Newsletter Giuridica di Filodiritto - Numero 307 - 22 giugno 2009 Tribunale di Bologna, Registro della stampa, 24 luglio 2007, n.7770 Direttore responsabile Antonio Zama PER CONTATTARCI SCRIVI A: [email protected] PUBBLICITA' SULLA NEWSLETTER - COLLABORA CON FILODIRITTO LA NEWSLETTER IN SINTESI APPROFONDIMENTI IN EVIDENZA SU FILODIRITTO - Giuseppe Febbo: SULLA NATURA PERENTORIA DEI TERMINI STABILITI IN RELAZIONE AGLI ADEMPIMENTI PRESCRITTI PER L'AMMISSIONE AI CAMPIONATI PROFESSIONISTICI - Giampaolo Cervelli: CASSA GEOMETRI: COEFFICIENTI DI RIDUZIONE E TOTALIZZAZIONE William Shakespeare CORIOLANO RASSEGNA DI NOTIZIE - CASSAZIONE LAVORO: CONDIZIONI PER LA CONTESTAZIONE DISCIPLINARE AL LAVORATORE - MINISTERO LAVORO: LA RICERCA DI AGENTI DI COMMERCIO DEVE ESSERE SVOLTA DA SOGGETTI AUTORIZZATI - AGENZIA ENTRATE: NON DEDUCIBILE ASSEGNO MENSILE A TEMPO DETERMINATO DA DIVORZIO - TAR LECCE: IMPUGNAZIONE PROVVEDIMENTO DI ESCLUSIONE DI UNA LISTA ELETTORALE Jeremy Blachman ANONIMA AVVOCATI FOCUS - CORTE DI GIUSTIZIA UE: TUTELA DELLA NOTORIETÀ DEL MARCHIO E ILLICEITÀ DELLA PUBBLICITÀ COMPARATIVA Albert Jay Nock IL NOSTRO NEMICO, LO STATO CONTRIBUTI DOTTRINARI DALL'ARCHIVIO DI FILODIRITTO - LAVORO SUBORDINATO ED AUTONOMO: INDICI RIVELATORI E CERTIFICAZIONE - Anna Rita Caruso - L'ANATOCISMO DOPO LA DELIBERA CICR DEL 9/2/00: FATTA LA PENTOLA IL DIAVOLO C'È CASCATO DENTRO - Roberto Marcelli - COMUNIONE LEGALE E PARTECIPAZIONI SOCIALI - Antonio Piccolo Secondo congresso di Filadelfia - 4 luglio 1776 DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA APPROFONDIMENTI IN EVIDENZA SU FILODIRITTO - Diritto dello sport: SULLA NATURA PERENTORIA DEI TERMINI STABILITI IN RELAZIONE AGLI ADEMPIMENTI PRESCRITTI PER L'AMMISSIONE AI CAMPIONATI PROFESSIONISTICI Giuseppe Febbo - Diritto della previdenza e delle assicurazioni: CASSA GEOMETRI: COEFFICIENTI DI RIDUZIONE E TOTALIZZAZIONE Giampaolo Cervelli William Shakespeare (1564-1616) CORIOLANO Atto III, Scena III Sicinio. Avvicinatevi, o voi del popolo. Edile. Ascoltate i vostri Tribuni: attenzione, silenzio, dico. Coriolano. Prima ascoltatemi. Tribuni. Bene, parlate. Silenzio, oh! Coriolano. Sarò io accusato ancora oltre al momento presente o tutto deve decidersi qui? Sicinio. lo vi chiedo se voi vi sottomettete ai suffragi del popolo, se riconoscete i loro magistrati e se consentite a subire la pena legale per quelle colpe che saranno provate contro di voi? Coriolano. lo consento. Menenio. Udite, cittadini, egli dice che consente; considerate i servizi militari che egli ha reso: pensate alle ferite che reca il suo corpo e che appaiono come tombe nel santo cimitero. Coriolano. Sgraffiature di spine: cicatrici che farebbero ridere. Menenio. Pensate inoltre che quando egli non parla come un cittadino, voi ritrovate in lui il soldato. Non scambiate i suoi rudi accenti per accenti malevoli: ma, come dicevo, considerateli quali si convengono a un soldato, anziché ispirati da odio per voi. Cominio. Bene, bene, non più. Coriolano. Per quale motivo, essendo io stato nominato console a voti unanimi, sono stato disonorato al punto che nella stessa ora mi togliete di nuovo il consolato? Sicinio. Rispondete a noi. Coriolano. Parlate dunque: è vero, è mio dovere il rispondere. Sicinio. Noi vi accusiamo di aver cospirato per togliere a Roma tutte le magistrature costituite, e per salire tortuosamente fino al potere tirannico: per la qual cosa siete un traditore del popolo. Coriolano. Come: traditore? Menenio. Ma no, calmo: la vostra promessa. Coriolano. Che le fiamme del più profondo inferno avvolgano il popolo: chiamarmi loro traditore! Tu, insolente Tribuno: se nei tuoi occhi si annidassero non una, ma ventimila morti, e altrettanti milioni serrati nelle tue mani, e nella tua lingua bugiarda entrambi questi numeri, io direi a te ugualmente, con voce sincera come quando prego gli dei: «tu menti». Sicinio. Sentite questo, o voi del popolo? Cittadini. Alla rupe; alla rupe! Sicinio. Silenzio! non abbiamo bisogno di aggiungere nuovi elementi a sua accusa: quello che gli avete visto fare e quello che gli avete sentito dire; battere i vostri ufficiali, maledire voi, opporsi alla legge colla violenza, e qui sfidare quelli il cui grande potere deve giudicarlo, tutto questo è un tal crimine e un crimine così capitale, che merita l'ultimo supplizio. Bruto. Ma dacché egli ha servito Roma bene ... Coriolano. Cosa ciarlate voi di servizio? Brillo. lo parlo di ciò che conosco. Coriolano. Voi? Menenio. E' questa la promessa che avete fatta a vostra madre? Cominio. Sappiate, vi prego ... Coriolano. Non voglio saper altro: che essi mi condannino alla precipite morte tarpea, all'errabondo esilio, allo scorticamento, a esser rinchiuso per languire con un solo chicco di grano al giorno, io non comprerò la loro pietà al prezzo di una sola parola adulatoria: né frenerò il mio animo per tutto quello che possono darmi, anche se dovessi ottenerlo col dire semplicemente: buon giorno. [da Shakespeare