Progetto finanziato dal OSSERVATORIO NAZIONALE PER IL VOLONTARIATO Direttiva 2008 “COMUNITA’ CHE PROMUOVONO SALUTE” “Tutti hanno diritto, fin dalla prima infanzia, ad una informazione e una educazione valide e imparziali riguardo gli effetti che il consumo di alcol esercita sulla salute, la famiglia e la società” “Tutti i bambini e gli adolescenti hanno il diritto di crescere in un ambiente protetto dalle conseguenze negative del consumo di alcol e, nei limiti del possibile, dalla promozione delle bevande alcoliche” Carta Europea sull’alcol I minori sono un target di popolazione estremamente vulnerabile ai rischi legati al consumo di bevande alcoliche. L’ evidenza corrente indica che l’età di avvio al consumo di alcol in Italia è la più bassa di tutta l’ Europa: 11 anni circa. La diffusione del consumo di alcol nelle nostre comunità, l’iniziazione al bere promossa nella famiglia, le pressioni sociali, mediatiche e pubblicitarie sono fattori che legittimano interventi orientati alla promozione della salute già a partire dalla scuola primaria . Intervenire sull’individuo nel corso della sua naturale crescita da bambino ad adolescente, promuoverne la salute è un’esigenza inderogabile al fine di cogliere per tempo l’opportunità di fronteggiare e contrastare l’acquisizione di un comportamento potenzialmente a rischio per la salute e la sicurezza dei giovani e della collettività. La Carta Europea sull’Alcol, la Dichiarazione “Giovani e Alcol” di Stoccolma del 2001 e il Piano di Azione Europeo sull’Alcol 2000-2005 individuano in ambito preventivo alcuni obiettivi specifici quali: Promuovere l'educazione attraverso l’incremento del livello di consapevolezza degli effetti dell'alcol,in particolare tra i giovani. Sviluppare programmi di promozione della salute che comprendano i temi dell'alcol in ambienti quali istituzioni educative, organizzazioni giovanili e comunità locali. Bisogna tenere conto di alcune considerazioni: l'evidenza che le bevande alcoliche non sono adeguatamente percepite dai giovani come possibile fonte di problemi, ma, al contrario, prevalentemente vissute come beni ordinari di consumo il cui uso favorisce sensazioni di benessere, piacere, di facilitazione delle relazioni, di maggiore sicurezza, di “forza”; l'evidenza che l'alcol e le bevande alcoliche sono prodotti di ampia reperibilità e disponibilità e costantemente oggetto di promozione; la constatazione che il consumo di bevande alcoliche è normalizzato dalla società, abilitato dalla famiglia e non riceve, generalmente, una adeguata attenzione sociale, come invece accade attualmente per il fumo, se non nel caso di un comportamento deviante che comporta disturbo (ubriachezza) o danno alla collettività (incidenti, incendi ecc.). Per questo occorre responsabilizzare e coinvolgere attivamente la famiglia e la scuola primaria sia nella proposizione di stili di vita sani, sia nella trasmissione di messaggi che non sottovalutino il peso e l’incidenza del fattore alcol nell’insorgenza di disturbi psicofisici e di malattie alcolcorrelate in ogni età della vita. In famiglia il consumo di alcol spesso non viene percepito come fattore di rischio per la salute e quindi pericoloso al pari dell’uso delle droghe illegali, pertanto si gioca una partita delicatissima nell’educare i figli a scelte e comportamenti consapevoli e responsabili rispetto al bere, che è uno stile di vita largamente diffuso, promosso ed incentivato tra gli adulti quasi come parte essenziale della nostra cultura sociale.