il kitsch dellarete

annuncio pubblicitario
circolazione extracorporea
IL KITSCH DELLA RETE
Fruizioni multiple nell’era della riproducibilità
a cura di Peppino Ortoleva
PROCLAMA TOTAL FREE SULLA CRISI ECOLOGICA O
PLATEALE OPERAZIONE GRIFFE? IL CASO HOME PROJECT
PRODUCE BESSON
Il cineasta Luc Besson.
In basso la main page YouTube
di Home Project
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rivista del cinematografo
fondazione ente dello spettacolo
aprile 2010
Nel maggio 2009, Luc Besson, in veste di produttore esecutivo, ha presentato il
film Home del fotografo Yann Arthus-Bertrand, una sorta di proclama in HD
sulla crisi ecologica. Abbiamo fatto una pazzia, ha detto Besson: abbiamo deciso di far circolare il film gratuitamente e in simultanea in tutto il mondo. Come
dire, “a quanti bei soldi abbiamo rinunciato per amore della causa”. In effetti lo
“Home Project” consente di vedere il film su YouTube in 5 diverse lingue e con
sottotitoli, e l’operazione ha avuto un certo successo, visto che i counter delle
varie edizioni parlano di milioni di contatti. Un film in rete, un film per tante
diverse reti. Ma parlare di “pazzia” in questo caso è come minimo ipocrita. Far
capire di averci perduto del denaro, poi, è semplicemente bugiardo. Basta
cominciare a guardare Home per vedere una sequela di marchi, a cominciare da
Gucci, poi Balenciaga, Fnac, e tanti altri. E’ un film griffato: certo, griffati oggi i
film lo sono un po’ tutti, da quando la pubblicità occulta si è rifatta una verginità
prendendo il nome di product placement, e alluvionare ogni scena di marchi, di
profumo o di mobili, o naturalmente delle proibitissime (in teoria) sigarette, è
diventato uno dei principali business della settima arte.
Ma nel caso di Home è stato fatto un passo più in là. Grazie all’accordo col PPR
Group, ditta di promozione che si è specializzata nel settore del lusso, il film è
nato come veicolo pubblicitario, tanto da poter fare a meno degli altri normali
canali di sussistenza del cinema, dalla sala ai diritti televisivi, e poter passare
direttamente alla rete.
La cosa può sembrare strana, visto che il film si presenta come un’opera impegnata, combattiva, strumento per una presa di coscienza. Visto che usa la rete
come una sorta di tam tam, se non proprio di chiamata alle armi. E se invece,
fosse proprio qui la trovata? Nel tanto parlare di guerrilla marketing, ecco trovato un mezzo ancora considerato nobile, come il cinema, ecco individuata una
causa che permette a tutti di sentirsi indignati e pronti alla mobilitazione senza
però farsi dei veri nemici, ecco la possibilità di usare un canale, YouTube, che
favorisce lo spirito di condivisione al di là dei contenuti stessi che vi circolano.
Così nasce un’operazione tanto innovativa in termini di marketing quanto poco
lo è il film in quanto tale. Home applica al pianeta intero il linguaggio della più standardizzata
fotografia di moda. Del resto che cosa ci si può Progetto tanto
aspettare dall’uomo che per primo è stato insi- innovativo in termini
gnito, in quanto fotografo, della Legion d’onore?
Quando un grandissimo musicista come di marketing quanto
Maurice Ravel rifiutò quell’onorificenza, con un superficiale nei
gesto di saggezza e di responsabilità, un altro
grande ma perfido, Eric Satie, disse: “Ravel contenuti
rifiuta la Legion d’onore ma tutta la sua musica
l’accetta”. Battuta ingiusta, ma che è rimasta. Yann Arthus-Bertrand, il militante della fotografia delle buone cause, la Legion d’onore non si è neppure sognato di rifiutarla. E il suo film, poi, l’accetta e la esibisce in ogni singola inquadratura.
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