T02 – Il “ben essere” - LiveDog – Servizi professionali di qualità

2º modulo
Teoria 02
Il “ben essere”:
dal concetto di welfare
al concetto di wellbeing
Il presente testo è stato fornito agli iscritti ai corsi della LiveDog School
organizzati dal Centro Cinofilo Città di Verona a.s.d.
e non può essere diffuso a terzi, né in versione digitale né in quella cartacea.
© 2016 - LiveDog/Centro Cinofilo Città di Verona - www.livedog.it
Testi: Patrizia Coccato (ove non diversamente specificato)
Revisione e impaginazione: Giuliano Dall’Oglio - Versione: ottobre 2016
Docente
Dr.ssa Patrizia Coccato
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La base per la sopravvivenza dei mammiferi è il mantenimento
dell’omeostasi, che secondo quanto indicato da Claude Bernard è “l’insieme
di processi deputati al mantenimento della costanza del mezzo interno
al variare delle condizioni ambientali esterne ed interne”.////////////
Questa affermazione indica quindi la continua ricerca di ciascun organismo
di un nuovo equilibrio nel momento in cui l’ambiente in cui si trova va
incontro a delle modificazioni.
Le circostanze che possono portare ad una modificazione dell’omeostasi
possono coinvolgere sia il piano emotivo che il piano fisico.
Il meccanismo che porta alla ricerca dell’omeostasi è un meccanismo
protettivo che permette a ciascun individuo di attivare sistemi di risposta
fisiologici in condizioni di modificazioni dell’ambiente interno
(emozionale/cognitivo) sia dell’ambiente esterno.
Lo stress
La risposta adattativa dell’organismo alle modificazioni interne ed esterne
è un processo fisiologico che prende il nome di stress.
Lo stress viene a sua volta distinto in eustress e distress, che
rispettivamente indicano una modificazione fisica ed emozionale in
risposta ad un evento riconosciuto come positivo (es. attività ludica) o
in risposta ad un evento riconosciuto come negativo (es. comportamento
di aggressione).
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L’agente stressante viene indicato come stressor che determina quindi
una risposta adattativa dell’organismo che si realizza attraverso
modificazioni fisiologiche, comportamentali e cognitive al fine di ripristinare
l’equilibrio interiore, ossia l’omeostasi.
Nel momento in cui un agente stressante viene riconosciuto dall’apparato
sensoriale dell’individuo si ha l’attivazione di un sistema ipotalamoipofisi-surrene che attraverso la liberazione di mediatori chimici permette
all’individuo di ripristinare le condizioni di benessere di base.
L’ipotalamo è una struttura del sistema nervoso centrale, situato nella
zona centrale interna ai due emisferi cerebrali, costituisce la parte ventrale
del diencefalo.
È connesso attraverso un fascio di neuroni con l’ipofisi, ghiandola situata
alla base del cranio, che sotto la stimolazione del CRF (fattore corticotropo),
liberata dall’ipotalamo, rilascia l’ormone ACTH, il quale ha come organo
bersaglio le ghiandole surrenali.
Sotto l’azione dell’ACTH dalla porzione coticale delle ghiandole surrenali
viene rilasciato cortisolo, mentre sotto l’azione del sistema nervoso
ortosimpatico dalla midollare delle surreni si ha il rilascio di adrenalina
e noradrenalina.
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Fisiologia dello stress
Attività ACTH
Cortisolo iperglicemizzante
Sistema nervoso simpatico
Adrenalina / noradrenalina
• Vasodilatazione muscolare
• Aumento della frequenza cardiaca
• Broncodilatazione
• Midriasi
• Inibizione rilascio e attività dell’insulina
Attività ADH
• Ritenzione idrica e vasocostrizione periferica
• Riassorbimento di sodio (potere osmotico)
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L’ipofisi contemporaneamente rilascia anche ADH (ormone antidiuretico)
che esplica la sua azione determinando una vasocostrizione periferica
e ritenzione idrica.
Il cortisolo esplica un’attività tesa ad aumentare la concentrazione del
glucosio a livello ematico, quindi fornisce energia facilmente utilizzabile
dall’organismo nel momento dell’emergenza mentre adrenalina e
noradrenalina determinano una dilatazione dei vasi della muscolatura
scheletrica, un aumento della frequenza cardiaca, midriasi (apertura della
pupilla dell’occhio) e inibizione dell’attività dell’insulina (ormone che
permette l’utilizzo del glucosio presente a livello ematico).////////////
Tutte queste variazioni fisiologiche permettono al soggetto di attivare
sistemi di risposta ad un’emergenza che gli permettono di salvaguardare
la vita, ed è la risposta fisiologica allo stress.
