tutte le musiche del mondo > w ww.mondomix.it n° 4 - 2009 Fabrizio De André Ginevra Di Marco Enzo Avitabile Orient Expressions La terra del rimorso Oumou Sangaré Il canto della libertà n°4 g r at u i to MGM GM.it www.MusicaM icali produzioniMus i d i u G i n n GioVa nown rEBEl Band & tHE unK GGio E 22 aprilE corr sa Ph©Andrea Boccalini 23 aprilE Mas za criSlonGoBardo.coM n 09 MaGGio VicE o sax alto e sopran lli e ar tt ti le ie n rdino flicorno da ombone e bomba ia o rubegni tromba tr c i ir n m li o to n ot or ic ro fl au ba om bo batter fulvio sigurtà trom nore david brutti sax bariton rcussionijoao lo pe ia bb ra te le x he sa ic abbasso m dan kinzelman anni maier contr ov gi o an pi i id gu giovanni o 2009 5 GiuGn il a it c s u in cd ioni Musicali M.G.M. Produz agement Booking e Man 42 358 831 588 - Fx: +39 07 5 35 42 07 39 + Ph.: mgm.it - info@musica gm m ca si u m : Skype EDITORIALE/sommario mondomix.it - 04 sommario Andrea Scaccia 09 Il mondo visto dalla punta dei piedi Guido Gaito 10 Meccanica di precisione Gianluca Diana e Federico Scoppio 14 Radici e virtuosismi Davide Zucchi 15 L’Argentina secondo Aca Seca Martina Neri 16 Avitabile e la tradizione ernesto de martino 20 11 Tutte le donne di Oumou Sangaré Ibrahim Sylla 22 Federico Geremei potrebbe farci più contenti, credeteci sulla parola, di un numero all’altezza dei precedenti, un numero con le migliori robe in circolazione. Già, perché “Crêuza de mâ”, esattamente venticinque anni fa, alterava le coordinate del nostro caro universo musicale di riferimento, impossibile non celebrarlo oggi. Cercava Fabrizio De André, con quel suo modo ironico, tagliente, acuto, di guardare il mondo, dalla finestra di una casa. E scopriva poi che il mondo non bisognava tanto ricrearlo, ma Ciro de Rosa 20 L’eredità di de Martino Parliamo di casa nostra. Ma che meraviglia. Niente pire che bisogna guardarsi in casa per far sì che sia 25 filippo gambetta Ciro De Rosa I mercanti non hanno patria Thomas Jefferson stare a pensare al nuovo numero di Mondomix e ca- ginevra di marco 24 08 Record of broken hearts enzo avitabile 16 Andrea Morandi Oumou Sangaré 11 06 La rivoluzione di faber fabrizio de andré 6 04 notiziario Su e giù editoriale Magazine Mondomix — n.4 - 2009 26 Nakaira Andrea Scaccia era tutto lì, sotto la sua Genova, bastava osservarlo con attenzione. Altro fenomeno, non certo parimenti globale, forse un po’ più autoctono – nel senso che la portata è rimasta nell’ambito dei confini nazionali, ma poco importa – è quello di Ernesto de Martino. Per chi lo ha studiato, lo ha conosciuto all’università come il sottoscritto o lo ha letto nella cameretta in qualche notte un po’ insonne, sempre come il sottoscritto, è stato un gran maestro, fuori e dentro i propri tempi. Proprio su questo concetto, l’essere al di qua e al di là di qualsiasi epoca, si svolge la trama del nostro ar- 27 Il canto indiano oggi ticolo, lasciatemelo dire, assai interessante che snoc- Antonio Blasi ciola la sua eredità. Anche un modo per celebrare il 29 sancto ianne centenario dalla nascita e i cinquant’anni dalla prima Alessio BIancucci edizione della sua opera più nota, La terra del rimor- 22 African Pearls 31 Cristina Branco so. E così abbiamo mantenuto l’orizzonte posizione lo Martina Neri sguardo sull’Italia. Pensando di dedicare a tanti artisti 23 Dietro le quinte 18 afrodisia Mauro Zanda 28 La bustina di Cachaça italiani il numero in questione: da Avitabile a Gambetta Alberto Riva Però, lo sguardo verso l’al di là c’è sempre, non po- 32 Recensioni tevamo lasciarsi sfuggire le novità mondiali. Ne sono Guido Gaito 21 Lee Scratch Perry e l’arte giamaicana Gianluca Diana Gianluca Diana Andrea Scaccia 24 ginevra di marco Alessio Biancucci jr e tanto altro che troverete di seguito. testimonianze le rubriche degli ottimi Alberto Riva periodico gratuito Editore Fm2 Direttore responsabile Federico Scoppio [email protected] Coordinatore editoriale Andrea Scaccia [email protected] Pubblicità N2A + 39 3475070014 [email protected] Grafica EsseGi Studio [email protected] Foto di copertina di: Ed Alcock Hanno collaborato Alessio Biancucci, Antonio Blasi, Plinio Bonato, Ciro De Rosa, Gianluca Diana, Grazia Rita Di Florio, Guido Gaito, Federico Geremei, Damiano Malvi, Daniele Marini, Andrea Morandi, Martina Neri, Alberto Riva, Leonardo Vietri, Mauro Zanda, Davide Zucchi Redazione via di Porta Fabbrica 25, 00165, Roma [email protected] Stampa Ages Arti Grafiche corso Traiano 124, 10127 Torino Distribuzione [email protected] registrazione al tribunale e Mauro Zanda. E il nostro piccolo grande vanto: la copertina. Il ritorno, meraviglioso, di Omou Sangaré. di Torino n. 49 del 9 Luglio 2008 Inchiodata dalla nostra intervista, l’unica rilasciata alla [periodico culturale]. stampa italiana. Per voi, cari lettori. The Mondomix Magazine in Italy is an authorized licensee of Mondomix Media. The logo and the trademark of Mondomix are registered and the exclusive property of Mondomix Media SAS. Only Mondomix and its authorized licensees may use the Mondomix Logo in publications, advertising, and promotional materials. - mondomix.it NOTIZIARIO in breve Su e giù segnali ADIOS “CACHAITO” Orlando “Cachaito” Lopez è morto a 76 anni. Era il bassista del Buena Vista Social Club, la storica formazione raccontata dal film cult di Wim Wenders. Il leggendario ensemble caraibico aveva già perso gli storici componenti Pio Leyva, Ibrahim Ferrer, Compay Segundo e Ruben Gonzalez. “Cachaito” Lopez aveva iniziato a suonare a 9 anni e non aveva più smesso. Il suo contrabbasso era l’essenza dei son, dei bolero e dei mambo radicati nella tradizione, ma diventava strabiliante quando eludeva qualsiasi embargo per sconfinare nel jazz e in altro ancora. IN MEMORIA DI WILLIE KING Willie King, il bluesman ribelle dell’Alabama, è scomparso l’ 8 marzo 2009 a seguito di un infarto all’età di 65 anni. Con la morte di King, musicista che ha messo d’accordo tanto la critica quanto il pubblico grazie al suo blues elettrico denso di groove e liriche socialmente impegnate ed esplicite, se ne va probabilmente il miglior esponente della lotta per i diritti civili nel mondo del blues. Tra i suoi maggiori successi, l’album “Freedom Creek”. ROKIA TRAORÉ Il fascino, le emozioni, il ritmo, il Mali, le variazioni sul tema: Rokia Traoré è ormai una musicista di culto. Il successo internazionale, le lusinghe della critica e gli applausi di un pubblico sempre più numeroso sanciscono definitivamente le qualità artistiche dell’autrice trentacinquenne che valorizza le sue radici africane con le esperienze delle sue frequentazioni europee. Si è aggiudicata recentemente il prestigioso premio Victoires de la Musique 2009 in virtù dello splendore armonico e delle eleganti atmosfere che caratterizzano il suo ultimo disco “Tchamantché” [Ponderosa]. Per ammirare dal vivo l’incanto della world music c’è un’occasione imperdibile: sabato 16 maggio, Roma, Auditorium Parco della Musica, Rokia Traorè sarà in grado di rivelare una volta di più la magia della sua arte, per dimostrare che la classe e la chiarezza estetica conferiscono alla world music un tocco inequivocabile di superiorità. www.ponderosa.it www.auditorium.com PIERS FACCINI Dopo le apparizioni di fine marzo, torna in Italia Piers Faccini. Origini italo-inglesi, ma parigino d’adozione, si esibirà dal vivo a Roma, Circolo degli Artisti [6 maggio], al Rising di Napoli, [7 maggio], al Castello San Nicandro, Bari [8 maggio], per chiudere il 9 maggio all’Istanbul Cafè di Lecce. Nell’attitudine di Faccini ogni canzone assomiglia a un quadro in cui sono raffigurati - sia attraverso i testi, tutti in lingua inglese, che le musiche - viaggi dell’anima e dilemmi d’amore, con un linguaggio semplice, immediato, ispirato alle poetiche di leggendari bluesmen come Skip James e Leadbelly. www.ponderosa.it CULTURA SUFI A Fès in Marocco, terza edizione per il Festival della Cultura Sufi che si svolge dal 18 al 25 aprile. Un viaggio nello splendore culturale e artistico di paesi come il Pakistan, l’Egitto, l’Indonesia, la Siria, la Francia, la Turchia, i paesi africani, la Spagna, tutto il Maghreb. Ogni giornata si chiude con i concerti e i rituali “samaa” di artisti e confraternite sufi provenienti da diversi paesi. Anche in questo caso, come nelle conferenze, saranno rappresentate le espressioni musicali che si richiamano al Sufismo. www.festivalculturesoufie.com LO SPIRITO DEL PIANETA Una rassegna che tocca le corde profonde delle danze, delle preghiere, della spiritualità dei popoli provenienti dai quattro angoli di mondo. A Chiuduno [Bg], dal 28 maggio al 7 giugno, arrivano gli Indiani d’America [Havasupai Kenion], i Saor Patron [Scozia], gli Indios Bari [Colombia], i Pigmei [Foresta del Camerun], gli Inuit [Groenlandia], i Trata Burata [Ita] e i Lingalad [Ita]. Un vortice di movimenti, colori, atmosfere e umori. www.lospiritodelpianeta.it GOODBYE MR. MARTIN Un triste periodo: se n’è andato anche John Martyn, recentemente insignito dell’ordine del British Empire dalla regina Elisabetta. A soli 60 anni aveva realizzato 20 album, lavorando con musicisti come Clapton, Genesis, Phil Collins e David Gilmour. L’amico di sempre, Danny Thompson, ricorda che con lui non c’erano compromessi, e forse per questo si è spesso infuriato con qualcuno, ma era unico e non vedremo più niente di simile dopo di lui. YOU RADICI Radici nel Cemento, la reggae band attiva da più di 10 anni ha lanciato una singolare iniziativa: affidare la realizzazione di un videoclip ai propri fans. I Radici hanno chiesto agli appassionati dei contributi video su cui costruire le sequenze che accompagneranno il singolo La bicicletta: la bicicletta intesa come reale mezzo di locomozione. www.radicinelcemento.it MUESTRA DE MUSICAS DEL MUNDO Arriva a Madrid la terza Mustra de Mùsicas del Mundo. Il Teatro Fernán Gómez, presso il Centro de Arte madrileno, ospita quattro interessanti serate di suoni etnici. Giovedì 16 aprile si parte con il folclore galliziano dei Luar Na Lubre, venerdì 17 tocca all’etnobeat dei Dissidenten [Germania / Marocco], mentre sabato 18 sarà la volta del nigeriano Tony Allen. Chisura il 19 aprile con il folk sperimentale degli sloveni Terrafolk. www.telentrada.com MASALA WORLD-BEAT FESTIVAL Dodici giorni di suoni popolari ad Hannover, dal 6 al 17 maggio, un itinerario attraverso i continenti: dal Brasile di Renato Borghetti a Riccardo Tesi & Banditaliana, dall’Irlanda di Beoga al caravanserraglio afroportoghese dei Terrakota. www.masala-festival.de AMSTERDAM ROOTS FESTIVAL Anche la capitale olandese valorizza la musica popolare: dal 14 al 21 giugno si accende la ribalta dell’Oosterpark per l’Amsterdam Roots Festival. Come consuetudine, ci saranno importanti artisti provenienti da tutto il mondo. Per aggiornamenti sul programma di questa edizione 2009, è da tenere d’occhio il sito www.amsterdamroots.nl. L’AUDITORIUM SUONA BENE Teresa Salgueiro torna all’Auditorium il 15 aprile, presentando un viaggio nel tempo e nel territorio portoghese accompagnata dal Lusitania Ensemble. Il 22 aprile, l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia in coproduzione con RomaEuropa Festival presentano Vanessa Da Mata. Oltre all’appuntamento con Rokia Traorè [16 maggio], il 25 maggio arriva un’altra irresistibile voce nera, quella di Concha Buika, in uno spettacolo nel quale confluiscono Africa e flamenco, jazz e hip hop. E intanto è bene appuntarsi sull’agenda due date estive legate alla rassegna “Luglio suona bene”: il 9 luglio sarà a Roma una delle interpreti più emozionanti della musica di oggi, la cantante argentina Mercedes Sosa; mentre l’11 luglio torna a grande richiesta uno dei gruppi più celebri del mondo, ovvero i 13 elementi del Buena Vista Social Club. www.auditorium.com NOTIZIARIO My mondo mix Tra facebook e myspace, per i sostenitori della world music, c’è My mondo mix. Una comunità virtuale, sempre in questo ambito siamo, che però si differenzia dalle altre reti sociali per la filosofia: si interessa alle azioni dei membri della comunità e non alla loro persona. Ognuno si può scrivere, dagli artisti agli organizzatori, dai manager agli appassionati, dai discografici ai fanatici, per condividere progetti, idee, comunicare e valorizzare progetti del futuro. Avete un progetto da realizzare che vi sta a cuore? Potrete incontrare, tramite My mondo mix, un altro membro della rete, vicino o lontano che condivide le vostre idee, i vostri gusti e che potrebbe aiutarvi a realizzarlo. Avrete la possibilità di contattare tutti i membri di My mondo mix, creare delle relazioni importanti malgrado le distanze geografiche, socio-culturali che vi dividono e rendere più efficaci le vostre azioni. http://mymondomix.com Abbonati a e scegli uno fra i seguenti omaggi tra le seguenti guide Rough Guide che ti saranno spedite direttamente a casa ! q NYC q Parigi q Londra q Viaggiare al minimo q Sopravvivenza in viaggio q ABC del Viaggio Nome........................................................................................................................... 