I GIORNI DELLA RICERCA Nelle università e nelle scuole Una ricerca giovane all’insegna della multidisciplinarietà Oggi la ricerca sul cancro ha bisogno di discipline molto varie, accomunate dall’obiettivo di porre un freno alla malattia. Per questo gli incontri tra gli esperti di AIRC e i giovani universitari sono stati ospitati da diverse facoltà scientifiche, anche da un politecnico I RELATORI DI TORINO Gianluca Ciardelli Politecnico di Torino Paolo Comoglio IRCCS Candiolo (TO) Lucia Del Mastro IRCCS San Martino IST, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro, Genova Pier Paolo di Fiore Università degli Studi di Milano e IFOM-IEO Campus, Milano Mario Calabresi Direttore La Stampa Modera: Gabriele Beccaria La Stampa a cura della REDAZIONE erché domani vi sia ancora una ricerca scientifica di punta in Italia, bisogna continuare a investire sui giovani e sul loro percorso professionale e formativo. È quanto ha fatto AIRC negli anni e quanto continua a fare promuovendo un contatto diretto tra professionisti della scienza e studenti universitari. Anche quest’anno, infatti, sono stati quattro gli incontri pubblici ospitati in università e politecnici di Torino, Trieste, Perugia e Catanzaro. Da nord a sud lo stesso entusiasmo e interesse per la complessità del cancro e per le strategie che la scienza sta perseguendo con lo scopo di rendere la malattia curabile in tutti i casi: una curiosità che si è fatta concreta nel momento delle domande, sempre puntuali e numerose. Dalla complessità del cancro nascono nuove opportunità di cura: questo il tema scientifico scelto da AIRC per aprire tutti gli incontri. Negli ultimi due decenni la ricerca sul cancro ha messo ancora più in luce l’estrema complessità di una malattia che si manifesta con almeno 100 tipi diversi di tumore, per non parlare del numero enorme di cellule e molecole coinvolte. I ricercatori hanno capito che le molteplici P 24 | FONDAMENTALE | GENNAIO 2013 caratteristiche del cancro possono diventare ciascuna un’opportunità di cura. Almeno dieci sono le caratteristiche comuni a tutti i tipi di tumore ed è proprio su queste carte che la ricerca punta per individuare nuove strategie di cura, come spiega chiaramente Piero Angela nel video che sintetizzava il tema dei Giorni della Ricerca e che potete vedere su www.airc.it/angela. Su queste dieci tematiche i ricercatori di AIRC sono impegnati con un lavoro intenso e senza tregua, che ha portato a un nuovo modo di fare diagnosi, di proporre terapie, e perfino di considerare la medicina clinica. Qui Torino Il chimico tedesco Paul Ehrlich sognava la “pallottola magica”, un composto chimico capace di distruggere ogni malattia senza danneggiare l’organismo. Un arsenale di questo tipo avrebbe permesso di debellare il cancro senza difficoltà. Non siamo arrivati a questo punto ma il progresso scientifico ha permesso un enorme passo avanti sul fronte della cura dei tumori. La ricerca, la collaborazione tra esperti di campi diver- si e la passione hanno messo in mano all’uomo sempre più carte vincenti per battere “l’imperatore del male”, come lo ha chiamato nel suo best seller l’oncologo statunitense Siddharta Mukherjee. Un cauto ottimismo si respirava anche nell’Aula Magna del Politecnico di Torino, dove studenti e professori si sono riuniti per ascoltare la conferenza organizzata da AIRC sull’inscindibile legame tra ricerca e opportunità di cura dei tumori. Un campo dove, come ha sottolineato in apertura dell’incontro il rettore Marco Gilli, l’interdisciplinarietà è una realtà oramai consolidata. “La ragione per cui siamo qui oggi è evidenziare l’importanza fondamentale della collaborazione tra tecnologia e discipline medico-biologiche” ha affermato Gilli. L’intreccio delle diverse esperienze professionali è una delle chiavi dei successi conseguiti negli ultimi anni nella battaglia contro il cancro. “Come dice il titolo di questa conferenza, la