CRIPTOSPORIDIOSI Si tratta di un piccolo coccidiomorfo (Classe Sporozoasida; Famiglia Cryptosporidiidae) a diffusione cosmopolita che infetta il bovino, la pecora, la capra, il cavallo, i cervidi ed uomo. Recenti studi molecolari hanno mostrato che esistono genotipi di Cryptosporidium ospite specifici Oltre a C. parvum anche C. bovis è stato identificato, mediante metodiche molecolari, come una specie che infetta i bovini Ciclo biologico 1. 2. 3. 4. Liberazione di sporozoiti infettivi; schizogonia (moltiplicazione asessuata); gametogonia (formazione di gameti); fecondazione; 5. 6. formazione della parete dell’oocisti; sporogonia e sporulazione endogena. L’infezione si verifica in seguito all’ingestione di piccole oocisti (4-5 micron) contenenti 4 sporozoiti. Si liberano nell’intestino e si attaccano al margine microvilloso degli enterociti (ileo +++) dove si trasformano in trofozoiti. I microvilli intestinali formano nel punto di contatto con il protozoo un’area di fusione che dà origine a una “ lamella di ricambio ” attraverso la quale avviene lo scambio di materiale nutritivo. In seguito i microvilli congiungendosi all’apice formano un “vacuolo parassitario” che avvolge il protozoo. Cryptosporidium spp. Schizonti nell’estremità apicale delle cellule intestinali Recettività e sensibilità giovane età: massima incidenza tra i soggetti di 3-15 gg; adulti: solo se immunodepressi; la recettività diminuisce con l’aumentare dell’età; la dose di oocisti ingerite non è mai proporzionale alla sintomatologia; • non sempre il colostro protegge gli animali dall’infezione • • • • • Feci eliminate dai neonati; • lambimento delle pareti del box imbrattate con le feci; • infezione autogena; • acqua e alimenti contaminati con le feci; • oocisti eliminate dagli animali adulti portatori-eliminatori; • leccamento della mammella, fianchi, perineo, ecc; • inalazione delle oocisi nelle forme respiratorie; Fonti d’infezione Resistenza • A temperatura ambiente (18-20°C) resistono per un anno; • le oocisti rimangono infettanti per 2-6 mesi a 4°C; • ha scarsa resistenza • al disseccamento (65°C x 30’) • al congelamento (-18°C x 24h). • Invasione degli enterociti da parte del parassita; Patogenesi • distruzione delle cellule assorbenti; • sostituzione delle cellule danneggiate con cellule la cui funzione assorbente ed enzimatica è ridotta; • aumento della pressione osmotica nel lume intestinale a causa del mancato assorbimento; • dilatazione del lume intestinale; • risposta dell’ospite con infiltrazione della lamina propria di cellule infiammatorie; Sintomatologia • il principale segno clinico è la diarrea improvvisa; • la diarrea può essere accompagnata da altre manifestazioni cliniche in relazione all’età del soggetto, allo stato immunitario e alle condizioni ambientali; • perdita dell’appetito, dimagramento e disidratazione; • se non insorgono complicazioni si ha risoluzione spontanea nell’arco di 8-10 gg; • non esistono segni patognomonici che permettano di differenziare la criptosporidiosi da altri enteropatogeni; • se le condizioni ambientali sono avverse e il managemant dell’allevamento non è ottimale l’evoluzione è rapida con morte dei soggetti nel giro di 24-48 h. . Lesioni macroscopiche • A livello addominale: ipotrofia del mesentere; infarto dei gangli regionali • A livello abomasale: latte indigerito sotto forma di coaguli. • Intestino tenue: enterite, iperemia, contenuto giallastro acquoso. • Grosso intestino: accumulo di gas. Diagnosi • clinica • istologica • parassitologica • immunologica Diagnosi clinica • Non è specifica; • i segni clinici, la sintomatologia e l’epidemiologia non sono sufficenti per differenziarla da altri enteropatogeni; • enteropatogeni frequentemente associati a criptosporidiosi sono: Giardia, E. coli, Rotavirus, Coronavirus, Parvovirus, Salmonella. Diagnosi parassitologica • Ricerca delle oocisti nelle feci: sedimentazione e flottazione mediante l’uso di -sol. saccarosio di Sheather; -solfato di zinco; -cloruro sodico; poco sensibile; Diagnosi parassitologica • Strisci di feci colorati con tecnica di Heine: -fucsina fenicata oocisti incolori su sfondo rosso (osservare subito il preparato ad immersione); • Strisci di feci colorati con la Ziehl-Nielsen modificata secondo Herkinson: -fucsina fenicata -decolorazione con H2SO4 -colorazione di contrasto con verde malachite. oocisti color rosso Diagnosi parassitologica Queste metodiche non consentono l’identificazione della specie e sono utili solo in caso di infezione in cui