In memoria a Steve Jobs
È successo due anni fa (il 5 ottobre 2011) : a soli 56 anni Steve Jobs ci ha lasciato. Una delle
figure simbolo della nostra era digitale, l’inventore dell’intefaccia ad icone, dell’iPod, dell’iPhone
dell’iPad e di innumerevoli altri dispositivi che hanno cambiato la nostra vita, tra cui il mouse
(non inventato da lui ma che lui ha contribuito a diffondere).
Nella sua carriera Jobs non ha mai parlato di sé, le sue interviste, i suoi interventi sono sempre
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In memoria a Steve Jobs
stati focalizzati sulla tecnologia, sui prodotti. Un’icona, un genio, un uomo d’affari, ma
soprattutto una persona che vedeva il futuro più chiaramente degli altri.
Ci ha lasciato molto, non solo in termini di prodotti, ma anche molti insegnamenti. Tutti
ricordiamo i suoi grandi successi, ma dovremmo guardare di più a come è riuscito a risollevarsi
dalle difficoltà.
Non è partito avvantaggiato: è nato da madre svizzera (Joanne Carole Schieble) e da padre
siriano (Abdulfattah “John” Jandali, uno studente che sarebbe diventato più tardi professore di
scienze politiche), Steve non fu cresciuto dai suoi genitori naturali, ma fu dato adottato appena
nato da Paul (meccanico) e Clara Jobs (contabile). Non era laureato Steve Jobs, dopo essersi
diplomato all’istituto Nel 1972 Jobs si diplomò all’istituto Homestead di Cupertino. Si iscrisse
all’università (il Reed College di Portland) ma abbandonò gli studi dopo appena sei mesi, voleva
lavorare e sappiamo quel che ha realizzato.
E cosa ci ha insegnato? Molte cose.
Forse il suo insegnamento più grande è più sentito è il legame tra l’arte e la scienza, la
tecnologia. Secondo Jobs le vere innovazioni, quelle destinate a durare nel tempo sono quelle
in grado di unire arte e scienza. Questa è una delle caratteristiche che, tra l’altro, ha sempre
contraddistinto Apple. Il team che ha ideato il primo Mac era composto da persone che avevano
una formazione umanistica: antropologia, arte, storia e poesia. Jobs era convinto che è l’arte la
cultura a dare una anima e non solo una forma ai prodotti. Certo non è facile, soprattutto nel
mondo high-tech coniugare questi due mondi, ma è quello che fa la differenza ala fine. In fondo
che cosa è l’iPad? Cosa ha di tanto diverso dagli altri tablet? Ha un soffio in più, un’anima che
altri prodotti non hanno. Per riuscire in questa magia non bisogna aver paura di tentare e di
fallire, sbagliare fa parte del processo, altro grande insegnamento che Jobs non ha solo
declamato ha applicato in ogni momento.
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