Problemi di costruzione con riga e compasso Un approccio orientato alla didattica Jacopo D'Aurizio 20 Ottobre 2008 I Introduzione e scopi del lavoro La risolubilità di problemi geometrici, e l'eettiva realizzazione di una soluzione tramite strumenti elementari (riga e compasso in primis) è stata una questione centrale della matematica greca dell'antichità. A titolo di esempio è possibile citare quanto dibattuto da Euclide, Apollonio, Archimede (nanche la frase che, secondo Plutarco, lo scienziato di Siracusa rivolse al suo carnece: non rovinare, ti prego, questo disegno ), noli, obsecro, istum disturbare - Pitagora, e rinvenire in tali dibattiti un interrogativo intrinseco di diversa natura sulla correttezza formale degli assiomi, la coesistenza di numeri (razionali ed irrazionali) e le eettive possibilità risolutive degli strumenti coinvolti; misteri prevalentemente destinati ad essere sciolti solo un paio di millenni più tardi, riaccendendo però l'antico fervore geometrico in problemi algebrici sorprendentemente equivalenti. All'interno della scuola italiana (e non solo) la geometria euclidea non riveste certamente un ruolo fondante. Ciò stupisce da un punto di vista storico, in quanto essa è a mio avviso fonte di alcune tra le più ◦ grandi controversie matematiche d'ogni tempo (mi riferisco al 5 postulato, alla trisezione dell'angolo, alla duplicazione del cubo, alla quadratura del cerchio e al principio di Cavalieri), meritando già per questo degna menzione, come pure da un punto di vista pedagogico, in quanto la presenza predominante di un elemento visivo favorisce e palesa le idee brillanti, e il dipanarsi della teoria attraverso e parallelamente a quest'ultime, secondo un lo conduttore che Socrate non avrebbe esitato a chiamare noi moderni anglofoni amiamo etichettare come maieutica, e che problem solving through problems. A scapito di questa immeritata marginalità didattica, la geometria euclidea moderna esiste e vanta una buona vivacità. Il suo sussistere è dovuto in parte alla riscoperta di grandi problemi del passato, la 1 cui fonte è spesso orientale , in parte al contributo di grandi didatti, la cui volontà di elaborazione di strumenti semplici ma potenti si è ben concretizzata sia in costituzione di un rinnovato bagaglio tecnico, sia in dimostrazione di risultati sorprendenti. Non dimentichiamo poi che la conoscenza della geometria 1 Faccio riferimento alla travagliata storia del terzo teorema di Thébault: proposto dal francese sulle pagine dell'American del 1938, fu risolto dall'olandese Veldkamp solo 35 anni più tardi; la soluzione di quest'ultimo (imperniata sulla generalizzazione di Casey del teorema di Tolomeo) raggiunse tuttavia pubblica notorietà solo nel 1989, quando fu pubblicata dalla Crux Mathematicorum canadese. Seguirono diverse generalizzazioni, tra cui quella di Shail nel 2001, che Ayme scoprì, nel 2003, essere stata già concepita e dimostrata da un istruttore militare giapponese, Sawayama, addirittura nel 1905. Riporto per dovere di cronaca l'enunciato del teorema di Sawayama-Thébault: se Γ è la circonferenza circoscritta ad ABC , D è un punto del segmento BC , ΓB è la circonferenza di centro OB tangente a Γ, a BD in EB , a AD in FB , ΓC è la circonferenza di centro OC tangente a Γ, a CD in EC , a AD in FC , allora le rette EB FB , EC FC , OB OC passano tutte per l'incentro di AB . Mathematical Monthly 1 euclidea resta una pietra miliare per tutti quei ragazzi che si approcciano alle competizioni matematiche pressoché d'ogni livello. Senza volermi paragonare alla totale revisione della didattica della geometria euclidea proposta da Klein agli inizi del Novecento (nella forma di un insegnamento completamente incentrato sulle trasformazioni, che conducesse agli assiomi solo in ultima istanza, come mere necessità di lavoro) vorrei qui proporre una piccola collezione di problemi che ritengo peculiari. Peculiari in quanto mediamente complessi, talvolta dimenticati ed insoluti (seppure di sapore classicheggiante), spesso dotati di una cospicua storia alle spalle, forieri di idee brillanti e per questo, sempre a mio avviso, buoni candidati per la costituzione di un metodo geometrico estraneo alla vegetale assimilazione di nozioni, prassi didattica scarsamente caldeggiabile ma tristemente comune. Cercherò inoltre, compatibilmente con i limiti di spazio, di evidenziare un percorso a ritroso che conduca dai problemi agli strumenti teorici. II Notazione La notazione che adottiamo nel riferirci alla geometria del triangolo è la seguente: A vertice a lato a-side b A A BC retta contenente il segmento angolo convesso BC \ BAC ma mediana uscente da A ha altezza relativa al lato la bisettrice interna relativa all'angolo la∗ bisettrice esterna relativa ∆ area del triangolo r raggio del cerchio inscritto BC b A b all'angolo A ABC Γr ra raggio del cerchio ex-inscritto relativo al lato R raggio del cerchio ΓN ΓR circoscritto ad a ABC circonferenza di Feuerbach o dei nove punti G baricentro di ABC , O circocentro di H ortocentro di I incentro di punto di intersezione delle mediane ABC , ABC , ABC , punto di intersezione degli assi punto di intersezione delle altezze punto di intersezione delle bisettrici interne Ia centro della circonferenza ex-inscritta relativa al lato N centro della circonferenza di Feuerbach, punto medio del segmento K punto di Lemoine, coniugato isogonale del baricentro Na primo punto di Napoleone W1 primo punto di Brocard Mω punto medio di Brocard Sp punto di Spieker, incentro del triangolo mediale F punto di Feuerbach, punto di tangenza tra 2 Γr e ΓN a OH Adottiamo la convenzione antioraria per l'etichettatura dei vertici, identichiamo inoltre segmenti e lunghezza degli stessi, come pure segmenti e rette per gli estremi, ove ciò non generi fraintesi. angolo è convenzionalmente intenso come Ogni angolo segnato, ossia tale per cui \ \ XY Z = −ZY X Per quanto riguarda le coordinate trilineari, la notazione P : . . . : f (b, c, a) : . . . sottointende ∃k ∈ R : d(P, BC) = k · f (a, b, c) d(P, AC) = k · f (b, c, a) d(P, AB) = k · f (c, a, b) Nel riferirci a un problema come (x, y, z) intendiamo: III costruire, con riga e compasso, il triangolo ABC dati gli oggetti o le quantità (x, y, z). Riga, compasso e perché Cosa intendiamo per risolvere con riga e compasso ? Intendiamo che al risolutore è concesso: • tracciare una retta attraverso due punti esistenti; • determinare l'intersezione di due rette, di due circonferenze o di una retta ed una circonferenza; • costruire una circonferenza avente centro in un punto esistente e avente raggio uguale alla distanza 2 tra due punti esistenti ; • scegliere un punto arbitrario su una retta o una circonferenza nel piano. Perché concentrarsi sulle potenzialità di questi due strumenti, piuttosto che su un sottoinsieme o un sovrainsieme di essi? Perchè la riga e il compasso danno origine agli oggetti (monodimensionali) più semplici che la geometria euclidea preveda, ovvero la retta e la circonferenza; altrettanto semplice è il modello algebrico annesso a tali costruzioni: se di R 2 n punti (P1 , . . . , Pn ) appartengono a un sottocampo , ogni punto costruibile con riga e compasso a partire da questi ultimi appartiene a estensione di K K̄, K massima 3 per radicali quadratici . Un corollario di questa notevole caratterizzazione è che le radici di un polinomio cubico irriducibile in K[x] non possano essere costruite con riga e compasso, e analoga situazione per polinomi il cui gruppo di Galois su K non sia isomorfo a m (Z/2Z) . Tale interpretazione algebrica, concepita agli inizi dell'Ottocento, permette di asserire l'insolubilità dei problemi classici di • trisezione dell'angolo; 2 Sottolineo la diversità tra il compasso euclideo e il compasso moderno : mentre il primo si richiude appena sollevato dal foglio, il secondo permette il trasporto meccanico di lunghezze. Tuttavia ogni problema risolubile con riga e compasso moderno è anche risolubile con riga e compasso euclideo. E' inoltre vero che ogni problema risolubile con riga e compasso è risolubile con il solo compasso (ammesso ovviamente che un segmento si ritenga determinato una volta determinati gli estremi), risultato noto come teorema di Mohr-Mascheroni. Esiste anche una vasta classe di problemi risolubili con la sola riga, ovvero senza costruire circonferenze, che chiameremo problemi propriamente proiettivi. 3 A livello informale, è lecito pensare che fasci di rette incidenti o parallele inducano la struttura di campo, e le circonferenze, attraverso il secondo teorema di Euclide, inducano estensioni per radicali quadratici. 