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Come hai scoperto Mondomix?...................................................................... ritaglia e spedisci per posta a Mondomix Via di Porta Fabbrica, 25 - 00165 - Roma o manda una mail a [email protected] Abbonamento a 6 numeri del giornale 25,00 € [solo in Italia] Pagamento tramite bonifico bancario sul c/c: Associazione Culturale FM2 IBAN: IT21 R030 3246 7700 1000 0001 414 BIC BACRIT21122 Venticinque anni fa, nel marzo del 1984, usciva “Crêuza de mâ” di Fabrizio De André, un disco destinato a cambiare per sempre la percezione della musica etnica in Italia La rivoluzione di Faber Andrea Morandi anni dalla pubblicazione, “Crêuza de mâ” rimane una pietra miliare non Era appena iniziata la primavera del 1984: il Presidente del Consiglio solo della musica italiana, ma anche di quella etnica, un genere che nel era Bettino Craxi, in cima alle classifiche c’erano Paul Young e i Queen, 1984 semplicemente non esisteva sulla mappa della scena musicale. il Papa era Giovanni Paolo II e in serie A spopolavano Zico, Falcao Ma perché De André decise di prendere una strada così rischiosa? E e Platini. Fu in questo strano e variegato contesto sociale e culturale da dove venne l’ispirazione per arrivarci? «All’inizio doveva essere la che l’allora quarantaquattrenne Fabrizio De André, reduce da un disco storia di un viaggiatore – ha ricordato recentemente Mauro Pagani, par- intriso di venature folk e blues come “L’indiano” [1981], decise di pub- te fondamentale dell’opera, soprattutto per quanto riguarda l’aspetto blicare “Crêuza de mâ”, un’avventura musicale che avrebbe cambiato musicale – un marinaio che torna a casa dopo anni di peregrinazioni in per sempre non solo la sua carriera, ma l’intero corso della musica giro per il Mediterraneo. Di conseguenza il disco doveva riflettere il suo etnica. Chiuso tra i Felipe Studio di Milano e gli Stone Castle Studios viaggio e le molte lingue ascoltate e imparate negli anni, doveva essere di Carimate assieme a un manipolo di musicisti [tra cui Mauro Pagani un idioma inventato da cantare, ma poi Fabrizio se ne uscì con l’idea e Franco Mussida] De André aveva infatti deciso di rimuovere comple- del dialetto genovese». E così quel disco, che inizialmente doveva es- tamente il suo glorioso passato di cantautore e, aiutato da strumenti sere una sorta di Odissea in musica, il viaggio sonoro di un Ulisse final- come oud, bouzouki, zurna, saz e darabouka, aveva registrato un di- mente tornato a casa e cantato in arabo, veneziano e gergo marinaro, sco di sette canzoni, trentatré minuti e trentadue secondi, cantato in- si trovò in testa un titolo in dialetto genovese: Crêuza de mâ, ovvero i teramente in genovese. A conti fatti un azzardo clamoroso che poteva caruggi del centro storico di Genova, i vicoli che scendono al mare e costargli la carriera. Non fu così però e anzi, ancora oggi, a venticinque che diedero anche il titolo al primo pezzo di quel disco, un album che EUROPA mondomix.it - si rivelò uno strano ibrido pieno zeppo di sonorità del Mediterraneo, a metà strada tra Africa e Oriente, tra echi turchi e andalusi, con i riflessi del mare negli occhi e la malinconia dell’addio nel cuore. Non esattamente quello che ci si poteva aspettare da Fabrizio De André nel 1984 che, tra le altre cose, nel disco e su canzoni come  duménega, Sidún o Jamin–a si liberava perfino delle rigide impostazioni vocali ereditate dagli chansonniers francesi come George Brassens a favore di un cantato per lui quasi inedito. «Appena uscito Crêuza non suscitò nessun tipo di entusiasmo – ricordò lo stesso Faber nel 1989 – e la casa discografica, la Ricordi, non ci credeva, mi chiesero se ero diventato matto e si diceva addirittura che nemmeno a Genova la gente lo avesse poi capito tanto bene. A due mesi dall’uscita l’album era così arrivato a cinquantamila copie, che era la cifra che ci aspettavamo, ma poi fece un balzo improvviso e arrivò a trecentomila». Il 2 aprile del 1984, in maniera inaspettata, “Crêuza de mâ” entra così nella classifica dei dischi più venduti in Italia a fianco di Culture Club e Queen. La contaminazione etnica nel mondo del pop, ovvero quella fusione che poco più tardi sarebbe stata indicata come world music, sta ancora muovendo i primi passi e De André arriva due anni prima di Peter Gabriel [“So”] e Paul Simon [“Graceland”], poco prima che la musica etnica diventi il nuovo linguaggio sonoro del mondo. “Crêuza de mâ” diventa così una pietra miliare della musica etnica, ma in quel tardo 1984 ancora nessuno lo sa, lo si sarebbe capito molto tempo dopo. «La cosa che mi colpì di più – ha confidato Ivano Fossati – è che in quel momento degli anni ottanta Fabrizio fosse in grado di fare un’operazione di questo genere: riuscì a dare un segnale di svolta talmente potente e forte che venne recepito e amato perfino fuori dall’Italia, un fatto strano per un artista che fino ad allora non aveva avuto nemmeno un mercato europeo». Ma dopo quella strana primavera del 1984 nulla fu più come prima. La passione di Byrne Il più celebre fan di “Crêuza de mâ”? David Byrne, ex leader dei Talking Heads e oggi eccellente solista nonché fondatore della label Luaka Bop, che negli anni novanta voleva addirittura fare una cover della canzone che dà il titolo all’album di Faber ma poi, soprattutto per la difficoltà trovata nella traduzione, ci rinunciò. Ma dove nasce la passione di Byrne per il disco di De André? Da una dichiarazione fatta alla stampa in cui il cantante ammise molto candidamente di non aver mai ascoltato nulla di nemmeno lontanamente paragonabile a “Crêuza de mâ” tanto da averlo illegalmente duplicato negli anni a molti amici americani vista l’indisponibilità a reperirlo sul mercato USA. La passione per De André ha anche spinto Byrne ad inserire in un suo pezzo, Fuzzy Freaky, nell’album “Feelings” del 1997, un campionamento tratto da Sul confine di Cristiano De André. DA ASCOLTARE “Crêuza de mâ” [Ricordi / SonyBmg] - mondomix.it EUROPA Lo specchio sincretico degli Orient Expressions Record of broken hearts Andrea Scaccia un vecchio amore, quello superficiale o quello proibito e poi il più classico amore spezzato. Orient Expressions, lo specchio sincretico di Istanbul, i figli prediletti di Da cinefili, qual è stato il vostro film preferito e quale la vostra Costantinopoli, la traduzione in musica dello spirito di una città. L’oc- star? cidente che si bagna nelle acque del Bosforo per toccare l’oriente. La Senza dubbio Sevmek zaman è un classico, un film del 1965 per la regia Turchia che cerca l’Europa tenendosi ben strette le proprie radici. di Metin Erksan. Come attrice Turkan Soray senza dubbi. è stata la regi- Una dedica al cinema turco degli anni sessanta, scelta curiosa. na del cinema turco e continua ad esserlo tuttora. Questo album è frutto di un pensiero eclettico e per quanto ci riguarda Combinare elementi elettronici a quelli tradizionali può essere un nulla è più eclettico dell’epoca d’oro del cinema turco, gli anni sessanta tramite per incuriosire un pubblico nuovo alla musica di tradi- appunto. Ci siamo ispirati profondamente a quell’esperienza mescolan- zione? do musica folk dell’Anatolia, chanson francese, soul e musica classica Ne siamo convinti, i puristi magari storcono il naso a sentire quel che fac- turca. Ci piace pensare che la nostra sensibilità musicale arrivi alle orec- ciamo, ma abbiamo tutti giorni riscontri di persone, soprattutto giovani, chie e alla testa di chi ascolta. che si sono incuriositi ed avvicinati alla musica popolare attraverso i nostri “Record of broken hearts” è un titolo molto evocativo e cinemato- precedenti album. grafico. A proposito, come è cambiata la vostra musica da un disco come È un lavoro d’esplorazione, per la prima volta abbiamo cominciato a dare “Divan” a questo “Record of broken hearts”? molta importanza alla composizione collettiva, il tema ricorrente è stato “Divan” era il tentativo di unire i nostri diversi background. Questo lavoro, l’amore e le sue molteplici sfaccettature: l’amore assurdo, quello tragico, invece, è più incentrato sulla rivisitazione della tradizione. È vero che ci muoviamo sempre in ambito folk, ma abbiamo voluto dedicarci soprattutto al lavoro di songwriter, piuttosto che essere solamente interpreti. È un album di crescita, frutto di tanti anni di lavoro insieme, di scrittura per altri artisti e di musica per la Tv; ma soprattutto tanti concerti e chilometri in più sulle spalle. Come nascono gli Orient Espressions? È iniziato tutto a Beyoglu, un quartiere di Istanbul nel 2003, abbiamo iniziato a sperimentare con alcuni cantanti folk come Aynur Dogane e Sabahat Akkiraz, utilizzando l’elettronica e gli strumenti tradizionali e non; quando abbiamo portato il materiale a un grande produttore come Murat, abbiamo trovato il suono perfetto per la nostra musica. Dopo Crossing the bridge, il docu-film di Fatih Akin, percepite un interesse maggiore verso la musica turca al di fuori dei confini nazionali? Sì, la scena turca è diventata un po’ più internazionale. Penso che il mondo sia arrivato molto in ritardo a scoprire questa musica, per fortuna attraverso il film di Fatihs o grazie al vincitore del Premio Nobel per la letteratura Orhan Pamuk in molti si sono accorti di noi. Dove vi porterà la promozione di “Record of broken hearts”? Nel mese di maggio abbiamo un tour in Germania, suoniamo a Berlino, Monaco di Baviera e Amburgo, tra gli altri posti. Poi la Francia a luglio in attesa di altre conferme. Ci piacerebbe molto venire a suonare in Italia. DA ASCOLTARE “Record of broken hearts” [Doublemoon / Egea] SITO orient-expressions.info EUROPA mondomix.it - Guido Gaito opacizzato è il concetto di fantomatico originale. Non esiste un fantomatico originale. De André diceva “mastica e sputa”, è questa la linea I Radicanto confermano il loro decennale successo con un disco che seguiamo. Il concetto filologico per cui il tamburello si suona in un asciutto e denso, immediato e pulito. Ne “Il mondo alla rovescia” Giu- modo piuttosto che in un altro non m’interessa. La mia fascinazione seppe de Trizio, mente del gruppo, accompagna con sapiente mae- personale, e quindi, il mio lavoro di artista, è legato soprattutto alla stria la voce autentica e vissuta di Fabrizio Piepoli in un canto fuori dal traduzione, dal verbo latino tradere che contiene in sé tradizione e tra- tempo ma non dallo spazio, dove i rimandi a un altrove non sono mai dimento. Questo mi affascina della tradizione. Tempo fa però, a Roma, stereotipati. in qualche palestra, potevi iscriverti a corsi di trans e fitness pizzica.. in Questo disco parla di Sud, di storia e tradizioni, il titolo “Il mondo quel caso diventa vera pornografia. alla rovescia” vuole essere un percorso a ritroso? Tenete molto a sottolineare che siete cantautori. Ha ancora senso Il mondo alla rovescia, che è il nome antico del carnevale, esprime oggi comporre musica popolare? e contiene in sé un concetto: vedere il mondo dalla punta dei piedi, Lo stabiliranno i nostri fruitori nel tempo. Alcuni anni fa ho composto ovvero, da un’altra prospettiva. Le cose viste da un’altra prospettiva un brano, La canzone di Finella, che nel corso degli anni è entrato nel prendono forme diverse. Più che un percorso a ritroso è un viaggio repertorio protopopolare di tanti interpreti, professionisti e non; è stato conoscitivo. Il materiale della musica tradizionale, grazie al cielo, si rin- preso come punto di riferimento e grazie a loro è divenuto popolare. nova e si rigenera sempre. Siamo cantori che affondano i piedi nella La musica che componete può essere accolta e compresa oltre i tradizione senza però guardare al passato con occhi nostalgici o con confini nazionali? un concetto oleografico. Noi abbiamo una bella attività oltre i confini nazionali. Abbiamo suonato Il vostro repertorio abbraccia un sud molto ampio, perché invece e suoniamo ancora molto all’estero, soprattutto in Europa, dove la no- non cantate la musica della vostra regione di appartenenza? stra musica è accolta molto bene. Il fatto stesso che la musica popo- Noi abbiamo un concetto e un approccio al materiale vivo musicale lare resista ad ogni moda e restyling vuol dire che ha sempre qualcosa molto cosmopolita, il sud del mondo è un concetto di luogo dell’anima da dire, soprattutto perché si basa su ritmi basilari, e quindi, vitali; è una più che un luogo geografico. L’idea di riferirsi direttamente soltanto ad musica che ha in sé qualcosa di ancestrale. La vera meraviglia è che un territorio non ci rappresenta, anche perché noi siamo sostanzialmen- ognuno può trovarci dentro qualcosa di sé. Una volta Teresa de Sio ha te degli autori, quindi abbiamo un approccio musicale più scollato dal racchiuso tutto questo in un concetto: il folk è il rock dei popoli. territorialismo. In questo non siamo molto folk, o meglio, folk revival. Nell’approcciarsi alla musica popolare c’è secondo voi un limite oltre il quale non si può andare? L’unico vero limite è nella poetica di chi la interpreta. Quello che vedo DA ASCOLTARE “Il mondo alla rovescia” [III Millennio] SITO radicanto.it Il mondo visto dalla punta dei piedi 10 - mondomix.it africa Meccanica di precisione Dai casali delle Far Oer alla collaborazione con Yann Tiersen. Gli Orka riciclano materiali per ricavarne strumenti mai visti. E melodie impensate, tra meccanica, canto ed elettronica domata, fisicamente ed elettronicamente. La querelle tra Federico Geremei live e studio non ha senso a queste coordinate artistiche Il fruscio di elettroni superaccelerati, un masso che cade, [e geografiche]. Sono galassie sovrapposte di opportunità soffi di turbine e fiamme ossidriche. Qual è il suono del- di sperimentazione. Piuttosto è l’elemento meccanico a se- l’energia? Alle Fær Øer – un pezzo di terra grande quan- gnare la cifra di una musica che si definisce con stati d’animo to la provincia di Novara, tra Scozia e Islanda – si sono e non per generi musicali. L’idioma dell’arcipelago ha conso- messi al lavoro [en ergon, appunto] per dare forma sonora alla risposta. nanti morbide e vocali dolci, un balsamo fonetico che frantu- Partendo da stalle e casali, con materiali di recupero. Jens Thomsen ma i clichè sull’ostico artico e olia le macchine sul palco. Soprattutto se maneggia il tornio come il mixer [è stato sound engineer dell’ultimo la- se ne occupa Kàri, voce del gruppo e somiglianza impressionante con voro dei Travis]. Con Jógvan Andreasá Brúnni, Magni Højgaard, Bogi Micheal Stipe. La sala stampa di TransMusicales o la fermata dell’auto- á Lakjuni e Kári Sverrisson ha messo insieme gli Orka. Significa ener- bus che non arriva mai. Ogni posto è buono per chiacchierare. Del resto, gia, si pronuncia oshka. Un secolo fa sarebbero stati futuristi: attingere mi dice Òlavur, “strada o auditorium, cambia poco: la prima performance alla materia per creare opere raffinate, potenti e accessibili. Un trittico di è stata nella farm di Jens, ora abbiamo in mente un tour tra ospedali e caratteristiche da figurativi alla Burri o compositori alla Zappa. Suono, scuole”. Qui a Rennes è un vero teatro a vederli protagonisti. Hanno con musica e rumore come gradazioni diverse di un’unica massa. Che va sé gli strumenti fatti in casa: niente artigianato minimalista postindustriale, sono vere macchine-da-suono: cavi, tubi, ruote dentate. Ma anche Rennes, trent’anni di TransMusicales bottiglie e oggetti di uso quotidiano. Nel dvd allegato a “Livandi Oyða” – il Ostriche e idromele, fari e maree. Merlino & co in boschi in cui risuonano tario ne spiega la creazione. Hydro Harp, Post Bass, Lap Lamp, Bottle biniou e bombarde. L’iconografia bretone – ops, breizh – è solida come Organ, Grindstone, Barrel Kit. Con loro, quasi nascosto nell’allestimento, i suoi dolmen. Un’identità fatta di trademark riconoscibili, indiscusse per- c’è Yann Tiersen, ispiratore ispirato. Off stage viene e va, beve birra, an- sonalità e personaggi indiscutibili. Eppure Rennes è una metropoli, mica nuisce e sorride. Discreto come non t’aspetti. un villaggio di elfi. Un residente su tre è un giovane studente, fa ricerca in “Musica sperimentale che mischia world e indie” – dice Jens poco con- laboratori di biotecnologia. Qui la tradizione musicale è coraggio e vitalità. vinto – “ma sono solo parole!”