complessità del cancro apre paradossalmente nuove strade per la ricerca, coinvolgendo anche i futuri ingegneri” ha affermato Gabriele Beccaria, responsabile di Tuttoscienze, supplemento tematico de La Stampa e moderatore dell’incontro. Una sfida che, alla luce della partecipazione, numerosi studenti del Politecnico piemontese sembrano voler raccogliere. Quali sono i campi di applicazione di questa collaborazione tra ingegneri, medici e biologi? La nanotecnologia è una delle vie percorribili. “Attraverso la nanomedicina, stiamo lavorando alla creazione di nuovi sistemi di rilascio controllato dei farmaci in grado di colpire in maniera selettiva le cellule tumorali, riducendo gli effetti collaterali” ha spiegato Gianluca Ciardelli. “Non abbiamo la pallottola magica di Ehrlich, Nobel e pioniere nel campo della chemioterapia, ma possiamo colpire con maggiore efficacia e precisione il bersaglio”. Target therapy, viene chiamata, e dipende strettamente dalla valutazione molecolare dei tumori, in modo da riuscire a colpire le specifiche alterazioni. “Il cancro è una malattia dovuta alla mutazione di qualche decina di geni” ha ricordato Paolo Comoglio. “Per evidenziare queste mutazioni usiamo strumenti di diagnosi molecolare in grado di individuare l’alterazione che caratterizza un singolo tumore e che lo rende vulnerabile a un particolare trattamento”. Esiste un numero finito di tumori e la sfida è quella di trovare una terapia efficace per ciascuno di essi. La chiave è la ricerca, come è apparso chiaro dai dati forniti da Lucia Del Mastro. “Il nuovo approccio ha permesso, per esempio, di ottenere risultati positivi nel trattamento dei melanomi, campo in cui non si riusciva a migliorare le prognosi malgrado le numerose ricerche disponibili”. Pier Paolo Di Fiore ha sottolineato come il paziente debba essere al centro di un nuovo approccio perso- nalizzato delle terapie: “Ogni individuo risponde in maniera diversa sia alla malattia sia alle cure”. E parlando della filosofia di AIRC e della ricerca in generale, Di Fiore ha citato una frase del matematico tedesco David Hilbert: “Dobbiamo sapere, sapremo”. Merita una menzione la grande attenzione e la viva partecipazione dimostrata dagli studenti. A chiudere la conferenza, l’intervento di Mario Calabresi. “Ho fatto il giornalista perché volevo viaggiare, vedere il mondo. Bene, ascoltando oggi gli altri relatori, ho avuto la sensazione che il fascino del viaggio rivivesse nelle loro parole. Ho capito che la ricerca è un viaggio appassionante, è un’opportunità, un modo per far cadere le frontiere. Ragazzi, appassionatevi anche voi al viaggio che vi hanno raccontato oggi”. (Daniel Reichel) Qui Trieste “Siamo tutti in debito con Trieste: qui ci sono 7.000 ricercatori, l’Università è una delle migliori al mondo ed è nel suo DNA esportare idee e uomini. Speriamo che anche qualcuno di voi si dedichi alla ricerca scientifica e ci aiuti a mettere il cancro all’angolo”. Così Alberto Costa ha salutato le centinaia di studenti che hanno riempito l’Aula Magna dell’ateneo triestino per conoscere lo stato dell’arte della lotta contro il cancro. “Una battaglia – ha ricordato Etta Carignani Di Novoli, vicepresidente del comitato AIRC del Friuli-Venezia Giulia – che in Italia impegna 4.000 ricercatori e negli ultimi anni ha compiuto molti progressi, anche se non definitivi”. Un traguardo raggiungibile solo con lo sforzo congiunto di oncologi, ricercatori, biostatistici e bioinformatici e investendo nella ricerca. Una ricerca multidisciplinare. Perché la multidisciplinarietà è una condizione sempre più necessaria perché la ricerca medica possa affrontare le sfide del presente e del futuro. “L’università è la sede per eccellenza della ricerca scientifica e la nostra è sede di studi d’avanguardia in scienze della vita che hanno un grosso impatto sulla società” ha commentato il rettore Francesco Peroni. A Trieste, in- GENNAIO 2013 | FONDAMENTALE | 25 I RELATORI DI TRIESTE Francesco Peroni Rettore Università degli Studi di Trieste Giannino Del Sal Università degli Studi e Laboratorio Nazionale CIB Area Science Park, Trieste Salvatore Siena Ospedale Niguarda Ca’ Granda, Milano Paola Zanovello Università degli Studi di Padova Giovanni Boniolo Università degli Studi di Milano e Istituto Europeo di Oncologia, Milano Modera: Alberto Costa Scuola Europea di Oncologia, Milano I GIORNI DELLA RICERCA Nelle università e nelle scuole fatti, Giannino Del Sal coordina un progetto AIRC sui carcinomi alla mammella, in particolare sui tripli negativi che, pur costituendo una percentuale bassa rispetto all’intero repertorio di tumori al seno, sono tra i più aggressivi. “Grazie ai fondi AIRC, studiamo le firme molecolari del tumore e cerchiamo di trovare nuove molecole per nuovi trattamenti terapeutici in grado, da un lato, di inibire l’espressione dei geni che causano le metastasi e, dall’altro, di attivare l’espressione di quelli che le frenano. Il cancro – ha aggiunto Del Sal – rappresenta una delle sfide più importanti, dal punto di vista scientifico ma anche sociale. Basti pensare che nel 2030 si stimano in oltre 11 milioni i decessi causati dai tumori”. Una malattia molto complessa che stravolge il funzionamento delle cellule e crea un’intricata rete di circuiti molecolari che funzionano in modo aberrante. 26 | FONDAMENTALE | GENNAIO 2013 “Noi dobbiamo interpretare la complessità cellulare per trovare nuove soluzioni terapeutiche” ha ribadito dunque l’oncologo Salvatore Siena, che agli studenti ha presentato i risultati del suo team di ricerca nella cura del cancro al colon-retto. “È un tumore tipico del mondo occidentale ricco, che solo in Italia fa registrare circa 35.000 nuovi casi ogni anno, di cui una grossa percentuale va incontro a metastasi”. Per disarmare il cancro è fondamentale conoscere la sua biologia e il modo in cui modifica le cellule sane facendole lavorare a proprio vantaggio. “Il cancro, infatti, corrompe l’ambiente circostante” ha spiegato Paola Zanovello illustrando da un lato i meccanismi d’azione del sistema immunitario nel contrastare le malattie e dall’altro l’astuta capacità delle cellule tumorali nell’eluderlo, rendendosi invisibili o apparendo non pericolose, così da poter proliferare. Ed è proprio la complessità dei rapporti reciproci tra sistema immunitario e cellule tumorali a determinare la risposta finale: infatti solo se le cellule cancerogene sono percepite come estranee si produce una risposta immunitaria. “Per questo oggi cerchiamo di sviluppare nuovi farmaci che invece di attaccare gli antigeni prendono di mira il microambiente circostante”. Dalle terapie combinate, al rapporto medico-paziente: il filosofo della scienza e bioeticista Giovanni Boniolo ha chiuso infatti la mattinata con una riflessione a tutto tondo sull’importanza dell’empatia nella gestione del rapporto di cura, sulla medicina, sulla sua pratica e sull’impatto sociale dell’odierna medicina molecolare personalizzata. (Simona Regina) Qui Catanzaro Un commovente discorso del rettore Aldo Quattrone – dedicato ai malati di cancro e seguito dallo scrosciante applauso di studenti e professori – ha segnato l’inizio dell’incontro svoltosi presso l’Aula Magna dell’Università “Magna Graecia”. Marcello Maggiolini ha raccontato il lavoro svolto dal suo team grazie al sostegno AIRC e focalizzato sulla ricerca e studio dei tumori tipicamente femminili: “Ci occupiamo principalmente di tumore mammario, ovarico e dell’endometrio che insieme costituiscono circa il 40 per cento di tutti i tumori nel sesso femminile”. Il team calabrese analazza il ruolo svolto dagli ormoni estrogeni. “Vi parlerò dell’avverarsi di un sogno. Un sogno che è vecchio di quasi 100 anni: quello di usare le potenti armi del nostro sistema immunitario contro il cancro. E si sta avverando”. Esordisce così Alberto Mantovani, immunologo di