Ascesa e caduta di un dio del country

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"BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS”
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LES CLAYPOOL @ Alcatraz – Milano, 11 marzo 2010
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SOMMARIO
APRILE 2010
PAG 2 : “BEST LIVE PICTURE OF THE LAST DAYS”, di Gianluca Vinci (Hole)
PAG 6 : “STATE A SENTIRE”: 3 album per febbraio, di Ilaria Rebecchi (The knife, Thomas Dybdahl, Edible Woman)
PAG 7 : “IN BRIT” / brit-rock, di C. Cristofari & M. Peotta (Abbey Road For Sale)
PAG 8 : “Kalweit And The Spokes” – exclusive interview di Ilaria Rebecchi
PAG 9 : “JOAN AS POLICE WOMAN” live report di Marilù Cattaneo
PAG 10 : ”GLI INDIMENTICABILI DIMENTICATI” di Fox (Kevin Ayers)
PAG 11 : “KINGS ROAD”, di Marco Mantovani (Buzzcocks live report)
PAG 16-17: “ROCK ICONS – James Brown”, monografia storica di Ilaria Rebecchi
PAG 20 : “LOCAL NATIVES” live report di Chiara Colli
PAG 22-23 : “BRETT ANDERSON”, live report di Alessandro Rocca
PAG 25 : “DELPHIC” – live report di Gianluca Vinci
PAG 26 : “ASSONANZE NAONIANE pt2”, di Antonio lo Giudice
PAG 26 : “Sometimes I Wonder” – recensioni di DjD
PAG 27 : “ELECTRO SAPIENS”, di Matteo Visentin (Crookers, Motel Connection)
PAG 28-29 : “BIGGEST EVENTS CALENDAR” di I. Rebecchi
PAG 30-31 : “UNDERGROUND MAP” di DjD [ trova il tuo locale preferito ]
PAG 32-33-34-35 : “NIGHTCLUBBING” di S&V [ i migliori locali sostenuti da Sound & Vision! ]
PAG 37 : “BEDROOM REVOLUTION”, di Sir Taylor (Milano Calibro 9)
PAG 39 : “NON PERDIAMOCI DI VISTA”, di Giorgio Mari (The Sound)
PAG 42 : “CHICKS ON SPEED & THE CITY” – report di E.Virago
PAG 45 : “SOUL SISTA” di Lara Lago (Dan Le Sac vs Scroobius Pip)
PAG 49 : “Storia di Una Voce” live report di Denise Zanin
PAG 49 : “BEATRICE ANTOLINI” intervista di Paolo Agnoletto
PAG 51 : “Party Review” di Emanuela Virago
PAG 54 : “CINE PREVIEW”, di Ilaria Rebecchi (“Nowhere Boy” e “Alice nel Paese delle Meraviglie”)
PAG 56 : “I'm Old & My Moviess Too” – di DjD (“Il Cielo Sopra Berlino”)
PAG 57 : “THE ISLE OF ART”, di Ambra Rebecchi (“Roy Lichtenstein e i linguaggi dell'Arte”)
PAG 58 : “S&V OFFICIAL POINTS” [ il modo più semplice di trovare Sound & Vision nella tua città ]
6
“STATE A SENTIRE” di I. Rebecchi
"Fossils & Other Phantoms”
PEGGY SUE
"Music Maelstorm"
THE RODEO
"Primitivi del futuro”
TARM
Naive 2010
genere: Folk
web: www.myspace.com/
iamtherodeo
Wichita 2010
genere: indie/folk
web: myspace.com/peggywho
La Tempesta 2010
web: myspace.com/
treallegriragazzimorti
Nuova promessa del panorama indie
britannico, il trio Peggy Sue, dopo circa 18
mesi di sold-out in giro per l'Europa, e
dopo aver collaborato con Steve Ansell dei
blood Red Shoes e Ben Lovett dei
Mumford&Sons (per la produzione) e Alex
Newport (Two Gallants) e John Askew dei
Dodos, debuttano con “Fossils and Other
Phantoms”, la cui etichetta indie-folk non
rende effettiva giustizia all'intero progetto,
intriso di precisione sonora e coralità
ambigue e talora eteree che spesso
sfociano, volentieri, nell'incisività di un
mistero lirico stridente. Se l'opener
dell'album, Love Division Blues, è un trionfo
indipendente di crescendo sonori
dall'apertura polivalente, e Yo Mama
rievoca i fasti dei Jefferson Airplane, con
She Called il trio scende nelle atmosfere
tipicamente nordiche ed autorali, e con
Fossils trae ispirazione dall'esperienza degli
ultimi anni della scena indie, tanto
indefinibile e ricca quanto spesso
inflazionata. Ma non fa al caso loro. Sono
racconti esistenzialisti, esasperati da
rintocchi di chitarre acustiche e voci ora
recitate e ora esagerate in acuti
impressionanti, c'è la disperazione
nostalgica infarcita di sarcasmo lieve,
naturale e veritiero, che Rosa e Katy
Young, con Olly Joyce, sviluppano in
assenze e rifiuti vitali, in perfetto accordo
con il minimalista art work del disco,
creato ad hoc da Benjamin Philipps.
Progetto nato dalla cantautrice Dorothee
Hannequin, una stravagante artista
parigina trapiantata degli States, con il
fine (non unico) di girare il mondo per i
live, The Rodeo estrapolano la grazia di
un folk contemporaneo e ritmato,
sublimato nella vocalità di Dorothee (che
ricorda Cat Power), nell'album “Music
Maelstorm”, prodotto da Stuart Sikes
(White Stripes, The Walkmen) che dal
singolo radiofonico (appunto) On The
Radio, brillante ed avventuroso viaggio
sognante in emisferi a tratti ballabili del
country stesso, che porta in velocità alle
successive Little Soldier, scanzonata e
fiabesca, alla delicatezza blues di Modern
Life alla sperimentazione post-folk di
High Resolution World, tra echi mai
invasivi ma sospiranti ed oscuri e
memorie alla Billie Holiday, dove Hand
Shadows è la sintesi di un album
delizioso e sospeso tra sogno e realtà.
Ideale per non destarsi…
Un viaggio musicale del tutto nuovo,
perfettamente riuscito anche grazie
all'apporto del produttore Paolo Baldini
(B.R. Stylers, Africa Unite, Dub Sync),
perpetrato attraverso nuovi orizzonti sonori
che passano soprattutto per l'Africa e la
Jamaica, infarcendo questo pastone
intelligente di sane dosi di punk e
contaminazioni new wave, senza
dimenticar eil cantautorato poetico da
sempre fortemente alla base dei testi
della band. Si parla di rivoluzione dub su
sfondo blu e il pensiero dei primitivismi
(John Zerzan), sfocia in “Primitivi del
Futuro”, ispirato ai Les Primitifs du Futur,
formazione jazz del disegnatore Robert
Crumb. La resa è fortemente
cinematografica, tra impatti narrativi e
panorami sonori sostenuti da echi alieni,
come mai il trio aveva proposto prima
d'ora, che si muovono in un mondo
consumato e pieno di gente reale (Mina),
di amori e morti (La Ballata delle Ossa)
dove il cantato è più soffice e l'orrore
quotidiano è incentivo a reagire (come in
La Cattedrale di Palermo) e a ristabilire un
equilibrio tra natura e uomini. Aggiungeteci
la ben nota propensione dei TARM per le
illustrazioni ed animazioni (Maicol, Mirco e
Michele Bernardi) le fotografie di Cecilia
Ibañez, e la masterizzazione al Wolf
Studio di Brixton, e avrete un condensato
ordinato di reattività post-clashiana.
Nuovo e retrò.
VOTO: 8/10
VOTO: 7/10
VOTO: 8,5/10
“IN BRIT” di C. Cristofari & M. Peotta
7
a f fa s c i n a n t e, p i a n o ripetitivi, concedono
Pipers “No One But Us" beatlesiano,
sfondo carico di confidenza all'orecchio, non
propone una linea vocale emotività. Non suonano
L'indie che non c'era qui. L'indie
che senti rarissime volte nei
club, nei locali. Un indie che sa
di esserlo, pieno di freschezza,
che guarda in alto, perché è lì
che vuole arrivare. La
consapevolezza di saperci fare
i Pipers l'hanno ben scolpita
nei loro pensieri, altrimenti il
risultato non potrebbe essere
“No one but us” atteso album
dei quattro di Napoli, che per
l'occasione lascia il cielo e il
mare mediterraneo, per colori
diversi. Puramente britannici.
Da collocare per una parte
nella Liverpool di metà anni
sessanta per l'altra nella
caotica e frizzante Londra anni
novanta. Immenso tributo al
Britpop. Per ricordarci che era
cosi tempo fa. Canzoni pop che
sapevano non finire nella
fiammata di un tormentone,
ma che avevano qualcosa da
dire. I Pipers lo sanno come si
emotività. Perla dell'intero rubano nulla, semplicemente
album. Bitter e Flourish Again sanno perfettamente come
conducono all'incalzante Save confezionare una canzone
The Tears fino alla chiusura con attraente, sinuosa e quando
Tonight Goodbye, song inserita vuole ruvida. Linee vocali
pure nella compilation della accattivanti e sensuali danno
Matchbox Recording dal titolo pregio a tutto il lavoro e dal
The Big Indie Come back Vol. 3, punto di vista strumentale
che raccoglie le migliori l'album fa tutto quello che deve,
canzoni indie della scena talvolta bene, talvolta meglio.
europea. Non possono che Un album da avere, perché va
convincere questi quattro bene sempre, perché non
ragazzi, che hanno assunto sembra mai sbagliato, perché
tutto ciò che potevano dalla sa alleggerire il pensiero. Brit
lunga cultura pop inglese fin Pop Lovers, we never said we'd
fa. Ne esce un album omogeo, dai tempi dei Beatles, per poi c h a n g e t h e w o r l d …
stabile su un continuo alto mettere in musica tutta la loro semplicemente viverlo meglio!
livello, confezionato a Londra
da Bunt Stafford Clarks
(Embrace, Elbow, Suede, The
Verve) e che sa tanto di
Inghilterra. Apre la titletrack di
tutto il lavoro, primaverile,
leggera, mai banale, con un
ritornello che graffia ma non fa
male. Golden Sand introduce un
ottimo pianoforte e una linea di
basso inquieta che porta ad
Eveline, terza traccia che nel
t i t o l o evo c a u n n o m e
femminile, (cosa tanto cara alle
band britanniche), Sick Of You,
una sterzata aggressiva,ironica,
sfrontata,piacevole.Arriva
Chance, ruffiana, e Brit Pop
Lovers, che desta subito
curiosità per ciò che evoca il
titolo. Strizza l'occhio alle
migliori sonorità ritrovabili nel
pop britannico anni '90, Oasis e
Via Robert Baden Powell 45 Costabissara (Vi)
Tel 0444.971503 Email [email protected]
Blur. Don't Ask For More
IMAGO TATTOO
MENTIS
STUDIO
9
“Live Report” by Marilù Cattaneo (MI)
mezza di concerti non sia altro
che un caleidoscopio emotivo MONO
ALBUM
LEAF
Circolo Magnolia, 3.03.2010 dove non veniamo lasciati a noi Circolo Magnolia 4.03.2010
Siamo tutti figli del post rock.
Gli album leaf, gruppo
californiano con una storia
decennale alle spalle, in una
sera in cui tirava vento e
sembrava che il general inverno
stesse armando le sue truppe
per l'offensiva finale, erano al
magnolia. La prima volta che
hanno suonato a Milano,
Milano sembrava l'Islanda, il
che probabilmente li ha
riportati con un potentissimo
amarcord ai giorni in cui erano
a Reykjavik, a registrare
l'ultimo lavoro, A Chorus of
Storyteller. Quel che sorprende
nell'impatto sonoro e visivo è
che il leader del gruppo, Jimmy
Lavalle, fondatore e anima
portante del progetto, appaia
deflilato, spostato
lateralmente sul palco.
Post rock, si diceva, ma con una
vena elettronica che ossigena
l'intero impianto sonoro.
Sperimentazione anche, con
l'uso di diversi strumenti a
percussione, che incastonano
vibrati nelle pause emotive, in
modo tale che l'intera ora e
stessi nemmeno il tempo di un
respiro. Eccezonali sono stati i
video proiettati, mai eccessivi o
prevaricanti sul resto, ma
anch'essi onirici e iponotici.
Se segui i concerti per passione
ma il pane te lo guadagni
altrove, è inevitabile, non puoi
conoscere tutto. E io - faccio un
clamoroso outing - gli album
leaf li avevo sentiti poche volte,
mi erano piaciuti e avevo scelto,
con una scelta piuttosto
azzardata, di andare a recensirli
pur non sapendo molto altro.
Ecco, il solo fatto che non avrei
voluto essere altrove, che per
tutta l'esibizione io sono stata
senza sentire niente fourché la
musica, non il caldo dentro il
tendone, non il peso della mia
borsa dove ci finisce tutto (se
sei una ragazza sai quello di cui
sto parlando, se sei un ragazzo
non lo saprai mai) , non che la
mia birra si stava sgasando
nell'inevitabile bicchiere di
plastica, dovrebbe spiegare
come a volte andare a sentire
degli sconosciuti sia la migliore
delle scelte praticabili.
