ABBABULA FESTIVAL DI MUSICA E PAROLE D’AUTORE PROGRAMMA FESTIVAL ABBABULA 2007 9 MAGGIO Ore 17:00 – Patio Università Centrale – Sassari Inaugurazione mostra fotografica “Quelle facce un po’ così” curata da Roberto Coggiola Ore 17:30 – Cortile Estanco – Sassari Giovanni Peresson & Elena Pau in “Ragazzo mio” – Omaggio a Luigi Tenco Ore 19:30 – Cortile Estanco – Sassari Ginevra di Marco in “Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre” Ore 21:00 – Teatro Verdi Marianne Faithfull in “Songs of Innocence and Experience” 10 MAGGIO Ore 17:00 –Aula Magna Facoltà di Lettere – Sassari “L’anima dei poeti. Quando la letteratura viene messa in musica” a cura di Enrico de Angelis con Raffaella Benetti e Grazia De Marchi Ore 19:00 – Cortile Palazzo Ducale – Sassari Mauro Ermanno Giovanardi in “Cuore a Nudo” spettacolo musical-letterario Ore 21:00 – Teatro Verdi Arnoldo Foà in “Storie di tango” 11 MAGGIO Ore 17:00 – Aula Magna – Facoltà di Lettere – Sassari Presentazione del libro “Mi fido di te” incontro – dibattito con Francesco Abate e Massimo Carlotto Ore 19:00 – Cortile Estanco – Sassari Luca Faggella in “Teatrosonoro.07” Ore 21:00 – Teatro Verdi Rickie Lee Jones in “The Sermon on Exposition Boulevard” 12 MAGGIO Ore 17:00 – Cortile Palazzo Ducale – Sassari “Aprile in Super8” spettacolo musical-letterario Ore 19:00 – Piazza Santa Caterina – Sassari John De Leo in concerto Ore 21:00 – Teatro Verdi Avion Travel in “Danson Metropoli - Canzoni di Paolo Conte” 13 MAGGIO Ore 9:00 – Stazione Alghero Partenza per l’itinerario culturale-enogastronomico “Abbabula by bus” con tappe a Olmedo, Usini e passeggiata e pranzo a Sassari. SCHEDE SPETTACOLI E BIOGRAFIE AVION TRAVEL IN CONCERTO Un nuovo album e una nuova formazione. Così si apre il 2007 per gli Avion Travel che tornano con Danson Metropoli- Canzoni di Paolo Conte a distanza di quasi tre anni dal loro ultimo lavoro. Nato dalla collaborazione con Paolo Conte, che ne ha curato la supervisione artistica, l’album è una raccolta di undici fra i maggiori successi del Maestro astigiano, riarrangiati e reinterpretati dagli Avion Travel: da Aguaplano a Spassiunatamente, da Max a Cosa sai di me?. Gianna Nannini special guest- duetta con Peppe Servillo in Elisir, che vede anche la partecipazione di Paolo Conte stesso. Nella tracklist anche un brano inedito, Il giudizio di Paride, scritto appositamente da Conte per il gruppo. Danson Metropoli – Canzoni di Paolo Conte segna il debutto della nuova formazione degli Avion Travel, che da piccola orchestra si trasformano in quartetto: Peppe Servillo alla voce, Fausto Mesolella alla chitarra, Mimì Ciaramella alla batteria e Vittorio Remino al basso. Il risultato è un nuovo equilibrio musicale, più asciutto ed essenziale rispetto al passato. Oltre alla direzione artistica, Paolo Conte ha disegnato anche la copertina del disco. Più di settanta le opere realizzate dal Maestro per l’occasione, dodici dei quali sono stati usati come copertine interne dell’album, associando ad ogni brano un’immagine. Il tour, prodotto da Cose di Musica, debutterà a Senigallia per poi proseguire in altre città italiane, tra cui Roma il 6 aprile all’Auditorium-Parco della Musica e Milano il 16 aprile al teatro Strehler. In tour, le canzoni del nuovo album saranno rese ancor più suggestive dalla presenza di archi, tastiere e percussioni. Biografia La prima formazione del gruppo di Caserta risale al 1980. Dopo un esordio decisamente rock e un passaggio attraverso il pop nella seconda metà degli anni ottanta (il gruppo vince la sezione rock del Festival di Sanremo 1987), la Piccola Orchestra approda allo stile “Avion Travel” con l’album "Bellosguardo", pubblicato nel 1992. Questo disco, per la sua specificità e per la sua concentrata bellezza, rappresenta di fatto il manifesto musicale della Piccola Orchestra e segna l'inizio dell’attuale avventura musicale dei sei musicisti. Avventura che il gruppo condivide con nuovi compagni di viaggio quali Lilli Greco, (già collaboratore artistico di Paolo Conte, Francesco De Gregori, Antonello Venditti e Gianni Morandi) maestro di impegno creativo che aiuta e sprona il gruppo sia a confrontarsi con territori dello spettacolo limitrofi come il cinema e lo spettacolo sia a potenziarne le attitudini concertistiche. Nel 1993 arriva, a seguito dell'incontro con Caterina Caselli e del contratto con la Sugar, l’album "Opplà", un tassello decisivo nel raffinato mosaico musicale degli Avion Travel, che coglie un grande consenso di critica. Nell’ottobre del 1995 pubblicano l’album "Finalmente Fiori" che si rivela la naturale conclusione di un trittico musicale (insieme a "Bellosguardo" e "Opplà"). L’album consacra una realtà artistica della Piccola Orchestra e viene definito dalla critica: “59 minuti di magia sonora”. L'esigenza di muoversi creativamente li porta alla scoperta di nuovi territori espressivi: nasce così "La guerra vista dalla luna", operina musicale in un atto nella quale viene coinvolto Fabrizio Bentivoglio, che si mostrerà un magnifico compagno di lavoro e di viaggio. "La guerra vista dalla luna" viene rappresentata nel 1996 e viene portata negli anni successivi, con grande successo, in tutti i principali teatri italiani. Nell'estate '97, gli Avion Travel sono in tour in Italia e all'estero, soprattutto in Francia, Portogallo, Lussemburgo, Germania dove la band di Caserta ha ormai numerosi estimatori. Questa fitta attività concertistica (più di 200 concerti in due anni) dà infine origine al loro attesissimo primo album 'live': "Vivo di canzoni". Al Festival di Sanremo del 1998 la Piccola Orchestra presenta nella sezione “Big” la canzone "Dormi e sogna", brano che ha fatto guadagnare agli Avion Travel il prestigioso Premio della Critica e della Giuria di Qualità (presieduta dal compositore inglese Michael Nyman) come migliore musica e migliore arrangiamento. Nel gennaio del 1999 viene pubblicato l’album “Cirano” firmato dal produttore Arto Lindsay, genio brasiliano-newyorkese con all'attivo collaborazioni con David Byrne, Ryuichi Sakamoto, Caetano Veloso e Marisa