Soluzioni della prova di Matematica Maturità 2015 Lara Charawi1 , Alberto Cogliati2 e Luca Magri2 1 2 Dipartimento di Matematica, Università degli Studi di Pavia Dipartimento di Matematica, Università degli Studi di Milano 18 giugno 2015 Problema 1 1. La funzione che esprime la spesa totale in un mese è f (x) = 10 + 1 x; la funzione g(x) che 10 f (x) ; per entrambe le funzioni si intende che il loro x 10 dominio sia R+ . Il grafico di g(x) è un ramo di iperbole equilatera; poiché g 0 (x) = − 2 , g è x una funzione strettamente monotona decrescente e pertanto non ammette né massimi né minimi. Ciò è coerente con il suo significato di costo medio: al crescere dei minuti di conversazione si ammortizzano i costi derivanti dal canone fisso. esprime il costo medio al minuto è g(x) = 2. Dall’equazione g(x1 ) = ricaviamo g(x0 ) 2 1 5 1 200x0 10 + = + ⇒ x1 = . x1 10 x0 20 100 − x0 La funzione cosı̀ ottenuta x1 = h(x0 ) è una funzione omografica avente asintoto verticale x0 = 100 e asintoto orizzontale x1 = −200 come illustrato in Figura 1a. Osserviamo che per valori di x0 maggiori di 100, x1 è negativa e pertanto priva di significato per il problema che si sta trattando. Concludiamo che il significato dell’asintoto verticale x0 = 100 è quello di essere il limite superiore oltre il quale non è più possibile dimezzare il costo medio. Vale a dire che se nel mese precedente i minuti di chiamate sono stati uguali o superiori a 100 non è possibile, nel mese presente, dimezzare il costo medio (del mese precedente). 3. Cerchiamo una funzione del tipo P (x) = ax 2 + bx + c che passi per i punti A(0, 2), B(2, 7/2), C(4, 4). Imponendo il passaggio per questi tre punti (le condizioni sono sufficienti a determinare 1 i coefficienti) troviamo a = − , b = 1, c = 2. Con riferimento alla Figura 1b calcoliamo l’area 8 AODHA ; essa è data dall’integrale Z 6 P (x)dx = 21. 0 1 1 L’area non coperta dal segnale, AOT R , è data da . Troviamo la percentuale p corrispondente 2 AOT R rispetto al totale dell’area, AOKHA . Essa è p= 100 · 1/2 ≈ 2, 38%. 21 La zona coperta dal segnale risulta quindi pari a 100% − 2, 38% = 97, 62% del totale. Concludiamo che l’informazione riportata dal sito non è veritiera. 4. Le funzioni f e g del nuovo piano tariffario sono date da: x 10 + 10 , x < 500 f (x) = 60 + x − 500 x ≥ 500 5 e da g(x) = 10 x −40 x + 1 , 10 (1) x < 500 (2) 1 + 5 x ≥ 500. La funzione f (x), che è continua per x > 0, è una spezzata costituita da due rette. Essa è continua in x = 500, come si verifica immediatamente, ma ivi non derivabile. Presenta infatti un punto angoloso. La funzione è monotona (strettamente) crescente, in coerenza con il fatto che si tratta di un costo cumulativo. La funzione g(x), riportata in Figura 1d, è continua per x > 0, ha x = 0 come asintoto verticale e y = 1/5 come asintoto orizzontale per x → +∞. La funzione è monotona decrescente per 0 < x < 500 e monotona crescente per x > 500. In x = 500, g presenta un punto di non derivabilità, più precisamente un punto angoloso. g presenta inoltre un minimo assoluto in corrispondenza di x = 500. Osserviamo che l’andamento crescente di g per x > 500 è dovuto al fatto che da quel momento in poi il costo medio per minuto è pari a 20 centesimi di euro (1/5 di euro), che coincide con l’intercetta dell’asintoto orizzontale, come ci aspettavamo. Problema 2 Dal momento che g è una primitiva di f nell’intervallo [−3, 3], vale g 0 (x) = f (x) per ogni x ∈ [−3, 3]. 