francesco rosi ad assisi per la xxvi edizione di “primo piano sull`autore”

“ORA LAVORO PER IL TEATRO, I FILM CHE VOLEVO FARE LI HO FATTI.
NON VOGLIO CORRERE IL RISCHIO DI ESSERE RIPETITIVO”
FRANCESCO ROSI AD ASSISI
PER LA XXVI EDIZIONE
DI “PRIMO PIANO SULL’AUTORE”
NELLA CITTA’ UMBRA, CHIUDE LA RASSEGNA CINEMATOGRAFICA DEDICATA AL MAESTRO DEL “CINEMA DELLA VERITA’”
P
er il momento il cinema può attendere. Ora la nuova frontiera di Francesco Rosi – l’85enne regista del
cinema d’inchiesta e di impegno civile - è il
teatro. Ad annunciarlo lo stesso Rosi
durante la giornata conclusiva della XXVI
edizione di "PRIMO PIANO SULL'AUTORE", rassegna assisana sui grandi del
cinema italiano dedicata, quest’anno, proprio all’autore di “Salvatore Giuliano”, “La
Tregua” e “Il Caso Mattei”.
Rosi sta lavorando ad una trilogia teatrale dedicata ad Eduardo De Filippo e, dopo
Francesco Rosi con Roberto Andò
e Marco Tullio Giordana
“Napoli milionaria”, si accinge a portare in
scena “Filumena Marturano” con Lina
Sastri. “E’ stato il figlio di Eduardo, Luca, a
suggerirmi questo percorso – ha detto Rosi
– un percorso che ho trovato interessante
per il parallelismo tra cinema e teatro.
Nel film “Napoli milionaria” c’era la
restituzione dei veri valori della vita: amore,
amore della famiglia e dignità umana, tutti
dispersi nella guerra”.
Il cinema per il momento va in secondo
piano: “tutti i film che volevo fare li ho fatti – ha aggiunto Rosi – affrontando argo-
menti di attualità come mafia, petrolio, conflitto di interessi, camorra, terrorismo, Olocausto. C’è sempre spazio e modo per raccontare la realtà, ma c’è anche il rischio di
cadere nella ripetizione. Un rischio che oggi
non mi sento di correre”
“PRIMO PIANO
SULL'AUTORE”
La manifestazione diretta da Franco
Mariotti e organizzata dall’Associazione
Francesco Rosi con Pasquale Squitieri
Culturale Amarcord in collaborazione con
l’Associazione Culturale ZabriskiePoint – si
è chiusa quest’anno con un duplice appuntamento: nella serata conclusiva i registi
Marco Tullio Giordana, Pasquale Squitieri,
Enzo Monteleone, Maurizio Sciarpa,
Roberto Andò, Maurizio Nichetti, Cristiano Bortone, la produttrice Maria Grazia
Volpi, il direttore della fotografia Sergio
Salvati i critici Tullio Kezich e Bruno Torri
ed altri ancora hanno discusso sul futuro
del cinema di impegno civile in Italia e sul
perché, oggi, è sempre più difficile raccontare il nostro paese.
Marco Tullio Giordana ha raccontato che Francesco Rosi è citato ne “I
cento passi”. “Prima di iniziare le
riprese del film – ha detto Giordana –
andai a trovare Rosi. Ero preoccupato,
gli spiegai che temevo di non saper
descrivere quel mondo. Lui mi disse
che la cosa da fare era andare a vivere
lì. Lo feci. Quelle parole mi spinsero a
fare il film che ho fatto.”
Toccando l’argomento situazione/crisi del cinema italiano, Rosi ha
ricordato di quando in Italia si producevano trecento film l’anno, mentre
da troppo tempo se ne producono
molti di meno. “Ma cosa importante –
ha aggiunto – è che Tornatore con
“La sconosciuta” rappresenterà l’Italia
agli Oscar, e chi dice che i ragazzi di
oggi non possano commuoversi
vedendo “Ladri di biciclette” è in
errore, ma è compito degli educatori spingere i giovani a vedere questi film.”
Al convegno “Il Cinema della verità”
sempre dedicato a Rosi, hanno partecipato
storici e critici del cinema, attori, registi,
organizzatori, produttori che hanno collaborato con il regista napoletano.
Emozionato e affettuoso l’intervento di
Stefano Dionisi, che con Rosi ha interpretato La tregua. “Per un attore è importante
essere in almeno un film che entra nella storia del cinema - ha detto - e io ho avuto la
fortuna di farlo con Rosi, e gliene sarò sempre grato. Oggi sono qui anche a nome di
grandissimi attori che erano con me
come Turturro e Volontè, e per me è
un onore”.
Sempre a proposito de La tregua
Franco Giraldi, ha detto di aver da
poco riletto il libro di Primo Levi da cui
è tratto: "Come altri film di Rosi, ci fa
respirare l’epica della nostra storia,
anche quella più imbarazzante. Nella
seconda guerra mondiale ci sono state
pagine sublimi, ma anche terribili, e
non bisogna nasconderle. Quando si
parla di futuro del cinema italiano è
necessario insistere anche sull’educazione al cinema nelle scuole”.
Il presidente del Sindacato dei critici italiani Bruno Torri ha definito il
cinema di Francesco Rosi ”il cinema
della realtà, dell’innovazione e dello
sperimentalismo. Ma è molto presente
anche il senso dello spettacolo, inteso
nel suo significato più alto, ovvero di spettacolo cinematografico preso nella sua
interezza: finitezza dell’immagine, attenzione alla recitazione degli attori, studio
attento della fotografia e della messa in scena. Rosi è un autore che sa avvalersi di tutte le figure professionali in maniera esemplare”.
Anche quest’anno la manifestazione
Assisana si è conclusa con la consegna, stasera, del Premio Domenico Meccoli "ScriverediCinema", giunto alla XVI edizione, a
quanti si sono distinti nell'arco dell'anno
nella scrittura cinematografica.
Francesco Rosi con Franco Mariotti