Anno 25 - Numero 16 - € 0,80 È IN EDICOLA Mercoledì 20 Gennaio 2016 Marketing Oggi Il primo magazine-de device pper er vivere vive bene nell’era ddigiitale IL QUOTIDIANO DEI PROFESSIONISTI ESSIONISTI DI MARKETING, MEDIA E PUBBLICITÀ http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Il riposizionamento del marchio Usa:: si raccontano le esperienze, esperien non solo la tecnologia Intel, c’è un mondo fuori dal pc Abiti con farfalle robot, visi opere d’arte: spazio alle storie DI ma raccogliendo una serie di storie per raccontarsi. Impossibile non pensare a quanto Apple abbia fatto scuola anche nella comunicazione dei prodotti tecnologici, ponendo l’accento su cosa si fa di comune o di eccezionale piuttosto che su caratteristiche tecniche e potenza dei dispositivi. ANDREA SECCHI ntel vuole uscire dai computer, farsi vedere. Ma non mostrando i processori, il suo prodotto storico e tuttora di punta: lo farà raccontando le storie di chi crea con la sua tecnologia, di chi supera gli ostacoli, farà leva sulle esperienze e sulle emozioni anziché sul freddo silicio. Il percorso già intrapreso dalla società guidata a livello mondiale da Brian Krzanich e votato a un’espansione del business, è ora a un punto di svolta anche nella comunicazione con cui si vara il riposizionamento del marchio. Ieri negli Usa è stata lanciata la «experience amazing campaign», la nuova campagna media, social ed eventi, che chiede di sperimentare l’incredibile e che sarà via via allargata agli altri Paesi, Italia compresa. Ma la società non metterà nel cassetto lo storico slogan «Intel Inside» (Intel all’interno) che l’accompagna dagli anni 90, semplicemente mostrerà anche quello che succede fuori dai pc. I «Il lancio di questa campagna corona un cambio di rotta che Intel sta realizzando negli ultimi anni sia a livello strategico che di ricerca e sviluppo», spiega Nicola Procaccio, marketing & communication manager di Intel Italia. «Nell’ultima decade abbiamo cambiato il nostro posizionamento e non vogliamo più essere percepiti solo come leader nel mercato di processori, che pure sappiamo es- Nei filmati della nuova campagna si vede per esempio la creazione di due sorelle turche che fanno le stiliste, Ezra e Tuba, il Butterfly Dress: un abito su cui svolazzano farfalle robot che risponde al tatto e al calore Immagini del corpo grazie alla tecnolodalla nuova gia Intel Edison. Altro protacampagna gonista è l’artista Nobumichi Intel. Qui Asai che utilizza il volto umano come una tela vivente su un abito cui proiettare le proprie opetecnologico Apple ha fatto scuola nell’uso dell’arte re. C’è poi la stella di YouTube con farfalle per comunicare i propri prodotti. Qui sopra Kawehi che ha reimmaginato robot, in alto un’immagine dalla campagna «Dài inizio a la Quinta Sinfonia di Beethoa destra la qualcosa di nuovo»: come lo scorso anno mostra ven. Ancora nella campagna ballerina Paige il lavoro di 11 artisti che per le loro creazioni appare la ballerina Paige Fraser hanno utilizzato i prodotti della mela Fraser mentre danza ripresa da 20 telecamere Intel in sere il nostro core business: per noi di dollari, 14,7 mld di euro, +11%) e grado di registrare i movimenti e di è importante far percepire il nostro soprattutto la promettente Internet of permettere la nascita di una nuova valore di innovatori a 360 gradi nel things (2,3 miliardi di dollari, 2 mld di performance visiva con colori e forme computing e mostrare come le nostre euro, +7%), con cui dispositivi di uso su uno schermo a led gigante. «Intel ora parte dall’utente», conclutecnologie possano migliorare la vita comune, dagli elettrodomestici agli de Procaccio. «Nei nostri laboratori di abiti, possono dialogare tra loro. di ogni persona sulla Terra». Già nel 2015 la società aveva intro- ricerca e sviluppo non ci sono più solo Per Intel i processori per pc e mobile rappresentano ancora la parte dotto sotto il suo marchio il payoff «In- tecniconi o ingegneri. Da una decade più grossa dei ricavi (32,2 miliardi di tel, experience what’s inside» (speri- abbiamo inserito antropologi, sociodollari nel 2015, 29,6 mld di euro) ma menta cosa c’è dentro) per poi lanciare logi che girano il mondo per capire in calo (-8%) soprattutto a causa dei la campagna «Intel inside, amazing le esigenze degli utenti, le esperienze computer. Crescono però gli altri bu- experience outside». Oggi continua a che vogliono vivere». siness come i datacenter (16 miliardi insistere sul concetto dell’esperienza © Riproduzione riservata E-commerce, l’Italia rincorre i big. A Milano il Summit di Class Editori Ritorna l’E-commerce Summit organizzato da Class Editori. Dopo il successo della prima edizione, l’evento intitolato «E-Commerce e Innovazione Digitale, un’opportunità per l’Italia» metterà a fuoco l’evoluzione del settore e le nuove opportunità per il commercio elettronico all’interno del processo di innovazione digitale in corso così come le potenzialità per la crescita dell’economia italiana. Il trend di forte sviluppo dell’ecommerce, identificato già lo scorso anno, sembra non arrestarsi anche se l’Italia rimane molto arretrata nel contesto europeo: appena il 4% del totale delle vendite italiane proviene da transazioni in digitale. Delle 750 mila imprese europee attive nell’ecommerce, solo 40 mila sono italiane. L’arretratezza del settore della Peni- nomia ormai decisivo. L’evento di Classi Editori (che parsola si evidenzia anche dalla quota di tecipa di questo giornamercato detenuta in Europa, p , appena pp p al capitale p le) il 3% contro il 29% del le si terrà mercoledì 27 Regno Unito e il 17% 2 gennaio presso l’Auditorium Gaber della Germania, per l’ del Palazzo Pirelli, citare solo i primi due d ", $!