. Wittgenstein avrebbe da ridire. A propo- Da trent’anni ospita TransMusicales, l’edizione 2008 si è svolta dal 3 al 6 sito di parole, ecco i titoli e il tentativo di definirne l’indefinibile genere [o dicembre. Piccoli eserciti di performer si alternano in maratone di esordienti. mood all’ascolto]. Fjøllini standa úti [“Le montagne stanno fuori”] e Livan- Professionali ma non ancora professionisti, hanno idee tanto chiare quanto di oyða [“deserto vivente”] sanno di rabbia sedata, ansimante. Volmar incognito è il loro futuro. Di qui è passata la signorina Gundmundsdottir [“Volmar”, nome maschile] e Tey deyðu [“i morti”]: industrial sciamanico. quando fuori da Reykjavik il suo nome Björk suonava come un accidente E poi gothic, ballate alla Nick Cave e tanto altro. Appena ci si perde in gutturale. Lo spirito è rimasto lo stesso, la formula s’è consolidata e ingran- questo mondo di rocce e ferro, la voce e i pizzicati s’impongono. Dolci e dita: un centinaio di esibizioni, mezz’ora spaccata a testa sui palchi. I generi preoccupanti. Poi elettronica e geniali remixaggi confondono di nuovo le compongono un album confuso di etichette poco adesive. Molta electro, la idee. Anzi, no: tutto suona così innaturalmente naturale, splendidamente triade indie-punk-diy [stemperata da accenni be bop o diluita nel folk]. Jazz indescrivibile. primo album appena uscito da noi per Ici d’ailleurs Music – un documen- poco, l’intimismo lo-fi compare qua e là, e quando l’alba è più prossima del tramonto è la techno a dominare. E ci si ricorda di essere in Francia, i dj set sono un’arte. Seria e irriverente. Come il festival, come la città. DA ASCOLTARE “Livandi Oyða” [Ici d’ailleurs / Audioglobe] SITO myspace.com/orkaonline foto Ed Alcock© AFRICA mondomix.it - 11 l’incontro in occasione dell’uscita del nuovo “Seya” Tutte le donne di Oumou Sangaré 12 - mondomix.it africa Gianluca Diana e Federico Scoppio L’Hotel Wassoulou lo si incontra lungo la strada che conduce dall’aeroporto alla capitale Bamako. Emerge quasi d’improvviso alla sinistra del viaggiatore, spezzando la linea d’orizzonte che lì presenta terra rossa ed arbusti a perdita d’occhio. Chiaramente un tentativo di business, considerato il costo delle stanze, e l’ingresso invero non economico per chi volesse godere dei suoni della nostra signora. Che, essendo padrona di casa, quando non è in giro per il mondo impegnata a far date, si ritira da questa parti e delizia gli astanti con i suoi live. Oumou Sangaré ha investito nel suddetto hotel una fetta consistente dei suoi risparmi, a dimostrazione di come sia donna con le idee chiare e piena di iniziativa. Energica ed adrenalinica, esattamente come la sua musica. Proprio Bamako, la capitale del Mali, è la sua città d’origine da genitori giunti dalla regione del Wassoulou [guarda caso]. Nata nel 1968, grazie a delle capacità vocali straordinarie, è riuscita in breve ad affrancarsi dal profilo di ottima musicista, riuscendo a divenire qualcosa di più. Dalle sue parti è una vera e propria diva, una che è riuscita ad imporsi. Lo dimostra la sua attività di ambasciatrice delle Nazioni Unite per le campagne contro la fame nel mondo della F.a.o.; o l’impegno nel mondo commerciale, tanto che importa dalla Cina automobili a trazione integrale e si occupa di moda femminile. Lo dimostrano soprattutto i quattro dischi pubblicati tra il 1989 ed il 2004, tutti su prestigiosa label World Circuit. Ai quali, ad un bel po’ di anni di distanza, si aggiunge questo “Seya”. Da quando si è fatta conoscere è celebrata in Mali come la sola donna, compositrice di musica, che ha utilizzato la sua capacità espressiva per sovvertire le convenzioni societarie sullo stato delle donne e dei bambini. In generale si avverte, come di consueto, la tendenza a voler battere sul beat del funky Wassoulou con l’arcaico kamele n’goni a farla da padrone sul levare. Tuttavia la presenza degli oltre cinquanta ospiti rende il lavoro molto più vario e ricco di trame [c’è persino Tony Allen, il flautista Magic Malik e tanti, tanti altri]. Due sono produttori dell’album: Cheikh Tidiane Seck e Massambou Wele Diallo. Il messaggio tempo da dedicare alla composizione dei brani. Come di consueto “Sono mancata per molto tempo, così la mia intenzione era di ripre- tutto parte dalle liriche, che io compongo in privato, mi vengono in sentarmi con un lavoro pieno di gioia. è un viatico per trasferire alla mente in maniera spontanea. E poi ho chiesto al mio amico non- comunità altri messaggi, celati sotto musica apparentemente molto ché miglior suonatore di kamel n’goni Brehima “Benego” Diakite di allegra. Ancora una volta ribadisco i diritti delle donne e dei bambini. raggiungermi: ho iniziato a cantare le melodie e lui ha strutturato la Questi sono i temi che canto da sempre. Come accennavo ho cer- scrittura e le parti strumentali”. cato di alleggerire la musica, per far sì che arrivasse a tutti quanti dal punto di vista ritmico e poi così avrei potuto sbizzarrirmi con i miei La registrazione pensieri e le mie denunce”. “Ho preferito incidere a Bamako, il risultato così è molto più autentico. Anche perché nell’area di Bamako si trovano tutti i migliori mu- Il concepimento sicisti in circolazione. Se avessi avuto bisogno di un balafon o di “Sono stata lontano dalle scene per circa sei anni. Nonostante abbia un flauto non avrei dovuto far altro che alzare il telefono e chiamare continuato di volta in volta ad esibirmi dal vivo. Così ho avuto molto qualche amico musicista. Per carità, in Europa la tecnologia e gli stu- AFRICA mondomix.it - 13 Oumou Sangare [Jonas Karlsson] in studio con Malik Sidibe di sono molto all’avanguardia, tuttavia questa peculiarità di Bamako e proprie migrazioni dal Mali. A sostenere le liriche ho utilizzato uno mi ha sempre attratto”. n’goni ba, una variante del tradizionale; Kounadya è invece dedicata alle stelle fortunate e dunque alle persone a cui Dio ha regalato la I brani felicità suprema. “C’è solo un brano tradizionale, Donso, dedicato agli antenati e che E poi, tra le altre c’è anche quella che dà il nome all’album. Seya è spesso ho sentito realizzato dal grande vecchio Toumani Koné, il proprio la felicità, è un brano che ho composto molto tempo fa e che resto sono tutte quante mie composizioni che ho creato nel tempo, ho spesso riproposto nei concerti che tengo saltuariamente nel mio non in un momento preciso, bensì nel corso di questi anni. Soun- hotel e che inneggia al coraggio delle donne del Mali. Il coraggio che soumba ad esempio prende il nome da un grande albero e racconta muove parte del mio paese”. delle difficoltà del matrimonio, in particolare quando i mariti non approvano le scelte delle mogli e queste, che prima si sentivano come degli alberi dalle forti radici, si ritrovano indeboliti di colpo. Sukunyali celebra l’etnia Sarakolé, tra i primi abitanti a compiere vere DA ASCOLTARE “Seya” [World Circuit/ I.r.d.] 14 - mondomix.it africa Radici e virtuosismi I casi Lionel Loueke e Yamandu Costa infatti diversi album, riuscendo a imporre la musicalità e il timbro propri del suo stile. Il debutto solista risale al 2004, quando Lionel pubblica un disco dal titolo emblematico come “Incantation”. Negli ultimi cinque anni Loueke ha cominciato un lungo tour in giro per il mondo, grazie anche alla firma di un contratto con Blue Note e alla successiva pubblicazione di “Karibu” [cui hanno collaborato Herbie Hancock e Wayne Shorter]. Il disco in cui Lionel dà il meglio di sé rimane però Virgin Forest: qui, la freschezza della sua musica esprime, più che altrove, un carattere involontariamente ete- Davide Zucchi rodosso. Il motivo di fascino di questo artista orgogliosamente africano è proprio la deviazione inconsapevole dal modello, l’incompiutezza dell’imi- Vogliamo raccontarvi due storie ben distinte. Due esperienze artistiche e tazione che lascia spazio alla mai sopita immaginazione dell’artista. umane che, anche nel nostro globalizzato presente, non si intersecano Eterodossi e difficili da circoscrivere sono anche l’itinerario e il repertorio di tramite arzigogolate collaborazioni. Non si può negare, tuttavia, che un Yamandu Costa, vera e propria istituzione della chitarra brasiliana. Costa forte legame unisce Lionel Loueke, cantante e chitarrista originario del si muove tra una varietà considerevole di generi musicali: dal chorinho alla Benin, e il non ancora trentenne Yamandu Costa, virtuoso della chitarra bossa nova, dalla milonga al samba, dal chamamè alla fusion. Istinto e brasiliana a sette corde. La storia di Loueke è quella di un giovane africa- tecnica convivono anche in questo chitarrista pettoruto che fa della velo- no che ha il raro privilegio di frequentare un’accademia musicale nel Benin cità di esecuzione e della difficoltà delle proprie composizioni i punti forti per poi trasferirsi in Costa d’Avorio, mettendosi sulle tracce di artisti come delle proprie performance. L’ultima fatica di Yamandu si chiama Mafuà, Wes Montgomery e George Benson. Poco più che ventenne si trasferisce un disco che si propone di essere una vera e propria summa di quanto a Parigi, dove il suo nome inizia a circolare negli ambienti del jazz che con- questo artista ha prodotto sinora. Questa pubblicazione ha seguito il lun- ta. Nientemeno che Herbie Hancock, dopo averlo sentito suonare, ne rimane fortemente impressionato: «Lionel mi ha folgorato. Dire che ‘suona’ la chitarra è riduttivo perché usa il corpo dell’acustica come go tour europeo che Costa ha intrapreso a fianco dell’amico Renato Borghetti, un altro gaucho che ama giocare con più generi sul filo della sette corde. Certo, l’equazione “tecnica più saudade uguale nuovo standard” non è sempre valida, ma una batteria e canta sulle note che suona Yamandu appartiene a quella categoria di artisti capaci creando un pattern musicale incredibi- di aggiungere senso alla nostra quotidianità, ora con la le. È cresciuto in Africa e si vede. Ha tecnica, ora con il feeling e le emozioni. una tecnica molto solida, ma quel che più ti impressiona è l’istinto con cui si rapporta alla musica». In breve tempo questa stima si trasforma in collaborazione: con Hancock Loueke pubblica DA ASCOLTARE Yamandu Costa: “Mafuà” [Acoustic music / Egea] Lionel Loueke : “Gilfema+2”, Massimo Biolcati “Persona” [Obliqsound/FamilyAffair] SITO yamandu.com.br - lionelloueke.com america mondomix.it - 15 L’Argentina secondo Aca Seca Martina Neri tata. A Buenos Aires c’è un piccolo circuito permanente dove si suona e si ascolta questo genere di musica, ci sono varie proposte musicali che Aca Seca è un trio argentino formato da Juan Quintero, Andrès Beeusw- includono elementi del linguaggio e dell’essenza del jazz saert e Mariano Cantero. In Italia è uscito il cd “La mùsica y la palabra” [improvvisazione e sperimentazione] combinati con ritmiche prese dal che è la summa dei due precedentemente pubblicati in patria dove sono folclore argentino, dal candombe uruguaiano e dal tango. molto apprezzati per il loro suono: un interessante dialogo tra un’anima Gegè Telesforo è il produttore esecutivo del cd: qual è stato il suo jazz e la matrice tradizionale. apporto al progetto? Qual è il vostro rapporto col folclore? è stato fondamentale per la diffusione e la promozione del gruppo in La cultura argentina ha, di per sé, molti elementi delle diverse tradizioni Italia. Anche se non lo conosciamo personalmente, è senza dubbio un di cui è composta e questo si riflette nella maggioranza delle espressioni referente e una persona rispettata nell’ambiente musicale italiano, gli sia- artistiche. La musica folcloristica è fonte ricchissima e ci ispira costan- mo davvero grati per quello che ha fatto per noi. Abbiamo anche avuto temente. l’aiuto di un grande musicista argentino molto rispettato e con una lunga Quali sono i generi e i musicisti che hanno influito