Informazioni di base sulla prevenzione nel settore dell`alcol

Eidgenössische Kommission für Alkoholfragen
Commission fédérale pour les problèmes liés à l'alcool
Commissione federale per i problemi inerenti all'alcol
Cumissiun federala per dumondas d'alcohol
________________________________________
Informazioni di base sulla prevenzione
nel settore dell’alcol
________________________________________
Novembre 2010
1
IN COSA CONSISTE LA PREVENZIONE NEL SETTORE DELL’ALCOL?
3
2
PERCHÉ È NECESSARIA LA PREVENZIONE?
3
3
PREVENZIONE STRUTTURALE
4
3.1
Prevenzione attraverso la formazione dei prezzi
3.1.1
Gli aumenti di prezzo limitano il consumo e le sue conseguenze dannose
3.1.2
Imposizione fiscale dei prodotti alcolici
3.1.3
Altre misure legate al prezzo
3.1.4
La situazione attuale in Svizzera
4
4
5
5
5
3.2
Limitazione della pubblicità dell’alcol
3.2.1
Influsso della pubblicità dell’alcol sul consumo
3.2.2
Ripercussioni della pubblicità dell’alcol sui bambini e gli adolescenti
3.2.3
La regolamentazione in vari Paesi
3.2.4
Nuove forme di pubblicità: Internet, sponsorizzazione, product placing
3.2.5
La situazione attuale in Svizzera
6
6
6
7
7
7
3.3
Limitazione della disponibilità
3.3.1
Limiti di età
3.3.2
Limitazione dei punti di vendita
3.3.3
Limitazione degli orari di vendita
3.3.4
Regolamentazione del mercato: monopoli statali e licenze
3.3.5
La situazione attuale in Svizzera
8
8
8
9
9
9
3.4
Misure nella circolazione stradale
3.4.1
Abbassamento del tasso limite di alcolemia
3.4.2
Controlli casuali dell’alcolemia e controlli in caso di sospetto
3.4.3
Misure speciali per i giovani e i neoconducenti
3.4.4
Possibilità di mobilità alternativa
3.4.5
La situazione attuale in Svizzera
10
10
10
11
11
11
3.5
Configurazione dell’ambiente di consumo
3.5.1
Formazione e responsabilità del personale di servizio
3.5.2
Mobilitazione comunale
12
12
12
4
PREVENZIONE COMPORTAMENTALE
13
4.1
Trattamento e interventi precoci
4.1.1
Interventi brevi
4.1.2
Istituzioni specializzate e gruppi di autoaiuto
13
13
13
4.2
Strategie educative e informative
4.2.1
Iniziative mediatiche: mass media e contropubblicità
4.2.2
Avvertenze e raccomandazioni per un consumo a basso rischio
4.2.3
Programmi nelle scuole
14
14
14
14
5
BIBLIOGRAFIA
16
2/18
1
In cosa consiste la prevenzione nel settore dell’alcol?
La prevenzione dell’alcolismo è la somma di tutti gli sforzi volti a ridurre il consumo problematico di
alcol e le sue conseguenze negative, anche su terzi.1 Si distinguono due approcci, che si completano
a vicenda: la prevenzione strutturale e la prevenzione comportamentale. Nella prevenzione strutturale
rientrano ad esempio le misure di sicurezza nella circolazione stradale o i limiti di età, mentre per prevenzione comportamentale s’intendono ad esempio le campagne mediatiche o i programmi di prevenzione nelle scuole. Tutte le misure di prevenzione fanno leva sulla relazione tra il consumo di alcol, la
salute e il bene comune sociale.
Numerosi studi mostrano quali sono le misure di successo e di provata efficacia dal punto di vista
della sanità pubblica. Nel complesso, le misure incentrate sui singoli individui (prevenzione comportamentale) risultano nettamente meno efficaci delle disposizioni strutturali, che coinvolgono l’intera
popolazione (prevenzione strutturale).
Ripercussioni sulla salute di varie misure di politica
in materia di alcol nei Paesi dell’Europa occidentale,
espresse in DALY
Costo di varie misure di politica in materia
Kosten von unterschiedlichen alkoholpolitischen
di
alcol nei Paesi
dell’Europa
occidentale,
Massnahmen
in den
westeuropäischen
Staaten (pro 100
per 100 persone
all’annound
in euro
Personen
Jahr in Euro)
1'800
200
1'600
180
1'400
160
1'200
140
1'000
120
800
100
80
600
60
400
40
200
20
0
0
DALY (Disability Adjusted Life Years) per un milione di
persone all’anno
Interventi medici brevi
Kosten
Personen
und in
Jahr
in Euro
Costo
perpro
100100
persone
all’anno
euro
Controlli casuali sulle strade
Aumenti di prezzo
Limitazione della disponibilità
Divieti di pubblicità
InterventiKurzinterventionen
medici brevi
ärztliche
Zufallskontrollen
Controlli casualiim
sulle
Strassenverkehr
strade
Preiserhöhungen
Aumenti di prezzo
Einschränkung
derdisponibilità
Erhältlichkeit
Limitazione della
Werbeverbote
Divieti di pubblicità
Fonte: Anderson, P. / Baumberg, B. (2006): Alcohol in Europe. A public health perspective, Report for the European
Commission, London, Institute of Alcohol Studies. P.es., aumentando i prezzi delle bevande alcoliche, su un milione
di abitanti si guadagnano all'anno quasi 1600 anni di vita senza disabilità, ossia anni di vita in ottimo stato di salute
(su 100 abitanti ciò corrisponde a un guadagno di circa 2 mesi senza disabilità). I DALI descrivono la differenza tra
una situazione reale e una situazione ideale in cui ogni persona vive in ottima salute fino alla vecchiaia, ciò che corrisponde ai valori standard dell'aspettativa di vita.
Tra le strategie di prevenzione più efficaci figurano misure come la formazione dei prezzi, la limitazione della disponibilità, restrizioni della pubblicità o misure concernenti la sicurezza della circolazione.
Queste misure di regolazione del mercato non solo sono efficaci, ma possono anche essere introdotte
e attuate a basso costo. Pur essendo efficaci, gli interventi medici brevi comportano invece maggiori
costi. Il successo della prevenzione presuppone una combinazione di più misure.2
2
Perché è necessaria la prevenzione?
L’alcol diventa un problema quando è consumato in quantità eccessive, troppo spesso o in situazioni
inadeguate (ad esempio al volante o durante la gravidanza). Oltre ai danni alla salute fisica, psichica e
1
2
UFSP 2007.
Babor et al, 2005.
3/18
sociale, il consumo problematico di alcol provoca ingenti costi sociali: in Svizzera, i costi sociali
dell’abuso di alcol ammontano a 6,5 miliardi di franchi all’anno.3 Il consumo problematico si ripercuote
sull’intera società. L’alcol aumenta infatti ad esempio la propensione alla violenza ed è all’origine di
numerosi incidenti e malattie.
