1. L’organizzazione generale degli animali. A tutt’oggi conosciamo oltre un milione di specie animali, sappiamo però che esistono milioni di altre specie che non sono ancora state descritte. Le somiglianze che accomunano tutti gli animali, e che li distinguono dagli altri organismi, sono sostanzialmente quattro: la pluricellularità, l’eterotrofia, la nutrizione per ingestione e la possibilità di movimento. La struttura generale di un animale, ossia la disposizione dei suoi organi e apparati, insieme alle funzioni delle singole parti che lo compongono, costituiscono complessivamente il suo piano strutturale. Sebbene i piani strutturali animali siano estremamente diversificati, essi possono essere considerati variazioni di quattro caratteristiche fondamentali: la simmetria corporea, la struttura della cavità corporea, la segmentazione del corpo e le appendici esterne che provvedono al movimento del corpo. Tutte queste caratteristiche influiscono sul modo in cui un animale si muove e interagisce con il proprio ambiente. Il progenitore comune di tutti gli animali era un protista coloniale. Il progenitore degli animali era probabilmente un protista flagellato unicellulare che viveva in colonie come quella che vedi nella (▶figura 1). In base Figura 2. Origine degli animali a partire da protozoi. all’ipotesi attualmente più accreditata (▶figura 2), Un’ipotesi di evoluzione di un protoanimale a partire da una all’interno delle colonie di alcuni flagellati certe cellule evoluzione). colonia di protisti flagellati (le frecce indicano il tempo di avrebbero assunto il ruolo di provvedere al movimento, altre alla nutrizione, altre ancora alla riproduzione e così via. Una volta messa in atto questa specializzazione funzionale, le cellule avrebbero potuto continuare a differenziarsi. Gruppi coordinati di cellule specializzate si sarebbero infine evoluti fino a dare origine ai tessuti di organismi più grandi e più complessi, come quelli che oggi chiamiamo animali. Questa La specializzazione dei tessuti è già programmata nello stadio embrionale. Gli animali sono organismi diplobionti nel senso che tutte le cellule somatiche di un animale sono diploidi e le uniche cellule aploidi sono i gameti, prodotti per meiosi all’interno delle gonadi (▶figura 3). differenziazione in gruppi di cellule con funzioni ben precise, che si delinea già dai primi stadi dello sviluppo embrionale, è stata certamente una chiave del successo e della enorme diversità che caratterizzano il regno animale. Figura 1. I protisti flagellati sono imparentati con gli animali. La formazione di colonie da parte di organismi unicellulari ha rappresentato una tappa importante nell’evoluzione organismi pluricellulari. degli Figura 3. Gli animali sono diplobionti. Il ciclo vitale di un animale (stella marina) mostra che l’organismo è diploide e le uniche cellule aploidi sono i gameti. Nel ciclo vitale degli animali, lo zigote (ovvero il frutto 3. l’endoderma, lo strato esterno, destinato a formare della fecondazione di una cellula uovo da parte di il rivestimento del canale digerente e degli organi uno spermatozoo) va incontro a una serie di divisioni annessi, il rivestimento interno dei polmoni e cellulari molto rapide che originano un embrione diverse ghiandole. pluricellulare. Questa fase dello sviluppo embrionale prende il nome di segmentazione e grazie ad essa il numero delle cellule aumenta ed esse diminuiscono progressivamente le loro dimensioni. Il primissimo stadio embrionale, di 12-32 cellule, si chiama morula. Il secondo stadio è detto blastula e ha l’aspetto di una piccolissima sfera composta da uno strato di cellule che racchiude al proprio interno una cavità, il blastocele. In base al numero dei foglietti embrionali, gli animali si dividono in due grandi gruppi: diblastici e triblastici. Gli embrioni degli animali diblastici, che comprendono animali semplici come spugne e meduse, possiedono soltanto due strati cellulari: l’ectoderma e l’endoderma. Gli embrioni degli animali triblastici, invece sviluppano, oltre ad ectoderma ed endoderma, anche il foglietto A questo punto comincia anche a cambiare la forma intermedio (mesoderma). Gli animali triblastici, che dell’embrione, costituiscono la stragrande maggioranza degli esseri prima sostanzialmente sferica: la blastula si trasforma infatti nella gastrula, un sacco in viventi, cui una parte della parete si ripiega verso l’interno deuterosomi (▶figura 5): (▶figura 4); l’apertura che si viene a creare si dividono a loro volta in protostomi e si chiama blastoporo. La maturazione dell’embrione prosegue quindi con la gastrulazione che comporta la formazione di tre strati di cellule ben differenziate, i foglietti embrionali, destinati a trasformarsi nei futuri tessuti e organi. Figura 5. L’albero filogenetico degli animali. I rapporti evolutivi tra gli animali sono particolarmente utili nell'individuare diramazioni antiche nelle linee evolutive. Figura 4. La gastrulazione. Queste fotografie ottenute al microscopio elettronico a scansione mostrano la gastrula di riccio di mare a due stadi diversi, uno più precoce (A) e uno più avanzato (B) in cui le dalle altre. 2. bocca») il gli anellidi (lombrichi), i molluschi e gli artropodi (come insetti e ragni). foglietti embrionali sono: nervoso; la momento: i protosomi più noti sono, per esempio, quello che succede nella nostra specie, nella quale, i tre che darà origine all’epidermide e al sistema «prima mentre l'apertura anale si forma in un secondo embrionali e le strutture dell’adulto, consideriamo l’ectoderma, lo strato più esterno della gastrula, letteralmente blastoporo dà origine alla bocca dell’animale, Per avere un’idea della corrispondenza tra foglietti 1. Nei protostomi (termine che deriva dal greco e significa cellule hanno iniziato a differenziarsi morfologicamente le une Nei deuterostomi, al contrario, dal blastoporo si origina precocemente l’apertura anale, mentre la bozza compare in seguito (deuterostoma significa «la bocca dopo»). Sono esempi di deuterostomi gli il mesoderma, lo strato intermedio, da cui si echinodermi (stelle marine e ricci di mare) e tutti i formeranno i muscoli, lo scheletro, il sistema vertebrati. circolatorio, i reni e l’apparato riproduttore; Le parole: L'apertura boccale dei deuterostomi si origina infine a una certa distanza dal blastoporo, che nell'adulto Specializzazione è un termine che si usa, per esempio, nel mondo dello studio o del lavoro. Il senso è molto simile: anche le cellule si specializzano in base alle loro corrisponde all'apertura anale. Nel caso dei protostomi, la bocca si forma direttamente dal blastoporo, o in una zona a esso limitrofa. capacità naturali (il loro patrimonio genetico) e alla loro storia individuale («dove» e «quando» si vengono a Tessuti, organi, sistemi. trovare). Morula deriva dal latino «piccola mora», per la sua forma che ricorda il frutto. Utilizzando un microscopio, nel corpo di un animale complesso come unvertebrato (per esempio un gatto) si Gastrula in latino significa invece «piccola coppa» possono riconoscere oltre un centinaio di tipi di cellule e blastula deriva dal greco blastós, «germe». diverse. Questa straordinaria specializzazione serve a far funzionare in modo più efficiente un organismo pluricellulare. Quadri di sviluppo nei protostomi e nei deuterostomi. Nella linea dei protostomi, la segmentazione dell'uovo fecondato avviene secondo uno schema determinato. Anche se nel corso delle divisioni le cellule vengono artificialmente separate, ognuna da luogo a un preciso complesso. dei deuterostomi è tra protostomi può Questa organizzazione gerarchica Un tessuto è un insieme di cellule specializzate per rivestimento esterno del corpo e interno degli organi. Nei vertebrati, ad esempio, ci sono quattro tipi di fondamentali: epiteliale, tessuti connettivo, muscolare e e nervoso. Le spugne, tuttavia, non hanno tessuti distinti. deuterostomi consiste nel fatto che la segmentazione di questi ultimi è radiale: le cellule si dividono secondo un si tessuto epiteliale è deputato alla funzione di invece un embrione completo. sostanziale animale svolgere una determinata attività: per esempio il certo numero di divisioni possono ancora dar luogo a differenza un sistema di organi e, infine, organismo. indeterminata. Cellule embrionali separate dopo un Un'altra di comprende i seguenti livelli: cellula, tessuto, organo, in origine occupava nella blastula. La segmentazione fecondato corpo singola cellula, arriva a quello di organismo nel suo elemento dell'embrione, a seconda della posizione che dell'uovo Nel riconoscere un ordine gerarchico che, partendo dalla Un organo è una struttura composta da due o più piano parallelo oppure perpendicolare rispetto all'asse tessuti che nell’insieme svolgono una funzione maggiore protostomi, comune. Un esempio di organo è il cuore, che è generalmente, la segmentazione è invece spirale: il costituto da tutti e quattro i tipi di tessuto e che piano di dell'uovo divisione fecondato. è obliquo Nei rispetto all'asse svolge longitudinale dell'uovo e ciò determina una disposizione la complessa funzione di «pompa» dell’intero sistema circolatorio. Le spugne e le spirale delle cellule (▶figura 6): meduse fanno eccezione, dato che sono del tutto prive di organi. Un sistema di organi (o apparato) è l’insieme di due o più organi che svolgono una o più funzioni complesse e correlate. Parole usate nell’anatomia, come sistema circolatorio o nervoso, scheletrico o immunitario, digestivo o respiratorio, si usano anche nel linguaggio comune, con lo stesso significato. Per esempio, il sistema tegumentario è formato da tutti gli organi che proteggono il nostro Figura 6. Quadri di segmentazione dell’uovo. Le cellule derivate dalle prime due divisioni dello zigote sono indicate con colori diversi, in modo che se ne possa seguire la posizione nelle fasi successive dello sviluppo. La segmentazione radiale produce cellule dimensionalmente uguali, corpo esternamente: la pelle e i suoi annessi (unghie, peli, capelli). situate direttamente l'una sull'altra. Nella segmentazione spirale il piano di divisione (freccia rossa) è invece obliquo, e le cellule sono disposte a spirale. La segmentazione spirale è ineguale e produce cellule di dimensioni diverse. Abbiamo accennato al fatto che alcuni animali, come le spugne, non hanno strutture definibili come tessuti (e, di conseguenza, organi). Altri gruppi, come le meduse, possiedono tessuti; tuttavia essi non sono organizzati in veri e propri organi. Altri ancora, come le planarie (vermi piatti) hanno sistemi di organi assai semplici. Infine, alcuni animali, come i lombrichi e i molluschi, hanno sistemi di organi complessi e sostanzialmente simili a quelli dei