LE PAGINE FEDER COMATED LE PAGINE FEDERCOMATED Edilizia Sostenibile, un’opportunità per la categoria 34 a cura di Cecilia Bergamasco il Commercio edile marzo 2007 33 LE PAGINE FEDER COMATED A di Nome e Cognome dell’autore PAROLA DI PRESIDENTE A di Giuseppe Freri Un decreto benefico Finalmente l’efficienza energetica entrerà nelle nostre case. Nei primi giorni di febbraio è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 311, di modifica dell’ormai noto decreto 192/05 sul rendimento energetico nell’edilizia. In queste pagine abbiamo voluto fare il punto sul tema dell’efficienza energetica nell’edilizia e aprire un dialogo su un tema che nel futuro è chiamato a giocare un ruolo sempre più importante. Auspico che il precorso di confronto qui iniziato possa trovare spazio anche al di fuori, in contesti concreti e operativi. Con l’occasione voglio ricordare che nell’ambito di Confcommercio sul tema energetico è stata costituita una commissione energia-ambiente a cui partecipiamo come Federcomated con il nostro delegato Bernhard Hilpold. La Federazione dà un grande supporto a questa commissione che presenterà a breve uno studio in merito che auspichiamo possa essere preso in esame dalla commissione di Governo. 34 il Commercio edile marzo 2007 Edilizia Sostenibile, un’opportunità per la categoria È entrato in vigore il nuovo decreto sul rendimento energetico nell’edilizia. Si aprono per i commercianti di materiale edile nuove opportunità, dalla consulenza alla certificazione energetica degli edifici. Ma il primo passo deve essere la formazione Il settore residenziale e terziario, composto per la maggior parte da edifici, rappresenta oltre il 40 per cento del consumo finale di energia dell’Unione europea. Si tratta di una voce, sul bilancio energetico dei 25 Paesi, decisamente incidente, soprattutto se si considera il fatto che tale settore è in netta espansione – a scapito di quello industriale – e i suoi consumi di energia e le emissioni di biossido di carbonio sono destinati ad aumentare. In Italia la percentuale sale al 45 per cento con un incremento annuo dei consumi del 2 per cento. Se consideriamo che i cittadini europei trascorrono il 90 per cento della loro vita all’interno di un edificio, pensare di migliorare le prestazioni energetiche e il comfort di abitazioni e uffici dovrebbe essere la deduzione più logica. La Commissione europea ha affrontato il tema energetico nell’edilizia, prima con la direttiva 93/76/Cee, e successivamente con la direttiva 2002 /91/Ce con cui viene dato l’avvio a un programma di promozione del risparmio energetico in edilizia. Un programma che passa attraverso quattro distinte linee di azione: indicazioni minime di rendimento energetico per tutti i nuovi edifici in funzione delle condizioni climatiche locali; promozione dell’efficienza energetica negli impianti di climatizzazione estiva; linee guida per le analisi energetiche degli edifici e, in fine, la certificazione energetica negli edifici come principale strumento di promozione dell’efficienza energetica presso gli utenti finali. Le novità nelle norme attuative In Italia tale direttiva è stata recepita con il decreto Legislativo numero 192 del 19 ottobre 2005. Il provvedimento, ancora privo delle normative attuative successive, ha introdotto alcune novità come l’obbligatorietà del solare termico nelle nuove strutture pubbliche, l’obbligo di termoregolazione e di predispostone al solare per qualunque intervento di nuova edificazione o ristrutturazione. Il decreto in questione si è inserito nel contesto operativo della legge 10 del 1991 che prevede un sistema di promozione dell’efficienza energetica in edilizia molto ambizioso, ma che per oltre quindici anni è rimasto sulla carta, portando gli edifici italiani agli ultimi posti in Europa in termini di efficienza energetica. Una situazione, per fortuna, destinata a cambiare, dato che finalmente il 2 febbraio scorso è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto Legislativo numero 311 del 29 dicembre 2006 riportante «Disposizioni correttive e integrative al decreto legislativo 19 agosto 2005, numero192, recante attuazione della direttiva 2002/91/CE, relativa al rendimento energetico nell’edilizia». Il provvedimento, come recita il testo, è applicato, ai fini del contenimento dei consumi energetici, «alla progettazione e realizzazione di edifici di nuova costruzione e degli impianti