Gli Album Leaf, che a me
personalmente hanno ricordato
i miei tanto amati port-royal, i
Sigùr Ròs, gli Errors e per alcuni
aspetti anche i Mogwai, sono
stati il migliore modo per
iniziare un mese musicalmente
intenso. Probabilmente il
concerto di ieri sera non sarà il
mio concerto dell'anno, ma in
ogni caso se mi fossi lasciata
vincere dalla pigrizia, dalla
pioggia fuori, dall'indolenza del
piumino e di un libro
avvincente, avrei perso
sensazioni ed emozioni-
Imprescrutabili. Salgono sul
palco, i Mono, e capisci che no,
con un giapponese non riuscirai
mai a interagire (come ha scritto
meglio di me e Amelie Nothomb
in Stupori e Tremori). Non ci sono
microfoni, non ci sono
presentazioni, ringraziamenti,
quei piccoli intermezzi che
servono ad allentare la tensione.
I Mono non guardano nemmno il
pubblico, sono del tutto
concentrati su loro stessi, sulle
note che escono potenti e
precise dagli strumenti, ma
questo essere assenti non è un
limite, casomai è quel che si può
definire un valore aggiunto. Per
tutta la sera ho pensato che
questa musica sarebbe stata la
perfetta colonna sonora di un
film di Takeshi Kitano, per
quanto è cupa e tesa e - per un
certo verso - violenta di una
violenza psicologica che ti
prende e non ti molla più. E
come nei film di Beat Kitano
quando pensi che non ci sia più
speranza per nessuno ecco che
arriva la dolcezza, la
consapevolezza che invece una
speranza ci sia, per me, per te,
per tutti. Basta aspettarla, come
quegli incredibili intermezzi di
quiete - fatta di archi e di synth prima che la chitarra e il basso
riprendano. Il loro suono non è
avvolgente. Non è confortante,
non è il cd che metti appena
rientri dal lavoro e devi fare tutte
quelle piccole cose in casa. Non
li ascolti mentre ti trucchi o ti
prepari per uscire con un uomo
che ti piace. Loro richiedono una
dedizione assoluta, che
trascende la semplice
concentrazione. Qualsiasi
definizione per la musica dei
Mono non può andar bene: come
coperta ruvide e troppo corte, le
parole in questo caso - anche a
crearne di nuove - sarebbero
limitanti. A ben pensarci perfino
musica è un concetto stridente
con quel che è stato, per un'ora e
mezza, il palco del Magnolia.
Un concerto amozionale, dove la
depauperizzazione di emozioni è
la prima emozione che si prova. I
brani sono inaspettati e arrivano
al climax quando pensi che sia
tutto finito. Stupori: folate di
dolcezza nella roccia di pareti
s o n o re. M a n c a n z e d i
sovrastrutture e di coerenze
armoniche che però hanno non
solo una loro logica ma una loro
ragione d'essere. Il Giappone si
estende dal clima subtropicale di
Hokinawa ai ghiacci dell'Okkaido:
in mezzo c'è tutto il possibile: la
modernità spinta e
l'esasperazione tecnologica e i
ryokan dove le donne hanno
ancora i Kimono e la tranquillità
dei boschi verdi di pioggia e degli
spiriti che accompagnano i
viaggiatori. I Mono sono la
rappresentazione di tutto
questo: sono un Paese che
nessuno potrà mai capire fino in
fondo in tour mondiale. Fuori non
può che piovere, non può che
esserci buio e freddo. All'interno
del tendone, una creatura ci
nasce davanti agli occhi: tutto è
fermo, immobile. Nessuno parla,
nessuno fiata: semplicemente
assistiamo a un evento
irracontabile. Nella piazza più
inquinata di Milano, intanto, un
albero fiorisce: è un hanami
psichedelico, portato da questi
quattro ragazzi a cui è
impossibile dare un volto, un
n o m e, u n ' e t à .
“Live Review” di E.Virago
LA ROUX
www.viragoentertainment.it
47. Quarantasette minuti è la
durata del concerto di La Roux
a Milano ai Magazzini Generali
il 10 Marzo, unica tappa italiana
del suo 'The Gold Tour 2010'.
La serata è sold out e orde di
teenagers ai primi rintocchi
elettronici vanno in visibilio.
C o n s i d e rat a l a nu ova
promettente icona inglese,
nonchè il ciuffo rosso piú
famoso del 2009, Elly Jackson,
classe 1988, è l'ultima reginetta
dell'electro-pop. Il suo sound
elettronico ispirato a musica e
personaggi degli anni '80,
periodo in cui lei non era
nemmeno nata, la rendono
unica nel suo genere; questo
suo primo omonimo album è
un caleidoscopio di emozioni.
Lanciata lo scorso giugno
durante Sonar De Dìa a
Barcellona, continua il suo
anno di consensi con un tour
che sta toccando le più
10
importanti città di tutto il
mondo, dagli Stati Uniti,
passando per l'Europa, fino a
giungere in Australia. Sul palco
dei Magazzini si presenta
puntualissima con il
caratteristico look androgino, un
ciuffo piú lungo e sparato del
solito, chiodo nero corto alla vita
con spalle imbottite che
ricordano i looks dei primissimi
Boy George e Bananarama,
jeans scuri attillati e mocassini
ai piedi - comodi per ballare ogni
suo pezzo. Amatissima dal folto
pubblico di adolescenti presenti
al concerto, non risparmia saluti,
sorrisi e strette di mano.
Raccoglie al volo cd da
autografare. Conserva bigliettini
e cartelli a lei dedicati: quello
con scritto 'Happy Birthday Elly'
sarà in bella mostra sul palco
tutto il concerto. Sì, buon
compleanno Elly, perchè lei
diventerà ventiduenne proprio
due giorni dopo la serata ai
Magazzini Generali. Sul palco ad
accompagnarla non solo il
compagno e co-produttore di
sempre, Ben Langmaid, ma
anche altri due elementi che
con keyboards e computer,
arricchiscono il live. Dopo
un'inedita e piacevole cover dei
Rolling Stones, il pubblico è
caldo e la ascolterebbe per ore
ma ecco che ad un certo
sparisce dalla scena per
rientrare con un nuovo look per
cantare l'ultimo singolo. E poi via
di nuovo ma stavolta non ritorna.
E a tutti rimane un pó di amaro
in bocca per un concerto breve,
intenso e senza bis.
16
“ROCK ICONS” di I. Rebecchi
IGGY POP
Nasce a Muskegon il 21 aprile del
1947 James Newell Osterberg,
meglio conosciuto come Iggy
Pop, l'archetipo vivente del protopunk, che grazie alle squilibrate e
tarantolate celeberrime
p e r fo r m a n c e r i u s c ì a
destabilizzare e rivoluzionare
l'idea di performance.
Dopo una travagliata infanzia, e
l'esperienza di James come
batterista negli Iguanas dal '63 al
'65, con i fratelli Ron e Scott
Asheton e Dave Alexander forma
gli Stooges, a metà degli anni
'60. Una formazione rock molto
differente dalle altre band
americane del tempo, nata dopo
che Iggy si era trasferito a
Chicago innamorato dalla scena
musicale della città, in
particolare dal blues e dai Doors.
Nel '65 i Psychedelic Stooges
nascono e James si fa
ribattezzare Iggy Pop prendendo
il nome da un divertente
momento quando si presentò in
studio con le sopracciglia rasate e
assomigliante a tale Jim Popp,
abitante di Ann Arbor conosciuto
dalla band. Debuttano il giorno di
Halloween del '67 alla Michigan
University, segnalandosi subito
proprio per lo strano e convulso
modo di muoversi di Iggy on
stage, che oltraggioso e
provocatorio spesso si procurava
ferite sul petto e sulle braccia.
L'anno successivo firmano per la
Elektra Records e pubblicano
l'omonimo primo LP prodotto da
John Cale (Velvet Underground).
L'album non riscuote grandi favori
di critica e pubblico (raggiungendo
appena le 35mila copie vendute),
ma la band parte per un tour di
promozione che diventerà
fa m o s o s o p rat t u t t o, e
nuovamente, per le prodezze di
Iggy, che a Cincinnati passa parte
del live in mezzo al pubblico,
tornando sul palco solo in un
secondo momento e
completamente cosparso di
burro di arachidi, e a Boston si
contorce al solito facendo uscire
sangue dal suo stesso torace. Nel
1970 esce il secondo album, “Fun
House”, dal suono decisamente
più enigmatico e complesso
rispetto alla prima produzione,
grazie anche alla collaborazione
con Don Gallucci (Kingsmen, Don
& The Goodtimes), dove il
sassofonista Steve McKay
aggiunge fraseggi di stampo
jazzistico stravolgendo il sound di
ogni brano. Iggy Stooge d'ora in
poi sarà Iggy Pop anche nei
credits dell'album (a differenza
dell'esordio), e “Fun House”
spopola riuscendo a
rappresentare anche in studio le
stesse, già celebri, performance
ardite della band. Dopo qualche
cambio di formazione gli Stooges
cadono in maggioranza nel
vortice delle droghe e la casa
discografica più volte li riprende,
soprattutto Iggy, spesso
completamente consumato dagli
stupefacenti anche nei live. La
Elektra scarica il gruppo che
inesorabilmente si scioglie,
portando Iggy ad un periodo di
quasi due anni di inattività, che fu
fondamentale per la sua crescita
artistica, grazie, soprattutto,
all'incontro con David Bowie ('72),
all'epoca all'apice della musica
mondiale per il suo Ziggy
Stardust. Pop vola in Inghilterra
da Bowie che gli procura un
contratto con la Columbia
Records. Insieme al fidato
Williamson, Iggy cerca di
ricostruire la band con musicisti
britannici, ma non trovando
nessuno richiama ben presto i
fratelli Asheton, cambiando però
il nome della band in Iggy & The
Stooges. Esce il terzo lavoro,
“Raw Power”, datato 1973, e
prodotto da Tony De Fries,
manager dello stesso Bowie, che
mixerà il disco personalmente
forse penalizzandone le
premesse al punto che la
MainMan Management lo rifiuta
immediatamente. “Raw Power”
diventerà però il punto di
riferimento del nascente punk
rock, sebbene al momento
dell'uscita le vendite furono un
fallimento. E' l'inizio del 1974 e
Iggy & The Stooges si sciolgono
per la seconda volta, a causa, in
primis, della dipendenza da
eroina del frontman. Iggy,
consumato da essa e dalla poco
soddisfacente carriera con la sua
band, inizia a lavorare da solista,
pubblicando due album di poco
appeal, poi sfociati nei due veri
capolavori della sua produzione,
“The Idiot” ('77), forte di brani
come Nightclubing, Funtime e
Chinagirl, e “Lust For Life”,
celeberrimo grazie alla title-track,
a The Passenger e a Some Weird
Sin. Entrambi gli album sono
realizzati con la collaborazione di
David Bowie. L'America
sotterranea a cavallo tra '60s e
'70s dei suoi Stooges era esplosa
con quegli album poco amati
dalla critica ma incendiari per le
generazioni future, e ora Iggy,
detto l'Iguana del Michigan, è
completamente nelle mani di
Bowie, che ne percepisce il
talento e la carica, l'avanguardia e
la provocazione, la schizofrenica
auto-distruzione mitigata
17
“ROCK ICONS” di I. Rebecchi
dall'istinto di sopravvivenza
seppur prostrato all'arte stessa.
Parte in tour con Bowie, che
affascinato dall'espressionismo
tedesco si trasferisce a Berlino,
dove tra i fuochi fatui della
trasgressione mitteleuropea
darà vita alla sua più celebre
trilogia di capolavori (“Low”,
“Lodger” e “Heroes”), con la
collaborazione strabiliante di
Brian Eno. Iggy, al contrario è un
punk nell'anima, anche se il
punk non è ancora nato
formalmente. Eroinomane per
vocazione, disperato ed
orgoglioso del suo
distaccamento dalla realtà, si
accosta a David tra ambiguità
sessuali e la determinazione di
emergere. “The Idiot” viene
registrato un po' a Berlino e un
po' in un castello Linguadoca, di
proprietà di Michel Magne, che
poi collaborerà, oltre a Bowie,
con altri miti della musica, dai
Pink Floyd a Elton John. L'ardore
algido dei brani stupisce al primo
ascolto: tra tensioni liriche e
blues ombroso, a metà tra
drammaticità e dolcezza, dove
spicca la piccola perla
antirazziale di Dum Dum Boys,
dichiarazione d'amore verso i
disadattati e gli emarginati. Iggy
rinasce a nuova vita e poco dopo
l'uscita dell'album inizia
nuovamente a lavorare ai brani
del successivo “Lust For Life”,
composto, registrato e mixato in
soli otto giorni: aggressivo e
roccioso, Iggy lascia con questo
nuovo capolavoro, lo spazio
necessario che qui rifugge dalle
meccaniche elettroniche e
fruibili per tuffarsi in un effettivo
p u n k e g a ra g e r o c k
d'avanguardia, tra radici glam e
intuizioni synth-pop (Tonight). Un
trionfo anche commerciale e
radiofonico, che scala le
classifiche inglesi ed americane,
che però non placa l'Iguana,
sempre più volubile ed inquieto,
bramoso di donare alla propria
carriera una svolta ancor più
personale. Chiude il contratto con
la Rca e pubblica il live “Tv Eve”
nel '78, firma per la Arista e cerca
di togliersi i panni di ombra di
Bowie. Affiancato da Williamson
e Scott Thurston porta a termine
“New Values”, un disco non
appoggiato al passato, ma la
naturale evoluzione dei
precedenti, nel tentativo di
miscelare abilmente new wave,
punk, synth pop e garage rock, tra
brani alla New York Dolls (Girls) e
c o nv u l s e e s a l t a z i o n e
sperimentali (Billy Is A Runaway),
con l'apporto delle pulsazioni
sotterranee di Endless Sea e di
un'antesignana afro-wave African
Man. Un successo solo in
Australia e Nuova Zelanda, dove
Iggy in una performance in tv
mette sotto sopra lo studio di
Countdown, un programma
seguito in tutto il mondo. Ed è la
consacrazione a rockstar più
acclamata del momento. Nell'80
esce “Soldier” dove Pop palesa
una serie di cadute di stile che
rendono l'album deludente,
confuso e passato per troppe
mani per via di incompatibilità tra
produttori e amici di Iggy.