mammiferi, uomo compreso. Tutto questo ci indica che la complessità di un organismo (specie umana compresa) non implica necessariamente che esso sia più «avanzato» o migliore se confrontato con animali con meno organi o meno apparati: la misura del successo biologico, invece, è data semplicemente da quanto quel particolare animale è adattato al proprio ambiente. Non si può dire, per esempio, che una medusa non svolga in modo eccellente il suo ruolo di animale fluttuante nel mare, infatti è perfettamente adattato a questo ambiente da molti milioni di anni. Figura 7. La simmetria raggiata o radiale. In questo caso il corpo dell’animale può essere idealmente suddiviso in due parti uguali da infiniti piani di simmetria che passano per l’asse dell’animale. La simmetria bilaterale è caratteristica degli animali che si spostano in una sola direzione. Il loro corpo può essere suddiviso in due metà speculari (destra e sinistra) da un singolo piano che passa attraverso la linea sagittale mediana del corpo (▶figura 8). Questo La maggior parte degli animali è caratterizzata da una simmetria corporea. La forma complessiva di un animale può essere descritta in base alla sua simmetria. Un animale viene definito simmetrico se può essere suddiviso in almeno piano attraversa il corpo dal capo, o estremità anteriore, fino alla coda, o estremità posteriore. La simmetria bilaterale è strettamente correlata alla cefalizzazione, ossia alla presenza di un capo voluminoso dove sono localizzati organi di senso e un cervello più o meno sviluppato, che vengono quindi a trovarsi in corrispondenza dell’estremità anteriore dell’animale. due metà simili almeno secondo un piano (sezione). Gli animali privi di piani di simmetria vengono invece detti asimmetrici. Sebbene alcuni organismi, come le spugne, siano asimmetrici, la maggior parte degli animali manifesta un qualche tipo di simmetria. Durante il corso dell’evoluzione si è passati da una condizione in cui vi erano molti piani di simmetria a condizioni in cui ne sono presenti solo due o più comunemente, uno. Va sempre ricordato che la simmetria che stiamo esaminando è spesso solo esteriore in quanto la disposizione degli organi interni è spesso asimmetrica. La simmetria radiale è tipica degli animali le cui parti del corpo sono disposte intorno a un asse Figura 8. La simmetria corporea. In questo caso il corpo dell’animale può essere idealmente suddiviso in due parti simmetriche solo da un piano di simmetria che viene chiamato piano sagittale mediano. principale; il corpo di questi animali, pertanto, può essere idealmente suddiviso in metà identiche da ogni piano passante per l’asse principale (▶figura 7). Alcuni gruppi animali, come per esempio gli anemoni di mare e le meduse, comprendono prevalentemente specie caratterizzate da questo tipo di simmetria. Molti animali caratterizzati da simmetria radiale sono sessili (cioè sedentari), mentre altri si muovono lentamente, ma sono in grado si spostarsi in ogni direzione. Le parole: Cefalizzazione deriva dal greco kephalé, «testa», come anche in cefalea, mal chiamato cefalo perché particolarmente grosso. di testa, dotato o di nel pesce un capo La struttura della cavità all’interno del corpo influisce sulla mobilità dell’animale. del corpo; puoi comprendere il funzionamento dello scheletro idrostatico osservando una chiocciola uscire dalla propria conchiglia (▶figura 10). In base alla presenza e alla struttura di una cavità corporea piena di liquido, gli animali possono essere suddivisi in tre tipi: acelomati, pseudocelomati e celomati (▶figura 9). Figura 10. Lo scheletro idrostatico. Questa chiocciola possiede un idroscheletro che le permette di muoversi grazie alla contrazione dei muscoli e al conseguente spostamento di liquidi interni. Il corpo della maggior parte degli animali è suddiviso in segmenti specializzati. Molti animali possiedono una struttura corporea suddivisa in segmenti, che possono essere tutti identici (▶figura 6A) oppure differenti per forma e funzioni (▶figura 6B). Questa segmentazione del corpo, chiamata anche metamerìa, facilita la specializzazione di singole parti e si è evoluta indipendentemente numerose volte in Figura 9. La simmetria corporea. La struttura di tre organismi a confronto. In giallo: i tessuti derivati dall’endoderma; in rosso: i tessuti derivati diversi gruppi animali (▶figura 11). dal mesoderma; in blu: i tessuti derivati dall’ectoderma . Negli acelomati non esistono altre cavità oltre a quella digerente (che è aperta), negli pseudocelomati esiste uno pseudoceloma interposto tra mesoderma ed endoderma, mentre nei celomati è presente una cavità all’interno del mesoderma e circondata interamente da esso: il celoma. Come vedremo, la struttura della cavità corporea di un animale influisce fortemente sulle sue modalità di movimento; in molti animali, infatti, la cavità corporea svolge le funzioni di scheletro idrostatico. I fluidi sono relativamente poco comprimibili, cosicché quando i muscoli che avvolgono la cavità corporea si contraggono, i liquidi vengono spinti verso un’altra Figura 11. In molti animali il corpo è suddiviso in segmenti. parte della cavità. Se i tessuti che avvolgono la cavità (A) In questo anellide marino tutti i segmenti si assomigliano corporea sono flessibili, il liquido che fuoriesce da una (metameria omonoma). Le appendici corrispondono a semplici setole che contengono una tossina e che forniscono protezione parte della cavità può provocare l’espansione di un’altra all’animale. parte del corpo. In questo modo i liquidi in movimento l’evoluzione di segmenti differenti tra loro. I segmenti di questo possono indurre lo spostamento di specifiche porzioni (B) La segmentazione del corpo permette gambero differiscono tra loro per quanto riguarda la forma, la funzione e le appendici (metameria eteronoma). Anche nella nostra specie si può riscontrare la metameria, ad esempio le vertebre, le costole e i Gli animali: eterotrofi variazioni sul tema. con muscoli addominali sono disposti tipicamente in modo Per potersi nutrire, gli animali devono spendere energia metamerico (▶figura 12). per muoversi fino a raggiungere la fonte di cibo o per convogliare verso sé stessi il cibo presente nelle vicinanze. Gli animali capaci di spostarsi da un luogo all’altro vengono detti mobili, mentre quelli che rimangono fissi in un luogo vengono definiti sessili o sedentari. Molte delle modifiche avvenute a livello del piano strutturale degli animali influiscono sull’individuazione, sulla cattura e sulla digestione del cibo. La necessità di localizzare il cibo ha favorito inoltre l’evoluzione di strutture sensoriali in grado di fornire agli animali Figura 12. Anche nell’uomo si riscontra metameria. Anche nella nostra specie si può ritrovare un esempio di informazioni sull’ambiente circostante e di un sistema metameria, nella fotografia si vedono i muscoli addominali (la nervoso capace di ricevere, elaborare e coordinare tali cosiddetta “tartaruga”) di un culturista che rispecchiano appunto informazioni. la ripetizione di segmenti corporei simili. Secondo la strategia nutritiva utilizzata, gli animali Le parole: possono essere suddivisi nelle seguenti categorie principali: filtratori, erbivori, predatori e detritivori. Celoma deriva dall’aggettivo greco kôilos, «cavo», con un evidente richiamo al significato biologico del termine. Ciascuna di queste modalità nutritive si osserva in molti gruppi diversi di animali. Inoltre, gli individui di alcune specie possono utilizzare più di una strategia Metameria deriva dal greco metá, qui con il significato di «insieme», e mèros, «parte». Il significato è quindi «organizzazione derivante dall’unione di più parti». Anche nel nostro corpo se ne trovano tracce come ad esempio le costole, le vertebre e i muscoli addominali. nutritiva; infine, alcuni animali impiegano diverse strategie nutritive nei vari stadi del proprio ciclo vitale. Gli animali onnivori si alimentano sia di piante sia di altri animali (la specie umana è tipicamente onnivora). Molti animali hanno infine una dieta variabile a seconda del periodo del ciclo vitale, come molti uccelli granivori (che si nutrono di semi) o frugivori (che Le appendici negli animali hanno principalmente funzioni motorie. si nutrono di frutta) da adulti, ma che imbeccano i pulcini con piccoli animali, come gli insetti e le loro larve. Potersi muovere con le proprie forze è importante per molti animali, poiché permette la ricerca del cibo, la fuga o la predazione, l’incontro con un compagno per la riproduzione. I filtratori catturano piccole prede L’aria e l’acqua contengono piccoli organismi e Le appendici che si proiettano all’esterno del corpo molecole organiche che costituiscono una potenziale aumentano enormemente le capacità dell’animale di fonte alimentare per alcuni animali. Lo spostamento muoversi. I ricci e le stelle di mare possiedono dell’aria e dell’acqua consente di far confluire tali numerosi pedicelli che permettono loro di muoversi risorse nutritive verso gli animali che sono posizionati lentamente sul substrato. Il movimento rapido, sebbene in un luogo adatto allo scopo. rigidamente controllato, è enormemente aumentato I filtratori usano poi un dispositivo di filtrazione per negli animali con appendici modificate a formare arti specializzati. In due gruppi di animali, gli artropodi e i vertebrati, la presenza di appendici articolate costituisce uno dei fattori principali che hanno contribuito al loro successo evolutivo. separare le particelle di cibo. Molti animali acquatici sessili dipendono dalle correnti d’acqua che trasportano le prede nelle loro vicinanze (▶figura 13A), come il verme albero di Natale. I filtratori mobili fanno in modo che il mezzo contenente i nutrienti li raggiunga. Il becco serrato del fenicottero, per esempio, filtra piccoli organismi contenuti nell’acqua fangosa che vi viene introdotta (▶figura 13B). I predatori catturano e uccidono le prede I predatori sono dotati di caratteristiche che permettono loro di catturare e sopraffare altri animali (detti prede). Molti predatori vertebrati possiedono organi sensoriali per la localizzazione delle vittime e denti o artigli affilati per catturare e sopraffare prede anche di elevate dimensioni (▶figura 15). Un’altra arma dei predatori è costituita dalle tossine, come quelle contenute nel veleno di alcuni serpenti. Figura 13. La nutrizione per filtrazione. (A) Questi filtratori marini sessili si nutrono del plancton che viene trasportato dalle correnti oceaniche. (B) I fenicotteri sono filtratori mobili: nelle lagune e nei laghi salati, filtrano con il becco microrganismi dall’acqua. Gli erbivori si nutrono di piante Gli animali detti erbivori, tipicamente che si come un nutrono