Monte. Ed è con l’album “Cirano” che, dopo la tournée nei principali teatri e piazze italiane, La Piccola Orchestra Avion Travel sbarca in Europa e si esibisce con numerosi concerti nei teatri in Germania, Austria, Svizzera, Belgio, Olanda e Spagna. Gli Avion Travel si presentano nel 2000 alla 50a edizione del “Festival di Sanremo” e vincono la manifestazione con il brano “Sentimento” aggiudicandosi anche il “Premio Speciale della Critica e della Giuria di Qualità” per le categorie “Migliore Musica” e “Migliore Arrangiamento”. Segue la vittoria Sanremese un trionfale tour italiano e una tournée europea che tocca le principali città della Spagna, Germania e Francia. Nel dicembre 2000 pubblicano l’album “Storie d’amore”: un omaggio alla canzone italiana e più in generale alla musica evergreen degli anni Sessanta. La selezione dei brani, effettuata fra un ampio numero di canzoni, si svolge con la consapevolezza da parte degli Avion Travel di andare alla ricerca di canzoni significative dal punto di vista musicale e che consentano al gruppo di esprimere il loro stile. Presentato a Parigi con uno showcase, esce in Francia nel giugno del 2001, “Selezione 1990-2000” un album che ripercorre gli ultimi dieci anni di carriera artistica degli Avion Travel. Il 4 aprile 2003 esce il nuovo atteso album della Piccola Orchestra Avion Travel che si intitola “Poco mossi gli altri bacini”, frutto della collaborazione della band con il produttore Pasquale Minieri (che ha firmato negli ultimi anni lavori con diversi artisti tra cui Lucio Battisti, Claudio Baglioni e Vinicio Capossela). L’album, che segna un’ulteriore svolta nel percorso musicale della Piccola Orchestra Avion Travel, contiene per la prima volta anche voci femminili: Peppe Servillo duetta con Elisa e Caterina Caselli. “Piccolo Tormento”, uno dei brani contenuti nel nuovo album, è anche la canzone principale della colonna sonora del film di Mimmo Calopresti “La felicità non costa niente” che ha come protagonista Francesca Neri ed è nelle sale cinematografiche da fine gennaio 2003. Nel film Peppe Servillo ha lavorato anche come attore. Cresce, nel frattempo, l’interesse per la musica degli Avion Travel anche all’estero, tale da portarli a realizzare un “Best of” per il mercato internazionale. L’album “Per come ti amo”, pubblicato in Francia nel 2004 (nel 2005 viene pubblicato anche in Belgio e Olanda con il titolo “Selezione”)rappresenta un viaggio musicale che attraversa gli ultimi dieci anni della carriera musicale del gruppo. Il viaggio li porta oltreoceano, al Southwest Festival di Austin, Texas, così come in alcuni rinomati club, tra cui il Joe’s Pub di New York, durante la primavera del 2005. Il bisogno di esplorare nuovi orizzonti musicali spinge il gruppo verso progetti molto diversi fra loro: Peppe Servillo si dedica al tour Aires Tango; Ferruccio Spinetti inizia il proprio progetto sperimentale con Petra Magoni; Fausto Mesolella parte in tour al chitarrista Michele Ascolese per il progetto Chitarre Vagabonde; Mario Tronco e Peppe D’Argenzio si uniscono all’Orchestra di Piazza Vittorio. Le esperienze e le influenze assorbite in questi anni di progetti “paralleli” spingono il gruppo a tornare in studio dopo tre anni, con una nuova importante sfida: un album di canzoni di Paolo Conte, interpretate da loro stessi e registrate sotto la direzione artistica dello stesso Paolo Conte. “CUORE A NUDO” SPETTACOLO-CONCERTO DI MAURO ERMANNO GIOVANARDI Cuore a nudo è un desiderio antico. Come tale, gioco e necessità. Un viaggio/monologo di confessioni amorose e incanti, riflessioni esistenziali e momenti tragicomici, che Mauro Ermanno Giovanardi esplora con il binario espressivo della “gran tenerezza e gran furore” dell’istrione, ma anche scivolando nel ghigno, confidente e dissacratorio. Un disco che nasce da una lunga serie di spettacoli dal vivo, trio acustico con un repertorio che è cantiere aperto di letture e canzoni. E l’accompagnamento, pur scarno, è così attento da apparire imponente: un pianoforte, soprattutto, o una fisarmonica, una tromba affilata e una chitarra che colora o stride, sono i soli strumenti che sostengono l’impalcatura sonora. Uno spettacolo immaginario che alterna brani d’autore degli anni ’60 e ’70, con versi dei poeti che hanno saputo spogliarsi, e risplendere. Rincorrendosi, mischiandosi e confondendosi l’uno dentro l’altro. Da Shakespeare a Tenco, dalla poesia di Penna e Pagliarani, all’aspra dolcezza di De Andrè e Fossati, alla canzone popolare milanese di Ivan Della Mea, fino a ripescare un brano ‘antico’ e semisconosciuto di Lino Toffolo e Jannacci che arriva a commuovere, per l’interpretazione, e per la semplicità spiazzante del testo. Poi, il lirismo di Tonino Guerra, che racconta la vulva con pennellate di virtù e miserie, come una dea amorevole e crudele, e ancora P.V.Tondelli, Marco Lodoli e Mariangela Gualtieri ad arricchirne l’immaginario letterario.E, infine, i pezzi inediti, perle di una tale intensità da sembrare da sempre dentro la voce di Joe.“Nascon nella testa, scendono nel cuore, poi escon dalla bocca, le parole.” Compagni di viaggio di questa avventura sono Fabio Barovero membro fondatore di Mau Mau e autore di importanti colonne sonore, al piano e alla fisarmonica, Paolo Milanesi, da sempre trombettista dei La Crus , e Lorenzo Corti già alla chitarra con C. Donà, C. Basile, e Nada. BIOGRAFIA Mauro Ermanno Giovanardi inizia la sua carriera musicale con i Carnival of Fools, band storica dell'underground italiano dei primi anni '90, più volte impegnata nel dividere il palco con artisti internazionali del calibro di Nick Cave e dei Bad Seeds. Nel 1993 insieme a Cesare Malfatti ed Alessandro Cremonesi fonda i La Crus, formazione che presto ottiene un successo di pubblico e critica superiore a ogni aspettativa. Con il primo disco, intitolato proprio La Crus, la band si aggiudica riconoscimenti quali il Premio Ciampi e la targa Tenco. I In Ogni cosa che vedo, i testi e le interpretazioni di "Joe" sono arricchiti dai preziosi contributi dello scrittore Marco Lodoli e della