#'&&$(#$ )+&&%* in piazza Duca D’AoPaesi. Secondo l’indi*!(0..*1(* sta ce Desi (digital ecos 3 a Milano. Sarà per una nomy e society index) * ,//04'5,0/* l’occasione l’ rifl dell’Unione Europea, ri essione sullo stato ),+,2'-* e sulle modalità della inoltre, l’Italia si 3<C=>>=?@A<:@B >8? ;C,@7;:7 riconversione digitale piazza al quart’ultimo ri italiana, posto fra i paesi della $& 98<<7:= $"#% ! .:;7<= dell’impresa d oltre che un’occasioregione. La distanza o ne da colmare impone n di business networwww.mfconference.it king e approfondimenquindi uno sforzo che k digitale del Paese. coinvolga tutti gli operatori atori pubblici to sullo stato d Il Summit si svilupperà in quattro e privati per evitare di restare marginalizzati in un segmento dell’eco- sezioni. La prima, «Scenari e strate- gie», sarà dedicata alla presentazione delle ricerche e alle strategie di impresa per sfruttare l’opportunità digitale. Il secondo panel, «E-commerce e Digitale, un’opportunità per l’industry del fashion», sarà un momento di approfondimento e confronto su come le aziende della moda stanno affrontando le minacce e le opportunità fornite dal digitale. Il terzo panel, «Nuove frontiere per il Retail», metterà a confronto strategie e pratiche dei distributori in ambito e-commerce. Per concludere con il quarto panel con case history su «I processi di riconversione digitale» che stanno modificando il modo di fare business anche in settori tradizionali per costruire l’azienda digitale. 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it MARKETING Mercoledì 20 Gennaio 2016 2 19 Vicenza e Arezzo alleate per rappresentare il made in Italy. Venerdì al via Vicenzaoro L’oreficeria fa sistema sulle fiere Marzotto: piattaforma per le aziende e calendario condiviso http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI FRANCESCA SOTTILARO l settore orafo recepisce per primo le direttive del viceministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda per la creazione di poli e appuntamenti di eccellenza che siano vetrina del made in Italy. Si inserisce in questo quadro l’intesa sostenuta dal Mise che vede Fiera di Vicenza fare sistema con Arezzo fiere e congressi nell’ottica della competitività. In attesa di decidere gli sviluppi societari (il numero uno del polo aretino, Andrea Boldi vorrebbe creare «una newco con tutti gli espositori»), l’accordo presentato ieri a Milano servirà subito a portare la forza espositrice comune, circa 1.600 marchi italiani, negli appuntamenti espositivi esteri a Hong Kong, Las Vegas ma soprattutto a Vicenzaoro Dubai, il salone creato con una joint venture negli Emirati Arabi. E porterà in dote al sistema fieristico italiano, secondo le indicazioni del ministero, circa 6 milio- I Andrea Boldi e Matteo Marzotto ni di euro l’anno. Matteo Marzotto, numero uno di Fiera di Vicenza, parlando di «un accodo prematrimoniale verso la costituzione di un unica società» ha definito quella nascente «una piattaforma che rappresenti le medie aziende». Se fino a due anni fa i due poli si guardavano di sbieco, oggi la prospettiva è creare un interfaccia unitario con il mondo orafo-argentiero «e pesare di La cultura spinge gli scambi tra Giappone e Italia DI GIANFRANCO FERRONI Incrementare gli scambi commerciali tra il Giappone e l’Italia grazie alla cultura. Così, ecco un’illuminazione speciale del Colosseo per festeggiare i 150 anni delle relazioni tra Giappone e Italia: a maggio Motoko Ishii Lighting Design organizzerà l’evento «climax» delle manifestazioni celebrative, presentate ieri a Roma dall’ambasciatore giapponese Kazuyoshi Umemoto. Con lui, il presidente della Camera di Commercio e Industria Giapponese in Italia Tatsuya Ichikawa, per illustrare gli appuntamenti di ottobre con l’assemblea plenaria dell’Italy Japan Business Group, e con il premio Umberto Agnelli, con protagonista la Fondazione Italia Giappone. E poi spettacoli musicali, proiezioni cinematografiche, esposizioni con MondomostreSkira (presenti Massimo Vitta Zelman, Tomaso Radaelli e Simone Todorow di San La grande onda di Hokusai Giorgio) a Milano a Palazzo Reale con i tre artisti dell’ukiyoe, Hokusai, Hiroshige e Utamaro, e poi a Roma all’Ara Pacis con il maestro della fotografia giapponese Domon Ken, fino ai capolavori della scultura buddhista giapponese negli spazi delle Scuderie del Quirinale, coinvolgendo istituzioni come il Maxxi, per non parlare dello sport, con il campionato di kendo. Il comitato d’onore è formato da Nicoletta Attolico, Livia Branca, Alberica Brivio Sforza, Elena di Giovanni, Valentina Moncada, Francesca Scaroni e Fulvia Visconti Ferragamo. Tutto parte dal 25 agosto 1866, quando Italia e Giappone firmarono un «Trattato di amicizia e di commercio» per auspicare una «pace perpetua ed amicizia costante tra Sua maestà il Re d’Italia e Sua maestà il Taicoun, i loro eredi e successori» e tra i rispettivi popoli, «senza eccezione di luogo o persona». più all’estero riunendo tutti i distretti. Parlo di Valenza, Vicenza, Arezzo e Napoli in un unico distretto dell’Italia». Non che la forza tricolore si poco nota: «L’Italia è leader tanto per la manifattura quanto per