Dipartimento di Prevenzione E&P ASL - Benevento Bollettino Epidemiologico n. 76 Servizio Epidemiologia e Prevenzione - Tel. 0824-322240 - Fax 0824-23154 Campagna di vaccinazione contro l’influenza 2005-2006 L’influenza è una malattia stagionale che, nell’emisfero occidentale, si verifica durante il periodo invernale. Il primo isolamento di virus influenzale nell’uomo risale al 1933 in Inghilterra, nei polli e nei suini era stato già isolato in precedenza. Dal primo isolamento sono stati identificati tre tipi differenti di virus, il tipo A e il tipo B, responsabili della sintomatologia influenzale classica e il tipo C di scarsa rilevanza clinica. I virus influenzali circolanti nell’uomo sono soggetti a cambiamenti antigenici pertanto le difese che l’organismo mette a punto contro il virus dell’influenza che circola un anno, non sono più efficaci l’anno successivo. Per questo motivo la formulazione del vaccino deve essere aggiornata ogni stagione ed adeguata ai ceppi virali circolanti nell’ultimo periodo epidemico. L’aggiornamento annuale della composizione del vaccino dovrebbe assicurare la massima concordanza possibile fra i ceppi vaccinali ed i ceppi circolanti; l’assicurazione di tale corrispondenza è il fondamento dell’efficacia del vaccino antinfluenzale. Nella stagione epidemica 2004-2005 sono circolati: il virus A/H1N1con caratteristiche simili al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99, il virus A/H3N2 con caratteristiche simili al ceppo A/California/7/2004, il virus B con caratteristiche simili al ceppo B/Shangai/361/2002. Questi riscontri hanno suggerito un cambiamento nel vaccino antinfluenzale che avrà, per la stagione 2005-2006 e per l’emisfero settentrionale, la seguente composizione: - antigene analogo al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99 - antigene analogo al ceppo A/California/7/2004 - antigene analogo al ceppo B/Shanghai/361/2002 (H1N1) (H3N2) Chi deve vaccinarsi (Dalla circolare ministeriale) Nella stagione 2005-06, così come per l’ultimo biennio, la vaccinazione antinfluenzale assume ulteriore rilievo a causa della recente epidemia di influenza aviaria nell’area estremo orientale: dal dicembre 2003 a maggio 2005, il virus dell’influenza aviaria A/H5N1 ha ucciso più di 100 milioni di polli, ha infettato 108 adulti e bambini in Viet Nam, Tailandia e Cambogia, provocando 54 decessi (al 30 giugno 2005). 1 Il virus A/H5N1, però, non si trasmette da persona a persona. La vaccinazione antinfluenzale con i vaccini attualmente disponibili, non solo nei soggetti appartenenti alle categorie a rischio ma anche nella popolazione generale, è in grado di ridurre la possibilità di co-circolazione, nello stesso individuo. In accordo con gli obiettivi specifici indicati dalla pianificazione sanitaria nazionale le categorie di soggetti cui la vaccinazione antinfluenzale andrà offerta sono le seguenti: 1) soggetti di età pari o superiore a 65 anni; 2) bambini di età superiore ai 6 mesi e adulti affetti da: a) malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma persistente, la displasia broncopolmonare e la fibrosi cistica); b) malattie croniche dell’apparato cardio-circolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite; c) diabete mellito e altre malattie metaboliche; d) malattie renali con insufficienza renale; e) malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie; f) malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV; g) sindromi da malassorbimento intestinale; h) patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici; 3) bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale; 4) bambini pretermine (nati prima della 37ª settimana di gestazione) e di basso peso alla nascita (inferiore ai 2500 g), dopo il compimento del 6° mese; 5) donne che saranno nel secondo e terzo trimestre di gravidanza durante la stagione epidemica (diversi studi hanno messo in evidenza il maggior rischio di serie complicazioni in seguito all’influenza, anche in assenza di condizioni mediche predisponenti, per le donne nel terzo trimestre di gravidanza o nelle prime fasi del puerperio; i vaccini antinfluenzali sono a base di virus uccisi o di subunità e non comportano quindi, in nessuna fase della gravidanza, i rischi connessi all’impiego di vaccini a base di virus viventi attenuati); 6) individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti; 7) medici e