un canale di bruco. digerente vegetali Essi vengono possiedono molto lungo e complesso, che permette loro di digerire le varie parti Figura 15. Denti e artigli. I denti e gli artigli di questo leone sono perfettamente adattati alla vita da predatore. delle piante (contenenti sostanze difficili da demolire, come per esempio la cellulosa; (▶figura 14). I detritivori si cibano di materia organica decomposta Gli animali definiti detritivori, o saprofagi, seguono un regime alimentare basato sul consumo di materia organica di origine animale o vegetale in avanzato stato di decomposizione (▶figura 16). Di solito sono organismi di piccole dimensioni come pesci, insetti o altri invertebrati, ma anche alcuni uccelli o mammiferi più grandi (come gli avvoltoi o le iene) che si nutrono prevalentemente di cadaveri. Figura 14. Una singola pianta può nutrire molti erbivori diversi. Molte specie di insetti si nutrono di una singola specie di salice, ognuna consumando tessuti diversi. Figura 16. Lo scarabeo stercorario. Questi insetti detritivori si nutrono di sterco, che raccolgono per cibarsene e per deporvi le uova, facendone palline che poi fanno rotolare spingendole con le zampe. I parassiti vivono sulla superficie o all’interno di altri organismi Gli animali che vivono sulla superficie o all’interno di un altro organismo, definito ospite, e che ricavano i nutrienti consumando parti di tale organismo (senza Gli endoparassiti invece vivono all’interno del loro ospite; molti di essi sono privi di apparato digerente, poiché assorbono i nutrienti direttamente dall’intestino o dai tessuti corporei dell’ospite (come il cosiddetto «verme solitario») (▶figura 18). provocarne in genere la morte) vengono detti parassiti. Spesso i parassiti manifestano un ciclo vitale complesso, che dipende da più ospiti. Gli ectoparassiti vivono sulla superficie corporea del proprio ospite: sono provvisti di un apparato digerente e di un apparato buccale che permette loro di strappare pezzi di tessuto dell’ospite o di succhiare i suoi fluidi corporei. Le pulci e le zecche sono artropodi ectoparassiti molto noti, che possono colpire anche gli esseri umani (▶figura 17). Figura 18. Un endoparassita. La Tenia saginata, una delle specie che comunemente viene definita “verme solitario” è un endoparassita e vive all’interno del intestino tenue dell’uomo. Figura 17. Un ectoparassita. La zecca è un artropode ectoparassita che succhia il sangue a vertebrati a sangue caldo, uomo compreso. Essa è pericolosa non tanto per il danno che arreca direttamente, ma per i microrganismi patogeni che può trasmettere. 2. Semplici aggregazioni di individui: i Poriferi. In questo paragrafo descriveremo il phylum dei Poriferi che comprende animali molto semplici: le spugne. Esse sono prive di veri e propri tessuti e la maggior parte delle loro cellule mantengono un alto grado di indipendenza e sono in grado di cambiare forma e funzione. Anche se le spugne sono spesso grandi animali pluricellulari, sono organismi con un grado di complessità paragonabile a quello di organismi unicellulari. Le strategie di nutrizione, l’organizzazione cellulare, gli scambi gassosi, la riproduzione e la risposta agli stimoli ambientali avvengono con modalità simili a quelle dei protozoi. Il fatto che siano animali sessili (ancorati al substrato), la completa mancanza di movimenti e la loro crescita generalmente asimmetrica, avevano convinto gli antichi naturalisti che le spugne fossero piante. La loro natura animale venne riconosciuta solo nel 1765, quando venne descritta la natura della circolazione dell’acqua all’interno del loro corpo. I Poriferi, privi di simmetria corporea, sono gli animali più semplici. Essi si alimentano filtrando l'acqua e trattenendo al loro interno piccoli organismi e particelle alimentari trasportati dalla corrente (▶figura 19). Le spugne (phylum Porifera, dal latino «portatori di pori») rappresentano uno dei primi gruppi animali evolutisi dai protisti. Le spugne sono animali sessili, che filtrano il cibo direttamente dall'acqua che attraversa il loro corpo. Il flusso d'acqua viene promosso dal battito dei flagelli di cui sono provviste le cellule che tappezzano la cavità corporea. Queste cellule, i coanociti uniche responsabili del processo di alimentazione, sono fornite di un collaretto, formato da ciglia modificate, che accoglie al suo interno il flagello. Cellule di questo tipo caratterizzano anche i protisti flagellati appartenenti all'ordine dei coanoflagellati, e ciò lascia ipotizzare un rapporto filogenetico tra i due gruppi. In seguito, cambiamenti del piano organizzativo delle spugne consentirono una più efficiente raccolta del cibo presente nell'acqua. Le spugne sono del resto così esclusive nella loro organizzazione interna, che molti specialisti, nell’ambito del regno animale, le considerano un sottoregno a parte, quello dei parazoi. Figura 19. Le spugne sono filtratori. Un porifero provvede a far circolare l’acqua contenente il cibo attraverso il proprio corpo grazie al battito di flagelli collocati sui coanociti, cellule specializzate per la nutrizione. L’acqua penetra nella spugna attraverso piccoli pori e passa entro canali acquiferi, dove i coanociti catturano le particelle alimentari. I Poriferi, anche quelli di grandi dimensioni, hanno un Il flusso d'acqua giunge nella cavità corporea sia attraverso piano organizzativo particolarmente semplice. Il corpo di pori inalanti che attraversano singole cellule epidermiche una spugna consiste infatti di una libera aggregazione di (nelle spugne più semplici) sia attraverso pori intercellulari cellule, organizzate attorno a un sistema di canali (nelle spugne a organizzazione più complessa), e le acquiferi. Una spugna non dispone né di una bocca, né di particelle alimentari vengono trattenute dai coanociti. una vera e propria cavità digerente, né di muscoli, né di L'uscita dell'acqua avviene infine attraverso una o più sistema nervoso; non esistono cioè organi intesi nel senso aperture di grandi dimensioni denominate osculi. tradizionale. Una spugna è del resto un organismo così Tra il sottile piano epidermico costituito da cellule parietali mediocremente organizzato che se le sue cellule vengono dette pinacociti e quello interno dei coanociti è situato uno dissociate e filtrate, esse possono associarsi di nuovo a strato contenente amebociti, cellule capaci di movimenti formare una nuova spugna. I Poriferi sono organismi ameboidi sessili, e restano aderenti al substrato per la maggior parte comunicazione fra cellule. del loro ciclo vitale. responsabili della sia pur modesta Nelle pareti corporee dei poriferi sono inoltre presenti Nel tipo ascon lo spongocele non è suddiviso, nel tipo spicole, sottili strutture rigide prodotte dalle cellule stesse, sycon, esso presenta delle concamerazioni e nel tipo di natura silicea o calcarea. Nel caso delle spugne di leucon una forma ancora più complessa con un sistema di grandi dimensioni, lo scheletro di spicole può risultare ulteriori ramificazioni. assai complesso(▶figura 20). Le spugne si presentano in una grande varietà di dimensioni e forme. Le differenti condizioni di agitazione dell'acqua, tipiche dulcacquicoli, dei diversi hanno ambienti probabilmente marini e influenzato l'evoluzione delle caratteristiche morfologiche dei poriferi, prima fra tutte la capacità di garantirsi un continuo ricambio d'acqua. Per tale motivo, le spugne che vivono nella zona di marea o in quella sublitorale poco profonda, dove sono esposte a un intenso e costante moto ondoso, hanno forma crostosa e presentano osculi distribuiti uniformemente sulla superficie del corpo. Molti poriferi che vivono in acque calme possiedono invece un unico osculo posto alla sommità del corpo: l'acqua può così penetrare nella cavità interna attraverso i pori situati lateralmente e uscire attraverso l'osculo superiore. Le spugne che vivono in acque turbolente, invece, non devono spendere molta energia per promuovere il flusso d'acqua attraverso il loro corpo; è sufficiente che esse siano orientate perpendicolarmente rispetto alla direzione della corrente. Figura 20. Sezione di una spugna. Nonostante la mancanza di veri e propri tessuti, nelle spugne si Le notano cellule diversificate che svolgono funzioni diverse. spugne si riproducono sia sessualmente che asessualmente. Il piano organizzativo di una spugna differisce da quello di Per quello che riguarda la riproduzione sessuale, nella ogni altro organismo animale. Una spugna non è infatti maggior parte delle specie ogni individuo è ermafrodita e organizzata in tessuti, non possiede cavità fra i diversi produce sia uova che spermi. Gli spermatozoi vengono piani cellulari ed è priva di piani di simmetria. emessi nell’acqua e le correnti li trasportano da un Dal punto di vista strutturale si distinguono tre forme che vanno da quella più semplice (ascon) a quelle via, via più complesse (sycon) e (leucon) (▶figura 21). individuo all'altro. La fecondazione è generalmente interna. Dallo zigote si sviluppa un embrione che rimane in genere protetto dal genitore dal quale riceve nutrimento. Ad un certo punto, esso viene emesso come larva flagellata e tale larva, dopo aver trascorso una fase di vita libera, si fissa al substrato e subisce un processo di metamorfosi che la porta a trasformarsi nella forma adulta, sessile. La riproduzione asessuale avviene invece per gemmazione, o tramite il distacco di frammenti capaci di produrre nuovi individui. Alcune spugne sono interessanti per la loro capacità ██ pinacociti rigenerative, e cioè di rifabbricare le parti lese o mancanti. ██ coanociti E’ sorprendente con quale facilità esse si riorganizzino e Figura 21. Struttura macroscopica dei Poriferi. (A) Tipo ascon; (B) tipo sycon; (C) tipo leucon. In giallo le cellule parietali, 3=canale in rosso radiale, 6=canale inalante i coanociti. 