in essi installati, di nuovi impianti installati in edifici esistenti, delle opere di ristrutturazione degli edifici e degli impianti esistenti con le modalità e le eccezioni previste ai commi 2 e 3; all’esercizio, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici degli edifici, anche preesistenti, secondo quanto previsto agli articoli 7, 9 e 12; alla certificazione energetica degli edifici, secondo quanto previsto all’art. 6». Ma non solo, sono infatti chiamati in causa anche gli edifici esistenti, elemento particolarmente importante dato il nostro patrimonio edilizio poiché la maggior parte delle attività nel settore sono rivolte alle ristrutturazioni piuttosto che alle nuove costruzioni. «Nel caso di ristrutturazione di edifici esistenti, e per quanto riguarda i requisiti minimi prestazionali di cui all’articolo 4, – si legge nel testo del decreto – è prevista un’applicazione graduale in relazione al tipo di intervento». A tale fine, il testo prevede diversi gradi di applicazione a seconda del tipo di intervento e della volumetria su cui si interviene. La certificazione energetica è dunque richiesta, oltre che per i nuovi edifici, anche per quelli oggetto di compravendita (a partire dal primo luglio 2007 per i passaggi di proprietà di interi edifici superiori ai 1000 metri quadrati, per arrivare al primo luglio 2009 per le singole unità immobiliari). Si tratta di una novità estremamente importante, poiché consente di spingere il Nella Provincia di Bolzano è in vigore da alcuni anni la legge «CasaClima» che prescrive dei limiti per quanto riguarda il consumo energetico (foto Matteo Thun e Partners) il Commercio edile marzo 2007 35 LE PAGINE FEDER COMATED Per raggiungere certi standard di consumo energetico è necessario prendere in considerazione tutto il sistema edificio e non singolarmente le diverse parti (foto Matteo Thun e Partners) mercato verso l’acquisto di edifici a basso consumo di energia, come del resto è già avvenuto con gli elettrodomestici grazie all’introduzione dell’etichetta energetica, e per stimolare i costruttori verso edifici ad alta efficienza energetica. Norme più severe per la dispersione termica Il nuovo decreto introduce inoltre norme più rigorose sui limiti di dispersione termica dell’involucro. Vengono infatti anticipati di un anno i livelli di isolamento previsti nel precedente decreto Legislativo per il 1/1/2009 e viene introdotta una soglia più incisiva per il 2010. Quest’ultimo obiettivo consentirà di ridurre entro 3 anni i fabbisogni termici dei nuovi edifici del 20-25 per cento rispetto agli attuali valori. Novità importanti anche sul versante degli impianti. È previsto l’obbligo in tutti i nuovi edifici del solare termico. Questa misura creerà un mercato di 500mila 36 il Commercio edile marzo 2007 metri quadrati l’anno di pannelli solari entro il 2009, contro i 72mila del 2005. Sempre per i nuovi edifici viene prevista anche una superficie minima fotovoltaica. Tutte queste misure consentiranno di ridurre i consumi energetici, favoriranno la crescita di una industria italiana del solare e stimoleranno i progettisti e costruttori a realizzare edifici con un’integrazione architettonica degli impianti solari. Il decreto prevede per gli immobili nuovi e nel caso di ristrutturazioni di edifici di superficie utile superiore a mille metri quadrati, l’obbligatorietà di sistemi schermanti esterni. Il testo, in sinergia con i provvedimenti di detrazione fiscale del 55 per cento per la riqualificazione energetica dell’edilizia esistente previsti nella legge Finanziaria 2007, lancia un potente segnale per lo sviluppo dell’industria delle costruzioni. I livelli di efficienza energetica richiesti per i componenti degli edifici e degli impianti rafforzeranno i comparti industriali interessati e ne favoriranno la competitività sul mercato internazionale. Le misure adottate rappresentano, di fatto, una vera e propria rivoluzione tecnologica nel settore dell’edilizia. I benefici si tradurranno presto in numeri. Secondo l’esperienza della Provincia di Bolzano, il consumo di una abitazione standard è attorno ai 15-20 litri al metro quadrato per ogni anno – per cui, se si considera un alloggio 90 metri quadrati, i consumi ammontano a 1,4-1,8 tonnellate/anno –, mentre per un edificio costruito secondo lo standard C della CasaClima in provincia di Bolzano, il consumo è più che dimezzato. Un impegno