Particolare preoccupazione desta il binge drinking tra gli adolescenti e i giovani adulti: nel 2007, in
Svizzera ogni giorno sono stati trasportati all’ospedale per intossicazioni alcoliche o alcoldipendenza
circa sei adolescenti o giovani adulti.4
3
Prevenzione strutturale
Il metodo più efficace ed economico per combattere i problemi riconducibili all’alcol è la prevenzione
strutturale, e cioè l’adozione di misure strutturali. Le misure strutturali permettono di creare condizioni
quadro che pongono dei limiti al consumo di alcol e riducono gli incentivi a consumare alcol. Sono
così create condizioni di vita, lavoro, mercato e ambiente che rappresentano premesse favorevoli per
una relazione responsabile con l’alcol. Il consumo di alcol può essere influenzato ad esempio attraverso i prezzi e l’imposizione fiscale, disposizioni concernenti la reperibilità locale o temporale, limiti di
età, misure volte ad aumentare la sicurezza della circolazione o a limitare la pubblicità dell’alcol.
Per far sì che la prevenzione strutturale sia coronata da successo è necessario che la popolazione
accetti e condivida le leggi e che i servizi competenti ne sorveglino il rispetto.
3.1
Prevenzione attraverso la formazione dei prezzi5
Le variazioni dei prezzi dell’alcol influenzano la domanda. Lo dimostrano numerosi studi: se i prodotti
alcolici diventano più cari, il consumo diminuisce e viceversa. Sono soprattutto gli adolescenti e le
persone dedite al binge drinking, ma anche i bevitori cronici a reagire in modo sensibile alle variazioni
di prezzo. Se si riesce a contenere il consumo mediante prezzi più alti, diminuiscono anche i problemi
causati dall’alcol, come la violenza o gli incidenti della circolazione e sul lavoro, nonché le morbilità e
la mortalità dovute all’alcol. La regolazione del consumo attraverso i prezzi dell’alcol costituisce quindi
una delle strategie d’intervento più efficaci ed è utilizzata dagli Stati del mondo intero per arginare
l’abuso di alcol. L’influsso attraverso le imposte e i prezzi è facilmente realizzabile attraverso le leggi e
ben attuabile nella pratica.
3.1.1
Gli aumenti di prezzo limitano il consumo e le sue conseguenze dannose
La stretta correlazione tra i prezzi dell’alcol e il consumo è dimostrata anche per la Svizzera: dopo che
nel luglio 1999 la Svizzera è stata costretta ad abbassare fino al 50 per cento le imposte sui superalcolici importati a causa dell’Accordo generale su le tariffe doganali e il commercio (GATT), il consumo
di superalcolici in Svizzera è cresciuto.6
Se il consumo di alcol si riduce, diminuiscono nettamente anche i danni e le malattie causati dall’alcol.
Molti ricercatori hanno analizzato le ripercussioni della politica dei prezzi sui problemi correlati all’alcol.
In seguito ad aumenti dei prezzi dell’alcol in singoli Stati degli USA è così stato dimostrato un calo
della mortalità per cirrosi epatica e degli incidenti mortali della circolazione. Soprattutto l’aumento delle
imposte sulla birra si è tradotto in netti cali degli incidenti mortali della circolazione, sia tra gli adolescenti che negli altri gruppi di popolazione.7 Nella ricerca sull’alcol è provato che in seguito agli aumenti dei prezzi dell’alcol nel complesso la probabilità di guidare in stato di ebbrezza e di conseguenza anche gli incidenti stradali diminuiscono.
L’aumento dei prezzi dell’alcol riduce anche la violenza: vari studi rivelano che gli assassini e altri
crimini, tra cui rapine, stupri, lesioni personali, furti d’auto o maltrattamenti di minori, diminuiscono in
seguito a un aumento dei prezzi dei prodotti alcolici.8
3
Jeanrenaud 2003.
Wicki, M. / Gmel G. (2009).
5
Se non specificato altrimenti cfr. Babor et al. 2005, capitolo 6.
6 Faits et chiffres, Addiction Info Suisse, http://www.sucht-info.ch/fr/faits-et-chiffres/alcool/imposition/imposition-des-spiritueux/.
7 Chalapouka et al. 1993.
8 Chaloupka 2009; Babor et al. 2005.
4
4/18
3.1.2
Imposizione fiscale dei prodotti alcolici
La maggior parte dei Paesi non lascia i prezzi delle bevande alcoliche unicamente al mercato, ma li fa
lievitare mediante imposte e tasse. Questa misura preventiva è molto economica per lo Stato e al
tempo stesso molto efficace: permette di generare entrate per lo Stato e contemporaneamente di ridurre i danni causati dall’alcol. Un’imposizione eccessiva dell’alcol può tuttavia avere degli effetti collaterali sotto forma di contrabbando o commercio illegale. Le alternative di consumo possono costituire
un’altra conseguenza negativa: gli adolescenti e i consumatori frequenti, ad esempio, ripiegano spesso su prodotti a minor prezzo e di minor qualità (ad esempio la vodka a basso costo). Le imposte
sull’alcol restano tuttavia uno strumento efficace ed economico della politica sull’alcol: il risultato è
infatti sempre una riduzione del consumo e dei danni associati.
Negli ultimi decenni, in molti Paesi i prezzi reali dell’alcol sono diminuiti, tra l’altro anche perché le
imposte non sono state aumentate parallelamente all’inflazione. L’accessibilità dell’alcol è cresciuta
del 50 per cento solo dagli anni 1990, determinando un incremento evidente dei danni riconducibili al
consumo.9 Per tener conto dell’inflazione tra il 1993 e il 2002, negli Stati dell’UE le aliquote di accisa
dovrebbero essere aumentate del 24 per cento.10
3.1.3
Altre misure legate al prezzo
Se le bevande alcoliche sono offerte al di sotto del prezzo di vendita mediante azioni e promozioni, il
consumo aumenta soprattutto tra gli adolescenti e i giovani adulti e cresce il rischio di binge drinking.
Normative concernenti queste riduzioni dei prezzi permettono di attenuare tali conseguenze.11 Sul
territorio europeo vi sono casi isolati di divieti di praticare sconti, benché un divieto generale delle riduzioni dei prezzi sarebbe la soluzione più efficace.
Accanto alle misure concernenti i prezzi dell’alcol, per ridurre il consumo di alcol è possibile ridurre
contemporaneamente anche i prezzi delle bevande analcoliche, in modo da promuoverne il consumo.
In molti Paesi vige una normativa secondo cui gli esercizi pubblici devono offrire bevande analcoliche
a un prezzo più vantaggioso della bevanda alcolica che costa meno.12
3.1.4
La situazione attuale in Svizzera
La competenza di prelevare un’imposta di consumo sui superalcolici è sancita dalla Costituzione federale (art. 131 Cost.) e dal 1999 vige un’aliquota unitaria di 29 franchi al litro di alcol puro − per i superalcolici importati e prodotti in Svizzera. Per motivi di politica sanitaria (tutela della gioventù) dal 2004
è prelevata un’imposta speciale (tassa d’incentivazione) sugli alcopop a base di superalcolici (116
franchi per litro di alcol puro), il che ha ridotto nettamente il fatturato di questi prodotti.13 Le entrate
fiscali annuali dell’imposta sui superalcolici ammontano a 300 milioni di franchi, di cui il 10 per cento
(la cosiddetta decima dell’alcol) va ai Cantoni ed è destinato espressamente alla lotta contro i problemi di dipendenza. In Svizzera, i superalcolici non possono essere offerti gratuitamente o a prezzi di
vendita che non coprono i costi (ad esempio durante le «happy hour»).