Mancano le chitarre elettriche e
Pop è in precaria forma vocale,
ma il Nightclubbing Tour di
quell'anno, in compagnia di Ivan
Kral e Richard Sohl, ex di Patti
Smith, e di Gary Valentine e Clem
Burke, ex di Blondie, lo rende
memorabile soprattutto nella
data di Detroit insieme ai Rolling
Stones. Dopo album come
“Party”, “Zombie Birdhouse”
(ambizioso ed incompiuto ma
forti di sperimentazioni
elettroniche), “Blah Blah Blah” (di
nuovo con il Duca Bianco),
“Instinct” (molto monotono ma
trainato da Cold Metal, candidato
al Grammy come miglior
performance Hard Rock), “Brick
By Brick” (raffinato per la
produzione di Don Was),
l'autoironia di “American
Caesar” ('93) dove mixa anche
Johnny Cash e Jeffrey Lee Pierce,
e duetta con Lisa Germano, e le
nuove proposte dei primi anni
zero (con influenze persino dai
Korn da Lou Reed), il 2009 è
l'anno del ritorno di Iggy Pop con
“The Preliminares”, ultimo disco
solista dopo la reunion del 2007
degli Stooges, dove il nostro
appare come un cantastorie
letterario di grande fascino.
Un ultrasessantenne mai domo,
dia capelli lunghi e folti, che dal
vivo si contorce col torso nudo e
i pantaloni di pelle, nervoso e
muscoloso, che non vuole
fermare il proprio impatto lirico e
punk. Nemmeno oggi e
nemmeno in quanto rocker
d'altri tempi paragonato alle
nuove generazioni di giovani
artisti, che, a sua detta,
conoscono alla perfezione le
mode e gli spartiti, ma non
sanno cosa significhi vomitare.
APRILE 2010
Venerdi 02 D.J. Conf (Deep house) www.myspace.com/djconf
Sabato 03 D.J. Omar R. (Deep house) www.myspace.com/rdjomar
Venerdì 09 D.J. Omar R.
Sabato 10 D.J. Bruno 19/71 (Tech house)
Venerdì 16 D.J. Omar R.
Sabato 17 D.J. Conf
Venerdì 23 D.J. Richy Sixchic (Deep/Vocal house) www.myspace.com/richysixchic
Sabato 24 D.J. Ale Dem (Tech house)
Venerdì 30 D.J. Bruno 19/71
“Dopo le 02.00… Loggia cafè goes to 'Touch me light'+'Menage a trois privè' .
Guest dj Scarlett Etienne”
info: www.myspace/touchmeonenight - www.myspace/menageatrois08
“EXCLUSIVE INTERVIEW” di Chiara Colli (Roma)
WILD
La storia della prova del secondo
album la sanno tutti. Una band
esordisce col botto, si gode il
successo, prende tempo per un
nuovo disco che non deluda le
aspettative e poi, come una
maledizione, qualcosa va storto.
Il secondo album è il tallone
d'Achille di molti gruppi. Ma non
dei Wild Beasts. Quattro ragazzi
da Kendal, paesino sperduto nel
nord del Regno Unito. Quattro
(oggi) poco più che ventenni, che
si conoscono fin dalla scuola e
che, dopo 3 EP ed un passaggio
alla BBC, firmano per la Domino.
La loro musica è definita “erotic
downbeat”. Elegante, ballabile,
fascinoso. Limbo, Panto, datato
2008, è l'esordio che non passa
inosservato, anche grazie alla
voce ambigua e raffinata di
Hayden Thorpe, novello Anthony
Hegarty. La prova del nove, arriva
20
Skin, Daedelus, Bugge come lavorarci su. Per questo
Wesseltoft ed Henrik Schwarz Two Dancers è arrivato
BEAST (tanto
per citarne alcuni) si velocemente, volevamo
già nel 2009. Ogni infausta
tradizione che li vorrebbe ripetitivi
ed opachi è smentita. Two
Dancers è tra i dischi dell'anno di
molte testate. Il falsetto di
Hayden che dialoga con la voce
baritonale del bassista Tom
Fleming. Il contrasto tra testi
erotici e colti e sonorità
giocosamente pop che si
intensifica. I ragazzi sono (già)
cresciuti. E dal vivo, sorprendono.
L'opportunità di vederli nel
Belpaese arriva proprio ad aprile.
A Roma, in particolare, saranno
ospiti - l'11 Aprile al Parco della
Musica - di Meet In Town, Festival
dedicato ad elettronica e
sperimentazione. Mentre in Sala
Santa Cecilia John Cale (con Lisa
Gerrard, Mark Lanegan, Mercury
Rev ed altri) omaggerà Nico nel
progetto speciale “A Life Along
the Borderline”, Plaid, Soap &
alterneranno negli altri spazi
dell'Auditorium. E forse, in Teatro
Studio, come promesso da Tom,
i Wild Beasts, suoneranno anche
Sylvia, A Melodrama. Richieste a
parte, nonostante l'hype
piombato sulla band, Tom
Fleming è un tipo cortese, dalla
parlantina veloce e i numerosi
“grazie”. Il giorno in cui
chiacchieriamo al telefono i Wild
Beasts sono a Norwich, dove
“sembra primavera”. S&V:
Raccontaci cosa vi accomuna al
movimento Les Fauves e come è
nato questo nome. Inizialmente
ci chiamavamo Fauve, ma a un
certo punto lo abbiamo dovuto
tradurre per darci un tono più
serio. Si riferisce più a come le
cose sono vissute che a come
sono realmente, al fatto che i
fauvisti non si conformavano al
gusto dell'epoca, ma erano liberi.
Che è un po' il nostro modo di
fare musica, cercando di non
preoccuparci e di fare quello che
sentiamo, anche se inizialmente
non viene compreso. Il passaggio
dal primo al secondo album è
stato molto veloce. Che
evoluzione c'è stata? Nel primo
album eravamo una band
sconosciuta da un posto
sconosciuto, dovevamo come
dimostrare qualcosa; c'abbiamo
messo molte idee, l'album è
costato parecchio ma non ha
venduto granché. Però in poco
tempo abbiamo imparato molto,
di quello che volevamo e di
fo t o gra fa rc i a l l ' i s t a n t e,
condensare un momento.
Nell'album ci sono meno idee
rispetto all'esordio, direi solo 3-4
melodie, ed è anche più corto e
più sporco, ma abbiamo messo
più a fuoco il nostro suono ed è
stato un lavoro più intenso.
Spiegaci il ruolo della sessualità
nei testi. Two Dancers è, in
effetti, un album erotico, ma in
senso romantico. C'è molto
desiderio e sessualità ma intese
nel senso più profondo, non ci
sono azioni o riferimenti al sesso
in sé, ma a come la sessualità
viene vissuta, attraverso le
emozioni. Soprattutto, non è una
sessualità maschile o femminile,
etero o omosessuale, ma è
aperta alle interpretazioni, senza
la volontà di dare risposte o
connotazioni vincolanti. A Roma
suonerete in un Festival dedicato
alle nuove sonorità. Come
cercate di fare qualcosa di nuovo
e personale? Ci viene naturale,
non come singoli ma come
band, essere un po' eccentrici, la
cosa che detesto di più è
sembrare una persona normale
(ride). Da un lato cerchiamo di
essere accessibili, mentre
dall'altro proviamo a reimmaginare nuove direzioni per
un quartetto fondamentalmente
ro c k c o m e i l n o s t ro.
Possibilmente perdendoci. La
parola chiave dell'album?
Aftermath: la sensazione del
giorno dopo.
nuovo Bar
CONTRA BARCHE - VI
ASTRA
STATO DI FESTINA PERMANENTE
Domenica Aperto dalle ore 16.59
ELECTRO SAPIENS di M.Visentin
22
BLOODY BEETROOTS DEATH CREW 77
Anarchy in the World
In un pianeta dove il disegno
politico dei potenti vorrebbe
ridurre la massa ad un cumulo di
robot obbedienti, servili e zerbini,
dove il progetto di pochi arroganti
desidera che ci si comporti come
vogliono loro, piegandosi a 90
gradi dinanzi a leggi create ad
hoc, fortuna vuole che qualcuno
ancora predichi la libertà
d'espressione in tutte le sue
forme. Bob Rifo si appresta
nuovamente a stupire il Mondo
intero, anarchicamente,
puramente. The Bloody
Beetroots diventa live: basta dj
set, tre componenti..cosa
dobbiamo aspettarci e perchè
questo cambiamento?
Vogliamo offrire qualcosa di
diverso rispetto a quello che
tutto il Mondo sta dando,
usando la parola LIVE per
portare delle caratteristiche, che
non sono propriamente LIVE,
sul palco. E' un cambiamento
drastico, voglio far vedere che
c'è musica vera, suonata, voglio
dimostrare che c'è un certo tipo
di qualità quando si parla di
esibizione live e di produzioni in
questo particolare periodo per
ELECTRO SAPIENS di M.Visentin
la musica. Non c'è il rischio di
perdere una fetta di pubblico
abituata al classico dj set?
Probabilmente sì, ma come in
tutte le cose si andrà a
guadagnare altra gente che
punta sulla qualità
dell'esibizione. Romborama è
stato un album che ha sancito
l'anima anarchica di TBB unita
alla potenza stilistica della
band. Troveremo anarchia e
potenza anche nelle esibizioni
live? Assolutamente sì. Il live
riproporrà con ancora maggior
forza le nostre caratteristiche,
facendo uscire sul palco tutta la
nostra anima. E' uscitond da poco
il video digitale di 2 Streets
Have No Name, secondo singolo
di Romborama. Parlaci di questa
creazione. Questo è un video un
po' leggero, fotografico, in bianco
e nero. Un video che si sposa
perfettamente con la canzone
in questione, ambientato a
Parigi e dove fanno la comparsa
diversi amici, da Etienne De
Crecy a Vicarious Bliss. Nel
digitale sono contenute tre
versioni della canzone e quella
sicuramente più interessante
da un punto di vista
prettamente musicale è
rappresentata dal connubio
viola, violino, pianoforte e
glockenspiel realizzata con il
duo parigino Something A La
Mode. Ennesima svolta di TBB è
l'apertura di un vero e proprio
punto di incontro e confronto on
line, il sito Death Crew 77. Io ho
aperto un blog quando tutti i
blog stavano cominciando a
morire, creando una sorta di
manifesto anarchico dove
23
chiunque ha la possibilità di
leggere e discutere i contenuti.
Verrà poi aperta una piattaforma
per permettere agli artisti di poter
esprimere le proprie opere e
cercare popolarità, usando
direttamente il canale The Bloody
Beetroots. TBB è innovazione
contro i princìpi appassiti della
musica. Come vedi la situazione
della musica elettronica in Italia?
La vedo come la classica
situazione in cui una persona fa
una cosa e tutti la seguono a
ruota. La vedo molto pigra a livello
di innovazione, non si vuole creare
qualcosa di diverso e ci si
fossilizza sulla figura del “dj
superstar”. Sei sempre dell'idea
che l'Italia non sia il posto adatto
per far divenire realtà i propri
sogni e le proprie aspettative? Sì,
l'Italia è ancora ancorata a certi
princìpi che all'estero non
esistono. In Italia un artista fa la
fame, all'estero il lavoro valido è
riconosciuto e retribuito e si può
pensare di fare di questa passione
la propria professione. E' partito
anche il progetto RIFOKI, l'EP è
questione di poco tempo. Come
sta andando? Sta andando
sicuramente bene, a breve uscirà
Sperm Donor EP e siamo pronti
per il debutto a Los Angeles. Sta
andando come deve andare,
l'affinità con Steve Aoki come
risaputo è molto forte, ci
divertiremo. Bloody Beetroots
Death Crew 77 non si ferma. Date
fissate fino a Luglio, e poi? Dopo di
che continueremo con il tour e ci
saranno altre due interessanti
novità entro fine 2010 di cui non
vorrei svelare ancora nulla per ora.
Stay tuned...
SARTEA
Martedì- mercoledi-giovedi e domenica 10.00-01.00, venerdi e sabato 10.00- 02.00 ....
duante la settimana di Vijazz (7-16 Maggio) si terranno concerti a tema tutte le sere e
durante Giugno 2010 il giardino di Sartea ospiterà i mondiali di Sudafrica 2010
con maxischermo e posti a sedere..
::::::: entrata gratuita e cosumazione facoltativa :::::::
start open events beginnig 21.30/22.00
SARTEA - C.so S. Felice e Fortunato - Vicenza
Apertura ufficiale
MONTE CROCETTA
bassano del grappa (vi)
graphic by S&V
Pasquetta : Ore 15 Live Music
“EXCLUSIVE INTERVIEW”di A. Lo Giudice
TRE ALLEGRI RAGAZZI MORTI
- V E R S I ON E D U B -
PHOTO DI PAOLO PROSERPIO
So di aver abusato di questo
escamotage, vista la mia
conclamata incapacità di dare
inizi decenti ai miei articolima sto scrivendo questo
pezzo, mentre mia moglie si
sta facendo un aerosol di
acqua e sale con un
asciugamano in testa. Ciò
detto, sabato sera ho
intervistato i Tre Allegri
Ragazzi Morti: o meglio, ho
intervistato Enrico, bassista
del gruppo, visto quattro
chiacchiero con Davide Toffolo
le avevo già fatte a suo tempo
in quel di Riese Pio X, in
occasione di uno spettacolo
multimediale con il regista
Vignolo e i Melt. In mattinata
mentre andavo al lavoro
(ringrazio il cliente che mi ha
dato di che sgobbare sabato e
domenica, lo possino…), ho
avuto modo di ascoltare il loro
ultimo album, che non mi ha
stupito solo perché mio cugino
Danilo mi aveva
preventivamente avvisato:
“Guarda che i Tre Allegri Ragazzi
Morti hanno fatto un disco dub!”.