4=camera 1=spongocele, flagellata, 5=poro 2=osculo, inalante, crescano in una massa integrata anche dopo che le loro cellule siano state dissociate e isolate. Più di 10000 specie di poriferi sono marine, mentre soltanto un piccolo numero sono d’acqua dolce. Le classi dei poriferi. Le Demospongie (▶figura 24) comprendono le spugne la cui impalcatura scheletrica è costituita da materiale Il phylum dei Poriferi viene suddiviso in tre classi: corneo (spongina), di spicole o di queste ultime miste a 1) Calcispongie spongina. L'organizzazione strutturale è complessa, con 2) Ialospongie molte e minute camere flagellate comunicanti con i pori 3) Demospongie esalanti e inalanti tramite una fitta rete di canali. Il 95% delle specie di Poriferi appartiene a questa classe che Le Calcispongie vivono a bassa profondità, sono in comprende anche le ben note spugne da bagno. genere di grandezza ridotta, sono caratterizzate dalla presenza di spicole calcaree e le spicole sono sempre isolate e di varia forma: aghiformi, a tre assi o a quattro assi (▶figura 22). Figura 22. Calcispongie. Sono dette spugne calcaree e possiedono uno scheletro formato da carbonato di calcio (CaCO3). Nella foto: Leucilla nuttingi. Le Ialospongie sono spugne tipiche delle acque profonde. Sono spugne distinguibili dalle altre per la presenza di un'impalcatura scheletrica esclusivamente di spicole silicee a simmetria triassiale. Le spicole silicee possono essere isolate o formare un reticolato. La forma più comune è cilindrica con ampia cavità atriale, munita di apertura con opercolo (▶figura 23). Figura 24. Demospongie. Possiedono strutture di sostegno costituite da spicole silicee e/o fibre di una proteina detta spongina. Nella foto: Xestospongia testudinaria. Le parole: Spugna è un termine di uso comune, ma la maggior parte degli oggetti domestici che chiamiamo spugne sono formati da materiali artificiali o da cellulosa. Solo le «spugne naturali» hanno a che fare con gli omonimi animali, sono infatti gli scheletri di un gruppo di spugne. Coanocita deriva dal greco choáne, «imbuto», e kýtos, «cavità», inteso nel senso di cellula. I coanociti sono, pertanto, «cellule a forma di imbuto». Osculo deriva dal latino os, oris, «bocca», e quindi è Figura 23. Ialosponge. Sono dette spugne vitree e possiedono strutture di sostegno costituite da spicole silicee SiO2). Nella foto: Euplectella aspergillum. inteso come il diminutivo, nel senso di «boccuccia». Questo nome deriva da un’errata interpretazione, perché inizialmente si pensò che fosse un’apertura dalla quale entra qualcosa, quindi una bocca. 3. L’evoluzione degli animali diblastici: Cnidari e Ctenofori. In questo paragrafo prenderemo in considerazione due phyla di animali diblastici: gli Cnidari e gli Ctenofori. Questi sono i primi animali in cui compare per la prima volta un’organizzazione di tipo tessutale, e quindi esistono veri e propri tessuti. Si tratta di animali diblastici e quindi nell’embrione si differenziano due soli strati cellulari: l’ectoderma (esterno) e l’endoderma (interno). Manca il mesoderma ma è presente uno strato gelatinoso, amorfo e non cellularizzato interposto tra ectoderma ed endoderma: la mesoglea. Fanno la loro comparsa anche le cellule nervose e quelle muscolari e una cavità digerente. La simmetria è radiale (Cnidari) oppure è bilaterale doppia (Ctenofori). Gli Cnidari o Celenterati sono animali a simmetria radiale dotati di una cavità gastrovascolare. L'innovazione sostanziale del piano organizzativo degli Cnidari è rappresentata da particolari cellule, definite cnidociti, che contengono al loro interno strutture urticanti definite nematocisti (▶figura 25). Queste ultime possono essere espulse per la cattura di prede oppure a scopo difensivo. Alcuni studiosi ipotizzano che gli cnidociti derivino dalla simbiosi di Cnidari e Protisti. Tali cellule avrebbero permesso ai primi cnidari di catturare prede di grandi dimensioni e di ottenere così un rapido successo evolutivo. I primitivi Cnidari si trasformarono infatti in un numero assai elevato di specie, che durante il primo periodo Cambriano costituivano probabilmente più di metà delle specie animali esistenti. Attualmente il phylum degli Cnidari comprende circa 10000 specie, per la maggior parte marine. Il corpo degli Cnidari è caratterizzato dalla presenza di tentacoli, sui quali di regola sono distribuite gli cnidociti. Vi sono inoltre cellule epiteliali provviste di fibre muscolari che consentono a questi animali di muoversi, ed è presente un primitivo sistema nervoso a rete diffusa costituito da due reti nervose che provvedono alla coordinazione delle varie attività vitali. In alcuni casi, sono presenti fotorecettori (per la percezione visiva) e meccanorecettori statici (per l’equilibrio). Gli Cnidari sono provvisti di un'apertura boccale che immette in una cavità digerente a fondo cieco, definita cavità gastrovascolare (o celenteron). Esiste dunque un'unica via di comunicazione con l'esterno, che funge sia da cavità boccale che anale. Tale apparato digerente, unitamente alla presenza di tentacoli armati di cnidociti attorno alla bocca, consente agli Cnidari di catturare e inghiottire una gamma di prede assai più ampia di quella disponibile per le spugne. Dopo che una preda è stata catturata, essa viene infatti avviata alla bocca tramite i tentacoli; gli cnidociti servono per paralizzare le prede e trattenerle. Tali cellule sono fra l'altro responsabili dell'azione urticante, talora intensa, che certe meduse o altri cnidari possono causare anche all'uomo. In casi limite, rappresentati dalla cosiddetta «vespa di mare» (genere Chironex) o dalla «caravella portoghese» (Physalia), gli effetti possono essere addirittura letali. Variazioni di forma negli Cnidari. La maggior parte degli Cnidari subisce una variazione della Figura 25. Le nematocisti costituiscono armi molto potenti. I tentacoli di questa caravella portoghese sono provvisti di numerose cellule specializzate contenenti strutture urticanti, le nematocisti, che iniettano tossine nella preda. forma del corpo e del tipo di riproduzione nel corso del proprio ciclo vitale (▶figura 26). Una di queste forme è rappresentata dal polipo, individuo Il piano organizzativo degli Cnidari è caratterizzato da caratterizzato da un corpo cilindrico, con apertura boccale simmetria raggiata e da due soli foglietti embrionali. Un e tentacoli situati all'estremità opposta rispetto a quella che foglietto intermedio si forma talora dall'ectoderma, ma in aderisce al substrato. Un animale che vive attaccato a un nessun caso esso produce complessi organi interni, come substrato e non è in grado di muoversi si definisce sessile. invece accade nel caso degli organismi triblastici. Sebbene La forma polipoide rappresenta lo stadio asessuale degli polipo e medusa siano due stadi profondamente diversi per Cnidari, che per gemmazione da origine ad altri individui. aspetto, essi corrispondono a uno stesso piano organizzativo. La medusa, cioè la forma medusoide, corrisponde invece alla fase sessuale e liberamente natante e mostra il tipico aspetto a ombrello. Bocca e tentacoli sono in questo caso situati nella faccia inferiore, rivolta verso il substrato. Le forme medusoidi degli Cnidari producono uova e spermi, che vengono poi liberati nell'acqua. Quando una cellula uovo viene fecondata, essa produce una larva natante definita planula. In seguito, la planula si fissa a un substrato e si trasforma in un polipo. Una medusa è infatti un polipo privo di parte basale, e d'altra parte un polipo può essere considerato una medusa provvista di peduncolo per ancorarsi al substrato. La maggior parte delle differenze rilevabili tra polipo e medusa sono dovute al differente sviluppo della mesoglea, lo strato intermedio del corpo. La mesoglea delle forme polipoidi è di regola sottile, mentre quella delle meduse è notevolmente sviluppata. Il phylum degli Cnidari viene suddiviso in tre classi: Idrozoi, Scifozoi e Antozoi. Figura 26. Alternanza di generazione negli Cnidari. In molti Cnidari (ma non in tutti) sono presenti sia il polipo, che rappresenta la forma sessile e asessuata, sia la medusa che rappresenta la forma natante e sessuata. Quest’alternanza di generazione è molto diversa da quella che si verifica nei protisti, nei funghi e nelle piante perché negli Cnidari entrambi gli individui sono dotati di un corredo cromosomico diploide (2n). Gli Idrozoi sono Cnidari in cui prevale la forma polipoide. Fra gli individui di una colonia esistono spesso marcate Nella classe degli idrozoi, unico gruppo del phylum per tutti i componenti della colonia. Altri individui sono comprendente specie dulcacquicole, la forma polipoide di invece privi di tentacoli, ma specializzati nel produrre le regola prevale nel ciclo vitale degli individui. Soltanto un forme numero esiguo di specie risulta rappresentata da polipi possiedono solitari, come Hydra, una specie comune negli stagni e devoluti alla difesa della colonia. Tutti gli individui, se pur nelle pozze d’acqua (▶figura 27). diversi, derivano comunque da un differenze morfofunzionali. Alcuni individui sono provvisti di tentacoli con nematocisti e sono in grado di procurare cibo medusoidi del ciclo. particolari Altri appendici individui digitiformi ancora e sono singolo polipo fondatore originatosi da una planula. I sifonofori (▶figura 29) sono Idrozoi planctonici nei quali la forma polipoide e quella medusoide coesistono, dando spesso origine a complesse colonie polimorfe. Alcuni individui medusoidi sono ad esempio modificati per contenere gas e favorire il galleggiamento, altri per promuovere il movimento a propulsione della colonia, altri ancora per assicurarne la difesa . Vi sono infine individui specializzati per la funzione nutritiva e per quella riproduttiva. Tutti i sifonofori sono carnivori, si nutrono cioè di altri organismi animali che catturano mediante la Figura 27. Hydra viridis, un polipo solitario. scarica delle loro nematocisti ad azione urticante. Questo polipetto lungo pochi millimetri e diffuso nelle acque dolci di tutto il mondo è un organismo utilizzato in molti studi sulla rigenerazione. Esso, è infatti in grado di rigenerare velocemente le parti perdute. Nella maggior parte delle specie di Idrozoi, i polipi sono invece coloniali. Da una singola planula derivano infatti numerosi polipi che si organizzano a formare una colonia e condividono la stessa cavità gastrovascolare (▶figura 28). Figura 29. La caravella portoghese. La Physalia physalis, il cui nome comune è caravella portoghese, è un sifonoforo. sebbene sia Viene una spesso colonia confusa costituita con da 4 una medusa, diversi tipi di individui reciprocamente dipendenti per la sopravvivenza. Il contatto con i suoi tentacoli può provocare la paralisi e persino l’arresto cardiaco in un uomo. Turritopsis nutricula, comunemente nota come medusa immortale è un Idrozoo in grado di tornare allo stato di polipo dopo aver raggiunto la fase di medusa adulta. A differenza delle altre specie di meduse che hanno una durata di vita relativamente fissa, questa medusa è l’unica ad aver sviluppato la capacità di ritornare ad uno stato di polipo, attraverso un processo di transdifferenziazione mediante il quale, alcune cellule subiscono una sorta di regressione ad una fase totipotente, dalla quale poi possono moltiplicarsi e differenziarsi in cellule diverse. Questa capacità di invertire il ciclo vitale (in risposta a condizioni avverse) Figura 28. Obelia, una specie coloniale. Questa specie di Idrozoi è coloniale e presenta individui diversificati. è probabilmente unica nel regno animale, e consente