drammaturga Mariangela Gualtieri. Proprio grazie ai La Crus Giovanardi ha avviato un lungo connubio artistico con l'attore e regista teatrale Ferdinando Bruni. Tra i frutti di questa collaborazione si ricordano: Tutti i giorni sono notti, studio scenico sul tema amoroso, Mentre le ombre si allungano, appunti per voci, suoni e immagini, e il concerto-spettacolo La costruzione di un amore. Ferdinando Bruni è anche tra le voci del CD Rom del libro Crocevia, romanzo pubblicato dai La Crus nella collana Oscar Mondadori. JOHN DI LEO IN LIVE TRIO L’ex cantante dei Quintorigo, a Sassari live in trio, presenterà in anteprima assoluta il suo nuovo album, in uscita il prossimo autunno. Col suo nuovo spettacolo, John De Leo tenta un connubio tra drum and bass (ma rigorosamente suonata con stumenti acustici - e con la voce) ed alcune musiche folkloristiche tipiche della nostra penisola: in particolare della Romagna dove è nato e dell'Abruzzo, terra d' origine dei suoi genitori. I testi celano vicende personali; raccontano falle psicologiche nelle quali molti si possono riconoscere, reinvestano filosofiche visioni del mondo, inneggiano alle minoranze e alle diversità. Oltre alla trama, le parole sono importanti per il loro suono. Da anni studia la loro cadenza, il loro suono intrinseco e quello ineffabile dell'intonazione. Nel nuovo Album si fantasticherà sulle molteplicità del significante nell'interpretare le parole attraverso la l' intonazione, il suono, l' umore e il vissuto. Come interprete il repertorio varia dai classici della song americana di Sinatra o Billie Holiday, fino a Hendrix ed il Rock dei giorni nostri. BIOGRAFIA Nato a Lugo (RA) il 27 maggio 1970, John De Leo è una delle voci più interessanti del panorama musicale italiano degli ultimi anni. Una voce-strumento, ora calda, grave, ora acuta, graffiante, le cui fondamenta Soul sorreggono un vasto itinerario musicale che spazia dal Be-bop al Rock alla Contemporanea. Cantante, compositore, collaboratore e promotore di innumerevoli progetti artistici non strettamente a carattere musicale; ha collaborato con: Rita Marcotulli, Teresa De Sio, Ambrogio Sparagna, Paolo Damiani, Stefano Benni, Banco del Mutuo Soccorso, Carlo Lucarelli, Stefano Bollani, Paolo Fresu Quintet, Furio Di Castri, Danilo Rea. Con il gruppo Quintorigo, De Leo ha partecipato a diversi concorsi e manifestazioni musicali di carattere nazionale tra cui: Festival di San Remo ’99 (Premio della Critica e Premio come miglior Arrangiamento), I° Maggio ’99 (Roma, Piazza San Giovanni), Premio Recanati (ospite), Premio Ciampi (ospite), Premio Tenco ’99 (Primo classificato come miglior Opera Prima con l’album “Rospo”), Italian Music Award, Festival di San Remo 2001 (Premio come miglior Arrangiamento), I° Maggio 2001, Festival internazionale del Jazz di Roccella Jonica 2001, I°Maggio 2002, Mittelfest, Umbria Jazz 2003. Tre gli album di Quintorigo con John De Leo editi da Universal: “Rospo” (miglior album dell’anno ’99 secondo la rivista “Musica e Dischi”); “Grigio” (miglior tour del 2000 secondo la rivista “L’isola che non c’era”); "In Cattività" (2003 - colonna sonora del film "La Forza del Passato" di Piergiorgio Gay con Sergio Rubini e Bruno Ganz). Numerose le collaborazioni eccellenti di Quintorigo con: Roberto Gatto, Franco Battiato, Enrico Rava, Carmen Consoli, Mederic Collignon, Ivano Fossati, Antonello Salis. Durante la XXI edizione del festival internazionale del Jazz "Rumori Mediterranei" di Roccella Jonica, John, insieme a Paolo Damiani al violoncello e alla voce recitante di Stefano Benni ha interpretato "Chiudete la cella"; il brano scritto dallo stesso Benni fu originariamente sottoposto all'amico Fabrizio De Andrè per essere musicato. L'improvvisa scomparsa del cantautore genovese ha lasciato l'opera incompiuta. Dopo alcuni anni "Chiudete la cella" rivive nel nuovo arrangiamento di John De Leo, Guido Facchini e Paolo Damiani. Nel 2001 John De Leo Trio e Stefano Benni incidono “Vedrai,Vedrai/Un giorno dopo l’altro/Repeat and fade” per la compilation tributo a Luigi Tenco “Come fiori in mare” (Lilium). Attualmente sta lavorando alla produzione del suo primo album da solista, la cui uscita é prevista per il mese di aprile. MARIANNE FAITHFULL IN CONCERTO Pochi artisti sanno creare l’atmosfera intima propria di Marianne Faithfull. Non tutti posseggono, infatti, la sua rara abilità di trasformare qualsiasi testo in una composizione profondamente e totalmente personale: la sua musica ha la struttura di un’autobiografia, come se ogni canzone fosse marcata dalle esperienze vissute dall’artista stessa. Before the Poison, pubblicato alla fine del 2004, è un disco che gode dei frutti della lunga e brillante carriera dell'artista, una prepotente affermazione del suo talento come una delle migliori interpreti di musica contemporanea. L’album, oltre a contenere alcuni pezzi propri, è arricchito dalla presenza di duetti con PJ Harvey e Nick Cave, autori di 8 dei 10 brani. Il 2005 è consacrato al tour, un trionfante ritorno dal vivo che dura dall’inizio della primavera fino al tardo autunno, preceduto da una piccola interpretazione nel nuovo film di Sofia Coppola, Marie-Antoinette. Il dramma storico – girato in Francia - vede Kirsten Dunst nel ruolo principale e Marianne Faithfull nei panni della madre della sovrana, l’imperatrice Maria Teresa d’Austria. MarieAntoinette è uscito sugli schermi internazionali nell’autunno 2006; contemporaneamente, la Universal ha approntando un documentario dedicato agli straordinari 42 anni di carriera musicale di Marianne, contenente i brani più famosi oltre a varie rarità e “chicche” da collezionisti. BIOGRAFIA La sua storia è stata ampiamente documentata, e non solo nella biografia Faithfull pubblicata nel 1994. Marianne – all’epoca diciassettenne e ancora studentessa - viene presentata al direttore di Rolling Stones, Andrew Loog Oldham, in occasione di un party a Londra nel 1964. Oldham, affascinato dalla giovane, le offre di realizzare un album insieme. Alcuni mesi dopo, Marianne inizia la sua carriera musicale con