PIANTE
ANTIINFIAMMATORIE
INTRODUZIONE
•  L’infiammazione è una normale reazione
protettiva ad una lesione del tessuto, causata
da un trauma fisico, da prodotti chimici
nocivi oppure da agenti microbiologici,
caratterizzata da arrossamento (rubor),
aumento di temperatura (calor), edema
(tumor), dolore (dolor) e perdita della
funzionalità (functio laesa).
INTRODUZIONE
•  L’arrossamento e l’aumento di temperatura
sono il risultato dell’aumento del flusso
sanguigno.
•  L’edema è associato all’aumento della
permeabilità vascolare.
•  Il dolore è conseguenza dell’attivazione e
della stimolazione delle fibre nervose
afferenti primarie.
INTRODUZIONE
•  In condizioni normali questi cambiamenti dei
tessuti infiammati servono ad isolare gli effetti
dell’insulto e quindi a limitare il danno per
l’organismo.
•  L’infiammazione è innescata dal rilascio di
mediatori chimici dai tessuti danneggiati e dalle
cellule: amine (istamina), lipidi (PGs, leucotrieni,
PAF), piccoli peptidi (bradichinine) e peptidi più
grandi (citochine).
•  L’ampia varietà di mediatori chimici può spiegare
come farmaci diversi siano efficaci nel trattare una
forma di infiammazione e non un’altra.
secrezione
immediata
rilasciati
dopo pochi minuti
dall’azione
enzimatica
molecole
preformate
mediatori
lipidici
prostaglandine
leucotrieni
PAF
istamina
5-HT
sintesi di mRNA
e proteine
(più di 30 min)
citochine
Interleuchine
TNF
INFIAMMAZIONE
rubor
dolor
calor
tumor
INTRODUZIONE
•  I prodotti naturali hanno enormemente contribuito
allo sviluppo dei farmaci moderni.
•  È noto che la maggior parte dei metaboliti secondari
interferiscono direttamente o indirettamente con le
seguenti molecole e/o meccanismi: mediatori
dell’infiammazione (acido arachidonico, peptidi,
citochine), la produzione e/o l’azione di secondi
messaggeri (cGMP, Ca++), l’espressione dei fattori
di trascrizione (NF-κB) e l’espressione delle
molecole-chiave ad azione pro-infiammatoria come
iNOS, COX-2, TNF-α.
MALATTIE INFIAMMATORIE
quadro clinico
•  Artrite reumatoide: malattia cronica delle
articolazioni che comporta dolore, gonfiore
e deformità delle articolazioni.
•  Caratteristiche: infiammazione cronica con
accumulo di leucociti.
•  Il trattamento è sintomatico e prevede l’uso
di farmaci antiinfiammatori.
MALATTIE INFIAMMATORIE
quadro clinico
•  Osteoartrite: è una forma di artrite cronica.
•  Caratteristiche: degradazione della
cartilagine, restringimento dello spazio
articolare, sclerosi dell’osso.
•  Generalmente si presenta nelle persone
anziane.
•  Trattamento farmacologico: analgesici e
FANS.
Salix spp. (salice)
•  La droga è costituita dalla corteccia di Salix alba,
S. purpurea, S. fragilis e altre specie di Salix,
comuni nelle regioni umide di tutta Europa.
•  Ippocrate, descrisse nel V secolo a.C. una
polvere amara estratta dalla corteccia del salice
che era utile per alleviare il dolore ed abbassare
la febbre. Un rimedio simile è citato anche dai
sumeri, dagli antichi egizi e dagli assiri. Anche i
nativi americani lo conoscevano e lo usavano per
curare mal di testa, febbre, dolori muscolari,
•  La droga è ricca di tannini, flavonoidi, glicosidi
ed esteri che per idrolisi danno acido salicilico
(salicina, salicortina, tremulina e tremulacina).
Secondo la commissione E, la droga deve
contenere non meno dell’1% di salicilati espressi
come salicina.
Acido salcico
Alcol salcico
tremulacina
MECCANISMO D’AZIONE
•  L’attività antiinfiammatoria del salice è determinata
non solo dalla salicina ma anche da altri glicosidi
fenolici (salicortina, tremulina e tremulacina).