alla medusa di aggirare, o perlomeno ritardare, la morte rendendo T. nutricula potenzialmente immortale. Gli Scifozoi sono cnidari in cui prevale la forma medusoide. Tutte le varie centinaia di specie appartenenti alla classe degli Scifozoi sono marine e alcune annoverano individui di dimensioni superiori ai cinquanta centimetri. Lo strato di mesoglea risulta in questo caso particolarmente spesso e compatto e conferisce alle meduse il loro tipico aspetto. Esse hanno complessivamente la forma di una coppa capovolta (ombrella), al di sotto della quale sono situati i tentacoli provvisti di nematocisti. Il movimento è reso possibile dalla contrazione delle fibre muscolari disposte ai bordi dell'ombrella, le quali favoriscono l'espulsione dell'acqua dalla cavità gastrovascolare. Quando i muscoli Figura 32. Polmone di mare. Rhizostoma pulmo, il polmone di mare. si rilasciano, l'ombrella torna a espandersi e a riempirsi di acqua. Il cibo catturato mediante i tentacoli viene avviato alla bocca, e da qui nella cavità digerente. Quest'ultima è suddivisa in quattro camere gastriche, al cui interno avviene la digestione a opera di particolari enzimi. Alcune meduse appartenenti alla classe degli Scifozoi sono molto comuni nei nostri mari (▶figure 30, 31, 32, 33). Figura 33. Cassiopea. Cotylorhiza tubercolata detta Cassiopea. Il ciclo biologico degli Scifozoi è caratterizzato dalla forma medusoide anziché da quella polipoide. Gli organi sessuali (gonadi) si sviluppano gastriche gastrodermali e ogni in prossimità Aurelia aurita è una delle meduse più note e diffuse. L’ ombrello medusoide produce sia uova che spermi che vengono poi le gonadi, che formano una struttura a forma di quadrifoglio. camere tessuti Figura 30. La medusa quadrifoglio. è diafano e trasparente e presenta 4 strutture circolari, delle nei individuo liberati in mare aperto. Dalle uova fecondate si forma una Possiede corti e sottili tentacoli urticanti e 4 braccia più spesse planula ciliata, che si fissa a un substrato e si trasforma in un che dipartono dal centro dell'ombrello. piccolo polipo. L'individuo polipoide inizia ad alimentarsi e ad accrescersi e può formare altri polipi per gemmazione. Dopo un certo periodo di crescita, il polipo comincia a produrre piccoli individui medusoidi mediante un processo ripetuto di divisione trasversa del corpo di forma colonnare, definito strobilazione. I nuovi individui così formatisi si accrescono e si trasformano in meduse adulte. In definitiva, il polipo che si origina da un singolo uovo fecondato è in grado di produrre numerosi individui medusoidi identici geneticamente, che in seguito effettueranno il processo di riproduzione sessuale. Tra gli Scifozoi vengono spesso incluse anche le cubomeduse Figura 31. La medusa luminosa. le cui meduse sono dotate di ombrello cuboidale e 4 Pelagia noctiluca presenta il fenomeno della bioluminescenza ed tentacoli. Per la maggior parte sono meduse tropicali di è comune nel Mar Mediterraneo e nell'Oceano Atlantico. Se piccole dimensioni, ma molto velenose come le cosiddette viene sfiorata, provoca dolorose irritazioni. È pelagica, ma nel “vespe di mare”. periodo autunnale e primaverile si avvicina alla costa. Gli Antozoi sono cnidari in cui manca la forma medusoide. I coralli (▶figure 36, 37) sono di regola organismi sessili e Le circa 6000 specie di anemoni di mare e coralli carbonato di calcio. La struttura calcarea delle madrepore costituiscono la classe degli Antozoi. Gli appartenenti a ha una forma peculiare per ogni specie, e conferisce alle questa classe differiscono da tutti gli altri Cnidari per la colonie forme diversissime, come del resto indicano le totale assenza dello stadio medusoide dal loro ciclo denominazioni attribuite alle varie specie: madrepore a biologico, e per il fatto che i gameti (uova e spermi) corna d'alce, a cervello, a ventaglio, a canne d'organo e vengono prodotti da individui polipoidi. Dalle uova altre ancora. Man mano che una colonia cresce, gli individui fecondate si sviluppa una planula che si trasforma più vecchi muoiono e sui loro scheletri calcarei crescono i direttamente in un polipo. Molte specie di Antozoi possono nuovi individui. Le barriere coralline formate dallo scheletro inoltre riprodursi asessualmente per gemmazione o per calcareo degli Antozoi coloniali si sviluppano soprattutto in scissione. Al pari di tutti gli altri Cnidari, anche gli Antozoi condizioni sono carnivori, e catturano le prede mediante la scarica particolarmente abbondanti nell'oceano Indo-Pacifico, dove delle nematocisti situate sui tentacoli. La cavità digerente formano strutture talora imponenti a forma di anello (atolli) degli Antozoi è invece più complessa di quella degli altri o nastro (barriere) (▶figure 38 e 39). coloniali. Ogni polipo della colonia secerne una matrice organica sulla quale si deposita in molti casi uno scheletro di di acque limpide e calde. Esse sono Cnidari e risulta suddivisa da numerosi setti (mesenteri) in varie concamerazioni che ne aumentano la superficie. La maggiore presenza di enzimi digestivi aumenta così l'assorbimento delle sostanze nutritive. Gli anemoni di mare (▶figure 34, 35) sono Antozoi solitari privi di strutture protettive rigide, diffusi sia nei mari freddi che caldi. La maggior parte delle specie sono sessili, vivono cioè aderenti a un substrato, ma alcune sono capaci di piccoli spostamenti dopo che la loro porzione basale (disco pedale) si è staccata dal substrato. Altre specie, infine, possono compiere brevi spostamenti nuotando. Figura 36 Antozoi coloniali. Corallium rubrum (corallo rosso), una specie coloniale. Figura 34. Antozoi solitari. Actinia equina, (pomodoro di mare). Figura 37. Antozoi coloniali. Molte specie di Antozoi costituiscono le barriere coralline. La Grande Barriera Corallina che fiancheggia le coste nordorientali dell'Australia è lunga oltre 2000 km e larga più di 150 km. Una barriera corallina lunga centinaia di miglia è inoltre presente nel Mar Rosso ed è stato stimato che essa contenga più materiale calcareo di quello che forma gli Figura 35. Antozoi solitari. Anemonia sulcata (capelli di venere). edifici delle maggiori città del Nord America. Abbiamo detto che le barriere coralline si sviluppano nelle che associa un tasso metabolico poco elevato con la acque calde e limpide dei mari tropicali, notoriamente capacità di catturare prede relativamente grandi. La massa povere di sostanze nutritive. Per lungo tempo gli scienziati corporea delle meduse e di molti polipi è essenzialmente si sono dunque chiesti come i polipi di tali colonie dovuta al grande sviluppo della mesoglea. Da ciò deriva riuscissero a catturare zooplancton sufficiente per crescere che anche Cnidari di grandi dimensioni come gli anemoni con tanta rapidità. La risposta è venuta dalla scoperta che di mare necessitano di modeste quantità di sostanze nei tessuti dei coralli sono presenti organismi simbionti nutritive, e possono digiunare per settimane o addirittura rappresentati da dinoflagellati altamente specializzati. Si mesi. La presenza delle nematocisti consente inoltre agli tratta di organismi fotosintetici, che forniscono ai loro cnidari di catturare anche prede notevolmente più attive e ospiti carboidrati e favoriscono la deposizione del strutturalmente più complesse rispetto a loro stessi. Altri carbonato di calcio per lo scheletro delle colonie. Cnidari, come ad esempio le madrepore e i coralli, possono L'esistenza e inoltre nutrirsi di microrganismi e sopravvivere anche in madreporari spiega fra l'altro perché le formazioni coralline di questa acque povere di plancton grazie alla simbiosi con i siano presenti unicamente a una profondità limitata, dove dinoflagellati. arriva queste definitiva consentito agli cnidari di colonizzare anche condizioni i dinoflagellati possono infatti effettuare la habitat dove le prede non sono sufficienti ad assicurare la fotosintesi rimanendo protetti dai predatori all'interno sopravvivenza dello scheletro dei coralli. metaboliche. abbondante la simbiosi radiazione tra dinoflagellati solare. In Tutte di queste organismi caratteristiche con hanno maggiori in esigenze Le parole: Cnidàrio deriva dal greco kníde, «ortica», il che rende bene l’idea dell’azione urticante delle nematocisti. Il suffisso -zoo (pl. zoi) deriva dal greco zôion, «essere vivente», inteso come «animale». Per gli cnidari si trova associato a: Figura 38. Barriere coralline. Distribuzione geografica delle barriere coralline. hýdor, «acqua», con allusione al fatto che gli idrozoi sono fatti per oltre il 90% di acqua; skýphos, «tazza», per la forma degli scifozoi; ánthos, «fiore», perché gli antozoi sembrano più piante fiorite che animali. Figura 39. Un atollo. Un atollo (isola corallina). Le ragioni del successo evolutivo degli Cnidari. Gli Cnidari divennero gli organismi marini predominanti durante il Cambriano, 600 milioni di anni fa, e tutt'oggi essi rappresentano un'importante componente delle comunità marine. La ragione del loro successo evolutivo va essenzialmente attribuita al peculiare piano organizzativo, Gli Ctenofori sono animali diblastici dal corpo gelatinoso. Alcuni Ctenofori sono rappresentati nelle (▶figure 40, 41 e 42). Gli Ctenofori sono un phylum di organismi diblastici, marini, caratterizzati da un corpo gelatinoso e trasparente provvisto di file di ciglia disposte a pettine (ctenofori = portatori di pettini). Il piano organizzativo di ctenofori e cnidari può risultare in apparenza simile, ma tra i due gruppi esistono in realtà sostanziali differenze. Come gli Cnidari, essi possiedono due strati cellulari separati da una spessa mesoglea di consistenza gelatinosa e spesso tentacoli per la cattura delle prede. Mentre gli Cnidari hanno però molti piani di simmetria che passano per l’asse dell’animale (simmetria radiale), gli Ctenofori ne hanno solo due (simmetria biradiale). Mentre negli Cnidari esiste sia la forma sessile (polipo) che quella natante (medusa), negli Ctenofori esiste solo la Figura 40. Ctenofori. Pleurobrachia, uno ctenoforo dotato di tentacoli. forma natante. Gli Ctenofori hanno inoltre una cavità digerente che si apre all’esterno mediante due pori anali situati dalla parte opposta alla bocca; l'alimento si muove dunque in una precisa direzione attraverso l'intestino. Gli Ctenofori possiedono otto file di ciglia, definite pettini, responsabili del movimento degli animali. I tentacoli degli Ctenofori sono solidi e privi di nematocisti, ma sono coperti da colloblasti, cellule dotate di una superficie collosa che aderisce a piccole particelle che servono da nutrimento. I tentacoli possono inoltre essere retratti e portati alla bocca. In alcune specie, l'intera superficie del corpo è ricoperta di muco con proprietà adesive per la cattura delle prede. Tutte le oltre 100 Figura 41. Ctenofori. Beroe, uno ctenoforo privo di tentacoli e dal corpo globoso. specie di Ctenofori sono infatti organismi carnivori. A differenza degli Cnidari, gli Ctenofori non possono catturare prede di dimensioni uguali o superiori a loro stessi. I loro tentacoli vischiosi possono tuttavia raccogliere grandi quantità di piccoli organismi planctonici. Gli Ctenofori hanno un tasso metabolico relativamente basso, dal momento che, al pari degli cnidari, sono essenzialmente formati da mesoglea inerte. Come gli Cnidari, anche gli Ctenofori possono dunque svolgere con successo il ruolo di predatori in mare aperto, dove la presenza di prede è spesso assai scarsa. Il ciclo vitale degli Ctenofori è semplice. Dalle gonadi localizzate nella parete della cavità gastrovascolare i gameti vengono liberati all'interno della cavità stessa e in seguito Figura 42. Ctenofori. Cestum veneris, uno ctenoforo, privo di tentacoli e dal corpo schiacciato che gli fa assumere l’aspetto di una cintura. emessi all'esterno attraverso la bocca o i pori anali. Il processo di fecondazione avviene dunque in mare aperto. In quasi tutte le specie, dalle uova fecondate si sviluppa direttamente un organismo simile per aspetto all'adulto (sviluppo diretto); stadio che tuttavia verrà raggiunto gradualmente in seguito al progressivo accrescimento dell'individuo. Le parole: Ctenoforo deriva dal greco ktenís, «pettine», e foro, «porto», con il significato di portatori di pettini. 