un'interpretazione di As Tears Go By, la prima canzone mai scritta da Mick Jagger e Keith Richard, che si piazza subito tra i primi 10 posti della classifica britannica nell’agosto 1964.Dopo As Tears Go By, seguono altri tre singoli di successo. L’artista incide poi due album Top 20, entrambi espressione di un sorprendente equilibrio tra malinconiche influenze folk –- con materiale di compositori come Bert Jansch e Tim Hardin –- e rock più aggressivo. Marianne intraprende parallelamente anche la carriera di attrice, interpretando una parte nel film Girl on a Motorcycle (Nuda sotto la pelle), a teatro in Tre Sorelle di Chechov (con Glenda Jackson) e in Amleto, diretto da Tony Richardson, al fianco di Anthony Hopkins e Nicol Williamson.Alla fine degli anni Sessanta, tuttavia, è la vita personale di Marianne –- in particolare, la sua relazione con Mick Jagger – a catalizzare l’attenzione dei media. L’artista rifugge quindi i riflettori, per apparire di nuovo solo brevemente a metà degli anni Settanta con un album dai sapori country, Dreamin’ My Dreams, registrato con la Grease Band. L’album non ottiene un grande seguito nel Regno Unito, sbancando invece i botteghini in Irlanda, dove Marianne tiene il suo primo tour nell’arco di dieci anni. Sarà solo nel 1979, tuttavia, che Marianne Faithfull risolleverà le sorti della sua carriera con l’innovativo Broken English. La voce innocente di un tempo si mostra ora come uno strumento oscuro e roco, che distinguerà tutti i suoi lavori successivi. È un momento fondamentale: le sonorità folk dei primi anni cedono il posto all’incisività sferzante di brani quali Why Do‘Ya Do It?, Working Class Hero, nonché la traccia omonima del titolo. L’album comprende anche The Ballad of Lucy Jordan di Shel Silverstein, una canzone originariamente incisa da Dr. Hook, ma reinterpretata e fatta propria da Marianne Faithfull. A Broken English fanno seguito Dangerous Acquaintances, A Child’s Adventure e, nel 1987, Strange Weather. All’epoca dell’ultimo album, Marianne subisce ormai fortemente il fascino della musica di Kurt Weill degli anni ’20 e ’30. Sebbene nessuna delle tracce in Strange Weather sia di Weill, la sua influenza è chiaramente percepibile attraverso il tessuto dell’album. L’interesse di Marianne verso Kurt Weill e la musica della Repubblica di Weimar è coronato nel 1996, dalla pubblicazione di 20th Century Blues, seguito, nel 1998, dall’incisione dell’opera di Kurt Weill / Bertolt Brecht, The Seven Deadly Sins (I sette peccati capitali), un album che vede la sua première dal vivo presso il Festival di Salisburgo in Austria. Il successo riscosso da The Seven Deadly Sins è tale da catapultare l’album nelle vette delle classifiche di musica classica di tutto il mondo. Durante questo lungo intervallo, la carriera musicale più “tradizionale” di Marianne subisce di fatto un arresto, sebbene se l’artista partecipi a diversi progetti di collaborazione: ad esempio, per una sigla televisiva, Hang It to Your Heart, scritta a quattro mani con Alex James dei Blur–- episodio precursore delle sue future collaborazioni con Damon Albarn per i suoi ultimi due album, Kissin Time e Before The Poison. Marianne ritorna poi al suo genere principale con l’uscita di Vagabond Ways nel giugno 1999. Tra le tracce di quest’album, si ricordano Incarceration of a Flower Child, un brano inedito di Roger Waters composto nel 1968, e For Wanting You, firmata da Elton John, nonché una versione rivisitata di Tower of Song di Leonard Cohen. Marianne riprende anche la carriera cinematografica, interpretando Intimacy, diretto da Patrice Chereau e premiato come Miglior Film all’edizione 2001 del Festival di Berlino, e Far From China, un film del regista Christian Leigh, apparso nel Regno Unito all'inizio del 2002. Dopo l’uscita di Kissin Time nel 2002, Marianne s'impegna in una serie di date mondiali – il suo progetto di tour più ambizioso mai intrapreso da molti anni. Al termine di questa tournée, Marianne continua a dedicarsi alla recitazione, impersonando Pegleg nella produzione presentata in anteprima a Londra di The Black Rider, la celebre e premiata opera di Robert Wilson. The Black Rider –- con un libretto firmato dal romanziere della Beat Generation William Burroughs e musiche di Tom Waits –- ottiene un grande successo presso il Barbican Theatre durante l’intera estate 2004. Nel frattempo, Marianne lavora anche al suo ultimo album. RICKIE LEE JONES IN CONCERTO La cantautrice americana Rickie Lee Jones ha firmato un nuovo contratto discografico con la New West Records (distribuzione italiana esclusiva I.R.D.), etichetta per la quale ha debuttato il 6 febbraio scorso con la pubblicazione del nuovo album "The Sermon On Exposition Boulevard". L'album comprende 13 nuove composizioni ed ha preso forma in seguito alla partecipazione di Rickie Lee a un progetto discografico di spoken word ispirato agli insegnamenti di Gesù, pensato e realizzato dallo scrittore/fotografo Lee Cantelon. L'entusiasmo derivante dal brano originariamente inciso per quell'album , "Nobody Knows My Name", ha spinto la cantautrice a tornare in studio assieme a Cantelon, al chitarrista Peter Atanasoff e al produttore Rob Schnapf. "Sembra che la vera storia di Gesù sia rivissuta continuamente e ripetutamente da ogni generazione ma pare che nessuno arrivi mai a riconoscere il Cristo che cammina in mezzo a noi", ha dichiarato la Jones. Questi i titoli di alcuni dei brani-chiave del lavoro: "Elvis Cadillac", "Circle in The Sand", "Where I Like The Best", "7th Day" e "Nobody Knows My Name". Nell'album Rickie Lee si cimenta anche al basso e alla chitarra. "The Sermon On Exposition Boulevard" arriva a quattro anni da "The Evening Of My Best Day", l'unico album pubblicato dalla Jones per la V2. L'album è disponibile anche in una speciale confezione CD+DVD contenente un un "high resolution audio mix", le immagini delle sedute di registrazione e i file mp3 a 256Kb/s delle canzoni per una più semplice trasposizione dei brani sui dispositivi portatili digitali. BIOGRAFIA Nata l’8 novembre del 1954 a