Corso di Strumentazione e Automazione Industriale Modulo 1.2 Il sistema di acquisizione dati e controllo industriale Prof. Ing. Cesare Saccani Prof. Ing. Augusto Bianchini Dott. Ing. Marco Pellegrini Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna Viale del Risorgimento 2, 40136, Bologna – Italy Agenda Sistema di acquisizione dati e controllo: generalità La conversione del segnale Il condizionamento del segnale Il sistema di controllo industriale 2 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo Le informazioni o i dati generati da un sistema di misura richiedono uno o più livelli di processo o condizionamento per essere presentati all’osservatore esterno sotto forma di indicazione o registrazione. Pertanto, il compito primario di un sistema di acquisizione dati è quello di ottenere, in una forma consona e appropriata, dal sistema di misura le informazioni relative alle grandezze fisiche che descrivono il comportamento del processo oggetto del sistema. I dati provenienti dal sistema di misura vengono opportunamente codificati e memorizzati, per essere poi rielaborati. 3 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo FENOMENO FISICO Il fenomeno fisico è una grandezza caratteristica del processo oggetto del sistema di misura. (Ad esempio la temperatura) 4 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo FENOMENO FISICO ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO L’elemento sensibile primario, che riceve energia dall’ambiente, produce un segnale in uscita che è dipendente dal valore della grandezza fisica misurata. Un buon elemento sensibile deve ridurre al minimo l’inevitabile effetto intrusivo e di disturbo dell’ambiente perché lo strumento interagisce energeticamente con il fenomeno che misura. (Ad esempio una termocoppia) 5 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo FENOMENO FISICO ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE L’elemento di conversione della variabile converte il segnale di uscita dall’elemento sensibile primario in un’altra variabile più adatta a preservare il contenuto di informazioni del segnale originario. (Ad esempio conversione analogico-digitale) 6 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo FENOMENO FISICO ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE L’elemento di manipolazione della variabile condiziona il segnale attraverso un cambiamento del valore numerico secondo una regola prestabilita. Nel passaggio si conserva la natura fisica della variabile. (Ad esempio amplificazione, filtraggio, isolamento del segnale) 7 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo FENOMENO FISICO ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE L’elemento di manipolazione può precederne uno di conversione oppure ripetersi più volte oppure non essere presente se la sua funzione non è richiesta. 8 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo FENOMENO FISICO ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE L’elemento di trasmissione dati assolve la funzione di trasmettere le informazioni ai vari elementi funzionali quando questi sono fisicamente separati. ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI TRASMISSIONE DEI DATI (Ad esempio un cavo elettrico) 9 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo FENOMENO FISICO ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI ELABORAZIONE DEI DATI ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI TRASMISSION E DEI DATI L’elemento di elaborazione dei dati comunica con l’osservatore traducendo l’informazione in una forma facilmente comprensibile. Si compone di un sistema di indicazione e di un sistema di registrazione. (Ad esempio rappresentazione grafica su display) 10 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo La fase di elaborazione dei dati può presentare diversi gradi di complessità: nella situazione più semplice l’elaborazione può consistere unicamente nella documentazione dell’evoluzione del fenomeno, ad esempio attraverso la visualizzazione su di un display della variazione di una certa grandezza nel tempo. 