produzione di macchinari per la lavorazione di metalli e pietre preziose», spiega Corrado Facco, direttore generale di Fiera di Vicenza. «Non è un caso che Bulgari abbia annunciato una nuova manifattura in Italia o che molti punzoni di marchi top, da Tiffany a Cartier, siano italiani». Quantitativamente il comparto orafo conta in Italia 9 mila imprese e 32 mila addetti, per un fatturato che nel 2014 ha raggiunto i 6,9 miliardi di euro. Nei primi 9 mesi del 2015 il valore delle esportazioni italiane riferita alla gioielleria preziosa (gioielli in oro, argento e altri metalli preziosi) è cresciuto dell’11% rispetto al medesimo periodo del 2014, sfiorando i 4,2 miliardi di euro e secondo Facco «supererà i 6,5 miliardi». Un piatto troppo importante per non metterlo in primo piano. «Il gioiello italiano è il sale di tutte le fiere», dice Boldi di Arezzo fiere, «per questo è prioritario mostrarsi con un unico rappresentante capace di trattare su tutti i tavoli». Il nuovo calendario fieristico condiviso prevede l’organizzazione di sei manifestazioni: tre in Italia, Vicenzaoro january (dal 22 al 27 gennaio), OroArezzo a maggio e l’edizione di Vicenzaoro a settembre. Seguono poi tre manifestazioni all’estero: la partecipazione italiana all’Hkijs di Hong Kong a marzo, Vicenzaoro Dubai ad aprile e Vicenzaoro «Italian passion made with love» al Jck di Las Vegas a giugno. Sempre nell’ottica di seguire il «piano straordinario per il made in Italy» rivolto alle principali filiere produttive il salone di Vicenzaoro Origin, che ospita di solito stilisti emergenti in grado di interpretare le tendenze della moda e dell’accessorio fashion, traslocherà a Milano nel grande appuntamento che secondo il disegno di Calenda e del premier Matteo Renzi dovrebbe riunire anche Mifur (pellicceria), Mipel (accessori e borse), Micam (Calzature), Mido (occhialeria), Lineapelle e MilanoUnica (tessile). Venerdì prenderà il via Vicenzaoro dove sono attesi oltre 7 mila buyer e 1.500 brand provenienti da 30 paesi. © Riproduzione riservata I piani dell’azienda di buoni pasto. Ricavi 2015 a +7% QUI! Group prepara lo sbarco in Usa e Messico sul non food. Vogliamo anche rendere i prodotti DI IRENE GREGUOLI VENINI di pagamento semplici e accessibili e a tutti, sia l 2016 è l’anno dell’internazionalizzazione con le carte sia attraverso lo smartphone». Per quanto riguarda l’estero, in Brasile il per QUI! Group. L’impresa specializzata nei titoli di servizio per il welfare aziendale e so- gruppo genovese ha costituito QUI! Group ciale, nei sistemi di pagamento e nei circuiti Brasil, acquistato una società di pagamenti e di loyalty, infatti è sbarcata in Brasile, dove conta prevede, entro marzo, di chiudere alcune partdi emettere le prime carte di pagamento nell’arco nership strategiche, per emettere milioni di carte di pagamento con servizi a di qualche mese, con la previsione di valore aggiunto. espandersi successivamente anche «Abbiamo iniziato a operare negli Stati Uniti e in Messico. Il tutin Brasile e contiamo di riuscire to dopo un 2015 che si è chiuso con a emettere le prime carte di paun fatturato di 650 milioni di euro, gamento entro il primo semestre con una crescita del 7% rispetto al 2016. Altri mercati a cui stiamo 2014 e un ebitda raddoppiato. guardando sono il Messico e gli Un andamento cui ha contribuito Stati Uniti, in cui stiamo valutando anche l’aumento delle richieste del partnership», dice il presidente del suo prodotto di punta, il buono pasto gruppo, che conta oltre 20 milioni di elettronico QUI! Ticket Electronic. «Da una parte un fattore positivo è fruitori dei propri servizi, circa 180 stato il cambiamento del livello di mila punti vendita convenzionati Gregorio Fogliani nella Penisola e oltre un milione di esenzione dei ticket che ha portato i buoni pasti a 7 euro con un impatto positivo su carte prepagate in distribuzione. «In Italia intantutta la filiera, e dall’altra c’è il discorso dei servi- to continuiamo a fare investimenti, soprattutto zi a valore aggiunto, che arricchiscono il prodotto in ricerca e sviluppo: 15 milioni negli ultimi tre del buono pasto», osserva Gregorio Fogliani, anni, anche per consolidare due poli di eccellenza tecnologica, Genova e Napoli, per l’innovazione presidente di QUI! Group. La strategia dell’azienda punta sulla diversi- nei settori di business del gruppo, con l’inserificazione del business e in particolare sui servizi mento in azienda di giovani talenti selezionati che si possono caricare e integrare sulla QUI! attraverso le collaborazioni con le università». Il gruppo sta inoltre consolidando il suo ruolo Card, una carta multifunzione per la gestione aziendale del personale, che può fungere da car- nel settore pubblico: è stato riconfermato vincitota prepagata, badge personale, carnet di buoni re anche nell’ultima gara Consip per la fornitura pasto, buoni acquisto, voucher e coupon e carta di buoni pasto per la Pubblica Amministrazione sconti per i circuiti di loyalty. «Oggi i buoni pa- in 5 lotti su 7 e ha stretto un accordo con Anci sto pesano per l’80% e i servizi per il 20% ma (Associazione nazionale dei comuni italiani) per vogliamo far arrivare la parte dei servizi a un rinnovare e digitalizzare il welfare pubblico degli peso maggiore, rendendoli disponibili anche sul enti locali interessati. mobile, incrementando la spesa sia sul food che © Riproduzione riservata I 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 