Chicago, Rickie Lee Jones è spesso considerata l’erede naturale di Joni Mitchell (cui pure assomiglia relativamente, in termini stilistici). Dopo avere girovagato l’America da giovane irrequieta, nella metà degli anni ’70 si stabilisce a Los Angeles: nella metropoli californiana incontra Tom Waits, che diventa per un certo periodo il suo amante e poi anche il suo primo mentore musicale. Dopo aver lavorato con Lowell George dei Little Feat, viene notata dal boss della casa discografica Warner Brothers, Lenny Waronker, che le procura il primo contratto discografico. Nel 1979 pubblica il suo omonimo album di debutto, mostrando fin da subito di non essere una semplice folk singer ma piuttosto un’artista dalla personalità complessa il cui stile musicale ingloba il jazz, le colonne sonore di Broadway e l’r&b. Gli anni ‘80 iniziano bene, con l’acclamato PIRATES, ma l’eccessiva predisposizione verso l’alcool e diversi problemi familiari rendono discontinua la sua produzione successiva. Dopo alcuni anni di assenza, la Jones si riaffaccia alla ribalta con FLYING COWBOYS, in cui le danno una mano Walter Becker (Steely Dan) e gli scozzesi Blue Nile. Per il successivo POP POP, raccolta di cover, alla console c’è l’affermato Don Was, mentre in TRAFFIC FROM PARADISE il nuovo partner musicale è il chitarrista Leo Kottke. Gli anni ’90 proseguono tra altri e bassi, fino ad un nuovo disco di cover, IT’S LIKE THIS, seguito dallo splendido LIVE AT RED ROCKS. L’autunno 2003 porta con sé un nuovo contratto discografico (con la V2) e il primo album di inediti in sei anni, THE EVENING OF MY BEST DAY, che propone un’artista mobilitata sul fronte dell’antagonismo politico (con un attacco diretto al presidente americano George W. Bush) e musicalmente vicina alle sue prime cose (tra gli ospiti in studio spicca la chitarra di Bill Frisell). Dopo oltre tre anni di assenza, il successivo SERMON ON EXPOSITION BOULEVARD (per un’altra etichetta, la indie New West Records) sfoggia uno stile molto più rock del solito, con una musica di stampo chitarristico e molto basata sull’improvvisazione che prende origine da uno spunto inatteso: un libro del fotografo e film maker Lee Cantelon, “The words”, ispirato alla parola e alla figura di Gesù Cristo. “L’ANIMA DEI POETI”. QUANDO LA LETTERATURA VIENE MESSA IN MUSICA A cura di ENRICO DE ANGELIS L'evento comprende una conversazione di Enrico de Angelis inframmezzata con performance dal vivo delle cantanti Raffaella Benetti e Grazia De Marchi. Sotto un titolo attinto a una famosa canzone di Charles Trenet, il tema è quello della letteratura e della poesia trasformate in canzone: ovvero un percorso storico attraverso gli innumerevoli testi di poeti e di scrittori che in varie epoche sono stati musicati e cantati. Si spazia tra autori come Properzio, Cecco Angiolieri, Trilussa, Edgard Lee Master, Libero Bovio, Bertolt Brecht, Sergej Esenin, Cesare Pavese, Luis Aragon, Italo Calvino, Pier Paolo Pasolini, Gianni Rodari, Vincenzo Cerami, riascoltati tramite le musiche di Georges Brassens, Domenico Modugno, Fabrizio De André, Virgilio Savona, Angelo Branduardi, Nicola Piovani, Piero Umiliani, Sergio Liberovici e così via. BIOGRAFIE Enrico de Angelis è giornalista, critico musicale, storico della canzone, responsabile artistico del Club Tenco di Sanremo. Raffaella Benetti e Grazia De Marchi sono due cantanti specializzate nella miglior canzone d'autore di tutti i tempi e contano su un grande bagaglio di esperienze teatral-musicali. Le accompagnano la chitarrista Michela Cordioli e il fisarmonicista Giuseppe Zamboni. GIOVANNI PERESSON& ELENA PAU IN “RAGAZZO MIO”, OMAGGIO A LUIGI TENCO L’Italia di Tenco è l’Italia del boom economico, di Carosello e della nascita dell’era della pubblicità, l’epoca d’oro del Festival di Sanremo, rose-fiori-cuori-amori. Ma è anche l’Italia di Michelangelo Antonioni e de “L’avventura”, primo esempio di cinema dell’alienazione; è l’Italia subumana della periferia del mondo di “Accattone” di Pasolini; quella sperduta e confusa della Dolce Vita di Fellini, quella cinica e dissacrante de “I pugni in tasca” di Marco Belloccio, storia di una famiglia medio borghese di provincia, che viene distrutta da uno dei suoi componenti. Una società in bilico tra ingenuità e voglia di cambiamento. Una società sul punto di perdere il suo incanto. Chi è stato dunque Tenco? Cosa ha rappresentato per la cultura italiana all’alba dei grandi cambiamenti che di li a poco avrebbero investito l’intera cultura giovanile italiana e internazionale? “Ragazzo Mio” prova a tracciare il ritratto di un artista problematico e controverso, attraverso le sue canzoni, recitate e cantate a due voci: tramite esse, da Ciao Amore Ciao a Lontano lontano, da Angela a Vedrai vedrai, appare possibile chiarire non solo i contorni del personaggio, la personalità dell’artista, le circostanze di una morte tragica e violenta, ma un ritratto vivo e inquietante di una generazione, e della società italiana in un momento di profonda e irreversibile trasformazione. Con Giovanni Peresson (Voce e chitarra) Elena Pau (Voce) e con Marcella Carboni (Arpa) Filippo Mundula (Contrabbasso). BIOGRAFIE Giovanni Peresson Laurea in Storia dell’arte contemporanea all’Università La Sapienza di Roma e un master in Management Culturale alla UOC di Barcellona. Ha lavorato a lungo come educatore e formatore, tenendo corsi e laboratori di lettura e scrittura creativa nelle scuole. Con l’associazione culturale Miradas, di cui è il fondatore, ha ideato e realizzato alcune manifestazioni culturali, come la serata letterario–musicale “Natale Acido”, la rassegna “MIRADAS/sguardi d’Autore dal Castello Siviller”, per il comune di Villasor, la manifestazione musicale “ColazioneJazz” che tutte le domeniche mattina anima la terrazza del bastione di S. Remy a Cagliari. Recentemente ha realizzato lo spettacolo “Il Corpo e La Voce”, kermesse di musica e danza contemporanea, all’Auditorium-Parco della Musica di Roma. Ha cantato le sue canzoni al Festivaletteratura di Mantova, a “Settembre dei Poeti” di Seneghe, al Bookfestival