per tutta la filiera «La Federazione – commenta Giuseppe Freri, Presidente di Federcomated – accoglie con favore ed entusiasmo il nuovo decreto relativo al rendimento energetico nell’edilizia. Il tema dell’energia è per noi di indubbio interesse. Il provvedimento coinvolge il mondo delle costruzioni, impegnando tutta la filiera, ma quello che è importante è che si tratta di una disposizione finalizzata verso il consumatore finale con l’obiettivo di migliorare la qualità e il comfort abitativo». Anche Mario Verduci, Segretario Generale di Federcomated, vede con occhio positivo il nuovo decreto: «Salutiamo positivamente la nuova legge – dice Verduci -, che è importante per i nostri associati ma anche per il Paese perché incentiva la riduzione degli sprechi energetici attraverso l’utilizzo di materiali che migliorano le prestazioni energetiche degli edifici». Il Segretario generale ricorda tuttavia che la legge non può trovare la piene operatività perché manca dei decreti attuativi. Federcomated è stata ed è molto attenta alla questione dell’efficienza energetica nell’edilizia, tanto che nell’ambito di Confcommercio è stata costituita una Commissione EnergiaAmbiente che segue da vicino tutte le tematiche del settore e a cui partecipa anche un delegato di Federcomated, nella persona di Bernhard Hilpold, presidente dell’Ascomed Bolzano. Proprio nell’ambito della Commissione è stato redatto uno studio sul tema energetico, che verrà presentato a Roma e con l’auspicio che possa essere preso in considerazione in sede di Governo. Dal punto di vista operativo – sottolinea il Presidente – la nuova situazione normativa rappresenta un incentivo all’impiego di materiali più avanzati nelle applicazioni edili. Come distributori, il provvedimento è quindi un’occasione di marketing di prodotti innovativi che permettono un maggiore risparmio energetico, un vantaggio per la salute e un più elevato comfort per l’utente finale. «Il decreto sul rendimento energetico nell’edilizia – conclude Freri – ha aperto la possibilità per la nostra Federazione di realizzare un sogno: fare in modo che i rivenditori di materiali edili possano diventare dei certificatori energetici». Delle potenzialità della certificazione energetica per la categoria dei rivenditori ne è convinto anche Verduci, che tuttavia ricorda la necessità di fare formazione presso gli operatori. Per Federcomated il decreto rappresenta quindi un’occasione di notevole business. È una normativa molto importante per tutti gli operatori: dagli artigiani alle Pmi, all’utente finale; ma soprattutto rappresenta un’opportunità per migliorare l’ambiente in cui viviamo e risparmiare l’uso di fonti di energia, di cui l’Italia non ne è certo ricca. Giuseppe Freri, presidente di Federcomated Mario Verduci, segretario generale di Federcomated CASACLIMA Nella Provincia di Bolzano è in vigore da alcuni anni la legge «CasaClima» che prescrive dei limiti per quanto riguarda il consumo energetico. Lo standard C (richiesta minima) equivale a un consumo di 7 litri di gasolio al metro quadrato di superficie di una abitazione all’anno. Per le categorie superiori (Oro, A e B) è stata introdotta l’etichetta energetica «CasaClima» (Oro, A e B) e i compratori esigono ormai solo edifici di classe A e B o addirittura Oro, con consumi minimi rispetto agli edifici esistenti nel resto del nord Italia. Giusto per dare un’idea, CasaClima Oro è una casa passiva e non ha bisogno di energia per il riscaldamento, CasaClima A equivale a 3 litri di gasolio al metro quadrato all’anno e la CasaClima C equivale a 5 litri di gasolio al metro quadrato all’anno. il Commercio edile marzo 2007 37 LE PAGINE FEDER COMATED Un’opportunità per i rivenditori Bernard Hilpold, presidente Ascomed di Bolzano 38 il Commercio edile marzo 2007 Ma vediamo, più nel dettaglio cosa significa e quali opportunità apre il nuovo decreto sul rendimento energetico nell’edilizia, recentemente apparso in Gazzetta Ufficiale. Per meglio comprendere tali riflessi abbiamo interpellato per primo proprio Bernhard Hilpold, Presidente di Acomed Bolzano e rappresentante di Federcomated nell’ambito della Commissione EnergiaAmbiente di Confcommercio. «Il decreto 192/05, aggiornato con il nuovo decreto 311 del 29 dicembre 2006 e apparso in Gazzetta ufficiale il 2 febbraio scorso – spiega Bernhard Hilpold – rappresenta per tutti i rivenditori edili un’opportunità perché apre