20 Mercoledì 20 Gennaio 2016 MEDIA Un 2015 in controtendenza rispetto al resto d’Europa. Ma la stampa resta al palo Germania, pubblicità a +3,5% Il 47% del budget alla tv. Cresce il settore out of home http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it da Berlino ROBERTO GIARDINA n controtendenza con il resto d’Europa, nel 2015 in Germania è aumentato l’investimento pubblicitario: l’incremento è stato del 3,5%, per un importo complessivo di 29 miliardi e 200 milioni di euro. Ma la notizia è positiva, tranne che per quotidiani e riviste che devono sempre registrare un calo. Le agenzie preferiscono investire su altri canali, in tv, radio, o suoi nuovi media. I Il 47,2% della pubblicità è finito ai diversi canali, pubblici e privati. A registrare l’incremento maggiore è il cosiddetto settore out of home, dal cinema alla pubblicità con manifesti, cellulari, e così via che ha visto salire il fatturato del 9,7%. Al confronto, i quotidiani calano sia pure di poco, dello 0,2,, un risultato che in rapporto apporto alla lenta ma inarrestabile perdita di copie, viene salutato dagli editori come un successo. Le riviste perdono l’1,8%: il settore non riesce a trovare una nuova strada, e sono in difficoltà sia settimanali d’informazione come Focus, Stern e Spiegel che testate più popolari, e i femminili. Quasi stabili le pubblicazioni specializzate, p , che anzi regig strano st trano un leggerissimo 0,1. A inveincremento dello 0,1 stire di più sono state come sempre le «case» automobilistiche con 1 miliardo e 720 milioni, tuttavia con un meno CHESSIDICE IN VIALE DELL’EDITORIA Giuliano Molossi è il nuovo condirettore del Giorno. Molossi affiancherà il direttore responsabile Giancarlo Mazzuca a partire dal 1° febbraio, dopo aver diretto per 17 anni la Gazzetta di Parma. Molossi è entrato in Poligrafici come consulente a novembre 2015 per seguire un restyling grafico delle edizioni locali del Giorno. Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, per circa mezzo secolo, la sua famiglia è stata proprietaria della Gazzetta di Parma, quotidiano fondato nel 1735. Il 26 gennaio Mediamond spiega le sue strategie sulla radio. Nel mondo della comunicazione e dei media c’è grande attesa per la serata a inviti organizzata da Mediamond il prossimo 26 gennaio al centro Milano Congressi di piazza Carlo Magno 1. I vertici della concessionaria, infatti, sveleranno le strategie di Mediaset sul mondo radiofonico, in cui il Biscione, negli ultimi sei mesi, è diventato ormai il più grande attore quanto a raccolta pubblicitaria. Atteso, alle ore 19, un migliaio di operatori del mondo delle aziende, agenzie e dei media, e, dopo gli interventi dei manager Mediamond, seguirà cena e dj set. Comunicazione e motorSport, nasce il corso Manpower. Se il modo dell’informazione è in continua evoluzione, non è escluso da questo trend il settore del motorSport. Per comprendere la trasformazione, quindi, è in partenza il corso specialistico «Comunicazione e Media per il MotorSport», che si aggiunge all’offerta della MotorSport Academy di Experis MotorSport, la divisione di ManpowerGroup dedicata a questo settore. Il corso si svolgerà tra febbraio e aprile, per un totale di 94 ore in formula weekend. Immobiliare.it, la raccolta alla Manzoni. La concessionaria gestirà da quest’anno la raccolta della pubblicità legale delle aste giudiziarie per il sito Immobiliare.it. Negli ultimi anni le aste giudiziarie hanno avuto crescite importanti, secondo un’indagine Opicons: dal 2011 al 2014 le aste di immobili sono aumentate del 58%. 5,4% in confronto con l’anno precedente. In Germania, si deve ricordare, la legge protegge la stampa: la tv statale non può trasmettere spot dopo le 20, e non interrompe film e avvenimenti sportivi. Inoltre, viene stabilito un tempo massimo di ingombro, anche per le private che, comunque, non possono praticare sconti. campagna pubblicitaria Una campagn in tv funziona a partire da una pa ventina di sport, ve hanno accertato ha i ccontrolli sull’attenzione dei telete spettatori (e non sp sull’audience). su Quindi, dato il Qu costo solo grandi co imprese possono im permettersi campe pagne televisive, pa anche perché sono an vietati gli sconti. vie futuro, sarà semMa, in futu pre più forte la concorrenza da parte di nuovi media in rete. Ad esempio, lo spot natalizio della Edeka (catena di grandi magazzini), che mostra un anziano signore costretto a fingersi morto per veder accor- Anche il Guardian a dieta Bruciati 91 mln di cassa DI MARCO A. CAPISANI Anche la stampa britannica soffre i cali della pubblicità e persino un totem dell’informazione globale come il Guardian deve tagliare posti di lavoro. La causa scatenante è l’aver bruciato l’anno scorso 70 milioni di sterline di cassa (circa 91 mln di euro), la conseguenza è adesso un piano triennale di risparmi da 50 milioni di sterline (quasi 65 mln di euro). A marzo, comunque, si chiuderà l’esercizio fiscale del quotidiano e si avranno dati puntuali ma le stime prevedono una perdita operativa pre oneri non ricorrenti pari a 50 milioni di sterline (65 mln di euro), al rialzo dai precedenti 45 milioni. Il Guardian non è l’unico giornale di Sua Maestà a tirare la cinghia: sono in difficoltà anche il Daily Mail e il Daily Mirror (ma quest’ultimo sta valutando di risollevarsi con un nuovo quotidiano low cost, al prezzo di 20 penny, meno di 30 centesimi di euro). uro). La questione