INFO FOGLIO DI INFORMAZIONE PROFESSIONALE PER LA FARMACIA INFO è un foglio mensile di informazione professionale indipendente, organo del progetto Intesa e finanziato da Unifarm. La redazione è formata da farmacisti volontari e gli autori degli articoli sono privi di conflitti d'interesse. Gli arretrati si possono consultare liberamente sul sito www.intesa.unifarm.it. Nr. 231 ottobre 2012 Testosterone basso: una nuova malattia? Se qualcuno aveva pensato ad una sua fine prematura deve ricredersi. Il disease mongering è ancora vivo, per di più in un paese “modello” quanto a cultura sanitaria (e non solo). Disease mongering è un termine inglese che in qualunque modo lo si traduca, “mercato delle malattie”, “malattie in vendita”, sta a significare la stessa cosa: la creazione artificiosa di nuove malattie per vendere più farmaci (vedi INFO n. 129 e 186). Una medicalizzazione spinta di qualunque parametro fisico o psichico che si discosti dalla normalità, un processo graduale di “espansionismo” nosografico che ha fatto diventare malattie la menopausa, l'osteoporosi, la perdita dei capelli, l'obesità, la sindrome del colon irritabile. Questa volta la malattia spacciata come tale è un evento “naturale” legato al processo di invecchiamento (come era successo in passato con l'osteoporosi): la diminuzione del testosterone ematico. In Canada, il basso livello di testosterone interesserebbe almeno 1.700.000 ultra45enni. Il fatto risale all'estate scorsa, quando sul giornale canadese Globe and Mail viene pubblicata una inserzione che invita gli uomini a informarsi sulla diminuzione del tasso di testosterone, perché potrebbero soffrirne, specie se da qualche tempo sono sessualmente un po' scarsi e si sentono spesso stanchi. Il messaggio pubblicitario, dopo aver messo la pulce nell'orecchio, invita a visitare un sito dove, rispondendo ad un semplice questionario, come si fa nei più classici dei rotocalchi estivi, è possibile valutare il grado di deficit individuale. Stando a quanto si dice nel sito (nel pieno rispetto di un cliché ben collaudato), il basso livello di testosterone (Low T) è un problema frequente, spesso sottovalutato poiché i sintomi sono simili a quelli di altri disturbi: scarso desiderio sessuale, riduzione delle energie e della carica vitale, umore depresso e irritabilità, perdita di massa muscolare, aumento del grasso corporeo. Informa inoltre che Low T e disfunzione erettile sono due condizioni diverse e non necessariamente correlate e suggerisce un colloquio col medico, ma nel contempo propone la soluzione che consiste nello spalmarsi sulla cute (non dei genitali) un gel a base di testosterone prodotto dalla stessa casa farmaceutica che ha promosso la campagna. Il cerchio si chiude. Tutta la vicenda viene riportata in un articolo del British Medical Journal alla fine di agosto 20111. Un gruppo di operatori sanitari canadesi (medici, farmacisti, universitari) ha inviato una protesta al Pharmaceutical Advertising Advisory Board and Health, organismo di vigilanza sulla pubblicità farmaceutica, segnalando l'abuso. Il messaggio contenuto nella pubblicità è scientificamente scorretto - sostengono - e si configura come una forma di disease mongering finalizzata alla pubblicità indiretta di un farmaco verso i cittadini, perché tende a far credere che il calo fisiologico del testosterone correlato all'età sia una malattia ed estende arbitrariamente l'indicazione approvata del farmaco che è l'ipogonadismo maschile. L'invito a parlarne col medico non è di per sé una salvaguardia sufficiente, perché con ogni probabilità anche il medico sarà a sua volta destinatario di informazioni scorrette. Nel sito si danno informazioni generiche sui possibili rischi connessi all'impiego del testosterone, ma vengono completamente ignorati i risultati di uno studio del 2010, interrotto precocemente per un eccesso di rischio cardiovascolare associato all'impiego del testosterone2. Nello studio, che confrontava il gel di testosterone col placebo in 209 soggetti ultra65enni con ridotti livelli di testosterone e malattie croniche (ipertensione, diabete, iperlipidemia, obesità), in un arco temporale molto breve (meno di 6 mesi), si sono verificati 23 eventi cardiovascolari (22%) nel gruppo trattato con testosterone contro 5 (5%) nel gruppo placebo2. Ciò che risulta sorprendente dell'intera vicenda è che l'organismo regolatorio canadese non abbia ritenuto l'iniziativa un caso di disease mongering e si sia limitato a rispondere che “mancando nel messaggio promozionale pubblicato su Globe and Mail qualsiasi riferimento esplicito alla ditta produttrice (Abbott) e alla sua specialità a base di testosterone (AndroGel) non si ravvisano gli Unifarm S.p.A. Via