fama mondiale, i cui studi hanno dimostrato l’esistenza di una correlazione molto stretta tra processi infiammatori e sviluppo di fenomeni tumorali: “Sappiamo da molto tempo che una serie di condizioni infiammatorie aumenta il rischio di sviluppare il cancro. Il paradigma di questo meccanismo è costituito dalle malattie infiammatorie dell’intestino. Si calcola che circa un quarto dei tumori umani abbia come concausa un’infiammazione”. Le alterazioni genetiche responsabili dello sviluppo di tumori sono infatti implicate anche nella produzione di fattori che favoriscono la formazione di un microambiente infiammatorio. Il sistema immunitario non è però coinvolto solo in relazione al microambiente, ma anche in risposta a infezioni come l’epatite B e il Papilloma virus, contro le quali esistono oggi dei vaccini efficaci “che sono a tutti gli effetti dei vaccini contro il cancro” ha chiarito Mantovani. Pierfrancesco Tassone, coordinatore di uno dei programmi AIRC 5 per mille, ha mostrato una panoramica delle terapie anticancro, dalle prime chemioterapie fino alle attuali target therapies, mirate a una specifica alterazione. Tassone ha raccontato in dettaglio il suo progetto per contrastare il mieloma multiplo grazie alle terapie molecolari, terminando il suo intervento con i ringraziamenti ad AIRC per “l’indispensabile supporto” ricevuto. Ospite dell’incontro anche Gian Antonio Stella, editorialista del Corriere della Sera che ha voluto rimarcare la necessità di “un’Italia della ricerca più giovane. Occorrono idee, occorre creatività, occorre aggressività giovanile, occorrono tutte que- ste carte che hanno solo i giovani: abbiamo bisogno di loro”. L’appello di Stella non è solo una denuncia a parole ma un richiamo concreto, corredato di numeri e di esempi: “Su circa 19.000 professori universitari italiani quelli che hanno meno di 35 anni sono una decina: lo 0,05 per cento dei docenti in Italia ha meno di 35 anni, contro circa il 7,5 per cento negli Stati Uniti, il 12 per cento circa in Francia, il 16 per cento circa in Gran Bretagna”. (Attilia Burke) Qui Perugia “Sosteniamo il lavoro dei ricercatori per mettere il cancro all’angolo”: così Luciano Bignola ha deciso di aprire l’incontro con gli esperti di AIRC, ospitati nell’Aula Magna. “Non possiamo che pensare positivamente ai progressi ottenuti nella ricerca contro il cancro, in particolare nel campo della diagnostica molecolare che ha rivoluzionato le condizioni e l’aspettativa di vita dei pazienti” ha detto Bignola. La diagnostica molecolare cerca le alterazioni genetiche presenti nelle cellule tumorali, differenti nei diversi tipi di tumore. È dunque possibile classificare le patologie in base alle variazioni genetiche che le caratterizzano e sviluppare farmaci che agiscano selettivamente su di esse. “Quando si identifica un bersaglio molecolare, i risultati possono essere straordinariamente positivi e nettamente superiori alle aspettative” I RELATORI DI CATANZARO Marcello Maggiolini Università della Calabria, Rende (CS) Alberto Mantovani Fondazione Humanitas per la Ricerca, Rozzano (MI) e Università degli Studi di Milano Pierfrancesco Tassone Università degli Studi Magna Graecia, Catanzaro Gian Antonio Stella Corriere della Sera Un pubblico di giovani studenti attenti, curiosi e partecipi I RELATORI DI PERUGIA Lucio Crinò Azienda ospedaliera di Perugia Pier Paolo Pandolfi Harvard Medical School, Boston, USA Enrico Tiacci Università degli Studi di Perugia Bruno Manfellotto direttore L’Espresso GENNAIO 2013 | FONDAMENTALE | 27 I GIORNI DELLA RICERCA Nelle università e nelle scuole “ 2012 ODISSEA NELLE SCUOLE ” ome nuovi Ulisse, i ricercatori sono sempre in viaggio e sempre mossi da curiosità. E la ricerca nasce come passione personale: dalla voglia di capire e dal fascino della scoperta. Poi questa passione diventa il desiderio di fare qualcosa per il bene di tutti”. È il racconto personale di Andrea