11 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo Esempio 1: termometro a pressione (tubo di Bourdon) V=V0(1+ α ΔT) V: volume finale V0: volume iniziale alla temperatura T0 ΔT: differenza tra temperatura finale T e iniziale T0 α: coefficiente di dilatazione cubica 12 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo Esempio 2: indicatore di pressione (a pistone) F=pA=kx F: forza p: pressione A: superficie pistone k: costante elastica della molla x: spostamento 13 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo Nei casi più complessi, l’elaborazione conduce invece ad azioni specifiche di controllo e regolazione che intervengono sulla dinamica del processo e ne alterano l’evoluzione (come, ad esempio, in un sistema di controllo industriale). Lo strumento impiegato a tale scopo in ambito industriale è il PLC (Programmable Logic Controller). ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONDIZIONAMENTO DELLA VARIABILE Il PLC è un dispositivo o sistema digitale elettronico che utilizza una memoria programmabile per memorizzare delle istruzioni atte ad implementare funzioni specifiche con una logica di controllo sequenziale. Tra le funzioni: temporizzazioni, conteggi, calcoli aritmetici, ... ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE CONTROLLO E REGOLAZIONE ELEMENTO DI TRASMISSIONE DEI DATI ELABORAZIONE DEI DATI 14 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo Il PLC opera secondo una logica di controllo sequenziale, ovvero: 1. Acquisisce tutti i segnali provenienti dagli strumenti presenti; 2. Salva le informazioni in ingresso in memoria (immagine); 3. Definisce, in base alla logica di programmazione (software), quali sono i valori in uscita . 4. Salva i valori in uscita in memoria. 5. Mette in opera le azioni derivanti dai valori salvati nella memoria in uscita. 2. SALVATAGGIO INGRESSO 3. DEFINIZIONE USCITE 1. ACQUISIZIONE DATI 4. SALVATAGGIO USCITA 5. RETROAZIONE 15 Cos’è un sistema di acquisizione dati e controllo In base ai dati rilevati dal sistema di controllo e regolazione ed alle logiche di regolazione prestabilite, il regolatore elabora un segnale (sotto forma di tensione, corrente, pressione, …) da applicare all’attuatore. ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONDIZIONAMENTO DELLA VARIABILE ATTUATORE ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE CONTROLLO E REGOLAZIONE ELEMENTO DI TRASMISSIONE DEI DATI ELABORAZIONE DEI DATI Un tipico esempio di attuatore è la valvola, ad esempio una valvola di regolazione, con attuatore elettrico o pneumatico, impiegata per modulare la portata di un fluido attraverso una tubazione o regolare la temperatura in ingresso ad una utenza. 16 Agenda Sistema di acquisizione dati e controllo: generalità La conversione del segnale Il sistema di controllo industriale Il sistema di controllo industriale 17 La conversione analogico-digitale Il segnale proveniente da un sensore può essere di due tipi: 1) segnale discreto (cioè sotto forma di impulsi), con frequenza del segnale proporzionale alla grandezza in misura (ad esempio, contatore a paletta); 2) segnale continuo o analogico, ovvero variabile in analogia con l’andamento della grandezza fisica rilevata. FENOMENO FISICO SENSORE ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE Nel caso di segnale discreto, è possibile impiegare dei contatori elettrici per la conversione del segnale in un numero (forma digitale). I contatori si possono realizzare secondo due diversi schemi (e logiche): - EPUT (Events Per Unit Time meter): il dispositivo rileva il numero di impulsi che giungono al contatore in un intervallo di tempo prefissato; - TIM (Time Interval Measurement meter): il dispositivo rileva il tempo intercorso tra due impulsi successivi provenienti dallo strumento. 