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Un vero cigar bar ha aperto di recente all’interno del Casino, dove è stato creato un ambiente raffinato, elegante e rilassante per acquistare e gustare i veri sigari cubani e gli
ottimi distillati da abbinare a questo prodotto.
FOTO: GHERARDO CITTERIO
Campione d’Italia, frazione di Cuba
Qual è l’idea che vi ha ispirato nella realizzazione di
Cienfuegos?
«Abbiamo creato Cienfuegos - racconta orgoglioso Daniel
Moreno - come luogo per rilassarsi e fuggire dai problemi
della vita quotidiana, un locale dove comprare un buon sigaro o portarvi uno proprio da poter fumare all’interno della
nostra confortevole sala fumatori, o sull’ampio terrazzo di
85mq, affacciato sul lago di Lugano al quinto piano del Casinò di Campione. La sala fumatori è stata creata per offrire
un’atmosfera di eleganza e raffi natezza, arredata con divani
Chesterfield o altre poltrone di pelle, circondati da luci calde
e pareti di mogano e vetro, per assaporare un ottimo sigaro e
un “high-end” valorizzato dall’ampia scelta di whisky, rhum,
birre e vini locali importati, e bevande alcoliche provenienti
da tutto il mondo».
La vendita e la conservazione dei sigari avvengono secondo un preciso rituale…
«L’appassionato fumatore di sigari - spiega il proprietario
Dennis O’Connor è una persona competente che riserva a
questo piacere la massima attenzione e cura dei dettagli.
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Proprio per questo Cienfuegos è dotato di un walk-in di sette
metri quadrati, un humidor che contiene più di 50 diversi
tipi di sigari cubani, e anche sigari provenienti dal Nicaragua
e dalla Repubblica Dominicana e inoltre dei famosi toscani
italiani. C’è poi un lockers e i clienti interessati potranno noleggiare degli armadietti per lasciare i sigari acquistati mantenendo le loro condizioni ideali».
Che cosa hanno di speciale i sigari cubani?
«Anche se fabbricati con tabacco cresciuto nelle isole vicine a
Cuba, come la Repubblica Dominicana e la Giamaica - ride
Daniel Moreno - spesso con lo stesso nome, lo stesso metodo, gli stessi semi cresciuti a Cuba, anche se arrotolati da
mani esperte quanto quelle dei “maestri” cubani, i sigari non
cubani difficilmente conquistano il palato, il naso e la gola
dei fumatori esperti, inclusi gli statunitensi. Secondo Fidel
Castro il perché della grande differenza di qualità tra i sigari
cubani e quelli del resto del mondo lo sa solo il Creatore, che
ha posizionato Cuba proprio lì dov’è, esposta al sole, ai venti,
al sale del mare, alle piogge tropicali. Un’altra spiegazione
risiede nell’arte di chi coltiva il tabacco con i metodi di una
UN PO’ DI STORIA DEL SIGARO
La leggenda vuole che quando sbarcò a Cuba nel 1492, Cristoforo Colombo fu subito attratto da uno dei rituali che vedeva
ripetere dagli indigeni in occasione di cerimonie di tipo religioso:
gustare l’aroma e il sapore di un fumo grigio chiaro emesso da un
insieme di foglie di una pianta locale arrotolata a forma di tubo.
Il sacerdote che sovrintendeva alla funzione offriva alle divinità i
fumi di una pianta speciale chiamata cohiba. Oggi sappiamo che
quelle foglie appartenevano alla pianta che da allora ha preso il
nome di tabacco, all’epoca nota in Europa unicamente per il suo
potere terapeutico. Cantare, danzare, bere e fumare erano atti
di devozione religiosa degli indigeni cubani che accomunavano
gli animi e rilassavano il corpo e la mente. Sono queste le origini
di una vera e propria “arte dei sensi”: il fumo di un buon havana ascoltando musica dai ritmi unici come i latino americani, e
al cospetto di un bicchiere di distillato di canna da zucchero, il
mitico ron (rhum). Il sigaro, all’epoca molto primordiale in quanto
a manifattura, fu importato in Europa dagli spagnoli al seguito
di Colombo.
volta, e sa arrotolare le foglie e conservarne il prezioso risultato come solo i maestri svizzeri di alta gioielleria fanno con
le gemme più rare e preziose».
Tra chi fabbrica manualmente un sigaro e il suo prodotto
di stabilisce dunque un rapporto particolare…
«Per i sigari fatti a mano (i cubani li defi niscono “totalmente
hecho a mano”, cosa ben diversa da “hecho a mano” che per
i prodotti Habanos significa che la mano è servita a far lavorare le macchine) il processo si fonda su un patrimonio di
esperienza, richiede un feeling fra l’artigiano-lavoratore e la
materia prima che diventerà prodotto. Ogni sigaro è unico,
con il suo carattere, i suoi pregi ed i suoi difetti: per quanti
sforzi si possano fare per renderli omogenei e standardizzabili
è impresa difficilissima, dal momento che nascono dall’incontro di materie prime naturali e abilità manuali dell’uomo.
Risultato: una costante e preziosa diversità. Queste capacità manuali tramandate da una generazione all’altra, questo
modo di lavorare in sintonia con la materia prima e con il
prodotto rischiano di scomparire soprattutto per i costi della
manodopera, che è la voce decisiva nella definizione dei costi
(e quindi del prezzo) di un sigaro».
Perchè è consigliabile fumare il sigaro in un ambiente
adatto, come appunto il vostro cigar bar?
«Direi che vi sono mille validi motivi - conclude Dennis
O’Connor - ma soprattutto perché il sigaro richiede, per
essere gustato fino in fondo, uno stato di totale rilassatezza
mentale, per potersi concentrare totalmente sul piacere rilasciato dal tabacco fumato. Il nostro obiettivo è stato dunque
quello di offrire un’unica e davvero piacevole esperienza, senza uguali in tutto il Ticino e in tutta la Lombardia. Abbiamo
cercato di creare un cigar bar speciale, dove tornare più e più
volte e farlo conoscere a colleghi e amici».
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