CONOSCERE LA TOXOPLASMOSI Che cos’è la Toxoplasmosi? La toxoplasmosi è un’infezione protozoaria cosmopolita sostenuta da un coccidio parassita intracellulare obbligato, molto diffuso in natura, che ha come ospite definitivo il gatto e alcuni felidi selvatici e come ospite intermedio circa 200 vertebrati a sangue caldo, uomo compreso. Chi è l’agente eziologico? L’agente eziologico è il Toxoplasma gondii. Il parassita possiede due cicli riproduttivi ben distinti: quello sessuato, che si svolge nelle cellule intestinali dell’ospite definitivo (gatto) e porta alla formazione di oocisti, e quello asessuato, che si svolge sia nell’ospite definitivo sia in quello intermedio (uomo, altri mammiferi, volatili) e porta alla formazione di tachizoiti e bradizoiti. Come si contagia il gatto? Il gatto acquisisce l’infezione in seguito all’ingestione di oocisti che si trovano nel terreno ma, principalmente, mangiando mammiferi infetti, in particolare piccoli roditori (topi, ratti) ed uccelli che presentano delle cisti tissutali (soprattutto nei muscoli e nel cervello), che possono rimanere vitali anche per tutta la vita dell’animale. Il protozoo, penetrato nelle cellule epiteliali dell’intestino tenue del gatto, si moltiplica attivamente dando luogo, dopo circa 10 giorni dall’infezione, alla formazione di milioni di oocisti, che verranno eliminate con le feci nell’ambiente esterno, ove avviene il processo di sporulazione (maturazione, che è esogena). Solo la prima volta che si infetta, il gatto elimina le oocisti con le feci, per una, due o massimo tre settimane. Successivamente acquisisce un’immunità specifica. Quando le oocisti sono state eliminate, non sono infettanti. Lo diventano nell’ambiente esterno con la sporulazione, che avviene in tempi diversi, a seconda di temperatura, umidità e disponibilità di ossigeno. (2 -3 giorni a 24 °C; 15 giorni a 15 °C, 21 giorni a 11 °C). Le oocisti possono rimanere nell’ambiente, vitali e infettanti per oltre un anno (fino a 18 mesi). Il ciclo asessuato si svolge in una grande varietà di mammiferi, uomo compreso, e di uccelli. In questa fase il toxoplasma si presenta sotto due forme: vegetativa e cistica. Nella forma vegetativa (proliferativa), il parassita appare come un elemento di forma semilunare (tachizoita). Penetrato nell’ospite, si diffonde attraverso il sangue e la linfa e si riproduce attivamente per endoduogenia nelle cellule del sistema reticolo-monocitario, del cervello e dei muscoli. Si ritrova nella fase acuta dell’infezione e nelle riacutizzazioni. La forma cistica segna il passaggio dalla fase acuta alla fase cronica dell’infezione, infatti si forma dopo la fase iniziale di intensa riproduzione del parassita ed in concomitanza con la risposta immunitaria dell’organismo ospite:il parassita resterà annidato all’interno delle cellule parassitate che, aumentando di volume, assumono l’aspetto di cisti. Queste restano localizzate nei tessuti (cervello, muscoli, compreso quello cardiaco, occhio, ma anche polmoni, fegato e reni), dove sono capaci di sopravvivere per anni e contengono da pochi a diverse centinaia di parassiti (bradizoiti). Per immunodepressione possono rompersi, con conseguente liberazione dei toxoplasmi, invasione dei tessuti, moltiplicazione del parassita e malattia. Come si contagia l’uomo? L’uomo può acquisire l’infezione attraverso: A) Ingestione di carne cruda o poco cotta di un altro ospite intermedio (pollo, montone, maiale, manzo) contenente cisti (bradizoiti); B) Ingestione accidentale di oocisti presenti in verdura o frutta contaminate da feci di gatto infetto; C) Ingestione di oocisti presenti in acqua contaminata (problema rilevante, presente nei paesi in via di sviluppo con scarse condizioni igieniche, dove l’acqua da bere scorre all’aperto, con possibile contaminazione fecale); D) Trasmissione di tachizoiti dalla madre al feto (nella donna gravida); E) Assunzione di tachizoiti con latte crudo infetto (di capra o di mucca); F) Trasfusione di sangue (tachizoiti) e/o trapianti d’organo (bradizoiti) da donatore infetto (raramente); G) Cross contaminazione: si verifica in cucina per l’utilizzo dello stesso coltello per tagliare la verdura cruda non lavata e la carne cotta; H) Vettori meccanici (mosconi e scarafaggi) che possono veicolare le oocisti sporulate dalle feci al piatto. Studi recenti hanno dimostrato che il Toxoplasma in molte specie animali si trasmette facilmente da maschi a femmine attraverso il liquido seminale. Ciò fa supporre che un’altra possibile fonte di infezione delle donne potrebbe essere il sesso non protetto tra i partner. Questa modalità di trasmissione si rende responsabile della toxoplasmosi