18 La conversione analogico-digitale Nel caso in cui si debba convertire una segnale dalla forma analogica a quella digitale, vengono impiegati i cosiddetti convertitori analogicodigitali (ADC, Analog to Digital Convertion). Segnale digitale: successione discreta di valori numerici. Il segnale analogico in ingresso al convertitore attraversa dapprima un dispositivo di campionamento che legge il valore della tensione negli istanti corrispondenti all’inizio del periodo di campionamento, conservandone il valore per tutto il periodo di campionamento. DISPOSITIVO DI CAMPIONAMENTO ingresso analogico segnale a gradini 19 La conversione analogico-digitale Tensione All’istante t=0 la funzione a gradini assume il valore della variabile analogica misurata (ipotizziamo un segnale in tensione). Tale valore rimane costante per il tempo di campionamento. Al termine del tempo di campionamento, la funzione a gradini assume il nuovo valore corrente della variabile analogica, che rimane costante per il successivo tempo di campionamento, e così via. t=0 Segnale analogico Tempo Segnale a gradini tempo di campionamento 20 La conversione analogico-digitale Il segnale a gradini all’uscita del dispositivo di campionamento viene confrontato con una tensione ottenuta da un generatore di segnale a dente di sega: il segnale varia con una rampa lineare da zero al massimo valore rilevabile Vmax nel periodo di campionamento. massima tensione da misurare Vmax tempo di campionamento GENERATORE DI SEGNALE A DENTE DI SEGA 21 La conversione analogico-digitale DISPOSITIVO DI CAMPIONAMENTO CONFRONTO GENERATORE DI SEGNALE A DENTE DI SEGA 22 La conversione analogico-digitale Tensione In figura sono mostrati segnale analogico, segnale a gradini e segnale a dente di sega sovrapposti: nel periodo che intercorre tra un campionamento e l’altro, il valore costante attribuito alla funzione a gradino viene confrontata con il segnale a dente di sega. Segnale analogico Segnale dente di sega Tempo Segnale a gradini tempo di campionamento 23 La conversione analogico-digitale Quando il valore di tensione misurato sulla rampa del segnale a dente di sega eguaglia il valore di tensione generato dal dispositivo di campionamento stesso (e che rimane costante per tutto l’intervallo di campionamento), viene fermato il conteggio di un contatore che è stato chiuso contemporaneamente all’inizio del periodo di campionamento. Segnale dente di sega Segnale a gradini stop al contatore 24 La conversione analogico-digitale Pertanto sono altresì presenti: - un generatore di impulsi temporizzato, che comanda accensione e spegnimento del generatore a dente di sega, e che aziona l’accensione di un contatore; - un contatore, che misura il tempo che intercorre tra la generazione del segnale a dente di sega e il momento in cui l’impulso prodotto dal dispositivo di campionamento eguaglia la funzione a dente di sega. DISPOSITIVO DI CAMPIONAMENTO + STOP CONTATORE GENERATORE DI SEGNALE A DENTE DI SEGA STOP START GENERATORE DI IMPULSI TEMPORIZZATO 25 La conversione analogico-digitale 1. All’avvio del periodo di campionamento, il generatore di impulsi temporizzato avvia il generatore a dente di sega ed il contatore. 2. Quando il segnale a gradini incontra il segnale a dente di sega, viene dato lo stop al contatore. 3. Quando si arriva alla fine del periodo di campionamento, il generatore di impulsi temporizzato ferma il generatore a dente di sega. DISPOSITIVO DI CAMPIONAMENTO + STOP CONTATORE GENERATORE DI SEGNALE A DENTE DI SEGA STOP START GENERATORE DI IMPULSI TEMPORIZZATO 26 Tensione La conversione analogico-digitale Segnale dente di sega Segnale analogico Segnale a gradini V1 Tempo tempo di campionamento Tempo contatore t1 27 La conversione analogico-digitale Il contatore emette un segnale proporzionale al tempo t1 (cioè a V1) sulla base di un impulso codificato, il quale è scelto in base al numero massimo di bit con cui si vuole rappresentare il dato digitale. Tensione Alla fine del periodo di campionamento il contatore torna a zero. Tempo contatore t1 Impulso codificato∆t Tempo 28 La conversione analogico-digitale Quando il segnale a gradini incontra il segnale a dente di sega, viene dato lo stop al contatore, che fornisce in uscita un segnale digitale. IMPULSI Segnale digitale DISPOSITIVO DI CAMPIONAMENTO + STOP CONTATORE - GENERATORE DI SEGNALE A DENTE DI SEGA STOP START GENERATORE DI IMPULSI TEMPORIZZATO 29 La conversione analogico-digitale Nota bene: base binaria e numero di bit Solitamente il segnale analogico viene convertito in un segnale digitale rappresentato da un numero binario (scelta naturale per applicazioni con calcolatori elettronici). 