Teatro, Volume III, Sansoni Firenze, 1961, sotto la direzione di Mario Praz, versione di Guido Ferrando, pagine 588-590]. RASSEGNA DI NOTIZIE Diritto CASSAZIONE CONDIZIONI PER del lavoro diritto LA CONTESTAZIONE processuale DISCIPLINARE AL civile: LAVORO: LAVORATORE La Sezione Lavoro della Cassazione si è pronunciata su un interessante caso che coinvolge diverse questioni relative alla contestazione disciplinare da parte del datore di lavoro. In particolare, il direttore di banca, contestando il proprio licenziamento rilevando, ha chiesto alla Corte di pronunciarsi sul seguente motivo di ricorso: "se il datore di lavoro possa attendere tre mesi per contestare al dipendente fatti già precisamente accertati mediante relazione ispettiva giustificando tale lasso di tempo con la sola esigenza di valutare tali fatti, come erroneamente ritenuto dalla sentenza impugnata, oppure se un intervallo di tre mesi tra la precisa conoscenza dei fatti accertati con la definitiva relazione ispettiva e la contestazione dei fatti stessi renda tardiva tale contestazione a prescindere dalla quantità e qualità degli illeciti, che può incidere sulla durata dell'ispezione ma non sulla tempestività della successiva contestazione, come sostenuto nel ricorso". La Cassazione ha elaborato i seguenti principi di diritto: "La contestazione disciplinare per essere considerata legittima deve presentare il carattere della “immediatezza” e tale carattere essenziale trova fondamento nell'art. 7, terzo e quarto comma, della legge n. 300/1970 che riconosce al lavoratore incolpato il diritto di difesa da garantirsi nella sua effettività al fine di consentirgli l'allestimento del materiale difensivo (pronto riscontro delle accuse con eventuali testimonianze e documentazione) in tempi ad immediato ridosso dei fatti contestati ed in modo che lo stesso lavoratore possa contrastare più efficacemente il contenuto delle contestazioni mossegli dal datore di lavoro, dovendosi anche considerare (nella valutazione del rilievo del cennato carattere) il “giusto affidamento” del prestatore, nel caso di ritardo nella contestazione, che il fatto incriminabile possa non avere rivestito una connotazione “disciplinare”, dato che l'esercizio del potere disciplinare non è, per il datore un obbligo, bensì una facoltà. Nell'esercizio del potere disciplinare il datore di lavoro deve comportarsi “secondo buona fede”, specie per evitare che sanzioni disciplinari irrogate senza consentire all'incolpato un effettivo diritto di difesa si pongano, appunto, quale trasgressione in re ipsa della “buona fede”, che è la matrice fondativa dei doveri oneri sanciti dall'art. 7 cit. e, anche, dall'art. 2106 cod. civ. per cui l'affidamento legittimo del lavoratore non può venire vanificato da una tardiva contestazione disciplinare, comportando l'esercizio in tal senso viziato dal potere disciplinare una preclusione per l'espletamento di detto potere e, conseguentemente, rendendo invalida la sanzione irrogata in contrasto con il principio dell'immediatezza. L'applicazione in cd. “senso relativo” del principio dell'immediatezza non può svuotare di efficacia il principio stesso dovendosi, infatti, tenere conto di quanto statuito dall'art. 7 cit. e della esigenza di una razionale amministrazione dei rapporti contrattuali secondo “buona fede”. Pertanto, tra l'interesse del datore di lavoro a prolungare le indagini senza uno specifico motivo obiettivamente valido (da accertarsi e valutarsi rigorosamente) e il diritto del lavoratore ad una pronta ed effettiva difesa, deve prevalere la posizione (ex lege tutelata) del lavoratore. Parimenti l'applicazione di una sanzione disciplinare - quando si tratti di licenziamento “in tronco” per giusta causa - deve avvenire alla stregua del principio dell'immediatezza e, di conseguenza, non può essere ritardata con la giustificazione della complessità dell'organizzazione aziendale". (Corte di Cassazione - Sezione Lavoro, Sentenza 8 giugno 2009, n.13167: Contestazione disciplinare al lavoratore - Immediatezza - Buona fede). Diritto del lavoro, diritto commerciale: MINISTERO LAVORO: LA RICERCA DI AGENTI DI COMMERCIO DEVE ESSERE SVOLTA DA SOGGETTI AUTORIZZATI Il Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro ha chiesto al Ministero del Lavoro di pronunciarsi in merito alla sussistenza, in capo ai soggetti che svolgono attività di ricerca e selezione di agenti di commercio per conto di un'azienda mandante, dell’obbligo di rispettare i requisiti e di effettuare gli adempimenti previsti dal D.Lgs. n. 276/2003 per l’esercizio di tale attività. Il Ministero ha ricordato che lo svolgimento dell’attività di ricerca e selezione del personale è riservato solo ed esclusivamente ai soggetti individuati nel D.Lgs. n. 276/2003 ed in particolare agli operatori pubblici e privati espressamente autorizzati da questo Ministero (artt. 4, 6 del D.Lgs. n. 276/2003), dalle Regioni e dalle Province autonome con esclusivo riferimento al proprio