è seria se anche il Guardian deve fare attenzione ai soldi, perché ha alle spalle un fondo d’investimento da oltre 800 mln di sterline (più di un mld di euro). Eppure, «le perdite stanno andando oltre la sostenibilità», ha dichiarato il ceo David Pemsel. rere figli figli e nipoti per la notte del 24, è stato visto in rete 45 milioni di volte. Una campagna pubblicitaria di enorme successo a un costo molto limitato. © Riproduzione riservata Francia, niente spot nei programmi dei bimbi da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO Zero pub, niente pubblicità nei programmi destinati ai bambini (fino a 12 anni) sulle reti televisive pubbliche francesi. Non da subito, si capisce, ma a partire dal 2018. È una autentica novità a livello europeo che, però, rischia di costare a France Télévisions, la Rai di Stato, tra i 15 e i 20 milioni di fatturato all’anno. «C’est une surprise», commenta stupefatta la ministra della Cultura, Fleur Pellerin, socialista, preoccupata che il disegno di legge che vieta la pubblicità nei programmi televisivi (ma anche sui siti internet gestiti dalle reti tv), approvato la settimana scorsa dall’Assemblea nazionale, possa rappresentare un pericoloso precedente. In effetti, nessuno si aspettava che i deputati approvassero, nonostante l’opposizione del governo e il no della maggioranza, questa «proposition de loi» firmata dal senatore ecologista Hervé Gattolin, un ex professore universitario di Lille, laureato a Science Po (dove oggi insegna il nostro Enrico Letta) e con una lunga carriera di direttore marketing al quotidiano Libération, come a dire: uno che ne capisce di comunicazione e che, infatti, era riuscito a far passare il suo progetto già al Senato a ottobre. Ecco perché al ministero della cultura, al governo e nel gruppo socialista sono tutti preoccupati e si preparano alla battaglia finale al senato, a marzo. «Ce vote ne clôt pas le debat», il voto favorevole della camera non ha chiuso i giochi, ha dichiarato subito madame Pellerin, consapevole che sulla questione della pubblicità nei programmi tv dedicati ai bambini c’è una forte sensibilità dell’opinione pubblica e che una campagna mediatica a favore della legge Gattolin, magari con la mobilitazione degli insegnanti, già preoccupati per la riforma del college, delle scuole medie, rischierebbe di mettere in seria difficoltà la maggioranza. La legge Gattolin impone vincoli precisi alle reti (per ora solo quelle pubbliche, ma niente impedirebbe poi di estenderli alle private): niente pubblicità all’interno dei programmi ma anche negli spazi tra un programma e l’altro. Una perdita secca per France Télévisions, come si diceva prima, in un momento di difficoltà economica, con un budget 2016 fermo a 2,8 miliardi di cui 330 milioni di pubblicità. Quest’anno, addirittura, France Télévision, per pareggiare i conti potrebbe essere costretta a chiedere allo Stato un aumento della «taxe télécoms» (che qui si paga con la bolletta Edf). Di questi tempi, una manovra non proprio gradita per i contribuenti. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it Mercoledì 20 Gennaio 2016 MEDIA 21 2 I piani del neodirettore Calabresi: puntiamo su Facebook e Google. I contenuti devono girare Repubblica, più social e cellulari Redazione integrata dalle 7 e nuovo settimanale culturale http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI MARCO A. CAPISANI nche Repubblica parte con l’integrazione di tutte le sue redazioni per concentrare le forze in un’unica produzione di contenuti, da smistare poi su carta, sito web, social media, smartphone e tablet. Strategia che hanno già annunciato il Corriere della Sera di Luciano Fontana e la Stampa di Maurizio Molinari. Ma il direttore di Repubblica Mario Calabresi ha spiegato ieri ai suoi redattori che il quotidiano dell’ingegner Carlo De Benedetti non seguirà il modello Corriere della Sera, non farà pagare con un paywall parte della sua informazione online, anzi punta a diventare «l’interlocutore privilegiato di Google e Facebook, che i giornalisti hanno snobbato finora, anche se è da lì che passa il 66% della pubblicità digitale». Nel discorso sul nuovo piano editoriale, il successore di Ezio Mauro è andato subito al dunque: se si vogliono evitare nuovi stati di crisi bisogna risolvere il calo di fiducia dei lettori e affrontare le sfide tecnologiche. Il che, tradotto, significa «stop al gigantismo della carta», «scrivere articoli meno lunghi, di 40 righe, non dev’essere vissuto come uno svilimento» e «quello che sappiamo entra subito nel flusso di notizie. Il dibattito si fa online, l’analisi sulla carta il giorno dopo. Oggi, però, solo una parte di noi scrive per il web». Per confermare la sua linea, ha ribadito ai suoi di essere «sorridente ma non uno che tollera le cordate dentro un giornale, le fronde silenziose, chi rema contro». Detto questo, «ci divertiremo, spero. Che la forza sia con noi!», ha concluso con ironia Calabresi che comunque non ha risparmiato qualche altra frecciatina anche a Mario Orfeo, direttore del Tg1 di fede milanista, che «non era in Sinagoga quando c’è andato il Papa, perché era allo stadio. Ma quando va allo stadio vince sempre la Juventus». A I lettori come le anatre per i cacciatori vanno cercati dove sono, anche se occorre entrare negli stagni, è il paragone di Calabresi per dire che i lettori vanno cercati soprattutto sui cellulari e sui social network, dove passano gran