nella vostra for- carriera in Italia: Javier Girotto. mazione musicale? A breve suonerete in Italia come pensate che vi accolga il pubbli- Ci hanno influenzato in moltissimi. Alcuni nomi più rappresentativi sono co? Carlos Aguirre, Hugo Fattoruso, Jorge Fandermole, Juan Falú, Egber- è molto emozionante per noi suonare per la prima volta in un posto dove to Gismonti, Chico Buarque, Pat Metheny, Lyle Mays, Igor Stravinsky, non si parla spagnolo, così c’è un fattore di imprevedibilità elevato. Sup- Claude Debussy. poniamo che la musica s’imporrà sulle parole e speriamo che la gente Ognuno di voi tre fa parte di diversi progetti, è difficile mantenere possa apprezzarci e divertirsi con noi al di là della comprensione dei testi. un equilibrio o queste diverse esperienze arricchiscono la tessitura In particolare l’Italia ha molta influenza sulla nostra cultura data la gran musicale del trio? quantità di emigrati che arrivarono da noi ai primi del ‘900. L’idea è sem- I progetti che ci coinvolgono sono artisticamente validi e ci hanno fatto pre che il pubblico si diverta con la nostra musica tanto quanto noi ci crescere musicalmente molto. La cosa più complessa è coordinare gli divertiamo a suonarla. impegni, ma questo é un anno cruciale per il trio perché abbiamo lasciato da parte tutto il resto per dedicarci totalmente a questo progetto. Ci aspettano molti concerti previsti nei prossimi mesi sia in Argentina che in Europa, e a luglio cominceremo a registrare il nostro terzo disco. Che peso ha il jazz in Argentina? Come in molti altri luoghi del mondo, il jazz è una musica molto frequen- DA ASCOLTARE “La mùsica y la palabra” [S.u.d / Groovmaster / Egea] SITO acaseca.com.ar 16 - mondomix.it EUROPA In colloquio nella sua casa Avitabile sui sentieri della tradizione napoletana la più naturale, cui non rinuncerò, perché ne ho bisogno”. Siamo nella casa napoletana di Avitabile ai Colli Aminei, non lontani da Marianella, il quartiere – un tempo campagna dei braccianti di canapa, oggi periferia metropolitana – in cui Enzo è cresciuto, e nel quale è ritornato in questi anni in una personale ricerca di memorie, brandelli di tradizione popolare, segnatamente religiosa. Sulle mensole i numerosi riconoscimenti e premi di un musicista che ha conquistato i festival world più importanti; sui tavolini strumenti etnici ad ancia, i simboli della sua devozione religiosa e i tanti e compositi progetti musicali, tra cui sinfonie, suites di danze, una messa per il venerdì santo, cantata scenica, sussidi didattici ai quali ha lavorato e che sta producendo. A Capodanno nella magnifica Chiesa di Donnaregina a Napoli Avitabile ha presentato La Zazzara, componimento sinfonico in quattro tempi; poco prima aveva dato alle stampe Tradizione e Cemento [Phoebus edizoni], volumetto in cui propone la sua passionale riflessione sul recupero della cultura popolare orale nella società contemporanea. Un lavoro che raccoglie temi trattati nel suo laboratorio di etnomusicologia all’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. “A partire da ‘Sacro Sud’, credo che ci sia stata una ricerca di un canto melodico che rinuncia al bel canto, piuttosto segue l’insegnamento del maestro Carmelo Bene che ci insegnato come “cantare la parola”. In ‘Napoletana’ ho voluto scrivere delle canzoni in napoletano per dire la mia sulla canzone napoletana. La canzone napoletana è antica, ma desidero riscriverla nel cemento, rispettando un rapporto armonico-melodico però contaminandola attraverso la mia voce, che non vive nessun tipo di rigore nel rappresentare questo evento. Ho seguito quattro fonti: il canto di lavoro contadino che è In colloquio nella sua casa canto a distesa, la villanella, la canzone popolare, con ciò intendendo il lavoro di De Simone, la canzone popolaresca”. Dodici tracce compongono l’album nel quale Avitabile è accompagna- Ciro De Rosa to da un organico da concerto da camera: la chitarra classica di Umberto Leonardo, collaboratore del maestro De Simone, il violoncello del Con “Napoletana” il compositore e polistrumentista partenopeo mette giovane Marco Pescosolido e le percussioni [cassa e castagnette, tam- un altro tassello nella sua originale rilettura della tradizione, alla ricerca burello] affidate al fratello Carlo, che forniscono solo un ritmo di base, costante di un suono inedito e vitale, facendosi interprete di un viaggio dando un punto di appoggio. Da parte sua Enzo suona sopranino in nella canzone napoletana che ripudia folklorismo e napoletanità osten- Mib, con un timbro a metà strada tra oboe e ciaramella, pentarpa, una tata. “In questi anni ho cercato di sforzarmi per non essere identificato piccola arpa pentatonica a sei corde e flauti popolari. con un solo suono e un solo modo espressivo, ma mi rendo conto di Le forme storicamente stratificate della canzone del golfo si combinano avere una forma espressiva pilota, che è quella con i Bottari, per me con la voce salmodiante di Avitabile. “Io scrivo già come canto, e canto EUROPA mondomix.it - 17 Primavera - Estate 2009 già come scrivo. Ecco perché non scrivo tanto per gli altri, a parte la musica cosiddetta classica, dove c’è una partitura. Credo in una can- MORY KANTE (Guinea) Yeké Yekè show / Sabou Show zone napoletana da riportare all’antica dignità: essenziale in forma e contenuto, testo e melodia più importanti di una voce che la canta. La voce è al servizio del testo e della melodia”. La poetica di Avitabile sfrutta immagini contrastanti, perfino provocatorie come nella preghiera Don Salvato’, che traduce la relazione con- LENINE (Brasile) nuovo album Labiata (Universal) VANESSA DA MATA fidenziale tra il popolo e il Signore. I testi sono in un napoletano che è (Brasile) 17 Aprile Forlì - Naima, 18 aprile Firenze - Viper, 20 aprile Milano - Rolling Stone, 21 aprile Torino Espace, 22 aprile Roma - Auditorium S. Cecilia al contempo antico e nuovo. In Libberazione, Avitabile utilizza immagini classiche della canzone napoletana per parlare di una realtà metropolitana di grande disagio. Malincunia descrive quello “stato di coscienza che qualcuno chiama duende, saudade, mood, e che noi chiamiamo appucundria. Modi diversi di esprimere l’amaro-dolce – come diceva Bob Marley – che accompagnare la vita dell’uomo”. AMSTERDAM KLEZMER BAND (Olanda) nuovo album Zaraza SHANTEL Ricurdanne è un omaggio alla vita, al divenire. “Resta fedele alla can- & BUCOVINA CLUB ORKESTAR (Germania / Serbia / Romania) zone napoletana nel presentare un effetto di speranza, piuttosto che il vittimismo napoletano, che per molti è un nostro tratto caratteristico”. Beneditta sia è un canto d’amore che rispetta i canoni della villanella. “L’unico elemento contaminante è la mia voce: perché non voglio, non posso fare cose secondo esperienze già fatte. Mi piace confrontarmi DEOLINDA (Portogallo) con nuove possibilità armoniche e melodiche”. Altra villanella è Figliola LOU DALFIN ca guarde ‘o mare, omaggio alla donna napoletana. Si muove sul rit- Nuovo album Remescla mo di tammurriata Amaro nunn’ êss a essere Màje. Ancora contrasti, sovrapposizioni di ricordi e sguardi sull’oggi in Ca nun mancasse maje (Italia) LO COR DE LA PLANA ‘o sole o nella intima, personale Sang’ e grano, riflessione sulla convi- (Francia) venza di vita e morte dentro ognuno di noi. Si presenta come un inno alla vita anche Canto ‘e primmavera, che ha la struttura di un canto YURI BUENAVENTURA di lavoro. “È il cortile che incontra il rione, come quando io e Marcello nuovo album Cita con la Luz Colasurdo ci incontriamo”. Il disco presenta anche due omaggi a som- (Colombia) me personalità della musica italiana. Il primo è Carmela di Sergio Bruni su liriche di Salvatore Palombo, un artista il cui codice canoro era una combinazione di canto contadino e di stile urbano. “Carmela è la prima SIBA E A FULORESTA (Brasile) nuova canzone napoletana che rispecchia tutto il passato del genere. MASSILIA SOUND SYSTEM (Francia) Bruni è il grande cantore della canzone napoletana, colui che canta la parola, con l’estensione giusta per cantare un pezzo, anche un tono presenta LA COMEDIA PROVENCALA più basso ma senza strozzare la voce”. Il secondo tributo è il Lamento dei Mendicanti del cantastorie di Apricena Matteo Salvatore. “Quella di Matteo è poesia multi-dialettale. Ho tradotto Il Lamento in napoletano, non ho voluto cantare in pugliese, per utilizzare il senso della poesia”. SPOK FREVO ORQUESTRA (Brasile) MARIO CRISPI (Italia) in Soffi, performance sonora di flauti arcaici e lapton, Arenaria e Rosa di Flauti DA ASCOLTARE “Napoletana” [FolkClub Ethnosuoni/Sudarte / I.r.d] SITO enzoavitabile.it ALCUNE DATE 1/4 Progetto speciale “Voci Sacre”. San Cipriano Piacentino [SA] 4/4 Matera 19/4 Enzo Avitabile &Bottari ospite Manu Dibango. Teatro augusto. Salerno 22/4 Pagani [SA] MOUSSU T e lei jovents (Francia) nuovo album Home Sweet Home ANCHE DISPONIBILI SU RICHIESTA: Sergio Berardo & Torino Jazz Orchestra, Senor Coconut & his orchestra, Feel Good Productions, Casuarina, Antoine Le Menestrel, Amparanoia AGENZIA DI BOOKING, MANAGEMENT E LOCAL PROMOTER Tel. +390115533624/625 www.musicalista.it | [email protected] 18 afrodisia di Mauro Zanda Incontri ravvicinati del terzo tipo Afrodisia è l’orgogliosa consapevolezza del contagio, una zona temporaneamente autonoma da false purezze ed esotismi etnici. Afrodisia è un punto di fuga ibrido e sfrontato ove lasciar confluire i segni dell’Africa e la diaspora nera. Un’idea ambiziosa e necessaria, nata nel 2007 al Rialto Santambrogio di Roma, con l’obiettivo dichiarato di veder affiorare, anche dalle nostre parti, spiritualità e ritmo del grande cuore africano do gusto retro-nuevo, finalmen- finizione di un idioma capace di te uscito nel dicembre 2007 sul mettere assieme la spiritualissima prestigioso marchio Now Again/ tradizione copta con le astrazioni Stones Throw. La loro vocazione armoniche e la perizia tecnica del aliena e orchestrale, oltre a un jazz afroamericano. Interrogato certo gusto per le scale arabe, su questo strano incontro sfocia- deve esser sembrata un biglietto to nel disco numero 3 della col- Capitano a volte incontri che, e multiforme creatura che ama da visita irresistibile per il Cargo lana “Inspiration Information” del- se proprio non ti cambiano la vita, cannibalizzare le visioni astrali di di Londra e la Red Bull Academy, l’etichetta londinese Strut [distr. riescono quantomeno a mostrarti Sun Ra, il funky-drumming dei che assieme cercavano il partner Audioglobe], il musicista etiope nuove prospettive: lampi nel buio JB’s e le aperture cinematiche di live adatto alle visioni del grande non ha saputo trattenere il ritro- capaci di mettere in luce partico- David Axelrod, modificando tutto Mulatu. vibrafonista, vato entusiasmo di quest’ennesi- lari sorprendenti e dettagli inediti. geneticamente in un’orchestra percussionista arrangiatore ma avventura: “Tutti quei ragazzi Gli artisti animati da questo sacro dallo spiccato gusto psichede- etiope, Mulatu Astatke è il clas- accorsi al concerto di Londra mi fuoco di solito si annusano, si ri- lico e mediorientale. Catto è un sico nemo propheta in patria hanno lasciato senza fiato. Eb- conoscono, e poi finiscono per batterista e produttore inglese di che, formato stilisticamente tra bene sì, I’m back again!”. Gram- intrecciare un dialogo. È un po’ provata esperienza [Mo’ Wax], Londra, New York e Boston, ha matiche differenti a livello tonale, quanto accaduto al vecchio Mu- con alle spalle numerose colla- finito col tempo per divenire una stilistico e anagrafico, che tutta- latu Astatke, il leggendario Mulatu borazioni col pioniere dell’hip hop leggenda sotterranea internazio- via non hanno rappresentato un of Ethiopia, e agli Heliocentrics astratto, DJ Shadow. Da qualche nale. Prima la straordinaria serie freno nella spericolata definizio- di Malcolm Catto e Jake Fergu- anno si dedica anima e corpo agli Ethiopiques, la collana dedicata ne di una nuova sintesi: “È stato son. Quest’ultima è una strana Heliocentrics, progetto dal sapi- alla misconosciuta age d’or della unico e diverso da tutto: dai miei musica etiope moderna [1969- vecchi lavori e da ogni altro mu- 1978], che grazie al giornalista sicista con cui abbia già lavora- Francis Falceto ha svelato al to. Mescolare quella psichedelia mondo intero i tesori nascosti di col mio suono ethio-jazz è stata quell’antica e misteriosa terra; poi un’esperienza fantastica”. L’ufo- le note del film Broken flowers di logia definisce “Incontri ravvicinati Jim Jarmush, surreale storia di un del terzo tipo” le “osservazioni di attempato playboy [Bill Murray] e oggetti volanti anomali effettuate del suo ineffabile vicino di casa a distanza molto ravvicinata nel- giamaicano; infine l’effetto domi- le quali oltre all’oggetto vengono no, quello che capita in dono solo osservati esseri viventi intelligen- ai grandissimi, con la crema dei ti”. Difficile stabilire chi tra Mulatu giovani produttori, che da qualche e gli Heliocentrics sia l’alieno. Ciò anno non fanno altro che citare il che è certo è che l’astronave farà nome di quel compositore etiope tappa anche dalle nostre parti. tra le principali influenze della loro Non lasciatevi intimorire, si rischia ispirazione musicale. Ethio-jazz è seriamente di scoprire una pro- la sua stella polare, originale de- spettiva musicale inedita. Pianista, e DA ASCOLTARE “Inspiration Information” [Strut / Audioglobe] DATE 8/4 Flog – Firenze 9/4 Circolo degli artisti - Roma 20 - mondomix.it EUROPA L’eredità di Ernesto de Martino Guido Gaito Si celebra quest’anno il centenario della nascita di Ernesto de Martino. Antropologo italiano che, pubblicando nel 1959 La terra del rimorso [esattamente cinquant’anni fa e per l’occasione ristampato da Il Saggiatore