territorio (art. 6, comma 6, D.Lgs. n. 276/2003), previo accertamento del possesso degli specifici requisiti giuridici e finanziari di cui all’art. 5 del D.Lgs. citato. Secondo il Ministero, il Legislatore, utilizzando le generiche locuzioni “personale” e “posizioni lavorative” intende individuare, quali destinatari dell’attività di ricerca e selezione, tutti i soggetti in cerca di lavoro, in possesso delle specifiche competenze richieste dall’organizzazione committente, a prescindere dalla natura subordinata, autonoma o parasubordinata del rapporto di lavoro che le parti contrattuali concorderanno di instaurare. Tra questi soggetti rientrano, pertanto, anche gli agenti di commercio di cui all’art. 1742 c.c. che svolgono la propria attività nell’ambito di un rapporto di lavoro parasubordinato di collaborazione coordinata e continuativa (art. 409, comma 1, n. 3 c.p.c.). In conclusione, anche l’attività di ricerca e selezione di agenti di commercio deve essere svolta esclusivamente da soggetti autorizzati. (Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali - Direzione generale per l'attività ispettiva, Interpello 12 giugno 2009, n.53: art. 9 D.Lgs. n. 124/2004 – attività di ricerca e selezione di agenti di commercio – applicabilità della disciplina dettata dal D.Lgs. n. 276/2003). - Diritto tributario, diritto della famiglia e delle successioni: AGENZIA ENTRATE: NON DEDUCIBILE ASSEGNO MENSILE A TEMPO DETERMINATO DA DIVORZIO L'Agenzia delle Entrate si è pronunciata sulla richiesta del trattamento fiscale da applicare all'assegno mensile o collegato ad altra cadenza periodica, per un periodo di tempo definito (es: 5.000 euro per ventiquattro mesi) che l'istante potrebbe essere chiamato a versare al coniuge dalla sentenza di divorzio. In particolare, l'istante, ricordando che con circolare 12 giugno 2002, n. 50, punto n. 3.1, l’amministrazione finanziaria ha precisato che la deduzione dal reddito complessivo prevista per gli assegni periodici corrisposti al coniuge, in conseguenza di separazione legale ed effettiva, non spetta nell’ipotesi in cui il versamento sia effettuato in unica soluzione, ritiene che solo le somme corrisposte al coniuge in unica soluzione non possono essere dedotte dal reddito complessivo, concludendo che, qualora la sentenza di divorzio preveda a proprio carico l’obbligo di versare al coniuge, entro un determinato arco temporale, degli assegni con cadenza periodica, tali assegni possono essere dedotti dal reddito complessivo. L'Agenzia delle Entrate ha concluso diversamente, rilevando che non hanno natura reddituale gli assegni corrisposti in unica soluzione, che rappresentano sostanzialmente una transazione in ordine alle pregresse posizioni patrimoniali dei coniugi. La possibilità di rateizzare il pagamento costituisce solo una diversa modalità di liquidazione dell’importo pattuito tra le parti, il quale mantiene comunque la caratteristica di dare risoluzione definitiva ad ogni rapporto tra i coniugi e non va quindi confuso con la corresponsione periodica dell’assegno, il cui importo è invece rivedibile nel tempo. Per detti assegni, non è prevista alcuna tassazione in capo al beneficiario, né alcuna deduzione per il soggetto che li corrisponde. (Agenzia delle Entrate - Direzione Centrale Normativa e Contenzioso, Risoluzione 11 gugno 2009, n.153/E: Istanza di interpello – assegni corrisposti al coniuge inconseguenza di separazione legale – art. 10, comma 1, lett. c) del Tuir). - Diritto amministrativo, diritto pubblico: TAR LECCE: IMPUGNAZIONE PROVVEDIMENTO DI ESCLUSIONE DI UNA LISTA ELETTORALE Deve ritenersi immediatamente e autonomamente impugnabile il provvedimento di esclusione di una lista elettorale. E' questo il principio con cui il TAR Puglia ha stabilito, contrariamente a quanto affermato dall'Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, che deve ritenersi immediatamente e autonomamente impugnabile il provvedimento di esclusione di una lista elettorale, attesa la sua idoneità a ledere il bene della vita costituito dalla partecipazione ad una tornata di voto caratterizzata da un preciso contesto temporale e ambientale. Per il TAR Lecce, infatti, una tutela giurisdizionale accordata in un momento successivo allo svolgimento delle elezioni e, quindi, in un contesto anche politicamente ormai mutato non sarebbe coerente con i principi, anche costituzionali, sul giusto processo (principalmente: effettività e tempestività della tutela, riferibile ad un bene della vita che pare essere la partecipazione a "quella" tornata di voto caratterizzata da un preciso contesto temporale e ambientale). Sempre per il TAR adito, in relazione agli artt. 49 e 51 della Costituzione, va sollevata questione di legittimità costituzionale degli artt. 30 e 33 del D.P.R. 16 maggio 1960, n. 570 (T.U. delle leggi per la composizione e l'elezione degli organi delle Amministrazioni comunali), nella parte in cui, in sede di presentazione delle liste elettorali, non prevedono