parte del loro tempo. È quindi fondamentale un desk per il mobile mentre ci vogliono più risorse per i social. «Dobbiamo far girare i contenuti», ha sottolineato il direttore. «Molti lettori non leggono tutte le notizie ma quello che, sui social, giudicano più importante in base al giudizio dei loro amici». Se le risorse reda- zionali vanno redistribuite, a Repubblica (come al Corsera e alla Stampa) s’inizierà a coprire l’attualità dalle sette del mattino, ci sarà una seconda riunione alle 8 per impostare il lavoro della giornata e una terza alle 11 per definire i contenuti della carta e la loro integrazione col digitale. «La battaglia della mattina è più importante di quella della sera», quando si chiude l’edizione cartacea, ha sostenuto Calabresi, perché «tra le 7,30 e le 9,30 Mario Calabresi attiriamo più lettori che in edicola». RSera verso la chiusura, «non funziona, fa pochi contatti», a giudizio di Calabresi che vuole mettere mano anche alla parte centrale del quotidiano (R2, RCult e La Domenica) e invece «vorrei fare un settimanale di consumi culturali e approfondimento». Dalla riorganizzazione di tutto il giornale e dal taglio della foliazione, Calabresi vuole non solo liberare risorse ma soprattutto efficientare il sistema. I singoli servizi saranno più autonomi, a ogni vicedirettore andranno più deleghe, partendo da quella sull’informazione locale dei quotidiani Finegil del gruppo L’ E s p r e s so, perché «va riattivato il Repubblica e Corsera non stampano più negli Usa Sia Repubblica sia il Corriere della Sera rinunciano a essere stampati direttamente negli Stati Uniti. Entrambi a partire da quest’anno, entrambi con l’obiettivo di contenere i costi. Però, nel caso del quotidiano del gruppo L’Espresso, la decisione comporta anche la fine delle vendite in abbinata con America Oggi, giornale Usa in lingua italiana, mentre a casa Rcs l’operazione prevede inoltre la chiusura dell’ufficio di corrispondenza della Rizzoli che, sotto l’ombrello di Rcs Libri, passerà alla Mondadori assieme alla stessa divisione e alla libreria di New York city (Nyc). Peccato, però, che l’ufficio ospitasse anche i corrispondenti di Corsera e Gazzetta dello Sport che adesso devono rimediare un altro punto di appoggio. A proposito di stampa, l’a.d. Rcs Laura Cioli ha deciso di chiudere Nyc ma di scommettere sui centri in America Latina con testate come Marca, edite dalla controllata spagnola Unidad Editorial. dialogo col territorio» territorio». «Più storie virtuose, più casi che invertono la tendenza e siano nuovi», attuale, si è soffermato un po’ renzianamente Calabresi parlando di contenuti, e in particolar modo «meno refusi, meno sporcizia. Rileggiamo pezzi e titoli» titoli». L’esempio di riferimento per format e linguaggi innovativi è Webnotte, piattaforma specializzata su intrattenimento e musica con interviste e anteprime di artisti (vedere ItaliaOggi del 20 ottobre 2015). © Riproduzione riservata Virgilio Suraci: spero che l’ingresso di Mediaset sul mercato valorizzi il mezzo Arriva Radio Zeta l’Italiana Campagna di lancio da 4 mln I DI CLAUDIO PLAZZOTTA l gruppo Rtl 102,5 presenta un nuovo network nazionale, Radio Zeta l’Italiana, e affila le armi per non farsi trovare impreparato dallo sbarco in forze di Mediaset nel mondo radiofonico: «Spero solo che l’ingresso di Mediaset valorizzi il mezzo radio», spiega Virgilio Suraci, amministratore delegato di Openspace pubblicità, concessionaria interna del polo radiofonico, «e non sia fatto solo per mitigare eventuali difficoltà di raccolta pubblicitaria sul mezzo televisivo. Le emittenti che ora sono raccolte da Mediamond (joint venture al 50% tra Mediaset e Mondadori, ndr) già esistevano sul mercato, quindi non so cosa cambierà col fatto che verranno raccolte tutte dalla stessa struttura. Vediamo. Ripeto, spero e mi auguro che Mediaset voglia valorizzare il comparto e non svilirlo». Ovvio che qualche timore, tuttavia, vi sia. «Noi, come Openspace, siamo abituati a non vendere numeri, ma identità. Per questo», prosegue Suraci, «non faremo vendite a pacchetto di Radio Zeta l’Italiana con Rtl 102,5. Radio Zeta l’Italiana sarà commercializzata autonomamente e al giusto prezzo. La concessionaria precedente (Prs, ndr) vendeva Virgilio solo numeri e si Suraci occupava anche di pubblicità locale. Noi, invece, posizioniamo Radio Zeta l’Italiana come emittente nazionale, non vendiamo numeri, ma una identità, e raccoglieremo e trasmetteremo solo pubblicità nazionale. Al momento siamo attorno al milione di ascoltatori nel giorno medio. Prima Radio Zeta veniva venduta a circa 60 euro a radiocomunicato di 30 secondi. Ma adesso la vecchia Radio Zeta non c’è più, è nata una nuova radio e il nostro obiettivo è di arrivare presto a 180-250 euro a radiocomunicato, ovvero i prezzi a cui viene venduta R101 che, occhio e croce, fa gli stessi ascolti di Radio Zeta l’Italiana». Openspace, come concessionaria, ha chiuso il 2015 con una raccolta lorda di 57 milioni di euro, in crescita del 14% sul 2014. Dal 2016 ha iniziato anche a vendere la Radiovisione, cioè il mix di comunicato radio e spot tv, e i primi clienti sono Rana, Expert e Banca Mediolanum. Quanto alla linea editoriale, Radio Zeta l’Italiana, promossa con una campagna pubblicitaria da 4 milioni di euro (agenzia Dlv Bbdo) sulle reti Mediaset, stampa, affissione, web, intende raccogliere l’eredità dei 40 anni di vita di Radio Zeta, cercando però di pescare