3 • dusplicazione del cubo; • quadratura del cerchio. Ricordiamo in ogni caso come i greci avessero già risolto i primi due problemi introducendo strumenti più elaborati; celeberrima la trisezione dell'angolo attraverso riga graduata 4 , concepita da Archimede (287-212 a.C.) e sintetizzata nella gura a seguire: o ancora l'applicazione nel medesimo problema della trisettrice di Ippia (443-399 a.C.), nonché l'applicazione nel problema della duplicazione del cubo della concoide di Nicomede (250-180 a.C.) o della cissoide di Diocle (240-180 a.C.). All'interno della parentesi storica, è bene ricordare come i problemi propriamente geometrici di costruibilità, in collaborazione con alcuni elementi di teoria dei campi, abbiano segnato la nascita della geometria algebrica, in termini di parametrizzazioni regolari e gruppi di automorsmi di curve algebriche, con frequenti ricadute nell'analisi ogni qual volta si sia avvertita la necessità di ricorrere ad un invariante per caratterizzare una certa classe proiettiva. Nei paragra successivi analizzeremo in dettaglio alcuni problemi di costruzione con riga e compasso, selezionati in base a un modesto insieme di • indicatori di valenza didattica : la bellezza. Fuor di provocazione, l'estetica cui ci riferiamo vorremmo fosse caratterizzata da un buon livello di complessità, al ne di sottolineare quanto sia ricco il metodo matematico, sia in costituzione che in attuazione (in altre parole, l'intento è quello di instillare nel discente un certo concetto di grandezza, ma una grandezza plasmabile, maneggevole, umana; una grandezza zeppa di lacune, ampli spazi per la collocazione delle idee di chiunque); vorremmo che tale estetica nascesse dal semplice, da congurazioni visivamente immediate (anche da ciò la scelta della riga e del compasso come minimo sottoinsieme 5 e giungere a considerazioni più generali e di strumenti), per poi percorrere una moltitudine di strade più profonde. Vorremmo pure che tale apparente caoticità, frutto della compresenza di tecniche a quote 4 Un modello di riga graduata è una riga innitamente estesa sulla quale possano essere segnati dei punti, e questi possano essere sovrapposti a punti già presenti nella congurazione. 5 Nello specico: • l'approccio sintetico tradizionale, basato su trasporto e uguaglianze di angoli, lunghezze e superci; • l'approccio sintetico-metrico, basato sul calcolo di tutte le lunghezze rilevanti, attravero il teorema di Euclide, il teorema del coseno, il teorema di Stewart, il teorema di Ceva e quello di Van Obel; • l'approccio trasformazionale, basato su omotetie, anità, proiettività; • l'approccio d'immersione in uno spazio più grande, come C,R3 ,P2 (R),P2 (C); • l'approccio di pura manipolazione algebrica basato sulla formulazione di un equivalente polinomiale, la ricerca di punti ssi, l'utilizzo di semplici risultati di teoria dei campi. 4 approccio relazionale e approccio strumentale (o anche valenza locale e valenza globale ), ponendo un accento molto marcato sulla possibilità, sulla uidità e sui processi come precursori della necessità, del formalismo e dei prodotti. Nel momento molto dierenti, fosse mezzo per infrangere l'accademica separazione tra in cui si vuole che la teoria scaturisca dai relativi problemi-chiave, diverse cose divengono auspicabili: • una manifesta circolarità dell'azione didattica (assimilazione-accomodamento-revisione a incalzarsi perpetuamente), a rispecchiare le dinamiche di circolazione delle informazioni all'interno del contesto sociale entro il quale la matematica, naturalmente, si colloca (in quest'ottica, la deantropizzata • matematica dei formalisti appare insostenibile); una maggiore sensazione di successo nel discente, sottoposto ad un maggiore carico informativo di strategie vincenti; • la distruzione del mito che vede la matematica come catena di montaggio, mera sequenzalizzione di operazioni; e diverse meno: • un maggiore bagaglio, a carico del docente, di tecniche, strategie risolutive, cognizioni metamatematiche, possibilità di intervento; • l'eventualità che un caos desiderato trasguri in un caos non desiderato (la mancanza di un desiderato punto di riferimento per chi apprende). E' tuttavia possibile interpretare la maggiore richiesta di impegno (dedizione, o addirittura vocazione) come conseguenza di una più articolata formulazione del metodo didattico (abbia esso l'etichetta di sta, cognitivista, costruttivista attivi- 6 o massimalista ), la cui validità è in un certo senso misurata dall'aderenza dei concetti presentati ai meccanismi contingenti che ne sono la catalisi. In tale parziale inevitabilità, rientra sicuramente anche la mastodontica verità serbata dalla cultura popolare: si debba dar mille che per trasmettere uno, - segue un caloroso invito al coraggio a chi voglia farsi fautore e proselita. 7 (particellizzazione) In quanto al caos, alle motivazioni e alle conseguenze della dissezione analitica cito Heidegger, che a sua volta cita Nietzsche: Domandiamoci: questa dimostrazione è in generale scientica, a prescindere completamente dalla sua pertinenza e bontà? Che cosa vi è in essa di scientico? Risposta: assolutamente niente. Di che cosa si parla nella dimostrazione stessa e nella serie di denizioni dell'essenza del mondo che le è stata premessa? Di forza, nitezza, innità, uguaglianza, ritorno, divenire, spazio, tempo, caos, necessità. Tutto ciò non ha niente a che fare con la scienza della natura. [...] la scienza della natura fa necessariamente uso di una determinata idea di forza, di movimento, di spazio e di tempo, poiché essa, nché rimane scienza della natura e non compie improvvisamente il passaggio alla losoa, non può domandare tutto ciò. Che a ogni scienza in quanto tale [...] rimangano inaccessibili i propri concetti fondamentali e ciò che essi concepiscono, sta in relazione con il fatto che nessuna scienza può mai asserire qualcosa di sé con i propri mezzi scientici. 6 Da intendersi: anche quantitativamente. 7 E' forse più opportuno parlare di approccio inattuale e citare M.T.Ciscato Gasparella: La categoria nietzschiana dell'inattuale tradotta infatti in idea pedagogica implica la superiorità del principio creativo del possibile, sia contro le tendenze nichiliste, sia contro i vari dogmatismi del fattuale. L'idea pedagogica in quanto tale è sempre inattuale : altrimenti non sarebbe idea, ma costume, prassi, ideologia. Inattuale nel senso nietzschiano, nel senso che essa non coincide nè deve coincidere (pur non necessariamente riutandole o svalutandole) con le tendenze prevalenti nel presente, con le motivazioni e le sollecitazioni che questo fa valere. 5 Gratico d'una critica anche le eccessive manie deduttive di stampo piagetiano presenti in molti scritti di didattica: scritti che vorrebbero dar luogo ad accese dispute e giusticare posizioni estremamente complesse, una volta raccolti i risultati di certe indagini, consistenti nello svolgimento di un paio di problemi, problem solving through problems sottointenda, anche come tributo all'onestà intellettuale, many problems. Continuando o, nei casi più fortunati, una dozzina. Il mio parere (beninteso, da quattro soldi) è che il ad attizzare: la matematica come disciplina di problemi e non di chiacchiere, o meglio: primariamente di problemi, secondariamente di chiacchiere - ove la denizione di chiacchiera sia: discorso metamatema- 8 tico, postlogico , che aondi le sue radici laddove il formalismo e le notazioni si pongano come ostacolo allo sviluppo delle idee. Con maggiore rigore: primato dei prodotti come demarcatori di validità e come substrato dell'iter piramidale che conduce ai processi, processi come desiderati costituenti del pensiero intuitivo individuale 9 e come desiderate fonti di nuovi prodotti. La dicotomia generata è da reputare inscindibile a causa degli evidenti legami con i due eventi (qui, in senso probabilistico) del linguaggio come forma scritta e forma non-scritta (ma che precorre una necessaria trascrizione ai ni di una valu- tazione, una divulgazione o quel che sia); tale dicotomia, tuttavia, non cela alcun paralogisma 10 . In tal senso, mi preme anche far riferimento alla teoria epistemologica di Bachelard, che attraverso la negazione della sostanza prima - quid presente, seppure con connotazioni molto distanti, nel pensiero di Descartes, Kant, Piaget - arriva a sostenere come la conoscenza autentica si aermi attraverso la rottura di un paradigma ritenuto in precedenza universale, come la conoscenza individuale proceda gettando discredito sulle illusioni, e come l'intuizione stessa non abbia nulla di naturale o pregresso, ma sia implicitamente costruita attraverso il processo di elaborazione degli errori. In tale posizione, storicamente sviluppatasi a partire dal falsicazionismo di matrice popperiana, è certamente possibile evidenziare un parallelo con il relativismo nietzschiano per il quale non esistono interpretazioni 11 (nel verità (nel nostro caso, metodologiche), ma solo nostro caso, la centralità del problem solving). Diversi passi sono stati eettuati per riavvicinare l'esegesi nietzschiana al materialismo metodologico: si veda a tal proposito l'articolo di Thiago Mota Uma Interpretação Linguístico-Pragmática Da Teoria Da Verdade Em Nietzsche. Prendendo ora le distanze dal dibattito losoco e lologico, vediamo come i quesiti ed i quesiti soli facciano da portavoce per la prassi didattica costruttivista: lo scopo ultimo è lo sviluppo di un metodo meta- o sovra-matematico che interconnetta elementi di un problema a strategie risolutive, attraverso similitudini empiriche. Sulla buona positura di tutto ciò IV 12 torneremo a discutere nelle conclusioni. (ma , la , ha ) Prima considerazione: il fatto che l'altezza ha sia perpendicolare al lato quantità note siano le lunghezze di tre ceviane uscenti dal vertice A, BC , assieme al fatto che le ci comunica la ssità di buona parte della congurazione, dove non ci resta che determinare quale sia la lunghezza del lato opposto ad arriva la prima delle idee brillanti che esporremo: la bisettrice (interna) uscente dal vertice la circonferenza circoscritta al triangolo ABC giace necessariamente sull'asse del segmento considerazione brillante: detto H nel punto medio dell'arco BC , A che chiamiamo ABC , le rette AO ed AH MA . M A 6 Seconda sono simmetriche rispetto alla 8 Termine che coniamo come manifesta antitesi del pensiero prelogico di Levy-Bruhl, vedi conclusioni. 