26910 = 2*102 + 6*101 + 9*100 26910 = 1*28 + 1*23 + 1*22 + 1*20 26910 = 1000011012 In questo caso il numero binario è formato da 9 bit. Pertanto, il bit rappresenta l’informazione 0/1 espressa in codice binario. Naturalmente, maggiore è il numero di bit e minore è il tempo di campionamento, maggiore è la convergenza tra l’informazione originaria in forma analogica e quella convertita in formato digitale. 30 La conversione digitale-analogica Può essere necessario trasformare un segnale da digitale ad analogico (DAC, Digital to Analog Convertion). Ad esempio, un numero binario K di 4 bit lo si può rappresentare con la seguente espressione: K = b3x23 + b2x22 + b1x21 + b0x20 → (b3b2b1b0) In cui i coefficienti bi possono assumere valore pari a 1 oppure 0. La tensione elettrica eK corrispondente al numero binario K è invece data da: eK = (b3x8 + b2x4 + b1x2 + b0x1)x∆e In cui ∆e rappresenta l’incremento discreto di tensione (quanto). 31 La conversione digitale-analogica Il convertitore DAC si realizza tramite un amplificatore operazionale sommatore. Ad ogni interruttore è associato un bit: quando il valore del bit è uguale a 1 l’interruttore è aperto, altrimenti rimane chiuso. Contatti aperti → R0 = R1 + R2 + R4 + R8 R8 R2 R1 R0: resistenza di retroazione Ri=100.000Ω Vs=100V R4 i Vi Amplificatore operazionale Vu 32 La conversione digitale-analogica Se consideriamo l’impedenza in ingresso all’amplificatore operazionale molto elevata, possiamo ipotizzare nulla la corrente in ingresso i. R8 R2 R1 R0: resistenza di retroazione Ri=100.000Ω Vs=100V R4 i=0 Vi Amplificatore operazionale Vu 33 La conversione digitale-analogica (VS – Vi)/Ri + (Vu – Vi)/R0 = i = 0 (impedenza in ingresso elevata) Vu/Vi = 106 (guadagno elevato) → Vi « (Vu ; Vs) Vu/Vs = - R0/Ri Pertanto, regolando proporzionalmente Vu. opportunamente R8 R4 è R2 possibile variare R1 R0: resistenza di retroazione Ri=100.000Ω Vs=100V R0, i=0 Vi Vs: sorgente di tensione Amplificatore operazionale Vu 34 La conversione digitale-analogica Esempio: 11012 R0 = R1 + R4 + R8 = 13.000Ω Vu = - (R0/Ri)*Vs = - (13.000/100.000)*100 V = -13 V R8 R2 R1 R0: resistenza di retroazione Ri=100.000Ω Vs=100V R4 i=0 Vi Amplificatore operazionale Vu La tensione analogica in uscita dall’amplificatore operazionale varia a gradini, ma con un opportuno filtraggio può essere ricostruita una curva continua. 35 Agenda Sistema di acquisizione dati e controllo: generalità La conversione del segnale Il condizionamento del segnale Il sistema di controllo industriale 36 Il condizionamento del segnale La maggioranza dei segnali analogici in uscita dai trasduttori necessita di un adattamento prima di essere trasferito al convertitore analogicodigitale (ADC). Le operazioni che preparano il segnale alla conversione sono dette “di condizionamento” o “di manipolazione” del segnale. ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONDIZIONAMENTO DELLA VARIABILE ATTUATORE ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE CONTROLLO E REGOLAZIONE ELEMENTO DI TRASMISSIONE DEI DATI ELABORAZIONE DEI DATI 37 Il condizionamento del segnale Amplificazione Un amplificatore è un dispositivo che modifica l'ampiezza del segnale che lo attraversa di un certo fattore moltiplicativo, che in alcuni casi è regolabile (guadagno). Ad esempio, i segnali di basso livello delle termocoppie vanno amplificati per aumentare la precisione e ridurre l’influenza del rumore. Isolamento Usualmente i segnali in uscita dal trasduttore vengono isolati dal calcolatore: - il sistema monitorato potrebbe contenere tensioni elevate (pericolose per il calcolatore); - la lettura della scheda non deve essere influenzato da differenze di potenziale di terra o dalle tensioni del modo comune. 