in un bacino di pubblico più giovane e trasversale (la vecchia Radio Zeta era molto forte soprattutto nel Nord Italia), che ama ballare, spingendo sul revival anni 50 e 60, sul Rock’n’Roll, il Charleston, il Boogie Woogie, il Valzer, e pure sul liscio, che però non avrà più le due ore quotidiane di appuntamento fisso con l’Angelotto (Angelo Zibetti, il precedente editore che ha venduto Radio Zeta al gruppo Rtl 102,5). «Ci sono state delle proteste per lo stravolgimento del palinsesto», dice lo stesso Zibetti, «ma voglio ricordare che anche nella vecchia Radio Zeta il liscio passava solo per due ore al giorno. Al pomeriggio, per dire, non era programmato neppure un brano suonato da una orchestra. E proprio io, dalle ore 18 alle 20, curavo quotidianamente anche un programma di musiche anni 60. Il nuovo direttore artistico Lorenzo Suraci sta facendo un lavoro magnifico (la radio è disponibile anche al canale 737 del digitale terrestre e in streaming al nuovo sito radiozeta.it, ndr), e non dobbiamo avere paura di cambiare». Peraltro c’è una tendenza sociologica individuata come «il nuovo che arretra» dove molti giovani riscoprono il fascino delle serate revival in balera, nei circoli, nei cortili, una modalità di aggregazione vecchio stile di cui Milano è il riferimento (con la Balera dell’Ortica e la Sala Venezia). Da qui deriva il claim ufficiale della nuova emittente, «Balla la vita». Tra i conduttori di Radio Zeta l’Italiana, come ricorda il direttore Angelo Baiguini, ci sono nomi storici come Gianni Riso, Marco Predolin, La Zac, Cheyenne, Angelotto, Ciccetti, Federica Gentile, Paolo Cavallone, e poi Chiara Lorenzutti (ex R101), Fabiana Viola ed Elenoire Casalegno. © Riproduzione riservata 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it 22 Mercoledì 20 Gennaio 2016 MEDIA TELE-VISIONI A Chiambretti il dopo Isola, alla Gialappa’s il dopo Festival http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it DI GIORGIO PONZIANO sia stato accettato da alcune trasmissioni del servizio pubblico? Se sì, ci troveremmo di fronte a un gravissimo vulnus del pluralismo, che andrebbe conseguentemente sanzionato. Secondo Anzaldi l’ostracismo grillino deriverebbe dal fatto che in alcune occasioni Romano avrebbe messo in difficoltà i 5stelle, costringendoli a brutte figure in diretta tv. Piero Chiambretti, orfano del suo Grand Hotel che Canale 5 ha deciso di non riproporre, si accontenterà del dopo-Isola, cioè un programma che commenterà in seconda serata la nuova stagione dell’Isola dei famosi. Insomma, una specie di dopo-Festival ma dedicato agli pseudo-naufraghi. A proposito di dopo-festival (Sanremo sarà su Rai 1 dal 9 al 13 febbraio) esso sarà condotto dalla Gialappa’s band e da Nicola Savino. Barbara D’Urso (Pomeriggio5) in versione impegnata verso il mondo gay e in pressing affinché venga approvata la legge in discussione in parlamento. Intervistata da Gay. it dice: «Sono almeno nove anni, che tutti i giorni, in video e non, mi batto in prima persona per i diritti civili. E mi creda che nove anni fa, tutto ciò era piuttosto anacronistico. Oggi fa comodo un po’ a tutti battersi per i diritti civili ma io, a differenza loro, ci credo davvero e ci metto la faccia». Maurizio Gasparri, Forza Italia, membro della commissione Vigilanza Rai, durante l’ultima riunione se l’è presa col contestato Capodanno di Rai 1: «Mi ha offeso la scelta di salutare il 2016 mandando nelle case degli italiani la canzone Vaffanculo di Marco Masini con il capostruttura Antonio Azzalini che cantava». Il presidente della commissione, Roberto Fico, 5stelle, lo ha redarguito e lui si è difeso: «Vaffanculo non è una parolaccia, ma solo una citazione». Misteri del politichese. In commissione è arrivata anche l’interrogazione del segretario della Vigilanza, Michele Anzaldi (Pd): corrisponde al vero che il Movimento 5 Stelle ha posto il veto, nelle sue partecipazioni tv, alla presenza del deputato del Pd Andrea Romano e che questo veto Silvio Berlusconi non ha preso bene le critiche del suo capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, verso Checco Zalone, proprio mentre Canale 5 mandava in onda il film del comico, Sole a catinelle, 52 milioni di euro di incasso. Inoltre è Medusa, la casa produttrice di Berlusconi, ad avere prodotto Quo Vado?, il nuovo film-boom di Zalone. Business per tutti, quindi, a cominciare da Medusa LA VIGNETTA DEL GIORNO Chiusura Var. % Var. % 30/12/15 FTSE IT ALL SHARE 20.535,67 FTSE IT MEDIA 11.214,43 1,01 -0,46 -11,62 -16,91 Titolo Rif. Gaia Padovan scoppia a ridere mentre legge il sommario del Tgcom24, dove vi sono anche notizie tutt’altro che liete. Un incidente che ha fatto andare su tutte le furie il direttore Paolo Liguori. Lei si è giustificata: mi avevano appena raccontato una boutade molto divertente su un collega. Mi dispiace, è andata così, però meglio ridere che piangere. Giordano Sangiorgi, organizzatore del Mei, il meeting annuale della musica indipendente, sta collaborando al programma Rotte indipendenti, una serie dedicata alla musica non legata alle grandi major. Le puntate saranno trasmesse in primavera da SkyArte. La regia è di Giangiacomo de Stefano e Lara Rongoni. Antonio Campo Dall’Orto, d.g. Rai, continua nel ridisegno del vertice dell’azienda. Ha costituito la Direzione Digital (ex New Media Platforms) affidandone la responsabilità a Gian Paolo Tagliavia. Se ne è invece andato via Fabrizio Serri, che