congenita in gravidanza e giustificherebbe il fatto che fino a due terzi delle infezioni delle gestanti non potevano essere imputati ai soli fattori di rischio conosciuti, come il consumo di carne cruda o poco cotta o la scarsa igiene in cucina. Gli studi hanno dimostrato la presenza dei tachizoiti di T. gondii nel liquido seminale e nei tessuti dei testicoli di varie specie animali (come capre e suini) e anche degli uomini. In conigli, pecore e cani, è stata osservata l’infezione delle femmine sottoposte ad inseminazione artificiale con sperma di maschi infetti. Nelle donne tale sperimentazione ovviamente non viene eseguita, tuttavia recenti indagini hanno dimostrato la correlazione esistente tra la prevalenza di toxoplasmosi in donne in età fertile (compresa tra 25 e 35 anni) con l’incidenza di malattie a trasmissione sessuale (soprattutto gonorrea, sifilide e clamidiosi). Ciò può essere dovuto ad un fattore di rischio comune, vale a dire il sesso non protetto. Quali sono i sintomi? La maggioranza delle persone infette è asintomatica; solo in pochi manifestano sintomi clinici, perché il sistema immunitario reagisce rapidamente impedendo lo sviluppo della malattia, sia mediante la produzione di anticorpi, sia mediante la risposta immunitaria cellulo – mediata. Quest’ultima, però, non è in grado di eliminare completamente il parassita, che è capace di “annidarsi” sotto forma di cisti in alcuni tessuti per i quali ha spiccato tropismo. Tuttavia le donne in gravidanza, i neonati e le persone immunocompromesse possono essere incapaci di difendersi da questo parassita. La sintomatologia è diversa se si tratta di Toxoplasmosi acquisita o di quella congenita. La probabilità che ha un bambino di contrarre la toxoplasmosi è massima se la mamma si è contagiata durante il trimestre centrale della gravidanza. Se l’infezione è stata contratta entro il sesto mese di gravidanza, si può verificare aborto. Il 70% dei bambini infetti non presenta sintomi alla nascita (questi possono però comparire successivamente, anche a distanza di anni, soprattutto in assenza di terapia), il 10% presenta corioretinite, idrocefalo e calcificazioni intracraniche mentre il restante 20% può presentare i segni di una malattia generalizzata acuta oppure una grave sintomatologia neurologica. La malattia può avere un decorso fulminate. La maggior parte di coloro che sopravvivono presenta sintomi neurologici - ritardo mentale (che possono insorgere durante l’infanzia, l’adolescenza o anche fino a 30 – 35 anni di età) e oculari. Quali sono le misure preventive? Lavarsi le mani prima di mangiare o toccare alimenti; Cuocere la carne a 67 °C per alcuni minuti (superficie di taglio scura); La cottura al microonde non inattiva il parassita; Se si vuole consumare la carne cruda, congelarla preventivamente a temperatura inferiore a -12,5°C; Non mangiare: carne cruda o poco cotta, paté freschi di carne e paté non inscatolati, salumi e insaccati (sono ammessi la mortadella, il prosciutto cotto e il prosciutto crudo se stagionato a lungo), latte crudo, formaggio non pastorizzato, pesce affumicato (a meno che non sia inscatolato), mitili crudi; Dopo aver manipolato la carne cruda e la verdura non lavata, non toccare bocca, naso ed occhi e lavarsi subito le mani; Non mettere a contatto la carne cotta con la carne cruda o le verdure non lavate; Lavare accuratamente piatti e stoviglie che sono stati a contatto con carne e verdure crude; Lavare con cura la frutta e le verdure prima di mangiarle e sbucciare la frutta; Non serve utilizzare l’amuchina per disinfettare frutta e verdura, perché le oocisti hanno una doppia parete, che le rende resistenti ai comuni disinfettanti; Quando si fa il giardinaggio, bisogna indossare sempre i guanti di lattice perché la terra potrebbe essere stata contaminata da feci di gatti infetti (le oocisti sopravvivono nel terreno fino a 18 mesi); Avere rapporti sessuali protetti; Ricordarsi che il gatto, anche se è infetto, non è pericoloso per la trasmissione della toxoplasmosi, ma lo diventano i suoi escrementi quando sporulano nell’ambiente esterno, quindi vuotare la lettiera ogni giorno utilizzando dei guanti di lattice o, se possibile, farla vuotare da altri; Cercare di non far uscire il gatto per evitare che si cibi di topi e uccelli; Alimentare il gatto soltanto con cibi secchi o umidi, non dargli carne cruda, prosciutto crudo (a breve stagionatura) ed insaccati crudi; Non serve, a scopo preventivo, accertare se il gatto ha contratto la toxoplasmosi perchè il periodo in cui il gatto elimina le oocisti con le feci (periodo di patenza) è molto breve (massimo tre settimane). A cura di: dott.ssa Francesca Bellini