38 Il condizionamento del segnale Multiplexing E’ una tecnica comunemente usata per misurare molti segnali con una singola apparecchiatura di misura. Il dispositivo campiona un canale, quindi passa al successivo, lo campiona e passa al seguente, e così via. Poiché lo stesso dispositivo campiona molti canali invece di uno solo, l’effettiva velocità di campionamento per ciascun canale è inversamente proporzionale al numero dei canali campionati. 39 Il condizionamento del segnale Multiplexing: esempio applicativo Il multiplexer in figura è in grado di commutare il segnale di pressione differenziale proveniente da un trasduttore ad un altro trasduttore secondo una successione temporale predefinita. Ogni multiplexer è composta da 8 elettrovalvole: aprendo alternativamente una coppia di elettrovalvole è possibile avere una mappatura completa delle perdite di carico lungo una tubazione. Ad esempio, aprendo V1 e V2, è possibile leggere la caduta di pressione tra i punti 0 e 1 del circuito. Dopo che V1-V2 sono chiuse, V3 e V4 si apriranno per misurare la caduta di pressione tra i punti 1 e 2. In questo modo, con un unico strumento, è possibile misurare 4 perdite di carico (1 strumento al posto di 4!). 40 Il condizionamento del segnale Filtraggio Il filtro rimuove i segnali non desiderati dal segnale che si intende misurare. Nei segnali di tipo continuo, il filtro viene impiegato per attenuare la frequenza più alta del segnale che può ridurre l’accuratezza della misura. Ad esempio, molti moduli di condizionamento presentano un filtro passa basso da 4 Hz a 10 kHz per eliminare il rumore prima che il segnale sia digitalizzato. I segnali alternati (ad esempio, una vibrazione) spesso richiedono un tipo diverso di filtro (anti-aliasing). Esso ha una altissima velocità di cut-off, così da rimuovere quasi completamente tutte le frequenze del segnale che siano più alte dell’ampiezza di banda (bandwidth) d’ingresso della scheda. Linearizzazione Molti trasduttori, come le termocoppie, non hanno risposta lineare alle variazioni del fenomeno misurato. Pertanto, può essere necessario intervenire sul segnale in uscita per linearizzarlo. 41 Le tipologie di segnale Nella strumentazione di tipo più semplice, il sensore risulta collegato direttamente al regolatore, che spesso ingloba lo strumento di misura. Attualmente, le misure vengono effettuate in campo e poi trasmesse ai regolatori sotto forma di segnali unificati. Tipologia segnale Range Segnale analogico in corrente 4-20 mA (0-20 mA) Segnale analogico in tensione 0-10 V Segnale digitale in tensione 0-5 V (discreto) Nel caso di segnale 4/20 mA, i segnali unificati partono dal trasduttore sotto forma di due fili. La parte 0/4mA del segnale serve per l’alimentazione. Se si desidera un segnale 0/20mA, occorrono quattro fili, due per il segnale e due per l’alimentazione. 42 Le tipologie di segnale: acquisizione in digitale Strumento di misura Trasduttore Std elettrico Condizionamento segnale T1 4-20 mA I/V 0-10 V A/D Comunicazione e acquisizione dati 0-5 V (dig) DAQ: Data Acquisition Processo Industriale T2 0-10 V T3 mV A/D Amp. 0-10 V T4 0-5 V (digitale) Attuatore digitale Campo/processo A/D 0-5 V (dig) 0-5 V (dig) DAQ 0-5 V PC Board (dig) Profibus 0-5 V (dig) Sala controllo /DCS 43 DCS: Distributed Control System Le tipologie di segnale: acquisizione in analogico Testa dello strumento di misura Trasduttore Std elettrico Acquisizione dati Condizionamento segnale Schede di input T1 Processo Industriale 4-20 mA T2 0-10 V T3 mV Amp. T4 0-5 V (digitale) Attuatore analogico 0-10 V I/V + A/D Alimentazione A/D CPU D/A Scheda di output Contatto elettrico 0-5 V (dig) Memoria ROM + RAM 0-10 V (o 4-20 mA) CPU: Central Processing Unit Campo/processo Sala controllo /DCS 44 DCS: Distributed Control System Segnale digitale: rete Profibus Profibus è l'acronimo di Process Field Bus. Si tratta di un bus di campo (field bus, ovvero di un protocollo di comunicazione