FIBRA ALIMENTARE Pur non potendosi considerare un nutriente, la fibra alimentare esercita effetti di tipo funzionale e metabolico che la fanno ritenere una importante componente della dieta umana. 1) aumento del senso di sazietà; 2) miglioramento della funzionalità intestinale e dei disturbi ad essa associati (stipsi, diverticolosi); 3) riduzione del rischio per importanti malattie cronico-degenerative e neoplasie in particolare i tumori al colon-retto (in parte spiegata dalla diluizione di eventuali sostanze cancerogene e dalla riduzione del loro tempo di contatto con la mucosa) 4) riduzione rischio diabete e malattie cardiovascolari (in parte per una riduzione dei livelli ematici di colesterolo). DEFINIZIONE DI FIBRA ALIMENTARE Nelle tabelle di composizione degli alimenti italiane, la fibra viene espressa come fibra alimentare (somma di cellulosa, emicellulose, pectine, gomma e lignina), escludendo quindi i polialcoli. Una classificazione alternativa è quella di “polisaccaridi non amido” che esclude la lignina (non è un polisaccaride) ma include i polialcoli (es. sorbitolo). Cellulosa e lignina (fibre insolubili) hanno notevole potere assorbente: la cellulosa assorbe circa 0.4 g di H2O per grammo di cellulosa. Il potere assorbente é inferiore per la lignina. Gomme e mucillagini sono derivate dalle farine di molti semi, frequentemente di leguminose. Un esempio é la gomma arabica, usata spesso nella preparazione di dolci (rivestimento) deriva da piante del genere acacia. Alginati, agar e carragenine sono derivati algali utilizzati nell’industria alimentare come additivi gelificanti e addensanti. IL CONSUMO DI FIBRA IN ITALIA Nel decennio 1980-90 i valori medi di introduzione di fibra alimentare in Italia erano compresi tra 21 e 25 g/die. Le evidenze scientifiche non permettono di discriminare il contributo diretto della fibra da quello di altri componenti presenti in una dieta ricca in alimenti vegetali (minerali, vitamine, antiossidanti non nutrienti, carboidrati complessi) al mantenimento dello stato di salute. Un aumento dell’assunzione di fibra rispetto ai valori attuali sembra auspicabile, purchè derivante da un più elevato consumo di alimenti ricchi di fibra (cereali, legumi, verdure e frutta) piuttosto che da concentrati di fibra. IL CONSUMO OTTIMALE DI FIBRA Una volta soddisfatte le indicazioni dei LARN relative all’energia totale e alla quota derivante da carboidrati, l’introduzione di fibra potrebbe spontaneamente aumentare di un 15-20% rispetto ai valori attuali, senza modificazioni sostanziali nella tipologia degli alimenti consumati abitualmente nella dieta italiana. Un ulteriore incremento sino al valore considerato ottimale di 30 g/die sarebbe quindi facilmente raggiungibile dando occasionalmente preferenza ad alimenti integrali o particolarmente ricchi in fibra. Un livello di introduzione di 30 g/die è allineato alle raccomandazioni correnti di altri paesi europei ed extraeuropei, e costituisce un obiettivo sensato e raggiungibile per la popolazione italiana adulta. La fibra è considerata un PREBIOTICO, capace di favorire la crescita di PROBIOTICI Alimenti probiotici sono quelli che forniscono microrganismi vivi (batteri, lieviti) , capaci di influenzare favorevolmente la salute dell’ospite migliorando la flora microbica intestinale. La composizione della flora batterica intestinale è importante per il benessere dell’individuo: Controlla la proliferazione di specie patogene; Produce vitamine (K); Stimola la maturazione del sistema immunitario intestinale; Stimola maturazione della mucosa intestinale http://www.inran.it/servizi_cittadino/stare_bene/guida_corretta_alimentazione/Linee Guida.pdf L’EDUCAZIONE ALIMENTARE: IN COSA CONSISTE? EDUCAZIONE ALIMENTARE CONSAPEVOLEZZA COMPORTAMENTO ALIMENTARE ADOZIONE REGOLE DI VITA (DIETA) Mi metto a dieta! La parola "dieta" (dal greco dìaita = modo di vivere) nella medicina degli antichi indicava il complesso delle norme di vita da seguire per mantenersi in buona salute. E’ importante ricordare che nel concetto di dieta come regola di vita è compresa anche l'attività fisica e il riposo. ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE E’ opportuno, a questo proposito, fare una distinzione tra alimentazione e nutrizione. NUTRIZIONE: l’insieme dei processi grazie ai quali l’organismo riceve, trasforma e utilizza le sostanze chimiche contenute negli alimenti, cioè i nutrienti. ALIMENTAZIONE: consiste invece nella forma e nelle modalità con cui vengono forniti, nelle giuste proporzioni, all’organismo umano gli alimenti che sono indispensabili. ALIMENTAZIONE E NUTRIZIONE L’alimentazione è la somma delle attività, coscienti e volontarie, con cui l’essere umano sceglie gli alimenti adatti al consumo, li libera dagli scarti, li trasforma e li tratta in vario modo, sottoponendoli anche a cottura, se del caso, e infine li ingerisce. A partire da questo momento si parla di nutrizione: gli alimenti vengono digeriti nel tubo gastroenterico, i nutrienti vengono assorbiti e quindi trasportati al fegato e ai tessuti periferici, dove vengono utilizzati. Esistono dunque molti modi di alimentarsi, ma uno solo di nutrirsi. La nutrizione si realizza in modo involontario ed incosciente. Ciascuno di noi può alimentarsi a suo libero arbitrio, mangiare carne o verdura, ma non può decidere di assorbire o non assorbire gli aminoacidi o le vitamine contenute negli alimenti e tanto meno influire sul loro destino. Da tutto ciò si deduce che la nutrizione dell’uomo dipende essenzialmente dalla sua alimentazione: l’organismo utilizza quello che riceve e poiché l’alimentazione è volontaria e cosciente, essa è suscettibile di essere influenzata dall’educazione alimentare. L’EDUCAZIONE ALIMENTARE: E’ NECESSARIA? Una corretta educazione alimentare serve ad evitare di commettere quei piccoli errori nella propria alimentazione che ripetuti nel tempo possono mettere a repentaglio lo stato di salute. L’incidenza di molte patologie croniche è legata anche alla dieta e agli stili di vita ALIMENTAZIONE MALATTIE CRONICHE E DEGENERATIVE LIMITI DEGLI STUDI EPIDEMIOLOGICI Per alcune patologie metaboliche e degenerative, ad insorgenza multifattoriale, la malattia e’ il risultato di una complessa serie di interazioni tra genetica, ambiente e stili di vita. Tuttavia, a causa del lungo periodo di latenza tra esposizione a rischio alimentare e comparsa della malattia, è talvolta difficile stabilire un collegamento netto tra un singolo fattore (alimentazione) e condizioni di salute. Infatti la maggior parte degli studi che descrivono queste associazioni sono di tipo retrospettivo e l’interpretazione dei risultati è spesso complicata da diversi fattori. Le patologie con maggiore impatto e che lasciano maggior spazio alla prevenzione sono in Italia, come nella maggior parte dei Paesi industrializzati: 1) l’obesità; 2) il diabete non insulino-dipendente; 3) i disturbi del comportamento alimentare; 4) alcune malattie del sistema cardiocircolatorio; 5) alcuni tumori; 6) l’osteoporosi; 7) i disordini causati da carenza di iodio; 8) le anemie nutrizionali e, in particolare, quella da carenza di ferro; 9) la carie dentaria; 10) la cirrosi epatica; 11) le allergie e le intolleranze alimentari. L’obesità: eccesso di tessuto adiposo in grado di indurre un aumento significativo di rischi per la salute (malattie cardiovascolari, pressione alta, diabete, ipercolesterolemia). PERCENTUALE DI OBESI 20 15 1970 10 2005 5 0 ITALIA USA DIFFUSIONE DI OBESITA’ E SOVRAPPESO IN ITALIA L’OBESITA’ E’ INVERSAMENTE CORRELATA CON IL LIVELLO DI ISTRUZIONE OBESITA’ E SOVRAPPESO: SOLO NEGLI ADULTI? In Italia la maggioranza dei bambini è ormai molto sedentaria, trascorre mediamente, già all'età di 6 anni, oltre due ore al giorno di fronte alla televisione, pratica giochi passivi e trascura quei giochi all’aperto che sono fisicamente più impegnativi. Solo una piccola parte dei bambini e dei ragazzi pratica regolarmente attività sportiva. Non stupisce, quindi, che quote crescenti della popolazione infantile italiana siano in sovrappeso o francamente obese. I bambini che si mantengono attivi durante tutto il periodo della crescita avranno, da adulti, uno scheletro più robusto e, da anziani, saranno più difficilmente soggetti a fratture osteoporotiche. In Italia la prevalenza (36%) di sovrappeso ed obesità risulta la più elevata d’Europa. Nelle regioni meridionali la prevalenza dell’obesità risulterebbe più elevata soprattutto nei maschi rispetto alle femmine. I risultati di un’indagine promossa dal Ministero della Salute indicano che all’età di 9 anni in città campione di Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Campania, Puglia e Calabria il 23,9% dei bambini è in soprappeso ed il 13,6% è obeso. Anche questa indagine conferma la più elevata prevalenza di obesità nelle regioni del sud (16% a Napoli) rispetto al nord (6.9% a Lodi). Ma quanto pesano i nostri figli ?! RISCHIO DI DIVENTARE OBESO DA ADULTO Il rischio relativo per un bambino obeso di diventare un adulto obeso aumenta con l’età ed è direttamente proporzionale alla gravità dell’eccesso ponderale. Fra i bambini obesi in età prescolare, dal 26 al 41% diventa obeso da adulto, e fra i bambini in età scolare tale percentuale sale al 69%. La percentuale di rischio sale all’83% per gli adolescenti obesi. L’avere uno o entrambi i genitori obesi è il fattore di rischio più importante per la comparsa dell’obesità in un bambino.