Anche l’imposta sulla birra è sancita nella Costituzione federale (art. 131 Cost.). Dalla revisione del
2007, la legge sull’imposizione della birra non è più dettata da ragioni puramente fiscali, ma persegue
anche obiettivi di politica sanitaria: le aliquote applicate dipendono dal grado alcolico della birra – in
altre parole le birre più forti sono tassate maggiormente. L’imposta sulla birra genera un gettito fiscale
di circa 100 milioni di franchi all’anno, che confluiscono nella cassa generale dello Stato.
Per l’imposizione fiscale del vino non esiste alcuna base costituzionale: il vino non può quindi essere
gravato di nessuna imposta di consumo. Manca la base costituzionale anche per l’introduzione di
un’imposta speciale sugli alcopop a base di birra e di vino.
Per principio, in Svizzera le misure di formazione dei prezzi rientrano nella sfera di competenza della
Confederazione. La maggior parte dei Cantoni ha però introdotto, a titolo complementare, un cosiddet9
Rabovich et al. 2009. I
Commissione della Comunità europea 2004.
11
Meier et al. 2008.
12
Rabovich et al. 2009.
13
Niederer et al. 2008.
10
5/18
to «articolo sullo sciroppo» volto a promuovere le bevande analcoliche: gli esercizi pubblici devono
offrire un certo numero di bevande analcoliche a un prezzo inferiore a quello della bevanda alcolica
meno cara.
Come in altri Paesi europei, anche in Svizzera l’accessibilità dell’alcol è aumentata. Oggi, per acquistare bevande alcoliche in Svizzera ci vuole almeno il 30 per cento di salario in meno rispetto alla
metà degli anni 1960.
3.2
Limitazione della pubblicità dell’alcol
La pubblicità dell’alcol influenza favorevolmente l’atteggiamento nei confronti di questo bene di consumo – in particolare nei bambini e negli adolescenti. È dimostrato che gli adolescenti esposti con
maggior frequenza alla pubblicità dell’alcol bevono di più.14 È inoltre noto che i divieti di pubblicità
influenzano il consumo di alcol. Un divieto totale di pubblicità permette di ridurre il consumo pro capite
in media del 5-8 per cento.15
Una legislazione meno restrittiva, che disciplina solo singole bevande alcoliche o solo singole forme di
pubblicità dell’alcol, può portare a una sostituzione con altre bevande o forme di pubblicità.16 Ciò spiega perché singoli studi non dimostrano alcuna correlazione tra divieti parziali di pubblicità e consumo
di alcol.
Le limitazioni della pubblicità rientrano tra le misure più economiche della politica sull’alcol e sono
particolarmente efficaci se colpiscono l’intero marketing dell’alcol.17
3.2.1
Influsso della pubblicità dell’alcol sul consumo
All’inizio degli anni 1990 sono state analizzate regolamentazioni differenti di vari Paesi: nei Paesi con
un divieto di pubblicità per i superalcolici, la quantità consumata era inferiore del 16 per cento rispetto
ai Paesi senza divieto. I Paesi con divieti della pubblicità della birra, del vino e dei superalcolici presentavano quantità di consumo inferiori di un ulteriore 11 per cento rispetto ai Paesi in cui vigeva unicamente un divieto dei superalcolici. Il minor consumo di alcol riduce anche i danni causati dall’alcol: è
stato dimostrato tra l’altro che nei Paesi con divieti di pubblicità dell’alcol si verificano meno incidenti
stradali correlati all’alcol.18
3.2.2
Ripercussioni della pubblicità dell’alcol sui bambini e gli adolescenti
Attraverso la pubblicità viene creata un’immagine positiva, che associa il consumo di alcol a comportamenti socialmente apprezzabili, come il cameratismo, l’accettazione sociale da parte dei coetanei e
la virilità. L’intento è di caratterizzare positivamente l’immagine del consumatore di alcolici..
L’esposizione ripetuta alla pubblicità dell’alcol serve così da un lato a reclutare nuove generazioni di
potenziali consumatori di alcol e dall’altro a mantenere il consumo attuale.19 Nella letteratura vi è unanimità nel ritenere che il marketing induce effettivamente i giovani consumatori a bere alcol.20 Da un
lato la pubblicità dell’alcol aumenta la probabilità che gli adolescenti inizino a bere e dall’altro influenza
la quantità complessiva consumata come pure la quantità bevuta in un’unica occasione.21 All’età di 21
anni, gli adolescenti che all’età di 18 anni avevano reagito più favorevolmente alla pubblicità dell’alcol
sono maggiori consumatori di alcol e dichiarano più aggressioni correlate all’alcol.22
L’esposizione alla pubblicità dell’alcol può anche far sì che un forte consumo di alcol sia promosso a
norma. I soggetti di uno studio che ricordavano meglio pubblicità dell’alcol stimavano la frequenza di
consumo dei loro conoscenti nettamente più alta di quanto non fosse in realtà.
14 Anderson, 2007 / Snyder et al., 2006.
15 Rehm, 2004.
16 Anderson, 2007.
17
Babor et al 2005
18 Saffer, 1991, 1992.
19 Rehm, 2004.
20 Hustings et al., 2005.
21 Anderson, 2007.
22 Rehm, 2004.
6/18
3.2.3
La regolamentazione in vari Paesi
Nel 1989, l’UE ha emanato delle direttive in materia di pubblicità, che tutti gli Stati devono adottare
quale standard minimo.23 Queste direttive prevedono tra l’altro che la pubblicità non può rivolgersi in
modo specifico ai minori e non è ammessa nessuna associazione tra il consumo di alcol e un miglioramento della prestazione fisica o la guida di veicoli. La maggior parte dei Paesi dell’UE limita però
ulteriormente la pubblicità dell’alcol, seppure in misura molto variabile. Ad applicare le disposizioni più
severe sono i Paesi nordici: in Norvegia, l’industria dell’alcol è soggetta a un divieto totale di pubblicità
e sponsorizzazione. Anche la legislazione francese è piuttosto severa: dal 1991, la «loi Évin» vieta la
sponsorizzazione come pure la pubblicità diretta e indiretta per le bevande alcoliche alla televisione e
al cinema.
Anche in molti Stati degli USA vigono disposizioni contro la pubblicità dell’alcol o determinati contenuti
pubblicitari. Finora non si è tuttavia riusciti ad adottare una legislazione nazionale unitaria.