di Catania, al Festiva Abbabula di Sassari, al festival “Jazz in Sardegna” di Cagliari. Ha realizzato due lavori discografici, “Vera Icona” (1998) e “Meridiani Inquieti” (2005) in collaborazione con lo scrittore Flavio Soriga. Attualmente sta lavorando al terzo cd col musicista cagliaritano Maurizio Corda. Elena Pau Nata e cresciuta in Sardegna, si avvicina alla radio nel 1986; segue un corso di dizione con Antonio Prost e conduce un programma di intrattenimento giornaliero presso l’emittente locale Radio Flash. Nel ’93, terminati gli esami universitari, si avvicina al teatro seguendo svariati laboratori a Cagliari. Nel ‘95 inizia a studiare canto come allieva di Rossella Faa. Segue l’attività teatrale in Sardegna partecipando a svariati corsi e spettacoli. Nel 2002 conosce il regista Marco Parodi col quale fonderà un anno dopo La fabbrica illuminata, associazione culturale con sede a Cagliari. Negli ultimi cinque anni si è impegnata nello studio e nell’approfondimento del teatro – canzone, acquisendo un vastissimo repertorio, che spazia da Gaber a Milly, da Laura Betti ai Cantacronache. ARNOLDO FOÀ IN “STORIE DI TANGO” La complicità delle arti, espressa attraverso forme differenti, mantiene in sé la forza e la profondità del gesto ispiratore iniziale. La musica e la letteratura poetica, hanno in questo senso sempre avuto cammini intrecciati, complici ed antagonisti, supporto vitale nell’evidenza di un immaginario narrativo. Il tango è il nostro gesto iniziale, “erotismo ma anche eroismo, nonché disperazione, intimità con la volgarità dei suburbi, delle luci artificiali e notturne dei larghi viali metropolitani, del reticolo smisurato di strade e vicoli, delle suggestioni frammiste e declinanti di un’Europa in esilio che, nell’insieme, forma quel proteo chiamato Buenos Aires”. Piazzolla e Borges sono i nostri due cantori, la loro amicizia ha creato capolavori, il loro genio ci ha fornito una materia viva, luminosa e appassionata. L’idea di raccogliere queste due arti in uno spettacolo, nell’alternanza di musica e recitazione, si desume dalle premesse, dal desiderio di condensare e promuovere questa particolare forza vitale, quanto mai popolare e, per fatti e circostanze diversi, nel vivo interesse dell’attualità. La musica inoltre supporta l’intervento del ballo, che in alcuni momenti dello spettacolo interviene come ulteriore elemento evocativo e spettacolare. Occorrevano a questo punto dei “medium” di questa esperienza, una voce recitante e dei musicisti, tali che, attraverso la loro interpretazione, infondessero nuova vita a queste passioni. La voce scelta è stata quella di un “grande vecchio” del teatro e delle scene, una voce musicale, profonda e inconfondibile, che già nei lontani anni ’60, con le poesie di Garcia Lorca, otteneva il Disco d'oro per aver venduto più di un milione di copie: Arnoldo Foà. I musicisti sono della più alta e raffinata caratura, un trio affermato sulla scena internazionale, con formazione e professionalità classica, ma incline alla creatività delle espressioni artistiche contemporanee: Giuseppe Nova, Rino Vernizzi e Giorgio Costa, ai quali si aggiungono in questa occasione due raffinati musicisti come Piero Franco Cardarelli e Giampaolo Ascolese. I “Tangueiros” dello spettacolo, Marcela Guevara e Stefano Giudice, appartengono alla profonda tradizione del tango: la musica e il movimento fisico fanno parte delle loro radici, gesto primordiale della loro “genetica”. Le liriche sono selezionate da Michele Porzio, figlio di quel Domenico Porzio che curò l’opera omnia di Borges in Italia, e che quindi ebbe occasione, non solo di leggere Borges, ma anche di frequentarlo, di accostarsi ai più profondi tasselli del suo genio. BIOGRAFIA Arnoldo Foà è attore, regista e commediografo, tra i più importanti in Italia. Intensa e prestigiosa la sua attività teatrale. Ha portato sulle scene spettacoli di autori sia classici che contemporanei, con registi come Visconti, Strelher, Menotti, Ronconi, e con regie sue. Oltre a opere di Shakespeare, Pirandello, Aristofane, Checov, Plauto, Caldwell, O'Neill, ha rappresentato anche commedie e drammi suoi: Signori buonasera, La corda a tre capi, Il testimone, e Amphitryon toujours, e Oggi. E' anche regista di opere liriche (Otello di Verdi, Il pipistrello di Strauss, Histoire du soldat di I. Stravinskij). Sono celebri le sue dizioni di poesia (Dante, Leopardi, Lucrezio, Neruda, Garcia Lorca ecc.), delle quali sono state realizzate registrazioni su vinile negli anni ’60 (Disco d’oro per il disco di poesie di Garcia Lorca), e recentemente su cd. Ha interpretato più di 100 film, e ha lavorato con famosi registi italiani e internazionali, come Pietro Germi, Alessandro Blasetti, Giuliano Montaldo, Orson Welles, Joseph Losey, Edward Dmytryk, Nunnally Johnson, Tony Richardson, Christian Jacques, Alessandro D’Alatri, Ettore Scola. Tra i numerosi e prestigiosi Premi ricevuti, anche il Nastro d’Argento 2004 per il miglior attore non protagonista per il film Gente di Roma di E. Scola. Il suo nome è legato ad alcune delle più importanti e famose produzioni della Televisione Italiana, tra cui Capitan Fracassa, La freccia nera, Il giornalino di Gianburrasca, Nostromo, Il Papa Buono. Arnoldo Foà è inoltre pittore, scultore e giornalista, e ha pubblicato due romanzi, La costituzione di Prinz e Le pompe di Satana, e una raccolta di poesie, La formica. E' da poco uscito per i tipi della Gremese il suo ultimo libro, dal titolo Recitare. I miei primi 60 anni di teatro. LUCA FAGGELLA IN “TEATROSONORO” Il teatro sonoro di Luca Faggella: una musicalità tra elettronica, minimalismo, rock and roll e musica popolare. Monologhi acidi, stralunati, dritti al cuore delle cose. Lo spettacolo scorre in musica e parole, un incrocio fra avanguardia e canzone in cui succede anche di ridere - ne dice certe niente male. In scaletta, diversi brani da Tredici Canti (La strega, Minnush, il Primo Valzer), le nuove canzoni tra cui Baghdad, brani da Fetish e Hiva Oa (l'album interamente dedicato a Brel). TEATROSONORO.07 ha per temi (in testi