il sindacato, da parte dell'Ufficio elettorale centrale, in ordine al rispetto, da parte dei presentatori delle liste, delle disposizioni statutarie e di legge per la presentazione delle candidature ed la partecipazione del partito politico ad una competizione elettorale. Ha aggiunto ancora il T.A.R. Puglia - Lecce che la tesi che ammette il sindacato autonomo ed immediato del provvedimento di ammissione delle liste e dei candidati risponde, con maggiore efficacia, all'esigenza di una maggior tutela dei ricorrenti ed in definitiva, dell'interesse alla corretta esplicazione della competizione elettorale. Ha osservato in particolare il T.A.R. Puglia-Lecce, con la sentenza in commento, che, secondo l'attuale formulazione degli artt. 30 e 33 del d.P.R. 16 maggio 1960, n. 570, la verifica in ordine al rispetto delle previsioni statutarie o di legge in materia di formazione delle liste elettorali è del tutto preclusa, proprio nel delicato momento della presentazione delle liste elettorali; si giunge, pertanto, al sostanziale paradosso per cui una decisione in ordine alla presentazione di un lista assunta in violazione delle previsioni statutarie potrebbe essere sindacata dal giudice ordinario in sede di impugnazione della delibera dell'associazione irregolarmente adottata, ma non potrebbe costituire oggetto di alcuna valutazione in sede di presentazione delle liste, dando così vita ad una sistematica che, in assenza di un filtro adeguato da parte dell'Ufficio elettorale centrale, può dare vita ad una competizione elettorale viziata dalla presentazione di una lista che non costituisce corretta espressione della volontà degli aderenti alla stessa formazione politica (per effetto della violazione delle norme statutarie in materia). (Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia - Lecce, Sezione Prima, Sentenza 2 giugno 2009, n.1296). [Avv. Alfredo Matranga] DAL 2001 FILODIRITTO PUBBLICA LE NOTIZIE DEL GIORNO - VISITA L'ARCHIVIO Jeremy Blachman ANONIMA AVVOCATI Martedì 30 maggio Crisi. Tutto lo studio ha appena ricevuto una mail dal Presidente. «Mi serve qualcuno che sia disposto a darmi il cambio per la causa Consolidated. Ci ho lavorato un po' su ma penso che mi stia venendo un infarto e prevedo che potrei essere morto prima della conclusione della causa. C'è ancora in ballo un buon numero di ore fatturabili, e voglio che per il cliente la transizione sia più fluida possibile. Il fascicolo è nel primo cassetto, e cercherò di salvare il file su cui sto lavorando prima di essere sopraffatto dal dolore. Non dimenticherò facilmente la vostra disponibilità a farvi avanti e a sacrificarvi per la squadra. Vi prego di mandare una mail a Barbara se siete interessati, e sentitevi liberi di addebitare al cliente le eventuali spese per il funerale. Per favore qualcuno chiami il 911. Avrei dovuto passare più tempo in ufficio. Che Dio vi assistaaaaaaaaaaaaa.» C'è chi dice che non può avere scritto lui la mail, ma è stata inviata dal computer del Presidente qualche minuto prima che arrivasse l'ambulanza e lo portasse via. A quanto pare, stamattina è arrivato tardi ed era un po' giù di corda, ha iniziato a lavorare e circa un'ora dopo ha cercato sull'interfono Barbara, la sua segretaria, e le ha detto di chiamare l'ambulanza. Lei è corsa nel suo ufficio e lo ha trovato riverso sulla sedia, con ancora in mano il fascicolo della causa Consolidated lndustries, un'azienda che stiamo guidando attraverso i meandri della procedura fallimentare contemplata dal Capitolo 11. Ha gridato aiuto ma non ha risposto nessuno. Così è tornata di corsa alla sua scrivania, ha telefonato al 911 e poi si è precipitata alla ricerca del defibrillatore di emergenza. C'è un defibrillatore su ogni piano, gentile omaggio di un nostro cliente (produce articoli medicati; ci ha anche fornito un'ampia scorta di garze e bende). Ma al piano del Presidente nessuno è stato addestrato a utilizzarlo, quindi Barbara non sapeva cosa fare. Ha solo aspettato accanto a lui fino all'arrivo dell'ambulanza, assicurandosi di controllare l'orologio per sapere quanto fatturare al cliente. I paramedici sono riusciti a rianimarlo, e lo hanno sistemato su una barella con una maschera di ossigeno in faccia. Intorno a lui si è radunata una piccola folla. Mentre lo portavano via, ha detto, debolmente: «Tornate al lavoro, tutti quanti». [Baldini Castoldi Dalai Editore, 2008, pp.158-9] FOCUS - Diritto comunitario, diritto della concorrenza, diritto commerciale, diritto industriale: CORTE DI GIUSTIZIA UE: TUTELA DELLA NOTORIETÀ DEL MARCHIO E ILLICEITÀ DELLA PUBBLICITÀ COMPARATIVA In un complesso caso che vede opposte L’Oréal SA, Lancôme parfums et beauté & Cie SNC, e Laboratoires Garnier & Cie contro Bellure NV, Malaika Investments Ltd e Starion International Ltd per contraffazione di marchi la Court of Appeal (England & Wales) (Civil Division) ha chiesto alla Corte di Giustizia di pronunciarsi pregiudizialmente fornendo l’interpretazione dell’art. 