In vari Paesi, nel settore della pubblicità dell’alcol si fa leva sull’autocontrollo dell’industria: di fronte
alla minaccia di un controllo statale, l’industria si autolimita volontariamente. Siccome questa autodisciplina è contraria agli interessi economici, vi è il rischio che la regolamentazione resti esigua e la
vigilanza lacunosa.24 In Australia, negli USA e in Gran Bretagna, i tentativi di un’autolimitazione nella
pubblicità dei superalcolici sono falliti.25
3.2.4
Nuove forme di pubblicità: Internet, sponsorizzazione, product placing
Se viene vietata la pubblicità dell’alcol classica, i produttori hanno a disposizione numerosi vettori
pubblicitari su cui ripiegare. Spesso le strategie pubblicitarie alternative si concentrano sui nuovi media, come Internet o gli SMS, e si rivolgono agli adolescenti. Negli ultimi anni è stato utilizzato quale
vettore pubblicitario soprattutto Internet, dal momento che offre le possibilità di una commercializzazione globale. Un’analisi del contenuto di vari siti web dedicati all’alcol realizzata in Australia tenendo
conto del controllo volontario dei contenuti pubblicitari ha rivelato che Internet permette un marketing
dell’alcol incentrato su gruppi target minorenni: alcuni siti web violano pertanto il codice dell’autodisciplina.
La sponsorizzazione assume grande importanza laddove la pubblicità dell’alcol alla radio e alla televisione è completamente o parzialmente vietata. La pubblicità dell’alcol è associata volentieri ad attività
sportive, il che è allettante soprattutto per il gruppo target degli uomini giovani. In televisione, la sponsorizzazione da parte dell’industria dell’alcol ha un effetto analogo a quello della pubblicità diretta. È
inoltre possibile aggirare le misure statali con la trasmissione internazionale di manifestazioni sportive.
Grandi imprese che pubblicizzano alcol possono così raggiungere anche Paesi che applicano restrizioni sull’alcol (come la Francia o la Norvegia).
I divieti di pubblicità per i prodotti alcolici sono aggirati anche con la pubblicità per la birra senz’alcol:
utilizzando gli stessi marchi, gli stessi loghi e la stessa drammaturgia del prodotto alcolico, il messaggio promozionale è trasmesso lo stesso.
L’alcol è anche mostrato o consumato in molti film. Il 92 per cento dei film statunitensi del 1996/97 più
apprezzati contiene scene in cui si beve alcol, in quasi il 9 per cento dei film è addirittura mostrato il
consumo di alcol da parte di minori. Nell’86 per cento dei programmi televisivi (ad esempio le serie
televisive) compaiono bevande alcoliche, in forma visiva o verbale.26
3.2.5
La situazione attuale in Svizzera
In Svizzera è vietata qualsiasi pubblicità di prodotti alcolici indirizzata espressamente a minori di 18
anni. Sono così vietate la pubblicità in luoghi frequentati soprattutto da adolescenti, la pubblicità su
riviste destinate a giovani lettori così come la consegna di oggetti promozionali ad adolescenti (art. 11
23
Direttiva 89/552/CEE del Consiglio, del 3 ottobre 1989, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative,
regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti l’esercizio delle attività televisive.
Caswell / Maxwell, 2005.
25
Fielder et al. 2009 ; Babor et al. 2005 ;Jackson et al. 2000.
26
Anderson / Baumberg, 2006.
24
7/18
ODerr). Alla pubblicità di superalcolici si applicano anche altre disposizioni: è vietato pubblicizzare
superalcolici sugli edifici pubblici, sui campi sportivi e durante manifestazioni sportive come pure nei e
sui mezzi pubblici. La pubblicità dei superalcolici deve essere obiettiva e non può contenere confronti
di prezzi o promesse di regali o altre agevolazioni.
Alcuni Cantoni hanno adottato regolamentazioni che vanno oltre le disposizioni a livello federale: nel
Cantone di Ginevra, ad esempio, vige un divieto totale della pubblicità dell’alcol. In alcuni Cantoni è
vietata o soggetta a restrizioni la pubblicità per le bevande alcoliche sul suolo pubblico o visibili dal
suolo pubblico. Sono in vigore anche divieti della pubblicità su manifesti per i prodotti alcolici a partire
dal 15 per cento in volume o divieti di pubblicità in edifici pubblici.
3.3
Limitazione della disponibilità27
La regolamentazione della disponibilità è una delle strategie più vecchie per ridurre l’entità dei danni
provocati dal consumo di alcol. Esistono varie possibilità per limitare la reperibilità delle bevande alcoliche: ad esempio mediante divieti di consumo o consegna ad adolescenti o limitazioni locali o temporali della vendita. La disponibilità dell’alcol può essere controllata anche attraverso monopoli di vendita, come quelli vigenti tra l’altro in ampie parti del Canada o della Norvegia. Le misure di limitazione
della disponibilità dell’alcol costano poco e sono uno strumento di prevenzione efficace per ridurre i
problemi riconducibili all’alcol.
3.3.1
Limiti di età
Nella maggior parte dei Paesi esistono leggi che vietano la vendita di alcol ad adolescenti e giovani
adulti. Praticamente ovunque, l’età minima per l’acquisto di bevande alcoliche è compresa tra 16 e 21
anni. La fissazione di un’età minima è un metodo molto efficace per ridurre il consumo giovanile di
alcol e le sue conseguenze.28 Permette in particolare di aumentare la sicurezza del traffico: studi realizzati negli USA mostrano che l’introduzione di un’età minima legale di 21 anni determina una riduzione generale e durevole degli incidenti della circolazione causati dall’alcol.29 Un’età minima più alta per
l’acquisto di alcol può determinare un calo fino al 25 per cento del numero di incidenti della circolazione causati dall’alcol e ridurre anche altri danni correlati all’alcol.30 I limiti di età sono importanti anche
in un’ottica sanitaria: i minori di 18 anni non hanno ancora completato il processo di maturazione neuronale. È pertanto presumibile che il loro cervello sia particolarmente sensibile agli effetti dell’alcol. In
questa fascia di età, un consumo eccessivo di alcol può causare danni misurabili dello sviluppo cerebrale e del rendimento, oltre ad aumentare la probabilità di una futura alcoldipendenza.31
Un limite di età per l’accesso all’alcol ha tuttavia un’azione protettiva solo se è controllato severamente e se le infrazioni sono sanzionate. In occasione di un’indagine realizzata nel 2007 nelle scuole, il 74
per cento dei quindicenni, a cui non può ancora essere venduto alcol legalmente, ha dichiarato di aver
consumato alcol nei 30 giorni precedenti. Per quanto riguarda la reperibilità, l’87 per cento dei quindicenni ha risposto che è «molto facile» o «abbastanza facile» procurarsi birra.32
3.3.2
Limitazione dei punti di vendita
Si applicano anche restrizioni puntuali in luoghi in cui il consumo di alcol è considerato problematico,
ad esempio nelle aree di sosta lungo le autostrade, alle stazioni di benzina o negli stadi. Vari studi
indicano che una concentrazione di negozi e locali che offrono alcol determina una concentrazione di
problemi riconducibili all’alcol, come incidenti stradali o aggressioni violente. Una maggior densità di
punti di vendita fa aumentare anche il consumo di alcol da parte di adolescenti e giovani adulti.33
27
Se non specificato altrimenti cfr. Babor et al. 2005, capitolo 7.