un nuovo ambito di azione, quello della consulenza». Oggi come oggi, il produttore può offrire solo i materiali presenti nel suo portafoglio di prodotti e l’utilizzatore finale, dal canto suo, tende a essere attento all’aspetto pratico e non è sempre aggiornato sulle novità introdotte nel mercato. Il rivenditore, invece, può diventare un tramite e offrire un servizio di consulenza su quelle che sono le diverse scelte di materiali che il mercato offre, anche in funzione delle normative vigenti, che spesso introducono, come nel caso del decreto Legislativo 311, importanti novità nel modo di progettare e costruire un edificio. «Dalla nostra parte – commenta Hilpold – abbiamo il vantaggio di essere una figura generalista, con un’ampia panoramica del settore e del mercato. Se siamo in grado di cogliere questa congiuntura si apre per noi un nuovo business con la possibilità di evolvere le nostre competenze e le nostre mansioni». Il decreto, poiché si applica sia alle nuove realizzazioni sia alle ristrutturazioni di edifici esistenti, di fatto, introduce due ambiti di azione e il cittadino è coinvolto in prima persona, soprattutto se si tratta di ristrutturazioni. Tuttavia nella maggior parte dei casi l’utente finale non ha le competenze per poter gestire un intervento secondo le procedure corrette previste dalla normativa. È evidente che il cittadino, quando deve fare un intervento sull’isolamento termico e acustico della propria abitazione, necessita di un consulente a cui rivolgersi poiché deve sapere quali materiali utilizzare e in che modo. Il rivenditore potrebbe quindi offrire un pacchetto di consulenza «chiavi in mano», supportando il cliente nella scelta dei materiali e nelle modalità migliori per avere una casa che sia a «regola» di certificazione energetica. «La nuova normativa – sottolinea Hilpold – prevede infatti che vi sia un prodotto completo, ovvero che si affronti il contenimento dei consumi energetici in tutti i suoi aspetti, da quello degli impianti termici a quello degli isolamenti, e per isolamenti si intendono il tetto, le pavimentazioni e le pareti comprensive di serramenti». Per raggiungere certi standard di consumo energetico è infatti necessario prendere in considerazione tutto il sistema edificio e non singolarmente le diverse parti, viceversa si rischia di avere una struttura con evidenti perdite di efficienza dal punto di vista energetico. È chiaro che in tale contesto la figura del rivenditore assume nuova importanza, ma tuttavia per offrire un servizio di consulenza in questo ambito sono necessari adeguati livelli di conoscenza e informazione della materia. Oggi sono ancora pochi i rivenditori in grado di proporsi come consulenti per l’edilizia energeticamente sostenibile ed efficiente. Se il commerciante decide di offrire un servizio di consulenza e muoversi in tale direzione è bene che consideri di investire in formazione del personale, perché questo possa acquisire il necessario know how. «Si tratta di un investimento oggi – dice Hilpold -, ma che sicuramente si trasforma in una risorsa e in un’opportunità di business in un futuro nemmeno troppo lontano». Un servizio completo dalla consulenza alla fornitura Dello stesso parere è anche Alessandro Bilancino, Presidente di Ascomed Firenze: «La nostra categoria, come distributori, rispetto alle altre realtà della filiera edile si pone in una posizione importante nei confronti del decreto che recepisce la direttiva europea, poiché possiamo assumere un ruolo di consulente. Non ci limitiamo solo a vendere materiale, ma siamo anche in grado di proporre differenti soluzioni a seconda delle esigenze del cliente. E questo possiamo farlo – spiega Bilancino – perché, a differenza di chi produce, progetta o costruisce, abbiamo una visione più ampia delle soluzioni presenti sul mercato». Giovanni Pietro Leoni, Presidente di Ascomed Sassari, così commenta l’entrata in vigore della normativa: «Il nuovo decreto non è motivo di preoccupazione, ma nemmeno un’opportunità. Abbiamo incontrato i progettisti con cui abbiamo rapporti consolidati, per vedere le nuove tendenze, ed è emerso che esistono materiali che costano di meno e sono migliorativi, rispetto ad altri che costano di più e non apportano particolari vantaggi». Sulle opportunità offerte dal decreto ne è convinto Salvatore Fortunato, Presidente di Ascomed Lecce, ma non sono poche anche le difficoltà. «Sicuramente