parlati e cantati - e in musica) il teatro, la musica, baghdad. La “polpa” dello spettacolo è la gioia della musica e della scena che stanno in piedi sempre, come buon legame tra spiritualità e terra, anche quando infuriano guerre e altri inferni. Personaggio - e personaggi, tutta la band - che non nasconde nulla della propria radicalità di gusto e inclinazioni estetiche: una passione per la nuova musica, (Maderna, Berio, Lygeti) e le alternative d'avanguardia del rock and roll (My bloody valentine, Brian Eno e John Cale su tutti). Il cinema (di Lynch e Kubrick, soprattutto), l'amore per Brel e Ciampi, il folk estremista e vitalissimo dichiarato in spettacoli intensi, anarchici e sudati. BIOGRAFIA Premio Tenco 2002 come miglior autore emergente, cantante e attore, autore e compositore, ha come riferimenti le avanguardie musicali colte e pop (noise, punk, dark, alternative pop), la canzone francese, il blues, la musica popolare (mediterranea e europea soprattutto), il jazz dell'età di Fitzgerald. Laureato in filosofia, vive a Roma. APRILE IN SUPER8 IN CONCERTO Aprile in super8 è un duo musicale composto da Romina Pala (voce) e Marco Noce (chitarra e voce). Costituito fra Sassari e Cagliari nei primi mesi del 2006, propone canzoni originali in italiano. È anzi nato proprio per questo: per esplorare la forma canzone, quasi in un ritorno alle radici folk del pop e del rock, alla ricerca della struttura della composizione breve di musica + testo. Si sentono influenze disparate: dal cantautorato italiano al rock acustico, da certo pop rock anni Sessanta alla nuova scena acustica internazionale. Le canzoni nella loro veste più spoglia ed essenziale: parole e musica, voce e chitarra, melodia e armonia. Riducendo al minimo l'arrangiamento, annullando la spettacolarizzazione del momento esecutivo resta appunto la canzone nuda: una dimensione intima, per certi versi affine a quella dei vecchi filmini in super8. In entrambi i casi, immagini raccolte per uso privato, narrazioni brevi incise nella memoria, proiezioni di nostalgia. I brani sono tutti originali, ma in scaletta trovano posto anche un omaggio a Gino Paoli e uno a Mina. BIOGRAFIE Marco Noce, 37 anni, è stato per dieci anni autore, cantante e chitarrista dei Maniumane, rock band sassarese che ha inciso dischi e tenuto concerti nell'Isola e fuori. Romina Pala, 35 anni, ha cantato in gruppi come PQ0, Sineddoche, A58 e ha esplorato territori sonori disparati come il jazz, la musica religiosa tradizionale sarda, la musica elettronica. Il duo ha partecipato alle rassegne Isole in trasparenza, all'anfiteatro del forte della Maddalenetta, ad Alghero, il 27 agosto 2006, e Solo parole d'amore, Facoltà di Lettere di Sassari, 13 settembre 2006. INCONTRO-DIBATTITO CON FRANCESCO ABATE E MASSIMO CARLOTTO Gli studenti della Facoltà di Lettere incontreranno gli scrittori Massimo Carlotto e Francesco Abate, che presenteranno il loro ultimo libro scritto a quattro mani, “Mi fido di te”, nelle librerie il prossimo 20 aprile (Einaudi editore). BIOGRAFIE Massimo Carlotto è uno dei maggiori autori europei di gialli.E' anche autore teatrale, sceneggiatore e collabora con quotidiani e riviste. Vive a Cagliari.Negli anni '70 fu al centro di uno dei più controversi casi legali della storia italiana: nel 1976 trovò il corpo di una donna accoltellata e tentò di salvarla, macchiandosi gli abiti di sangue. La giustizia non credette alla sua versione dei fatti, fu incarcerato e processato, conobbe la latitanza in Francia e in Messico. Definitivamente condannato, nell'aprile 1993 il Presidente della Repubblica gli concesse la grazia. Da quel momento, tornato libero, diventa scrittore esordendo nel 1995 con il romanzo autobiografico "Il Fuggiasco", storia lucida e dura della latitanza e della fine della sua vicenda giudiziaria. Ha scritto due romanzi-reportage: Il Fuggiasco (ed. E/o, 1995) e Le irregolari (ed. E/o, 1998); il romanzo noir Arrivederci amore, ciao, nonché cinque gialli della serie di noir l'Alligatore: La verità dell'Alligatore, Il mistero di Mangiabarche, Nessuna Cortesia all'uscita (premio Dessì 1999 e menzione speciale della giuria premio Scerbanenco 1999), Il corriere colombiano, e Il maestro di nodi (uscito per le Edizioni e/o nel 2002). Per le Edizioni E/o sono anche usciti L'oscura immensità della morte, Niente, più niente al mondo, nel 2005 Nordest, con Marco Videtta. Francesco Abate nasce a Cagliari nel 1964. E' giornalista professionista per l'Unione Sarda e DJ nei club dell'isola col nome di Frisco. Come scrittore pubblica nel 1998 "Mister Dabolina" il suo primo romanzo, edito da Castelvecchi. Nel 2003 pubblica "Il cattivo cronista" edito dal Maestrale. Nel 1999 vince il premio Solinas con il soggetto "Ultima di campionato", che verrà pubblicato sotto forma di romanzo nel 2004, edito dal Maestrale. “Mi fido di te” Gigi è l'elegante, affascinante padrone del ristorante per gourmet Chez Momò, a Cagliari. Al riparo da piatti salutisti e raffinati, guadagna soldi riciclando e smistando partite di cibo avariato in ogni angolo del pianeta. Cibo che va nei discount, dove è costretto a fare la spesa chi non può andare tanto per il sottile. O nelle mense dei poveri. Tutto va bene nella sua vita infame, fino a che qualcosa non si blocca nell'ingranaggio. Qualcosa che è legato al passato di traditore di Gigi. E inizia una discesa nell'abisso, senza alcuna esclusione di colpi. GINEVRA DE MARCO IN CONCERTO Continua il tour di “Stazioni Lunari prende terra a Puerto Libre”, l'album pubblicato da RadioFandango in distribuzione nazionale Edel. Musica popolare da Romania, Ungheria, Grecia, Balcani, Portogallo, Bretagna, Messico, Cile, Slovenia, Italia del Sud e Toscana, reinterpretata in chiave moderna e personale. Canti d'amore, di politica e indipendenza con qualche incursione nella musica d'autore (Domenico Modugno, Violeta Parra, Leo Ferrè). Dal mondo di "Stazioni Lunari" arrangiamenti e rivisitazioni minimali volti a coinvolgere il pubblico in un concerto che unisce i momenti più intimi a quelli che hanno il sapore delle feste di