personale sanitario di assistenza; 8) contatti familiari di soggetti ad alto rischio (tale categoria di soggetti diventa un’importante elemento per l’interruzione della catena di trasmissione, soprattutto quando i soggetti ad alto rischio non possano essere vaccinati a causa dell’esistenza di vere controindicazioni alla vaccinazione); 9) soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo: - personale degli asili nido, insegnanti scuole dell’infanzia e dell’obbligo; - addetti poste e telecomunicazioni; - dipendenti pubblica amministrazione e difesa; - forze di polizia incluso polizia municipale; - volontari servizi sanitari di emergenza; - personale di assistenza case di riposo; 2 10) personale che, per motivi occupazionali, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani: - detentori di allevamenti; - addetti all’attività di allevamento; - addetti al trasporto di animali vivi; - macellatori e vaccinatori; - veterinari pubblici e libero-professionisti. DOSAGGIO E MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE Lo schema raccomandato per la vaccinazione antinfluenzale è il seguente: ETA’ VACCINO MODALITÀ DI SOMMINISTRAZIONE da 6 mesi a 36 mesi split o sub-unità 1/2 dose (0,25 ml) ripetuta a distanza di almeno 4 settimane per bambini che sono vaccinati per la prima volta 1/2 dose (0,25 ml) se già vaccinati in precedenza da 3 a 9 anni split o sub-unità 1 dose (0,50 ml), ripetuta a distanza di almeno 4 settimane per bambini che sono vaccinati per la prima volta 1 dose (0,50 ml) se già vaccinati in precedenza oltre 9 anni split o sub-unità 1 dose (0,50 ml) Il periodo ottimale per l’avvio della campagna di vaccinazione antinfluenzale è quello autunnale, a partire dalla metà di ottobre fino alla fine di novembre. Un anticipo della somministrazione del vaccino antinfluenzale potrebbe comportare, soprattutto nelle persone anziane che presentano risposte immunitarie meno valide, un declino del titolo anticorpale proprio in corrispondenza del picco epidemico stagionale. La vaccinazione antinfluenzale rimane comunque un efficace mezzo protettivo anche se effettuata in periodi successivi a quello ottimale, soprattutto laddove situazioni particolari la rendessero opportuna per alcuni soggetti (viaggi internazionali, comparsa di focolai di infezioni aviaria in allevamenti). Il vaccino va somministrato per via intramuscolare nel deltoide per tutti i soggetti di età superiore a 9 anni; nei bambini e nei lattanti la sede raccomandata è la faccia antero-laterale della coscia. Può essere somministrato contemporaneamente ad altri vaccini, sia pediatrici che per l’età adulta, utilizzando sedi corporee e siringhe diverse. CHI NON DEVE VACCINARSI - Il vaccino antinfluenzale non dovrebbe essere somministrato a: lattanti al di sotto dei sei mesi, per l’elevata incidenza di reazioni febbrili in questo gruppo di età; soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafilattico alle proteine dell’uovo o ad altri componenti del vaccino; soggetti che hanno manifestato sindrome di Guillain Barrè entro 6 settimane dalla somministrazione di vaccino antinfluenzale. 3 SOMMINISTRAZIONE SIMULTANEA DEL VACCINO ANTINFLUENZALE CON ALTRI VACCINI In linea generale i vaccini inattivati, quali il vaccino antinfluenzale, non interferiscono con la risposta immune ad altri vaccini inattivati o viventi attenuati. I bambini ad alto rischio di complicazioni per influenza possono ricevere, se necessario, il vaccino antinfluenzale insieme con altri vaccini obbligatori e raccomandati, in sedi corporee e con siringhe diverse. Negli adulti ad alto rischio di complicazioni e negli anziani, è possibile effettuare la vaccinazione antinfluenzale contemporaneamente ad altre vaccinazioni, in particolare con quella antipneumococcica. Mentre la vaccinazione antinfluenzale va ripetuta annualmente, l’antipneumococcica richiede dosi di richiamo ogni cinque anni. INFLUENZA AVIARIA L’influenza aviaria è una malattia degli uccelli causata da un virus dell’influenza di tipo A. In Italia è stata identificata per la prima volta più di un secolo fa, attualmente è diffusa in tutto il mondo ed è in grado di contagiare tutte le specie di uccelli anche se con manifestazioni di diversa gravità. La fonte di contagio per il pollame di allevamento (polli e tacchini) che è particolarmente suscettibile alla malattia, è costituita dalle anatre selvatiche. Nei paesi asiatici