•  Agiscono come pro-farmaci: sono lentamente
convertite nel fegato ad acido salicilico: l’inizio
dell’attività del farmaco è più lento dei
convenzionali derivati dell’acido salicilico, ma
hanno un’azione prolungata.
•  L’acido salicilico inibisce la formazione dei
mediatori infiammatori. Tuttavia, contrariamente
all’aspirina, la salicina non inibisce
irreversibilmente l’aggregazione piastrinica.
STORIA
•  Il principio attivo presente nel salice
(salicina) è stato isolato per la prima volta
nel 1829 da Leroux che dimostrò anche il
suo effetto antipiretico. L’enorme successo
di questo farmaco è dovuto a F.Hoffmann,
un chimico impiegato alla Bayer, che
sintetizzò l’ acido acetilsalicilico. Dopo la
dimostrazione dei suoi effetti
antiinfiammatori questo composto venne
introdotto in terapia da Dreser nel 1899 con
il nome di aspirina (da spirea ulma).
salice
Effetto
antiinfiammatorio
Acido salicilico
Derivati della
salicina
salicina
Intestino
tenue
fegato
ossidazione
Alcol salicilico
Alcol salicilico
colon
fosfolipidi
(dalle membrane cellulari)
fosfolipasi A2
acido arachidonico
(-)
5-lipossigenasi
leucotrieni
salice
ciclossigenasi
prostaglandine
dolor, calor, rubor, tumor
EFFICACIA CLINICA
•  German Commission E: trattamento di
febbre, malattie reumatiche e mal di testa.
•  L’efficacia nel dolore lombare e
nell’osteoartrite è molto promettente.
•  Studi clinici randomizzati: può essere un
trattamento utile e sicuro per il dolore
lombare e l’osteoartrite.
EFFETTI COLLATERALI/
CONTROINDICAZIONI
•  È considerato sicuro.
•  Sono riportati rari casi di nausea, mal di testa
e disturbi gastrici.
•  A dosi molto elevate e’ causa di
salicilismo.
•  Controindicato: soggetti con asma, diabete,
gotta, ulcera peptica attiva, malattie epatiche
o renali e soggetti sensibili all’aspirina.
PREPARAZIONI/DOSAGGIO
•  Sono raccomandati 5 – 10
g di droga grezza, 1 – 2 ml
di estratto acquoso (1:1,
25% etanolo) = 60 – 120
mg di salicina.
•  Negli studi clinici sono
state usate dosi giornaliere
di 120-240 mg di salicina
al giorno.
Harpagophytum procumbens
Medicina popolare. Nella medicina tradizionale sudafricana la droga viene
impiegata come tonico amaro nei disturbi digestivi, nelle emopatie, come
antipiretico e come analgesico. L’uso moderno dell’Artiglio del diavolo si è
indirizzato verso il trattamento di a"ezioni reumatiche, artritiche e nelle lombalgie
.
Analgesico-antin!ammatorio-antireumatico. È noto da tempo che estratti totali
di Harpagophytum procumbens esercitano attività analgesica periferica, anti
$ogistica ed antiartritica. Il !tocomplesso di Harpagophytum procumbens è oggi
utilizzato nel trattamento sintomatico dell’artrite reumatoide e nell’osteoartrite
nell’artrosi e in altre malattie reumatiche e di interessanti osservazioni
sperimentali hanno dimostrato l’attività antininfiammatoria analgesica ed
antireumatica
E’ stato osservato che il principio attivo arpagoside ma anche altri composti
presenti nel fitocomplesso dell’Artiglio del diavolo mostrano una attività
inibitoria nell’espressione della ciclossigenasi 2 (COX-2) e della biosintesi dei
leucotrieni.
MECCANISMO D’AZIONE
•  L’artiglio del diavolo presenta attività
antiinfiammatoria e analgesica nei roditori.
•  Studi pre-clinici: l’attività è legata
all’inibizione degli enzimi Cox2 e LO
(biosintesi dei leucotrieni).