OMS 2009.
Cfr. ad es. Waagenar / Toomey 2000.
30
Rehn et al. 2001.
31
Zimmermann et al. 2008.
32
Gmel et al. 2009.
33
OMS 2009.
28
29
8/18
Indagini condotte in Finlandia e in Svezia dimostrano che la densità di negozi che offrono alcol influenza il consumo. In entrambi i Paesi, la liberalizzazione della vendita di birra nei negozi di alimentari
si è tradotta in un maggior consumo di alcol: in Finlandia il consumo è aumentato del 46 per cento e in
Svezia del 15 per cento, per poi ridiscendere della stessa percentuale dopo la revoca della liberalizzazione.
Un’elevata densità di punti di vendita facilita l’accesso all’alcol; una densità più bassa aumenta invece
l’onere per procurarsi l’alcol, il che può in parte distogliere dal consumo. Se però esiste già un’elevata
densità di negozi, modifiche minime non hanno ripercussioni percettibili sul tasso di problemi; si osservano tuttavia riduzioni puntuali.
La reperibilità è talvolta limitata anche temporaneamente. L’UEFA vieta ad esempio la vendita di alcol
durante le sue partite per innalzare la sicurezza e l’ordine.34
3.3.3
Limitazione degli orari di vendita
La limitazione degli orari di vendita di alcol a determinate ore del giorno o a determinati giorni della
settimana permette di ridurre il consumo di alcol e i problemi associati. Gli effetti non sono compensati
da maggiori acquisti negli altri orari. Un esempio: in un Comune australiano, limitazioni temporali della
vendita hanno diminuito il consumo di alcol del 19,4 per cento nel giro di due anni e ridotto notevolmente il numero di arresti, ricoveri in ospedale e donne rivoltesi a case di accoglienza. Altro esempio:
nella città brasiliana di Diadema, nel 2002 di fronte all’elevato tasso di reati di omicidi causati dall’alcol
e alle frequenti aggressioni violente contro donne il governo ha deciso di chiudere tutti i bar alle 23.00.
In seguito a tale decisione è stato effettivamente rilevato un significativo calo del 44 per cento dei reati
di omicidio.35
Le limitazioni temporali della vendita colpiscono in particolare gli adolescenti, che di norma non dispongono di scorte di alcol, perché non possono permetterselo o perché non pianificano in anticipo.
3.3.4
Regolamentazione del mercato: monopoli statali e licenze
In alcuni Stati, come ad esempio la Norvegia, vige un monopolio sulla vendita di bevande alcoliche.
Essendo possibile vendere alcol solo nei punti di vendita statali, lo Stato può influenzare l’accesso e di
conseguenza il consumo sia riducendo la densità che limitando gli orari di apertura. I monopoli statali
consentono anche un miglior controllo della produzione, dell’importazione e del commercio e aumentano le entrate statali provenienti dalla vendita di prodotti alcolici.
Oggi i monopoli statali sono continuamente allentati e molti Stati applicano sistemi di licenze per regolamentare il mercato. Il rilascio di licenze permette allo Stato di regolare determinati settori e ad esempio autorizzare ristoratori o imprese commerciali a servire o vendere bevande alcoliche. L’obiettivo è di
applicare sistematicamente disposizioni come l’età minima o la limitazione degli orari di apertura: le
infrazioni alle disposizioni possono essere sanzionate con la revoca della licenza. La minaccia della
revoca della licenza è uno strumento molto efficace per far applicare le disposizioni, soprattutto se i
commercianti dipendono dalla vendita di alcol.36
3.3.5
La situazione attuale in Svizzera37
A livello federale, in materia di disponibilità esistono unicamente disposizioni concernenti la tutela
della gioventù: non possono essere consegnate bevande alcoliche a bambini e adolescenti minori di
16 anni (art. 11 ODerr) e superalcolici a minori di 18 anni (art. 41 LAlc). L’emanazione di altre disposizioni concernenti la reperibilità rientra nella sfera di competenza dei Cantoni. L’elenco delle disposizioni cantonali in materia di limitazione della disponibilità è lungo e vario.
In molti Cantoni vigono divieti di vendita parziali: non possono essere vendute bevande alcoliche in
stabilimenti specifici, come ad esempio scuole, piscine, centri giovanili o teatri. Sono noti anche divieti
34
http://de.uefa.com/multimediafiles/download/regulations/uefa/others/70/14/44/701444_download.pdf
Duailibi et al. 2007.
36
OMS 2009.
37
In merito alla stato 2008: Theunert 2008.
35
9/18
di consegna attraverso distributori automatici o divieti di vendita di superalcolici ai chioschi o alle stazioni di benzina. Alcuni Cantoni applicano restrizioni per determinati gruppi di persone: in Ticino vige
ad esempio un’età minima di 18 anni anche per l’acquisto di vino e birra e in diversi Cantoni è vietato
vendere bevande alcoliche a persone ubriache. Vari Cantoni verificano con test di acquisto se il commercio rispetta le prescrizioni concernenti la consegna, ma non esiste ancora una procedura unitaria
in materia di test di acquisto. Per i servizi competenti esiste tuttavia un manuale contenente linee guida per lo svolgimento di tali test.38
Tra le altre prassi cantonali figurano limitazioni temporali della vendita di alcol nelle ore notturne o
divieti di vendita di alcol puntuali, ad esempio durante grandi manifestazioni.
In Svizzera vi sono anche alcune imprese che disciplinano la reperibilità: il grande distributore Coop
vende alcol solo a maggiori di 18 anni e le FFS non vendono alcol nelle stazioni a partire dalle 22.00,
soprattutto per motivi di ordine pubblico. In caso di partite a rischio, gli stadi chiedono alle autorità
locali un divieto di vendita di bevande alcoliche oppure è venduta solo birra leggera.
3.4
Misure nella circolazione stradale39
Molti incidenti della circolazione sono ancora da ascrivere all’alcol al volante. L’idoneità alla guida è
fortemente ridotta dal consumo di alcol: la vista nonché la capacità di concentrazione, reazione e coordinamento diminuiscono e la propensione al rischio aumenta già a partire da un tasso alcolemico
(TA)40 dello 0,3 per mille. Rispetto a un TA dello zero per mille, con un TA dello 0,5 per mille il rischio
di incidente causato dall’alcol è il doppio e con un TA dell’1,5 per mille il rischio di incidente è addirittura di cento volte più alto. Benché negli ultimi anni il tasso di incidenti della circolazione causati
dall’alcol sia calato continuamente, in Svizzera la quota di vittime dell’alcol resta pur sempre del 14
per cento del totale delle vittime della circolazione.41 La mortalità negli incidenti della circolazione causati dall’alcol è superiore alla media: la probabilità di un esito letale è quasi il doppio rispetto agli altri
incidenti della circolazione.42
3.4.1
Abbassamento del tasso limite di alcolemia
Data la stretta correlazione tra il rischio di incidente e il TA, la maggior parte dei Paesi ha introdotto
leggi che stabiliscono un valore limite (di norma lo 0,5 o lo 0,8 per mille) e sanzionano le infrazioni.43
Questa misura dissuade i conducenti dal mettersi al volante sotto l’effetto dell’alcol: aumenta infatti la
paura di controlli. I tassi limite di alcolemia hanno sempre un effetto positivo sugli incidenti della circolazione causati dall’alcol e sul TA dei conducenti, riducendoli. Questi successi hanno indotto molti
Paesi a fissare tassi limite di alcolemia sempre più severi.