Mi aspetto sempre novità dal
terzetto pordenonese, ma non
c'era mai stato, nella loro
carriera, uno scarto così netto
come quello segnato dalla loro
ultima opera. Ovviamente, non
potevo esimermi dal chiedergli
come mai un gruppo di punk
rock estremamente viscerale
(ma non solo), abbia deciso di
rallentare così tanto il ritmo.
Enrico: (Ride) Io (a Davide):
dovevo chiedere a te, vero?
D av i d e : C h i a c c h i e rat e,
chiacchierate! Enrico (si
ricompone): Ci siamo
inscimmiati per i fatti nostri,
suonando roba simile in sala
prove all'inizio solo divertirci,
ma, poi, abbiamo deciso di
realizzare un disco con questo
sound, chiedendo la
collaborazione di un esperto in
materia come Paolo Baldini di
Pordenone, che aveva già
collaborato con gli Africa Unite.
E così è nato questo
matrimonio tra la nostra
musica e il mondo reggae-dub,
apparentemente lontano,
anche se noi siamo sempre
appassionati di queste sonorità
e assidui frequentatori del
Sunsplash. In ogni caso, tutti
sappiamo come il punk ed il
reggae, già dalla fine degli anni
'70, siano sempre andati a
braccetto. Io: Com'è stato il
passaggio tra un genere
immediato e istintivo come il
vostro punk rock, ad uno che,
da sempre è più legato alla
produzione e all'ingegneria del
suono? Enrico: Ne discutevo
prima con un mio amicoquesto, in realtà, disco è
suonato dall'inizio alla fine!
Molti hanno parlato a
sproposito di elettronica, ma
anche i pochi effetti che
abbiamo utilizzato, alla fine,
sono per lo più meccanici e
azionati a mano, uno po' come
quelli che usava Lee Perry.
Diciamo che, in questo disco, il
suono risulta più levigato del
solito. Io: Ho visto il cartone
animato che accompagna il
brano “I Primitivi del Futuro” ,
un video molto ben realizzato.
Enrico: L'autore si chiama
Michele Bernardi, un nostro
caro amico, che collabora col
gruppo da parecchio tempo e si
è occupato dell'animazione di
alcuni fumetti di Davide. In
realtà, questo cartone è stato
una sua espressione personale,
che poi Davide ha montato. ma
non si tratta di un vero e
proprio video. Abbiamo scelto
26
quella canzone (probabilmente
l a m e n o c o m m e rc i a l e
dell'album) solo perché era
quella che si adattava meglio
alle immagini. Io: a chi le faccio
le domande sui testi delle
canzoni? Davide: A lui, che è
bravo! Io: ti tocca! Sempre sulla
canzone “I Primitivi del Futuro”parla di devoluzione o nega che
ci sia stata un'evoluzione?
Enrico: ... Io: Gli altri ti stanno
guardando con una certa
aspettativa! Enrico: Ma io credo
di sapere la risposta. Sto solo
cercando di interpretare la
domanda! Se Davide fosse qui
potrebbe rispondere lui... Io:
Peccato che non ci sia! (Davide
se la ride) Enrico: Questa
canzone si richiama alla
filosofia del primitivismo, che
cerca di trovare risposta ai
problemi della nostra civiltà nel
neolitico. Io: I personaggi delle
vostre canzoni sono sempre un
po' malinconici. La malinconia è
un antidoto all'omologazione?
Enrico: Una volta ti avrei
risposto di sì, avendo io dei
trascorsi un po' darkeggianti.
Ma, alla fine, è solo uno dei tanti
aspetti della vita quotidiana
che tutti, chi più e chi meno,
affrontiamo. Quindi non ci si
può considerare speciali solo
perché si è malinconici. Io: Sei
stato bravissimo! E lui mi regala
la maschera del gruppo con la
quale ho seguito il concerto e
sono tornato a casa la sera
(anche se, con gli occhiali
inforcati sopra, devo aver avuto
un'aria abbastanza ridicolafortuna che non mi hanno
fermato i vigili!). Per quanto lo
TAVERNA
spettacolo fosse stato poco
pubblicizzato, lo Shindy è pieno
zeppo di gente quando i tre
(più un secondo chitarrista)
salgono sul palco e iniziano a
suonare la title track
dell'ultimo album. L'atmosfera
è meno scatenata del solito:
niente “bacini e rock 'n roll”,
ma un sound insinuante e
mistico. Il tour è puramente
promozionale dell'ultimo
album, che, infatti, viene
riproposto nella sua interezza.
Immagino che i TARM debbano
ancora affinare le versioni live
delle loro ultime canzoni, ma
confesso che mi sono divertito
di più quando hanno proposto i
loro classici come “Mai Come
Voi”, “Occhi Bassi”, “Il Mondo
Prima”. La chicca è stata una
lunga medley dub (sarà durata
almeno mezz'ora) nella quale,
t ra i m p rov v i s a z i o n e e
cazzeggio, sono stati declamati
i testi delle loro canzoni, su una
base scarna e pulsante- un po'
sfiancante, ma indubbiamente
originale. Il pubblico sembra
aver già assimilato il nuovo
corso del gruppo (le canzoni
nuove venivano cantate a
memoria da un sacco di
persone), però l'impatto della
conclusiva “Ogni Adolescenza”,
che ha rischiato di far crollare il
locale, mi fa pensare che “I
Primitivi del Futuro” resterà un
ottimo disco, i cui brani, però,
difficilmente diverranno classici
live. Ma potrei anche sbagliarmi!
R.I.P. Jim Marshall 1936/2010
e' morto l'altra notte in un hotel di New York all'eta' di 74 anni
AL GALLO
Sabato 10 Aprile
GORAN KUZMINAC
Sabato 16 Aprile
A. VETTORE
& STRANGERS
Era alle spalle di Johnny Cash durante il concerto nella prigione di San
Quintino; con Bob Dylan quando muoveva i primi passi al fianco di Pete
Seeger; con Janis Joplin per una bevuta in compagnia; davanti a Jimi
Hendrix mentre incendiava la sua chitarra sul palco di Monterey. E ancora:
con Chuck Berry, Miles Davis e con i maggiori esponenti del rock anni '70,
da Jim Morrison agli Who, dai Led Zeppelin a Neil Young. E' anche grazie a
lui, il celebre fotografo Jim Marshall scomparso a New York all'età di 74
anni, che il rock e le sue icone si sono affermati nella cultura del
ventesimo secolo. Nato a Chicago nel 1936, Marshal aveva iniziato la
carriera da fotografo professionista nel 1959 instaurando da subito un
rapporto di stima con i musicisti che immortalava. A New York lavorò per
l'Atlantic e la Columbia per poi spostarsi nella San Francisco degli anni '60
e continuare a raccontare la musica fino ai giorni d'oggi
Sabato 24 Aprile
L. Miglioranza &
Stokin’ Taxy
FIETTA DI PADERNO D. G. (TV)
INFO 0423.53090 / 320.411.04.19
APRILE 2010
VENERDI' 2 APRILE 2010
NICKER HILL ORCHESTRA + FLAP (Bukowski-Valdagno-VI)
MASSIMO VOLUME (Teatro Concordia-San Benedetto-AP)
THE TEENAGERS (Tunnel-Milano)
HIDDEN CAMERAS (Covo-Bologna)
I MOSTRI (Mads-Roma)
LINEA 77 (Land Of Live-Legnano-MI)
PINK IS PUNK (Zion-Conegliano, Tv)
MAD PROFESSOR (Estragon-Bologna)
AFRICA UNITE (Auditorium Flog-Firenze)
LE VIBRAZIONI (Tunnel Club-Reggio Emilia)
MODENA CITY RAMBLERS (Arci Tom-Mantova)
BOLOGNA VIOLENTA (Arci Caracol-Pisa)
SABATO 3 APRILE 2010
KANI + FUCKTOTUM + BLACK RAINBOWS (United Club-Torino)
DAEDALUS (Eremo-Molfetta-BA)
CARMEN CONSOLI (Teatro Tenda-Ragusa)
HIDDEN CAMERAS (C.degli Artisti-Roma)
BOLOGNA VIOLENTA (Milk Club-Genova)
PINO SCOTTO (Sabotage-Vicenza)
LINEA 77 (Urban-Perugia)
MOLTHENI (Bronson-Madonna dell'Albero-RA)
AIRWAY (Circolone-Legnano, Mi)
DOMENICA 4 APRILE 2010
UNDEROATH (Vidia Rock Club-San Vittore di Cesena-FC)
STILL GOING (L-Ektrica-Roma)
CARMEN CONSOLI (Zo Centro - Catania)
THE DAD HORSE EXPERIENCE (Druso Circus-Brescia)
LUNEDI' 5 APRILE 2010
THE HEAVY (Bloom-Mezzago-MI)
UNDEROATH (Black Out Rock Club-Roma)
MARTEDI' 6 APRILE 2010
HANK JONES (Sala Sinopoli Parco della Musica-Roma)
UNDEROATH (Alcatraz-Milano)
BAZ (Politeama Rossetti-Ts)
ELISA (Zoppas Arena-Conegliano Veneto-TV)
LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA (Teatro Espace-Torino)
MERCOLEDI' 7 APRILE 2010
CARMEN CONSOLI (Teatro Augusteo-Napoli)
BISHOPS (Spazio211-Torino)
LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA (Teatro Duse-Bologna)
STIFF LITTLE FINGERS (Estragon-Bologna)
THE DAD HORSE EXPERIENCE (Arci Tambourine-Seregno, Mi)
GIOVEDI' 8 APRILE 2010
THESE NEW PURITANS (C.degli Artisti-Roma
TARM (C.Magnolia-Milano)
DENTE (Teatro al parco-Parma)
STEVE REICH (Auditorium Parco della Musica-Roma)
DENTE (Teatro Al Parco-Parma)
LINEA 77 (Auditorium Flog-Firenze)
STIFF LITTLE FINGERS (Init-Roma)
VENERDI' 9 APRILE 2010
ALAN WILDER'S RECOIL (Magazzini Generali-Milano)
2 MANY DJs (Vox-Nonantola, Vr)
THESE NEW PURITANS (Locomotiv-Bologna)
RESET! (Magnolia-Milano)
WISHBONE ASH (Naima Club-Forlì)
TEATRO DEGLI ORRORI (Viper-Firenze)
THESE NEW PURITANS (Locomotiv Club-Bologna)
FRANCESCO GUCCINI (Palapartenope-Napoli)
LINEA 77 (Circolo degli Artisti-Roma)
MOTEL CONNECTION (Hiroshima Mon Amour-Torino)
CRISTIANO DE ANDRE' (Teatro degli Animosi-Carrara)
MOLTHENI (Estragon-Bologna)
LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA (Teatro Palladium-Roma)
STIFF LITTLE FINGERS (Live Club-Trezzo sull'Adda-Mi)
SABATO 10 APRILE 2010
ALAN WILDER'S RECOIL (Circolo degli Artisti-Roma)
ANAGOOR TEMPESTA (T.Astra-Vicenza)
WISHBONE ASH (Cinema Teatro Parrocchiale-Cologne-BS)
THESE NEW PURITANS (Spazio 211-Torino)
THE VERY BEST (Il Covo Club-Bologna)
ZOMBIE NATION (Pop Corn, Marghera, Ve)
CARMEN CONSOLI (Gran Teatro-Padova)
MISS KITTIN (Tenax-Firenze)
MOLTHENI (Iroko-Salerno)
POLAR FOR THE MASSES (Istanbul Cafè-Squinzano-LE)
A TOYS ORCHESTRA (Duel Beat-Agnano-NA)
MOTEL CONNECTION (Estragon-Bologna)
AFRICA UNITE (Demodè-Modugno-BA)
MODENA CITY RAMBLERS (Velvet Club-Rimini)
HEIKE HAS THE GIGGLES (Twiggy-Varese)
LINEA 77 (H25-Bari)
BAUSTELLE (Saschall-Firenze)
DOMENICA 11 APRILE 2010
FOREIGNER (Alcatraz-Milano)
WISHBONE ASH (Crossroads Club-Osteria Nuova-RM)
WILD BEASTS (Auditorium Parco della Musica-Roma)
THE VERY BEST (Mit Festival-Roma)
CARMEN CONSOLI (Auditorium Palalevico-Levico-TN)
MOLTHENI (Fiera del Levante-Bari)
STARDOG (Locomotiva-Vimercate-MI)
LUNEDI' 12 APRILE 2010
EDITORS (Palatorino-Torino)
YACHT (Spazio211-Torino)
KISS THIS! (C.Magnolia-Milano)
WILD BEASTS (Circolo Magnolia-Segrate-MI)
CARMEN CONSOLI (Teatro Politeama-Piacenza)
MARTEDI' 13 APRILE 2010
LITFIBA (Mediolanum Forum-Milano)
GUANO PADANO (C.degli Artisti-Roma
MERCOLEDI' 14 APRILE 2010
JOHN ABERCROMBIE ORGAN TRIO (S. Petrassi -Roma)
ULTRAVOX (Vox-Nonantola, Mo)
SAMUELE BERSANI (Parco della Musica-Roma)
GIOVEDI' 15 APRILE 2010