•  L’artiglio del diavolo (ma non gli iridoidi)
riduce il rilascio di TNF dalle cellule
infiammatorie.
secrezione
immediata
rilasciati
dopo pochi minuti
dall’azione
enzimatica
molecole
preformate
mediatori
lipidici
prostaglandine
leucotrieni
PAF
istamina
5-HT
sintesi di mRNA
e proteine
(più di 30 min)
citochine
(-)
interleuchine
(-) TNF
artiglio
del diavolo
INFIAMMAZIONE
rubor
dolor
calor
tumor
Effetti sul metabolismo dell’acido
arachidonico
•  I danni tissutali e la distorsione della membrana
plasmatica attivano l’enzima fosfolipasi A2 che dà
luogo alla produzione di acido arachidonico.
•  L’acido arachidonico per azione delle COX dà le
prostanglandine e per azione della LO dà i
leucotrieni.
•  Le prostaglandine e i leucotrieni sono molecole proinfiammatorie e quindi possono provocare
infiammazione, dolore e febbre.
•  L’inibizione del metabolismo dell’acido arachidonico
comporta un effetto anti-infiammatorio.
fosfolipidi
(dalle membrane cellulari)
fosfolipasi A2
artiglio
del diavolo
acido arachidonico
(-)
5-lipossigenasi
leucotrieni
ciclossigenasi
prostaglandine
dolor, calor, rubor, tumor
EFFICACIA CLINICA
•  German Commission E: è indicato per il trattamento di
supporto dei disordini degenerativi muscoloscheletrici.
•  Una recente review sistematica riporta 5 studi clinici
randomizzati, placebo-controllati in doppio cieco per
malattie reumatiche (dolore lombare e osteoartrite).
•  Tutti i risultati clinici indicano scomparsa del dolore in
pazienti trattati con l’artiglio del diavolo (3-4 settimane di
trattamento) rispetto al placebo.
•  L’artiglio del diavolo è paragonabile in efficacia ma
superiore in sicurezza al farmaco di riferimento diacereina
(inibitore delle citochine) nel trattamento dell’osteoartrite,
riducendo la necessità di una terapia con analgesici e antiinfiammatori non steroidei.
EFFETTI COLLATERALI/
CONTROINDICAZIONI
•  Ridotti effetti collaterali.
•  Diarrea: 8% dei pazienti.
•  German Commission E: ulcere gastriche e
duodenali come controindicazioni.
•  È controindicato nel diabete e nelle donne
incinte.
PREPARAZIONI/DOSAGGIO
•  L’European Scientific Cooperative of Phytotheraphy
(ESCOP) suggerisce che la dose giornaliera non
deve superare i 9 g di radice secca.
•  L’estratto di artiglio del diavolo (400 – 1200 mg al
giorno = 30 – 100 mg di arpagoside) è stato usato in
numerosi studi clinici.
•  Prodotti commerciali: 0.8 – 5% di arpagoside.
•  Commissione E: 4.5 grammi di droga secca.
•  Somministrazione orale: più attivo se somministrato
nelle formulazioni gastroresistenti.
Prodotto omeopatico
Urtica spp. (ortica)
•  La droga è costituita dalle parti
aeree delle specie di Urtica, che
sono piante perenni che crescono
nelle aree incolte di tutto il
mondo.
•  La sensazione di bruciore al
contatto con i peli presenti sulle
foglie e sugli steli è causata dalla
presenza di acido formico e
amine (istamina, serotonina e
colina).
•  Composizione chimica:
flavonoidi, acido silicico ed un
olio volatile.
MECCANISMO D’AZIONE
•  Inibisce gli enzimi COX e LO, responsabili
della produzione delle prostanglandine e dei
leucotrieni.
•  Inibisce la produzione delle citochine.
