TOXOPLASMOSI, VERITA’ E LEGGENDE La Toxoplasmosi è una malattia infettiva trasmissibile dagli animali all’uomo (zoonosi) causata dal microorganismo Toxoplasma gondii. Il toxoplasma g. è un parassita intracellulare obbligato diffuso in moltissimi animali (mammiferi, uccelli, rettili, molluschi) e vive in genere nell’intestino del gatto, che si infetta cibandosi di uccelli o piccoli roditori. Il gatto rappresenta l'animale serbatoio per la riproduzione del protozoo, in quanto nel suo intestino il toxoplasma svolge il suo ciclo di riproduzione sessuata. Le oocisti vengono emesse con le feci del gatto e possono essere ingerite da un altro animale o rarissimamente dall'uomo, i quali rappresentano quindi suoi ospiti intermedi. Normalmente la presenza di questo microrganismo nell’uomo passa inosservata perché non provoca sintomi degni di nota: l'infezione decorre generalmente in forma asintomatica o con sintomi lievi caratterizzati da interessamento linfoghiandolare; solo nelle persone fortemente immunodepresse si ha la comparsa di meningoencefalite, polmonite, retinocorioidite, miocardite ed epatite. E' però noto che la toxoplasmosi può causare malformazioni congenite durante la vita fetale. Meno note sono le modalità di trasmissione dell'infezione con conseguenti falsi allarmismi che spesso vedono immotivatamente colpevolizzato il gatto. Il ciclo di questo parassita è piuttosto complicato e ruota effettivamente attorno al gatto: il toxoplasma viene eliminato con le feci sotto forma di oocisti per un periodo piuttosto breve, da una a tre settimane. L'ingestione di queste oocisti è una modalità di infezione, che si verifica consumando alimenti contaminati da feci del gatto (attenzione ai vegetali degli orti domestici!): in gravidanza meglio consumare frutti e verdure prodotti in serra, e comunque rispettare le norme igienico-alimentari che prevedono accurati lavaggi della frutta e verdura fresche; altra modalità di trasmissione può essere il consumo di carni crude o poco cotte, dove il parassita si annida sotto forma di pseudocisti (invisibili ad occhio nudo). Spesso questo aspetto del problema viene trascurato ma si tratta della via di diffusione più importante per l'uomo. Una recente ricerca ha dimostrato che la coabitazione tra gatti e uomo non è un fattore di rischio importante per l'infezione da Toxoplasma, ma che è molto più pericoloso cibarsi di carni crude o poco cotte, di insaccati, di verdure lavate male o di latticini non pastorizzati (British Medical Journal 2000;321:142-147 - 15 JULY). Da questo studio emerge che il 63% delle infezioni nell’uomo deriva dal consumo di carni crude o poco cotte. Dato che le pseudocisti sono sensibili al calore, una normale cottura dei cibi scongiura la possibilità di contagio. Questo vale anche per i nostri amici a quattro zampe: nutrendoli con cibi preconfezionati, si elimina la possibilità di un loro contagio. E’ ovvio che gatti con abitudini semidomestiche, gatti randagi e gatti cacciatori che si nutrono di uccelli e piccoli mammiferi possano contrarre l’infezione; va ricordato però che il gatto elimina le oocisti solo nella fase acuta della malattia (da due a tre settimane) e che queste diventano potenzialmente contaminanti solo da 24 a 72 ore dopo l’emissione attraverso le feci. E’ importante perciò cambiare spesso la lettiera del gatto, munendosi di guanti nel caso a farlo sia una donna in gravidanza. ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO Solo le persone che presentano un titolo anticorpale inferiore a 1/64 (pari a 10 U.I./ml) si considerano non protette dalla Toxoplasmosi. Quindi una donna che presenti un titolo anticorpale sufficiente non corre rischi durante la gravidanza: la trasmissione al feto attraverso la placenta, avviene solo se la donna contrae la malattia durante la gravidanza. Anche nei nostri gatti possiamo eseguire il Toxotest: se un gatto clinicamente sano presenta un titolo anticorpale elevato, significa che ha già contratto la malattia e ne è immune, quindi non permetterà al parassita di compiere il ciclo completo all’interno del suo organismo e non emetterà oocisti in grado di trasmettere la malattia. PREVENZIONE E PRECAUZIONI Nel caso una donna in gravidanza sia sprovvista di protezione anticorpale è sufficiente il rispetto delle norme a cui abbiamo accennato, avendo cura di pulire frequentemente la lettiera del gatto, magari proteggendosi con dei guanti e di non praticare lavori in giardino a diretto contatto con il terriccio. Inoltre ricordiamoci che è possibile eseguire il test anche al nostro gatto per avere un ulteriore elemento di tranquillità. Rispettando queste precauzioni la presenza del gatto in ambiente domestico non deve destare preoccupazioni, anche in vista di una gravidanza: è ormai acquisito che la presenza di un amico a quattro zampe svolgerà una importantissima funzione educativa e formativa per il piccolo in arrivo.