GORGOROTH + KEEP OF KALESSIN (M. Generali-Milano)
ULAN BATOR (Spazio211-Torino)
WHY? (C.degli Artisti-Roma)
DONPASTA (Auditorium Parco della Musica-Roma)
NEXUS (Jack The Ripper-Roncà-VR)
LINEA 77 (Kortocirkuito-Brescia)
OFELIADORME (Brevevita Videobar-Ascoli Piceno)
AFTERHOURS (Teatro Petruzzelli-Bari)
VENERDI' 16 APRILE 2010
LITFIBA (Mandela Forum-Firenze)
CARMEN CONSOLI (New Age Club-Roncade-TV)
MAXI B - MICHEL - METRO STARS (Akab-Roma)
ELISA (Palalottomatica-Roma))
MOMIX (Gran Teatro-Padova)
CRYSTAL ANTLERS (Covo-Bologna)
MOTEL CONNECTION (Viper-Firenze)
MAMBASSA (C.degli Artisti-Roma)
OFELIADORME (Mamamù-Napoli)
LINEA 77 (Hiroshima Mon Amour-Torino)
GIANMARIA TESTA (Parco d Musica-Roma)
MODENA CITY RAMBLERS (Live Club-Trezzo d'Adda-MI)
A TOYS ORCHESTRA (Barbara Disco Lab-Catania)
SABATO 17 APRILE 2010
SUM 41 + MADINA LAKE + AFI + THE SWELLERS +
THE FRIDAY NIGHT BOYS + ANDEAD (Alcatraz-Milano)
ALTAVOZ (Rivolta-Marghera, Ve)
PAOLO BENVEGNU' (Estragon-Bologna)
CYBERPUNKERS (Zion-Conegliano, Tv)
URI CAINE (Auditorium Parco della Musica-Roma)
LITFIBA (Mandela Forum-Firenze)
MOMIX (Gran Teatro-Padova)
MOLTHENI (Tambourine-Seregno-MI)
LINEA 77 (New Age Club-Roncade-TV)
AFRICA UNITE (Hiroshima Mon Amour-Torino)
LE LUCI DELLA CENTRALE ELETTRICA (Teatro Parenti-Milano)
MOTEL CONNECTION (Land of Live-Legnano-MI)
BAUSTELLE (Atlantico-Roma)
DOMENICA 18 APRILE 2010
B. HOLDSWORTH L. MASTELLOTTO (Live Club-Trezzo-MI)
MISFITS (New Age Club-Roncade-TV)
ZEBRAHEAD (Bloom-Mezzago-MI)
LUNEDI' 19 APRILE 2010
65 DAYS OF STATIC (Circolo Magnolia-Segrate-MI)
BAUSTELLE (Alcatraz-Milano)
NADA (Aula Magna Primo Longobardo-La Maddalena-SS)
MARTEDI' 20 APRILE 2010
65 DAYS OF STATIC (Init-Roma)
TO ROCOCO ROT (Spazio 211-Torino)
GROUNDFLOOR (Teatro Studio Parco della Musica-Roma)
LORDS OF ALTAMONT (United Club-Torino)
MERCOLEDI' 21 APRILE 2010
MIKA (Mediolanum Forum-Milano)
TUCK & PATTI (Auditorium Parco della Musica-Roma)
65 DAYS OF STATIC (Locomotiv Club-Bologna)
GANG + DANIELE BIACCHESSI (Auditorium-Bresso-MI)
TRASH & BURN (Estragon-Bologna)
GIOVEDI' 22 APRILE 2010
PRODIGY (Alcatraz-Milano)
65 DAYS OF STATIC (Spazio 211-Torino)
TO ROCOCO ROT (Circolo degli Artisti-Roma)
LINEA 77 (Circolo Magnolia-Segrate-MI)
TRASH & BURN (Tunnel-Milano)
VENERDI' 23 APRILE 2010
PRODIGY (Palabam-Mantova)
THE NIRO (C.degli Artisti-Roma)
SOPHIA (Covo-Bologna)
LA MONCADA + I TRENI ALL'ALBA (Cafè Liber-Torino)
SICK TAMBURO (Forum-Assago, Mi)
LA VALIGETTA NIGHT (C.Magnolia-Milano)
RUGGINE + MARNERO (United Club-Torino)
NADA (Teatro Comunale Oriana Fallaci-Ozieri-SS)
MOTEL CONNECTION (New Age Club-Roncade-TV)
LINEA 77 (Mac 2-Schio-VI)
AFRICA UNITE (Estragon-Bologna)
SABATO 24 APRILE 2010
ASIA (Auditorium Parco della Musica-Roma)
PRODIGY (105 Stadium-Rimini)
TO ROCOCO ROT (Il Covo Club-Bologna)
RAISED FIRST (Blackout-Roma)
SOPHIA (Twiggy-Varese)
SEX SLAVES + TRACY GANG PUSSY (United Club-Torino)
MOTEL CONNECTION (Xl-Alba-CN)
A TOYS ORCHESTRA (Auditorium Flog-Firenze)
IL TEATRO DEGLI ORRORI + BOLOGNA VIOLENTA +
HEIKE HAS THE GIGGLES + JOYCUT (Spazio 211-Torino)
LINEA 77 (Vidia-Cesena)
TURIN BRAKES (Bronson-Ravenna)
DOMENICA 25 APRILE 2010
TO ROCOCO ROT (Teatro Fondamenta Nuove-Venezia)
LOS NATAS + SEMTEX (United Club-Torino)
I TRENI ALL'ALBA (Cinema Vekkio-Cornegliano d'Alba-CN)
LUNEDI' 26 APRILE 2010
PRODIGY (Atlantico Live-Roma)
SOPHIA (Spazio211-Torino)
FAITHLESS (Alcatraz-Milano)
CARIBOU (Circolo Magnolia-Segrate-MI)
MEURSAULT (La Tana Delle Rane-Novellara, Re)
MARTEDI' 27 APRILE 2010
PRODIGY (Palasport-Bari)
SICK TAMBURO (Circolo Arci Mu-Parma)
SOPHIA (C.Magnolia-Milano)
AFRICA UNITE (C.degli Artisti-Roma)
MARC RIBOT TRIO (Sala Petrassi Parco della Musica-Roma)
THIS IS A STANDOFF + PASSENGER ACTION +
ANGRY SEPTEMBER + NOT FOUND (United Club-Torino)
ELISIR (Auditorium Parco della Musica-Roma)
MARTEDI' 27 APRILE 2010
PRODIGY (Palasport-Bari)
SICK TAMBURO (Circolo Arci Mu-Parma)
SOPHIA (C.Magnolia-Milano)
AFRICA UNITE (C.degli Artisti-Roma)
MARC RIBOT TRIO (Sala Petrassi -Roma)
THIS IS A STANDOFF + PASSENGER ACTION +
ANGRY SEPTEMBER + NOT FOUND (United Club-Torino)
ELISIR (Auditorium Parco della Musica-Roma)
MERCOLEDI' 28 APRILE 2010
PRODIGY (Palasport-Acireale-CT)
SOPHIA (Teatro Furio Camillo-Roma)
THE UNTHANKS (C.degli Artisti-Roma)
CRYSTAL CASTLES (Magazzini Generali-Milano)
GIOVEDI' 29 APRILE 2010
DENTE (Teatro Palladium-Roma)
BLACK BOX REVELATION (C.Mahnolia-Milano)
LILY ALLEN (Magazzini Generali-Mi)
BUD SPENCER B EXPLOSION (C. degli Artisti-Roma)
VENERDI' 30 APRILE 2010
ONE REPUBLIC (Magazzini Generali-Milano)
MUMFORD & SONS (Il Covo Club-Bologna)
CALVIN HARRIS (Fucina Controvento-Mestre, Ve)
TARM (Estragon-Bologna)
JUS MARRIED (Teca-Verona)
FRANCESCO GUCCINI (Palabigi-Reggio Emilia)
AFRICA UNITE (Koko Club-Castelletto Cervo-BI)
MOTEL CONNECTION (Tunnel-Reggio Emilia)
AIRWAY (Yourban-Thiene, Vi)
SABATO 1 MAGGIO 2010
MUMFORD & SONS (Circolo degli Artisti-Roma)
HEIKE HAS THE GIGGLES (Bloom-Mezzago-MI)
DOMENICA 2 MAGGIO 2010
ALICIA KEYS (Arena-Verona)
DOA (United Club-Torino)
THE EXPLOITED (Init-Roma)
SOUND AND VISION
NIGHTCLUBBING
Desideri richiederci informazioni per il tuo locale? Chiamaci 349.1970263 - 0424.527995 o scrivici a [email protected]
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Il Circolo Magnolia, luogo di socialità,
divertimento e vivo scambio
culturale, è IL PRIMO LOCALE AD
IMPATTO ZERO IN ITALIA. Con i suoi
102 pannelli solari da 195w l’uno, il
Circolo Magnolia propone una
programmazione intensa e
decisamente originale: live, dj set,
party, festival, rassegne teatrali,
presentazioni di libri e riviste, corsi di
formazione, campagne di
sensibilizzazione. Non ci si annoia
proprio mai qui al Magnolia!
Spazio Parallelo di Musiche
Indipendenti. Che eludono le
convenzioni e tendono a crearne di
nuove ed attuali. Missione: dare
ossigeno all'asfissia artisticaculturale scavando sotto la
superficie dei consumi convenzionali
in cerca di linguaggi e suoni nuovi.
Non basta dire non importa. E’
semplicemente la musica a formare
le nostre opinioni.
Hiroshima Mon Amour opera dal
1986 nel campo della produzione e
dell'organizzazione di spettacoli e
di eventi culturali. Punto di
ri fe ri m e n t o n a z i o n a l e e d
internazionale per i grandi eventi e i
festival musicali.
Ex mattatoio recuperato, è una vera e
propria sauna di suoni: funk, reggae,
soul, rare grooves, afro, nu-jazz, bossa
indie rock. Propone dj set e live con
ospiti italiani e internazionali. Erede
dello storico Left, è da dieci anni il
circolo all'avanguardia nel panorama
modenese per le sue proposte musicali
e artistiche dove ampio spazio viene
dato agli aspetti più sotterranei,
sfuggenti e cool della realtà: dagli eventi
dedicati ad artisti emergenti, ai concerti
dei gruppi di base, al sostegno a varie
campagne sociale ed umanitarie.
MODENA
VIBRA
www.vibra.tv
ROMA
CIRCOLO DEGLI ARTISTI
FIRENZE
VIPER CLUB
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INFO : 06.70305684
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INFO : 055. 318231
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INFO : 380.7325710
VIA DELLA CRUSCA - MESTRE
Laterale Via Martiri Della Libertà
Un locale che si è sempre proposto come
spazio musicale dove avanguardia,
sperimentazione e rock'n'roll sono di casa:
musica italiana e straniera, emergente e
originale, sostegno alle scene musicali in
difficoltà, qualità e novità come obiettivi
nella scelta della programmazione,
impegno a non chiudere fuori nessun
"genere" musicale e soprattutto, negli
ultimi anni ed in prospettiva, ad ospitare le
altre arti.
Struttura polivalente, ritrovo per gli
appassionati di musica. Qui potrai
ascoltare serate all’insegna della
musica rock, con programmazione di
artisti internazionali il venerdì sera,
mentre al Sabato troverete serate
degne dei migliori club electro/house.
Ottima acustica e bellissimo palco
insieme a buone birre e raffinati drink
rendono molto piacevole la
permanenza nelle due piste da ballo
del locale.
Nuova anima per il Chalet de la
Mot, oltre a riaprire come pub con
6 splendide spine di selezionata
birra e ospitare numerosi live e dj
set, vi delizierà con il ristorante
aperto dal martedì alla domenica
dalle 18 alle 24.
Il circolo culturale Elefante Rosso
nasce sulle tracce di un'etichetta
discografica già attiva e distribuita in
tutto il mondo, e che vorrebbe
promuovere e sostenere varie forme
essenziali nella musica e nell'arte. E'
stato William Parker con il suo
quartetto ad inaugurare il Music Club
e a dare il via ad una serie di
appuntamenti programmati e live
music, workshops, seminari, artisti
internazionali come Sandra Nkakè,
Mark De Clive-Lowe (NZ, US) Paul
Randolph (Detroit) e moltissimi altri ...
VERONA
LA LOGGIA
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OVOSODO
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SARTEA
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C.so GUA’ - COLOGNA V.TA
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VICENZA - INFO 0444.235315
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INFO : www.sartea.it
Viale dell’Industria 12 - VICENZA
INFO : www.sabotagebar.eu
Situato nel centro storico di Cologna
Veneta Il Loggia cafè è un perfetto
punto di partenza per la vostra serata.
Tutti i week-end con i migliori D.j. set.
Chiuso il Lunedì
In centro a Vicenza Ovosodo wine
bar spazia tra ottimi vini al calice,
24 tipi di spritz, stuzzicherie
fresche, cordialità, allegria e tanta
buona musica. Per la nuova stagione
2009/2010 Ovosodo organizza
ogni Venerdì sera esclusivi Dj Set,
dalla ricercata musica elettronica,
alla serata Soul Funk. Aperto dalle
ore 9 alle 2.
Locale storico di Vicenza che da
anni allieta e propone importanti
novità. JND Festival Electronic
Music, che ha portato il Sartea a
livelli internazionali grazie ad una
selezione ricercata di djs di ottimo
livello provenienti dai Clubs di
Berlino, New York e Londra.