•  L’ortica contiene elevate quantità di un
acido fenolico (acido caffeil malico), che è
un inibitore delle Lipossigenasi.
secrezione
immediata
rilasciati
dopo pochi minuti
dall’azione
enzimatica
molecole
preformate
mediatori
lipidici
istamina
5-HT
prostaglandine
leucotrieni
PAF
sintesi di mRNA
e proteine
(più di 30 min)
citochine
(-)
interleuchine
(-) TNF
ortica
INFIAMMAZIONE
rubor
dolor
calor
tumor
fosfolipidi
(dalle membrane cellulari)
fosfolipasi A2
ortica
acido caffeilmalico
acido arachidonico
(-)
(-)
5-lipossigenasi
leucotrieni
ortica
ciclossigenasi
prostaglandine
dolor, calor, rubor, tumor
EFFICACIA CLINICA
•  German Commision E: approvato per l’uso nel
trattamento delle malattie reumatiche.
•  Efficacia clinica nell’artrite acuta.
EFFETTI INDESIDERATI
•  Indagini postmarketing: 8955 pazienti, effetti
collaterali nell’1% (problemi gastrointestinali,
reazioni allergiche, disturbi della minzione,
prurito).
•  Controindicato quando c’è ritenzione di liquidi
dovuta ad una ridotta funzione cardiaca o renale.
PREPARAZIONI/DOSAGGIO
•  Dosaggio: 8 – 12 g di
droga secca al giorno.
•  Può essere somministrata
sotto forma di preparazioni
liquide dell’estratto (1:1 in
25% di alcool) per uso
esterno.
•  Per uso interno (infezioni
urinarie) si somministra
sotto forma di tisane,
opercoli etc.
Tanacetum parthenium (tanaceto)
•  Famiglia: Asteraceae
•  La droga è costituita
dalle parti aeree di T.
parthenium.
•  Indigeno dell’Asia
Minore e comune nei
Balcani.
•  Contiene lattoni
sesquiterpenici,
piretrina (olio volatile)
e flavonoidi.
MECCANISMO D’AZIONE
•  Inibisce il rilascio di 5-HT dalle
piastrine (attività antimigrazione)
e quello di istamina dai mastociti,
riduce la biosintesi degli
eicosanoidi mediante un’azione
sulla fosfolipasi A2, inibisce
l’espressione delle molecole di
adesione pro-infiammatorie.
•  Si pensa che il partenolide sia il
composto attivo.
•  Inibisce il rilascio degli enzimi
coinvolti nei processi
infiammatori.
TANACETO
piastrine
inibizione del
rilascio di 5-HT
cellule infiammatorie
inibizione della fosfolipasi
inibizione degli enzimi lisosomiali
Effetti analgesici/anti-infiammatori
fosfolipidi
(dalle membrane cellulari)
tanaceto
(-)
fosfolipasi A2
acido arachidonico
5-lipossigenasi
leucotrieni
ciclossigenasi
prostaglandine
dolor, calor, rubor, tumor
EFFICACIA CLINICA
•  Efficace per la profilassi dell’emicrania
(evidenze incomplete).
•  3 studi clinici positivi (doppio cieco con
placebo): 196 pazienti che soffrono di
emicrania.
•  Fa azione febbrifuga ed antiinfiammatoria
EMICRANIA
quadro clinico
•  È una sindrome comune caratterizzata da
ricorrenti attacchi di mal di testa.
•  Gli attacchi (spesso durano per ore o meno
frequentemente per giorni) sono spesso
preceduti da fenomeni visivi o sensoriali
accompagnati da nausea o vomito o
fotofobia (aura).
•  L’aura è dovuta alla contrazione arteriosa, il
mal di testa a dilatazione extracranica e
intracranica.
EMICRANIA
quadro clinico
•  I mal di testa da emicrania sono
insolitamente preceduti da una fase
asintomatica (nessun sintomo).
•  Attacco acuto:
–  Fase prodromica: disturbi visivi associati a
vasocostrizione arteriosa e rilascio di
serotonina.
–  Fase del mal di testa : dolore, nausea, vomito
associati a vasodilatazione cerebrale e livelli di
serotonina al di sotto del normale.
EMICRANIA
quadro clinico
•  Farmaci usati:
–  Bloccanti β-adrenergici (propranololo),
antagonisti dei canali del calcio ed antagonisti
del recettore 5-HT2 della serotonina, usati in
profilassi.
–  Ergotamina e anti-infiammatori/analgesici
(aspirina o oppiodi come la codeina) che sono
usati per trattare un attacco acuto.