5, nn. 1 e 2, della prima direttiva del Consiglio 21 dicembre 1988, 89/104/CEE, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati Membri in materia di marchi d’impresa, nonché dell’art. 3 bis, n. 1, della direttiva del Consiglio 10 settembre 1984, 84/450/CEE, in materia di pubblicità ingannevole e di pubblicità comparativa, come modificata dalla direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 6 ottobre 1997, 97/55/CE. La Corte si è pronuciata in senso largamente contrario a quanto proposto dall'Avvocato Generale Mengozzi con conclusioni del 10 febbraio 2009. In generale la Corte di Giustizia ha ricordato: "il pregiudizio arrecato al carattere distintivo del marchio, detto anche «diluizione», «corrosione» o «offuscamento», si manifesta quando risulta indebolita l’idoneità di tale marchio ad identificare i prodotti o i servizi per i quali è stato registrato, per il fatto che l’uso del segno identico o simile fa disperdere l’identità del marchio e della corrispondente presa nella mente del pubblico. Ciò si verifica, in particolare, quando il marchio non è più in grado di suscitare un’associazione immediata con i prodotti o i servizi per i quali è stato registrato" ... mentre il "pregiudizio arrecato alla notorietà del marchio, detto anche «annacquamento» o «degradazione», si verifica quando i prodotti o i servizi per i quali il segno identico o simile è usato dal terzo possono essere percepiti dal pubblico in modo tale che il potere di attrazione del marchio ne risulti compromesso. Il rischio di un tale pregiudizio può scaturire, in particolare, dalla circostanza che i prodotti o servizi offerti dal terzo possiedano una caratteristica o una qualità tali da esercitare un’influenza negativa sull’immagine del marchio", infine la "nozione di «vantaggio indebitamente tratto dal carattere distintivo o dalla notorietà del marchio», detto anche «parassitismo» e «freeriding», non si ricollega al pregiudizio subito dal marchio, quanto piuttosto al vantaggio tratto dal terzo dall’uso del segno identico o simile. Essa comprende, in particolare, il caso in cui, grazie ad un trasferimento dell’immagine del marchio o delle caratteristiche da questo proiettate sui prodotti designati dal segno identico o simile, sussiste un palese sfruttamento parassitario nel tentativo di infilarsi nella scia del marchio notorio". Posto che è sufficiente che ricorra anche uno solo di questi tre tipi di violazione perché vada applicato l’art. 5, n. 2, della direttiva 89/104, secondo la Corte "Ne discende che il vantaggio tratto da un terzo dal carattere distintivo o dalla notorietà del marchio può rivelarsi indebito, anche quando l’uso del segno identico o simile non arreca pregiudizio né al carattere distintivo né alla notorietà del marchio o, più in generale, al titolare di quest’ultimo". La Corte ha pertanto dichiarato che: 1) L’art. 5, n. 2, della prima direttiva del Consiglio 21 dicembre 1988, 89/104/CEE, sul ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri in materia di marchi d’impresa, dev’essere interpretato nel senso che l’esistenza di un vantaggio indebitamente tratto dal carattere distintivo o dalla notorietà del marchio, ai sensi di tale disposizione, non presuppone né l’esistenza di un rischio di confusione, né quella di un rischio di pregiudizio arrecato al carattere distintivo o alla notorietà del marchio o, più in generale, al titolare di quest’ultimo. Il vantaggio risultante dall’uso da parte di un terzo di un segno simile ad un marchio notorio è tratto indebitamente da detto terzo dal carattere distintivo o dalla notorietà quando egli, con siffatto uso, tenta di porsi nel solco tracciato dal marchio notorio al fine di beneficiare del potere attrattivo, della reputazione e del prestigio di quest’ultimo, e di sfruttare, senza compensazione economica, lo sforzo commerciale effettuato dal titolare del marchio per creare e mantenere l’immagine del marchio in parola. 2) L’art. 5, n. 1, lett. a), della direttiva 89/104 deve essere interpretato nel senso che il titolare di un marchio registrato è legittimato a esigere che sia vietato l’uso da parte di un terzo, in una pubblicità comparativa rispetto alla quale non ricorrono tutte le condizioni di liceità enunciate all’art. 3 bis, n. 1, della direttiva del Consiglio 10 settembre 1984, 84/450/CEE, [relativa al ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative degli Stati membri] in materia di pubblicità ingannevole e di pubblicità comparativa, come modificata dalla direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 6 ottobre 1997, 97/55/CE, di un segno identico a detto marchio per prodotti o servizi identici a quelli per cui il marchio in parola è stato registrato, anche quando siffatto uso non sia idoneo a compromettere la funzione essenziale del marchio, consistente nell’indicare l’origine dei prodotti o servizi, purché tale uso arrechi pregiudizio o possa arrecare pregiudizio ad una delle altre funzioni del marchio. 