con dvd allegato], portò alla luce il fenomeno del Tarantismo. Qual è la sua eredità intellettuale? Per rispondere a questa domanda abbiamo voluto mettere a confronto due pensieri, due punti di vista, uno accademico l’altro legato all’attualità del fenomeno. Clara Gallini, allieva ed erede diretta del pensiero Sergio Torsello, scrittore giornalista, consu- di de Martino, nonché presidente dell’Associazio- lente scientifico dell’Istituto Carpitella, nonché ne a lui dedicata. direttore artistico de La Notte della Taranta. In che termini si parla oggi di de Martino e di La partecipazione al festival può essere Tarantismo? un’occasione per approfondire le temati- Il Tarantismo visto e studiato da de Martino è una che del tarantismo? cosa, quello di oggi si chiama appunto Notte della Il nome del festival evoca immediatamente Taranta, balli collettivi, etc. che sono nuove forma- l’orizzonte simbolico del tarantismo ma zioni, una reinvenzione con significati diversi. noi abbiamo sempre cercato di evitare Come spiega il successo che queste nuove questa associazione. La notte della ta- manifestazioni musicali hanno tra i giovani? ranta è un evento dedicato alla riscoper- È un fatto di costume che si inserisce su un pia- ta della musica popolare salentina al cui cere dell’ essere insieme e di ballare. La funzio- interno però ci sono anche canti di lavo- ne dei mass-media amplifica certe tradizioni e le ro, religiosi e narrativi. L’obiettivo è quello toglie dal territorio specifico cui erano di un festival dedicato alla valorizzazione e prima radicate, rilanciandole in giochi alla rielaborazione anche creativa di patri- assolutamente nuovi e rielaborati. moni musicali tradizionali. Da testo accademico a bestseller. Quale eredità ha lasciato oggi lo studio La terra del rimorso può essere let- fatto da de Martino? to anche senza un’adeguata prepa- Ernesto de Martino è ormai considerato come razione scientifica? uno dei padri fondatori dell’antropologia ma an- Il fatto che in questi anni ne siano state che come uno dei più grandi pensatori del ‘900. vendute circa 60.000 copie è, per un li- Ci ha insegnato a leggere la questione meridio- bro di studio, un fatto stupefacente. L’ul- nale non solo dal suo aspetto economicistico tima edizione contiene il filmato di Carpi- ma anche attraverso le dinamiche culturali delle classi popolari. tella sulla musica e la terapia del Tarantismo. La grande distribuzione Come spiega l’enorme successo della pizzica tra i giovani? e l’accesso scientifico al testo, a mio avviso, si possono e si devono Ci sono vari fattori: una maggiore attenzione verso certi repertori; il connettere perchè abbiano un significato. coinvolgimento emotivo e immaginario che questa musica esercita nei Lei vede una sorta di rito collettivo nella partecipazione di centi- circuiti alternativi e metropolitani; e infine, essendo l’apparato ritmico naia di giovani alla Notte della Taranta o manifestazioni simili? fondato sul tamburello, è una musica che, almeno sul piano superficia- Sono riti moderni e di massa che rimandano a tanti immaginari nuovi le, può essere suonata facilmente. come quelli delle discoteche, e quindi, della fuoriuscita da sé e dello Quali sono i progetti futuri della notte della taranta? sballo. È tutto un immaginario diverso dal passato su cui poi si costrui- Nei mesi scorsi è nata la Fondazione Notte della Taranta, un istituto che scono nuove ritualità laiche che sono meno legate al culto dei santi avrà il compito di migliorare gli aspetti organizzativi del festival, promuo- com’era in passato. vere attività di ricerca e documentazione sulla cultura popolare. DA LEGGERE Ernesto de Martino, “La terra del rimorso”, Prefazione di Clara Gallini, Il Saggiatore 2008, Collana La Cultura [Nuova edizione con Dvd] SITO lanottedellataranta.it - ernestodemartino.it america mondomix.it - 21 Lee Scratch Perry e l’arte giamaicana Gianluca Diana Nonostante l’età [classe 1936], la lucidità non manca affatto. La voce mantiene quella lieve oscillazione tremula che la fa rammentare anche ai più sbadati. Certo, non è mai stato un cantante vero e proprio. Piuttosto le sue ultime produzioni sanno sempre più di spoken-word, in salsa dub, ovviamente. Lee Scratch Perry ed il suo ultimo disco, Lee Scratch Perry ancora on the road, come il suo recentissimo tour italiano. Occasione in cui lo incontriamo, è infaticabile Perry: “The Mighty Upsetter è il mio ultimo disco. Sono davvero contento di quello che ho fatto. terminato il suo show, ti guardi dritto negli occhi, e dica: “Fate attenzio- Non poteva andare altrimenti con questi ragazzi!”. Fianco a lui Adrian ne a quanto c’è nel disco. Se ascoltate per bene ci trovate ciò che da Sherwood, sicuramente il miglior “ragazzo”, tra quelli citati da Perry: “è giovane io sentivo arrivare dalle radio. La musica di New Orleans e di davvero un ottimo lavoro, abbiamo messo assieme diversi talenti a noi Prof. Longhair...ed ancora il funk dei Temptations e il rhythm ‘n’ blues vicini. Da Ghetto Priest, a Skip McDonald fino a Samia Farah”. Ancora della Motown. E senti forti e presenti le radici della nostra madre terra: Perry: “è un disco di dub. O forse no? Non solo! C’è dentro tutto quello l’Africa”. Ancora, fermo e deciso: “E le parole sono importanti: ascolta e che io sono, il mio spirito, le mie radici, la mia anima”. Guascone come presta attenzione alle storie di corruzione politica dei nostri governanti. sempre “The Genius” si lascia andare. Noto per essere decisamente Ieri come oggi non è cambiato poi chissà quanto”. Mr. Scratch, un vero sopra le righe in sede d’intervista, non si smentisce. Un comunicatore incantatore di folle. Oltre il personaggio folle e pieno di eccessi che gli nato, non c’è dubbio: seguirlo nel suo assoluto non-sense sarebbe si attribuisce, ieri come oggi Perry porta avanti un percorso musicale pressochè folle. Non utile quindi seguirlo lungo narrazioni frastagliate profondamente black, esplicitamente e senza mandarla a dire. Provare di donne, ganja e Jamaica dei sixties. Piuttosto aspettare che il nostro, per credere, ascoltate “The Mighty Upsetter”. LEE SCRATCH PERRY The Mighty Upsetter [Onu Sound/Egea] Undici brani in cui Lee Perry si fa rispettare alla grande. Ulteriormente, grazie alla presenza di Adrian Sherwood. Il risultato A project featuring: Robert Lippok& Ronald Lippok (To Rococo Rot, Tarwater) and Ludovico Einaudi 9 Agosto 2009 - Big Chill Festival Eastnor - Uk Estate 2009 - Villa Ada - Roma è davvero egregio. Con il britannico a coordinare il tutto, si evidenzia nel corposo elenco di session-men che hanno partecipato al disco, anche la figura whitetree cloudland whitetree cloudland di Skip McDonald. Dai momenti dub-massive di Exercising a quelli low-beat di Kilimanjaro, fino alle denunce sociali di Political Confusion. The Genius...You distribuzione ponderosamusic&art welcome! Mondomix.indd 3 O 18-03-2009 17:05:14 22 - mondomix.it africa African Pearls A colloquio con Ibrahim Sylla Sangare, lo stesso Koitè, ma non nuovi talenti”. Il Mali di ieri, e quello di oggi, ovvero: “Mandekalou è l’ultimo progetto del Mali che ho creato. Sa, la cultura dell’Africa dell’ovest, Senegal, Mali e Guinea soprattutto, è incentrata sulla figura del griot. Ho avuto quindi l’idea di riunire le storie mandengue del Mali e della Guinea perché sono l’origine della cultura dei popoli del west-Africa. Ho dunque voluto invitare i man- Gianluca Diana dengue del Mali e della Guinea per registrare degli album a Bamako. Era anche per rimettere le cose al loro posto, affinché la gente sappia Storie d’Africa. Suonate, cantate, ascoltate. Ed anche prodotte. Per- da dove viene la storia dei mandengue. Ho quindi riunito tutti i grandi ché dietro un disco si celano molte altre persone, oltre l’artista di giro. griot, gente come Kandia Kouiate, Kassé Mady e tanti altri ancora. Per Ed allora le storie africane in tal senso hanno un patronimico ben pre- il futuro spero di arrivare al terzo volume della serie”. ciso: Ibrahim Sylla. Ovvero “Syllart”, la label per eccellenza della mu- Una citazione tra tutti i partecipanti al progetto, Sylla la riserva a Mama- sica africana degli ultimi tre decenni [distribuita in Italia da Self]. Lui, dou Diabate: “è il fratello minore di Toumani Diabatè, è un suonatore di l’ivoriano Ibrahim Sylla, di ciò ne è assolutamente consapevole. E se kora, giovane, molto gentile e rispettoso, un giorno anche lui avrà la sua lo si incontra si rende disponibile al colloquio. Affabile e cortese, ed al opportunità. Per la maggior parte degli album creati a Bamako è lui che tempo stesso secco e deciso nelle sue affermazioni. Racconta appas- suona le kora. è un giovane che ha un futuro, è più tradizionale di Tou- sionato la sua avventura: “...Ho cominciato trent’anni fa, ero studente mani”. La chiusura delle parole di Sylla non può che essere sull’afroa- in Francia. Nel 1979, quando ho finito gli studi sono tornato in Senegal, mericano più noto al mondo e sulle aspettative che suscita: “Non mi lì ho iniziato a produrre dei gruppi senegalesi come l’Orchestra Baobab aspetto proprio niente, spero soltanto che ci porterà un po’ più di pace e l’Etoile de Dakar di Youssou N’Dour. Ho continuato a girare e a pro- e di facoltà. Ma non perché è di origine africana farà qualcosa per l’Afri- durre altri musicisti fino al 1982 quando sono tornato in Francia. L’anno ca. Noi africani e neri siamo fieri di vedere un nero che governa il paese seguente lavorando con Alpha Blondy mi si sono aperte molte porte. economicamente più forte del mondo. Ognuno ha una possibilità e tutti Ho conosciuto diversa gente del business musicale ed ho iniziato a siamo uguali. Spero che l’Africa proverà a fermare i colpi di stato e che lavorare con le major, proponendo la nostra musica”. gli Africani capiscano che siamo nel terzo millennio e solo la democrazia Un’affezione particolare Sylla la avverte nei confronti del Mali. La terra può vincere il sottosviluppo, la guerra, le malattie, le epidemie. Bisogna del west-Africa che più opportunità e soddisfazioni gli ha dato: “Il Mali istruirsi, lavorare ed esse- è l’underground della cultura africana perché tutto arriva da lì. Venti- re tolleranti. Perché due anni fa il Mali ha cominciato ad emergere grazie all’album ‘Soro’ finché c’è tolle- [1987] di Salif Keita, un disco che ha aperto le porte a tanti musicisti ranza si può maliani. Oltre quello devo assolutamente menzionare gli incontri che perdonare mi hanno permesso di fare dei lavori importanti: gente come Habib si può vivere Koitè, Abdoulaye Diabate e diversi altri. Come anche Amadou & Mariam nel 1991 a Abidjan. Allora il talento di una generazione di musicisti iniziava ad emergere. Erano l’effervescenza della musica maliana. Non come oggi, dove ci sono artisti con un talento confermato come Oumou DA ASCOLTARE AAVV Sénégal 70 Musical effervescence [Discograph / Self] AAVV Guinée 70 The discotheque years [Discograph/ Self] AAVV Mali 70 Electric Mali [Discograph/ Self] e anche col nemico”. Dietro le quinte EUROPA mondomix.it - 23 In alto, il gruppo siciliano Nakaira a Ribeira Grande [Capo Verde], Festival Sete Sóis Sete Luas, novembre 2007. L’autore del manifesto 2009 del Festival SSSL è il pittore toscano Francesco Nesi. Andrea Scaccia Pinella, giovane rivelazione del flamenco andaluso, Continua il nostro viaggio all’interno del network Talento e delle realtà fe- poi da Capoverde arriveranno Tetè e Sara Alhinh stivaliere ad esso legate. Per questo numero abbiamo incontrato Marco con un viaggio negli stili musicali dell’isola; ed ancora Abbondanza, direttore artistico del festival Sete Sóis Sete Luas. da Israele Eyal Sela e dal Portogallo i Navigante. Cos’è Sete Sóis Sete Luas? Oltre a queste prime ci saranno anche progetti Il festival Sete Sóis Sete Luas è espressione di una rete culturale in- originali? ternazionale formata da circa trenta città e dieci diversi paesi, ogni Sì, è stata fondata la 7LuasOrchestra una formazione anno si svolge in tutti questi paesi con lo stesso nome e la stessa direzione composta da sette musicisti provenienti da diversi luo- artistica. Quest’anno arriviamo alla diciassettesima e, all’interno del festival, ghi del mediterraneo. abbiamo sviluppato il progetto dei centri culturali Sete Sóis Sete Luas. Dunque toccherà anche a musicisti italiani esibirsi negli altri paesi del Un progetto che proprio in questi giorni vi ha portato un prestigioso festival? riconoscimento internazionale. Ci son gruppi come la Piccola Banda Ikona di Stefano Salesi che suone- Infatti. In alcune delle città dove il festival è più radicata stiamo creando ranno in Croazia, Spagna e Portogallo; gli Acquaragia Drom, Mario Incu- questi centri culturali, il primo sarà proprio a Pontedera, poi Portogallo, An- dine e tanti altri. dalusia, Sicilia e Capoverde. Più in generale questi dieci paesi si intercambieranno gli artisti per un totale Ed è proprio per quest’ultimo centro che il festival si è aggiudicato l’ XI di 150 concerti. In alcune serate ci saranno più concerti simultaneamente premio Caja Granata per la cooperazione, che verrà conferito al festival in diverse città e come lo scorso anno collegheremo via internet le piazze nella persona del nostro presidente onorario José Saramago. È un premio dei festival. di 50mila euro per un progetto che ha un budget di 450mila, è un primo Quali gli obiettivi che vi proponete nell’immediato futuro? importante passo considerando che riceveremo altri aiuti dalle agenzie di Sarà una priorità caratterizzare sempre di più il festival e creare sempre più cooperazione spagnola e portoghese. È stato molto importante per noi produzioni originali oltre che accreditarci sempre di più in ambito internazio- considerando che in passato ci