Alcuni elementi della comunione anglicana hanno deciso di lasciare

Matteo 13: (24-30) 24 Egli propose loro un'altra parabola dicendo: «Il regno dei cieli è
simile a un uomo, che seminò buon seme nel suo campo. 25 Ma, mentre gli uomini
dormivano, venne il suo nemico e seminò della zizzania in mezzo al grano, e se ne andò. 26
Quando poi il grano germogliò e mise frutto, apparve anche la zizzania. 27 E i servi del
padrone di casa vennero a lui e gli dissero: "Signore, non hai seminato buon seme nel tuo
campo? Come mai, dunque, c'è della zizzania?". 28 Ed egli disse loro: "Un nemico ha fatto
questo". Allora i servi gli dissero: "Vuoi dunque che andiamo e la estirpiamo?". 29 Ma egli
disse: "No, per timore che estirpando la zizzania, non sradichiate insieme ad essa anche il
grano. 30 Lasciate che crescano entrambi insieme fino alla mietitura; e al tempo della
mietitura io dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla;
il grano, invece, riponetelo nel mio granaio"».
Alcuni elementi della comunione anglicana hanno deciso di lasciare la
loro chiesa per riunirsi a quella di Roma; secondo il primate d'Inghilterra
questo piccolo scisma potrebbe aprire la strada ad un'emorragia ancora più
ampia.
Il motivo di questa separazione ecclesiastica è fondato su due criticità:
• l'accesso alle donne al sacerdozio
• l'accesso di omosessuali al pastorato
Il senso che troviamo su numerosa stampa è quello di un rifiuto di
posizioni ritenute sinonimo di abbandono della sequela cristiana
e
manifestazione di una condizione di peccato.
Il gruppo degli anglicani ritornati tra le braccia di Roma potrà
mantenere alcune condizioni, come l'appartenenza ad una casta sacerdotale
ed il mantenimento del vincolo matrimoniale, come già accade per molte
“eccezioni” come ad esempio per i cattolici melchiti, uniati ucraini, siriaci e
molti altri di rito orientale.
Un uso strumentale di alcune dichiarazioni di Paolo come il famigerato
passo di Corinzi 14:34 “Come si fa in tutte le chiese dei santi, le donne
tacciano nelle assemblee, perché non è loro permesso di parlare; stiano
sottomesse, come dice anche la legge. 1Corinzi 14:35 E se vogliono
imparare qualche cosa interroghino i propri mariti a casa, perché è
vergognoso per le donne parlare in chiesa.” portano a riflettere su come usi,
convinzioni e tradizioni stravolgano situazioni invece biblicamente attestate come
l'affermazione di Galati 3, 28 dove sono annullate le differenze tra uomo e donna
perchè tutti noi siamo uno in Cristo o quelle di Ebrei 7, 13-141 che rifiutano un ruolo
sacerdotale persino a Gesù, e questo alla faccia di chi vorrebbe un ordine sacerdotale
sovraordinato ad uno stato laicale.
L'elemento portante di questo scisma dunque non è una questione teologica,
come era stato per la nascita della Riforma quando Lutero, rendendosi conto in che
baratro del peccato in cui era immerso ogni essere umano scoprì la grandezza della
grazia di Dio e della salvezza meritata unicamente per fede!
Siamo di fronte solo ad una questione di ordine ecclesiastico e non teologico e
ci fa riflettere sul modo in cui nella chiesa importiamo dei principi che poco le
appartengono.
La parabola che abbiamo letto ci fa conoscere il padrone di un campo che
inaspettatamente si trova a risolvere il problema di alcune zizzanie, forse potremmo
pensare che anche che il padrone del campo si possa identificare anche con
un'associazione e perchè no? con una chiesa.