1. Se f (x) fosse un polinomio il suo grado minimo sarebbe 4. Dal grafico di f si può notare che f ha tre radici in [−3, 3], di cui una per x = 2 di molteplicità 2, perché annulla anche la derivata f 0 (x), ma non la derivata seconda (non si ha un cambio di concavità). 2. Essendo f la derivata di g lo studio del segno di f permette di determinare i massimi e minimi relativi di g. In particolare: in [-3,-2] f < 0 ⇒ g & in [-2, 0] f > 0 ⇒ g % 2 (a) (b) (c) (d) Figura 1 in [0, 3] f < 0 ⇒ g &. Quindi g(x) ha un massimo relativo in x = 0. Analogamente, lo studio della monotonia di f (quindi del segno di f 00 ci permette di determinare la concavità in [-3,-1] f % ⇒ g 00 > 0 in [-1, 1] f & ⇒ g 00 < 0 in [1, 2] f % ⇒ g 00 > 0. in [2, 3] f & ⇒ g 00 < 0. g è concava verso l’alto dove la g 00 è positiva ovvero in [-3,-1] e [2,3]. 3. Utilizzando il teorema fondamentale del calcolo integrale Z 3 f (t)dt = g(3) − g(0). 0 Sapendo che g(3) = −5 e Z 3 f (t)dt = −3 − 1 = −4 0 3 si ottiene g(0) = −5 + 4 = −1. 0 1 + g(x) una forma indeterminata del tipo , per calcolare il limite si può utilizzare il Essendo 2x 0 teorema di De l’Hôpital 1 + g(x) f (0) lim = = 0. x→0 2x 2 4. Definiamo la variabile t := 2x + 1, Z 1 Z h(x)dx = −2 1 Z −2 = 3 2 3 3f (2x + 1)dx = Z −3 3 f (t)dt 2 3 9 3 f (t)dt = (−2 − 3 + 3 − 1) = − 2 2 −3 Questionario 1. La funzione f è una primitiva di f 0 (x) = −2x 2 + 6. Pertanto essa è da ricercarsi fra tutte le funzione del tipo fc (x) = − 23 x 3 + 6x + c, dove c indica una costante arbitraria. Poiché la retta data è tangente al grafico della curva richiesta, cerchiamo per quali valori della variabile x la derivata di fc (x) è uguale a −2. Otteniamo i valori x = ±2. Poichè la retta è tangente al grafico di f nel secondo quadrante, il valore x = 2 è da escludere. Il grafico di fc (x) deve passare per il punto (−2, 9). Otteniamo cosı̀ il valore c = 47 3 . 2. Per calcolare il volume del tronco di cono T , consideriamo come in Figura 2 il cono C che si ottiene prolungando la superficie laterale di T . Il volume VT del tronco di cono T è dato dalla differenza tra il volume del cono C e quello del cono C 0 avente per base la faccia superiore del tronco di cono e come altezza h0 la differenza tra l’altezza di C e quella di T : VT = VC − VC 0 Ricordandosi che il volume di un cono è pari a un terzo del volume di un cilindro con la stessa base e la stessa altezza, si ricava VC = πR2 (h + h0 ) πr 2 (h0 ) , VC 0 = . 3 3 Possiamo osservare che i triangoli DAL e LBI sono simili, ossia h0 : r = h : (R − r ) e quindi h0 = hr . R−r 4 A questo punto esprimiamo h0 in funzione dell’altezza del tronco di cono e otteniamo: πR2 (h + h0 ) πr 2 h0 − 3 3 πR2 h πR2 (hr ) πr 2 (hr ) = + − 3 3(R − r ) 3(R − r ) πh r2 R2 r 2 = R + − 3 R−r R−r 3 πh R − r 2 = 3 R−r πh (R − r )(R2 + r 2 + Rr ) , = 3 R−r VT = VC − VC 0 = semplificando otteniamo quindi VT = πh R2 + r 2 + Rr . 3 Figura 2 3. Il numero di modi (o combinazioni) in cui si può ottenere k volte testa su 6 lanci è k6 ognuno con 6 1 1 probabilità = , perché supponiamo che la moneta non sia truccata e quindi la probabilità 2 64 di ottenere testa con un lancio è pari a 12 . Quindi, la probabilità di ottenere esattamente k volte testa in 6 lanci di moneta sarà 6 6 1 P (k) = . k 2 5 La probabilità che esca testa al più 2 volte sarà data dalla somma della probabilità che esca 2, 1 e 0 volte, cioè P (k ≤ 2) = P (k = 0) + P (k = 1) + P (k = 2) = 2 X 6 1 = k 64 k=0 = 1 1 22 1 +6 + 15 = . 