GIARDINI DI MIRÒ “Good Luck”

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GIARDINI DI MIRÒ “Good Luck”
23 Marzo 2012 | CD | Santeria | Audioglobe
C'è qualcosa di spirituale nella campagna emiliana, una spiritualità laica fatta di minimalismi, di
essenzialità, di geometrie, di linee che guidano gli occhi. Il nuovo disco dei Giardini di Mirò è stato
registrato a San Prospero di Correggio non lontano da dove i CCCP registrarono "Epica Etica Etnica
Pathos". Il disco ha il sapore di questa terra, delle sue collocazioni, degli spazi vuoti, delle linee rette,
dei parallelismi voluti e involontari, tra un casolare, una latteria, una porcilaia. Il quinto album dei
Giardini di Mirò è stato registrato quasi come l'avessimo fatto in casa, tra di noi, nei posti famigliari, tra
la gente che più ci piace.
Forse è la prima volta che non abbiamo delle influenze o degli ascolti musicali esterni che in un
qualche modo ci abbiano influenzato durante la scrittura e realizzazione del disco.
Un disco che si è sviluppato in fasi diverse e non omogenee tra loro. Un lavoro concepito dopo
l'esperienza de “Il Fuoco”, progetto che rifuggiva la canzone e l'idea stessa di disco come raccolta di
canzoni.
Un album nato da poche sessioni di prova molto distanti tra loro, in cui sono passati diversi mesi tra la
prima e l'ultima. Ed il gruppo che in mezzo ha suonato pochissimo in Italia e di più in Germania, come
ad estraniarsi dal corso attuale delle vicende musicali del nostro paese ed andare all'estero per
ritrovare il suono della band. Per ricostruirlo su quei palchi, continuando a vivere il sogno di gruppo
musicale europeo.
Il concetto di autenticità è fondamentale: vorremmo che i nostri dischi riuscissero a raccontare la
nostra complessità fatta di suoni, parole, immaginari in un modo diretto, senza farsi troppi problemi.
Ecco, allora siamo nella giusta direzione. Se questo dovesse smettere di accadere, non saremmo più il
gruppo che vorremmo essere.
“Good Luck” è anche un disco che ha visto chiudersi una fase ed aprirsene un’altra con
l'avvicendamento alla batteria tra Francesco Donadello, che lascia il natio suolo per trasferirsi a
lavorare in quel di Berlino, ed Andrea Mancin, altro veneto picchia pelli.
L’album è stato prodotto da Francesco Donadello, Andrea Sologni e dagli stessi Giardini di Mirò,
mentre il missaggio è stato effettuato da Andrea Sologni con il prezioso aiuto di Andrea Suriani che ha
curato anche il mastering presso gli studi Alpha Dept. di Bologna.
Fra gli ospiti si segnalano Sara Lov (Devics) che canta il brano ‘There Is A Place’, Stefano Pilia che è
ospite alla chitarra su ‘Spurious Love’ ed Angela Baraldi, ospite alla voce in ‘Spurious Love’ e ‘Rome’.
Quella delle collaborazioni è sempre stata una scelta legata all’ottica di proseguire e di attingere tra gli
amici e le persone che stimiamo e che conosciamo, anche e soprattutto personalmente.
“Good Luck”, perché nel duemiladodici, dopo il fuoco dei mercati e le opinioni che ci dividono sul futuro,
non ci resta che augurarci ed augurarvi buona fortuna. Ne abbiamo tutti bisogno.
[gdm]
Giardini di Mirò
Jukka Reverberi: voce, chitarra e basso
Corrado Nuccini: voce e chitarra
Luca di Mira: tastiere e piano elettrico
Emanuele Reverberi: violino e tromba
Mirko Venturelli: basso, clarinetto e sassofono.
Tracklisting: 01. Memories | 02. Spurious Love | 03. Ride | 04. There Is A Place | 05. Good Luck | 06.
Rome | 07. Time On Time | 08. Flat Heart Society
Francesco Donadello: batteria in 1, 2, 4, 6, 7, 8 | Andrea Mancin: batteria in 3, 5
BIOGRAFIA
I Giardini di Mirò provengono dalla provincia reggiana, da Cavriago, che in dialetto si dice “Quariêgh”,
un comune di quasi diecimila anime il cui sindaco onorario, dal 1917, è Vladimir Lenin.
La musica del gruppo vive però di influenze anglossassoni, in particolar modo inizialmente si rifà al
post rock per arrivare ora ad un suono proprio che è un mix di psichedelia, shoegaze, dream pop, noise,
post punk, musica d’autore e molto altro. Dall’uscita del primo album ufficiale del 2001 “Rise And Fall
Of Academic Drifting” i Giardini di Mirò sono indicati come un gruppo di riferimento del fenomeno
alternative rock italiano anche se la vocazione del gruppo è quella di far parte di una scena più ampia,
europea e non solo.