sono stati vincitori come Carlinhos Brown nale. Già lo scorso anno abbiamo avuto un’audizione con il presidente della o il premio nobel indiano Yunus. cultura del parlamento europeo per raccontare questa lunga esperienza. È Nello specifico della compagine italiana quali concerti presenterete stato molto importante. questa estate? Tra le altre cose avremo alcune prime nazionali di musicisti provenienti dagli altri paesi della rete. In particolare, tra il 20 ed il 27 luglio, suoneranno Juan SITO 7sois7luas.com CONCERTI LIVE – MAGGIO 2009 01 Due sponde un mare · TERMOLI, CB 06 Istituto Italiano di Cultura·COPENAGHEN, DK 07 Kulturhus Gimle · FØLLENSLEV, DK 08 Odense Folk Festival · ODENSE, DK 09 Helkaer Kro · NIBE, DK 12 Cafeteatret · OSLO, NO 13 Union Scene · DRAMMEN, NO booking Mob 349.5149330 darshan.it nakaira.com 24 - mondomix.it EUROPA La sua interpretazione del mondo Intervista a Donna Ginevra Alessio Biancucci Dai Csi alle Targhe Tenco, dai Pgr alle musiche del mondo. Sempre affidandosi al legame artistico e sentimentale che la unisce a Francesco Magnelli, tastierista e produttore artistico di questo nuovo “Donna Ginevra”. Una naturale prosecuzione del precedente “Stazioni lunari prende terra a Puerto Libre”, ovvero la prima immersione nei mari della musica popolare, arrivata a stimolare la curiosità e i percorsi umani della cantante, dell’interprete, della donna Ginevra Di Marco. È un viaggio che in Italia attraversa la Toscana e la Campania, come necessità di stabilire un radicamento ancora più forte con le terre che hanno segnato la mia vita e il mio modo di essere, per poi toccare la Bretagna, la Macedonia e l’Albania, fino a Cuba e quegli autori italiani collettivopiranha© Con quali criteri sono stati individuati i brani di “Donna Ginevra”? che hanno avuto un forte legame con la propria tradizione musicale. Sceglie le canzoni che si adeguano alle prerogative della sua vocalità oppure seleziona prima i pezzi e poi cerca di adeguarne ticolari competenze tecniche: ho preso lezioni di canto solo ai tempi l’interpretazione? della scuola, ma erano i rudimenti che ogni cantante deve conoscere Scelgo brani che mi trasmettano emozioni, che mi piacciono per il ritmo per non essere afono dopo 20 minuti di esibizione. Per il resto mi affido e la melodia e soprattutto per il testo che deve avere un significato, solamente all’istinto e alle emozioni. deve trasmettere un messaggio importante, con una chiara connota- In questo lavoro d’interpretazione, qual è la differenza tra l’esecu- zione sociale. Se un brano mi piace cerco di garantirgli un arrangia- zione in studio e il live? mento adeguato. Ogni volta che canto un brano scopro sfaccettature sempre nuove. In “Donna Ginevra”, come già era successo in “Stazioni lunari”, Quindi ho bisogno di cantare a lungo lo stesso pezzo, per questo “Don- ci sono diversi echi dell’Europa dell’Est: cosa la stimola di quelle na Ginevra” arriva dopo un anno di gestazione, ben sapendo però che culture? le stesse canzoni continueranno a decantare e a migliorare nelle espe- Apprezzo soprattutto il rapporto che hanno con la musica, il fatto che rienze dei concerti. venga tramandata di padre in figlio, dai maestri concertatori ai più gio- Cosa risponde a chi le rimprovera di aver abbandonato la speri- vani, senza partiture, ma nel modo più genuino: loro vivono la musica mentazione e che, insomma, vanno bene gli esercizi di stile, ma con un passione ed una semplicità che mi affascinano molto. Basta dal suo talento ci si aspetterebbe qualche novità? pensare ai matrimoni, ai funerali e a questo loro modo di portare avanti Non credo di limitarmi agli esercizi di stile. E non faccio cover. Cerco la tradizione. invece di dare nuova vita alle mie radici, ad un patrimonio culturale che Invece in Italia è così diffusa l’intolleranza nei confronti di quei andrebbe perduto senza l’impegno di gente come me, come Daniele popoli: come se lo spiega? Sepe, Peppe Servillo e come gli altri che valorizzano la tradizione po- Sicuramente le responsabilità principali sono di un governo così chiuso polare. Il compito di creare nuove forme con l’interpretazione non ha e dei media che trasmettono questo clima di paura. I miei figli sono abi- meno valore di quanto ne abbiano le nuove composizioni. tuati a sentire musica in lingue così diverse, a vedere persone sempre L’ultimo disco che ha sentito e l’ultimo libro che ha letto. nuove e credo che questi presupposti permettano loro di crescere con Vinicio Capossela, “Da solo” [voto 9 all’arte di Vinicio]. Sto invece leg- la consapevolezza che chi è diverso da noi rappresenti una ricchezza. gendo “Albania, il paese all’alba dell’Europa” di Lutfi Guri: mi piace assi- La sua voce ha evidenti potenzialità: qual è il suo approccio tec- milare le culture altre per poi cercare di renderle nella mia musica. nico e quale quello mentale quando interpreta brani così diversi e così lontani? Ho un approccio istintivo. Ho capito di avere buone doti da interprete, un ruolo che ho scoperto essere molto appassionante. Non ho par- DA ASCOLTARE“Donna Ginevra” [Materiali sonori] SITO ginevradimarco.com EUROPA mondomix.it - 25 L’organetto post revivalista di Filippo Ciro de Rosa versi: come a dire una viola da gamba e un violino. Penso che confrontarsi con questi due sistemi che hanno avuto, ognuno a suo modo, un rilievo enorme nella scena musicale tradizionale europea sia un arricchimento per poter portare qualcosa di nuovo ed unire i terreni musicali”. Colpisce nella musica di Gambetta il duttile accostamento di climi sonori distinti. Si pensi agli aneliti irlandesi dell’apertura Kevät, di Gigi’s reel o della La nuova musica acustica italiana ha nel genovese Filippo Gambetta una guizzante Runaway Lane, agli umori sudamericani di Fica mal com Deus delle sue figure più espressive, per cifra compositiva e tec- del brasiliano Geraldo Vandré o al gusto svedese di La serra. In La lattuga nica strumentale dal notevole slancio ritmico e sapore turbolenta, poi, Filippo si cimenta con buona verve al mandolino. “Ho cer- melodico, nelle quali confluiscono molteplici fonti di cato di sviluppare musica eseguibile anche dal vivo, che respiri in Cd con ispirazione [dalla cultura musicale dell’organetto in Italia la stessa energia cui si punta nei concerti. Una scelta motivata dal fatto alla tradizione francese, irlandese, svedese e dei Balca- che suonare in duo o in trio, seppure lo consideri un compromesso, è più ni], e un gusto che si impregna di Novecento classico, indicato per proporre musica non facilmente etichettabile. Forse in Italia è jazz e minimalismo, con un occhio di riguardo verso difficile in termini di marketing proporre un concerto di musica originale quegli artisti che, imbevuti delle tradizioni popolari dei loro paesi, operano una vitale decostruzione di quelle stesse forme. Un pensiero per organetto, priva di legami espliciti con la musica tradizionale. Mi interessa poter portare determinate impressioni musicali che ho incontrato nei miei ascolti, musica che sia un anello trasversale che trova pieno adempimen- di congiunzione con il panorama europeo creativo dello to in “Andirivieni” [Felmay], terzo capi- strumento. E prendere le distanze dal revival della musi- tolo discografico dopo l’esordio di “Stria” [1999] e il successivo “Pria ca tradizionale degli anni ottanta e novanta, cercando di vedere oltre, di pensare a qualcosa che fa tesoro della Goaea” [2002]. Opera matura, ricerca e della contaminazione di quegli anni. Creare suonata in solido ed affiatato trio, un linguaggio che integri vari stimoli musicali e varie, con Claudio De Angeli alle chitarre e Riccardo Barbera al contrabbasso, che in alcuni brani diventa un quartetto se fatto in maniera rispettosa e con coscienza, rappresenta una direzione interessante che può prendere la musica oggi”. o un quintetto con Michel Balatti al flauto irlandese, Antonio Esperti al clarinetto basso e Mario Arcari all’oboe, e la partecipazione di papà Beppe alla chitarra nella conclusiva palpitante polka Mariù. Musica luminosa e fluida, piena di suggestioni. “In ‘Pria Goaea’ – ci dice Filippo – ho composto molti brani con l’organetto a diciotto bassi. In questi sette anni ho scelto di distaccarmi da quel modello e ritornare ad uno strumento a tre file e dodici bassi. È più vicino all’organetto tradizionale. La sfida è creare musica nuova con uno strumento che non ha tutti i bassi cromatici, che conserva dei limiti, seguendo la stessa strada di altri paesi europei come Francia, Belgio, Scandinavia, Inghilterra. Un punto di forza di ciò che propongo è il fatto di suonare i due sistemi di organetto: il sistema, per così dire, italiano ed europeo, in Sol/Do con intervallo di quarta tra una fila e l’altra, e il sistema irlandese con un intervallo di semitono tra le due file. Sono due strumenti molto di- DA ASCOLTARE “Andirivieni” [Felmay / Egea] SITO filippogambetta.com 26 - mondomix.it EUROPA Nakaira e il mare che unisce Andrea Scaccia Un viaggio nel mediterraneo, dopo aver solcato le coste dell’Irlanda. Nove anni di ricerca sul repertorio della tradizione celtica, ma oggi il gruppo torna a riscoprire le proprie radici. “Di terra e di mare”, un percorso che parte dalla Sicilia e dalla Grecia per arrivare in Palestina. Ce ne parla Mario Gulisano, uno dei membri dei Nakaira. scrivendo in un codice ciò che era rimasto dei canti dei contadini, delle “Di terra e di mare” è un titolo chiarificatore? tonnare, e di tutto quello che stava andando perduto. A lui dobbiamo In Sicilia la cultura di tradizione è molto radicata sia nell’entroterra sia sulle l’unica opportunità di conoscere la nostra cultura tradizionale. coste, e c’è un legame indissolubile con le culture marinare. Catania è Quali le analogie tra il pezzo siciliano e quello palestinese? sempre stata legata alle attività di mare, e queste tematiche ci hanno Il testo era molto polemico sullo stato di degrado della società palesti- sempre incuriosito. nese vessata dalla cultura israeliana. Quello siciliano parlava del carcere I Nakaira per questo lavoro partono dalla propria terra per prendere palermitano della Vicaria; in questo canto il prigioniero si lamenta non in considerazione il bacino mediterraneo tutto... tanto della privazione della libertà quanto del fatto che lui è separato dai Esatto, il mediterraneo è un contenitore infinito. Il repertorio scelto parte suoi affetti e non vedrà mai più la madre, che nella cultura siciliana è una dalla Spagna e attraversa idealmente le coste del Nord Africa, i Balcani figura centrale. Siccome il testo palestinese era una preghiera rivolta alla e la Palestina. In questo album facciamo ricorso molto più, rispetto al madre [“mamma preferirei morire piuttosto che essere governato dall’op- nostro passato, all’uso delle voci, prediligendo naturalmente quelle sici- pressore”], l’unione era perfetta. liane e greche. Come mai avete conservato alcuni strumenti della tradizione come Quali sono state le scelte operate sul repertorio? il bouzouki irlandese? Abbiamo scelto fondamentalmente due vie. Alcuni brani li abbiamo ri- Fa parte delle nostre sonorità, lo usiamo come strumento che accom- prodotti come tramandati dalla tradizione caratterizzandoli con le nostre pagna e che si occupa dell’armonia. Come gruppo siamo partiti da un sonorità; per gli altri invece abbiamo scritto ex novo integrando con pezzi vincolo, quello di riprendere e suonare brani celtici e balcanici, ma poi già esistenti. Come Omma/Al yadu, el yadi,un pezzo tradizionale palesti- abbiamo sentito l’esigenza di affrontare le nostre radici. Per noi innovare nese a cui abbiamo sostitutivo nella strofa un testo tratto dalla raccolta significa dare un contributo anche attraverso nuovi arrangiamenti e quin- di Alberto Favara, un etnomusicologo che andò in giro per la Sicilia tra- di usare anche strumenti diversi. Suonate molto dal vivo, sia nella penisola sia nel resto d’Europa. Notate molte differenze al di là delle Alpi? Da noi negli ultimi anni c’è un revival e un desiderio di accostarsi al folk. Nel nord Italia esistono molte manifestazioni che hanno contribuito in maniera forte a diffondere questa cultura. Nel resto d’Europa è fantastico notare come il festival non sia vissuto come momento separato dalla vita sociale ma come una parte del quotidiano. Tutti lavorano al festival in maniera volontaria perchè non c’è uno scollamento tra le due realtà. Questo significa che laddove la vita è rimasta legata a dei cicli biologici la tradizione è recuperabile. DA ASCOLTARE “Di terra e di mare” [Alfamusic / Egea] SITO nakaira.com ALCUNE DATE 1/5 Due sponde un mare. Termoli 6/5 Istituto Italiano di Cultura. Copenhagen 7/5 Føllenslev. Danimarca 12/5 Cafeteatret. Oslo asia mondomix.it - 27 Il canto indiano di oggi da bollywood al pop Antonio Blasi Curioso come il caso che presto esamineremo mette in luce le innovative teorie di un etnologo come Jean-Loup Amselle il quale, precorrendo i tempi, sosteneva che il meticciato è un non senso. Ogni cultura rimanda ad un’idea di meticciato all’infinito. In pratica affermava che in ogni cultura si rintracciano, a volte anche inspiegabilmente, segni e tracce di culture altre, diverse, anche lontane. Ipotesi ancor più illuminanti se applicate a società indiane le quali, spesso con superficialità, vengono tacciate di essere rigidi e chiusi contenitori. Isolati, sigillati. Sono conferma di tutto ciò alcune nuove produzioni, a partire dal nuovo lavoro di Najma, “Fariyaad” [Connecting culture / Egea]. è pur vero che è nata in Inghilterra, vanta collaborazioni con Robert Plant e Jimmy Page e i Jethro Tull in ambito rock, Steve Coleman Najma , Kiran, Aruna in quello jazz, che tra l’altro è anche presente nel disco. Però le sue radici, come