standardizzato) messo a punto nel 1989 da un consorzio di diverse aziende. Profibus non è altro che una rete di comunicazione utilizzata per connettere un master (come un PLC o un PC) a strumenti e/o attuatori remoti. La rete Profibus permette la riduzione del cablaggio richiesto tra i nodi costituenti la rete in quanto necessita del posizionamento di un unico cavo. 45 Segnale digitale: rete Profibus La funzione più importante del Profibus è quella di permettere uno scambio ciclico di messaggi tra i dispositivi di campo e l'unità centrale di controllo. Il sistema include stazioni attive e passive. In totale possono essere indirizzate 127 stazioni, delle quali solo 32 attive. Stazione attiva: controllano l’accesso al bus di campo. Il passaggio da una stazione attiva all’altra viene gestita con il passaggio del «token», cioè del permesso per l’accesso al bus. Stazione passiva: sono neutrali e trasmettono dati solo quando interrogati da una stazione attiva. La trasmissione dati del sistema bus seriale, quando si utilizzano linee a due conduttori (doppini) intrecciati, è definita nelle specifiche dell’interfaccia digitale RS485. Le velocità di trasmissione vanno da 9,6 kbit/sec a 12 Mbit/sec. 46 Segnale digitale: protocollo HART L’HART (Highway Addressable Remote Transducer) Protocol offre due canali di comunicazione simultanei: il segnale analogico 4-20 mA e un segnale digitale. Il segnale 4-20 mA comunica la variabile di processo primaria. Le ulteriori informazioni sullo strumento sono invece comunicate utilizzando un segnale digitale sovrapposto al segnale analogico. 47 Segnale digitale: protocollo HART Il segnale digitale contiene informazioni dal dispositivo compreso lo stato del dispositivo, la diagnostica, ulteriori variabili misurate o calcolate, ecc... Insieme i due canali di comunicazione offrono una soluzione di comunicazione di campo completa, poco costosa e molto robusta che è facile da utilizzare e configurare. 48 Agenda Sistema di acquisizione dati e controllo: generalità La conversione del segnale Il condizionamento del segnale Il sistema di controllo industriale 49 Il sistema di controllo industriale Come visto in precedenza, il sistema di controllo industriale è costituito da una catena di regolazione la cui più semplice configurazione è costituita dall’elemento sensibile primario (rilevatore o sensore), dal regolatore e dall’elemento finale di regolazione (attuatore). ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE ATTUATORE ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI TRASMISSION E DEI DATI CONTROLLO E REGOLAZIONE ELABORAZIONE DEI DATI 50 Il sistema di controllo industriale Il regolatore confronta il valore del segnale opportunamente convertito e manipolato proveniente dal sensore con un valore desiderato, detto set point. ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE ATTUATORE ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI TRASMISSION E DEI DATI CONTROLLO E REGOLAZIONE ELABORAZIONE DEI DATI 51 Il sistema di controllo industriale In base al risultato del confronto ed alle logiche di regolazione prestabilite, il regolatore elabora un segnale (sotto forma di tensione, corrente, pressione, …) da applicare all’attuatore. ELEMENTO SENSIBILE PRIMARIO ELEMENTO DI CONVERSIONE DELLA VARIABILE ATTUATORE ELEMENTO DI MANIPOLAZIONE DELLA VARIABILE ELEMENTO DI TRASMISSION E DEI DATI CONTROLLO E REGOLAZIONE ELABORAZIONE DEI DATI 52 Il sistema di controllo industriale E’ possibile riconoscere alcune funzioni principali di un regolatore di tipo industriale: - funzione di controllo (regolazione e autotaratura); - interfaccia verso il processo; - interfaccia verso l’operatore; - allarmi. Ulteriori funzioni ausiliarie (come la funzione di programmazione, autodiagnosi, back-up) sono presenti in prodotti di classe più elevata. 