Tutto sembrava tranquillo e perfetto, il grano non doveva fare altro che
1Ebrei 7:13 Ora colui del quale si dicono queste cose appartiene ad un'altra tribù, di cui nessuno ha mai servito
all'altare; Ebrei 7:14 è noto infatti che il nostro Signore è uscito da Giuda, in riferimento a cui Mosè non disse nulla
riguardo al sacerdozio.
maturare un po' e tutto questo campo perfetto sarebbe stato da mietere e dare un
ottimo raccolto.
Ma così, non è andata, c'è stato il problema di quella zizzania impertinente nata
e cresciuta in mezzo a tutto quel bel grano.
All'epoca di Gesù non era come ora che ci sono pesticidi selettivi, che riescono
a fare seccare solo alcune piante ma non disturbano, o quasi, tutte le altre; allora si
doveva andare a strappare la zizzania e per farlo è necessario andare in mezzo al
campo e sicuramente, per questa scelta, tutte le zizzanie possono essere estirpate ma
altrettanto sicuramente molte pianticelle di grano verranno calpestate e rotte: non
daranno più alcun frutto.
Il problema si può risolvere in altra maniera, aspettando che tutto giunga a
maturazione. Dopo la mietitura si potrà separare il buon frutto dall'erba infestante e
questo avverrà senza danni per il saggio contadino.
Agostino d'Ippona, Sant'Agostino per intenderci, applicava questa parabola alla
chiesa perchè anche lui sapeva benissimo che gli esseri umani sono anche cattivi.
Forse Agostino aveva di fronte a sé quegli otto secoli di storia in cui la chiesa si era
divisa tra veri credenti, cioè ortodossi, ed eretici con tutto quello che questa divisione,
come pure i rapporti di potere che si erano sviluppati nella chiesa, aveva prodotto.
La chiesa, o meglio direi nelle istituzioni religiose, molto spesso non si sa
resistere alla tentazione di anticipare Dio nel suo giudizio per cui lo si fa prima
pensando di agevolarlo, ma non ci si accorge di tutti i danni che si fanno nella nostra
ansia di ortodossia.
Vi confesso questo testo oggi mi fa riflettere anche in un modo diverso proprio
a causa del piccolo gruppo di anglicani che sono rientrati nell'abbraccio soffocante di
Roma: mentre prima mi sembrava logico leggere il testo in modo quantitativo ora lo
interpreto anche qualitativamente, e mi spiego meglio.
Il grano non è la maggioranza dei semi germogliati nel campo, questo il testo
non ce lo dice. Non possiamo pensare che siamo in un immensa distesa di spighe con
in mezzo, qualche zizzania. C'è grano e c'è zizzania. L'unica cosa che riusciamo a
capire è la differenza essenziale tra il grano, che produce buon frutto e quindi
abbondanza, e la zizzania, che non porta a nulla.
Questo, nei riguardi dei catto-anglicani significa che non ci si può sentire come
Gesù nel Tempio, per parafrasare una vecchia canzone italiana, solo perchè ci si
considera tradizionalisti o conservatori, mentre riguardo a noi mi sento di condividere
la dichiarazione del Decano della Chiesa Luterana in Italia2: I protestanti devono
smettere di sentirsi cattolici di seconda classe così come non sono una chiesa
minore rispetto a quella cattolica. Il protestantesimo non ha affrontato
secoli travagliati per finire nelle braccia del Papa ma solo per avvicinarsi a
quelle di Gesù che è il vero capo della Chiesa.
Il nostro compito è proprio questo: avvicinarci a Gesù, che è il vero capo
della chiesa. Per farlo noi dobbiamo solo basarci sulle Scritture, consacrare i
nostri cuori e prendere atto che la chiesa avrà nel suo seno dei buoni e dei
cattivi sino alla fine dei tempi. Se lasceremo il giudizio di Dio nelle sue mani
scopriremo la sua grazia anche nell'accoglienza di chi è diverso da noi.
2 Comunicato stampa del 22.10.2009 del past. Holger Milkau Decano della Cheisa Evangelica Luterana in Italia