i suoi antenati, sono indiani. E lei si dedica a praticare lo stile del ghazal, la tradizione musicale comune al mondo indopakistano e persiano e frequentare, contemporaneamente, l’amore per l’indi-pop [nel senso di pop indiano]. Fin tanto da porsi come assoluta DA ASCOLTARE ANCHE Susheela Raman Sheila Chandra interprete – capace di battere certa tradizione e praticare la via popolare – e possibile alternativa al dilagante fenomeno Bollywood. Chi ha vissuto a lungo in Canada, dopo aver lasciato la natia India, e si è stabilita poi a New York è Kiran Ahluwalia. Come ben dimostra il suo ultimo e recente prodotto discografico, “Wanderlust” [World Conection / Egea]. Ancora lo stile ghazal, mischiato però ad una moltitudine di suoni e stili da altri mondi: il fado portoghese affiora qua e là, percussioni dall’Africa Subsahariana vengono a galla, la tecnica qawwali di canto vocale si può rintracciare in controluce. La sua estetica è il riflesso, deciso e avvolgente, di trasportare il ghazal in contesti moderni e globali, pur rispettandone le antiche radici. Il suo progetto più ambizioso? Confrontarsi, canto indiano in ugola, con un’orchestra di 33 elementi [Manitoba Chamber Orchestra]. Ad ascoltarlo senza troppa attenzione, “Divine inspiration” [World Village / Egea]., recente album di Aruna Sairam, lo si penserebbe invece come un disco di canto carnatico classico, devozionale, ricco di sfumature mistiche e molto spirituali. In realtà la Sairam, non giovanissima, ma considerata l’astro nascente del genere, molto legata al canto classico, condensa nella sua carriera incontri e forti virate che ne hanno inquinato il tradizionalismo. Nata a Bombay ha dialogato con artisti europei ed africani, sfatando tabù molto forti. Si è confronta- ta con i canti medioevali francesi, la contemporanea tedesca, persino con la dimensione melodica e ritmica del flamenco. Pur rimanendo l’icona della musica carnatica di oggi, subito dopo Suddha Ragunatham.. Presente a FIERA DEL LIBRO DI TORINO 14 - 18 maggio 2009 La bustina di Cachaça 28 di alberto riva da rio de janeiro La figlia di Elis Regina lo strano caso di Maria Rita zati” in prodotti non-commercia- l’emozione aggiunge contenuto li]. Anche quando Marisa Monte allo stupore]. Il terzo, un disco di incontrò il suo boom italiano – e samba – io direi, di samba-jazz che fu una totale sorpresa per la – intitolato “Samba Meu”, sulla Emi, sebbene il disco fosse già carta poteva essere una grossa andato bene in Brasile – lo fece incognita, ma per lei si trattava di con i Tribalistas che, mi si tacci una sfida necessaria. Non poteva pure di brontolone, non è certo rischiare di vendere ancora meno di “Segundo” con un terzo disco quali criteri guidano chi decide della grande interprete e com- di cosiddetta Mpb – cioè di can- sogno, che mi faccio. L’ultima vol- cosa deve essere distribuito op- positrice di Rio [e non perché zoni; invece, cambiando strada, ta è accaduto dopo aver assistito pure no sul mercato discografico le canzoni, scritte con Carlinhos il rischio diminuiva, ma poteva dal vivo a un suo bellissimo show, italiano? Brown e Arnaldo Antunes, siano anche rivelarsi un disastro totale. ed è questa: perché Maria Rita, Penso, a non voler essere trop- poco interessanti, ma perché Invece, colpo di scena, ha avuto 30 anni, tre dischi [Warner Brasil] po machiavellico, che una delle non danno la possibilità a lei di di nuovo un grande esito. Atmo- di successo, star brasiliana ormai ragioni principali sia il mercato: esprimere quella mastodontica sfera di samba, con gli strumenti consacrata, non è distribuita in la paura di non vendere. Dunque cantante che è]. del samba tradizionale che incon- Italia? E dunque, prendendo un le scelte vanno, di massima, su In Italia è giunto per esempio il trano quelli del trio jazz [che sua passaggio da questa domanda, prodotti “sicuri” [il discorso non disco della paulistana Ceù, che è madre prediligeva e tutte le grandi si potrebbe arrivare ad un’altra: vale per i distributori “specializ- chiaramente un’ottima cantante cantanti di samba-jazz e bossa- pop con un repertorio leggero. nova dopo e prima di lei, da Leny Allora la domanda è: per arriva- Andrade a Doris Monteiro]; dice- re da noi bisogna prima avere vo, pardon, atmosfera di samba e successo? E per avere successo che ha pure – inusuale – sedotto bisogna essere necessariamente i giovani. pop? Forse sì. Però calma. Dal vivo, a Rio, Maria Rita entra Il mistero è duplice: poiché Maria sul palco fotografata e filmata da Rita ha grande successo. Con centinaia di telefonini. La platea il suo primo disco, nel 2004, ondeggia. Ogni canzone del di- prodotto dallo scomparso Tom sco solleva un coro. Lei, che è di Capone, Maria Rita ha venduto una bellezza impura quanto sua centinaia di migliaia di copie, fu il madre, ha un carisma comple- “caso” di quell’anno: dischi d’oro, tamente suo; dentro un tubino di Grammy Awards, etc etc. Il disco strass tiene in mano duemila per- successivo, “Segundo”, ha ven- sone, governa lo swing, e canta duto meno, però lei ha consolida- da Dio. Le canzoni, i samba, re- to il suo pubblico. Prodotto da Le- stano in testa: è bella musica. nine, con un intervento forte della Rifaccio la domanda: perché non stessa Maria Rita: meno riuscito c’è in Italia? del primo, però ne viene fuori una Ps. Se nel frattempo venissi cantante matura. Il suo timbro as- smentito, e invece Maria Rita fos- solutamente singolare [e dove si se presente, cioè distribuita, atte- sente echeggiare il timbro di sua sa sui nostri palchi per la prossi- madre, Elis Regina, come una ma estate, etc etc, me ne felicito frequenza vibrando sullo sfondo, e compiaccio. ©Marcos Hermes all’altezza dei lavori precedenti È una domanda ricorrente, tipo DA ASCOLTARE “Samba meu” [Warner music Brasil] SITO maria-rita.com Sei domande a Sancto Ianne EUROPA mondomix.it - 29 Alessio Biancucci Come nasce il progetto-live“Riso & Tabacco” e quali sono le sue prerogative estetiche, oltre che musicali? “Riso & Tabacco” nasce dal desiderio di realizzare un percorso comune con Maurizio Martinotti, figura straordinaria nel mondo del folk. Siamo profondamente legati alla nostra cultura e siamo anche molto curiosi di scoprire esperienze diverse, culture altre. terra, le proprie esperienze pregresse. Ogni musicista dei Sancto Ianne ha Il titolo dello spettacolo si attiene alle caratteristiche agresti dei ter- alle spalle diverse formazioni musicali le quali non possono esser tenute ritori coinvolti: perché questa scelta? fuori dal lavoro attuale del gruppo. E quando questo passato è fatto di Perché lo spettacolo è una forte esperienza fatta di storie di terra: eviden- blues, jazz, rock, punk, non puoi non produrre schegge di modernità. ziamo così le principali produzioni dei nostri territori: il riso del Monferrato Avete intenzione di pubblicare un disco legato a questo progetto, e il tabacco del Sannio beneventano. Se in futuro dovesse esserci una magari un live? nuova tappa di questo nostro viaggio forse la dedicheremmo a ciò che C’è stata forse una soffiata? Vorremmo incidere “Riso & Tabacco”: da tem- rende affini i nostri territori: il vino. po pensiamo a un disco live, perché quella dimensione, ricca di momenti Quanto è difficile coniugare le radici sannitiche con la tradizione dinamici ed emozionali, può rappresentare al meglio la nostra proposta. occitana della ghironda? Quale strumento musicale assimileresti al riso e quale al tabacco? L’incontro con un repertorio molto diverso dal nostro, sia sul piano lingui- I due strumenti che meglio rappresentano questo viaggio attraverso le stico che musicale, è senz’altro impegnativo, ma particolarmente intrigan- terre del riso e del tabacco sono la ghironda e la tammorra. Strumenti così te. Qui emerge la grande capacità di Maurizio nell’usare con discrezione la diversi che, da ambasciatori della propria cultura, si integrano realizzando ghironda, mantenendo un profondo equilibrio nella struttura musicale. un incontro ideale tra le nostre storie e quelle del Monferrato. Solitamente inserite delle schegge di modernità quando elaborate le vostre radici musicali: succede anche in questo caso? Certo, e continuerà ad accadere proprio perché ognuno di noi ha messo a disposizione di un comune progetto, legato alla tradizione e alla nostra SITI www.sanctoianne.com www.myspace.com/sanctoiannebn - www.folkclubethnosuoni.com EUROPA mondomix.it - 31 Cristina gemito del Portogallo Martina Neri Non ha scoperto subito di essere una predestinata a cantare il fado, ma tarantelle… Quello che io ho den- da quando lo ha fatto la prima volta si è accorta di averlo sempre avuto tro non è fado ma musica e non dentro. Esplora nuove sonorità mantenendo sempre un piede ben saldo potrei vivere senza. nella tradizione, che in Portogallo ha un nome solo: Amália Rodrigues. La Rodrigues è un model- Viene ora pubblicato il nuovo “Kronos”. lo o qualcuno con cui la Cosa’ha di unico questo nuovo album? comparano ovunque È una sorta di concept attorno al tema del tempo. Un lavoro a cui tengo vada? molto, esprime l’anima del Portogallo di oggi, anche perché i brani sono Non è un mo- stati composti da i più grandi autori, invitati a cimentarsi sul tema comune dello ma un del tempo. riferimento. Eppure fino a qualche tempo fa portava in giro un progetto di tutt’al- Sta lì, e io continuo ad imparare da lei ma quello che voglio fare è diverso. tra specie, “Com que voz”… Mi ha insegnato a raccontare una storia mentre canto, anche se la gente Un’idea di Stefano Gervasoni che mischia fado e musica contemporanea. non capisce il portoghese voglio che capisca ciò che sto cantando. è una vera sfida, abbiamo dei concerti in programma quest’anno. All’inizio Cosa serve per cantare il fado? ero molto riluttante ad accettare, avevo una specie di rigetto nei confronti Nulla, lo devi avere dentro. Il fado è dentro di me da molto prima che me della musica contemporanea. Io canto alcuni standard di Amália Rodri- ne potessi accorgere. Ancora non ho capito cosa sono rispetto al fado, gues intercalati da sonetti di Luis Vaz de Camões, un tenore legge delle ecco perché ogni mio disco è una ricerca. Alcune mie colleghe sono più poesie portoghesi e l’orchestra costruisce attorno la musica. è un vero legate alla tradizione, altre più contemporanee, io sono contenta di esserci crossover, difficile da capire ma ha un’atmosfera profonda. e contribuire a creare un movimento intorno a questo tipo di musica. Non Perché la sua storia musicale è partita dall’Olanda, un paese che ha guardo al fado come a una musica chiusa dentro una scatola, si evolve poco a che fare con le sonorità portoghesi? con la società. Ho tenuto il mio primo concerto in Olanda e non ero ancora una professionista all’epoca. Vedo anch’io la distanza tra i nostri due paesi. Credo che guardassero al fado come a qualcosa di esotico, totalmente differente dalla loro cultura ma l’hanno accolto a braccia aperte perché, semplicemente, non hanno tradizioni musicali proprie e questa è la ragione per cui sono così accoglienti con la musica folk o world. Diventare una cantante di fado era il suo sogno di bambina? Assolutamente, no. Anzi, credevo fosse antico e criptico. Mio nonno mi ha regalato un disco della Rodrigues che interpretava pezzi scritti per lei da Alain Oulman, un autore che rinnovava la tradizione; ascoltandolo ho capito che il fado poteva essere anche altro. Ho finito per sviluppare una vera ossessione per lei. Se il fado è dentro di te lo puoi cantare anche se canti in un’altra lingua, come Amalia che anche quando cantava DA ASCOLTARE “Kronos” [Emarcy / Universal] 32 recensioni libro ANTONINO PENNISI L’ISOLA TIMIDA. FORME DI VITA NELLA SICILIA CHE CAMBIA (1970-2005) [Edizioni Squilibri] di totalmente nuovo. Un muk – è proprio nella ver- doppio album imperdibile sione italiana che lo ha letto – il secondo contiene le ver- – continua nel solco della sioni strumentali dei brani in via intrapresa con “Foreign cui compare la leggendaria Sound”, dedicandosi però chitarra di Bob Brozman anche alla composizione e . all’arrangiamento in chiave [Plinio Bonato] SO KALMERY rock. Tuttavia quella voce Il consiglio è di vedere subito il DVD allegato. Le im- BRAKKA SYSTEM vellutata, quell’estetica av- magini di trentacinque anni di vita siciliana impreziosite [World Village / Egea] volgente e fasciante non lo dallo spettacolare commento sonoro dei fratelli Man- La musica è anche lotta mollano neanche ora.