3) L’art. 3 bis, n. 1, della direttiva 84/450, come modificata dalla direttiva 97/55, deve essere interpretato nel senso che un operatore pubblicitario il quale menziona in modo esplicito o implicito, in una pubblicità comparativa, che il prodotto da lui commercializzato costituisce un’imitazione di un prodotto protetto da un marchio notorio, rappresenta «un bene o un servizio come imitazione o contraffazione», ai sensi del medesimo art. 3 bis, n. 1, lett. h). Il vantaggio realizzato dall’operatore pubblicitario grazie ad una siffatta pubblicità comparativa illecita deve essere considerato «indebitamente tratto» dalla notorietà connessa a tale marchio, conformemente al suddetto art. 3 bis, n. 1, lett. g). (Corte di Giustizia CE, Sentenza 18 giugno 2009: Direttiva 89/104/CEE – Marchi – Art. 5, nn. 1 e 2 – Uso in una pubblicità comparativa – Diritto di inibitoria di detto uso – Vantaggio indebitamente tratto dalla notorietà – Pregiudizio arrecato alle funzioni del marchio – Direttiva 84/450/CEE – Pubblicità comparativa – Art. 3 bis, n. 1, lett. g) e h) – Condizioni di pubblicità comparativa lecita – Vantaggio indebitamente tratto dalla notorietà connessa ad un marchio – Presentazione di un bene come imitazione o riproduzione). Albert Jay Nock (1870-1945) IL NOSTRO NEMICO, LO STATO Il potere statale si è dimostrato sempre incapace di fare alcunché in modo efficiente, economico, disinteressato od onesto; e tuttavia quando nasce la minima insoddisfazione nei confronti di un qualsiasi esercizio del potere sociale, viene immediatamente richiesto l'aiuto dell'agente meno qualificato a prestare soccorso. È accaduto che il potere sociale abbia gestito male qualche banca? - Allora facciamo intervenire lo Stato per "supervisionare" o "regolamentare" l'intero mondo delle istituzioni creditizie, o perfino per assumerne il controllo diretto e totale; lo Stato che non si è mai mostrato capace di impedire alle proprie finanze di affondare repentinamente nel pantano degli abusi di potere, dello spreco e della corruzione. Forse che in qualche caso il potere sociale si è macchiato di colpe nella gestione delle ferrovie? - E allora facciamo intervenire lo Stato al fine di "regolamentare" il funzionamento delle ferrovie, lo Stato che si è dimostrato incapace in ogni affare che abbia mai intrapreso. Il potere sociale manda di tanto in tanto verso il disastro una nave non in condizioni di navigare? - E allora lasciamo che allo Stato, che ha ispezionato e autorizzato la Morro Castle, sia data maggiore libertà nel controllo della marina mercantile. Il potere sociale esercita qua e là un opprimente monopolio sulla produzione e la distribuzione di corrente elettrica? - Allora facciamo arrivare lo Stato, che assegna e mantiene il monopolio, perché intervenga con uno schema generale di prezzi fissi che causa più sofferenze di quante ne sani, oppure lasciamolo entrare in concorrenza diretta; o, come esortano i collettivisti, facciamogli rilevare l'intero monopolio. "Fin da quando è esistita la società" dice Herbert Spencer, "l'esperienza negativa ha predicato "non fidarti della legislazione"; e tuttavia la fiducia nella legislazione non sembra essere affatto diminuita." Ma, ci si può chiedere, a chi ci dobbiamo rivolgere per essere salvati dall'abuso del potere sociale, se non allo Stato? A cos' altro possiamo fare ricorso? Pur ammettendo che sotto la nostra attuale forma di organizzazione politica non c'è nessun altro a cui rivolgersi, bisogna pur tuttavia mostrare che questa domanda si basa sull'inveterato malinteso riguardo la natura dello Stato. Si presume cioè che lo Stato sia una istituzione sociale, laddove si tratta invece di una istituzione antisociale; la domanda cioè si basa su di una assurdità. È certamente vero che compito del governo, nel mantenere "la libertà e la sicurezza" e nell'"assicurare questi diritti", sia quello di rendere l'accesso alla giustizia gratuito, agevole ed informale; ma lo Stato, al contrario, è interessato principalmente alla ingiustizia, e la sua funzione è quella di mantenere un regime di iniquità. [Liberilibri, Macerata, 1994, pp.128-129] CONTRIBUTI DOTTRINARI DALL'ARCHIVIO DI FILODIRITTO - Diritto del lavoro, diritto dei contratti e delle obbligazioni: LAVORO SUBORDINATO ED AUTONOMO: INDICI RIVELATORI E CERTIFICAZIONE Anna Rita Caruso - Diritto bancario: L'ANATOCISMO DOPO LA DELIBERA CICR DEL 9/2/00: FATTA LA PENTOLA IL DIAVOLO C'È CASCATO DENTRO Roberto Marcelli - Diritto della famiglia e delle successioni, diritto societario: COMUNIONE LEGALE E PARTECIPAZIONI SOCIALI Antonio Piccolo Secondo Congresso di Filadelfia 4 luglio 1776 DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA When in the course of human events, it becomes necessary for one people to dissolve the political bands which have connected them with another, and to assume the Powers of the earth, the separate and equal station to which the Laws of Nature and of Nature's God entitle them, a decent respect