Università degli Studi di Milano‐Bicocca Corso di Laurea triennale in Sociologia Sociologia dello sviluppo Diego Coletto Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale [email protected] 1 Economia sommersa Informalità Settore informale Economia informale ? Economia nascosta Economia criminale Sommerso di lavoro Sommerso d’impresa Underground economy, unreported, unregulated, informal, informality, second economy, off‐the‐books, informal sector, underemployment, illegal, illicit… Fin dagli anni cinquanta del secolo scorso il tema dell’economia informale si è intrecciato con le maggiori teorie dello sviluppo economico promosse ed attuate in diversi paesi del Sud del mondo Economia informale spesso definita per sottrazione Principali approcci interpretativi all’economia informale (dualista, strutturalista, legalista) sono stati sviluppati per comprendere il fenomeno in contesti “in via di sviluppo” La nozione “economia informale” indica un insieme eterogeneo di processi di produzione e di scambio di beni e di servizi che tendono a sottrarsi ad uno o più sistemi di regolazione tipici della parte formale dell’economia, quali la regolazione del diritto commerciale, fiscale, del lavoro e, in alcuni casi, la regolazione del mercato e l’orientamento al profitto ⇒ Informalità vs Stato Informalità, vale a dire assenza di: (1) una chiara separazione fra capitale e lavoro; (2) una relazione contrattuale formalizzata fra capitale e lavoro; (3) una forza lavoro salariata, il cui salario e condizioni di lavoro sono regolate dalla legge e/o dalla contrattazione collettiva ⇒ Carattere relativo dell’economia informale: ciò che è considerato informale in un determinato contesto istituzionale può non esserlo in un altro contesto A partire dagli anni sessanta‐settanta si sviluppano molteplici studi teorici ed empirici che affrontano il tema dell’economia informale. Molti di questi studi possono essere ricondotti a tre principali approcci teorici: • approccio dualista • approccio strutturalista • approccio legalista Interpretazione nel settore informale attraverso la dicotomia informale/formale, che ricalca la dicotomia tradizionale/moderno Esistenza di legami tenui o nulli fra i due poli del dualismo Nell’economia informale gli scambi sono molto limitati e assumono la forma del baratto e della reciprocità Ci si sofferma principalmente sulle unità di produzione, lasciando in secondo piano le relazioni di lavoro Ritardi nel processo di modernizzazione, significativa crescita demografica e processi di urbanizzazione de‐regolati: queste sono alcuni dei fattori principali indicati come cause dell’economia informale Il settore tradizionale‐informale è visto come unica alternativa (temporanea) per assorbire l’eccedenza di manodopera prodotta dal nascente settore moderno Si sviluppa all’interno della cornice formata dalle teorie della dipendenza ⇒ Economia informale come caratteristica permanente, subordinata e dipendente del nuovo modello di capitalismo Si rifiuta l’evoluzionismo lineare in cui il sottosviluppo appare come un “stato originario” Trasversalità, permanenza e dipendenza dal contesto dell’economia informale Due principali filoni: • Processo di “informalizzazione” necessario per rispondere in maniera più efficace alle necessità di flessibilità e competitività espresse dalle imprese che operano nella parte regolare dell’economia ‐> economia “iper‐flessibile” • Informalità come “alterità”. Scambi non regolati dal mercato. L’economia informale è formata da fattori propri della società tradizionale e, per questo, è proposta come modello alternativo di sviluppo economico De Soto, H. 1989. The Other Path Analisi dei costi dell’economia informale a Lima (Perù) ed a Tampa (Florida, USA) ‐> forme di “discriminazione legale” Economia informale interpretata come risposta al peso eccessivo assunto dallo stato nell’economia e nella società L’economia informale racchiude in sé capitale umano e finanziario In America Latina, l’attenzione è posta sull’inefficacia dei sistemi di regolazione e delle istituzioni Promozione di una serie d’interventi, di ispirazione neo‐ liberista, finalizzati a ridurre i costi per le attività imprenditoriali ed a rendere ben definiti ed efficaci i diritti di proprietà ⇒ Economia informale vista come opzione di exit per l’individuo che agisce razionalmente (dal punto di vista economico) Debolezza: • Prevalenza di una logica duale, con poli chiusi, che si autoregolano • Difficoltà nel trovare una definizione unica di economia informale • Tendenza a confondere analisi con visioni ideologiche Forza: • • • • Variabili legate all’etnia o al territorio perdono valore esplicativo Trasversalità dell’informalità (l’economia informale non è un settore) Distinzione fra economia informale ed economia criminale Si mette in discussione il paradigma del mercato che si organizza da sé. Al di là delle diverse interpretazioni, emerge quanto le transazioni economiche che caratterizzano l’economia informale siano “incorporate” nelle relazioni sociali Previsioni sulla scomparsa dell’economia informale si sono rivelate errate: in molti paesi l’economia informale non è diminuita negli ultimi 30 anni, in alcuni è addirittura cresciuta La globalizzazione economica ha accentuato processi di “informalizzazione”, soprattutto nei contesti urbani L’economia informale ha legami differenti, e di diversa intensità, con la parte formale Recenti trasformazioni nei mercati del lavoro formali hanno creato maggiore prossimità fra forme di lavoro regolari ed informalità Non sono ancora state trovate soluzioni efficaci ad alcuni dei dilemmi che hanno caratterizzato il passato… Stime sull’occupazione (fonte: OECD, 2009) Stime sull’occupazione e sul PIL (fonte: ILO, 2007) Source: Oecd, 2009 13 Economia informale come fattore in grado ridurre alcuni problemi sociali (in primis la disoccupazione) o come “trappola” per lavoratrici, lavoratori ed enti regolatori (stati, enti locali, …)? Informalità come simbolo di marginalizzazione sociale o come dimensione in cui si sviluppano pratiche economiche alternative al sistema prevalente di sviluppo economico? Informalità come sfera in cui la forza lavoro risulta “non‐organizzabile” collettivamente o come ambito in cui nascono forme di organizzazione collettiva che non rientrano nelle forme tradizionali?