Benché l’effetto delle leggi concernenti il TA sia generalmente favorevole, duraturo ed economico, con
il tempo l’azione dissuasiva può indebolirsi se diminuisce la paura di incappare in un controllo.
3.4.2
Controlli casuali dell’alcolemia e controlli in caso di sospetto
La probabilità di essere scoperti e puniti in caso di infrazione del tasso limite di alcolemia può essere
accresciuta con controlli frequenti e visibili del TA. Controlli di polizia intensificati e visibili inducono gli
utenti della strada a stimare più alta la probabilità di essere scoperti in stato di ebbrezza e a rinunciare
maggiormente a mettersi al volante dopo aver bevuto.
I controlli dell’alcolemia casuali o senza indizi di ebrietà rappresentano un’alternativa ai controlli limitati
alle persone sospettate dalla polizia di guida in stato di ebbrezza. I controlli casuali sono nettamente
più efficaci dei controlli in caso di sospetto, dal momento che può essere richiesto un test a qualsiasi
conducente.
38
Scheuber et al. (2009). Reperibile anche sulla homepage dell’UFSP.
Se non specificato altrimenti cfr. Babor et al. 2005, capitolo 9.
Il livello di alcol nel sangue è detto tasso di alcolemia (TA). Oltre che dalla quantità consumata, esso dipende anche da fattori
come il peso, la velocità con cui si è bevuto e il momento dell’ultima assunzione di alimenti solidi.
41
Rapporto SINUS 2008.
42
Rapporto SINUS 2008.
43
In merito alle limitazioni in vari Paesi: http://www.sfa-ispa.ch/DocUpload/26D.pdf
39
40
10/18
Shults et al. hanno analizzato 23 studi dedicati al tema controlli casuali dell’alcolemia e controlli in
caso di sospetto e hanno rilevato un calo medio del 22 per cento degli incidenti mortali (forcella dal
13% al 36%)44. È inoltre emerso che i controlli casuali dell’alcolemia sono doppiamente più efficaci dei
test dell’alcol in caso di sospetto. Test dell’alcol casuali, ben visibili, hanno un effetto duraturo e significativo sulla riduzione dell’alcol al volante, permettendo così di diminuire anche gli incidenti, le lesioni
e i decessi causati dall’alcol.
Se un controllo rivela un’infrazione al tasso limite di alcolemia fissato dalla legge, i singoli Paesi prevedono multe, revoca della licenza di condurre e/o pene detentive, a seconda della gravità del reato.
La pena più efficace e duratura è la revoca della licenza: tale misura ha un effetto dissuasivo in particolare se può essere eseguita subito dopo l’infrazione, senza procedimenti giudiziari.
3.4.3
Misure speciali per i giovani e i neoconducenti
Nei giovani conducenti, la mancanza di esperienza di guida associata al consumo problematico di
alcol aumenta il rischio di essere coinvolti in incidenti della circolazione (causati dall’alcol). Siccome
misure come formazione dei conducenti e campagne educative si sono spesso rivelate troppo poco
efficaci, in molti Paesi per questo gruppo di età sono state elaborate misure strutturali specifiche per
ridurre l’alcol al volante. Tra le strategie efficaci figurano tassi limite di alcolemia più bassi per questo
gruppo di età, modifica dell’età per ottenere la licenza di condurre o anche un divieto di guida durante
le ore notturne, come vige in alcuni Stati degli USA. Strategie di rilascio della licenza di condurre a
tappe possono integrare tutti questi punti controllando come e quando ai giovani è concessa una licenza di condurre regolare. Molti Paesi fissano i tassi limite di alcolemia per i giovani conducenti a un
livello minimo (0,1-0,2 per mille). Negli USA le leggi sulla tolleranza zero hanno avuto un impatto tangibile: gli incidenti stradali notturni con esito letale di conducenti minori 21 anni sono diminuiti del 20
per cento.
3.4.4
Possibilità di mobilità alternativa
L’alcol è spesso consumato in ambito extradomestico, ad esempio in bar o ristoranti. Sono stati elaborati vari programmi per garantire la sicurezza del trasporto dopo che si è bevuto. Nei cosiddetti programmi «chi guida», prima di iniziare a bere i clienti sono motivati a designare una persona che resti
sobria e riaccompagni a casa il gruppo. Nei programmi di car-sharing sono offerte possibilità di condividere l’automobile per persone ubriache, che altrimenti si metterebbero al volante del loro veicolo. In
generale, queste azioni permettono inoltre di rafforzare la consapevolezza dei rischi dell’alcol al volante. In genere esse raggiungono però un numero relativamente basso di conducenti: finora non è ancora stata dimostrata un’efficacia generale sugli incidenti causati dall’alcol.
3.4.5
La situazione attuale in Svizzera45
Nel 2005, in Svizzera il tasso limite di alcolemia ammesso dalla legge per i conducenti è stato ridotto
dallo 0,8 allo 0,5 per mille e sono stati consentiti controlli dell’alcolemia senza indizi di ebrietà. I conducenti sorpresi con un TA tra lo 0,5 e lo 0,79 per mille sono puniti con una multa. A chi guida
un’automobile con un TA superiore allo 0,8 per mille è revocata la licenza di condurre per almeno tre
mesi e sono inflitti fino a tre anni di pena detentiva. Sulla scia di questa revisione della legge, nel 2005
è stato registrato un netto calo degli incidenti causati dall’alcol.46 Da allora, il numero di incidenti della
circolazione causati dall’alcol ha segnato nuovamente un leggero aumento.47 Rispetto al 2005, il livello
generale delle conoscenze concernenti il tasso limite di alcolemia si è abbassato: nel 2005, grazie a
una campagna informativa a tappeto, il 92 per cento dei conducenti di automobili conosceva il tasso
limite di alcolemia contro solo il 79 per cento nel 2007.48
44
Shults et al. 2001.
Cfr. http://www.bfu.ch/Italian/strassenverkehr/Pagine/AlkoholundDrogen.aspx
46
http://www.bfu.ch/Italian/medien/Pagine/2006_07_12.aspx
47
Rapporto SINUS 2008.
48
Rapporto SINUS 2008.