9 Oggetto doppiamente asistematico, in virtù degli aggettivi ad esso posposti. 10 Alcuni sono di opinione contraria, cfr. Eduardo Caianiello. 11 Cfr. Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extramorale. 12 Che la scienza sia rettica, l'intuizione sia costruita per rottura, il metodo sia continua sconfessione, eppure il cervello apprenda per similitudini. . . Qui interseca BC , e a tale asse appartiene anche il circocentro O. l'ortocentro di A. A. bisettrice uscente da di ad O A Da quanto noto è dunque possibile rinvenire la posizione di (sempre per intersezione di due rette), quindi quelle dei vertici B e C, MA , quindi quella intersezioni del lato opposto con la circonferenza circoscritta. Nozioni introdotte: il concetto di ricerca della simmetria in una forma molto generale, che si concre- tizza in uguaglianza di angoli per il lemma della bisettrice, e, più sottilmente, in per il lemma O-H . angle chasing. Strumenti teorici: Paralleli: se coniugazione isogonale P e Q ABC sono due coniugati isogonali, le loro proiezioni sui lati del triangolo determi- nano un esagono ciclico. E' un risultato di discreta potenza (giustica l'esistenza delle circonferenze di Feuerbach e Gallatly) che richiede discorsi di angle chasing nient'aatto gravosi. Analoga situazione per il lemma che aerma: i lati del triangolo pedale di isogonale di P sono perpendicolari alle ceviane relative al coniugato P. Folklore: all'interno del team olimpico italiano il lemma sulla bisettrice precedentemente esposto è pas- sato alla storia con il nome di lemma di Tiozzo, in onore di Giulio Tiozzo, storico partecipante, vincitore della gara nazionale del 2003 e primo giovanissimo italiano ad aver riscoperto il lemma. V (a, la , ha ) Come prima, ha ed la sono rispettivamente cateto ed ipotenusa di un triangolo rettangolo. BC , b b B−C caso, tuttavia, non disponiamo della preziosa informazione sulla collocazione dell'asse di della lunghezza di tale segmento. Considerando però che l'angolo tra ha ed la è pari a In questo ma solo (sempre per la relazione di coniugio che lega ortocentro e circocentro), il problema può essere trasformato nel seguente: b − C) b (a, ha , B Osservazione non banale: se due triangoli ABC e DBC sono simmetrici rispetto all'asse di vidono la medesima circonferenza circoscritta e realizzano un segmento BC lunghezza pari ad che vede B1 C1 avente lunghezza ha , B1 C 1 e punto medio M, un segmento MN BC , condi- Costruiamo dunque perpendicolare a BC avente B1 C1 parallelo a BC avente punto medio N , l'arco di circonferenza Γ b−C b . Seconda osservazione non banale: un'opportuna omotetia pari a B un segmento sotto un angolo risolve il problema. Detta retta a b−C b. \ = ACD \=B ABD nel vertice A U l'intersezione tra Gamma e BN , la parallela a U B1 per B intercetterà la desiderato. Nozioni introdotte: omotetia come soluzione parziale. Strumenti teorici: angle chasing,omotetie. Paralleli: un'avveduta discussione delle trasformazioni del piano aiuta a liberarsi di certi preconcetti di rigidità delle costruzioni geometriche. E' opportuno precisare che l'utilizzo di una trasformazione che in un certo senso aumenti l'estetica di un problema è equivalente alla trasformazione di un vincolo, dunque alla risoluzione parziale del sistema di equazioni associato. Folklore: la soluzione riportata è dovuta a Federico Stra. La prima soluzione fornita dal sottoscritto 13 faceva uso di fasci ed era incredibilmente più articolata. 13 Su una retta r prendiamo un segmento AB con punto medio M ; a distanza h da r prendiamo una retta s, su questa un \ punto C tale che CM sia perpendicolare ad AB . Su s prendiamo anche un punto D tale che l'angolo DM B sia pari a delta. Prendiamo poi un punto P su CM e chiamiamo Q l'intersezione tra s e la parallela a DM passante per P . Vorremmo che P fosse circocentro di ABQ, ovvero vericasse P Q = P B , ovvero vorremmo P QB isoscele. Imponiamo dunque che il piede dell'altezza da P , cui diamo nome R, sia il punto medio del lato BQ, cui diamo nome N . Al variare di P su CM , 7 b a, b ± c) (A, VI b a, b+c), la soluzione dovuta a John Conway è quasi disarmante: (A, b , CD = b + c, BC = a, quindi si intersechi l'asse di DB con \ = A/2 si disegni un triangolo DBC con BDC b, come voluto. Tuttavia l'originale \=A CD, determinando A. DAB è isoscele in A e vale l'identità CAB Per quanto riguarda la congurazione soluzione dovuta al sottoscritto, pur essendo vagamente più macchinosa, gode di maggiore simmetria e (r, s) generizzabilità: si disegnino due semirette K prenda I ed per Ia K su r per cui risulti AK = (a + b + c)/2, J le intersezioni della bisettrice di e J. B e C tali da delimitare un angolo di ampiezza pari ad (r, s) saranno le intersezioni di r su s con le perpendicolari ad ed s perpendicolare a BC retta BC rispetto a BC = a in BI J e con J ed s b a, b − c) (A, si Si chiamino passanti rispettivamente IIa . Seguendo procediamo come segue: 2BJ = a − (b − c). Sulla b, quindi riettiamo la [ 2 BIC = π + A ad esso appartenente tale per cui si abbia determiniamo CI , r con la circonferenza avente diametro l'idea comune di costruire centri o segmenti ausiliari, nel risolvere tracciamo il segmento AJ = (b + c − a)/2. per cui risulti b, A I in modo che si abbia determinando A. Nozioni introdotte: costruzione di segmenti o centri ausiliari, sostanziale analogia tra bisettrice interna ed esterna. Strumenti teorici: lunghezza dei segmenti di Soddy, angle chasing. b a, la ) (A, VII Problema di Yiu : data una corda costruire una retta passante per tale che AT BC U perpendicolare al diametro UV che intersechi la circonferenza in abbia un'assegnata lunghezza t A di un cerchio avente centro in e il segmento (con il sottointeso che, detto M BC in T, il punto medio di O, in modo BC , valga V M ≥ t). Posto AU = x, al triangolo si ha ACT ; [ = CV \ [ CAU U = CT U e la retta CU risulta tangente alla circonferenza circoscritta x(x − t) = CU 2 , s 2 t t 2 x = + CU + 2 2 dal teorema della corda segue e completando il quadrato • N viaggia su una retta parallela ad r ed s ed equidistante da queste; • R viaggia su una circonferenza Gamma; • B e C sono elementi di Gamma; • Tutte le rette P R concorrono in un punto. Da questi quattro punti è facile dedurre una costruzione: • Si determina T come intersezione tra la perpendicolare a BD passante per M e la perpendicolare a BC passante per C ; • Gamma sarà la circonferenza passante per B, C e T ; • R0 si troverà all'intersezione tra Gamma e la bisettrice delle rette r, s, in modo tale che R0 e T siano da parti opposte rispetto a CM ; • T R0 intersecherà CM nel punto P (circocentro) che cercavamo. 8 Scegliendo dunque un punto P CV su tale per cui l'intersezione tra la circonferenza circoscritta a punto A CP = BCV t 2 , e un punto Q su UP che realizzi e la circonferenza avente centro U P C = P Q, e raggio QU è il che risolve il problema. Nozioni introdotte: metodo del completamento del quadrato, traduzione di una soluzione algebrica nell'equivalente geometrico. Strumenti teorici: teoremi del seno, dell'angolo alla circonferenza, della corda, della secante-tangente. Risoluzione algebrica di equazioni di secondo grado. Paralleli: la tecnica del completamento del quadrato è concettualmente molto semplice ma trova appli- cazioni molto brillanti; un'analisi delle potenzialità è contenuta nei problemi a seguire. Folklore: il Problema di Yiu compare nel volume VIII Forum Geometricorum del dicembre 2005. (hb , hc , la ) Nell'ottica di ricondurre questo problema alla forma (ha , hb , hc ), utilizziamo il teorema di Stewart con- giuntamente alla formula di Erone: la2 = bc 4bc ∆2 (a + b + c)(−a + b + c) = · 2 2 2 (b + c) (b + c) a − (b − c)2 passando alle altezze abbiamo: 1 = la2 Ponendo e G= D = hb − hc √ hb hc hb hc la hb hc 2 = 1 1 + hb hc 2 ! · (hb + hc )2 hb hc (media geometrica), H= 1 − h2a · hb hc ha ! − (hb − hc ) 2hb hc hb +hc (media armonica) G·H 2 la 2 + D2 = G4 h2a G2 2 D2 + G·H 2 la ha = r 9 2 ! 