I meccanismi che possono essere utilizzati nell’emergenza sono la fuga,
il combattimento o l’immobilità.
In relazione ai meccanismi di sopravvivenza tipica della specie ogni
soggetto sceglierà in relazione alle competenze acquisite e innate la sua
strategia di risposta allo stress.
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Memoria e amigdala
Una funzione molto importante nel meccanismo di risposta allo stress
viene svolto dall’amigdala, struttura facente parte del sistema limbico a
cui afferiscono le informazioni che derivano dagli organi di senso del
soggetto.
Gli organi di senso sono dati dal sistema visivo, olfattivo, gustativo, tattile
e uditivo.
Attraverso le informazioni che arrivano dai diversi organi di senso
l’amigdala influenza l’attività dell’ipotalamo prima che la corteccia possa
riconoscere e analizzare i dati pervenuti dal mondo esterno.//////////
La risposta dell’amigdala è quindi ti tipo emotivo mentre la risposta che
determina la corteccia è una risposta di tipo cognitivo.
Quindi tutte le informazioni sensoriali in partenza dai diversi organi di
senso giungono all’amigdala che attiva il meccanismo dello stress e solo
successivamente le stesse informazioni raggiungono la neo-corteccia
per essere elaborate; il sistema è quindi programmato per determinare
una risposta adattativa molto più precoce rispetto alla risposta elaborativa.
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Questa diversa tempistica nella organizzazione della risposta dell’organismo
è indispensabile per poter mettere in atto sistemi di allarme prima che
venga riconosciuta la reale pericolosità dell’evento stesso.
L’amigdala, riconosciuta come centro di raccolta degli stimoli sensoriali
e quindi sede delle emozioni, è strettamente connessa all’ippocampo il
quale svolge un ruolo fondamentale nella memoria a lungo termine. /////
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L’ippocampo occupa a regione temporale del cervello e fa parte del
sistema limbico.
Quindi l’amigdala, sotto l’influsso delle afferenze sensoriali, quando attiva
il meccanismo di risposta agli stimoli invia delle afferenze anche
all’ippocampo che provvede alla valutazione delle informazioni ricevute.
L’ippocampo, oltre ad essere la sede delle esperienze pregresse, esplica
un’attività di feedback negativo sull’ipotalamo in quanto possiede dei
recettori in grado di valutare la quantità di cortisolo circolante, in questo
modo quando la concentrazione di cortisolo risulta elevata si verifica
una contro regolazione che porta l’ipotalamo a bloccare l’immissione in
circolo di CRH.
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L’occhio
L’occhio è un organo complesso di forma globosa comprendente strutture
essenziali per il passaggio dei raggi luminosi e per la trasformazione dei
quanta di luce in energia nervosa (trasduzione).
La parte esterna dell’occhio è costituita dalla sclerotica e dalla cornea,
non vascolarizzate, mentre la parte più interna dell’occhio è costituita
dalla corioidea, dal corpo ciliare e dall’iride.
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L’iride presenta un diaframma, la pupilla, situato davanti al cristallino e
visibile attraverso la cornea; attraverso la pupilla passano i raggi luminosi.
La retina, che è la tonaca nervosa, è costituita da coni (sensibili alla
forma e ai colori) e bastoncelli (sensibili alla luce), dalle cellule bipolari
e dalla cellule multipolari.
Il cane presenta un numero inferiore di coni e un numero maggiore di
bastoncelli rispetto all’uomo, questa differenza strutturale determina una
minore capacità nella discriminazione cromatica, dovuta al numero
inferiore di coni, e una maggiore capacità di definizione degli oggetti in
condizioni di scarsa luminosità dovuta al numero maggiore di bastoncelli
(fotorecettori).
La capacità del cane nella discriminazione visiva è scarsa rispetto agli
oggetti posti nelle vicinanze mentre presenta una maggiore capacità nella
discriminazione degli oggetti in lontananza, pertanto presenta una minore
propensione per la visione del dettaglio e una maggiore predisposizione
al riconoscimento degli oggetti in movimento in lontananza.