45
11/18
In Svizzera, per i neoconducenti sono previste la licenza di condurre in prova e una formazione in due
fasi. Il periodo di prova è di tre anni: se viene revocata la licenza in questa fase, il periodo di prova è
prorogato di un anno, in caso di recidiva la licenza è annullata.
In Svizzera vi sono anche vari progetti che offrono o promuovono possibilità di mobilità alternativa: da
oltre 20 anni esiste ad esempio l’azione Nez Rouge. Durante il periodo dell’avvento, le persone che
sono in giro con il loro veicolo e hanno bevuto alcol o sono stanche possono farsi riaccompagnare a
casa in tutta sicurezza con la loro automobile. Un’altra iniziativa si rivolge in modo specifico agli adolescenti: con bevande senz’alcol gratuite e un concorso a premi, il progetto «be my angel tonight»
motiva i giovani conducenti a restare sobri durante le feste per poter poi riaccompagnare a causa gli
amici al termine della serata.49
3.5
Configurazione dell’ambiente di consumo50
L’alcol è spesso consumato non in ambito privato, bensì in un ambiente extradomestico, come un bar
o un ristorante. Queste condizioni quadro possono essere influenzate in modo mirato per ridurre i
potenziali danni causati dal consumo di alcol. L’obiettivo di questa riduzione dei danni non è di impedire il consumo di alcol per principio, bensì di ridurre le quantità consumate. La maggior parte degli interventi sull’ambiente di consumo si concentra sui problemi riconducibili all’alcol.
Il principale vantaggio di un approccio preventivo di questo genere è quello di produrre un’azione a
largo spettro invece di focalizzarsi unicamente sui gruppi a rischio. Gli interventi diretti per ridurre i
danni nei luoghi di consumo sono relativamente recenti e finora sono stati oggetto di poche valutazioni. È stato rilevato che da sola la formazione non è molto efficace. Se abbinata ad altre strategie di
prevenzione, la riduzione dei danni nella situazione di consumo attuale costituisce tuttavia un tassello
utile.
3.5.1
Formazione e responsabilità del personale di servizio
La formazione del personale deve ridurre il consumo di alcol e gli stati di ebbrezza prima del raggiungimento dell’età minima. Le persone che servono bevande alcoliche nei locali devono imparare ad
agire in modo responsabile: attraverso la formazione apprendono comportamenti, conoscenze, capacità e strategie applicabili nella pratica. Imparano a riconoscere le persone ubriache e a negare loro
ulteriore alcol, a svolgere controlli dell’età, a organizzare possibilità di trasporto per le persone ubriache e a evitare problemi con queste persone.
Tali formazioni possono contribuire a ridurre il consumo di alcol e di conseguenza il tasso alcolemico
(TA) dei clienti. Nel complesso, i risultati della ricerca indicano che la formazione del personale permette di evitare il consumo di alcol massiccio e rischioso se va di pari passo con modifiche delle disposizioni di mescita nei locali e se tali disposizioni sono controllate dalla polizia.
Oltre all’insegnamento di pratiche generali concernenti il servizio sono stati sviluppati speciali programmi di formazione per gestire i clienti aggressivi. Diversi di questi programmi si sono tradotti in un
miglioramento delle conoscenze e della relazione con i clienti da parte del personale di servizio e di
sicurezza nei bar. Non è però ancora stato dimostrato un effetto favorevole a lungo termine. Successi
duraturi di progetti di questo genere sono garantiti solo se le formazioni sono ripetute e perfezionate.
In combinazione con il perseguimento penale e la responsabilità del personale, le formazioni sono uno
strumento moderatamente costoso ed efficace per ridurre i problemi correlati all’alcol.
3.5.2
Mobilitazione comunale
I programmi di prevenzione a livello comunale devono attirare l’attenzione sui problemi legati ai luoghi
in cui si consuma alcol. È esercitata una pressione sui gerenti dei locali affinché si assumano la responsabilità per il comportamento dei loro clienti nei confronti del Comune (ad esempio in caso di
rumori molesti). Oltre ai gerenti dei locali, in questi programmi sono spesso coinvolti anche la polizia e
i media locali. Questi programmi a livello comunale possono avere delle ripercussioni favorevoli
49
50
In merito ai due progetti: http://www.nezrouge.ch/de/Home.html e http://www.bemyangel.ch/
Se non specificato altrimenti cfr. Babor et al. 2005, capitolo 8.
12/18
nell’area attorno ai locali e sulle pratiche di servizio e contribuiscono a ridurre gli scontri violenti tra i
clienti.
4
Prevenzione comportamentale
Per prevenzione comportamentale s’intendono misure indirizzate principalmente a singoli individui. La
prevenzione comportamentale si occupa soprattutto di informare e sensibilizzare: mira a promuovere
le competenze sanitarie individuali e i cambiamenti delle abitudini come pure ad avviare processi collettivi d’apprendimento.51 Si tratta quindi di un approccio a lungo termine, i cui effetti non sono dimostrabili immediatamente.
Nella prevenzione comportamentale rientrano strategie educative e informative, come ad esempio
campagne d’informazione attraverso i mass media, avvertenze sulle bevande alcoliche o programmi
educativi nelle scuole. Le strategie educative e informative generano costi relativamente elevati, ma
rispetto alle misure strutturali hanno un effetto minore: la semplice trasmissione di conoscenze non
comporta variazioni del consumo di alcol dimostrabili direttamente.52 Nel settore dei trattamenti medici
risultano promettenti soprattutto gli interventi brevi da parte di medici di famiglia o servizi specializzati.53
4.1
Trattamento e interventi precoci54
Per lungo tempo, il trattamento e la prevenzione sono stati visti come attività differenti e valutati separatamente. Una politica sull’alcol che vuole dedicarsi all’intero ventaglio di problemi correlati all’alcol
presuppone tuttavia una visione globale. Accanto all’utilità individuale, gli interventi di trattamento assicurano anche un’utilità collettiva: da un lato un’offerta di trattamenti dei problemi correlati all’alcol
sensibilizza l’opinione pubblica su tali problemi e dall’altro sgrava le famiglie e le imprese.
I costi delle misure in materia di interventi precoci e trattamento sono molto diversi. Se la promozione
dei gruppi di autoaiuto non costa quasi niente, molti metodi di trattamento tradizionali, come ad esempio i trattamenti stazionari, sono costosi. La classifica dei metodi di trattamento più economici è guidata chiaramente dagli interventi brevi.55
Le probabilità di successo dei vari trattamenti dipendono tuttavia dai singoli individui: non tutti i metodi
di trattamento hanno la stessa efficacia su ogni persona.
4.1.1
Interventi brevi
Gli interventi brevi, effettuati ad esempio da medici di famiglia o servizi specializzati, hanno una debole intensità e una durata breve. L’idea è di motivare, in poche sedute (da 1 a 3), forti consumatori a
passare a un consumo moderato. L’obiettivo è di intervenire prima o subito dopo l’insorgenza di problemi correlati all’alcol.