64 64 64 64 La probabilità che esca almeno 2 volte testa invece P (k ≥ 2) = P (k = 2) + P (k = 3) + P (k = 4) + P (k = 5) + P (k = 6) = 1 − P (k = 0) − P (k = 1), dove abbiamo sfruttato il fatto che la somma delle probabilità degli eventi realizzabili è 1, cioè P (k = 0) + P (k = 1) + P (k = 2) + P (k = 3) + P (k = 4) + P (k = 5) + P (k = 6) P (k ≥ 2) 6 1 6 1 = 1 − P (k < 2) = 1 − P (k = 0) + P (k = 1) = 1 − − = 64 64 0 1 1 7 57 1 −6 =1− = . = 1− 64 64 64 64 4. Calcoliamo la derivata prima e la derivata seconda della funzione y = y0 = 1 − ln x , x2 y 00 = ln(x) . Otteniamo: x 2 ln x − 3 . x3 Si verifica facilmente che y = y (x) è soluzione della quarta equazione differenziale. 5. La retta passante per l’origine O ortogonale al piano dato è descritto dai punti P = O + tv dove v è il vettore che rappresenta la normale al piano, come illustrato in Figura 3. Dal momento che le componenti di v sono descritte dai coefficienti dell’equazione cartesiana del piano abbiamo 1 v = 1 −1 e di conseguenza un generico punto della retta cercata sarà della forma 0 1 t x P = y = 0 + t 1 = t . −t z 0 −1 Possiamo descrivere la retta in forma cartesiana come intersezione di due piani: basta porre t = −z, quindi da x = t e y = t si ha x +z =0 y +z =0 6 Figura 3 6. Calcoliamo la derivata prima della funzione assegnata. Essa è data da: f 0 (x) = 2 [(x − 1) + (x − 2) + (x − 3) + (x − 4) + (x − 5)] = 10(x − 3). (3) Lo studio del segno della funzione derivata ci restituisce il minimo x = 3. 7. L’area del triangolo AOB disegnato in Figura 4 si può calcolare tramite una nota regola della trigonometria 1 2π A(AOB) = r 2 si n , 2 n dunque l’area del poligono è 1 2π A(n) = nA(AOB) = n r 2 si n . 2 n 2π 1 2π 1 = lim n r 2 = r 2π lim n r 2 si n n→∞ 2 n→∞ 2 n n Figura 4 7 (4) 8. L’insieme dei punti del triangolo che distano dai vertici più di 2 è indicato dall’ombreggiatura in Figura 5. Indichiamo con T la sua area. La probabilità richiesta è data dal rapporto tra T e l’area totale del triangolo che indichiamo con A. Calcoliamo T trovando la somma S delle aree dei 3 settori circolari indicati in figura. Indicando con α, β, γ gli angoli del triangolo, è facile convincersi che r2 S = (α + β + γ), 2 dove con r si intende il raggio dei tre settori circolari che è pari a 2. Poiché α + β + γ = π, otteniamo S = 2π. La probabilità è dunque A−S T = . A A Non resta che trovare l’area del√triangolo. Applicando√il teorema di Pitagora calcoliamo l’altezza h 5 119 119 . Dunque A = . Ricaviamo infine: relativa al lato minore; essa è 2 4 p ≈ 54%. p= Figura 5 9. Consideriamo la funzione assegnata: f (x) = x3 0 ≤ x ≤ 1 x − kx + k 1 < x ≤ 2. 2 (5) Affinché le ipotesi del teorema di Lagrange siano soddisfatte è necessario che la funzione sia continua sull’intervallo chiuso [0, 2] e derivabile sull’intervallo aperto (0, 2). Osserviamo che la funzione f è continua in x = 1 per ogni valore di k. Occorre pertanto imporre la derivabilità della funzione in x = 1. Dall’uguaglianza della derivata sinistra e destra lim h→0− f (1 + h) − f (1) f (1 + h) − f (1) = lim+ h h h→0 (6) otteniamo, con facili calcoli, k = −1. Per trovare il punto c ∈ [0, 2] soddisfacente alla tesi del teorema di Lagrange, è sufficiente risolvere l’equazione f 0 (c) = f (2) − f (0) . 2 8 p L’unica soluzione accettabile è data da c = + 5/6. √ 10. Sia E l’intersezione del grafico della curva x 7→ x con la retta x = 1 come mostrato in √ Figura 6. Osserviamo che il punto di intersezione del grafico di x con la retta x = 4 coincide col vertice C. Pertanto, l’area AABCE è data dall’integrale Z 4 √ 14 2 h√ 3 i4 = xdx = x . 3 3 1 1 4 14 = . Il rapporto richiesto Per differenza con l’area del rettangolo (uguale a 6), AECD = 6 − 3 3 è AECD 2 r= = . AABCE 7 Figura 6 9