un momento importante per la diffusione del virus è rappresentato dall’abitudine di vendere pollame vivo ai mercati. Si conoscono almeno quindici sottotipi di virus influenzali che infettano gli uccelli, anche se tutte le epidemie di influenza altamente patogena sono state causate da virus di tipo A dei sottotipi H5 e H7. I virus influenzali di tipo A sono caratterizzati da una notevole instabilità genetica che genera cambiamenti nella loro composizione antigenica. Rischio di contagio per l’uomo L’OMS, dall’inizio dell’epidemia verificatasi nel Sud-est asiatico, ha lanciato l’allarme a tutte le istituzioni internazionali a cooperare per attuare piani e azioni preventive per ridurre il rischio di passaggio all’uomo del virus aviario. La condizione essenziale perché virus normalmente ospitati da animali diventino patogeni per l’uomo è che nel processo di riassorbimento acquisiscano geni provenienti da virus umani, che li rendano quindi trasmissibili da persona a persona. I casi di influenza aviaria verificatisi finora in esseri umani sono casi di trasferimento diretto da pollame infetto a persone. Il rischio principale che fa temere il verificarsi di una nuova pandemia dopo le tre che si sono verificate nel corso del XX secolo (1918, 1957, 1968) è che la compresenza del virus aviario con quello dell’influenza umana, in una persona infettata da entrambi, faciliti la ricombinazione di H5N1 e lo renda capace di trasmettersi nella popolazione umana. Secondo i dati epidemiologici storici, le pandemie influenzali si verificano tre o quattro volte nel corso di un secolo, in coincidenza della comparsa di nuovi sottotipi virali in grado di trasmettersi da persona a persona. Non è possibile prevedere quando si verificherà la prossima pandemia. 4 L’EPIDEMIA INFLUENZALE DELLA STAGIONE 2004-2005 La sorveglianza Nel periodo ottobre 2004 - aprile 2005 la Sorveglianza sulla Sindrome Simil Influenza (SSI) nella ASL BN1 è stata portata avanti ad opera di 24 Medici di Medicina Generale che seguono, complessivamente, 33827 assistiti. Il caso di Sindrome Simil Influenzale è definito come: un affezione respiratoria acuta, ad esordio brusco ed improvviso, con febbre maggiore di 38°C accompagnata da almeno un sintomo generale trai seguenti: cefalea, malessere generalizzato, sensazione di febbre (sudorazione, brividi), astenia e da almeno uno dei seguenti sintomi respiratori: tosse, faringodinia, congestione nasale. In tutto il peEPIDEMIA DI SINDROME SIMIL INFLUENZA riodo di sorveASL BN 1 STAGIONE 2004-05 glianza i Medici hanno segnalato 2703 casi. L’ a n d a m e n t o per settimana è mostrato nella figura. Il picco di attività è stato registrato nella 5ª settimana del 2005 (dal 24 gennaio) con 446 casi segnalati. Successivamente, l’epidemia è diminuita per terminare a marzo. La distribuzione per età è stata simile a quella dell’anno precedente e il massimo contributo è stato dato dalla classe di età 0 e 4 anni (203,6 per 1000 ). L’ incidenza più bassa, come atteso, si è registrata tra gli ultrasessantacinquenni (61,7 per 1000). Incidenza di Sindrome Simil Influenzale per Età (ASL BN1 2004-2005) Classe di Età Casi 0-4 anni 5-14 anni 15-64 anni 65+ Totale 45 501 1681 476 2703 Assistiti sotto sorveglianza 221 2723 23170 7713 33827 5 Tassi per 1000 203,6 184,0 72,6 61,7 79,9 In complesso circa 80 soggetti ogni 1000, tra gli assistiti dei Medici di Medicina Generale si sono ammalati di sindrome influenzale nel periodo Ottobre 2004 - Aprile 2005. La stima è superiore a quella dell’anno precedente ma comunque vicina a quella ottenuta per l’ Italia. Se nella popolazione della ASL avessimo avuto la stessa incidenza per età, un’assunzione verosimile, avremmo avuto circa 26375 casi di sindrome influenzale in tutta la provincia, di cui 2908 tra i bambini (0–4 anni), 13594 gli adulti e 3542 tra gli anziani. I virus che hanno provocato l’influenza nel 2005 Dalla 42ª settimana del 2004 alla 16ª settimana del 2005 sono stati raccolti 3226 campioni, dei quali 971 (il 30%) sono risultati positivi. Sono stati identificati 718 ceppi influenzali di tipo A (74% degli isolati), nel cui ambito i virus del sottotipo A/H3N2 sono risultati predominanti (72%) ed associati a focolai epidemici; il 10% è risultato appartenere al sottotipo A/H1N1. Il 26% dei virus isolati e/o identificati è risultato, invece, appartenere al tipo B. I test di caratterizzazione antigenica eseguiti sugli isolati hanno mostrato: - per il virus A/H1N1: caratteristiche simili al ceppo A/Nuova Caledonia/20/99. - per il virus A/H3N2: caratteristiche simili al ceppo A/California/7/2004 - per il virus B: caratteristiche simili al ceppo B/Shangai/361/2002. In conclusione: 1. Il vaccino in uso nella campagna 2004-05 conteneva ceppi antigenici simili a quelli circolanti durante l’epidemia influenzale. 