Provina, 3 38123 Ravina (TN) tel. 0461 901111 [email protected] www.intesa.unifarm.it estremi di “pubblicità”... e che ”gli inviti a rivolgersi al medico contenuti nel messaggio e nel sito low T sono consentiti dalle norme federali”. Insomma, dal suo punto di vista quella particolare campagna non è promozione sotto mentite spoglie. Che si tratti di cecità scientifica, di un rigido atteggiamento burocratico o se ci siano dietro pressioni di qualche tipo non è dato sapersi. Quello che è certo è che i firmatari della petizione, convinti del fatto che la campagna pubblicitaria rappresenti un rischio per la salute (considerati gli esiti dello studio) e uno spreco di risorse sia per le strutture pubbliche che per il cittadino (esami, visite specialistiche), stanno valutando nuove azioni di protesta. Italia (pen)isola felice? In Italia sono disponibili diverse specialità a base di testosterone in gel e ci sono segnali forti e chiari di un imminente arrivo nel nostro paese dell'epidemia scoppiata oltre oceano. Il ”tam tam” mediatico è iniziato in occasione dell'ultimo congresso nazionale della Società Italiana di Urologia (SIU) tenutasi a Fiuggi alla fine di ottobre dell'anno scorso. I resoconti giornalistici e le interviste fanno pensare che i 45enni italiani non siano tanto migliori di quelli canadesi. Un articolo consultabile in un sito web specifico3 vale per tutti. Si parte dai titoli di testa “Testosterone troppo basso nel 40% dei maschi. Rischi per desiderio, osteoporosi e cuore”, per passare al riassunto dell'evento dove si afferma “Non si tratta solo di calo del desiderio e delle conseguenze sulla vita di coppia. II calo del testosterone, tecnicamente ipoandrogenemia, evento piuttosto frequente negli uomini over 50, ma sempre più diffuso anche a partire dai 40 anni, comporta anche dei rischi di aumento dell'osteoporosi e delle malattie cardiovascolari. Allarme degli esperti...Una visita è necessaria non appena si presentano i sintomi, perché le evidenze suggeriscono che un riequilibrio dei livelli fisiologici di testosterone non solo ridà fiato alla passione, ma è in grado di interferire positivamente con la progressione di osteoporosi e malattie cardiovascolari”. “A partire dai 40 anni -spiega il prof. Vincenzo Mirone ordinario di Urologia all'Università Federico II di Napoli e segretario nazionale SIU- il testosterone subisce un calo di circa l'1% l'anno: intorno ai 50 anni, e ancor di più a 60 anni e oltre, la quantità in circolo dell'ormone può essere talmente bassa da provocare i sintomi di un vero e proprio climaterio in versione maschile”. “L'ipoandrogenemia a sua volta favorisce un quadro clinico caratterizzato da obesità, riduzione della massa magra, osteoporosi, aumento delle patologie cardiovascolari, compromissione delle funzioni cognitive e quindi compromissione della qualità di vita... Risulta evidente la relazione tra sindrome metabolica e basso livello di ormoni sessuali... Dunque è fondamentale intervenire appena si presentano sintomi sospetti, primo tra tutti il calo del desiderio3”. Cosa dicono gli studi Tutte queste affermazioni appaiono in contrasto con le evidenze scientifiche. Prima di tutto non è dimostrato che se i livelli di testosterone si abbassano, la salute, anche sessuale, di un uomo sia a rischio, mentre è dimostrato che il tentativo di ripristino può avere esiti negativi. Inoltre, gli sudi indicano che in presenza di bassi livelli di testosterone, la terapia sostitutiva non serve o non rappresenta una soluzione proponibile. E' il caso dei diabetici con sindrome metabolica (la categoria di pazienti chiamata in causa nel simposio), nei quali corrette abitudini alimentari e una attività fisica regolare sono le uniche misure in grado di aumentare i livelli di testosterone e il benessere individuale con benefici molteplici in termini di salute4. Ed è il caso degli anziani nei quali una supplementazione con testosterone non migliora le funzioni cognitive, l'umore e la qualità di vita5. A cura del dott. M. Miselli Bibliografia 1. Kermode-Scott B. Canadian regulators dismiss complaint about campaign publicising low testosterone. BMJ 2011 August 31; 343:d5501. 2. Basaria S et al. Adverse events associated with testosterone administration. N Engl J Med 2010; 363:109-22. 3. www.quotidianosanita.it. 4. Grossmann M. Low testosterone in men with type 2 diabetes: significance and treatment. J Clin Endocrinol Metab 2011; 96:2341-53. 5. Haren MT et al. Effect of oral testosterone undecanoate on visuospatial cognition, mood and quality of life in elderly men with low-normal gonadal status. Maturitas 2005; 50:123-33. Unifarm S.p.A. Via Provina, 3 38123 Ravina (TN) tel. 0461 901111 [email protected] www.intesa.unifarm.it