresa, con 40.000 occupati
in più. Come in altri paesi europei, le conseguenze della recessione sono state attenuate
dall’ampio ricorso a strumenti di riduzione degli orari di lavoro. Da settembre 2008 ad
agosto 2010 sono state complessivamente autorizzate oltre 1.800.000 ore di Cassa
integrazione guadagni (CIG), che equivalgono al lavoro di circa mezzo milione di occupati
dipendenti a tempo pieno ogni anno; sin dalle prime fasi della crisi il Governo ha esteso la
platea dei potenziali beneficiari.
Il tasso di disoccupazione ha raggiunto l’8,5 per cento delle forze di lavoro, fra le quali sono
inclusi anche i lavoratori in nero. Per valutare più compiutamente la situazione del mercato
del lavoro numerosi organismi statistici, nazionali e internazionali, utilizzano anche altre
misure di sottoutilizzo della forza lavoro. Vengono conteggiati, assieme ai disoccupati, i
lavoratori assistiti da strumenti quali la CIG, quelli che sarebbero disponibili a lavorare ma
non cercano più attivamente un impiego perché disperano di trovarne uno, quelli
forzosamente occupati a tempo parziale, pur desiderando un lavoro a tempo pieno.
Limitandosi alle prime due fasce, si calcola per l’Italia un tasso di sottoutilizzo superiore
all’11 per cento delle persone potenzialmente occupabili, come in Francia, più che nel Regno
Unito e in Germania”16.
Sulla base delle stime ISTAT17, il numero di occupati a settembre 2010 (dati
destagionalizzati) aumenta dello 0,2 per cento rispetto ad agosto e diminuisce dello 0,1 per
cento rispetto a settembre 2009. Il tasso di occupazione, pari al 57 per cento, risulta in
crescita di 0,1 punti percentuali rispetto ad agosto e in riduzione di 0,2 punti percentuali
rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Il numero delle persone in cerca di occupazione risulta in aumento del 2,1 per cento rispetto
ad agosto e dell’1,1 per cento rispetto a settembre 2009. Il tasso di disoccupazione, pari
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Roma, 28 ottobre 2010, Intervento del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, 86ma Giornata Mondiale del
Risparmio.
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Comunicato stampa ISTAT, 29 ottobre 2010 - Occupati e disoccupati Settembre 2010, stime provvisorie.
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all’8,3 per cento, è in aumento di 0,1 punti percentuali rispetto ad agosto; in confronto a
settembre 2009 il tasso di disoccupazione registra un aumento di 0,1 punti percentuali. Il
tasso di disoccupazione giovanile è pari al 26,4 per cento, con un aumento di 1,4 punti
percentuali rispetto al mese precedente e un aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a
settembre 2009.
Il numero di inattivi di età compresa tra 15 e 64 anni a settembre 2010 diminuisce dello 0,5
per cento rispetto ad agosto e aumenta dell’1 per cento rispetto a settembre 2009. Il tasso
di inattività, pari al 37,9 per cento, è in calo rispetto al mese precedente (-0,2 punti
percentuali) e in aumento rispetto a settembre 2009 (+0,2 punti percentuali).
Fonte: ISTAT
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Fonte: ISTAT
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Fonte: ISTAT
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I mercati finanziari nel terzo trimestre hanno ottenuto complessivamente performance
positive; l’indice generale della borsa italiana è aumentato del 6 per cento seppur facendo
registrare un andamento altalenante: dopo i rialzi di luglio, i valori di borsa si sono ridotti in
agosto a causa dei segnali di rallentamento dell’economia, per poi recuperare a settembre,
incorporando valutazioni positive circa l’andamento degli utili delle società quotate
statunitensi e, in misura inferiore, di quelle europee. Il rialzo è proseguito anche nei primi
dieci giorni di ottobre, sia in Italia sia nell’area dell’euro.
Fonte: Bollettino economico Ottobre 2010, n.62 - BANCA D’ITALIA.
Si sono registrati aumenti superiori a quello dell’indice generale nei settori dei beni di
consumo (15 per cento), delle telecomunicazioni (13 per cento) e delle automobili (30 per
cento); i titoli azionari dei comparti delle materie prime e delle compagnie di assicurazione
sono rimasti sostanzialmente stazionari (-1 e 1 per cento, rispettivamente). I corsi del
settore bancario hanno perso leggermente terreno rispetto all’indice generale (5 per cento).
Sui mercati obbligazionari i differenziali di rendimento tra le obbligazioni emesse da società
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non finanziarie italiane con elevato merito di credito e i titoli di Stato si sono ridotti di 12
centesimi di punto percentuale. I premi sui credit default swap (CDS) relativi alle banche
italiane sono rimasti invariati (a circa 170 punti base) nel complesso del trimestre. Nella
prima decade di ottobre i premi hanno registrato una riduzione. Un andamento simile ha
caratterizzato i premi sui CDS relativi alle banche dell’area che, se si escludono gli istituti
greci, irlandesi e portoghesi, si sono mediamente attestati sugli stessi livelli di quelle italiane.
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