2 possiamo scrivere: 1 1 − hb hc 2 e, una volta costruiti segmenti con lunghezze proporzionali a 1 1 1 ha , hb , hc , il problema è facilmente risolubile con una omotetia. Nozioni introdotte: equivalente algebrico, riconducibilità ad un problema più semplice, omotetie. Strumenti teorici: teorema di Stewart, media geometrica, media armonica e relative costruzioni (teo- rema di Euclide, lemma del trapezio). Paralleli: se nella congurazione in gura ALa è bisettrice di ALa , EF \, C 0 BAC è la parallela ad è il simmetrico di AB per D ed FJ C ALa , D è intersezione di BC 0 e \a risulta retto. E' un modo BC , l'angolo JAL rispetto all'asse di è parallelo a 14 alternativo per enunciare, attraverso il lemma del trapezio, l'identità Moltiplicando ambo i membri per sin 2bc la = cos b+c b A 2 ! b A 2 , passando alle altezze, inne ai reciproci, si ottiene: 1 1 1 = + b hb hc la sin A2 sin b A 2 ! = H 2 la semplicando grandiosamente la soluzione del problema tramite l'esplicita costruzione dell'angolo in A. Folklore: doverosissimi ringraziamenti vanno al Professor Luis Lopes per avermi segnalato la presenza dell'ultimo lemma sulla lunghezza della bisettrice nel Posamentier and Wernick - Advanced Geometric Constructions. IX (rb , rc , la ) Procediamo parallelamente al precedente problema, considerando che, per i teoremi di Stewart, Erone e Carnot si ha: rb = p tan 14 Per B 2 =p· sin(B) 2ac sin(B) ∆ =p· = 1 + cos(B) (a + b + c)(a − b + c) p−b il teorema di Van Obel e il teorema della bisettrice IA = r b sin(A/2) = (p − a) b cos(A/2) 10 −→ la = 2bc b cos(A/2) b+c la2 = bc p(p − a) (b + c)2 4rb rc = 4p(p − a) = (b + c)2 − a2 1 1 a 1 1 c−b + = − = rb rc ∆ rb rc ∆ Poiché b c 4rb rc = +2+ la2 c b attraverso il completamento del quadrato è possibile costruire la quantità costruire le quantità µ2 = rc −rb rc +rb , µ3 = rb rc b c = µ1 ; come pure è possibile e dare vita al sistema: b = cµ1 c(1 − µ1 ) = aµ2 p c(1 + µ ) = a2 + µ3 1 che determina univocamente c, e ne palesa la costruibilità, come c= 1−µ1 µ2 + r 1−µ1 µ2 2 + 4µ3 2 (1 + µ1 )2 in seconda istanza si ha b = µ1 c a= p (b + c)2 − 4µ3 e il problema è interamente risolto. Nozioni introdotte: equivalente algebrico, problema biquadratico. Strumenti teorici: teoremi di Carnot, Stewart, Erone, sistemi di equazioni con un vincolo quadratico. Paralleli: la risoluzione con riga e compasso di un problema di quarto grado può essere un buon modo per evidenziare come il campo dei costruibili sia ben più grande di quello degli algebrici di grado soluzione di un problema di ottavo grado, come la costruzione di Gauss del poligono di 17 2; la lati, si pone come naturale continuazione. Notiamo pure che si verica un fenomeno bizzarro: sebbene con riga e compasso, il problema (ra , rb , la ) (ra , rb , lc ) sia una congurazione risolubile in generale non lo è. Si ha infatti rc = la2 (b + c)2 bc rb e, sbarazzandoci poco alla volta delle quantità incognite: bc = (b + c)2 abbiamo che le quantità 1 1 + ra rb b∆ ∆ (b + ra + ∆ 2 rb ) = 1 r 1 r − + 1 rb 1 ra 2 1 1 r e rc sono radici di un polinomio di terzo grado. L'ideale schema costruttivo `di simmetrizzazione' ? Euclide Omotetia ra , rb , la −→ ra , rb , rc −→ p(p − a), p(p − b), p(p − c) −→ a, b, c 15 . è dunque irrealizzabile con riga e compasso Folklore: il presente problema e il precedente sono tratti da Geometriagon, sito interamente dedicato alle costruzioni con riga e compasso. Sebbene le considerazione esposte li abbiano sottratti dallo status di problemi aperti, la caccia ad una ecace (ossia risparmiosa) realizzazione con riga e compasso è ancora ben lungi dal ritenersi chiusa; invito il lettore ad una riessione in merito. 15 Salvo un insieme trascurabile di eccezioni. Per un quadro più chiaro circa la corrispondenza tra la risoluzione di una cubica e la trisezione di un angolo si veda il problema (O, H, I). 11 b mb , ∆) (A, X Consideriamo che per il teorema di Carnot e il teorema di Stewart valgono le seguenti identità: 4∆ cot(A) = (b2 + c2 − a2 ) 4m2b = (2a2 + 2c2 − b2 ) possiamo dunque scrivere: 4bc = 8∆ sin(A) b2 + 4c2 = 8∆ cot(A) + 4m2b ed avere, per somma e dierenza b + 2c = b − 2c = da cui s b= e dato che hb = q 4m2 + 8∆ cot q b 4m2b − 8∆ tan A 2 A 2 s A A 2 2 mb + 2∆ cot + mb − 2∆ tan 2 2 2∆ b , è possibile ricondursi alla congurazione (b, hb , mb ). Nozioni introdotte: quantità che dipendono dai quadrati dei lati, processo di simmetrizzazione. Strumenti teorici: teorema di Carnot, teorema della mediana, formula di bisezione della tangente. Paralleli: altri problemi strettamente dipendenti dai quadrati dei lati sono quelli connessi al momento d'inerzia e al teorema di Huygens-Steiner. Molte proprietà non banali del baricentro o del circocentro possono essere riformulate in questi termini; nanche il teorema di Eulero sulla supercie del triangolo pedale ed alcuni problemi di minimo. XI b lb , rc ) (A, Prima considerazione: dai dati del problema è nota la collocazione del A. La questione diviene dunque: condurre attraverso vertice in A, Ic , c-excentro Ic rispetto al vertice punto sulla bisettrice esterna dell'angolo avente una retta che intercetti sui lati dell'angolo un segmento avente lunghezza assegnata. Con riferimento alla gura, poniamo \ θ = AI c Lb e \b . φ = 21 BAL Per il teorema del seno ed angle chasing risulta: BLb = sin(2φ) sin AIc / sin π2 + φ − θ Ic Lb Ic Lb / sin(θ) = = π cos(φ + θ)/ sin(θ) cos(φ + θ)/ sin(θ) 2 − (φ + θ) 12 BLb sin(θ) sin(2φ) = AIc cos2 (θ) − sin2 (φ) Passando all'equazione di secondo grado associata, con incognita sin(θ), per poi completare i quadrati, secondo quanto insegnatoci da Yiu, otteniamo: 2 2 AIc AIc 2 BLb sin(θ) + sin(2φ) = sin(2φ) + (BLb cos(φ)) 2 2 Un'esplicita costruzione della soluzione tramite il teorema di Pitagora. Nozioni introdotte: analogia tra il trasporto di lunghezze e il trasporto di angoli, metodo del comple- tamento del quadrato. Strumenti teorici: teorema di Pitagora, teorema del seno o rapporti tra superci di triangoli, formule di Werner. Paralleli: la classe dei problemi risolti da questo metodo è in realtà molto più ampia di quanto appaia a prima vista. Consideriamo ad esempio il problema rispetto al vertice b ra , l∗ ): (A, b conosciamo la posizione dell'a-excentro Ia A, e attraverso questo punto vogliamo far passare una retta che stacchi un segmento di ∗ lunghezza lb all'interno dell'angolo avente vertice in alla bisettrice uscente da A A. Simmetrizzando metà della costruzione rispetto vengono a evidenziarsi i seguenti isomorsmi: ∼ ∼ b ra , lb∗ ←→ b−C b A, b + c, ha , la ←→ b + c, ha , B Il problema di mezzo ammette una formulazione, tramite il teorema di Carnot, del tutto analoga a quella già esposta, con equazione risolutiva della forma 2 2 (k cos(θ) − ha cos(φ)) = (ha cos(φ)) + (k sin(φ)) XII b a, r + ra ) (B, Si disegni un segmento 1 b a 2 B con BC , simmetrico di K 2 J I avente lunghezza si prenda un punto I su lb , Ia BI in a e una retta lb su di essa e si chiami BC , rispetto al punto medio di e la perpendicolare a Al variare di BC si chiami Ia passante per J B che formi un angolo pari la proiezioni di I su BC . l'intersezione tra la perpendicolare a B: è un candidato a-excentro; quel che vorremmo si vericasse è IJ + KIa = r + ra risolubile per interpolazione lineare, poiché, dalle considerazioni eettuate, risulta: IJ + KIa = BI sin(B/2) + a − BI cos(B/2) BK = BI sin(B/2) + sin(B/2) sin(B/2) 13 K il BC in Detto e dunque è suciente prendere I su lb in modo che sia abbia: BI = o, equivalentemente, al variare di I ∈ lb , intersecare il luogo dei punti descritto da (r + ra ) sin(B/2) − a sin2 (B/2) − cos(B/2) costruire P su JI in modo che realizzi P J = KIa + IJ , P , ossia una retta, con una retta parallela a BC distante quindi (r +ra ) da quest'ultima. Nozioni introdotte: interpolazione lineare. Strumenti teorici: lunghezze dei segmenti determinati dalle proiezioni dell'incentro o degli excentri sui lati, angle chasing, trigonometria. Paralleli: Sia Γ l'arco (concavo) di circonferenza determinato dai punti che vedono un ssato segmento un ssato angolo b. A Detto La il punto medio dell'arco (convesso) associato varia su una circonferenza avente centro in La BC , al variare di BC sotto A ∈ Γ l'a-excentro e passante per gli estremi della corda BC . I due problemi presi in analisi risolvono l'intera classe b y, r ± rz ) (X, con X ∈ {A, B, C} e y, z ∈ {a, b, c}. Folklore: problemi proposti dal professor Luis Lopes sulla mailing list Hyacinthos e recentemente risolti dal sottoscritto. Trovo importante sottolineare come dall'intuizione, sia un problema di grado XIII 1 b a, r + ra ), (B, contrariamente a quanto suggerito piuttosto elementare. (A, B, K) Nel risolvere questo problema sfruttiamo la notevolissima proprietà del punto di Lemoine d'essere punto coincidente con il) baricentro del proprio triangolo pedale. 14 (l'unico Riferendoci alla congurazione riportata: dove che Kc T è la proiezione di K su AB , costruiamo T in modo che risulti sia punto medio del lato-c del triangolo pedale di necessariamente giacere sulle circonferenze simmetriche rispetto a T: (ΓA , ΓB ) intersechiamo dunque ΓB K. KKc = 2 KT , Le proiezioni di aventi diametri AK con il simmetrico di e KB , ΓA K su ovvero in modo AC e AB devono ma devono anche essere rispetto a T, dando vita, in generale, a due soluzioni. Nozioni introdotte: approccio sintetico basato su una proprietà notevole. Strumenti teorici: simmetrie, coordinate trilineari e baricentriche, nozioni di ortologia. Paralleli: il punto di Lemoine gode di diverse proprietà notevoli. proiezione Pa del punto di Lemoine sull'asse del segmento BC Si pensi ad esempio al fatto che la determina un triangolo isoscele Pa BC avente angoli alla base congruenti all'angolo di Brocard; all'esistenza del cerchio di Lemoine e alla corrispondenza tra coordinate trilineari e tripolari di K. Folklore: una brillante dimostrazione della citata proprietà notevole del punto di Lemoine può esse- re rinvenuta nel volume di Forum Geometricorum del marzo 2008; ne presento qui una completamente sintetica: Sia Ka Kb Kc il triangolo pedale di l'intersezione tra KKa e Kb Kc . K , A0 Poichè il simmetrico di K A rispetto al punto medio è coniugato isogonale di utilizzando la notazione σ(P Q) = U V 15 G, Kb Kc Ma del lato BC , Na è perpendicolare ad AM ; per denotare che una rotazione di un angolo retto, di centro a UV , Esiste dunque una spiral similarity τ P Q in una retta parallela Ma è punto medio di BC , Na CA CA0 BC AA0 che verica: ( K manda la retta si ha: σ(KKb ) = σ(KK ) = c σ(KKa ) = σ(Kb Kc ) = Poichè K, τ (KKb Na ) = CAMa τ (KNa Kc ) = CMa A0 è forzato ad essere punto medio di Kb Kc ; per ciclicità delle variabili, è forzato ad essere baricentro del proprio triangolo pedale. XIV (A, O, K) Nel risolvere questo