generalmente vengono eliminate un numero molto elevato di oocisti (500.000/gr). Immunità • I. innata: esiste un’immunità innata nei ruminanti domestici secondo quanto riferito da alcuni autori, tuttavia i veri meccanismi non sono noti per cui occorrerebbero ulteriori indagini; • i. acquisita: le IgM compaiono nei neonati infetti al 7° giorno e aumentano fino al 30°mantenendosi elevate per un lungo periodo. Le IgG e le IgA compaiono al 15°giorno di vita. In seguito vengono prodotte le IgAS a livello intestinale. La loro cinetica dipende dall’età in cui l’animale si è infettato, presentando valori più elevati negli animali che si sono infettati in età più avanzata. Diagnosi immunologica • Non è specifica per l’impossibilità di distinguere tra Ac dovuti all’infezione e Ac assunti con il colostro; • in umana sono disponibili tests di immunofluorescenza indiretta con Ac monoclonali. • test ELISA: più sensibile, non è tuttavia indispensabile ,in quanto I soggetti con sintomatologia in atto eliminano numerose oocisti facilmente evidenziabili anche con le normali e meno costose tecniche di colorazione. Il test potrebbe trovare applicazione nei monitoraggi per l’identificazione dei portatori asintomatici importante dal punto di vista epidemiologico. Prime segnalazioni in Italia • 1972 Mandelli e Coll.: nell’intestino di giovani tacchini,nella borsa di Fabrizio dei polli e nelle cavità rino-sinusali delle quaglie; • 1982 Canestri e Trotti: nei vitelli, bufalotti e uomo; • 1984 Genchi e Coll.: nei vitelli della Lombardia; • 1985 Leoni: negli agnelli della Sardegna; • Malattia emergente dell’allevamento intensivo; • facilitata dall’alta densita di animali, dall’enorme quantità di oocisti già sporulate eliminate con le feci e dalla presenza di malattie gastroenteriche concomitanti (Rotavirus, Coronavirus, E.coli, Salmonelle, ecc.); • riveste un importante ruolo nell’insorgenza delle sindromi diarroiche dei giovani animali; • si può manifestare in seguito a trattamenti cortisonici; • nell’uomo può presentarsi in contemporanea con patologie immunosoppressive come l’AIDS; La prevalenza negli animali è altamente variabile avendo un range da 0% al 75%; La maggior parte delle infezioni sono in relazione all’età, 3-15 giorni di vita. Il periodo prepatente è considerato di 3-10 gg.; Il periodo di patenza può variare da 3 a 35 gg.; É un’infezione cosmopolita presente sia nei luoghi con clima freddo che temperato. •Prevalenze in Italia: - 26,4% in Abruzzo (Canestri Trotti et al. 1982); - 27% in Lombardia (Genchi et al. 1984); - 33,0% in Lombardia (Boni et al., 1988); - 11,6% in Piemonte (Ferrari et al., 1991); - 33,7% in Sardegna (Scala, Garippa 1994). •Prevalenze all’estero: - 14,0% in Inghilterra (Snodgrass et al., 1986); - 14,4% in Svizzera (Spillman et al., 1986); - 5,6% in USA (Sobieh et al., 1987); - 25,0% in Bulgaria (Khalacheva et al., 1988 Risultati DISTRETTO % CAPI POSITIVI %ALLEVAMENTI POSITIVI Arborea (OR) 38,2% (89/233) 71,4% (30/42) S.M. la Palma-Porto Torres (SS) 26,5% (22/83) 53,3 (8/15) Ozieri-Chilivani (SS) 25 % (13/52) 66,6% (4/6) CLASSE D’ETA’ PREVALENZA da 0 a 10 giorni 35,3% da 11 a 20 giorni 52,7% da 21 a 30 giorni 21,6% da 31 a 40 giorni 18,9% Terapia - sulfonamidi - il lasacocid - arprinocid - paromomicina 25-100 mg/Kg/die per 11gg. - decochinato 2,5 mg/Kg/die per 4 settimane - alofuginone (dose efficace vicino a quella tossica) riducono l’emissione oocistica, ma non controllano la sintomatologia Terapia Il trattamento sintomatico riduce gli elevati tassi di mortalità - reidratazione con soluzioni isotoniche; - antidiarroici che non inibiscano la peristalsi; - probiotici per ricostituire la flora intestinale; - vitamine K, B1, B6 , PP e A; - antibiotici; Profilassi • Evitare il contatto con animali infetti (isolamento); • attenzione alle acque di scolo infette si depurano non con la clorazione, ma solo con la microfiltrazione; • fare in modo che I neonati nonsiano stabulati in aree precedentemente occupate da neonati infetti; • buona alimentazione delle madri soprattutto durante la fase terminale della gravidanza; • monitorare temperatura e umidità evitando condizioni estreme; • somministrazione di colostro in modo razionale nelle prime ore di vita; • attuazione di una razionale vaccinazione delle madri. Profilassi vaccinale E’ stato sperimentato un vaccino costituito da oocisti liofilizzate che somministrato subito dopo la nascita riducono significativamente la durata media della diarrea e del periodo di eliminazione delle oocisti.