Le tappe della Rivoluzione Russa

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Le tappe della Rivoluzione Russa
(Prof.ssa Lucia Gangale)
Rivoluzione di febbraio. Pietrogrado, 1917, metà di febbraio: si susseguono incidenti e scioperi, nelle
fabbriche e nelle campagne operai e contadini danno vita ai soviet, i soldati inviati a reprimere le
rivolte si uniscono alle proteste dei dimostranti. Il 27 febbraio la città è ormai in mano agli insorti, il 2
marzo nasce il governo provvisorio di L’vov che fa arrestare lo zar. Il 17 marzo 1917 la Russia diviene
una repubblica.
Rivoluzione di ottobre. Il 2 aprile 1917 Lenin rientra in Russia dal suo esilio tedesco e presenta un
programma di dieci punti (Tesi di aprile) secondo il quale tutto il potere deve essere conferito ai
soviet.
Fra il 24 e il 25 ottobre 1917 gruppi armati guidati da Lev Trockij occupano i luoghi chiave di
Pietrogrado e pongono fine alla repubblica liberale russa. Il potere va in mano a Lenin e ai dirigenti
bolscevichi.
La Russia dopo la pace di Brest-Litovsk. Il 3 marzo 1918 la pace di Brest-Litovsk sancisce l’uscita della
Russia dal conflitto mondiale: i russi perdono a favore della Germania gli Stati baltici, la Polonia
orientale, la Finlandia, l’Ucraina, il 26% della popolazione ed il 50% della produzione agricola.
La nascita delle repubbliche indipendenti. Il 2 novembre i bolscevichi proclamano il diritto di
autodeterminazione dei popoli: nascono le repubbliche indipendenti di Finlandia, Polonia, Estonia,
Lettonia, Lituania e quelle sovietiche di Bielorussia e Ucraina. Nel 1918 la Russia si trasforma nella
Repubblica socialista federativa sovietica russa.
Le conquiste dell’Armata rossa. L’Armata rossa guidata da Lev Trockij si scontra dal 1918 al 1920 con
le truppe dell’Armata bianca sostenute dalle potenze dell’Intesa. Dopo una prima fase favorevole alle
forze filozariste, a partire dalla metà del 1920 i bolscevichi riconquistano Siberia, Crimea, Georgia,
Armenia, Azerbaigian. Si mantengono indipendenti Lituania, Estonia, Lettonia, Finlandia, Polonia.
La «terza rivoluzione». Decisionismo e centralismo portano in breve il partito alla perdita di consenso
tra la classe operaia. A febbraio 1921 Pietrogrado viene scossa da un’ondata di scioperi operai. A
marzo a Kronstadt viene repressa nel sangue una rivolta scoppiata in nome della “terza rivoluzione”.E’
il segno del distacco dei bolscevichi dal popolo.
La nascita dell’Urss. Il 30 dicembre 1922 nasce l’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss),
uno Stato federale cui aderiscono Russia, Ucraina, Bielorussia e Transcaucasica e dopo anche i territori
asiatici che facevano parte dell’impero zarista. L’Urss viene riconosciuto prima dalla Germania (1922)
e, in seguito, da tutte le altrepotenze europee (1924).
Il secolo breve – E’ il titolo di un fortunato libro dello storico Eric J. Hobsbawm. Il libro, del 1994,
contiene la tesi secondo cui il Novecento è un “secolo breve” che si apre con la Prima Guerra Mondiale e
con la Rivoluzione Russa e si conclude nel 1989-91 con la caduta del muro di Berlino e del blocco
comunista. Per Hobsbawm è attraversato da tre ideologie concorrenti: quella comunista, quella
nazifascista e quella liberale, ognuna delle quali proponeva un suo modo, antitetico alle altre, di
organizzare la sfera politica, la società e l’economia.
Perché la Rivoluzione russa costituì un modello? Perché aveva trasformato (a costi sociali altissimi) un
paese arretrato in una delle massime potenze politiche e industriali mondiali. La crisi economica del 1929
acuì la percezione che stesse per verificarsi quanto aveva sostenuto Marx: la crisi finale del capitalismo da
cui sarebbe scaturita la rivolta proletaria. Di fronte alle difficoltà del capitalismo il modello sovietico
apparve come una valida alternativa al sistema capitalista. Il sistema russo sembrava offrire progresso e
uguaglianza maggiore rispetto a quello capitalista-liberale: erano gratuite la casa, la sanità, l’istruzione.
La realtà, però, era ben diversa e sconosciuta ai contemporanei. L’economia era sotto il totale controllo
dello Stato, molti erano i privilegi dei quadri del Partito comunista mentre la gente soffriva la penuria dei
beni di consumo, il sistema politico sopprimeva tutte le libertà individuali. Ma la propaganda sovietica era
molto abile nel presentare la Russia come la terra del “socialismo reale”, dove il sogno di una società di
uguali era stato effettivamente realizzato.
Il rapporto Kruscëv. Nel 1956 con Nikita Kruscëv, segretario del Pcus (Il Partito Comunista Sovietico),
finiscono le “grandi purghe” e l’economia sovietica vive un forte rilancio. Il rapporto Kruscëv del 1956 –
che fu letto ai soli dirigenti comunisti, mai pubblicato in Urss ma presto conosciuto in tutto il mondo
occidentale –, conteneva la demolizione della figura di Stalin attraverso una sistematica denuncia di tutti i
suoi errori e crimini commessi in Unione Sovietica. Tali errori erano attribuiti al “culto della personalità”
di cui Stalin si circondò in vita.
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