L’occhio del cane ha, inoltre, un maggiore campo visivo rispetto all’uomo
dovuto alla diversa posizione degli occhi.
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L’orecchio
L’orecchio è l’organo dell’udito e dell’equilibrio. È suddiviso in tre parti:
orecchio esterno, medio ed interno.
L’orecchio esterno comprende il padiglione auricolare (pinna) e il meato
acustico medio che ha la funzione di direzionare le onde acustiche affinché
colpiscano la membrana del timpano.
La pelle del meato acustico è molto sottile e provvista di ghiandole
ceruminose. Queste ghiandole producono un secreto, il cerume che ha
la funzione di proteggere il meato esterno.
L’orecchio medio detto anche cavità timpanica si compone di un’ampia
cavità (da cui il nome) e da quattro ossicini tra loro articolati che hanno
la funzione di trasmettere ed amplificare le vibrazioni della membrana
del timpano colpita dalle onde sonore.
L’orecchio interno è accolto nello spessore dell’osso temporale, si
compone di una serie di cavità molto complesse scavate nell’osso(labirinto
osseo) e racchiudenti condotti membranosi (labirinto membranoso).
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Il cane è in grado di percepire suoni quattro volte più lontano di noi e
di percepire gli ultrasuoni (vibrazioni sonore ad alta frequenza non udibili
dal nostro orecchio) fino a 40 mila Hertz (l’udito umano arriva fino a 20
mila Hertz).
La particolare forma della pinna auricolare e la sua struttura cartilaginea
dà al cane la possibilità di orientare l’orecchio in direzione della fonte
sonore con una approssimazione di 4 gradi senza muovere la testa.
Il movimento delle orecchie è indipendente l’una dall’altra./////////
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Il naso
La funzione olfattiva è supportata dal punto di vista anatomico dalle ossa
che costituiscono le cavità nasali (ossa nasali e palatine) dai turbinati
(formazioni cavernose situate nelle fosse nasali) la cui funzione è quella
di riscaldare, umidificare e purificare l’aria.
La mucosa olfattiva presenta una superficie di circa 150 cm2 a differenza
dell’uomo che presenta un’estensione di circa 4-8 cm2; la superiore
capacità olfattiva del cane rispetto all’uomo dipende anche dalle cellule
recettoriali che nel cane sono circa 220 milioni mentre nell’uomo sono
circa 5 milioni.
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Dalle narici l'aria, insieme agli odori, percorre la complessa struttura dei
turbinati che incanalano il flusso e lo indirizzano verso le regioni dei
recettori olfattivi, cellule specializzate, fornite di ciglia immerse in uno
strato di muco che ha la funzione di legare e concentrare la molecola
odorosa; quando la concentrazione raggiunge un certo livello “soglia”
(che nel cane è molto più basso che nell'uomo) il segnale dell'odore da
chimico si trasforma in elettrico e tramite il nervo olfattorio viene inviato
al cervello, in una zona chiamata ”bulbo olfattivo”.
Nel bulbo olfattivo, che si trova nel lobo frontale dell’encefalo, presenta
un numero di cellule nervose 40 volte superiore a quello dell’uomo.
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Organo vomero-nasale di Jacobson
Nel cane è presente, inoltre, una struttura accessoria, l’organo vomeronasale o organo di Jacobson (situato nella parte superiore del palato)
il quale è in grado di receperire i feromoni, acidi grassi volatili, che si
trovano nell’ambiente.
I feromoni sono sostanze chimiche prodotte da ghiandole esocrine che
hanno la funzione di inviare segnali ad altri soggetti dalla stessa specie.
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I feromoni si distinguono in diverse categorie:
- feromoni sessuali:
indicano la disponibilità del soggetto all’accoppiamento (urina, feci).
- feromoni di appagamento:
secreti dalle ghiandole presenti nel solco mammario della femmina,
dopo il parto, producono apaisina che induce un rilassamento nei
cuccioli che favorisce l’allattamento.
- feromoni di allarme:
indicano una situazione di pericolo.
- feromoni sociali:
hanno la funzione di indicare lo status sociale dell’individuo.
Le modificazioni emozionali che la “lettura” dei feromoni induce è molto
rapida in quanto l’organo di Jacobson proietta direttamente e quasi
esclusivamente all’amigdala.