da Rai Pubblicià ha scelto di passare a Marketing Point, società indipendente attiva come agenzia media e di con- sulenza fondata da Giorgio Maino. Intanto in Rai tiene banco la vicenda di RaiExpo creata (58 persone) per supportare l’evento, che è terminato da un pezzo mentre la struttura non è stata smantellata e finora ha speso 11,8 milioni di euro. Mara Venier rifiuta l’invito di Paola Perego e le dà buca a Domenica In (Rai 1) con un po’ di astio: «Mi auguro che la nuova dirigenza Rai abbia più rispetto per chi ha dato tanto a questa azienda». Insomma non è ancora stato elaborato il lutto della separazione. Barbara D’Urso (DomenicaLive, Canale 5) non riesce a trattenere Vittorio Sgarbi, che abbandona con gesto plateale lo studio, dicendo: «Adesso che è stato depenalizzato l’insulto non vale nemmeno più la pena usarlo». Motivo dell’ira sgarbesca? «Ho ascoltato», spiega, «un’ora di insensatezze sulla presunta diversità dei 5stelle, movimento di cui non si conosce un pensiero, un’idea, e che pensa di disporre degli eletti come fossero cosa loro». Fabio Fazio getta la spugna, per ora. Il ritorno di Rischiatutto, il quiz che avrebbe dovuto condurre dal 18 febbraio (e che RaiPubblicità stava già illustrando agli inserzionisti), è rinviato addirittura all’autunno, il giovedì sera su Rai 3. Il contentino sarà una serata-evento in primavera su Rai 1, con l’annuncio delle 10 puntate che seguiranno a ottobre. Sembra che il programma abbia bisogno di queDI ANDREA SECCHI sto lungo rodaggio per non mandare Fazio allo Giulio Malgara non è più presidente dell’Auditel, la società sbaraglio. Il conduttore di rilevazione degli ascolti televisivi. L’imprenditore, oggi si ritrova poi nell’occhio 78enne, ha lasciato l’incarico «per motivi personali», ha del ciclone per essere spiegato una nota, dopo 32 anni, ovvero dopo aver fondato diventato il testimonial l’Auditel nel 1984. Nella scelta sarebbe stata determinandi una campagna pubte l’inchiesta per evasione fiscale aperta lo scorso anno blicitaria (Tim) mentre sulle aziende del gruppo di Malgara, ma probabilmente ha l’Ordine dei giornalisti pesato anche la volontà di lasciare spazio al nuovo in un lo vieta. momento in cui l’Auditel sta affrontando un complesso iter di revisione della rilevazioMassimo Ranieri asfalne e del panel che utilizza. A tato da Maria De Filipottobre, infatti, per errore da pi. La prima puntata di Nielsen sono partite email con Sogno o son desto (Rai 1) l’indirizzo in chiaro ai panelisti ha calamitato 3,5 milioni violando il principio di segredi telespettatori (14,5% tezza: oggi, dopo le polemiche di share) assai indietro scaturite, i dati sono verificati rispetto al concorrente da due livelli di audit e ancora C’è posta per te (Canale per qualche mese andrà avanti Giulio 5) che è arrivato a 5,6 il processo di rinnovamento e Malgara milioni (25,08%). ampliamento del campione che era già in programma. Silvio Carini, presi«Se ne va il fondatore, onore al merito», ha commentato dente di Boing (canale Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell’Upa (invedestinato all’intrattenistitori pubblicitari). «È stato un innovatore, ha creato mento per ragazzi dai 6 l’Auditel e l’ha portata avanti brillantemente. È stata una ai 14 anni, nato da una decisione assolutamente sua, autonoma e responsabile. joint venture tra MediaNessuno lo ha spinto a questa scelta, avrebbe potuto geset e Time Warner), si è stire questa fase di transizione». aggiudicato in esclusiva i L’assemblea dei soci per l’elezione del nuovo presidente nuovi episodi di Mr Bean, è stata fissata per il 4 febbraio e sarà proprio la comin edizione cartoon. Dall’8 ponente del mercato, ovvero Upa insieme con Assocom febbraio andrà in onda e Unicom a doverne indicare il nome. Nel frattempo il una striscia quotidiana direttore generale dell’Upa, Giovanna Maggioni, avrà alle 16. Il programma si la presidenza ad interim, appena un giorno dopo aver ispira all’omonima serie lasciato quella dell’Audiweb dove è stato eletto Marco britannica interpretata Muraglia. Fra i nomi papabili che si fanno nel settore c’è da Rowan Atkinson. quello di Andrea Imperiali, senior vice president global Nel cartoon sono ripresi i brand communication di Pirelli con un passato in Telelineamenti che caratterizcom, Mondadori e Mediaset, oltre che vicepresidente di zano il protagonista che Upa. Ma il nome forte potrebbe essere proprio quello di debuttò in tv nel 1990. Sassoli de Bianchi, un personaggio in grado di traghettare Twitter: @gponziano l’Auditel verso una rilevazione più adeguata ai tempi e affidabile. © Riproduzione riservata Auditel, lascia il presidente e fondatore Giulio Malgara L’editoria in Piazza Affari Indice e Canale 5, che avrà la prima visione tv della pellicola. Forse Brunetta doveva mordersi la lingua. Var. % Var. % 30/12/15 Capitaliz. (mln €) Cairo Communication 4,0120 -0,69 -12,21 314,3 Caltagirone Editore 0,9150 -1,61 -8,50 114,4 Class Editori 0,5180 -4,43 -25,47 48,9 Espresso 0,8300 - -17,98 342,0 Il Sole 24 Ore 0,6000 -2,44 -6,98 26,0 Mediaset 3,0900 -0,19 -19,36 3.650,0 Mondadori 0,8500 -2,07 -18,19 222,2 Monrif 0,2500 - -5,34 37,5 Poligraici Editoriale 0,2160 -0,92 -14,93 28,5 Rcs Mediagroup 0,5675 -3,65 -8,54 296,2 Seat Pagine Gialle 0,0028 -3,45 -9,68 179,9 098105098108105111103114 http://www.milanofinanza.it - questa copia è concessa in licenza esclusiva all'utente 'bibliogr' - http://www.italiaoggi.it