4. La comparsa del mesoderma e della simmetria bilaterale: Platelminti e Nemertini. Questo paragrafo si occupa di due phyla di animali triblastici a simmetria bilaterale che manifestano un’ampia varietà di dimensioni e di forme. I Platelminti (vermi piatti) sono animali relativamente semplici, provvisti di un tubo digerente a fondo cieco e privi di sistema di trasporto interno. I Nemertini (vermi a nastro) presentano caratteristiche simili ai platelminti, ma anche due grosse novità evolutive: la presenza di un tubo digerente completo e di un sistema di trasporto interno. La maggior parte degli animali possiede una cavità corporea. Gli animali celomati hanno un migliore controllo sul Dopo la comparsa degli animali diblastici a simmetria rispetto agli pseudocelomati. radiale, si è evoluto un terzo foglietto embrionale: il Sebbene mesoderma. Questo carattere si trova nei due grandi importante, la maggior parte degli animali ha sviluppato movimento dei liquidi all’interno della cavità corporea la funzione idrostatica del celoma sia i anche uno scheletro rigido che fornisce protezione e deuterostomi. Come abbiamo già detto, il termine facilita i movimenti: come vedremo, i muscoli si protostomi significa letteralmente «prima la bocca» e fa inseriscono su queste strutture, che possono essere riferimento al fatto che nella maggior parte dei collocate all’interno del corpo dell’animale oppure sulla protostomi sua superficie esterna (sotto forma di guscio o di gruppi di animali triblastici, la bocca i protosomi dell’animale si e sviluppa dal blastoporo embrionale, mentre nei deuterostomi cuticola). ilblastoporo dà origine all’apertura anale del canale gastrointestinale. I protostomi sono estremamente diversificati, ma hanno tutti simmetria bilaterale e un corpo caratterizzato da un cervello (o encefalo) anteriore, che avvolge l’apertura del canale digerente, e un sistema nervoso ventrale, formato da cordoni nervosi longitudinali appaiati o fusi. Figura 43. Le cavità corporee degli animali. La comparsa di una cavità corporea interna piena di (B) Gli animali pseudocelomati sono caratterizzati da una cavità liquido è stata una tappa significativa nella storia evolutiva degli animali; in base a tale caratteristica, essi possono essere suddivisi in acelomati, pseudocelomati e celomati (▶figura 43): gli acelomati, come i platelminti (vermi piatti), sono privi di una cavità corporea ben delimitata. In questi animali lo spazio tra l’intestino e la parete corporea muscolare è occupato da un ammasso di cellule complessivamente note come mesenchima . Questi animali si muovono tipicamente per mezzo del battito di ciglia. gli pseudocelomati, cilindrici), come possiedono i una cavità Le parole: Elminta deriva da hélmins, hèlminthos, che in greco significa «verme». Il termine ricorre nel nome scientifico di vari gruppi, come i platelminti (da platýs, «piatto»). Verme in biologia non è una categoria sistematica ma è solo un termine che viene usato per indicare in modo generico un organismo dal corpo allungato, privo di corporea «vermi» sono di solito i lombrichi e le larve di alcuni tipi un liquido nel sono provvisti di celoma, ossia di una cavità da una membrana chiamata peritoneo che avvolge anche gli organi interni. che avvolge gli organi interni. nemertini, nematodi e anellidi. Nel linguaggio comune, i i celomati, tra cui i lombrichi (vermi segmentati), rivestita possiedono una cavità corporea (celoma) rivestita dal peritoneo, (vermi nematodi quale sono sospesi molti organi interni. corporea corporea chiamata pseudoceloma. (C) Gli animali celomati scheletro rigido e di arti, come ad esempio platelminti, detta pseudoceloma contenente (A) Gli animali acelomati non presentano cavità corporee chiuse. di insetti, il cui aspetto è senz’altro vermiforme ma la cui biologia è del tutto diversa. I turbellari, provvisti di ciglia, nell’acqua generano turbella, dal latino «moti disordinati». I trematodi possiedono ventose per aderire ai loro ospiti (trematódes, dal greco «dotati di fori, ventose»). I cestodi infine significa cinto. sono nastriformi (cestus in latino Platelminti: gli animali a simmetria bilaterale più semplici e privi di celoma. cordoni nervosi longitudinali, uno a destra e uno a sinistra connessi tra loro da delle commessure e nell’estremità cefalica sono presenti dei gangli nervosi che contengono i corpi cellulari dei neuroni (▶figura 45). I Platelminti, definiti anche vermi piatti, rappresentano un phylum di organismi evolutisi da masse appiattite di cellule. I Platelminti sono animali triblastici, caratterizzati da simmetria bilaterale e dal corpo appiattito in senso dorsoventrale. La loro organizzazione interna è assai più complessa di quella di Cnidari e Ctenofori (▶figura 44). Essi, tuttavia, non possiedono cavità del corpo, e sono privi sia di apparato circolatorio che di strutture per il trasporto di ossigeno. Un simile piano organizzativo comporta che ogni cellula sia localizzata vicino alla superficie del corpo, in modo da ricevere direttamente dall'esterno sufficiente ossigeno e alimento; un'esigenza che viene adeguatamente soddisfatta da una forma appiattita del corpo. Figura 45. I platelminti presentano un sistema nervoso di tipo cordonale e una cavità gastrovascolare. In questa figura si evidenziano il sistema nervoso cordonale con due cordoni nervosi e i gangli cefalici e la cavità digerente molto ramificata. Sono presenti i protonefridi (in greco, piccoli reni primordiali) che hanno soprattutto una funzione osmoregolatrice importante per le specie che vivono in acque dolci e che devono eliminare l’eccesso di acqua che tende a d entrare nel corpo per osmosi. I protonefridi sono tubuli che dalla superficie corporea si addentrano all’interno del corpo ramificandosi e terminando con delle cellule dotate di un ciuffo di ciglia, dette cellule a fiamma. I Figura 44. I platelminti possono condurre vita libera o essere protonefridi sembra che oltre a eliminare l’acqua in parassiti. eccesso, abbiano anche la capacità di eliminare le scorie (A) Questo animale vive nell’apparato digerente dei ricci di metaboliche azotate e quindi possono essere considerati mare. Il disegno mostra la struttura anatomica dei platelminti parassiti: poiché l’ospite fornisce loro tutti i nutrienti necessari, organi escretori (▶figura 46). non necessitano di organi digestivi, e gran parte del corpo è occupato dagli organi riproduttivi. (B) Alcune specie di platelminti, come questo verme marino del Pacifico, conducono vita libera. Le forme a vita libera strisciano sul substrato grazie all’azione della muscolatura e alla presenza di un’ampia superficie marginale provvista di ciglia. Quando esiste, il canale digerente dei vermi piatti consiste di una bocca che comunica con una cavità a fondo cieco e si tratta pertanto di una cavità gastrovascolare. In molti casi, tuttavia, tale sacco (intestino) è notevolmente ramificato e ciò determina un aumento di superficie utile per l'assorbimento delle sostanze alimentari. Il sistema nervoso è più centralizzato rispetto a quello degli Cnidari ed è di tipo cordonale: sono presenti due Figura 46. I platelminti presentano un sistema escretore. In questa figura si evidenzia il sistema escretore costituito dai protonefridi. Il phylum dei Platelminti viene suddiviso in tre classi: Le planarie sono dotate di capacità rigenerative veramente Turbellari, Trematodi e Cestodi. straordinarie: se il corpo viene tagliato in due parti con una sezione trasversale, ogni parte rigenera quella Turbellari: Platelminti a vita libera. mancante; se vengono effettuati molti tagli trasversali, ogni parte ottenuta rigenera il capo dalla parte anteriore e Sono considerati tra gli attuali vermi piatti, quelli più simili una coda dalla parte opposta; se viene effettuato un taglio alle forme primitive. Si tratta per lo più di piccoli organismi longitudinale che passa per il piano sagittale mediano a marini o di acqua dolce, oltre a poche specie che vivono livello del capo, si ottiene una planaria a due teste! sulla terraferma, in ambienti umidi. I più semplici (▶figura 49) turbellari marini sono privi di cavità digerente, di organi escretori e di veri e propri organi riproduttori. Le più comuni specie di vermi piatti sono comunque rappresentate dalle forme dulcacquicole appartenenti al genere Dugesia, meglio conosciute con il nome di planarie (▶figura 47 e 48). Figura 47. I turbellari comprendono le planarie. Dugesia, una planaria d’acqua dolce, molto diffusa. Esse possiedono un'estremità cefalica provvista di un organo chemiorecettore, di due occhi molto semplici definiti ocelli, e di un rudimentale cervello formato da un Figura 49. La rigenerazione nelle planarie. ispessimento del cordone nervoso longitudinale. Tutti i In questa figura si mostra l’estesa capacità rigenerativa nella vermi piatti attualmente viventi si nutrono di sostanze planaria. animali; alcuni come predatori, altri come parassiti, altri ancora come detritivori. I primitivi vermi piatti potrebbero Queste estese capacità rigenerative vengono utilizzate per invece essere stati erbivori, adattatisi secondariamente a compiere la riproduzione asessuata che avviene per una dieta formata da piccoli animali