Per questo motivo i GDM calcano con entusiasmo i palchi di mezz’Europa. Dall’uscita del primo album
sono otto i tour in Germania, tre in Grecia e sono moltissimi i concerti ovunque in Europa, dalla
Svizzera al Belgio, dal Lussemburgo alla Polonia, dalla Spagna alla Norvegia.
E per questo motivo, hanno instaurato rapporti costanti con etichette indipendenti di tutto il mondo
(2nd rec, Fictionfriction, Love Boat, Contact, Earsugar, Monopsone, Hausmusik, City Center Office ...),
che oltre ai cinque album ufficiali hanno prodotto una miriade di EP, remix, raccolte di inediti.
La formazione comprende Jukka Reverberi (chitarra, voce), Corrado Nuccini (chitarra, voce), Luca
Di Mira (tastiere), Mirko Venturelli (basso, clarino, sax) ed Emanuele Reverberi (violino, tromba).
Dal 2003 fino al 2011 il batterista del gruppo è stato Francesco Donadello, ora sostituito da Andrea
Mancin.
La collaborazione con altri artisti, non solo musicisti, è stata fin dal primo disco una costante stilistica
dei GDM che, in questo modo, riescono ad ampliare il proprio progetto artistico a visioni diverse della
stessa prospettiva. Sara Lov, Hood, Alessandro Raina, DNTL, Alias, Hermann & Kleine, Styrofoam,
Apparat, Piano Magic, Isan, Paul Anderson, Opiate, Yuppie flu, sono solo alcuni degli artisti che negli
anni hanno collaborato con il gruppo, anche in modo continuativo.
La storia ufficiale inizia nel 1998 con il primo ep autoprodotto e le prime esibizioni live anche se tutto
nasce prima, nel 1995, da una collaborazione fra gli allora compagni d’università Corrado Nuccini e
Giuseppe Camuncoli, oggi noto fumettista.
Dopo l'esordio del 1998 con l’ep “Iceberg” e l’omonimo album “Giardini di Mirò” (1999) che li porta
alla ribalta della scena rock italiana, è grazie a “Rise And Fall Of Academic Drifting” (2001) che la
band di Cavriago trova la definitiva consacrazione nazionale. Un lavoro finemente costruito e
armonico in ogni sua componente. Il saper fondere melodia e sonicità in un tutt’uno elettricamente
perfetto e sofferente appare, sin dall’ascolto della morriconiana ‘A New Start’, come il vero tratto
distintivo del gruppo.
Al momento dell'uscita del successivo “Punk…Not Diet!” (2003), i Giardini di Mirò erano attesi al
varco da tutti gli appassionati di musica alternativa made in Italy. E l’attesa è stata ripagata da un disco
per certi versi sorprendente. I Giardini di Mirò hanno saputo rinnovarsi senza snaturarsi, hanno
intelligentemente allargato i loro orizzonti, abbracciando anche la forma canzone, inserendo parti di
elettronica minimale e, soprattutto, servendosi maggiormente del canto. E' di questi tempi l'intensa
collaborazione con Alessandro Raina, che successivamente sarà anima di Amor Fou e del progetto
solista Casador.
La band ha continuato, quindi, il proprio cammino verso la personale idea di musica e lo ha fatto in
maniera convincente, cambiando le carte in tavola e mantenendo sempre una coerenza di fondo con i
precedenti lavori. I concerti cominciano ad essere affollati da un sempre crescente pubblico. I Giardini
di Mirò iniziano a guardare al di là dei confini italiani ed anche all’estero attirano notevole interesse.
A distanza di tre anni dal fortunato “Punk…Not Diet!”, i Nostri tornano sulle scene con l'Ep “North
Atlantic Treaty Of Love” originariamente diviso in due parti (uscito su Lp sempre per 2nd rec.).
Tante le cose successe nel frattempo: Alessandro Raina è uscito dal progetto e la sua voce è stata
sostituita da quella di Jukka e Corrado, Luca Di Mira ha pubblicato un disco solista a nome Pillow, tra
suggestioni glitch e elettronica ambientale, il già citato Corrado Nuccini ha lavorato duro al suo
progetto di hip-hop in odor di Anticon e, infine, i Giardini di Mirò sono stati anche impegnati nelle vesti
di produttori per il disco dei Zucchini Drive, duo hip-hop belga che si è avvalso dell'aiuto dei cinque di
Cavriago, appunto, oltre che di Markus Acher dei Notwist, Alias, Populos e altri. Novità assoluta: la
voce di Jukka Reverberi, tra canto e spoken word , a recitare versi de "L'Otello" di Shakespeare.