to the opinions of mankind requires that they should declare the causes which impel them to the separation. We hold these truths to be self-evident, that all men are created equal, that they are endowed by their Creator with certain unalienable rights, that among these are Life, Liberty, and the pursuit of Happiness. That to secure these rights, Governments are instituted among Men, deriving their just powers from the consent of the governed. That whenever any Form of Government becomes destructive of these ends, it is the Right of the People to alter or to abolish it, and to institute new Government, laying its foundation on such principles and organizing its powers in such form, as to them shall seem most likely to effect their Safety and Happiness. Prudence, indeed, will dictate that Governments long established should not be changed for light and transient causes; and accordingly all experience hath shown, that mankind are more disposed to suffer, while evils are sufferable, than to right themselves by abolishing the forms to which they are accustomed. But when a long train of abuses and usurpations, pursuing invariably the same Object evinces a design to reduce them under absolute Despotism, it is their right, it is their duty, to throw off such Government, and to provide new Guards for their future security. -- Such has been the patient sufferance of these Colonies; and such is now the necessity which constrains them to alter their former Systems of Government. The history of the present King of Great Britain is a history of repeated injuries and usurpations, all having in direct object the establishment of an absolute Tyranny over these States. To prove this, let Facts be submitted to a candid world. He has refused his Assent to Laws, the most wholesome and necessary for the public good. He has forbidden his Governors to pass Laws of immediate and pressing importance, unless suspended in their operation till his Assent should be obtained; and when so suspended, he has utterly neglected to attend to them. He has refused to pass other Laws for the accommodation of large districts of people, unless those people would relinquish the right of Representation in the Legislature, a right inestimable to them and formidable to tyrants only. He has called together legislative bodies at places unusual, uncomfortable and distant from the depository of their public Records, for the sole purpose of fatiguing them into compliance with his measures. He has dissolved Representative Houses repeatedly, for opposing with manly firmness his invasions on the rights of the people. He has refused for a long time, after such dissolutions, to cause others to be elected; whereby the Legislative powers, incapable of Annihilation, have returned to the People at large for their exercise; the State remaining in the mean time exposed to all dangers of invasion from without, and convulsions within. He has endeavoured to prevent the population of these States; for that purpose obstructing the Laws of Naturalization of Foreigners; refusing to pass others to encourage their migrations hither, and raising the conditions of new Appropriations of Lands. He has obstructed the Administration of Justice, by refusing his Assent to Laws for establishing Judiciary powers. He has made Judges dependent on his Will alone, for the tenure of their offices, and the amount and payment of their salaries. He has erected a multitude of New Offices, and sent hither swarms of Officers to harass our People, and eat out their substance. He has kept among us, in times of peace, Standing Armies without the Consent of our legislature. He has affected to render the Military independent of and superior to the Civil Power. He has combined with others to subject us to a jurisdiction foreign to our constitution, and unacknowledged by our laws; giving his Assent to their Acts of pretended Legislation: For quartering large bodies of armed troops among us: For protecting them, by a mock Trial, from Punishment for any Murders which they should commit on the Inhabitants of these States: For cutting off our Trade with all parts of the world: For imposing taxes on us without our Consent: For depriving us of many cases, of the benefits of Trial by Jury: For transporting us beyond Seas to be tried for pretended offences: For abolishing the free System of English Laws in a neighbouring Province, establishing therein an Arbitrary government, and enlarging its Boundaries so as to render it at once an example and fit instrument for introducing the same absolute rule into these Colonies: For taking away our Charters, abolishing our most valuable Laws, and altering fundamentally the Forms of our Governments: For suspending our own Legislatures, and declaring themselves invested with Power to legislate for us in all cases whatsoever. He has abdicated Government here, by declaring us out of his Protection and waging War against us. He has plundered our