la nuova normativa rappresenta un’opportunità, ma è necessario possedere una preparazione adeguata. Per i rivenditori – sostiene Fortunato – il decreto rappresenta l’occasione di offrire al cliente un servizio completo, dalla consulenza alla fornitura del materiale; ma purtroppo tale opportunità è ancora in fase embrionale, poiché attualmente non esistono le condizioni, anche perché gli acquirenti non sono preparati ad affrontare costi maggiori. Credo ci vorranno ancora almeno tre anni perché questo mercato possa effettivamente trovare la sua collocazione». In linea anche Carmela De Masi, Presidente di Ascomed Roma: «La Federazione crede fortemente in questa nuova via, poiché è consapevole dell’importanza di riuscire a ritagliarsi uno spazio in tale ambito. La distribuzione deve rivedere l’intero sistema, e oggi dobbiamo fare molta strada, soprattutto dobbiamo puntare sulla formazione. Si tratta di un provvedimento normativo molto importante, ma non sconvolgerà il settore, come invece è avvenuto con le agevolazioni Iva». Considerando nel dettaglio il decreto, perché questo possa essere pienamente messo in pratica devono essere emanati i Alessandro Bilancino, presidente Ascomed di Firenze Piero Giovanni Leoni, presidente Ascomed di Sassari Salvatore Fortunato, presidente Ascomed di Lecce Carmela De Masi, presidente Ascomed di Roma il Commercio edile marzo 2007 39 LE PAGINE FEDER COMATED Andrea Biagioni, presidente Ascomed di Pesaro e Urbino 40 il Commercio edile marzo 2007 decreti attuativi, previsti per il mese di marzo. «Noi auspichiamo, oltre a una celere pubblicazione dei decreti attuativi – spiega Hilpold -, anche che le disposizioni non diano troppa autonomia a Regioni e Province in materia regolatoria; ma piuttosto definiscano degli standard applicabili a tutto il territorio nazionale. Viceversa si rischierebbe un proliferare di normative differenti in tema di certificazione energetica. Si creerebbe un ginepraio in cui tutta la filiera, dal progettista al rivenditore al costruttore, non saprebbe più come districarsi. Giusto per fare un esempio, il criterio che usiamo in Trentino Alto Adige andrebbe bene anche per la Sicilia». L’Italia è caratterizzata da differenti zone climatiche e strutture abitative, e questo può rappresentare un problema, soprattutto nel caso di interventi di ristrutturazione. «Quando si parla di ristrutturazione di palazzi – spiega De Masi -, con interventi per il miglioramento dei rendimenti energetici si deve pensare a lavori che prevedono profondi sconvolgimenti anche degli ambienti interni, per questo oggi l’utente non è particolarmente propenso a effettuare tale tipologia di intervento. Di fatto oggi il mercato è influenzato dalla realtà abitativa, è evidente – continua la Presidente di Ascomed Roma – che se si è in presenza di edifici di piccole dimensioni, come le villette, applicare un sistema a cappotto è molto più semplice rispetto a farlo, per esempio, su grandi palazzi che sono poi le abitazioni tipiche di città come Roma e Milano. In situazioni come queste è più difficile intervenire». Da un punto di vista di mercato con l’introduzione dei criteri di efficienza energetica nell’edilizia, le opportunità di crescita dei fatturati sono notevoli. Il caso dell’Ascomed di Bolzano ne è una prova concreta: lo scorso anno ha registrato un aumento del fatturato del 25 per cento legato alla vendita di materiale edile ad alte prestazioni energetiche. Ma non solo, aumenta anche il numero di prodotti che è possibile offrire al cliente. Esistono oggi nuovi laterizi, con componenti innovative, ultramoderne e naturali. Si parla quindi di nuovo sviluppo del settore sia in termini di quantità, sia in termini di qualità. «È indubbio che per il mondo dell’edilizia – commenta Andrea Biagioni, Presidente di Ascomed Pesaro e Urbino – il decreto rappresenta una grande opportunità di mercato, anche solo in termini di volumi del materiale venduto. Il testo prevede infatti valori di isolamento termico molto maggiori di quelli attuali e questo implica un aumento del materiale isolante richiesto dal mercato». Critico è invece Giovanni Leoni, «Non credo che a oggi ci possa essere un maggior fatturato legato a questa tipologia di materiali. Attualmente – spiega Leoni – l’aumento di fatturato è legato all’aumento dei prezzi della materia prima che dalla fine del 2005 all’inizio di quest’anno è cresciuto in modo