raccolti sullo strato frammentazione del corpo. algale. Alcuni, infine, si sarebbero specializzati per vivere parassiti sopra o all'interno di animali più grandi. Le planarie si riproducono anche mediante riproduzione sessuata e presentano ermafroditismo insufficiente, nel senso che non possono praticare l’autofecondazione. Durante la stagione riproduttiva, gran parte del loro corpo è occupato dai testicoli, dalle vie spermatiche, dalle ovaie e dagli ovidotti che trasportano i gameti all’esterno del corpo. Sebbene i primitivi vermi piatti fossero organismi a vita libera, in seguito il loro piano organizzativo si è specializzato anche per la vita parassita, che garantisce l'assunzione di sostanze nutritive a spese di un ospite con minimo dispendio di energia. Un'ipotesi plausibile circa l'evoluzione delle strategie alimentari dei vermi piatti è che essi siano gradualmente passati da una dieta a base di organismi in decomposizione a organismi da morenti Attualmente, le più e infine diffuse una composta organismi forme parassite da viventi. sono rappresentate dai Trematodi e dai Cestodi. Si tratta di Figura 48. La faringe delle planarie è estroflettibile. organismi che vivono nel corpo dei vertebrati, e che nel In questa figura si evidenzia la faringe estroflettibile con caso dell'uomo possono causare gravi danni. l’apertura boccale alla sua estremità. Trematodi: Platelminti parassiti. Tra i Trematodi sono compresi anche gli schistosomi, I Trematodi sono tutti parassiti e da adulti sono quasi tutti endoparassiti di vertebrati. Hanno comunemente ossia le fasciole del sangue, che causano nell’uomo una grave parassitosi, la schistosomiasi (▶figura 52). forma ovale più o meno allungata e dimensioni in genere piccole: la loro lunghezza può infatti variare da una frazione di millimetro fino a 10 mm. Alcune specie possono però giungere anche a 2 cm di lunghezza. Sono muniti di ventose e presentano vari stadi larvali. Il termine Trematodi deriva dal greco "trema", che vuol dire "foro", in quanto le ventose furono erroneamente interpretate quali fori. I Trematodi annoverano le fascìole (▶figura 50), parassiti che infestano il fegato. Le fasciole conducono esistenze complesse con molti stadi asessuati e con due o più ospiti (tipicamente tre, talvolta due o quattro). Due ospiti intermedi, che ospitano stadi larvali o giovanili, possono essere invertebrati o vertebrati; l’ospite definitivo, che ospita lo stadio sessualmente maturo, è quasi sempre un vertebrato (▶figura 51). Figura 52. Schistosoma. Schistosoma japonicum un parassita che causa la schistosomiasi. La parassitosi che può colpire l’uomo ha forme acute e croniche diverse a seconda delle specie in causa e degli organi o tessuti coinvolti. Esse affliggono circa 250 milioni di persone, per la maggior parte in Asia e in Africa tropicali e subtropicali, e nell’America meridionale nord-orientale. Tra le malattie di origine parassitaria che affliggono l’uomo, la schistosomiasi è oggi un problema sanitario mondiale, secondo solo alla malaria.. le vittime raramente vengono uccise subito, più spesso vengono debilitate da anni di disagi e perdita di energia, e le loro vite finiscono con secondarie. l’essere abbreviate da malattie Il controllo della parassitosi, trattando le vittime con farmaci risulta soddisfacente ma non per le Figura 50. La fasciola epatica. Fasciola hepatica, un parassita che infesta il fegato di molti animali, uomo compreso. persone che sono regolarmente esposte alla re infestazione. Vaccini efficaci non sono stati ancora sviluppati. L’eliminazione delle feci e urine umane e l’educazione sanitaria alla popolazione sono molto importanti. chiocciole Inoltre, non è usando importante controllare veleni rendendo ma le loro l’ambiente inospitale (▶figura 53). Figura 51. Ciclo vitale della fasciola epatica. Il ciclo vitale della Fasciola hepatica è molto complesso. Il parassita viene trasmesso da una chiocciola d’acqua dolce, la Lymnea. Figura 53. Ciclo vitale di Schistosoma. Il ciclo di Schistosoma è più semplice di quello della Fasciola. Cestodi: Platelminti parassiti. I parassiti vivono in un ambiente ricco di sostanze I Cestodi, infine, anch’essi parassiti soprattutto di erbivori, includono le tenie (comunemente definite «vermi solitari» che infestano vari mammiferi e gli esseri umani. I cestodi sono endoparassiti specializzati privi di apparato digerente e possono raggiungere lunghezze fino a 10-15 metri. Il loro corpo allungato e nastriforme consta di 3 parti caratteristiche (▶figura 54): Scolice,(erroneamente chiamato “testa”) nutritive e non hanno perciò alcun bisogno di andare alla ricerca di cibo. Essi devono comunque soddisfare altre fondamentali esigenze: per completare il loro ciclo vitale i parassiti devono vincere le difese dei loro ospiti e lasciarli al momento opportuno per trasferirsi su altri. La maggior parte delle specie parassite mostra pertanto un complesso ciclo vitale, che prevede il passaggio in due o più ospiti attraverso parecchie fasi larvali (▶figura 55). dotato di ventose e/o uncini per l'adesione alla parete intestinale dell'ospite; Un ciclo vitale di tale complessità si è probabilmente affermato perché aumenta le probabilità dei parassiti di incontrare nuovi ospiti. Collo, la zona di accrescimento dell'animale; Strobila, il tratto più o meno lungo costituito da proglottidi prodotte dal collo e spinte lontano da esso tramite la formazione di nuove proglottidi. Quest'ultime contengono l'apparato riproduttore e consentono la riproduzione sessuale che, in questi parassiti, è imponente per il numero di uova fecondate prodotte. Figura 55. Il ciclo vitale di Diphyllobothrium latum. Questo verme parassita dei pesci deve infestare un copepode (un crostaceo) e un pesce prima di poter reinfestare l’ospite primario, un mammifero. Le principali specie di tenia che colpiscono l’uomo in europa sono la Tenia solium e la Tenia saginata. L’uomo è infestato mangiando carne cruda o mal cotta di animali infestati, che contengono nei muscoli larve di tenia (chiamate cisticerchi). Nell’intestino la larva si sviluppa in una sorta di testa, detta scolice , munita di ventose o uncini, con la quale si ancora alla parete dell’intestino. Dallo scolice si producono poi un gran numero di segmenti corporei, chiamati proglottidi, che si allungano per anche più di un metro. La tenia è in pratica priva di sistema nervoso e apparato digerente (regressione parassitaria). Le proglottidi contengono i due tipi di gonadi (ermafroditismo) da cui avviene l’autofecondazione. Quando un segmento è maturo, si stacca, e le uova fecondate sono espulse con le feci. Le larve che ne derivano possono essere ingerite dall’ospite intermedio: se ciò avviene esse raggiungono Figura 54. La tenia (verme solitario). i muscoli dove si incistano, ricominciando il ciclo. Un In alto: scolice di Tenia solium, definita tenia armata perché essere umano infettato può eliminare tramite le feci dotata di uncini con le quali si attacca alla mucosa intestinale. Essa ha come ospite intermedio i suini e come ospite definitivo l’uomo. In basso: Tenia saginata definita tenia inerme perché priva di uncini. Essa ha come ospite intermedio i bovini e come ospite definitivo l’uomo. milioni di uova al giorno, sia allo stato "libero" sia racchiuse nelle proglottidi. Queste uova possono sopravvivere in natura per diversi mesi, durante i quali possono infettare un nuovo ospite intermedio. La comparsa dell’apertura anale e del sistema circolatorio: i Nemertini. Il phylum dei Nemertini, o «vermi a nastro» è costituito da organismi triblastici con corpo appiattito dorsoventralmente e con sistema nervoso ed escretore simili a quelli dei platelminti (▶figura 56). provvisti di un apparato digerente completo , con bocca e ano situati ai poli opposti. Dal momento che i possiedono un apparato digerente completo, con una bocca all'estremo anteriore e un ano all'estremo opposto, il cibo transita in una precisa direzione e durante il percorso viene attaccato da vari enzimi digestivi; un sistema assai più efficiente di quello che prevede l'eliminazione muscoli retrattori e la preda viene avviata alla bocca. Oltre che per la cattura delle prede, il rincocele serve ai Nemertini per il movimento: la proboscide può essere infissa nel substrato e la sua successiva contrazione spinge in avanti l'animale. Un meccanismo di questo tipo si ritrova anche in altri phyla. A differenza di questi ultimi, tuttavia, i nemertini sono nemertini Quest'ultima viene poi retratta nel rincocele a opera di delle scorie L’altra novità evolutiva è rappresentata dall’apparato circolatorio . Esso è privo di cuore ed è semplicemente costituito da vasi sanguigni principali e vasi secondari che trasportano nutrimento, ossigeno, scorie metaboliche da una parte all’altra del corpo. Quando i Nemertini vengono disturbati, possono andare incontro ad autotomia (autoframmentazione del corpo) seguita da rigenerazione. La riproduzione può attraverso la stessa via di accesso. grande essere asessuata o sessuata ed essi, contrariamente ai platelminti, sono in genere a sessi separati. Delle 900 specie di Nemertini, la maggior parte sono marine; solo poche vivono in acqua dolce o nel substrato umido delle foreste tropicali. Tutti i Nemertini sono carnivori, e si nutrono principalmente di artropodi e piccoli vermi (▶figura 57). Figura 56. Per i nemertini la proboscide rappresenta l’organo per la cattura del cibo. La proboscide può essere mossa rapidamente, mentre l’animale si muove soltanto lentamente. Si osservi che la proboscide e la bocca si aprono separatamente all’esterno. Il corpo è di regola compatto per quasi tutta la sua lunghezza, ma in alcune specie esiste una cavità ripiena di liquido, detta rincocele , nella quale si trova una struttura a forma di proboscide , muscolare e cava. Le contrazioni dei muscoli che circondano il rincocele provocano l'estroflessione improvvisa della proboscide attraverso l'apertura anteriore del corpo. Il rincocele trasmette dunque forze che muovono rapidamente la proboscide senza che vengano mosse le altre parti del corpo. Alcuni Nemertini di piccole dimensioni possono muoversi mediante il battito di ciglia. Quelli di dimensioni maggiori utilizzano invece le onde di contrazione ricerca di della muscolatura cibo o per muoversi alla per nascondersi. I movimenti risultano comunque lenti. La proboscide della maggior parte dei nemertini è armata da uno stiletto per trafiggere le prede. Tossine a effetto paralizzante vengono inoltre prodotte dalla proboscide e immesse nella ferita provocata alla preda dallo stiletto. Alcune Figura 57. I Nemertini possono essere anche intensamente colorati. Alcuni Nemertini sono di colore tenue come quello che è raffigurato sopra, altri presentano intense colorazioni come la specie marina che è raffigurata sotto. Le parole: specie sono prive di stiletto e catturano le prede avvolgendole e bloccandole con la proboscide. Nemertini, deriva dal greco nema, nematos, «filo». 