ISTITUTO ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE “Enrico MEDI“ GALATONE Progetto: “SCUOLA, FAMIGLIA E SOCIALIZZAZIONE” a.s. 2011/2012 Cineforum “CINEMA E STORIA” “CINEMA e STORIA” SCHEDA DI LETTURA DEL FILM: LA TREGUA Regia: Francesco Rosi Soggetto: Francesco Rosi, Tonino Guerra, dall’omonimo libro di Primo Levi Sceneggiatura: Francesco Rosi, Stefano Rulli, Sandro Petraglia Cast: John Turturro (Primo), Massimo Ghini (Cesare), Rade Serbedzija (il Greco), Stefano Dionisi (Daniele), Teco Celio (il colonnello Rovi), Roberto Citran (Unverdorben), Claudio Bisio (Ferrari), Andy Luotto (D’Agata), Agnieszka Wagner (Galina), Lorenza Indovina (Flora), Maryna Gerasymenko (Marja Fiodorovna), Igor Bezgin (Egorov) Fotografia: Pasqualino De Santis, Marco Pontecorvo Montaggio: Ruggero Mastroianni, Bruno Sarandrea Scenografia: Andrea Crisanti Costumi: Alberto Verso Musica: Luis Bacalov Produzione: Leo Pescarolo, Guido De Laurentiis Origine: Italia/Francia/Germania/Svizzera, 1997 Genere: Drammatico Durata: 126’ Trama: All’indomani dell’arrivo delle truppe sovietiche ad Auschwitz, all’inizio del 1945, Primo parte subito dal campo con l’intenzione di fare presto ritorno a casa. E’ l’inizio di un lungo viaggio, costellato da molte tappe e false speranze che lo portano dalla Polonia alla Russia, fino alla Romania, Ungheria e Austria. Nel corso del viaggio, Primo comincia a riprendere contatto con la vita, la speranza, la dignità umana. Suoi compagni di viaggio sono i sopravvissuti dalle più diverse provenienze: un uomo greco, una infermiera russa, ma soprattutto il gruppo degli altri italiani. Verso la fine dello stesso anno, dopo un lungo viaggio, finalmente Primo raggiunge casa sua, dove comincerà a scrivere le sue esperienze. Fedele alle grandi linee del libro di Primo Levi, il film ripercorre le tappe del tormentato ritorno di Levi a Torino dal lager di Auschwitz: otto mesi per un viaggio “assurdo”. Fatte salve le buone intenzioni dell’impegno profuso dalla troupe per rimanere (fin troppo) fedele al testo letterario, senza appropriarsene, senza aggiungere qualcosa, il film si limita a tradurre in immagini il testo ma, anziché esprimere il pathos del ritorno alla vita, si riduce alle peripezie di un lungo ritorno a casa. Il film sembra abbia due soli momenti “veri”: il primo all’arrivo del protagonista e dei suoi compagni alla stazione ferroviaria di Monaco, quando Primo mostra la divisa di deportato ad un gruppo di tedeschi, prigionieri CINEMA & STORIA : “La tregua” 1 ISTITUTO ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE “Enrico MEDI“ GALATONE Progetto: “SCUOLA, FAMIGLIA E SOCIALIZZAZIONE” a.s. 2011/2012 Cineforum “CINEMA E STORIA” degli americani. Uno di quei prigionieri, un vecchio militare dall’aria stanca, si inginocchia raccogliendo il segnale. Più che la provocazione del protagonista, colpisce nella scena un misto di livore e paura che blocca il tempo, un brano toccante. Il secondo momento, in chiusura, quando Primo ritrova la casa a Torino: un luogo salvo, pulito e chiarissimo, così lontano dagli orrori della guerra da dare l’impressione del miracolo. In questo luogo di luce il reduce si accinge alla prima colazione vera dopo tanto tempo; spezza il pane, ma subito si arresta, preso dall’urgenza di non concedere neppure un secondo all’oblìo e alla consolazione. Due momenti di cinema vero, per il resto Rosi sembra confermare una difficoltà a liberarsi dalle convenzioni del superspettacolo internazionale, il film si presenta “grandioso” e piatto, persino televisivo, schematico nel suo rapporto con il testo. Francesco Rosi Regista cinematografico italiano (Napoli 1922), dopo un’attività radiofonica, fu assistente di vari registi tra cui L.Visconti (La terra trema), soggettista di Processo alla città, sceneggiatore di Bellissima, Senso, Racconti romani; portò a termine Camicie rosse (1952) di G.Alessandrini e diresse con V.Gassman Kean (1954), esordì clamorosamente con La sfida (1958), film sulla camorra napoletana dove agli echi del neorealismo si sovrapponeva l’influenza del cinema “nero” americano. Come altri registi della sua generazione, Rosi venne influenzato dal neorealismo identificando nel mezzo cinematografico il mezzo espressivo prediletto per rappresentare i problemi politici e sociali del paese, molti suoi film, infatti, sono ispirati ad eventi realmente accaduti. Realizzò I magliari (1959), Salvatore Giuliano (1961) biografia per immagini (con l’introduzione di spezzoni tratti dalla cronaca televisiva) del celebre bandito siciliano. Seguirono Le mani sulla città (1963), amara riflessione sul trasformismo politico e la speculazione edilizia a Napoli, che vinse il “Leone d’oro” alla Mostra di Venezia; in teatro ha curato la regia di In memoria di una signora amica (1963) di G.Patroni-Griffi. Seguirono Il momento della verità (1965), suggestivo documentario a colori sulla Spagna e le corride; C’era una volta (1967); Uomini contro (1970) dal libro “Un anno sull’altopiano” di L.Lussu, opera dissacrante sulla prima guerra mondiale, provocò dissensi e polemiche da parte della critica, che si mostrò invece favorevole al successivo Il caso Mattei (1972) ; pur non privo di ambiguità ideologiche, questo film è uno dei migliori di Rosi dall’epoca di Salvatore Giuliano. Proseguendo nella sua linea di esame e di vigorosa denuncia della cronaca italiana dirige Lucky Luciano (1973) e Cadaveri eccellenti (1975), ispirato a “Il contesto” di L.Sciascia; trasferisce magistralmente sullo schermo il romanzo di C.Levi Cristo si è fermato a Eboli (1979), seguito da Tre fratelli (1980), drammatico ritratto dell’Italia vessata dal terrorismo, vista attraverso gli occhi di tre fratelli riunitisi per la morte della madre. Ha diretto la versione moderna della celebre opera di Bizet Carmen (1984), meno incisivo è apparso nei film di denuncia sociale Cronaca di una morte annunciata (1987) dall’omonimo romanzo di G.Garcìa Marquez, e Dimenticare Palermo (1990), sulla sofferta realtà odierna del capoluogo siciliano, tra vecchia e nuova mafia e antichi rituali. Grande successo di critica e dui pubblico ha invece ottenuto La tregua (1997), tratto dal romanzo di P.Levi. CINEMA & STORIA : “La tregua” 2