sconsiderato, in particolare l’acciaio e il ferro. Perché si possa avere un incremento del fatturato a seguito della vendita materiale isolante, vi deve essere una maggior informazione verso il cliente finale». «È chiaro che materiali innovativi e di maggior qualità costano di più – sottolinea Hilpold – e questo si traduce in un maggior costo iniziale per la realizzazione dell’edificio, ma è ormai comprovato che nel giro di due o tre anni si ha il rientro dei costi, grazie ai risparmi energetici ottenuti. Con questo nuovo modo di costruire, i consumi energetici sono contenuti e di conseguenza anche la spesa energetica, si riducono inoltre le emissioni di anidride carbonica – gas responsabile dell’effetto serra -, e si ottiene un miglior comfort ambientale e una maggior salubrità degli ambienti». NORME E LEGGI PER IL RISPARMIO ENERGETICO NELL’EDILIZIA • La legge 10/91 La legge italiana 10/91 prevedeva un attestato per il risparmio energetico degli edifici, che non è stata applicata in quanto mancavano le disposizione attuative. • Direttiva Ce91/2002 La direttiva Europea 91/2002 prevede che dal 2006 tutte le abitazioni siano munite di un attestato energetico che ha una validità di dieci anni. Questo attestato certifica il consumo energetico annuo dell’edificio. • Decreto Legislativo 19/08/2005 numero 192 Definisce i criteri, le condizioni e le modalità per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici. Applicando la legge 10/91, il decreto ministeriale del 27/07/2005, nonché la direttiva Ce 91/2002. Materiali edili certificati Parlando di qualità dei prodotti, questa è assicurata dal marchio CE, poiché tutto il materiale utilizzato per l’isolamento termico e acustico deve essere certificato e dotato di una scheda tecnica riportante le caratteristiche del prodotto. È una sicurezza per il venditore, ma anche una tutela per il cittadino. Poiché «oggi esiste una vera e propria frenesia da parte dei produttori, che immettono sul mercato sempre nuovi prodotti, non sempre validi – commenta Alessandro Bilancino-. Va quindi fatta una cernita su quelli che sono i prodotti presenti e va fatta pensando al futuro. Il rivenditore deve quindi effettuare delle scelte considerando la gestione del materiale per tutto il suo ciclo di vita, e non solo per l’utilizzo nell’immediato. Non dobbiamo dimenticare – sottolinea Bilancino – che tali materiali saranno presenti nelle abitazioni e dovranno quindi garantire salubrità e comfort. In questo ambito noi, come rivenditori, abbiamo un ruolo importante: possiamo scegliere di non tenere materiali scadenti, ma solo prodotti che assicurino qualità e sicurezza». «Oggi esistono dei problemi dal punto di vista tecnico, poiché i progettisti stanno progettando ancora con i vecchi criteri – incalza Salvatore Fortunato -. Le opportunità sono tante, anche solo per poter ampliare la nostra offerta di prodotti, ma se il progettista non incomincia a introdurre i nuovi criteri di progettazione noi non possiamo avanzare proposte di nuovi prodotti, che magari costano di più e che quindi dal cliente vengono visti come un tentativo da parte nostra di vendere materiale più costoso». Parlando di prescrittori, anche De Masi afferma che «i progettisti sono sensibili solo alle imposizioni di legge, per questo sono più attenti alla costruzione dei nuovi edifici, mentre rispetto all’esistente sono ancora legati ai vecchi criteri del costruire». Chi certifica gli edifici? Il decreto prevede, come detto, la certificazione dell’edificio, questo significa che dovranno esserci enti – a livello provinciale – addetti alla certificazione, con un albo dei certificatori accreditati. «A Bolzano per esempio è presente CasaClima – ricorda Hilpold – e tutte le certificazioni sono rilasciate secondo lo standard di CasaClima. il Commercio edile marzo 2007 41 LE PAGINE FEDER COMATED Anche a Milano, la Provincia di Milano ha creato una struttura di certificazione, chiamata Sacert, con un suo albo di certificatori titolati a rilasciare la certificazione energetica dell’edificio». La certificazione energetica rappresenta una vera e propria opportunità per i commercianti edili. «Noi abbiamo le potenzialità per diventare certificatori energetici – sottolinea Alessandro Bilancino – e fornire una più appropriata consulenza per quanto riguarda l’impiego di materiali edili più adeguati a ogni differente situazione. È questa per noi un’importante