[A.Bl.] cuso. Il recupero della tradizione, la documentazione di politica, filosofia e pratica di lotte sociali, conflitti di un paesaggio vivo e forte come vita. Originario del Congo, quello dell’isola siciliana sono i protagonisti della prima e rifugiatosi in Zambia una parte. Il titolo ha origine dai versi di una delle canzoni volta rimasto orfano, So LURA più belle dei Mancuso, Timidi L’insuli Su’. La musica Kalmery si trasferisce in Eu- ECLIPSE dei fratelli è il perfetto corollario musicale (così come i ropa dove affina man mano [Microcosmo / I.r.d.] loro testi con versione italiana a fronte incastonati tra il suo personale stile, il “Eclipse” sancisce la defini- le pagine) per accompagnare il viaggio per immagini brakka. Funky e soul in parti tiva consacrazione per l’arti- RENATO BORGhETTI intrapreso da Antonino e Paola Pennisi. Spiccano le uguali, senza scordarsi del- sta di Capoverde. Una gem- FANDANGO! manipolazioni digitali con cui Pennisi restituisce i sor- l’anima blues che ogni nuo- ma d’autore, dove morna, [Felmay / Egea] risi dei bambini e le fattezze della femminilità sicula, va sonorità di questa parte funana, tango e suggestioni La fiorente attività discogra- così come le forme rituali della vita religiosa e i volti di mondo dovrebbe avere. jazz si incrociano. Poetica e fica del brasiliano Renato profondamente solcati dalla storia degli anziani siciliani. Richiami ancestrali (Kami- sognante Lura, a suo agio Borghetti ancora una volta tik soul) per un inno contro su ogni tipo di repertorio, la non tradisce le aspettative. la guerra e una magnifica voce che al meglio rappre- Un lavoro di grande fasci- apertura al rinnovamento senta il presente ed il futuro nazione “Fandango”, sug- (Brand new day). della musica di Capoverde. gestioni e stili diversi a ser- Pochi dubbi a riguardo: vizio della sua fisarmonica sta volta a dirigere i due co- ecco l’epigono destinato diatonica, gaita ponto nella niugi c’è quella vecchia vol- alla grandezza di Cesaria tradizione gaucha. Talento pe di Damon Albarn e la sua Evora cristallino sullo strumento, mano si fa sentire sin dall’ini- . AFRICA [Leonardo Vietri] suggestioni esotiche. Que- [Leonardo Vietri] [Andrea Scaccia] ziale Sabali in cui la voce di penna brillante nel ruolo di compositore. Un bel viaggio america Mariam appare immersa in una spiazzante atmosfera sonoro nei più disparati generi della tradizione musica- AMADOU & MARIAM di synth e drones elettronici RENÉ LACAILLE le latinoamericana. WELCOME TO MALI che ci ricorda un po’ proprio CORDÉON KAMÉLÉON [Beacuse] le ultime produzioni dei Blur, [Connecting Cultures / Egea] Diciamolo subito, questo è il ma da lì in poi è l’irrefrena- La musica di René Lacaille migliore album che la coppia bile istinto musicale dei due come incarnazione di un più famosa del Mali abbia a farla da padrone; l’assalto luogo, l’isola de La Réu- mai prodotto. Molti li aspet- garage-rock di Ce n’est pas nion. Arte di sintesi la sua, CAETANO VELOSO tavano al varco dopo l’enor- bon; l’euforia contagiosa di al cui interno confluiscono Zii e zie me successo del preceden- Africa o il refrain della title secoli di dominazioni e cul- [Emarcy / Universal] te. Ma anche gli scettici do- track che dimostra quanto ture straniere; generi e ritmi Tredici brani nuovi di pacca, MININO GARAY Y LOS vranno ricredersi perchè non Amadou abbia assorbito la che filtrati dalla sua fisarmo- assolutamente di impianto TAMBORES DEL SUR è la solita cartolina afropop lezione dei grandi chitarristi nica si rinnovano e più che rock e aggressivo, nel nuo- QUE LO PARIO confezionata per un pubbli- rock e l’abbia fatta propria. diventare summa musicale vo lavoro di don Caetano. [Naïve / Self] co occidentale in cerca di si trasformano in qualcosa Ispirato ad un libro di Pa- Fuoriclasse delle percus- [Daniele Marini] [Alessio Biancucci] 33 sioni, Minino Garay non tutto sommato, un gra- dita come il più importante si accontenta mai. dito ritorno. musicista israeliano di nuova [D.M.] Oltre a realizzare il desiderio segreto di ogni batterista di GAMELAN OF CENTRAL JAVA generazioni.Un disco squiasia sitamente pop “Whitin my cantare walls”: le musiche del mondo sopra i propri ritmi, è si incontrano e si mescola- riuscito trasformarsi no per dar vita ad un humus album dopo album nel culturale estremamente va- punto di riferimento per riegato. a Cd X. SINDHEN TRIO XI. MUSIC OF REMEMBRANCE [Felmay / Egea] [P.B.] Meno conosciuta della musica balinese, quella per il nuovo tango (è lui l’uo- gamelan di Java si caratterizza per una maggior leg- mo dei tamburi degli ul- gerezza ritmica e un suono più fluido. Due sono i timi Gotan Project), gra- TRILOK GURTU centri propulsori della tradizione classica dell’isola: zie alla sua particolare MASSICAL Yogyakarta e Surakarta. Le musiche qui presenta- concezione di “speaking [Bhm / Family Affair] te fanno capo alla tradizione di Surakarta. Nel X vi tango”. musica Ritmiche tipiche di Bom- sono due brani trascritti ed eseguiti utilizzando tre world, con grandi ospiti bay, l’uso distorto dell’an- diverse cantanti per le parti soliste, invece di una e gli inseparabili Tambo- tico strumento indiano LINGLING YU come abitualmente avviene, e questo conferisce ai res del sur. sarangi, persino un bra- XU LAI brani una varietà timbrica che può essere di grande no dedicato a Thelonious [Felmay / Egea] aiuto soprattutto agli ascoltatori meno abituati. Fra Monk (e, come ti sbagli, Pipa tradizionale: un liu- i due brani è stato inserito una rara composizione uno a McLaughlin) in que- to cinese risalente a più strumentale. sto nuovo disco – quasi di duemila anni fa, ha Il risultato finale è estremamente affascinante e di interamente registrato quattro corde e veniva profonda meditazione. Meno riuscito sembra il vo- in Italia – di Trilok Gurtu. utilizzato già nelle corti lume XI dedicato alla musica del ricordo dei defunti. Tuttavia c’è un’atmosfera del periodo Han (206- Il tema, si scopre leggendo il libretto, non è proprio davvero troppo frivola, 220 A.C.). Lingling è una della cultura musicale javanese, non esiste un reper- AZTECA nonostante il sassofono grande torio di musica legata alle cerimonie funebri e quindi FROM THE RUINS di Garbarek e qualche strumento e in questo [Inakustik / Egea] altro ospite. Non c’è la disco Testimonia reunion profondità dei contenuti delle composizioni della della leggendaria latin- che Gurtu ci ha abituati in tradizione cinese arran- rock band ben 35(!) anni passato. Peccato. [A.Bl.] giate da maestri del ge- Pura [L.V.] la virtuosa propone dello risulta un pò forzato. alcune [Damiano Malvi] dopo il loro primo disco. nere. Antiche melodie su con i Figli di madre igno- Formati dal percussio- natura e vita, compreso il ta ed il loro spaghetti nista resoconto della battaglia balkan. Una mesclanza come spin-off dei Santa- di Gaixia. di rock steady, swing, na nei primi anni settan- Coke Escovedo [L.V.] klezmer e chitarre surf che fanno del gruppo ta la formazione originaeuropa le contava 17 elementi milanese una delle realtà e registrò due album. THE IDAN RAICHEL più esplosive dello stiva- ETHNOS In questo live, registrato PROJECT le con il tacco. Tanti gli O BANNU nel 2007 in California, i WHITIN MY WALLS ospiti del loro ultimo la- [Scaramuccia / Egea] nostri dimostrano di es- [Cumbancha / Family Affair] voro, tra cui Roy Paci e Un bel miscuglio di tradizione sere ancora entusiasti Idan Raichel rappresenta un la Banda Osiris. Posolo- e innovazione scorre nelle ed esperti nell’arte al- punto di non ritorno per la gia consigliata: sommi- vene di questo disco pensa- chemica del latin-rock; musica israeliana. Con tre di- nistrare massicce dosi to e realizzato da Graziano la registrazione non è schi di platino, tournée che lo FIGLI DI MADRE IGNOTA di con Accini, nome non nuovo nel sempre all’altezza e al- stanno portando ad esibirsi FEZ CLUB questo ultimo travolgen- panorama di certa canzo- cune parti vocali risulta- sui palchi di mezzo mondo, il [Sapharydeluxe / Evolution] te lavoro. ne italiana. Nenie, canti alla no un po’ “scollate”. Ma pianista-produttore si accre- In piedi e pronti a ballare live, alternate [A.S.] Madonna, tarantelle e ballate 34 dvd da ricercare... cedente “In parole povere”, pugliese nel disco pensato dal come Yuri Gagarin, in- torna con un disco altrettanto chitarrista Alessandro Girotto. vece torna il carrozzone bello e forse più maturo. Il Il tutto condito dall’ottima tec- rock, miscugli balcanici fado, la chanson française, il nica improvvisativa dei musi- e del Medio Oriente, im- tango, il jazz e la bossa nova cisti coinvolti. E la presenza perfezioni sopra, sotto e di fianco ad qualificante ed esclusiva di Questa volta però pre- un’orchestra di archi. E su Fulvio (percussioni, vale una forte influen- tutto la presenza, qualifican- elettronica e supervisione alla za melodica che molto Interessante documentario, interamente autoprodotto, con te, di Omara Portuondo, la produzione) a dare unicità al riesce agli Oi va voi. l’intento di ripercorrere assieme a Félix Picherna, la storia e divina. lavoro incentrato su una ricer- Canzoni ca profonda e rilevante.[A.Bl.] confezionate meglio di ERMANNO FELLI FÉLIX PICHERNA, WALKING TANGO IN MOSCOW [EF-FILM] [A.Bl.] la struttura narrativa del ballo più sensuale e picaresco del Maras elettroniche. folk-pop che Novecento, e le connessioni tra i compositori argentini, molti così proprio non si può. dei quali di origine italiana, e il nostro paese attraverso la sua Il ritorno dei produttori personale esperienza di musicalizador, in occasione del cin- di quantenario della sua fierissima carriera nel 2008. Indipen- Tears”, dentemente dalla qualità tecnica, che risente un po’ degli e “Laughter Through Kevin Jonathan Bacon Quarmby, davvero si sente. scarsi mezzi, l’effetto è suggestivo, purché si entri in sintonia con l’intento dell’autore: restituire allo spettatore l’estetica DISSIDENTEN narrante del tango con lo sguardo di uno dei suoi principa- & JIL JILALA LOU DALFIN li protagonisti. La macchina da presa segue Picherna nella TANGER SESSIONS REMESCLA camminata moscovita, quando fu invitato come dj al Festival [Exil / Felmay] [Musicalista / Self] Tango di Mosca, tra i passi di arzillo filurete, stacchetti al I Dissidenten sono da sempre Prendi una ghironda suo- mixer dove dosa sapientemente i suoi tanghi rigorosamente sinonimi di coerenza artistica. nata dal migliore specialista in musicassetta, e un’intervista in cui il nostro svela informa- Dall’album indiano “Germa- dello strumento della peni- zioni e aneddoti inediti. nistan” del 1982 alle peregri- sola insieme alla dirompente nazioni globali dei successivi. energia della musica dei Lou BOOZOO BAJOU Ora tornano a ruggire con la Dalfin , “Remescla” il tutto GRAINS [Grazia Rita Di Florio] [A.Bl.] loro potente miscela world con i remix di alcuni dei più [¡K7 / Audioglobe] popolari che hanno a lungo unisce idealmente le coste beat elettrificata. Al centro del brillanti dj e produttori che Steso sui campi di gra- popolato la regione lucana sarde con quelle della Gia- gruppo sempre il trio Josch- si possono trovare in Italia: no il bob a due formato vengono speziate con trovate maica, tratteggiando scenari Klein-Müllrich mentre intorno sorprendente! Ancora una dai produttori tedeschi – mescolamenti a estetiche roots che lasciano spazio ad ci sono i Jil Jilala, grandi rivi- volta la band capitanata da Florian Seyberth e Peter altre, impensabili, atmosfere lovers frutto di un talizzatori della musica araba. Sergio Berardo sa guardare Heider si abbandona al tipo il country – e riproposte meticciato fortemente im- Un’esperienza ricca e giu- avanti, e con Feel good pro- sole californiano e sfor- con buon gusto. pregnato di Mediterraneo. E stamente critica verso tutte duction &co. questa volta si na un album pieno di a valorizzare questo lavoro le guerre, con una versione va in dancefloor. malinconia infarcendolo anche l’ospitata del grande inedita della vecchia hit Fata Sergente Garcia. Morgana. persino [A.Bl.] [D.M.] [L.V.] [P.B.] di un dub elettronico a SESTO CONTINENTE basso voltaggio. Tracce come Same Sun, (con la splendida Rumer) no voce di appartengo- all’immaginario li- TRAIN TO ROOTS quido e sospeso degli TERRA E ACQUA Air [Ttr / Goodfellas] mentre di “Moon Safari” altre (Kinder Versione deluxe dell’ultimo JOE BARBIERI SINENOMINE OI VA VOI Ohne Strom) sembra- lavoro di uno dei gruppi più MAISON MARAVILHA SPARTENZA TRAVELLING THE FACE no uscite direttamente amati della scena reggae [Microcosmo / I.r.d.] [Incipit / Egea] OF THE GLOBE dalle famigerate “K & D italiana. In uno scenario im- Dopo aver stimolato l’inte- C’è musica antica, riflessi del- [Oi va voi / Self] Sessions”. maginifico “Terra e acqua” resse del pubblico con il pre- la tradizione sicula e di quella Niente più tormentone [L.V. FELMAYTRADIZIONE&INNOVAZIONE www.felmay.it FELMAY Matt Darriau Patrick Novara Ismail Lumanovski Liquid Clarinets Il meraviglioso incontro nelle acque del Mediterraneo Orientale di tre grandi musicisti accomunati dal loro strumento: il clarinetto. Renato Borghetti Fandango Raffaello torna nella sua terra, mai abbandonata ma mai così strettamente abbracciata. Testi della letteratura popolare musicati da strumenti antichi e contemporanei. Il nuovo Cd dell’organettista brasiliano in un repertorio originale di musiche ispirate alla tradizione portena fra Sud del Brasile, Argentina ed Uruguay. Poesie di Garcia Lorca messe in musica in modo elegante e raffinato. Un magico incontro fra l’emozionante voce di Marisa Sannia e le liriche del poeta spagnolo. Murad Ali Khan Feelings of the Heart Il suono particolarissimo del sarangi trova nuova linfa vitale e il richiamo arcaico e fascinoso che proviene dalla tradizione musicale di corte giunge a noi in tutta la sua intatta raffinatezza. Banda Olifante Un repertorio in bilico fra jazz, tradizione popolare e world per un nuovo grande ensemble. Gamelan of Central Java X. Sindhen trio Tre brani delle tradizione classica javanese in un’interpretazione unica ed originale. felmay Il ritorno di uno dei migliori musicisti italiani di tradizione. Raffaello Simeoni Mater Sabina Marisa Sannia La Rosa de Papel EGEA distributore esclusivo per l’Italia Filippo Gambetta Andirivieni Municipale Balcanica Road to Damascus Un perfetto mix di sonorità balcaniche e sapori mediterranei con un tocco di modernità che rende il tutto più originale e gustoso. Anupama Bhagwat V. K. Raman Confluence Confluence è l’incontro di due artisti che si stanno affermando come tra i più interessanti della nuova generazione: Anupuma Bhagwat al sitar e V.K. Raman al flauto. Lingling Yu Xu Lai Una delle più grandi interpreti della tradizione classica cinese. Gamelan of Central Java XI. Music of Remembrance Musiche di commemorazione dei morti della tradizione javanese. felmay distribuzioni • vendita per corrispondenza • richiedete il catalogo strada Roncaglia 16 - 15033 San Germano AL - Italy ph +39 0142 50 577 fax +39 0142 50 780 [email protected] www.felmay.it