Ambiente liberty, affascinante e
ricercato che risalta la qualità del
servizio. Chiuso Lunedì
Nell'insidioso mare magno del NordEst , tra localini minimal, spritz bar,
pre-post discobar, bella gente, musica
a 360 e birra a fiumi si erge sparuta
un'isola di salvezza! Un covo per chi
cerca e vuole il Rock senza tanti
complimenti e senza troppi
compromessi! Per chi bada alla
sostanza più che alla forma! L'ultima
spiaggia per chi cerca un informale,
rumoroso ed accogliente rifugio per il
cuore e per le orecchie! Dal lunedì
alla domenica! Musica, live show,
Djset, bere, mangiare e buone
vibrazioni. Let there be rock!
VICENZA
BAR ASTRA
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SHINDY CLUB
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Via Gamba 17 - BASSANO D. G.
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INFO : 0424.500.000
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INFO : 347.7597201
Il centro di Vicenza, al centro del
mondo, nel centro della musica!
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eclectic owner Mopi and his
amazing staff. Music every day,
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Taste us and you never forget us!
Peace & Love!Da non perdere i
mitici concerti e dj set aperitivo.
Aperto tutte le Domenica dalle
ore 16.59.
Unico nel suo genere, il "2 di
Picche" offre beer&drinks
accompagnati da ottima musica
rock e dintorni per momenti
shanty di puro divertimento!!! Per
anime Rock.
Lo Shindy Club da trent’anni è la
discoteca dei bassanesi doc, informale
ed “alternativa” offre serate di vario
genere: il venerdì concerti live, il Sabato
rock puro al primo piano, e musica
elettronica nell’ Electric Ballroom. Avete
presente la pubblicità “cosa sarebbe il
mondo senza la Nutella?”
Decisamente si abbina a “cosa sarebbe
Bassano senza lo Shindy!”. Enjoy! .
Aperto Venerdì e Sabato
Alla mattina ottime colazioni a base di
spremute di frutta fresca, a
mezzogiorno e sera a far compagnia
agli aperitivi : gustosi tramezzini,
stuzzichini. Ogni sera potrete godervi i
ricercati cocktails (ottimo Moijto), la
sangria e una vasta selezione dei
migliori vini. Al Ven e Sab i migliori djs
della scena electro. Disponibile per
feste private. Chiuso Lunedì
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C.SO MAZZINI 138 MAROSTICA
INFO : 345/2758203
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VIA RIVE 14 - CARTIGLIANO
INFO : 348.8265815
L'arredamento caldo ed accogliente, e
l'atmosfera che si respira ti fa
sembrare a casa, le ottime birre ed i
vini di grande qualità, sono sempre
accompagnati da deliziosi stuzzichini,
e a fare gli onori di casa ci sono
Barbara, Manuela, Erika, Giulia,
Alessia e Cristina che con i loro sorrisi
vi conquisteranno. Organizziamo
feste di laurea, compleanno addio al
celibato/nubilato, eventi Sky, Musica
live e serate Karaoke e con DJ. Chiuso
il lunedì aperto dalle 07 alle 02.
Dentro le bellissime e storiche mura
del Castello Scaligero di Marostica
un'ambiente moderno, raffinato ed
elegante, in contrasto con l'area
circostante ti affascinerà per il calore
che trasmette, Monia ti conquisterà
con la bontà dei suoi “spunciotti”, le
bellissime Lorena e Vania per la
classe con cui servono tutte le
bevande. Un piacevole giardino estivo
con vista Castello Superiore sarà
presto reso operativo anche d'inverno
per dare, a chi desidera fumare e bere
all'aperto, un po' di comfort.
Tra un mix perfetto di pezzi di design
vintage anni ’50-’70 e di elementi
tradizionali, Giovanna ha creato un
locale unico nel suo genere, dove si
respira un’atmosfera d’altri tempi.
Pensare di essere arrivati in un
esclusivo jazz club in una grande
metropoli non è un azzardo! Cucina
creativa, arte, musica il mix perfetto
per un locale che vi darà mille
emozioni tutte indimenticabili!
Un tributo in stile "bacaro venesian"
al mitico Freak Antoni, situato in
una delle vie più movimentate e
cool di Bassano!
Chiuso il martedì
VICENZA
BARETTO
TREVISO
ZWEI BAR
TREVISO
TAVERNA AL GALLO
TREVISO
NEW AGE
PONTE PAGNANO - ASOLO
INFO : 0423.952761
FIETTA DI PADERNO D. GRAPPA
INFO : 0423.53090
VIA TINTORETTO - RONCADE
INFO : www.newageclub.it
Posizionato sulla statale che va da
Breganze a Marostica, con un ampio
parcheggio sia di fronte che a lato, e
arredato in modo un po' kitsch è
particolarmente gradito ai giovani per
i suoi colori vivaci e l'atmosfera
sempre allegra, ravvivata dalle
bellissime ragazze che vi aspettano
sette giorni su sette dalle 06 del
mattino fino alle 02 di notte. Oltre
alle ottime birre facciamo delle
Bruschette speciali, Panini,
Insalatone e snack veloci adatti a
tutti i gusti.
Zweibar Ist Wunderbar! Ristorante non
convenzionale con menù che cambia
spesso e accompagnato da ottimi vini.
Cocktail fatti a regola d' arte e snack
diversi dai soliti, in più...... la Nostra Musica
(vedi Rock Cafe). Per l' Aperitivo.... dal
cicchetto, all' affettato al coltello, fino al
pesce crudo. Ai piedi di Asolo e fornito di
comodo parcheggio Zweibar è aperto
dal Mercoledi alla Domenica dalle 17.30
alle 2.00. Prenotazioni allo 0423/952761.
Ambara ba chi! Chi! Coko! Questa
sera dove vò? Vado al Gallo in Valle
San Liberale dove non si sta per
niente male ...
New Age Club è il rock club più esclusivo
della parte nord-orientale della penisola.
new age club è totale garanzia di
professionalità e visibilità per gli artisti
affermati da tutto il mondo. new age
club è trampolino di lancio per le nuove
realtà musicali. new age club è lo spazio
di divertimento notturno senza vincoli
anagrafici. lo staff del new age club vi dà
il benvenuto per una nuova elettrizzante
stagione di live allo stato puro!
TREVISO
ROKKAFE’
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ZION ROCK CLUB
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St. DEI COLLI - CASTELCUCCO
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Via Vazzoler 30b - Conegliano
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Dal '91 il "ROCK" è indiscusso punto di
riferimento per tutti quelli che (scusate
lo snobbismo) la musica la sentono un
po' di più. Precursori della DJ CULTURE i
due fratellini preparano con i loro super
collaboratori anche ottimi drink. Ricerca
e coerenza sono alla base del bel
connubio tra passato, presente e futuro
che ha vita in questo posto. Dal Martedi
alla Domenica dalle 17.30 alle 01.00
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Ultima citta' libera del cult movie
Matrix, contestualizzando nel proprio
territorio il significato che il film da' di
essa. Spirito di liberta' culturale, voglia
di rinnovamento socio-comunicativo,
promuovere le migliori espressioni
artistiche nazionali ed internazionali.
La programmazione del Circolo e'
concentrata sulle serate del venerdi' e
del sabato con concerti dal vivo e Dj
Sets a seguire. Ogni Venerdi' e Sabato:
Apertura Circolo: ore 22:00
Lo scenario cosmopolita di ASHA è
dedicato al loisir, al piacere spirituale in
cui emozioni e sapori si ampliano in
una particolare armonia di sensi.
ASHA offre un'esperienza memorabile
in cui decor, illuminazione, acustica,
grafica e staff risultano in perfetta
sintonia tra loro, in un flusso di energia
globale che avvolge e coinvolge
chiunque. L'ospite è cuore pulsante e
protagonista, anima di in un ambiente
dall'appeal internazionale.
Da qualche anno a questa parte si
sta affermando come uno dei punti
di ritrovo per la Treviso alternativa,
quella che cerca lo spirito
dell'osteria, magari con qualche
accorgimento, ma senza snaturare
lo stile easy dei bei vecchi tempi.
La location è ricca d'atmosfera, in
un ex cinema teatro, poco fuori le
mura. Al Ven e Sab concerti
d’autore e dj set sempre ricercati.
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37
“Exclusive Interview” di Ilaria Rebecchi
VESSEL
Dai Giardini di Mirò ai Pitch e
ritorno, in un trionfante
esempio di attualizzazione
della new wave di stampo
psichedelico, tra spasimi
esterofili, maestosità alla Ian
Curtis e Velvet Underground e
un progetto di tre ep sul
ricordo, il desiderio e la
rinascita dell'uomo. Così i
Vessel hanno raccontato di sé
e del nuovo “Tales Of
Memento Island”… Vessel:
nascita, ide di fondo e
formazione? Vessel nasce dal
mio incontro con Corrado ed
Emanuele dei Giardini di Mirò
in occasione della compilation
tributo a Leonard Cohen
"Strange Music". "Famous
Blue Raincot" è stato il primo
pezzo fatto insieme, poi lo
abbiamo subito suonato dal
vivo: già dalle prime prove
c'era feeling, una ottima
INTERVISTA
sintonia musicale e personale,
perché allora non continuare?
Le vostre influenze sembrano
essere state ben amalgamate
nella stesura dei brani…
Corrado e' partito con chitarra
e voce, lavorando sulle sue
linee io ho aggiunto armonie
dei cori e successivamente il
basso mentre Emanuele ha
effettuato il lavoro di rifinitura
finale con gli arrangiamenti di
violino, pianoforte, tromba,
percussioni. La fusione tra il
background cantautorale folkrock psichedelico di Corrado,
l'esperienza ed il gran gusto di
Emanuele, le mie reminiscenze
new-wave hanno fatto sì che le
influenze si amalgamassero in
modo molto spontaneo dando
vita ad un'impronta sonora che
cercavamo. “Tales Of Memento
Island” è solo il primo di tre ep
che usciranno in questo 2010,
una trilogia che parte dalla
memoria per arrivare al
desiderio e alla rinascita?
Tutto nasce dell'idea di un
viaggio, e' la metafora di ciò
che sta per salpare. Tre approdi
su tre isole diverse, la prima e'
l'isola del ricordo, la memento
island appunto. Tanti sono i
ricordi sugli anni 90, quelli più
vicini a noi: la musica vissuta in
prima persona, i concerti, le
bands, gli status symbols, la
cronaca del mondo. Sogni,
delusioni, speranze. Per
quanto riguarda i due prossimi
"approdi" preferiamo non
anticipare nulla al riguardo...
Psichedelia e new wave oggi:
scene che in molti affrontano...
Abbiamo ascoltato new wave
dai suoi albori e da un certo
punto di vista non e' mai
tramonta, tolta una parentesi
negli anni 90, già dai primi anni
del 2000 ha avuto un fulgido
ritorno. La new wave ha
viaggiato per un buon periodo
a pari passo con il post punk,
ed ha significato un punto di
ro t t u ra , d i s vo l t a , d i
cambiamento culturale un
nuovo modo di esprimere ed
esorcizzare le proprie psicosi
r i v i ve n d o l e t ra g e d i e
raccontate. E qui il paradosso,
e' lo specchio della società che
cambia ma la musica ritorna e
p e rs i s t e. C o ri e m o l t i
strumenti… I cori sono stati
forse il primo "linguaggio
musicale" che ci ha avvicinato,
l'aver duettato in "Famous blue
raincot" ci ha fatto capire che
le nostre voci si sposavano
bene insieme, le voci non
prevaricavano l'una sull'altra
erano entrambe protagoniste.
Abbiamo curato moltissimo le
armonie vocali, mentre
Emanuele si e' occupato
principalmente degli
arrangiamenti e ell'esecuzione
degli strumenti più classici.
L'influenza dell'arte per i
Ve s s e l … L' a r t e n e l l a
fattispecie: pittura, scultura
video installazioni e fotografie
sono una passione personale
di tutti noi ed ora anche parte
del progetto Vessel, perché dal
vivo cerchiamo di incorporare
alla musica anche proiezioni
v i d e o - fo t o gra fi c h e c h e
permettono di coniugare oltre
all'ascolto anche un'estetica
visuale che scorre tra le note
musicali. Inoltre c'e' stato un
lavoro di ricerca per quanto
riguarda le foto scattate per la
cover dell'ep. Ci siamo affidati
a Corrado Dalcò ed insieme
abbiamo cercato di dar vita ad
uno scenario che meglio
rispecchia il contenuto e
l ' at m o s fe ra d e l n o s t ro
disco.Cosa spinge tre musicisti
già inseriti in un contesto
sonoro con le rispettive band a
cercare spazio in altri orizzonti
e con un nuovo progetto? E'
l'esigenza di esplorare territori
diversi, avvicinarsi alla musica
d'autore e cantautorale e di
nuovo ottenere risultati
mescolando i background
delle singole esperienze
musicali.