EFFETTI COLLATERALI/
CONTROINDICAZIONI
•  Blandi e reversibili.
•  Ulcerazioni della bocca e disturbi gastrointestinali
(più frequenti in caso di uso prolungato).
•  Nervosismo, tensione, stanchezza.
•  Dermatite allergica (lattoni sesquiterpenici).
•  Controindicato in soggetti con ipersensibilità ad altri
membri delle Asteraceae/Compositae o pazienti con
problemi di coagulazione.
•  Non usare in gravidanza o durante l’allattamento.
PREPARAZIONI/DOSAGGIO
•  Si masticano le foglie fresche
o liofilizzate della pianta .
•  Compresse, capsule: 125 mg
droga = 0.2% di partenolide.
•  Da 1 a 2 compresse al giorno
nel trattamento profilattico
dell’emicrania.
•  Se masticato può causare
ulcerazioni della bocca o
disturbi gastrointestinali.
ACIDI GRASSI ESSENZIALI
Gli acidi grassi essenziali sono considerati
“essenziali” perchè il nostro organismo non li
produce.
• 
L’intergrazione con dosi terapeutiche di acidi grassi
essenziali può essere efficace nel trattamento dei
disturbi infiammatori.
• 
ACIDI GRASSI ESSENZIALI
•  L’assunzione di acido γ-linolenico (GLA) può
sopprimere l’infiammazione almeno con due
diversi meccanismi:
–  Inibizione competitiva dell’attività della COX e della
LO, con la conseguente riduzione della produzione
delle molecole pro-infiammatorie e dei leucotrieni.
–  Produzione della prostaglandina E1 che, anche se
possiede un effetto pro-infiammatorio acuto, può avere
effetti inibitori sulle cellule pro-infiammatorie,
specialmente nella fase cronica del processo
infiammatorio.
PIANTE CONTENENTI ACIDI GRASSI
ESSENZIALI
•  L’olio di borragine, l’olio di ribes nero e l’olio di enagra
sono ricchi di acidi grassi essenziali.
•  Dati clinici suggeriscono che il loro uso può avere un
potenziale ruolo nell’alleviare i sintomi delle malattie
reumatiche.
•  Sono ben tollerate e presentano trascurabili effetti
collaterali.
PIANTE CONTENENTI ACIDI GRASSI
ESSENZIALI
•  Olio di borragine:
–  Ottenuto dai semi di Borago officinalis.
–  Semi: 25% olio, ricco in acido
gammalinolenico.
–  2 studi clinici randomizzati, placebo-controllati
in doppio cieco: significativo miglioramento
dell’artrite reumatoide cronica (1.4 g GLA al
giorno).
–  La borragine contiene alcaloidi epatotossici
(pirrolizidina).
PIANTE CONTENENTI ACIDI
GRASSI ESSENZIALI
•  Olio di ribes nero:
–  Ottenuto dai semi di Ribes nigrum.
–  Elevate concentrazioni di GLA ma anche di
acido α-linoleico (ALA): proprietà antiinfiammatorie.
–  Uno studio clinico randomizzato, placebocontrollato in doppio cieco (10.5 g al giorno
divisi in 15 capsule): malattia ridotta in pazienti
con artrite reumatoide cronica.
–  ESCOP: 20-50g/L per infusione per 15 minuti
fino a 500 ml al giorno.
PIANTE CONTENENTI ACIDI
GRASSI ESSENZIALI
•  Olio di enagra:
–  Ottenuto dai semi di Oenothera biennis.
–  Elevate concentrazioni di GLA.
–  Un solo studio clinico randomizzato, placebocontrollato in doppio cieco (540 mg di GLA al
giorno per 15 mesi): può ridurre il
concomitante uso di FANS.
–  Effetti collaterali: sintomi gastrointestinali e
cefalea.
olio di ribes
olio di borragine
olio di enagra
fosfolipidi
(dalle membrane cellulari)
GLA
acido arachidonico
DGLA
GLA
15-DGLA
COX
PGE1
olio di ribes
olio di borragine
olio di enagra
PGE2
LOX
LTB4
blocco della
produzione di
LTs