A più riprese è stato dimostrato il legame tra variazioni clinicamente significative nel comportamento di
consumo in caso di problemi correlati all’alcol e interventi brevi. Studi più recenti mostrano che gli
interventi brevi influenzano non solo il consumo di alcol, ma anche il tasso di mortalità e morbilità, le
lesioni causate dall’alcol, le conseguenze sociali del consumo di alcol nonché i costi del sistema sanitario.56
4.1.2
Istituzioni specializzate e gruppi di autoaiuto
L’offerta di istituzioni e persone che si occupano del trattamento specialistico dei problemi correlati
all’alcol è molto ampia. Negli scorsi anni, le indagini scientifiche sul trattamento dei problemi di alcol si
51
UFSP 2007.
Babor et al. 2005.
53
Chisholm et al. 2004.
54
Se non specificato altrimenti cfr. Babor et al. 2005, capitolo 12.
55
OMS 2009.
56
OMS 2009.
52
13/18
sono concentrate principalmente sull’efficacia delle terapie, dell’intensità dei trattamenti e dei trattamenti su misura per una determinata tipologia di pazienti. Non è però stato possibile fornire prove
coerenti a dimostrazione che i trattamenti stazionari sono più efficaci dell’assistenza ambulatoriale. I
trattamenti stazionari sono tuttavia particolarmente adatti per certe persone – ad esempio quelle che
vivono in un ambiente sociale difficile. Le probabilità di successo di un trattamento variano da una
persona all’altra. Occorrono quindi accertamenti accurati per identificare la forma di trattamento più
adatta.
I gruppi di autoaiuto fungono spesso da terapia alternativa o complementare ad altre offerte di trattamento. Gli incontri di autoaiuto possono essere efficaci soprattutto in combinazione con un aiuto professionale.
4.2
Strategie educative e informative57
Le strategie educative e informative mirano a modificare le conoscenze sull’alcol e sui rischi correlati
all’alcol allo scopo di modificare l’atteggiamento e il comportamento di consumo. Rispetto ad altre
misure di prevenzione, i programmi educativi generano costi elevati e hanno ripercussioni molto scarse sulle quantità consumate e sui problemi correlati all’alcol. Le strategie educative possono avere un
senso a complemento di altre misure. Servono a informare e sensibilizzare. Una prevenzione basata
esclusivamente su programmi educativi è tuttavia troppo debole per contrastare efficacemente altri
influssi che agiscono sull’ambiente circostante.
4.2.1
Iniziative mediatiche: mass media e contropubblicità
La diffusione di informazioni è uno strumento importante per rafforzare la consapevolezza sul consumo problematico di alcol in seno alla popolazione e diffondere conoscenze. Attraverso campagne sui
mass media è possibile informare sui rischi associati all’alcol. Come in molti altri Paesi, anche in Svizzera lo Stato ha promosso campagne educative: la campagna pluriennale dell’UFSP «Che ci cavi?»
ha affrontato vari aspetti del consumo problematico di alcol (ad esempio la dipendenza e il binge drinking), in campagne dell’Ufficio prevenzione infortuni (upi) è stata attirata l’attenzione sui pericoli
dell’alcol al volante.
Non di rado, però, agli ambienti interessati all’educazione (Stato, ONG) mancano i mezzi per competere con una pubblicità dell’alcol costosa e di ottima qualità. Spesso ci si limita quindi a una contropubblicità, e cioè si mira a sminuire l’immagine di un prodotto e a relativizzarne il volume dello smercio
informando sul prodotto e sui suoi effetti. La contropubblicità si distingue da altre campagne informative per il fatto che si schiera apertamente contro la pubblicità di un prodotto. Esperienze fatte negli
USA indicano che una campagna di contropubblicità aggressiva può rappresentare una componente
efficace nell’ambito di una strategia di prevenzione globale.
4.2.2
Avvertenze e raccomandazioni per un consumo a basso rischio
In alcuni Paesi sono prescritte avvertenze su tutte le bevande alcoliche, che informano sui pericoli del
consumo durante la gravidanza, sui pericoli dell’alcol al volante o sul rischio sanitario generale. Le
indagini condotte finora hanno mostrato che, pur aumentando la consapevolezza sui rischi del consumo di alcol, queste avvertenze non comportano praticamente alcuna modifica dei comportamenti.
In alcuni Paesi, studi sull’effetto benefico del consumo moderato di alcol per il cuore e la circolazione
hanno esercitato una pressione sulla politica affinché informasse la popolazione sui vantaggi di un
consumo moderato. Per ora non è chiaro in che misura tali raccomandazioni influenzino il consumo di
alcol.
4.2.3
Programmi nelle scuole
Numerosi studi dimostrano che i programmi nelle scuole sono meno efficaci di altre strategie di prevenzione per ridurre i danni causati dall’alcol.58 Benché sia emerso che tali programmi possono accre57
Se non specificato altrimenti cfr. Babor et al. 2005, capitolo 11.
14/18
scere le conoscenze sull’alcol e sui comportamenti correlati all’alcol, essi non riescono tuttavia a determinare modifiche comportamentali in relazione al consumo di alcol. La semplice trasmissione di
conoscenze nasconde addirittura il pericolo di un effetto controproducente: vi sono infatti indizi del
fatto che in alcuni adolescenti possa favorire il consumo di alcol. Molti programmi scolastici comprendono esercitazioni per acquisire capacità sociali e verbali come pure l’esercitazione a resistere alla
pressione del gruppo e un’educazione normativa. In relazione al consumo di alcol, le valutazioni
scientifiche di questi programmi hanno dato risultati contrastanti: in genere, se i comportamenti appresi non erano «rinfrescati» regolarmente, sono stati ottenuti solo effetti modesti e di breve durata.
Accanto all’educazione scolastica, i programmi combinati comprendono anche interventi a livello della
famiglia o del Comune. In sintesi si può tuttavia rilevare che anche i programmi scolastici combinati
non riescono a ritardare il momento del primo consumo e i loro effetti non vanno oltre il termine del
programma. I programmi scolastici hanno permesso di ridurre il consumo solo in combinazione con
misure strutturali a livello comunale (ad esempio limitazioni della vendita e dell’offerta di alcol ad adolescenti).
Vi sono anche programmi nelle scuole universitarie, in particolare negli USA. Questi programmi mirano sia all’astinenza che alla riduzione dei danni e generalmente comprendono un ventaglio di strategie: opera di convincimento, esercitazione personale, raccomandazioni e regolamentazioni, limitazione dei luoghi di vendita, ecc. Per il momento mancano prove scientifiche convincenti dell’efficacia di
tali programmi, essendo stati solo raramente oggetto di valutazioni.
Tra tutte le misure di prevenzione nel settore dell’alcol, i programmi educativi nelle scuole sono quelli
a cui è attribuita la minor efficacia sui problemi correlati all’alcol.59 In un’ottica a lungo termine, possono però benissimo rivelarsi efficaci, in particolare se sono accompagnati da misure di prevenzione
comportamentale.
58
59
OMS 2009.
OMS 2009.
15/18
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