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Il tatto
Il tatto, quarto senso preso in considerazione, è fornito sia dalle cellule
nervose presenti nei cuscinetti plantari sia dalle terminazioni nervose dei
peli tattili.Questi peli sensoriali sono rappresentate dalle vibrisse che si trova
sul muso, sulla parte superiore delle ciglia, sulla mascella e sulla mandibola.
Questi peli tattili hanno la funzione di fornire informazioni di tipo spaziale
e di tipo termico.
Sono fondamentali nella prima fase della vita del cucciolo, quando
nascendo cieco e sordo, la percezione sensoriale tattile fornisce al
piccolo informazione sulla presenza degli altri cuccioli e della madre.
Il gusto
5 gusti: Dolce
Salato
Amaro
Aspro
Unami
Il cane ha una concentrazione di papille gustative nettamente inferiore
a quelle presenti nell’uomo; il cane prima di mettere il cibo in bocca ha
già discriminato dal punto di vista olfattivo la qualità dell’alimento, motivo
per cui questo senso è meno sviluppato rispetto all’uomo.
Il numero delle papille gustative è talmente basso (1700 rispetto alle
9000 dell’uomo) che il piacere della masticazione è relativo.
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Il “ben essere”
Il concetto di benessere animale viene introdotto per la prima volta nel
1965 nel Brambell Report dove, analizzando le critiche condizioni di
allevamento degli animali da reddito, vengono elencati, come punti da
rispettare, i bisogni primari di un essere animale (fame, sete, dolore,
traumi, pattern comportamentali) per arrivare, ai nostri giorni, a un
concetto più ampio di well-being in cui viene preso in considerazione
anche il benessere emozionale e relazionale.
Pertanto il concetto di benessere animale comporta la condizione di
equilibrio tra il benessere fisico, mentale e relazionale. ///////////////
Il benessere fisico viene valutato dal Medico Veterinario.
La valutazione clinica da parte del Medico Veterinario fornisce strategie
preventive e terapeutiche sanitarie che permettono al cane di rispondere
in modo attivo e passivo agli insulti virali, batterici e parassitari che si
trovano nell’ambiente in cui l’animale vive.
Il benessere fisico deve necessariamente essere considerato sia nell’ottica
della struttura dell’ambiente fisico, inteso come habitat, sia nella
valutazione della struttura stessa dell’abitazione (qualità e tipologia del
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pavimento, delle scale...), sia una valutazione delle condizioni di temperatura
ed umidità che devono essere considerate in relazione alla qualità e
tipologia del mantello degli animali residenti (differenza tra un cane di
tipo nordico e un cane da compagnia), sia la pulizia degli ambienti e gli
strumenti che vengono utilizzati.
Il benessere fisico implica una valutazione degli animali conviventi, sia
per quanto riguarda il numero degli animali sia per quanto riguarda la
diversità delle specie .
La quantità, la qualità e a modalità di somministrazione del cibo sono
alla base di un buon equilibrio fisico così come la quantità di acqua a
disposizione.
Il benessere fisico implica il rispetto dei ritmi nictimerali (notte/giorno)
dell’animale in relazione all’età; un cucciolo o un cane anziano avranno
bisogno di un tempo di riposo maggiore rispetto a un cane adulto, così
il tempo di recupero sarà diverso e dipendente dal tipo di attività svolta.
Il benessere mentale è dato dalla sommatoria delle condizioni di armonia
tra le motivazioni, le emozioni, l’arousal, le elaborazioni e le rappresentazioni
di ogni individuo
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Le motivazioni sono intese come un insieme di comportamenti diretti ad
uno scopo, sono gli interessi e le vocazioni di ogni individuo; sono
specifiche di ogni individuo all’interno delle stessa razza e della stessa
specie animale.
Una condizione di frustrazione delle motivazioni si verifica quando un cane
non può esprimere i suoi interessi mentre si parla di demotivazione quando
le situazioni ambientali, quotidiane non vanno a stimolare gli interessi.
La frustrazione, la demotivazione e la conazione (prevalenza di attività
imposte) portano alla prevalenza di stati emozionali negativi la cui
espressione comportamentale può essere data da comportamenti ridiretti,
ossia comportamenti rivolti verso stimoli che non sono direttamente
legati alla situazione o allo stimolo che li ha generati dal punto di vista
motivazionale.