problema partiamo da molto lontano. Il primo lemma utile è il seguente: dato un triangolo ABC , esiste un punto W1 che realizza \ \ \ W 1 AB = W1 BC = W1 CA = ω mentre per il suo coniugato isogonale W2 vale \ \ \ W 2 BA = W2 CB = W2 AC = ω Denito così l'angolo di Brocard ω , per il teorema di Ceva in forma trigonometrica dev'essere: sin3 (ω) = Y sin(A − ω) cyc Dalle formule di Werner e da quelle di triplicazione del seno segue 3 sin(ω) = X sin(2A + ω) cyc Applicando nuovamente Werner, quindi le formule di somma del coseno: X sin(A) cos(A + ω) = 0 cyc cos(ω) X sin(A) cos(A) = sin(ω) cyc Moltiplicando ambo i membri per R 2 X sin2 (A) cyc otteniamo: a2 + b2 + c2 = cot(ω) = 4∆ 2 cyc (a P + b2 − c2 ) 4∆ = X cot(A) cyc Ma abbiamo anche R2 1 = sin2 (ω) 16∆2 = sin2 (ω) (a2 + b2 + c2 )2 + 16∆2 P X 4R2 cyc a2 b2 (a2 + b2 + c2 )2 + 16∆2 1 = = 2 a2 b2 c2 a2 b2 c2 sin (A) cyc 16 Le coordinate trilineari dei punti di Brocard (W1 , W2 ) sono dunque W1 : b c a : : c a b W2 : Notiamo inoltre che per angle chasing i triangoli pedali di ABC simili ad di ABC secondo un rapporto di similitudine pari a di due coniugati isogonali avente centro nel punto medio di dalle proiezioni di nel punto W1 (o W2 ) (P, Q) P Q, c a b : : b c a (W1 , W2 ) sin(ω). sono tra loro congruenti, nonché Ricordando che le proiezioni sui lati determinano un esagono ciclico, con circonferenza circoscritta abbiamo che la circonferenza circoscritta al triangolo determinato sui lati, detta circonferenza di Gallatly, ha raggio pari a R sin(ω) e centro 16 Mω : h i b2 + c2 a2 + c2 a2 + b2 b + ω) : sin(B b + ω) : sin(C b + ω) : : = sin(A bc ac ab Dalla seconda terna di coordinate è possibile dedurre facilmente h i b : sin(B) b : sin(C) b K : sin(A) Mω ∈ OK , h i b : cos(B) b : cos(C) b O : cos(A) Come corollario del teorema di Eulero sui triangoli pedali si ha inoltre Mω ∈ OK OW1 = OW2 17 in quanto OW1 = OW2 ; d'altronde ) ⇒ OK asse di W1 W2 Il teorema di Eulero di permette però di asserire qualcosa di molto più forte: OW22 = OMω · OK = OW12 I due punti di Brocard si trovano dunque sulla circonferenza avente diametro del primo triangolo di Brocard, determinato dalle proiezioni di K sugli assi di OK , come pure i vertici ABC 18 . Si ha inoltre \ \ KW 1 W2 = W1 OK = ω q 1 − 4 sin2 (ω) OK = R cos(ω) r 3R2 cos(ω) = 4R2 − OK 2 Noti (A, O, K) sono dunque noti i due punti di Brocard, l'angolo di Brocard, il centro ed il raggio del cerchio di Gallatly: dette inoltre diametro AW1 , (Z1 , Z2 ) le intersezioni della circonferenza di Gallatly con quella avente si ha (side-b, side-c) ≡ (AZ1 , AZ2 ) e i vertici (B, C) sono univocamente determinati dalle intersezioni con la circonferenza circoscritta. Nozioni introdotte: angolo di Brocard, triangoli pedali e questioni connesse. 16 Poichè 2 2 2 2 2 b + ω) sin(A a2 + b2 + c2 b + b +c −a = b +c = sin(A) sin(ω) 4∆ 2bc bc 17 E' h i \ vero inoltre che un punto P sull'asse di Brocard KO avente trilineari P : . . . : sin(Bb + θ) : . . . verica θ = KW 1P . 18 In quanto K : [a, b, c] −→ d(K, BC) = 17 2a∆ a = tan(ω) a2 + b2 + c2 2 Strumenti teorici: angle chasing, similitudini, equazioni trigonometriche di secondo grado, teorema di Eulero sui triangoli pedali, coordinate baricentriche, teorema di Ceva in forma trigonometrica, manipolazione di somme cicliche. Paralleli: alcune questioni che intendo lasciare al lettore sono • per quale ragione i problemi di costruzione che coinvolgono il punto di Lemoine hanno in generale due soluzioni distinte? • per quali altri punti P asse di Brocard OK sull' venire a capo del problema Folklore: (A, O, P )? la soluzione presentata è una rielaborazione e semplicazione di quella fornita da Nathan Altshiller-Court nel libro XV è possibile modicare la soluzioni presentata per College Geometry a pagina 266, paragrafo 623. (O, H, I) In un piano, sono noti il circocentro O, l'ortocentro H e l'incentro I di un certo triangolo chiediamo se sia possibile, con riga e compasso, ricostruire le posizioni dei vertici di Chiamiamo N il punto medio del segmento OH , ABC . Ci ABC . centro della circonferenza dei nove punti. Sussistono una buona quantità di considerazioni preliminari: innanzitutto, per il teorema di Feuerbach si ha IN = R/2 − r mentre per il teorema di Eulero sui triangoli pedali, applicato alle proiezioni dell'incentro, si ha IO2 = R2 − 2Rr per cui (R, r) = IO2 IO2 − 4 IN 2 , 2 IN 4 IN 19 E' dunque semplice costruire circonferenza inscritta Γr , Brocard e via dicendo. Inoltre, preso un qualunque punto tangenti UV e UW circoscritta ΓR , di Poncelet il triangolo UV W risulta tangente a Γr . U V W , N (U V W ), dei nove punti, polare, di sulla circonferenza circoscritta e tracciate la alla circonferenza inscritta no a determinare una corda circonferenza dei nove punti di R/2 − r. U VW di ΓR , per il porisma Sempre per il teorema di Feuerbach, il centro della varia su una circonferenza avente centro in I e raggio L'inversione della mappa π : U → N (U V W ) risolve chiaramente il nostro problema. Tuttavia π è una mappa tre-in-uno, e la sua inversione (A, B, C) = π −1 (N ) costituisce un problema analogo alla determinazione delle radici di una cubica, cosa generalmente impossibile con riga e compasso. La questione può essere ricondotta anche ad un problema di intersezioni tra una circonferenza ed un'iperbole: è vero ad esempio che, presa una retta denotiamo con Hs , varia su una cardioide ν s tangente a avente nodo in 19 Ci H. Γr , il simmetrico di H L'inversa circolare di ν rispetto a s, rispetto ad che H è preme segnalare che tutte e sole le possibili dislocazioni dell'incentro rispetto alle retta di Eulero corrispondono ai punti interni al disco avente diametro HG, privato di N , punto medio di OH . 18 un'iperbole, e i simmetrici dell'ortocentro rispetto ai lati giacciono su O ancora: è noto che i vertici di costruibile una volta noti nel punto F I e ABC , l'ortocentro H, l'incentro I ΓR . e il punto di Nagel Na (facilmente G) giacciono su un'iperbole equilatera (iperbole di Feuerbach ) avente centro Γr . comune alla circonferenza dei nove punti e a A livello puramente algebrico, il problema può essere posto in termini delle funzioni simmetriche elementari degli ex-raggi (ra , rb , rc ). Poiché OH 2 = 9R2 − (a2 + b2 + c2 ) dalla congurazione di partenza è nota la terna (R, r, a2 + b2 + c2 ) ma valgono le seguenti identità: X X 1 1 = r r cyc a ra = 4R + r cyc X ra rb rc = p2 r ra rb = p2 cyc Inoltre: a r =1− ra p −→ X ra − r 2 ! X ra rb X r2 1+ cyc ra rb X 1 r cyc a 1 + r2 cyc e, posto σ2 = = a2 + b2 + c2 ra2 cyc ! X ra ! cyc a2 + b2 + c2 = P cyc ra rb !2 P − 2r2 cyc ra ra rb rc = a2 + b2 + c2 P cyc ra rb , P cyc ra = a2 + b2 + c2 ra rb rc X 2σ2 − 2r ra = a2 + b2 + c2 2 2σ2 − 2r σ2 cyc 2 σ2 = a + b2 + c2 + r(4R + r) 2 gli ex-raggi risultano essere gli zeri del polinomio di terzo grado z 3 − (4R + r)z 2 + σ2 z − rσ2 = 0 Si ha dunque p2 = r(4R + r) + e, posto ρ = 4R + r, le quantità 1X 2 a 2 cyc (ρ − ra ), (ρ − rb ), (ρ − rc ) risultano radici del polinomio 20 z 3 + 9p2 − 3ρ2 z + 27rp2 + 2ρ3 20 Per costruzione le radici sono reali, dunque il discriminante è negativo. Quale disuguaglianza prende vita da questa considerazione? 19 Sia ora K triangolo il campo delle quantità costruibili con riga e compasso una volta note le lunghezze dei lati del OHI (o, equivalentemente, la terna denita come ( C 13 (t) = (R, r, a2 + b2 + c2 ) o la terna (R, r, p)) 2 cos (arccos(t/2)/3) se −2 ≤ t ≤ 2 2 cosh (arccosh(t/2)/3) se t≥2 e C 13 (t) la funzione 21 che risolve il problema x3 − 3x = t Diciamo che un polinomio a coecienti in in K. K è risolubile con riga e compasso quando le sue radici giacciono Nel caso dei polinomi cubici con discriminante negativo, è chiaramente suciente che una radice sia costrubile anchè lo siano tutte le altre. Il problema x3 − 3px − q = 0 può essere portato, tramite la sostituzione x= √ pz , nel problema z 3 − 3z = p−3/2 q avente (una) soluzione C 31 (±p−3/2 q) costrubile con riga e compasso solo nel caso in cui la quantità ± sia il coseno di un angolo θ p−3/2 q 2 trisecabile con riga e compasso, ovvero solo nel caso in cui θ sia il triplo di un angolo costruibile. Nozioni introdotte: ricerca del grado algebrico intrinseco attraverso considerazioni geometriche, approccio incentrato sulle trasformazioni proiettive e sulle identità metriche. Strumenti teorici: inversione circolare e curve di grado superiore al secondo, teorema di Feuerbach, porisma di Poncelet, disuguaglianza di Eulero, teorema di Eulero sui triangoli pedali, relazioni tra gli exraggi, formula risolutiva delle cubiche di tipo Chebyshev, elementi di teoria dei campi. Paralleli: il problema è un ottimo interprete delle interrelazioni tra geometria sintetica ed algebra. Un vasta trattazione è stata condotta da Jean Pierre Ehrmann in merito ai centri di di ABC un qualunque punto che abbia coordinate trilineari nella forma costruibili con riga e compasso a partire dalle posizioni di (O, H, I). ABC (deniamo [f (a, b, c) : f (b, c, a) : f (c, a, b)]) Un fatto che mi preme citare, e che ha portato alla formulazione della congettura (di Ehrmann) secondo cui i centri derivabili da coincidano con quelli derivabili da isogonale di P rispetto ad ABC . (A, B, C), centro è che sia possibile, da (O, H, I), E' vero infatti che il coniugato isogonale di P (O, H, I) costruire il coniugato rispetto ad su una qualunque polare rispetto ad un'iperbole equilatera passante per i vertici di ABC ABC giace e l'incentro; un discorso analogo vale per il coniugato isotomico. La congettura di Ehrmann ha avuto tuttavia vita breve: non è dicile provare come il punto non da OHI √ √ √ P [ a : b : c] sia derivabile (con riga e compasso) da ABC ma (si vedano a tal proposito gli archivi del 2001 della mailing list Hyacinthos). Folklore: il problema è stato trattato e parzialmente risolto dallo stesso Eulero, è ricomparso sul Forum Geometricorum del maggio 2001 ed è stato recentemente riportato alla luce dal sottoscritto. 