39
“Libri che suonano” di F. Nicolli
AC-DC
Rock 'n roll ain't
noise pollution
Si avvicina uno dei live più attesi
dell'estate 2010, gli storici
AC/DC saranno allo Stadio Friuli
di Udine il prossimo 19 maggio. E
quale occasione più ghiotta per
parlare di uno dei gruppi più
importanti della storia dell'hard
rock! La storia del gruppo
australiano è stata celebrata
pochi mesi fa dall'uscita di due
biografie, la prima edita da
Tsunami, intitolata “Let there
be rock” e scritta da Susan
Masino. Ma è sulla seconda che
ci soffermiamo: intitolata
semplicemente “AC/DC”
(anche se l'edizione originale
riporta l'eloquente sottotitolo
“Maximum Rock & Roll”), è
un'opera enciclopedica, un
tomo di quasi quattrocento
pagine, impreziosite da
numerose fotografie e dalla
discografia del gruppo. Edito da
Arcana, il libro è firmato da
Murray Engleheart ed Arnaud
Durieux, entrambi giornalisti
musicali assai vicini alla realtà
degli AC/DC. Il gruppo, il cui
nome significa “alternative
current/direct current”, viene
fondato a Sidney nel 1974 su
impulso dei fratelli Angus e
Malcom Young, di origine
scozzese, entrambi chitarristi, ai
quali si uniscono il cantante Bon
Scott, il batterista Philip Rudd e il
bassista Mark Evans. L'anno
successivo vede l'incisione da
parte del gruppo di ben due
album, “High voltage” e “TNT”,
che scuotono il panorama
musicale australiano con toni
che si rifanno chiaramente
all'hard rock dei Led Zeppelin;
l'enorme successo del gruppo in
patria convince la casa
discografica Atlantic a puntare su
di loro e nei due anni successivi
gli AC/DC approdano in Gran
Bretagna e negli USA. Nel 1979
arriva il successo mondiale, con
l'album “Highway to hell”, che in
un certo qual modo mette
l'accento su riferimenti “satanici”
che resteranno tanto cari al
gruppo. Dietro l'angolo però c'è la
tragedia, e cioè la morte, causata
principalmente da eccesso di
alcool, del cantante Bon Scott,
vero leader carismatico nella
prima parte della carriera del
gruppo; un duro colpo per Angus
e Malcom, la cui volontà di
proseguire però non venne mai
meno. Paradossalmente il primo
album con Brian Johnson alla
voce sarà anche il loro lavoro più
famoso, una vera pietra miliare
nella storia del rock: “Back in
black”, inciso nel 1980, contiene
alcuni tra i più celebri brani della
band, primo tra tutti “Hells
bells”, ma anche la stessa “Back
in black” e “Have a drink on
me”, dedicata allo scomparso
Scott. La storia del gruppo viene
raccontata con dovizia di
particolari dagli autori del libro,
che lasciano veramente poco
all'immaginazione… Ma qual è
la ricetta del successo di questi
dinosauri del rock, sulla cresta
dell'onda da trentacinque anni?
Diciamo che il motto “fedeli alla
linea” può essere accostato
benissimo alla filosofia originaria
del gruppo: quella di creare una
musica che desse sfogo alle
proprie pulsioni e che facesse
d i v e r t i r e. I n g r e d i e n t i
fondamentali naturalmente la
Gibson di Angus, la ritmica di
Malcom, la voce e il carisma di
Bon prima e Brian poi. E…non
sentite in lontananza uno strano
rintocco? Sì, sono le campane
dell'inferno, si avvicinano. Ancora
capaci, a distanza di trent'anni,
di trasmettere una carica unica,
perché, ricordiamolo: il rock 'n
roll non è inquinamento
acustico!
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Finché basta si dica noi”
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“Bedroom Revolution, vinili da collezionare” di Sir Taylor
42
scuderia sun-usando suoni e (con tirature molto basse) e
ELVIS PRESLEY: ELVIS PRESLEY ritmi
tipici della country music collezionabili rispetto i singoli
RCA LPM1254 USA lp 1956
(gran uso di echo e riverbero, 45giri. Il long play RCA
Nelle world critics' lists un lp di
Elvis si trova sempre,chi
sceglie un titolo originale chi
una raccolta, (ma qualcosa a
testimoniare l'importanza del
personaggio si trova sempre.
Di Elvis si è occupato che non
è m o l t o ro ck i c o n s
(dicembre'09) quindi senza
ripercorrerne la storia vorrei
comunque evidenziare alcuni
fatti che rendono questo
album il punto zero di qualsiasi
discografia rock rispettabile se
non della storia della musica
rock. L'idolo di Elvis, quando si
presentò negli studi della Sun
rec. con un dollaro per
registrare un 45giri da regalare
a mamma, è Frank Sinatra. Il
c ro o n e r j a z z p o p p e r
eccellenza, quanto di più
lontano dalla nascente
ribellione giovanile americana
( ve d i fi l m i l s e l vaggi o
1954/gioventù bruciata 1955) si
possa immaginare. Il fatto è che
Elvis finisce per una di quelle
fortunate coincidenze nel
posto giusto al momento
giusto cioè nelle mani di uno
dei migliori produttori del
tempo Sam Phillips nel sud
degli States patria del country
e del blues. Una volta capito
che la voce era promettente,
che la fisicità e la voglia di
emergere del ragazzo non
erano da meno si trattò di
lavorare sul repertorio con dei
musicisti fuoriclasse come
Scotty Moore(chitarra)e Billy
Black (basso). La svolta arriva
quando si comincia a lavorare
sul repertorio del bluesman Big
Boy Crudup-artista della
chitarra elettrica, ritmi
sincopati e velocizzati rispetto
a l bl u e s ) . I l s u c c e s s o
ra d i o fo n i c o l o c a l e è
immediato; con un buon
m a n a g e r ( c o l Pa r ke r )
subentrato al momento giusto
si passa al successo su scala
nazionale con tour e passaggi
t e l ev i s iv i . I l c o l o s s o
discografico RCA subodora
l'affare del secolo e sborsa la
folle cifra di 35,000$ per avere
l'esclusiva su tutto il repertorio
e s i s t e n t e e f u t u ro. Q u i
comincia l'interazione tra
marketing e la musica rock.
F u o ri n e ri m a n go n o i
cantautori folk, i bluesman e i
veri padri del rock'nroll cioè i
neri. L'album in questione è il
primo vero long playing di
Elvis, visto che il materiale
d e l l a s u n re c .
cronologicamente inciso per
primo verrà pubblicato per lo
più in formato 78 e 45. Al
tempo si ragionava molto in
termini di 45 giri e gli album
spesso erano realizzati con
gran uso di scarti o riempitivi
tratti dalle session per i singoli.
Infatti vale la pena ricordare
che i giovani al tempo non
avendo grande disponibilità
e c o n o m i c a p o t eva n o
comprare 2 o 3 singoli, un E.P.
(45giri con 4 brani) ma molto
difficilmente un intero lp; per
questo i l. playing fino al'68
circa sono solitamente più rari
lpm1254 è inciso grosso modo
in due session sucessive nel
febb. 56 fondalmentalmente
negli studi RCA, ma c'era
ancora una gran quantità di
brani inediti registrati ai sun
studios di Memphis. Si crea
così un curioso mix di suoni
chiaramente avvertibile al
primo ascolto in cui “I love you
becouse/just becouse/never
let you go/trying to get to
you/blue moon”- brani molto
country blues-vengono
aggiunti a 7 brani nuovi che
per ribadire la grandezza
molto probabilmente sono
prodotti da Elvis stesso! “I got
a woman/Tutti frutti/blue
s h u e d e s h o e s / m o n ey
h o n ey / o n e s i d e d l ove
affair”sono scritti da musicisti
d i c o l o re ; s t re p i t o s e
esecuzioni con musicisti del
calibro di Chet Atkins
(chitarrista che lascia il segno
nei suoi solos per tecnica e
suono) D.J. Fontana (drums),
Floyd Cramer (piano). La
copertina è storia, omaggiata
dai Clash in L.Calling e T.Waits
in Raindogs. La stampa USA
del 56 è rara ma non
introvabile (300/500$),
segnalo quella italiana RCA
cat n°A12.P0031
assolutamente introvabile
(circa 800/1000€). Album
epocale da lasciare ai vostri
figli per ricordare cosa era il
buon vecchio rock'n'roll.
“Gli indimenticabili dimenticati” di Fox 43
direzione musicale che
l'album riesce a tracciare
GRACE SLICK senza
mai perdersi in inutili
MANHOLE sperimentalismi.
Inoltre la
E' il primo disco solista ed il più
importante e riuscito della
cantante, uscito nel 1973 in un
periodo di cambiamento
profondo nell' universo
mu s i c a l e d e i Je f fe rs o n
Airplanes. I musicisti sono più o
meno gli stessi rispetto alle
produzioni di quel periodo, ma
l'aggiunta non casuale della
London Symphony Orchestra
rende ancora più interessante
un album che molti avevano
dimenticato. In effetti Manhole
è caratteristico dell'indole
ribelle, spesso antipatica e
saccente della cantante
americana che però è di certo
una tra le maggiori interpreti
vocali regalate dal pop
internazionale e qui, in veste di
compositrice, riesce a ribaltare
tanti cliché imputati ai
Jefferson Airplane. E' in questo
disco che emerge con forza la
matrice colta dell'autrice; lo si
nota dai continui cambi di
stesura compositiva fonde le
origini musicali di frontiera in
un contesto ricco di
riferimenti classici, nella
costruzione in particolare del
cuore del disco, ovvero nel
lungo brano che da il titolo
all'album. Qui appare in tutta
evidenza il momento storico
della musica internazionale,
soprattutto europea, legato a
lunghe composizioni in
progressione con riferimenti
classici. Credo che pochi
artisti siano riusciti a passare
senza problemi da atmosfere
borderline a scene musicali
così pompose e di forte
impatto emotivo. Diversa la
seconda side del disco, dove le
canzoni riescono di meno,
sono piacevoli momenti di pop
americano ma non hanno
molto a che fare con l'ingegno
della title track, che basta e
avanza per regalarci un album
intramontabile. Manhole
qualche anno fa è stato
ripubblicato in compact disc,
ma consiglio chi riesca a
trovare la versione in vinile, di
prenderselo perchè suona
veramente bene. La versione
digitale ha una
masterizzazione che fa a
pugni con i suoni e le
atmosfere avvolgenti che
appaiono nel master originale.
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“Live Review” di Sara Gregorutti, Foto di Marcello Lotti
45
ripetuta citazione divertita a 'Stelutis alpinis' (Stelline
della frase 'Italia amore mio'. La a l p i n e ) u n a c a n z o n e
FRANCESCO GUCCINI maggior
parte dei brani viene tradizionale friulana, che parla
introdotta da una curiosità dell'anima di un alpino che si
PLATRIESTE 12/03/2010 legata
alle circostanze della r i v o l g e a l l a m o g l i e ,
Non capita tutti i giorni di
ascoltare un ragazzo che sa
raccontare in musica 50 anni di
Italia. Francesco Guccini è un
ragazzo, per idee, spirito e
atteggiamento. Lo si capisce
già dall'inizio del concerto, in
cui saluta il pubblico con un:
'Come va, cari bricconcelli?' e
prosegue con un breve
d i s c o r s o i n t ro d u t t i vo
s u l l ' at t u a l i t à i t a l i a n a ,
sbeffeggiando come prima
cosa il tanto chiacchierato
'decreto interpretativo', che
viene immaginato
paradossalmente applicato ad
una partita del Milan:'Noi
stavamo per segnare sei/
sette volte ma c'erano dei
radicali che si sono messi
davanti alla porta'. Ma per
fortuna in Italia c'è anche
Sanremo, che non sfugge
all'ironia dell'autore emiliano:
'Far l'amore in tutti i laghi? In
Romagna c'è un paese che si
chiama Lugo…far l'amore in
tutti i Lughi', oppure alla
nascita del brano stesso, da
motivazioni o da aneddoti
interessanti: questo rende
piacevole l'ascolto sia a chi sa
già tutto o quasi sulle canzoni,
sia a chi le conosce meno.
L'atteggiamento nei confronti
del pubblico è infatti complice,
a tratti cameratesco, perché
'questa è la differenza tra un
juke-box e un cantante', che
non esegue tutti i brani in fila
ma li racconta, eliminando
quella distanza che spesso si
crea tra un personaggio famoso
e il suo pubblico e facendo
sembrare un palazzetto con
4300 persone come un ritrovo
tra vecchi amici. Alcune
canzoni sono infatti nate per
raccontare l'atmosfera dei bar
di Bologna fuori porta, perché
all'epoca c'era 'Una sola
discoteca, il Whiskey a go-go e
noi che non avevamo i soldi per
andarci ci trovavamo nei bar'.
Nel parterre la gente sta
seduta effettivamente per
terra, come se si trovasse in
mezzo ai cuscini di un salotto e
si alza in piedi solo per le
ultime canzoni, per dimostrare
ulteriormente il coinvolgimento
emotivo, già comunque
evidente dai lunghissimi
applausi per tutto il corso del
concerto. Parlando con il
p u bbl i c o, G u c c i n i fa
inaspettatamente riferimento
descrivendogli il luogo dove è
morto durante la prima guerra
mondiale: sopra questo luogo
insanguinato sono cresciute le
stelle alpine, candidi fiori di
montagna. Oltre al disprezzo
per la guerra, in queste oltre
due ore di spettacolo vengono
affrontate in musica e poesia
tutte le tematiche più care al
c a n t a u t o re, s e m p re
attualissime, come la giustizia,
il trascorrere del tempo,
l'attaccamento alla natura, alla
genuinità delle cose, a un
poetico e lontano mondo
contadino, ma anche la
leggerezza, la capacità di fare
ironia, le occasioni perdute,
l'amore idealizzato, l'amicizia.
Un giovane maestro che
continua ad insegnare.