Si possono realizzare comportamenti compulsivi in sostituzione al
mancato raggiungimento di un obiettivo che hanno come finalità quella
di portare l’animale a una gratificazione alternativa, l’attività di sostituzione
è una di queste attività.
Ancora il disagio motivazionale può portare ad un deficit proattivo, inteso
come stato depressivo o ad una irritazione da conazione quando abbiamo
la prevalenza di attività imposte in cui il cane può vivere una condizione
di ansia da prestazione e manifestare aggressività.
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Le emozioni sono delle condizioni di risposta agli stimoli esterni; sono
riconosciute cinque emozioni di base che sono rabbia, disgusto, gioia tristezza
e paura, a queste alcuni autori aggiungono anche dolore e disprezzo.
Il disagio emozionale riconosce come condizione di base uno stato di
irritazione o di astimia in cui abbiamo rispettivamente un abbassamento o
un innalzamento della soglia di reattività.
Potremo vedere ancora, come espressione di disagio emozionale, una
chiusura emotiva in cui l’animale rimane indifferente a qualsiasi stimolazione
ambientale; oppure, una anticipazione emozionale in cui l’animale vive una
condizione emotiva negativa ancor prima che questa si realizzi, basandosi
sull’interpretazione di segnali che possono essere predittivi.
I comportamenti che esprimono una condizione di disagio emozionale sono
dati da una diminuzione della capacità di concentrazione del soggetto quindi
una minore interattività, relazionalità, lucidità ed esplorazione. //////////
Come lo stato di disagio emozionale influisce negativamente sulle capacità
di apprendimento di un individuo cosi anche un livello di arousal (inteso
come livello di attivazione) alto o basso può determinare una minor capacità
di concentrazione.
Una condizione emotiva positiva e un livello di arousal medio sono le condizioni
di benessere mentale ideale.
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Terzo elemento da considerare nella valutazione del benessere di individuo
è il benessere relazionale quindi la necessità per un animale sociale come
il cane di costruire legami intra e etero specifici che possano essere un valido
supporto alla sua crescita e alle sue condizioni di vita.
Affinché un animale, come il cane, possa trovarsi in una condizione di
benessere relazionale la relazione tra il referente umano o canino deve
rispondere a dei requisiti fondamentali che sono rispettivamente:
• Adeguatezza relazionale: il riconoscimento delle caratteristiche
etologiche della specie animale.
Acquisizione di responsabilità sia di rispetto dei bisogni dell’animale
sia responsabilità civile.
• Attaccamento: processo in base al quale il cucciolo identifica una
figura di riferimento (centro referenziale) che risponde non solo
alle necessità fisiche ma soprattutto psichiche agendo come base
sicura, filtro e lente nei confronti del mondo. L’attaccamento
rappresenta il modello di tutte le future strutture relazionali
(sicuro/insicuro).
L’attaccamento influenza i modelli socio relazionali,il piano prossimale
d’esperienza, i campi di socializzazione, l’assetto motivazionale e
emozionale, l’arousal, i pattern comportamentali e gli autocontrolli.
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• Socializzazione primaria: riconoscimento del partner sociale e dello
stile specie specifico relazionale/operativo.
• Socializzazione secondaria: conoscenza di altri partner relazionali.
• Piano prossimale d’esperienza: fornire la possibilità di fare nuove
esperienze.
• Resilienza: capacità di un individuo di far fronte in maniera positiva
agli scacchi della vita quotidiana.
(dalla fisica - per resilienza si intende la capacità di un corpo di
resistere agli urti senza rompersi).
Un adeguato percorso educativo, basato su un approccio cognito e relazionale,
attraverso il piano prossimale d’esperienza fornisce al soggetto la possibilità
di aumentare al sua resilienza quindi la sua capacità di rispondere in maniera
positiva agli scacchi della vita.
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Fonti:
- Joseph LeDoux “il cervello emotivo” 2003
- Ruggero Bortolami, Emilio Callegari “Anatomia e Fisiologia degli Animali Domestici” 1995
- Raimondo Colangeli, Sabrina Giussani “Medicina Comportamentale del cane e del gatto” 2004
- Sharon Crowell-Davis “Psicofarmacologia Veterinaria” 2008
- Patrick Pageat “Patologia Comportamentale del Cane” 1998
- Roberto Marchesini “Pedagogia Cinofila”