21 Semplicemente perché T3 (x) = 4x3 − 3x = cos(3 arccos(x)). 20 XVI (b − side, c − side, K) Sfruttiamo nuovamente la proprietà del punto di Lemoine d'essere baricentro del proprio triangolo pedale: chiamiamo rispetto a Kb e Kc K . Kb Jc le proiezioni di e Kc Jb K sui lati concorrono in Ka , b c, Jb e e Jc i simmetrici del punti medi di e la perpendicolare a KKa per Ka KKb e KKc è il lato-a cercato. Nozioni introdotte: costruzioni inverse. Strumenti teorici: denizione di baricentro e proprietà fondamentale del punto di Lemoine. Paralleli: la proprietà fondamentale del punto di Lemoine può essere vista anche come conseguenza del i segmenti che congiungono i punti medi dei lati con i punti medi delle corrispondenti altezze concorrono in K , facilmente dimostrabile facendo ricorso alle coordinate trilineari, baricentriche seguente fatto: o areolari. XVII (b − side, c − side, N ) Ricordando che P N è il circocentro del triangolo mediale, vorremmo così procedere: scegliere un punto sulla circonferenza avente centro cui P P1 risulti parallelo al lato b e N e raggio P P2 al lato N A; c; risolvere il problema con una omotetia di centro scegliere P in modo che, detto Q determinare su di essa due punti (P1 , P2 ) costruire il triangolo anticomplementare di N. il simmetrico di P tali per P P1 P2 e Anchè ciò abbia successo, tuttavia, è necessario rispetto alla proiezione di corrispondente vertice del triangolo anticomplementare), (N, A, Q) N su P1 P2 (ovvero il risultino allineati. Consideriamo, di conseguenza, la congurazione a seguire: e parametrizziamola ponendo in C, \ \ \ AN P = π−µ, N AC1 = θ, N AB1 = φ, AN = 1. per angle chasing, abbiamo facilmente: P1 = −e−i(µ+2φ) P2 = −e−i(µ+2θ) Q = −eiµ e2iφ + e2iθ − eiµ Anchè Q, A = −1, N = 0 risultino allineati, deve valere = e−iµ e2iφ + e2iθ che è come dire cot(µ) = − sin(µ) = 0 cos(2θ) + cos(2φ) − 1 sin(2θ) + sin(2φ) 21 Immergendo la costruzione µ e una volta costruito l'opportuno angolo N il procedimento risolutivo incentrato sull'omotetia di centro risulta vincente. lecito barare, ovvero il forzare un problema ad avere caratteristiche bollarlo come risolubile con metodi standard ; metodo misto sintetico-trigonometrico. il Nozioni introdotte: Strumenti teorici: omotetie, rotazioni, angle chasing, immersione in Paralleli: tali da C. è importante sottolineare come, sostituendo al circocentro del triangolo mediale l'incentro (punto di Spieker Sp), la soluzione possa procedere per vie concettualmente analoghe ma tecnicamente dierenti. Analizziamo dunque (side-b, side-c, Sp) facendo ricorso al seguente lemma: attraverso un punto P avente punto medio MQ ; MQ e Q (t1 , t2 ) se è un punto di Γ, sono le due tangenti ad una circonferenza (t1 , t2 ) le rette staccano sulla tangente a varia su un'iperbole avente asintoti paralleli a 22 Prendiamo dunque una circonferenza con quello di Γ. attraverso Sp alla bisettrice interna dell'angolo in ai lati, un punto Q su Γ, MQ denito come prima, A, Γ con centro O, gli asintoti (ax , ay ) e un punto A1 A1 e compasso, le intersezioni tra una generica retta r Sp, come simmetrico di su un'iperbole e Λ. P Λ, P in P a P Γ Γ condotte un segmento sulla parallela risultino parallele rispetto a rispetto a Q e centro coincidente il punto tale per cui le tangenti da un'iperbole avente asintoti paralleli ai lati e centro nel simmetrico di noti il centro (t1 , t2 ) Γ Sp. M Q : A1 varia su Secondo lemma: è semplice determinare, con riga Non è infatti restrittivo, a meno dell'azione di una mappa ane tra un sistema di riferimento sghembo ed uno ortogonale, supporre Λ ax ⊥ ay . con gli asintoti, Dette (AX , AY ) l'intersezione tra ax le proiezioni di e la parallela a circonferenza avente diametro r ZAX . centro nel punto medio del segmento per A1 sugli asintoti, AY , deniamo Deniamo inoltre OX : ΓX R ΓX intercetta (X, Y ) le intersezioni di r equilatera, ossia Z come una delle due intersezioni di ay con la come la circonferenza passante per R avente ax in due punti che corrispondono alle ascisse 23 delle intersezioni Λ ∩ r . 22 E' suciente porsi in un riferimento sghembo solidale con (t , t ) e portare a termine elementari considerazioni 1 2 trigonometriche; in tale riferimento risulta MQ ∈ {xy = k}. 23 La costruzione discende direttamente dal metodo del completamento del quadrato applicato all'equazione OY OAX · OAY x − OY = OX x 22 Tornando alla nostra costruzione, determiniamo A2 = ˙ Λ ∩ SpA quindi costruiamo passanti per A3 , A3 come simmetrico di determinando A2 rispetto a (B2 , C2 ). A2 B2 C2 secondo una dilatazione di centro Sp P e intersechiamo i lati con le parallele ai lati è un triangolo omotetico a quello risolutivo ABC SpA2 SpA . e rapporto Folklore: l'autore della soluzione è molto ero del fatto che l'approccio misto produca una soluzione assai semplice da implementare nella pratica. XVIII Siano Teorema di Napoleone VA , VB , VC VA VB VC i centri dei triangoli equilateri costruiti sui lati di è un triangolo equilatero e le rette AVA , BVB , CVC ABC , esternamente a quest'ultimo. concorrono. Con riferimento alla congurazione in gura, non è dicile constatare che una rotazione (in senso antiorario) di trenta gradi attorno ad nel triangolo A BAB1 . manda il triangolo A, seguita da una dilatazione di rapporto √ 3, manda il triangolo VC AVB D'altro canto, una rotazione di sessanta gradi (stavolta in senso orario) centrata in BAB1 C1 AC . nel triangolo −→ AA1 = BB1 = CC1 In alternativa, si immerga la costruzione in C Per ciclicità delle variabili si ha dunque VA VB = VB VC = VC VA e si ponga ω = e2πi/3 . Si ha: VC + ω(B − VC ) = A ma ω2 + ω + 1 = 0 dunque VC = −→ (1 − ω)(2 + ω) = 3 ω+2 (A − ωB) 3 da cui, sempre per ciclicità delle variabili: VA + ω VB + ω 2 VC = 0 23 che è condizione necessaria e suciente a dichiarare VA VB VC equilatero (lemma di Conway). Per provare la concorrenza, applichiamo il teorema del seno e il teorema di Ceva in forma trigonometrica. Da b + π/6) \A ) \A )/BVA sin(BAV sin(BAV sin(V\ sin(B A BA)/AVA = = = b + π/6) \A )/AVA sin(C sin(V\ AVA / sin(V\ sin(ACV A AC) A AC)/CVA segue, nuovamente per ciclicità delle variabili: Y sin(BAV \A ) cyc =1 −→ sin(V\ A AC) (AVA , BVB , CVC ) concorrenti In alternativa, sempre tramite l'uso dei complessi, non è dicile provare che il prodotto scalare tra (B1 − C1 ) e (A − VA ) AVA e B1 C1 implica, per Pitagora: X X (VA B12 − VA C12 ) = (b2 − c2 ) = 0 è nullo, che la perpendicolarità tra cyc cyc che a sua volta implica, per Carnot, la concorrenza di (AVA , BVB , CVC ). Nozioni introdotte: analogia tra l'approccio per trasformazioni e l'approccio di immersione in Strumenti teorici: teoremi di Pitagora e Carnot, omotetie, immersione in C, C. lemma di Conway. Paralleli: le tecniche utilizzate sono molto generali e possono essere ecacemente riciclate per la discus- sione di buona parte dei centri notevoli sull'iperbole di Kiepert, tra cui, ovviamente, il secondo punto di Napoleone, determinato dai triangoli equilateri costruiti internamente dei due triangoli di Napoleone sommino al doppio della supercie di ad ABC . ABC Il fatto che le superci può essere brillantemente provato per dissezione. Folklore: per le indubbie qualità estetiche, oltre che per la considerevole quantità di tecniche cui dà vita, il teorema di Napoleone è frequentemente apparso all'interno delle competizioni matematiche. A titolo di esempio si veda il concorso Indam del 2003. XIX (b − side, c − side, N a) 24 Riferendoci alla notazione introdotta nel precedente problema, e denotando con centro A, Preso un punto P sulla retta PB ∈ ρB , PC ∈ ρC , dev'essere σP (PB ) = PC , (BP , CP ) Bp Cp (BC)P π 6 di = .˙ ρ(side-b) V B ∈ ρC = .˙ ρ−1 (side-c) AN a, candidato VA , esiste un unico triangolo equilatero di vertici (P, PB , PC ) lemma di Conti : se σP è la rotazione di π 3 di centro P, da cui le intersezioni di rispetto alle proiezioni di e V B ∈ ρB costruibile attraverso il ( Siano ora una rotazione di sappiamo che dev'essere ( con ρ (PB , PC ) devono coincidere. PC = ρc ∩ σP (ρB ) PB = Asse(P PC ) (PB N a, PC N a) sui lati con (side-c, side-b). ∩ ρB (side-c, side-b), P Se e (Bp , Cp ) i simmetrici di è soluzione del problema, le rette Quel che si verica è un fenomeno interessante: al variare di è un fascio proprio di rette (per costruzione), (BC)p P su A BP CP AN a, un fascio improprio (per omotetia). E' dunque suciente costruire il punto sso del primo fascio ed un elemento del secondo per risolvere interamente il problema. Nozioni introdotte: geometria dello spazio euclideo duale, automorsmi del piano. Strumenti teorici: lemma di Conti, fasci di rette, elementi di geometria proiettiva. Paralleli: Sia alla base pari a ABCθ θ; un triangolo isoscele sulla base similmente si costruiscano BCAθ e AB , CABθ . di Ceva in forma trigonometrica, concorrono in un punto iperbole di Kiepert, appartenenti all'asse di Brocard OK : un'iperbole equilatera detta costruito esternamente ad Pθ . (AAθ , BBθ , CCθ ), Al variare di θ ≥ 0, Pθ con angoli per il teorema percorre un ramo di i cui punti risultano essere coniugati isogonali di quelli " Pθ : Le rette ABC , 1 : ... ... : b sin(B + θ) # Non è dicile constatare come la soluzione presentata, di fatto, risolva l'intera classe di problemi side-b, side-c, Pθ θ a patto che XX sia un ssato angolo costruibile con riga e compasso. Miracolo di Morley Se tre punti UA , UB , UC interni ad ABC vericano le relazioni b \A = B , CBU 3 il triangolo UA UB UC b C U\ A CB = 3 è equilatero. 