5. La comparsa dello pseudoceloma: Nematodi e Rotiferi. Come è già stato descritto, fin dalle prime fasi di sviluppo, nella blastula di molti gruppi animali si forma un blastocele. In alcune specie il blastocele persiste poi anche nell'adulto sotto forma di pseudocele, una cavità piena di liquido nella quale sono contenuti gli organi. Lo pseudocele può inoltre funzionare come scheletro idrostatico, ma in alcuni pseudocelomati esso è parzialmente occupato da masse cellulari. Fra i molti phyla di organismi pseudocelomati, verranno qui descritti i due più ricchi di specie e cioè i Nematodi e i Rotiferi. I Nematodi possiedono una cuticola di rivestimento che mutano periodicamente. II vantaggio di movimenti più efficienti, resi possibili dalla presenza di cavità piene di liquido, ha favorito lo sviluppo di tali cavità per tutta l'estensione del corpo. Un gruppo che testimonia i risultati di questo cambiamento è rappresentato dai vermi tondi (phylum Nematodi). Gli organi interni dei Nematodi sono contenuti nello pseudocele e il corpo è provvisto di una spessa cuticola prodotta dal piano epidermico (▶figura 58). Dorsalmente, ventralmente e lateralmente, l’epidermide si ingrossa a formare 4 creste longitudinali, dette cordoni. Sotto all’epidermide e tra le creste epidermiche si trovano 4 bande di muscoli longitudinali formati da cellule muscolari allungate che decorrono parallelamente all’asse del verme. Mancano completamente i muscoli circolari e quindi la locomozione avviene grazie al gioco di forze opposte esercitate dai muscoli longitudinali sulla cuticola e questo provoca dei tipici movimenti ondulatori serpentiformi. Il tubo digerente è diritto e possiede un’apertura all’estremità anteriore, la bocca e una, vicino all’estremità posteriore, l’ano. Dopo la bocca è presente una faringe muscolare e in seguito l’intestino. Poiché la sezione trasversale del corpo dei nematodi è rotonda, essi possiedono una superficie corporea relativamente limitata per gli scambi con l'ambiente. Gli scambi avvengono soprattutto attraverso la cuticola, ma si realizzano anche a livello dell'intestino, che è formato da un solo strato di cellule. Sebbene la pressione idrostatica all'interno dello pseudocele sia piuttosto elevata, il cibo riesce a transitare attraverso l'intestino grazie alle contrazioni ritmiche della faringe muscolosa situata all'estremità anteriore del tratto digerente. Il tratto digerente sembra avere anche un ruolo nell’escrezione delle scorie azotate mentre la principale funzione del sistema escretore è molto probabilmente in prevalenza osmoregolatrice. Mancano completamente sia strutture adibite alla respirazione, che alla circolazione dei liquidi corporei. Figura 58. I Nematodi. (A) Questo disegno mostra la struttura del corpo di Trichinella spiralis, un nematode parassita che causa la trichinosi. (B) Una cisti di Trichinella spiralis nel tessuto muscolare di un ospite. (C) Questo nematode invece conduce vita libera, muovendosi attraverso i sedimenti marini. Il sistema nervoso consiste in un anello nervoso e di gangli posto attorno alla faringe e di 4 cordoni nervosi principali che decorrono all’interno delle creste epidermiche. Il cordone nervoso dorsale e ventrale hanno una funzione prevalentemente motore, quelli laterali, Quando un Nematode cresce, esso abbandona la vecchia cuticola e successivamente ne forma una nuova: questo processo è definito muta ed è comune in molti gruppi di animali. sensoriale. Sono presenti organi sensoriali concentrati soprattutto alle estremità anteriore e posteriore del corpo. L’apparato riproduttore si trova nella cavità del corpo. nella placenta dei capodogli. Tra le tante specie di Generalmente i sessi sono separati e la fecondazione è Nematodi, solo la minoranza è rappresentata da parassiti. interna. osservato L’uomo è ospite di circa 50 specie di Nematodi e una ermafroditismo mentre in altre partenogenesi (sviluppo dozzina di queste causa seri problemi sanitari dato che a partire da cellule uovo non fecondate). interessa milioni, a volte centinaia di milioni di persone. I vermi tondi sono uno dei gruppi animali più ricchi di La struttura dei Nematodi parassiti non differisce molto da specie e universalmente diffusi. Noi stessi ingeriamo quella delle specie che conducono vita libera, ma inconsapevolmente, con i cibi e con le bevande, grandi sicuramente il ciclo vitale dei primi è modificato per quantità di Nematodi. Una mela marcia può contenere fino consentire il passaggio degli individui da un ospite a 90000 Nematodi, mentre in un metro quadrato di all'altro. Un metodo relativamente semplice per effettuare sedimento fangoso se ne contano circa 4420000 (▶figura tale passaggio viene attuato da Trichinella spiralis, l'agente 58). Molte specie di vermi tondi vivono come detritivori nel responsabile di una grave malattia nota come trichinosi. In alcune specie è stato suolo, sul fondo di fiumi e laghi, o come parassiti nel corpo di organismi vegetali o animali. Attualmente si conoscono circa 20000 specie di Nematodi, ma è probabile che ne esistano più di un milione. Le forme larvali di Trichinella formano cisti calcificate nello spessore dei muscoli dei mammiferi loro ospiti (▶figura 58) e queste, se presenti in gran numero, possono causare gravi danni o addirittura la morte. La Trichinella viene Un Nematode del suolo, Caenorhabitis elegans, è un trasmessa a un nuovo ospite quando un mammifero «organismo modello» ampiamente studiato dai biologi mangia le carni di un individuo infetto. Le larve attraversano che si occupano di genetica e di sviluppo (▶figura 59). infatti la parete intestinale del nuovo ospite e tramite il Questo organismo si presta particolarmente bene a tali circolo sanguigno giungono ai muscoli dove si localizzano ricerche poiché è facile da allevare, raggiunge la e formano nuove cisti. L'infezione si trasmette dunque da maturità in soli tre giorni e possiede un numero fisso di mammifero a mammifero, e spesso sono le carni di maiale cellule corporee (tra l’altro, il genoma di C. elegans è che trasmettono l'infezione all'uomo. Nel caso di altri stato completamente sequenziato). Nematodi, invece, il ciclo biologico del parassita è assai più complesso e prevede il passaggio in diversi ospiti appartenenti a classi diverse. Alcuni importanti parassiti nell’uomo sono gli strongili, gli anchilostomi, gli ossiuri, gli ascaridi e infine le filarie, parassiti con un artropode come ospite intermedio e che causano la filariosi, una parassitosi che colpisce l’uomo e diversi animali domestici. A volte essa può provocare l’elefantiasi dovuta al blocco del sistema linfatico e alla crescita incontrollata di tessuti fibrosi che portano a rigonfiamenti grotteschi degli arti affetti (▶figura 60). Figura 59. Un verme modello. Caenorhabditis elegans è un nematode lungo circa 1 mm, che vive nel suolo. Si tratta di un organismo modello molto usato in biologia, soprattutto in genetica e biologia dello sviluppo (le strutture tondeggianti sono uova). La dieta dei nematodi è varia quanto i loro possibili habitat. Molte specie vivono infatti come parassiti, altri sono predatori di protisti o di altri piccoli invertebrati (compresi altri vermi tondi). Molti studi su questo phylum sono stati motivati proprio dalla necessità di comprendere la biologia delle specie parassite al fine di poterne controllare la trasmissione. I vermi tondi sono infatti parassiti dell'uomo, di molti animali domestici e anche di Figura 60 Elefantiasi, causata da Wuchereria bancrofti. Se i parassiti si accumulano nei vasi sanguigni, possono limitare specie vegetali economicamente importanti. Il nematode di la circolazione e causare accumulo di fluido nei tessuti maggiori dimensioni, che misura circa nove metri, vive gambe, seni e genitali spropositatamente enormi. circostanti. I più comuni, segni visibili di infezione sono braccia, I Rotiferi sono animali microscopici, dalle dimensioni simili a quelle di alcuni protozoi. avvia le particelle alimentari verso la bocca e verso il Un altro gruppo di pseudocelomati, altrettanto numeroso animali, che catturano attivamente estroflettendo il mastax e diffuso, è quello dei Rotiferi. attraverso la bocca. Ciò è reso possibile dalla contrazione Si tratta di animali triblastici a simmetria bilaterale, per lo cosiddetto mastax, una complessa struttura rigida provvista di dentelli per triturare il cibo. Alcune specie di Rotiferi sono invece predatori di protisti e di altri piccoli dei muscoli che circondano lo pseudocele. più di minuscole dimensioni (lunghi 50-500 m). Sebbene non siano più grandi dei Ciliati, i Rotiferi possiedono organi ben sviluppati: il corpo è percorso da un apparato digerente completo, che inizia anteriormente con una bocca e termina posteriormente con un'apertura anale. Nel piano organizzativo dei Rotiferi lo pseudocele risulta fortemente ridotto e non svolge funzioni di scheletro idrostatico. La maggior parte dei Rotiferi sono animali molto attivi, anche se si spostano nel mezzo acqueo tramite il rapido battito di ciglia piuttosto che per mezzo di contrazioni muscolari (▶figure 61 e 62). Figura 62. Organizzazione interna dei Rotiferi. L’anatomia interna di questo piccolo Rotifero appare perfettamente visibile al microscopio. Poche specie di Rotiferi sono marine, mentre la maggior parte delle 1800 specie conosciute vivono nelle acque dolci. Un piccolo numero di specie, impropriamente definite terrestri, vivono in realtà in un peculiare ambiente acquoso. Esse restano in uno stato di vita latente alla superficie di muschi e licheni, e tornano in attività non appena cade la pioggia. Con la pioggia si forma infatti sulle piante un sottile film acquoso nel quale i Rotiferi possono Figura 61. Organizzazione interna dei Rotiferi. Philodina roseola è un rotifero a vita libera, simile per molti aspetti a molte altre specie dello stesso phylum. spostarsi e procurarsi il cibo. La maggior parte dei Rotiferi ha un ciclo vitale assai breve, che non supera la durata di 1-2 settimane. Gli organi che caratterizzano il phylum dei Rotiferi sono quelli responsabili del processo di cattura e trasformazione Le parole: del cibo. A questo proposito si definisce corona una cospicua struttura ciliata presente in molte specie all'estremità cefalica. Proprio il battito sincrono di tali ciglia consente il movimento dell'animale, e al tempo stesso Nematodi deriva dal greco nema, nematos, «filo». Rotiferi deriva dal latino rota, «ruota» dalla forma delle ciglia e fero «porto»