occasione, perché possiamo essere veicolo d’informazione e di cultura e non pensare solo al mero guadagno». Guarda alla certificazione energetica anche Andrea Le giornate delle imprese della distribuzione edile Genova e Savona «Vendere attraverso il rivenditore» è stato il titolo della seconda giornata del rivenditore edile organizzata a Genova dalla Federazione Nazionale lo scorso 3 febbraio, per incontrare gli associati del capoluogo ligure e di Savona. Nella splendida cornice di Villa Spinola, sulla collina di Albaro, sotto le preziose volte affrescate del piano nobile, si è infatti riunito un folto pubblico che ha incontrato i Presidenti provinciali, Mario Trotta e Giulio Delfino, insieme ad altri dirigenti e rappresentanti locali e nazionali. L’obiettivo dell’incontro, illustrato dal Presidente Nazionale di Federcomated Giuseppe Freri, non è solo quello di riconoscersi in un’identità di gruppo che abbia un suo ruolo specifico nel settore, ma soprattutto quello di aprirsi agli altri attori della filiera delle costruzioni, per cooperare nella ricerca di uno sviluppo economico e qualitativo del mercato che sia in grado Biagioni, secondo cui: «la certificazione energetica rappresenta un’importante opportunità, ma si deve passare attraverso un primo step che è quello della formazione e dell’informazione sul territorio, da realizzare in partnership con realtà che oggi sono già pronte ad affrontare il tema in questione». Sensibilizzare l’opinione pubblica Perché il mercato dell’efficienza energetica possa effettivamente prendere piede ci vorranno dai 3 ai 5 anni, spiega Hilpold. Tuttavia vi sono oggi strumenti che incentivano l’applicazione dei criteri di efficienza energetica, come la nuova finanziaria che prevede una riduzione del 55 per cento dell’imposta, e fino a un massimo di 100mila euro, per gli interventi di anche di contribuire al benessere generale della società. È infatti fuor di dubbio che la filiera delle costruzioni sia, nel nostro Paese, uno dei fattori trainanti dell’economia e che, al suo interno, il ruolo del rivenditore – ma sarebbe meglio dire del ‘distributore’ come ha tenuto a sottolineare nel corso dei lavori Paolo Beneggi, presidente di Sercomated – giochi un ruolo determinante, in quanto punto di incontro di tutti gli attori in gioco: industrie produttrici, imprese e applicatori, progettisti e utenti finali. Questo ruolo, in grado di incidere su questioni fondamentali per la nostra epoca come la tutela dell’ambiente e la salvaguardia della salute di operatori e fruitori, può essere svolto solo da una rete capillare diffusa sul territorio (e mai quindi direttamente dal produttore) che goda di un contatto diretto con il pubblico, di cui di fatto influenza le scelte. Ma se nei Paesi commercialmente evoluti del Nord Europa tale ruolo è riconosciuto e premiato, in Italia si tende spesso a sminuirne il valore, riducendo il punto vendita a un semplice luogo di smistamento dei prodotti. Perché il mercato Nella foto da sinistra: Mario Trotta, presidente Ascomed di Savona; Giuseppe Freri, presidente di Federcomated; Mario Verduci, segretario generale di Federcomated e Giulio Delfino, presidente Ascomed di Genova 42 il Commercio edile marzo 2007 riqualificazione energetica effettuati entro il 31/12/2007. «Il principio è indubbiamente buono – commenta Hilpold -, ma credo che il metodo non sia dei migliori. Si tratta infatti di un arco di tempo troppo ristretto, sarebbe stato meglio prevedere incentivi meno elevati ma su un periodo ti tempo più lungo. Alle condizioni attuali si crea una vera e propria corsa nel tentativo di riuscire a utilizzare le agevolazioni, senza contare poi che è possibile usufruire degli sgravi fiscali solo se l’intervento di riqualificazione energetica è certificato. Oggi – aggiunge Hilpold – non ci sono ancora le competenze necessarie perché vi possano essere dei certificatori energetici su tutto il territorio nazionale. Il precorso formativo è partito troppo tardi». Non solo il percorso formativo possa riconoscere l’importanza del ruolo del distributore è necessario che esso per primo si ‘apra’ nei confronti della sua stessa categoria (collaborando e interagendo con i propri concorrenti) ma anche e soprattutto delle altre parti che interagiscono nel settore. Rivendicando il suo essere ‘tramite’, anello che unisce una stessa catena, il distributore può svolgere un’azione fondamentale