Spitaleri della Fondazione centro San Raffaele, uno dei 65 ricercatori AIRC che si sono recati in altrettante scuole in tutta Italia l’8 e 9 novembre 2012, proprio durante i Giorni della Ricerca, un’occasione per conoscere la vita e la professione dei ricercatori. “Sono stata molto colpita dall’entusiasmo del ricercatore” afferma uno dei 9.000 studenti dell’ultimo triennio delle scuole secondarie superiori, che hanno partecipato all’iniziativa. “Si capisce che nel suo impegno di tutti i giorni ha presente anche le persone malate”. Temi, quelli della malattia e della cura, ai quali i ragazzi sono molto sensibili, come emerso in questi dialoghi. Protagonisti degli incontri sono stati anche i volontari AIRC, invitati a dare la propria testimonianza, che hanno trasmesso ai ragazzi l’importanza (e la soddisfazione!) di offrire un aiuto concreto alla missione di AIRC, nelle iniziative di piazza: le Arance della Salute a gennaio, le Azalee della Ricerca a maggio, i Doni della Ricerca a novembre. Fondamentale per la riuscita dell’iniziativa è stato, inoltre, il contributo dei Comitati regionali, non solo nell’organizzazione, ma anche nel coinvolgimento delle scuole. In occasione degli incontri sono state presentate le altre attività proposte da “AIRC nelle scuole”, attraverso il sito web www.scuola.airc.it , in particolare il concorso “Una metafora per la ricerca” 2012-13: un invito alla creatività dei ragazzi per raccontare in modo originale la ricerca sul cancro, attraverso un video, una foto, un disegno o un testo. C “ Un Incontro con la ricerca a Milano 28 | FONDAMENTALE | GENNAIO 2013 ha sottolineato Lucio Crinò, un pioniere della ricerca sul cancro, che ha raccontato la sua esperienza iniziata negli anni ’70 e cresciuta di pari passo con la ricerca oncologica, dai primi chemioterapici alla terapia molecolare. Pier Paolo Pandolfi ha esordito parlando del “rinascimento” della ricerca sul cancro: “Sono qui per testimoniare un entusiasmo profondo che deriva da una vera e propria rivoluzione. La ricerca oncologica ha vissuto un rinascimento che ci ha permesso di sconfiggere diverse forme di cancro e di ritardarne l’evoluzione in altri casi”. Rivoluzionario non è solo il nuovo approccio farmacologico, che prevede un trattamento selettivo e mirato, ma anche il metodo di studio dell’efficacia dei nuovi farmaci. Pandolfi e il suo team stanno infatti utilizzando nei laboratori americani un modello sperimentale che permetterebbe di accorciare notevolmente le tempistiche necessarie a valutare l’efficacia delle cure. “Abbiamo fatto ricerca da leader negli ultimi 30 anni e Perugia ha contribuito in maniera sostanziale” ha detto con un pizzico di nostalgia per il luogo dove la sua carriera è cominciata. “In questa università, per tre volte, abbiamo battuto gli americani: ma non dite agli americani che l’ho detto!” ha concluso scherzosamente Pandolfi. Infine ha preso la parola Enrico Tiacci, membro del gruppo diretto da Brunangelo Falini, leader della ricerca sulla leuceumia a cellule cappellute. “La ricerca delle alterazioni genetiche che causano i tumori può portare anche in tempi brevi a un beneficio clinico diretto e tangibile” ha detto Tiacci introducendo la storia del paziente che ha portato il team a scoprire l’intero modello genetico di questo tipo di leucemia e a identificare la mutazione responsabile della malattia. Grazie a esso è stato trovato un farmaco che potrebbe risolvere la malattia e per il quale sono partite le sperimentazioni proprio in questi giorni. Bruno Manfellotto ha concluso ringraziando AIRC e la straordinaria platea di medici e ricercatori, che ha aperto il cuore alla speranza: “I giornalisti scrivono oggi e parlano di ieri. A me invece è capitato, per una volta, di essere immerso per qualche ora in una quotidianità tutta speciale e di ascoltare la storia di ciò che accadrà domani”. (Attilia Burke) Accorciare i tempi per arrivare alla cura