25 (e cicliche) Con riferimento alla congurazione in gura, dove P\ BP1 P\ 1 BP2 \ P2 BQ \ QBR V è l'intersezione delle trisettrici adiacenti al lato b A+π pari a 3 ; deniti il triangolo V V b Vc Vb e Vc come i simmetrici di 1 3 1 3 1 3 1 3 = = = = b B b C b A π BC , V VB VC VB e VC è un triangolo isoscele con angoli alla base rispetto alle rette VC e VB (rispettivamente), risulta equilatero per il secondo criterio di congruenza dei triangoli. Si verica inoltre, per angle chasing: b π+A \ \ CV b V = CVc V = 3 b B \ CV Vb = 3 b C \ BV Vc = 3 Conseguenza di questo lemma è che • un triangolo equilatero di lato unitario • i tre triangoli aventi angoli b A+π b b C B+π 3, 3 , 3 (e permutazioni cicliche) e lato di lunghezza minima unitario • i tre triangoli aventi angoli b B b C+2π b A 3, 3, 3 (e permutazioni cicliche) e altezza pari al reciproco del seno dell'angolo di massima ampiezza si incollano a formare una congurazione omotetica a quella di partenza (ABC e trisettrici). Nozioni introdotte: backward working, dissezione. Strumenti teorici: angle chasing, omotetie. Paralleli: il fatto stesso che la trisezione dell'angolo sia generalmente un problema insolubile con riga e compasso suggerisce fortemente di lavorare al contrario, triplicando anziché trisecando. E' anche possibile produrre una dimostrazione trigonometrica attraverso le formule di triplicazione del seno. Una dimostrazione alternativa, completamente incentrata sugli automorsmi del piano, è dovuta ad Alain Connes, vincitore della Medaglia Field nel 1982: Consideriamo tre mappe ani su C nella forma gi = ai x + bi , siano traslazioni. Denito il fattore di dilatazione d seguenti condizioni risultano equivalenti: 26 attraverso tali per cui d(gi ) = ai , g1 g2 , g2 g3 , g3 g1 poniamo e g1 g2 g3 j = d(g1 g2 g3 ). non Le • g13 g23 g33 = x • j3 = 1 e fix(g1 g2 ) + j fix(g2 g3 ) + j 2 fix(g3 g1 ) = 0 Si verica infatti g13 g23 g33 = x −→ (a1 a2 a3 )3 = 1 g13 g23 g33 − x = (a21 + a1 + 1)b1 + a31 (a22 + a2 + 1)b2 + (a1 a2 )3 (a33 + a3 + 1)b3 0 = −ja21 a2 (a1 − j)(a2 − j)(a3 − j)(fix(g1 g2 ) + j fix(g2 g3 ) + j 2 fix(g3 g1 )) Poichè fix(g1 g2 ) = a1 b2 +b1 1−a1 a2 e cicliche. La composizione di due gi non è una traslazione, dunque il lemma preliminare è provato. Nel caso del teorema di Morley, sia 2 b 3 A; similmente si deniscano (VA , VB , VC ) g2 e g3 . g1 una rotazione di centro ∀i, ai 6= j e A ed angolo L'applicazione del lemma porta a concludere che le intersezioni delle trisettrici adiacenti ai lati di ABC , punti ssi di (g1 g2 , g2 g3 , g3 g1 ), soddisfano VA + jVB + j 2 VC = 0 che è la caratterizzazione di Conway dei triangoli equilateri. Folklore: la brillante dimostrazione riportata è dovuta a John Conway; invito il lettore a visitare la sezione del sito di Alexander Bogomolny http://www.cut-the-knot.com dedicata al problema di Morley; in tale sezione è anche riportata la memorabile frase del Professor Gabriele Veneziano: Let us invent tools that suit our problems rather than problems that suit our tools che mi pare estremamente pertinente nel delineare le linee di condotta della moderna geometria euclidea. XXI Problema di Soddy Dato un triangolo P AB, P BC, P CA ABC , determinare un punto P tale per cui le circonferenze inscritte nei triangoli risultino mutuamente tangenti. 27 E' importante constatare che, per il teorema delle tangenti ad una circonferenza, la soluzione è data dal (ΓA , ΓB , ΓC ), centro del cerchio tangente ai tre cerchi dell'incentro sui lati ( aventi centri nei vertici e passanti per le proiezioni circonferenze di Soddy, vedi gura). Risolviamo il problema di costruzione tramite inversione circolare, per esattezza invertiamo rispetto alla circonferenza di centro ΓB tra Ia Ib ΓC vanno in due rette parallele, ortogonali a va in una circonferenza tangente alle immagini di ΓB e L di Ia K BC e la parallela a perpendicolarmente a ed Ic . passante per e Analiziamo in dettaglio l'azione di questa mappa: BC ; ΓA Ia in modo che con BC Ic JKL ΓC . BL2 e per Ic ; ΓC ; Ic resta sso; Ic J . di un vettore avente modulo pari alla lunghezza di risulti un quadrato, chiamiamo CK2 Ib va in J, l'immagine della circonferenza risolutiva è l'immagine di concorrono in Y, L2 ΓB l'intersezione di e intersezione ΓA traslata Costruiamo dunque Ia L, K2 K l'intersezione primo punto di Soddy, soluzione del problema. analogia tra circonferenze e rette, trasformazioni non ani che preservano le Nozioni introdotte: condizioni di tangenza. Strumenti teorici: inversione circolare ed invarianti. Paralleli: il problema di Soddy è un caso molto particolare dei problemi di Apollonio; invitiamo il lettore ad applicare la formula di trasformazione delle distanze sotto inversione per vericare che i reciproci dei raggi delle circonferenze (ΓA , ΓB , ΓC , ΓY ) soddisfano l'identità (nota già a Cartesio): 2(2A + 2B + 2C + 2Y ) = (A + B + C + Y )2 (side-b, side-c, F ) XXII Il problema in analisi è un ragguardevole esempio di problema di quarto grado risolubile con riga e compasso. Si chiamino (ΓB , ΓC ) alla circonferenza di centro (ΓB , ΓC ) F le immagini di passante per A: ABC è la circonferenza inscritta in (side-b, side-c) secondo l'inversione circolare rispetto l'immagine inversa di una delle due tangenti comuni a (incidentalmente, si noti come il marchingegno descritto risolva il problema di determinare le intersezioni di due parabole aventi il medesimo fuoco e direttrici distinte). Poiché F è centro esterno di similitudine tra Γr circonferenza circoscritta al triangolo mediale (avente centro I : [1, 1, 1] b − C) b : . . .] N : [. . . : cos(A (avente centro e raggio e raggio r) e la R/2) le sue coordinate trilineari possono essere espresse come " 2 b − C) b : . . .] = sin F : [. . . : 1 − cos(A Sui lati di un angolo dunque due punti δ avente vertice (X, Y ) O b−C b B 2 ed ampiezza ! 3 2 (π 2 : cos b = B b+ − A) OX OY = λ p d(F, side-b) = λ p d(F, side-c) In tali ipotesi le perpendicolari ai lati dell'angolo condotte per δ b C 2 2 : cos b b+C B 2 b+ + C b B 2 !# si determinino (X, Y ) si intersecano in un punto Z che in due sotto-angoli di ampiezza Poiché è nota la quantità b, B ! tali da realizzare ( divide b b+ B C 2 b + C/2 b b + B/2 b B , C b + C) b = (π − A) b, (B inclinazione della tangente a Γr attraverso per somma e dierenza di angoli è nota anche la quantità B rispetto a side-c. Nozioni introdotte: de-simmetrizzazione delle coordinate trilineari. Strumenti teorici: inversione circolare, coordinate baricentriche e trilineari, teorema di Feuerbach, 28 omotetie, problemi trigonometrici notevoli. Paralleli: il procedimento risolutivo descritto si estende alla classe dei problemi h i b + βB b + γ C) b : ... P : . . . : f (θ + αA (side-b, side-c, P ) dove (θ, α, β, γ) sono costanti costruibili ed esempio i casi in cui P concorrenza delle rette Kiepert, P è uno dei vertici (AFA , BFB , CFC ) è il punto di Gergonne circonferenza di Feuerbach, Folklore: P 26 , P f è una funzione ad inversa costruibile; si considerino ad (FA , FB , FC ) 25 , P del triangolo di Feuerbach giace sull'asse di Brocard è il punto di Nagel 27 , P OK , P è il mittenpunkt 24 , P è il punto di giace sull'iperbole di 28 , P è il centro della 29 è il primo punto di Kosnita . la soluzione presentata è concettualmente semplice ma piuttosto laboriosa da implemen- tare nella pratica; la prima soluzione fornita dal sottoscritto al problema http://www.polarprof.org/geometriagon (side-b, side-c, F ) richiedeva che venissero tracciate ben 13 sul sito circonferenze e 17 rette! XXIII Postfazione e conclusioni In questa sezione mi preme sollevare alcuni interrogativi che reputo insinuarsi, taluni manifestamente, altri in maniera più sfuggevole, tra le righe di questo lavoro. Prima questione: è corretto considerare il problem solving come parte fondante della didattica della matematica e, in secondo luogo, come fondamentale per la costruzione di una cultura matematica? 30 , senza però produrre un pensiero condiviso, Il dibattito storico-losoco ha coinvolto menti illustri neppure in linea di massima. L'opinione del sottoscritto, maturata attraverso un buon coinvolgimento nelle competizioni matematiche giovanili, dapprima come partecipante e successivamente come poser, è che non si possa scindere il processo d'apprendimento da un concreto layer problem- esperenziale, neppure nel caso di una disciplina completamente formale ed astratta. In tal senso non mi stupisce il fallimento Erlangen Program dell' proposto da Klein all'inizio del Novecento (concepito con l'intento di classicare la geometria euclidea come sottoprodotto dell'algebra, poneva la massima enfasi sullo studio degli automorsmi del piano e la debolezza dei postulati euclidei, tenendosi, in un progressivo uire di proposizioni, sempre ben lontano da qualunque intuizione spaziale, esercizio intermedio o ragurazione compatibile con umanità sensibile dei presunti fruitori) e neppure il fatto che tra la scuola francese del formalismo, quella l' tedesca (piuttosto emera) del logicismo e quella sino-nippo-russo-indiana dell'intuizionismo, perlomeno a livello di consenso e proseliti, abbia prevalso l'ultima (specicare meglio). Certo il balzo concettuale tra una condizione necessaria (il riallacciarsi all'umanità di chi apprende, allo scopo di incentivare la 24 Triangolo determinato dai punti di tangenza tra 25 Secondo punto di Feuerbach, inverso del primo la circonferenza dei nove punti e le circonferenze exinscritte. punto di Feuerbach rispetto alla circonferenza avente diametro IN , nonché centro interno di similitudine tra (Γr , ΓN ). 