53 Il controllore logico programmabile Nel controllore logico programmabile (PLC, Programmable Logic Controller) lo schema di controllo è definito tramite un programma memorizzato. Esso non è altro che un elaboratore di tipo industriale concepito per risolvere problemi di controllo ed automazione. Le principali caratteristiche sono: - affidabilità; - espandibilità; - semplicità di programmazione; - semplicità di integrazione con dispositivi commerciali differenti. 54 Il controllore logico programmabile L’architettura di un PLC non si differenzia molto da quella classica di un calcolatore elettronico. Alimentazione Dal processo Sezione INPUT CPU Sezione OUTPUT Al processo Memoria 55 Il controllore logico programmabile Il PLC opera eseguendo due diversi tipi di operazioni 1) operazioni automatiche: sono gestite da programmi che fanno capo al sistema operativo, non sono gestibili o accessibili dall’utente, si avviano e terminano in modo automatico (ad esempio, a seguito di riavvii o ripristini); 2) operazioni programmabili: sono le operazioni connesse al funzionamento a regime e dipendono dalla programmazione stabilita dall’utente; 56 Il controllore logico programmabile Il PLC esegue le istruzioni racchiuse nel programma in maniera ciclica. LETTURA DEGLI INGRESSI CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA All’inizio del ciclo di esecuzione del programma il sistema operativo legge gli ingressi. Il sistema operativo carica i dati in ingresso in una specifica sezione della memoria, creando una immagine del processo in quel dato istante. Si ha una acquisizione sincrona degli ingressi, poiché il PLC può modificare lo stato logico delle uscite solo al termine di ogni ciclo di lettura ed esecuzione dell’intero programma (questo tempo viene definito “ciclo operativo”). 57 Il controllore logico programmabile LETTURA DEGLI INGRESSI CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA Vengono calcolati i valori delle uscite in base a quanto stabilito dal programma. CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA I valori delle uscite sono caricati in un’apposita sezione della memoria. 58 Il controllore logico programmabile LETTURA DEGLI INGRESSI CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA L’attuazione delle uscite avviene in modo sincrono (contemporaneamente al ciclo di lettura degli ingressi). ATTUAZIONE DELLE USCITE 59 Il controllore logico programmabile La maggior parte dei PLC sono in grado eseguire, oltre che funzioni logiche, anche funzioni di calcolo e regolazione. Per questo motivo la definizione PLC sta perdendo significato nell’uso della “L” (Logic) a vantaggio della definizione PC (Programmable Controller); tuttavia, al fine di evitare confusioni con la sigla PC intesa come Personal Computer, resiste a tutt’oggi la denominazione originaria. Una ulteriore implementazione del PLC si è avuta con l’inserimento delle subroutine, ovvero un blocco funzionale che realizza una funzione logica e che può essere richiamato ovunque serva nel programma, e della istruzione di salto, che consente l’attivazione o meno di alcune funzioni del programma solo in determinate condizioni. 60 Il controllore logico programmabile L’evoluzione del linguaggio ha incrementato il numero di istruzioni gravanti sul PLC, portando ad un sovraccarico del processore. Per questo motivo, spesso sono presenti CPU specializzate in determinate attività (logica, regolazione, comunicazione, …). L’utente può così “costruire” l’architettura del proprio PLC risolvendo al meglio le problematiche di controllo senza impattare eccessivamente sui costi complessivi. Difatti, usualmente il costo del PLC è più condizionato dal numero di I/O piuttosto che dal numero dei CPU. 61 Il controllore logico programmabile LETTURA DEGLI INGRESSI Il PLC svolge le attività programmabili in sequenza ed in modo ciclico. Il ciclo richiede un certo tempo, che dipende da: CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA - numero e tipo di istruzioni presenti nel programma, complessità della struttura software; - capacità di elaborazione della/e CPU e dei circuiti ad essa/e collegate (in particolare, influiscono sulla rapidità del ciclo la frequenza di clock del processore, il tipo di architettura hardware, le modalità interne di gestione). ATTUAZIONE DELLE USCITE 62 Il controllore logico programmabile LETTURA DEGLI INGRESSI Occorre cautela nell’utilizzo del PLC per la gestione di interventi di sicurezza. CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA Infatti, occorre stabilire se il ritardo massimo ∆t con cui il PLC è in grado di intervenire non risulti eccessivo ai fini della sicurezza. ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA ∆t CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA ATTUAZIONE DELLE USCITE 63 Il controllore logico programmabile Esempio: funzione di sicurezza Si prenda in considerazione il PLC a controllo di una macchina punzonatrice. Supponiamo sia presente un sensore il cui scopo è quello di fermare la macchina qualora l’operatore si avvicini con la mano all’utensile. Se il segnale proveniente dal sensore venisse acquisito all’interno del normale ciclo di acquisizione dati, e quindi il PLC intervenisse solo al termine del ciclo, sicuramente sarebbe troppo tardi per l’incolumità dell’operatore. Ecco perché alcune funzioni, come quelle di sicurezza, vanno gestite con logiche differenti da quelle tipiche del PLC. 64 Il controllore logico programmabile LETTURA DEGLI INGRESSI Il ritardo massimo ∆t con cui il PLC è in grado di intervenire si può diminuire impiegando un PLC più veloce. CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA ATTUAZIONE DELLE USCITE ∆t ↓ La scelta è poco economica: si pensi al caso di un particolare segnale di allarme, quasi mai attivo, che richieda una pronta risposta: la potenzialità del PLC sarebbe fortemente sottoutilizzata tutte le volte che l’allarme non è attivo (cioè quasi sempre). 65 Il controllore logico programmabile Per ovviare a questo problema sono previste esplicite istruzioni di input e output per mezzo delle quali è possibile leggere il valore attuale in ingresso senza riferirsi a quello campionato ad inizio ciclo e attuare immediatamente l’uscita desiderata senza dover aspettare la fine del ciclo stesso. LETTURA DEGLI INGRESSI CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA ∆t ↓ Esempio: ∆t ciclo = 50 ms vs ∆t allarme = 10 ms Il programma legge l’ingresso riferito all’allarme almeno 5 volte nello stesso ciclo. ATTUAZIONE DELLE USCITE 66 Il controllore logico programmabile LETTURA DEGLI INGRESSI CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA Tuttavia l’uso di esplicite funzioni di input e output non consente la gestione di segnali che richiedono una risposta immediata, poiché il programma di controllo dovrebbe dedicarsi esclusivamente a tale attività. Per questo motivo il PLC prevede una serie di istruzione dette “interrupt”, in grado di ∆t ↓ interrompere il flusso di elaborazioni conseguente ad una precisa richiesta esterna o interna al dispositivo. CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA ATTUAZIONE DELLE USCITE 67 Il controllore logico programmabile In corrispondenza di un interrupt il microprocessore interrompe la normale elaborazione, terminando l’istruzione corrente. I dati elaborati in precedenza al comando di interrupt vengono indirizzati ed allocati in un apposita area di memoria. Il microprocessore gestisce l’interrupt (risolve l’emergenza agendo come da programma). Risolta l’emergenza, il microprocessore riprende l’attività là dove era stata interrotta. 68 Il controllore logico programmabile LETTURA DEGLI INGRESSI CARICAMENTO INGRESSI IN MEMORIA ELABORAZIONE DEL PROGRAMMA CARICAMENTO USCITE IN MEMORIA Perché l’immagine in memoria? Se gli ingressi non venissero campionati ad inizio ciclo ma letti al momento dell’utilizzo (rete asincrona), la correttezza del controllo potrebbe dipendere dall’ordine con cui vengono eseguite le istruzioni del programma. Difatti, in tempi diversi dall’avviamento del ciclo di istruzioni, uno stesso ingresso potrebbe assumere valori differenti. Questo fatto renderebbe piuttosto complicata l’attività di programmazione, rendendo altresì molto difficile modificare correttamente il programma. ATTUAZIONE DELLE USCITE 69