seas, ravaged our Coasts, burnt our towns, and destroyed the lives of our people. He is at this time transporting large armies of foreign mercenaries to compleat the works of death, desolation, and tyranny, already begun with circumstances of Cruelty & perfidy scarcely paralleled in the most barbarous ages, and totally unworthy the Head of a civilized nation. He has constrained our fellow Citizens taken Captive on the high Seas to bear Arms against their Country, to become the executioners of their friends and Brethren, or to fall themselves by their Hands. He has excited domestic insurrections amongst us, and has endeavoured to bring on the inhabitants of our frontiers, the merciless Indian savages, whose known rule of warfare, is an undistinguished destruction of all ages, sexes, and conditions. In every stage of these Oppressions We have Petitioned for Redress in the most humble terms: Our repeated Petitions have been answered only by repeated injury. A Prince, whose character is thus marked by every act which may define a Tyrant, is unfit to be the ruler of a free people. Nor have We been wanting in attention to our British brethren. We have warned them from time to time of attempts by their legislature to extend an unwarrantable jurisdiction over us. We have reminded them of the circumstances of our emigration and settlement here. We have appealed to their native justice and magnanimity, and we have conjured them by the ties of our common kindred to disavow these usurpations, which, would inevitably interrupt our connections and correspondence. They too must have been deaf to the voice of justice and of consanguinity. We must, therefore, acquiesce in the necessity, which denounces our Separation, and hold them, as we hold the rest of mankind, Enemies in War, in Peace Friends. We, therefore, the Representatives of the United States of America, in General Congress, Assembled, appealing to the Supreme Judge of the world for the rectitude of our intentions, do, in the Name, and by Authority of the good People of these Colonies, solemnly publish and declare, That these United Colonies are, and of Right ought to be free and independent states; that they are Absolved from all Allegiance to the British Crown, and that all political connection between them and the State of Great Britain, is and ought to be totally dissolved; and that as Free and Independent States, they have full Power to levy War, conclude Peace, contract Alliances, establish Commerce, and to do all other Acts and Things which Independent States may of right do. And for the support of this Declaration, with a firm reliance on the Protection of Divine Providence, we mutually pledge to each other our Lives, our Fortunes, and our sacred Honor. John Hancock. GEORGIA, Button Gwinnett, Lyman Hall, Geo. Walton. NORTH-CAROLINA, Wm. Hooper, Joseph Hewes, John Penn. SOUTH-CAROLINA, Edward Rutledge, Thos Heyward, junr., Thomas Lynch, junr., Arthur Middleton. MARYLAND, Samuel Chase, Wm. Paca, Thos. Stone, Charles Carroll, of Carrollton. VIRGINIA, George Wythe, Richard Henry Lee, Ths. Jefferson, Benja. Harrison, Thos. Nelson, jr., Francis Lightfoot Lee, Carter Braxton. PENNSYLVANIA, Robt. Morris, Benjamin Rush, Benja. Franklin, John Morton, Geo. Clymer, Jas. Smith, Geo. Taylor, James Wilson, Geo. Ross. DELAWARE, Caesar Rodney, Geo. Read. NEW-YORK, Wm. Floyd, Phil. Livingston, Frank Lewis, Lewis Morris. NEW-JERSEY, Richd. Stockton, Jno. Witherspoon, Fras. Hopkinson, John Hart, Abra. Clark. NEW-HAMPSHIRE, Josiah Bartlett, Wm. Whipple, Matthew Thornton. MASSACHUSETTS-BAY, Saml. Adams, John Adams, Robt. Treat Paine, Elbridge Gerry. RHODE-ISLAND AND PROVIDENCE, C. Step. Hopkins, William Ellery. CONNECTICUT, Roger Sherman, Saml. Huntington, Wm. Williams, Oliver Wolcott. DI INTERESSE SU FILODIRITTO VAI ALL'ARCHIVIO DELLE NOTIZIE DEL GIORNO: http://www.filodiritto.com/index.php?azione=archivionews VAI ALLA PAGINA CON LE NOVITA' DI ARTEDIRITTO: http://www.filodiritto.com/artediritto/artivisive/artivisive.htm VAI ALLA PAGINA CON LE NEWSLETTER DI FILODIRITTO: http://www.filodiritto.com/index.php?azione=archivionewsletter VISITA LA SEZIONE DELLE CITAZIONI GIURIDICHE: http://www.filodiritto.com/ SERVIZI OFFERTI GRATUITAMENTE AGLI ALTRI SITI INSERISCI LE NOTIZIE DEL GIORNO NEL TUO SITO: http://www.filodiritto.com/index.php?azione=tickernews PER CONTATTARCI SCRIVI A: [email protected] PUBBLICITA' SULLA NEWSLETTER - COLLABORA CON FILODIRITTO NOTE LEGALI AVVISO A NORMA DELL'ARTICOLO 1 DEL DECRETO LEGGE 22 MARZO 2004, N.72, CONVERTITO CON MODIFICAZIONI CON LEGGE 21 MAGGIO 2004, N.128 La pubblicazione di contributi, approfondimenti, articoli e in genere di tutte le opere dottrinarie e di commento presenti su Filodiritto è stata concessa (e richiesta) dai rispettivi autori, titolari di tutti i diritti morali e patrimoniali ai sensi della legge sul diritto d'autore e sui diritti connessi (Legge 633/1941). 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