paese, delle danze, della musica cantata dalla gente, da sempre. BIOGRAFIA Ginevra Di Marco appare nel 1993. E' una voce defilata, quasi impercettibile in un disco a suo modo epocale, quel Ko De Mondo che avvia nel migliore dei modi l'avventura CSI. Quanto la sua presenza sia fin da subito importante e non solo dal punto di vista musicale lo decreta il successivo In Quiete, testimonianza live che vede la Di Marco assurgere prepotentemente al ruolo di comprimaria. A questo punto è già molto più che una voce: il timbro dolce e carnale, la chiarezza dello stile, una passione senza risparmio, tutto in lei sembra accadere come un ideale contrappunto alle asperità della band. E' la nota mancante, quella che alleggerisce e assolve, il calore e il colore di cui il nuovo corso del sodalizio Ferretti-Zamboni con Magnelli, Canali e Maroccolo aveva bisogno per sbocciare definitivo. Da allora, tanto su disco che sul palco, Ginevra agirà in prima linea, appena un passo indietro rispetto a Giovanni Lindo di cui è ombra luminosa, altro inseparabile, respiro segreto. Le composizioni iniziano a strutturarsi anche attorno a lei, proprio come il materiale pregresso che trova attraverso la sua voce nuovi sbocchi espressivi: una grazia pietosa, in virtù di una memoria sempre viva. Ginevra accoglie e assume su di sè il gravoso pathos ferrettiano per restituirlo intenerito, caldo, umano. Ne indaga l'aspetto terreno, ne rivela la trepida spiritualità: Linea Gotica (1996), Tabula Rasa Elettrificata (1997) e La terra, la guerra, una questione privata (1998) sono i capitoli di una band all'apice. Intanto nasce e si consolida l?intesa tra Ginevra e Francesco Magnelli, mente compositiva della band, tastierista e pianista estroso, sempre in cerca di aperture e di nuove modalità espressive. Il sodalizio frutterà dapprima una curiosa escursione 'cinematografica' (la sonorizzazione del film muto Il Fantasma dell'Opera) e quindi, finalmente, Trama Tenue (1999), il debutto in solitario di Ginevra, un disco che è planare spirito e precipitare carne come fosse il più naturale dei gesti. Al plauso della critica corrisponderanno il Premio Ciampi e il Tenco come miglior artista esordiente. Risale a questo periodo l'intensificarsi della collaborazione con Max Gazzè, conosciuto in occasione del progetto-tributo al grande musicista inglese Robert Wyatt. Oltre a vedersi reciprocamente partecipi in Max Gazzè e Trama Tenue, Max e Ginevra suonano spesso insieme, si conoscono meglio e scoprono che i loro mondi, apparentemente cos? lontani, in realtà hanno molto in comune. Nello stesso periodo esce, su etichetta Il Manifesto, il primo disco dal vivo di Ginevra dal titolo Concerto n. 1 Smodato Temperante (2001), testimonianza del tour semiacustico dell?anno precedente. Le circostanze live spingono a scavare dentro le melodie e i suoni, cercandone i riverberi più nudi e segreti, indagando lo spazio e l'energia che cova tra l?avvenire elettrico ed acustico, l'intima coesione tra voce e strumento. Ginevra si gioca la carta della voce sul tavolo della canzone, con disarmante semplicità, senza alcun compiacimento. Lascia che la canzone vinca la posta, in modo che anche canzoni non sue come Korakanè (di De Andrè) o Ederlezi (tradizionale rielaborato da Bregovic) sembrano letteralmente nascerle dentro. Il 29 giugno del 2001 gli ex CSI, escluso il dimissionario Massimo Zamboni, si ritrovano insieme sul palco di Montesole, sul crinale dell'appennnino che vide l'eccidio di Marzabotto, per un concerto dedicato alla memoria di Don Dossetti. Quel giorno, quella magica sera è documentata in Montesole (2003) - nascono in pratica i PGR (acronimo di Per Grazia Ricevuta). Il debutto della nuova entità avviene nel 2002 con l’omonimo album su etichetta Universal. L'organico dei PGR ricalca quello dei CSI tranne, naturalmente, Zamboni, ma le sonorità si spostano con decisione verso l?elettronica, previa l'arte esotica e raffinata del produttore francese Hector Zazou. Ginevra è ormai a tutti gli effetti uno dei motori del gruppo, compone le melodie cui presta una voce sempre più duttile, ulteriormente arricchita dalle calde sfumature acquisite dall’essere diventata mamma. Ancora incinta di Jacopo, accetta di accompagnare Max Gazzè in un tour nei teatri che li vede impegnati da gennaio a marzo del 2002. Successivamente si imbarca nell'avventura dello spettacolo teatrale Iris (ispirato ad un racconto dello spagnolo Manuel Rivas). Esperienze che le permettono di entrare in contatto con artisti, generi e forme di diversissima estrazione, realt? a cui sembra adattarsi con splendida naturalezza. Nel 2004, assieme a Magnelli, lascia i PGR per seguire altre direzioni. Si arriva così a Disincanto (2005), frutto dolciastro dal cuore amaro, undici episodi di grande versatilità. La coerenza del percorso di Ginevra rimane intatta, non si disperde e continua a spianare la sua narrativa luminosa e appassionata, impreziosendola di ombre e sfumature, di scatti e giustapposizioni. Raccoglie cioè il frutto di tutte quelle esperienze che le hanno insegnato il mestiere dell'essenzialità e della floridezza, l'imprevedibile complessità dei margini, il peso specifico delle sfumature, la complessità dello stare al mondo, su questo mondo, in questo tempo. Nei due anni successivi Ginevra si dedica quasi esclusivamente alla grande esperienza musicale e di vita intrapresa con Stazioni Lunari. La natura itinerante del progetto, ideato da Francesco Magnelli, le permette di allargare ulteriormente gli orizzonti. Conosce nuova musica e nuovi musicisti, impara a comprendere ed a interagire con altre situazioni trovando finalmente quel terreno fertile (da sempre desiderato) in cui la musica è l'unica vera protagonista. Inizia il suo nuovo grande viaggio: quello che passa per la tradizione e i canti popolari. Arriva così a registrare l'ultimo suo disco “Stazioni lunari prende terra a puerto libre”, uscito nel 2006. Una progressione che sa di ritorno a casa, a quel retroterra vivo, radicato tra cuore e memoria, che da sempre distingue la cifra espressiva di Ginevra.