L'atteso nuovo lavoro sulla lunga distanza, “Dividing Opinions”, esce nel 2007. E in due minuti (i
primi) fa già capire molto: certe cose, ora, Jukka e soci le vogliono dire senza intermediari, c’è l’urgenza
di metterci la faccia e vedere l’effetto che fa. Ed è la cosa più lampante, che poi si traduce anche in un
impatto sonoro decisamente meno crescente e più controllato: si va subito su di giri per frenare
quando il climax viene raggiunto, lasciando spesso nel limbo una chitarra sporca e sola. Una soluzione
che funziona e che rende “Dividing Opinions” uno degli episodi più riusciti nella carriera del gruppo.
Nel 2009 esce il nuovo progetto “Il Fuoco”, che nasce come sonorizzazione dell'omonima pellicola del
1915 realizzata da Giovanni Pastrone col contributo di Gabriele D’Annunzio, commissionata al gruppo
dal Museo Nazionale del Cinema di Torino. La forza delle immagini del film di partenza unite al forte
potere evocativo della sonorizzazione, inizialmente nata per essere un evento live unico, riesce ad
infondere nuova ispirazione alla band di Cavriago e “Il Fuoco” assume i contorni di un vero e proprio
lavoro sulla lunga distanza: il quarto della discografia.
L’album che ne risulta è strutturato secondo tre grandi movimenti di una possibile sinfonia post-rock,
seguendo la dinamica della pellicola che è la storia dell’ossessione di un poeta misconosciuto per una
affascinante poetessa. Avvicinamento, contatto, qualcosa di persino tenero: ‘La Favilla’. La breve e
dirompente storia d’amore, con quei minuti di gaiezza e di travolgimento: ‘La Vampa’. L’abbandono, la
disperazione, l’epilogo da manicomio: ‘La Cenere’.
Da parte della critica la più antiretorica, venusiana, concertante e sconcertante sonorizzazione italica;
la migliore, almeno nel decennio 2000. Il tour che accompagna l'uscita del disco ha un notevole
successo anche in Europa, e propone la sonorizzazione dal vivo del film, chiudendo un ideale cerchio,
partito dal Museo Nazionale del Cinema per arrivare al pubblico di club e teatri che si confronta con un
film liberty di quasi cento anni.
Siamo ai giorni nostri ed i Giardini di Mirò sono pronti con il nuovo lavoro “Good Luck”, in uscita su
etichetta Santeria con distribuzione Audioglobe.
Oggi i Giardini di Mirò sono un gruppo di persone unite dalla passione per la musica e dal desiderio di
suonare insieme, viaggiano tutti stretti in un furgone per raggiungere i palchi italiani ed europei e
dormono in camere doppie o triple a seconda dei luoghi e degli accoppiamenti. La formazione dei
Giardini di Mirò conta anche Michele Venturi e Andrea Sologni, rispettivamente navigatore ideologico
e sommelier del suono.
[Per la stesura della bio si ringrazia Matteo Lavagna]
DISCOGRAFIA
Album
Good Luck (Santeria 2012)
Il Fuoco (Unhip 2009)
Dividing Opinions (Homesleep/2nd Rec 2007)
Punk…Not Diet! (Homesleep/2nd Rec 2003)
Rise And Fall Of Academic Drifting (Homesleep/Fictionfriction 2001)
EP e progetti speciali
Hits For Broken Hearts And Asses (2nd Rec 2005)
The Academic Rise Of Falling Drifters (Homesleep 2002)
North Atlantic Treaty Of Love Part 2 (NATO) (2nd Rec 2006, Vinile 12″)
North Atlantic Treaty Of Love (NATO) (2nd Rec 2006, Vinile 12″)
Earsugar Jukebox (Earsugar 2005, Vinile 7″)
Revolution On Your Pins! (Homesleep/2nd Rec 2003, CD Singolo/3″)
The Soft Touch EP (Homesleep/Contact Record 2002)
Gdm/Deep End (Split con Deep End, Love Boat 2002, Vinile 10″)
10″ Gdm Vs. Pmn (Split With Pimmon, Fictionfriction, Vinile Trasparente 10″)
Iceberg EP (Gammapop/Zum 1999)
Gdm? (CD-R 1998/Fictionfriction 2001)
Ufficio stampa
Paolo Naselli Flores | [email protected]
Valentina Bellé | [email protected]
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