26 Punto di concorrenza dei segmenti che congiungono i vertici con i corrispondenti punti di tangenza tra i lati e il cerchio b inscritto, avente trilineari [. . . : cos−2 (B/2) : . . .]. 27 Coniugato isotomico del punto di Gergonne, punto di concorrenza dei segmenti che congiungono i vertici con i b corrispondenti punti di tangenza tra i lati e le circonferenze exinscritte, avente trilineari [. . . : sin−2 (B/2) : . . .]. 28 Punto di Lemoine del triangolo degli excentri, avente coordinate trilineari [. . . : cot(B/2) b : . . .]. 29 Coniugato isogonale di N , punto di concorrenza delle rette che congiungono A con il circocentro di BOC et similia, avente coordinate trilineari [. . . : cos−1 (A − C) : . . .]. 30 Si pensi alle ricerche di Piaget sullo sviluppo dei processi cognitivi del bambino in termini di assimilazione ed accomodamento, dove le capacità di elaborazione spaziale e astrazione erano principalmente testate attraverso quiz di natura geometrica. 29 costituzione di un modello autonomo, meccanicamente distinto da quello formale, in quanto talvolta basato sull'intuizione, ma analogo nell'attuazione) ed una suciente (la centralità del problem solving) è considerevole. La lacuna può essere però colmata considerando la matematica come specializzazione del linguaggio (λόγος) nel senso più ampio: come è chiaro che l'interscambio di informazioni sia fondato su un framework di comune consenso (grammaticale e sintattico), è altrettanto manifesto che l'assimilazione 31 e la produzione delle informazioni dipenda interamente da meccaniche individuali (modelli in eri ) uniche e scarsamente sondabili; in tal senso mi piace considerare il manifestarsi della matematica come incarnarsi della massima oggettività in forma di deduzione, e le elucubrazioni che conducono alla forma dionisiaco mezzo. Se si nale come appartenenti ad un universo artistico ( l'oggettività sia sempre scopo ma solo raramente nell'accezione dovuta a Nietzsche) dove ammette che una qualunque strategia di potenziamento della forma nale debba transire per il potenziamento dei suoi prodromi, è chiaro come il bagaglio empirico derivato dal problem solving - debba - essere centrale. Un ulteriore punto a favore della mia ipotesi, nonché a favore del didatta, è la maggiore semplicità, in ambito pedagogico, dell' dei precursori a scapito di un tentativo ex abrupto incentivo di trasferimento della teoria nei destinatari dell'azione didattica. Seconda questione: è corretto considerare il problem solving utile strumento per sottolineare la divergenza di interpretazioni, la diversità dei solutori, le linee di condotta, quanto possa essere fruttifera la collaborazione? La risposta a questa domanda è interamente racchiusa nella vita itinerante, sregolata ed iperproduttiva di Paul Erdös: nessuno meglio di lui (in termini sia qualitativi che quantitativi) ha saputo trasmettere ai posteri il senso della matematica come disciplina sociale, e sottolineare l'importanza della collaborazione tra diverse personalità per la costituzione di una matematica più brillante e più ricca, indipendentemente dal ruolo istituzionale del risolutore. Terza questione: perché geometria euclidea? Per una questione storica di rivalutazione dei greci (cfr. Nietzche, di nuovo), per la semplicità dell'interpretazione visiva in primis, algebrica (cfr. Klein, di nuovo, come padre della geometria algebrica) in secondo luogo. Parentesi storica. Per aprire un nuovo interrogativo sulla buona positura del problema del grado algebrico intrinseco di una terna. Ma anche perché certi problemi guravano come aperti no a poco tempo fa. Nuovamente: valore pedagogico e raronto tra le dicoltà insite. Nella teoria di Lev Vygotskij la Zona di sviluppo prossimale (ZSP) è un concetto fondamentale che serve a spiegare come l'apprendimento del bambino si svolga con l'aiuto degli altri. La ZSP è denita come la distanza tra il livello di sviluppo attuale e il livello di sviluppo potenziale, che può essere raggiunto con l'aiuto di altre persone, che siano adulti o dei pari con un livello di competenza maggiore. Infatti, a dierenza dell'approccio Piagetiano, Vygotskij non riteneva che il bambino passasse attraverso diversi stadi e dunque fosse pronto ad apprendere nuove conoscenze che prima non era in grado di ritenere, ma sostiene che il bambino impara da coloro che si trovano ad un livello di conoscenza superiore. Secondo Vygotskij, l'educatore dovrebbe proporre al bambino problemi di livello un po' superiore alle sue attuali competenze, ma comunque abbastanza semplici da risultargli comprensibili; insomma, all'interno di quell'area in cui il bambino può estendere le sue competenze e risolvere problemi grazie all'aiuto degli altri (la ZSP, appunto). Questi problemi potranno infatti essere risolti dal bambino aiutato da un 31 E' scorretto parlare di mÔjoi a causa dell'appartenenza di questi ad una tradizione sociale e non ad una individualità ; ugualmente scorretto parlare di pensiero prelogico, in quanto tale termine, nell'accezione dovuta a Lévy-Bruhl, denota la mancanza, nei primi stadi di sviluppo, delle categorie di identità, causalità e contraddizione. 30 esperto (l'educatore, un adulto o anche un pari con maggiori competenze in quel campo), ma non dal bambino che dovesse arontarli da solo (in quel caso saremmo all'interno della zona di sviluppo attuale). Se il processo è impostato correttamente, la zona di sviluppo attuale del bambino si amplia, includendo quella che in precedenza era la zona di sviluppo prossimale, in altre parole egli diventa capace di eseguire autonomamente un compito che prima non sapeva eseguire. All'esterno della zona di sviluppo attuale si crea una nuova zona di sviluppo prossimale. Questo processo iterativo dovrebbe dunque permettere al bambino di acquisire nuove capacità senza sperimentare la frustrazione del fallimento.Un concetto simile è stato elaborato da un autore americano negli anni '60: è il concetto di Scaolding di Jerome Bruner. L'approccio sperimentale (comportamentistico- cognitivista) ha avuto il merito di sottolineare la possibilità di una strutturazione ordinata, razionale del percorso di apprendimento, con un consapevole perseguimento di obiettivi deniti operazionalmente. Il suo punto di debolezza consiste nella dicoltà di frammentazione di apprendimenti complessi, nel riduttivismo a cui può portare e nel rischio costante della perdita di signicatività per chi apprende. Il paradigma costruttivistico sposta l'attenzione sul contesto di apprendimento. Non rinuncia alla capacità progettuale, ma pone in primo piano il soggetto che apprende, la imprevedibilità stessa dell'atto acquisitivo, la necessità di fornire al soggetto una molteplicità variegata di appigli e sostegni, l'importanza della negoziazione interpersonale e della cooperazione. Il suo rischio maggiore è la dispersività e la possibile diversicazione eccessiva nei risultati tra i fruitori del processo. Manifesto di riforma della geometria euclidea ?! Rivalutazione di Klein ?! Quarta questione: strumenti consigliati? Calvani: Fra le cause che hanno portato alla crisi dell'attivismo possiamo ragionevolmente supporre che abbia agito il sovraccarico gestionale. Insegnare in una classe in un'ottica attivistica comporta gene- ralmente una mole di lavoro non indierente (articolazione in gruppi, diversicazione di percorsi, ecc.), che rende possibile tali esperienze solo a docenti dalle capacità e dedizione eccezionale. Gran parte delle esperienze attivistiche si sono esaurite per la fatica sica. Ora le tecnologie potrebbero (il condizionale è d'obbligo) orire dei vantaggi. In che modo? Le tecnologie possono permettere tempi di coinvolgimento e lavoro autonomo decisamente superiori a quelle di qualsiasi altra situazione tradizionale. Se gli alunni possono essere resi più autonomi nell'attività di apprendimento, l'insegnante risulta più alleggerito ed ha più tempo da dedicare alla progettualità o ad interventi più specici: si rendono così possibili forme inedite di personalizzazione dell'apprendimento. Accanto all'alleggerimento della gestione didattica si può aggiungere l'alleggerimento del carico progettuale (disponibilità di banche dati, accesso di materiale da siti Internet, conservazione e riutilizzo dei materiali didattici già prodotti, ecc.). Bisogna tuttavia anche sottolineare che questi vantaggi rimangono, allo stato attuale, più teorici che reali. L'introduzione delle nuove tecnologie nella scuola comporta un sovraccarico iniziale per l'insegnante, che deve acquisirne la padronanza. Qui parlo di Hyacinthos e del libro di Lopes, raccomando l'uso di Cabri, Geogebra, Wolfram e Cut-TheKnot e cerco di concludere. E' il caso di specicare meglio i destinatari o parafraso Troisi la matematica è di chi gli serve e chi vuole prendere prenda? 31