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51
“Exclusive Interview” by Ilaria Rebecchi
Intervista a
GIULIA MORELLO
L'intervista intera su www.soundandvision.it
“Schiena Contro Schiena” è il
tuo primo romanzo, diventato
poi un reading e ora uno
spettacolo teatrale. Quali sono
le differenze sostanziali tra le
tre trasposizioni? Sono tre
“vesti” diverse: il romanzo è
stato l'inizio. Scrivere un libro è
stato un bellissimo viaggio,
ancora non ho capito se io ho
scritto il libro o lui me... forse
sono vere entrambe le cose. Il
concerto reading è venuto in un
secondo momento. E' stato
bello far dialogare alcune
canzoni di DolceNera con alcuni
pezzi del mio libro, a
dimostrazione del fatto che arti
diverse possono comunicare
e..comprendersi. Lo spettacolo
teatrale è stata un'evoluzione:
mi ha dato la possibilità di unire
due mie passioni: la scrittura ed
il teatro. A teatro Silvia e Lucia
sono separate per le 96 ore
raccontate. Quattro giorni al
limite. Come sono le due
protagoniste, e come mai la
scelta di delineare personaggi
femminili? Le due protagoniste
Lucia (Sara Ricci) e Silvia
(Eleonora Gnazi) sono due
donne di età diverse, una
mamma ed una figlia. Sono due
d o n n e ap p a re n t e m e n t e
opposte ma sostanzialmente
molto simili. Il cuore dello
spettacolo è il loro rapporto che
comincia a cambiare nel
momento dell'arresto di Silvia.
Lucia è una donna sola, separata
e che ha investito molto nella
carriera. L'arresto di sua figlia ha
un effetto travolgente nella sua
vita e comincerà a mettersi in
discussione. Ritroverà in Silvia
alcune delle sue passioni a cui
aveva rinunciato, attraverso
Silvia ritroverà la sua parte più
vera. Hai lavorato per anni al
Centro di Prima Accoglienza di
R o m a ,
d o v e
fondamentalmente è
ambientata la tua storia. Come
questo ha inciso nella
narrazione? Mi è sempre
piaciuto raccontare la realtà, è
proprio lì che ho incontrato le
più grandi fantasie. Ho tentato
di rendere accessibile a tutti un
luogo che per natura è blindato
e sospeso ma che esiste. Trovo
assurdo che tutti noi abbiamo
un'idea più o meno corretta di
cosa sia un carcere minorile e
q u a s i t u t t i i g n o ri a m o
l'esistenza dei centri di prima
accoglienza, che di fatto sono il
primo vero impatto con la
giustizia per un minore in stato
d i a rre s t o. C ' è m o l t a
contemporaneità nella tua
storia e nella tua opera teatrale:
quale la tua opinione sulla
scena italiana in merito? Credo
che esistano in Italia molte
realtà teatrali interessanti e
meritevoli che purtroppo non
troviamo nei cartelloni dei
teatri più importanti. Il teatro è
in una situazione di stallo, dove
non è possibile fare ricerca se
non a proprie spese. Molte
compagnie sconosciute in
Italia godono di successo e
riconoscimento all'Estero.
Credo sia urgente e necessario
la “nascita” di un teatro
contemporaneo che si libera
dall'atteggiamento snob di un
certo tipo di teatro che pensa
sia inutile parlare agli spettatori
e che preferisce parlare a sé
stesso. A questo tipo di teatro
imputo la responsabilità di aver
allontanato molte persone dal
teatro. E come l'arte può essere
attuale e di denuncia anche
oggi che tutto sembra crollare
di fronte ai problemi sociali?
L'arte è utile e fondamentale
finché fa porre una domanda.
CinePreView di Ilaria Rebecchi
“I’m Old & my Movies Too” di DjD
54
CRAZY HEART FASTER PUSSYCAT!
Ascesa e caduta di un dio del country
E' diretta da Scott Cooper la
pellicola più toccante di cui si
è parlato all'ultima notte degli
oscar 2010. “Crazy Heart”,
basato sull'omonimo romanzo
d i T h o m a s C ab b , e d
interpretato magistralmente
da Jeff Bridges (anche
cantante), neo vincitore
proprio dell'ultima statuetta
c o m e m i g l i o r at t o re
protagonista (oltre che del
Golden Globe come miglior
attore drammatico), è un film
toccante che racconta la
storia della vita privata e
pubblica del cantante country
(ed alcolizzato) Bad Blake, che
riuscirà a ricostruire la propria
carriera e indipendenza
personale grazie al supporto
della più giovane giornalista
Jean Craddock (Maggie
Gyllenhaal). A supportare
l'enfasi metaforica e il pathos
della pellicola, le musiche di TBone Burnett, guru della
musica nel cinema, che già si
occupò di film come “Across
The Universe”, “Quando
l'Amore Brucia l'Anima” e
“Fratello, dove sei?”. Regalando
una soundtrack
deliziosamente struggente
malinconica come solo il
country di stile può essere, tra
le partecipazioni di Ryan
Bingham, le canzoni di Lightnin'
Hopkins e Waylon Jennings, e le
voci di Dunvall, Colin Farrell e
dello stesso Bridges,
meravigliosamente assestate.
Un passato illustre e una vita
scandita dal numero di
sigarette e bicchieri, nella
modesta provincia americana,
dove suona in piccoli locali. Bad
dopo 4 matrimoni falliti, a 56
anni, è l'archetipo della musica
country stessa, fatta da pochi
accordi ripetitivi e un grande
valore interpretativo, e anche
dell'ascesa e caduta di piccoli
eroi contemporanei votati
all'autodistruzione
coscientemente, per un'opera
intrisa dello stessi significato di
quel genere musicale e del
provincialismo statunitense (e
mondiale) che ne esalta le
m e t a fo re e l a s t o r i a .
C o m m o v e n t e !
KILL! KILL!
Lo zoccolo duro dei tarantiniani
là fuori avranno sicuramente
sentito parlare del film di Russ
Meyer; altri magari lo avranno
visto nei cataloghi di cinema B e
altri ancora ne avranno ignorato
l'esistenza per lungo tempo. Ai
tempi di 'Jackie Brown' e, più
ancora, con 'Grind House: A
Prova Di Morte'; tra i tanti ne
spiccava uno, più sboccato del
solito: 'Faster, Pussycat! Kill! Kill!',
Russ Meyer, 1965. Tre bellocce
formose e danzerine mettono a
ferro e fuoco il deserto
americano; manco a dirlo,
giocano molto sporco: le auto
truccate sfrecciano e muovono
nuvole di polvere, maschietti
scemotti e muscolosi si
prestano al raggiro più blando, la
progettualità si limita al
borseggiare, sequestrare,
ritorcere, mentire, sculettare. Nel
tempo, molti hanno forzato la
mano cercando di scovare chissà
quale significato in un film che,
invece, rimane sintonizzato
sull'exploitation più becera:
dovendo scovarne lo slogan,
diremmo che si tratta di una
pesante sberla verso la morale
dell'epoca, anche se altri titoli
avevano fatto meglio e con più
stile, senza contare che di lì a
qualche anno il pubblico sarebbe
stato assuefatto a quel genere di
cose. Resta un grande film di
culto, casualmente sdoganato e
capito vent'anni dopo la sua
uscita, più che altro sull'onda dei
giudizi sopra le righe di alcuni
illustri sostenitori, anche se
ancora non mi capacito di come
un film di bambolone dalle
caricaturizzate pose maschili
possa essere assurto a
manifesto per alcune congreghe
fe m m i n i s t e d e l l ' ep o c a .
Ovviamente, se uscisse in questi
tempi sbancherebbe: al tempo,
quasi nessuno se lo deve essere
filato di striscio. Se desiderate
rivivere una serata all’insegna
della musica e delle proiezioni
dei film di Russ mayer vi
rimandiamo all’appuntamento
che si terrà presso lo Shindy Club
il giorno Ven 30 Aprile. Sul palco
potrete ammirare sei magnifiche
ragazze australiane le Dolls
Squad. Da non perdere!
“Book Review” di A. Lago
56
QUANDO L'ELEGANZA DEL RICCIO, SI RIVELA
LA BELLEZZA DI UNA SCOPERTA.
C'è una sensazione semplice e
meravigliosa: rimanere stupiti
della bellezza in filigrana di una
persona. Lo scoprire, intuire, il
saper “leggere” dietro a uno
sguardo, di fronte a dei silenzi,
tra le righe di una frase, di
assaporare a piccoli sorsi
questa magia nascosta che
ciascuno di noi possiede.
Lasciarsi travolgere dalla
sensazione che tutto quello
che immaginavi, che pensavi,
non è così, ma è decisamente
m e g l i o. Pe r p a rl a re
dell'eleganza del riccio, il caso
letterario francese del 2007,
non posso che partire da un
incontro. Da uno “scontro” con
una persona che tutto
immaginavo, tranne che così.
Enigmatico, silenzioso,
misterioso. All'apparenza
semplice e forse un po'
comune. Sotto la buccia, la
polpa. L'eleganza di un ragazzo
intelligente, curioso, di un
amante della lettura, di un abile
consigliere che scambia i suoi
libri più belli nel piazzale della
chiesa di paese. Devo ringraziare
lui, per avermi fatto “succhiare
fino al midollo” il capolavoro di
Barbery Muriel, il botta e
risposta di una portinaia che
racconta la quotidianità della
sua esistenza nel palazzo dove
lavora e della piccola Paloma,
che conosciamo attraverso le
pagine del suo diario. Una storia
originale e un po' amara, che
cattura il lettore. Ti focalizza
davanti agli occhi il tutto e il
niente dell'umanità delle
persone. Un chiacchiericcio
confuso e allo stesso tempo
delineato fino alla maniacale
congiura di questo o quell'altro,
che riesce a incantarti. Scopri
che le persone sono degli
universi assurdi e basta poco
per rimescolare le carte e le
sorti di un condominio, o di una
vita. Arriva un giapponese, nel
romanzo, attento alle persone
che gli stanno accanto, l'unico a
comprendere l'eleganza del
riccio. E così, grazie a lui, le due
narrazioni si avvicinano e
diventano parallele e le due
donne scoprono le loro affinità
elettive. Non lo so se sotto la
scorza, tutti abbiamo qualcosa
di meraviglioso e insospettabile
da regalarci. Ma so che questo
libro è difficile per certi versi, ma
splendidamente immediato per
altri. E, senza ombra di dubbio,
che dopo averlo letto, saremo
tutti meno ricci, conservando e
mostrando al mondo però la
nostra segreta eleganza.
57
“THE ISLE OF ART” di Ambra Rebecchi
DALL'ITALIA ALLA LUNA CON IL CINEMA…
IL GENIO DI FELLINI IN MOSTRA A BOLOGNA
25 Marzo – 25 Luglio 2010
MAMbo – Museo di Arte Moderna – Bologna
Federico Fellini è stato forse il
più grande dono che il nostro
paese potesse dare all'arte
cinematografica: rivoluzionario,
estremo, boccaccesco, sarto di
una veste realista nuova, nella
quale “ tutto avviene come se
cogliessimo i personaggi non
più fra gli oggetti, ma per
trasparenza, attraverso di essi”
(come disse Andrè Bazin in Che
cos'è il cinema?). Nato a Rimini
nel 1920, dopo aver ottenuto la
maturità classica ( rivelando
tuttavia straordinarie doti di
disegnatore, che lo portarono a
realizzare vignette e caricature
ispirate ai compagni di classe e
professori) si trasferì a Roma
con l'intento di affermarsi nel
mondo del giornalismo. Nel
1945 incontrò Roberto
Rossellini, con il quale collaborò
alla sceneggiatura di “Roma
città aperta” e “Paisà”, ma
furono necessari 7 anni per
vedere il riminese approdare nel
mondo della regia: nel 1952
debuttò con il film Lo sceicco
bianco. Da lì in poi successi
straordinari coronarono la vita
del artista romagnolo, che lo
portarono a vincere 4 premi
Oscar ( nel 1957 per La strada;
l'anno seguente per Le notti di
Cabiria; nel 964 per 8 ½ e nel
1975 per Amarcord). E sono
l'immenso genio felliniano e i
retroscena di tale mito i
protagonisti della mostra
“Fellini. Dall'Italia alla luna”,
organizzata dal MAMbo di
Bologna in collaborazione con la
Cineteca della città emiliana.
L'esposizione intende analizzare
la nascita e l'evoluzione del mito
cinematografico italiano
attraverso le ossessioni, i sogni
che hanno ispirato i personaggi
dei suoi film, le location,
backstage assolutamente
inediti. Cultura popolare, Fellini
al lavoro, La città delle donne,
Invenzione biografica: queste
sono le principali aree
tematiche attorno alle quali si
sviluppa la mostra, per un totale
di oltre 200 fotografie, 50
disegni autografi, 30 postazioni
audio-video e centinaia di
documenti, estratti da riviste,
locandine, manifesti, diapositive,
copertine. Particolare spazio è
riservato alle “immagini in
movimento”, messe in rapporto
dialettico con le immagini fisse:
una serie di schermi e proiezioni
presentano estratti e montaggi
di lavori di Fellini, accanto a
nastri di prova, scene tagliate,
filmati e cinegiornali dell'epoca.
Ad inaugurare l'esposizione il
giorno 24 marzo due ospiti
d'eccezione: il regista Emir
Kusturica, che in Fellini ha
sempre trovato uno dei propri
maggiori referenti
cinematografici, e Sergio
Zavoli,grande amico di Fellini
nonché grande giornalista ed
esponente del mondo politico.
Per ricordare al meglio un
grandissimo italiano del secolo
passato.
SABATO
10 APRILE 2010
GORAN
KUZMINAC
IN
CONCERTO
@
Taverna Al Gallo
Fietta di Paderno d. G.
INFO 0423.53090
Punto Ufficiale
SOUND AND VISION OFFICIAL POINTS
Nuovo Punto Ufficiale
58
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