d’informazione-formazione che costituisce per gli stessi prodotti un plusvalore d’importanza strategica. Forti di queste convinzioni, gli organizzatori della giornata hanno organizzato per gli addetti ai lavori è iniziato troppo tardi, ma anche il percorso di sensibilizzazione dell’opinione pubblica. «Oggi i nostri clienti – commenta Salvatore Fortunato – non sono ancora in grado di recepire il risparmio energetico nell’edilizia come una questione determinante e soprattutto come un investimento per il risparmio di domani. Purtroppo ci troviamo ancora molto impreparati dal punto di vista culturale». «E per il futuro – aggiunge De Masi – confidiamo nell’intelligenza del cittadino, che incrementi la sua sensibilità nei confronti del tema energetico e sia più propenso a utilizzare fonti energetiche rinnovabili come il solare termico e il solare fotovoltaico». una tavola rotonda, moderata da Mario Verduci direttore generale di Federcomated, proprio con l’obiettivo di aprire un dialogo tra le parti. Al dialogo, che sin dalle prime battute si è rivelato estremamente vivace, sono stati invitati a partecipare rappresentanti dell’industria, Enrico Grasso di Mapei e Bianco di Weber & Broutin, delle imprese, Antonio Fabbri di Consedil e Marchese della Cna, il vicepresidente dell’Ordine degli architetti di Genova Claudio Casarini, l’analista del settore dei prodotti vernicianti Vieri Barsotti e, naturalmente, i rappresentati di Ascomed e Federcomated. Discutere vuol dire anche fare emergere le relative insoddisfazioni e immediatamente sono venuti a galla i problemi connessi, per esempio, alla pratica delle industrie di vendere, direttamente con propri agenti, i prodotti alle imprese (erodendo mercato ai rivenditori di zona), o di queste ultime di consorziarsi in gruppi di acquisto che aumentano il loro potere contrattuale nei confronti delle industrie (saltando anche in questo caso i punti vendita); la scarsità d’informazioni trasmesse dalle industrie ai rivenditori soprattutto in relazione ai prodotti nuovi o di alto contenuto tecnologico; il ritardo nei pagamenti da parte di un numero sempre maggiore di imprese… Tuttavia, tutte le parti sono ben consapevoli che il punto vendita sia il luogo deputato alla formazione degli applicatori, alla trasmissione delle informazioni alla committenza (progettisti e utenti finali), di volta in volta show room di esposizione e dimostrazione dei prodotti. «Il rivenditore è l’anello che collega la qualità della produzione alla qualità dell’applicazione… luogo privilegiato di offerta e di dimostrazione del prodotto e delle sue performances» ha affermato Vieri Barsotti a conclusione del suo intervento. Mentre Beneggi ha ricordato come il distributore possa fornire un aiuto considerevole alle imprese nella selezione del prodotto più idoneo alle singole applicazioni, consentendo risparmi immediati e fornendo soluzioni alternative per soddisfare la clientela. Flavia Trivella il Commercio edile marzo 2007 43 LE PAGINE FEDER COMATED L’organizzazione confederale nazionale con sede a Roma che, attraverso le ASCOM (Associazioni Commercianti) provinciali, coordina le iniziative politico-sindacali del Commercio, del Turismo e dei Servizi. Le differenti categorie merceologiche sono raggruppate in Federazioni. La Federazione nazionale dei Commercianti di Materiali Edili, che coordina l’attività delle Ascomed provinciali (Associazioni commercianti materiali edili) È l’Associazione provinciale di categoria degli imprenditori della distribuzione. A questa associazione i professionisti del settore possono iscriversi, partecipando così alle attività suggerite da Federcomated e dal Consiglio direttivo. È il braccio operativo di Federcomated. Unico esempio in Europa, Sercomated è la società di servizi della Federazione nazionale, al cui tavolo partecipano sia i soci distributori, sia i soci produttori. Sercomated studia e mette in pratica i servizi per le imprese della distribuzione, come i corsi di formazione professionale, la certificazione, iniziative di studio e convegni pensati e realizzati appositamente per gli associati. 44 il Commercio edile marzo 2007 ISCRIVERSI ALLA FEDERAZIONE NAZIONALE DEI COMMERCIANTI DI MATERIALI EDILI È IL PRIMO PASSO PER LA QUALIFICAZIONE DELLA PROPRIA ATTIVITÀ COMMERCIALE. PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONTATTATE LA SEGRETERIA DI FEDERCOMATED AL NUMERO 027750203