2. Solo un sottotipo del virus A che è circolato non era presente nel vaccino: il ceppo A/California/7/2004, una variante “drift” del ceppo virale Fujian. E’ questa mutazione che comportato una ridotta efficacia del vaccino usato per cui il vaccino preparato per la campagna 2005-06 conterrà anche questo ceppo virale. La campagna antinfluenzale nella stagione 2004-2005 Nell’autunno del 2004, la ASL di Benevento acquistò circa 62000 dosi di vaccino subvirionico, del tipo raccomandato per la stagione influenzale. Il vaccino fu distribuito ai medici di famiglia che avevano dichiarato di voler partecipare alla campagna, con l’obiettivo di vaccinare i gruppi di popolazione più vulnerabili per l’influenza. Numero di dosi praticate Complessivamente, nella passata campagna 43693 dosi sono state somministrate a persone al di sopra dei 64 anni. In questo modo, la copertura vaccinale totale contro l’influenza, garantita dalla ASL, è stata pari al 75,6 %. Un numero di 18086 dosi sono valse a proteggere persone al di sotto dei 65 anni, affette da malattie croniche quali Diabete, Insufficienza Respiratoria, Scompenso Cardiaco, Immunodeficienza. Poiché, attualmente, non disponiamo di informazioni sulla prevalenza di queste condizioni, non possiamo sapere quale percentuale di malati cronici siano stati protetti contro l’influenza. 6 COPERTURA VACCINALE PER DISTRETTO 2004-2005 (ASL BN1) Distretto Residenti 65 anni e più Vaccinati 65 anni e più Copertura tra i Residenti di 65 anni e più 17 18 19 20 21 22 23 24 Totale ASL 14.201 3839 5816 4662 8904 7109 6666 5992 57189 11027 2927 4192 3825 7566 4369 5210 4577 43693 78 76 72 82 85 61 78 76 76 Vaccinati Totale in età inferiore Vaccinati ai 65 anni 5973 942 2055 1600 2569 1472 1478 1997 18086 17000 3869 6247 5425 10135 5841 6688 6574 61779 La copertura vaccinale totale per gli Anziani (65+) ha superato l’obiettivo del 75% richiesto dal Piano Sanitario Nazionale. L’obiettivo del 75% attualmente è indicato, dalla circolare ministeriale, come il minimo raggiungibile. IMPATTO DELLA VACCINAZIONE TRA GLI ANZIANI ASSISTITI DEI MEDICI SENTINELLA (ASL BN1 2004). In base ai dati della sorveglianza sulla sindrome simil influenzale, sui complessivi 7713 anziani sotto sorveglianza, 476 (il 6,0%) si sono ammalati. Gli anziani vaccinati sono stati 5541 e, tra loro, il tasso di sindrome simil influenzale è stato pari al 53,8 per 1000; invece i non vaccinati sono stati 2172 e, tra loro, gli ammalati sono stati, come atteso, in più (82 per 1000). Pertanto, nella pratica dei 24 medici che hanno partecipato alla sorveglianza, la vaccinazione, come si evince dalla tabella seguente, ha avuto una efficacia del 34% circa nell’evitare una sindrome simil influenzale. EFFICACIA DELLA VACCINAZIONE TRA GLI ANZIANI (ASSISTITI ASL BN1) Stato Vaccinale Assistiti > 65 anni Casi di SSI in assistiti > 65 anni Incidenza per 1000 Efficacia Vaccinati Non Vaccinati Totale 5541 2172 7713 298 178 476 53,8 82,0 61,7 34,4% Su 100 anziani, 34 hanno evitato la sindrome simil influenzale grazie alla vaccinazione. Una stima di 1232 casi di Sindrome Simil Influenza evitati Nella nostra ASL 43693 anziani residenti nella provincia sono stati vaccinati dai medici di famiglia. Tra gli anziani sotto sorveglianza vaccinati l’incidenza è stata pari a 53,8 per mille, per cui la stima dei casi verificatisi tra gli anziani vaccinati assomma a 2350. Se queste stesse 43693 persone non si fossero vaccinate, se ne sarebbero ammalate 3582 (considerando il tasso di 82 casi per mille tra i non vaccinati). Complessivamente quindi la campagna di vaccinazione della ASL ha risparmiato circa 1232 casi di Sindrome Simil Influenza tra gli anziani. 7 Impatto della Campagna di Vaccinazione tra gli Anziani (Assistiti ASL BN1) Anziani Vaccinati Incidenza (per 1000) tra gli anziani Vaccinati Casi vaccinati Incidenza (per 1000) tra gli anziani NON Vaccinati Casi attesi in assenza di vaccinazione Casi evitati 43693 53,8 2350 82 3582 1232 LA SORVEGLIANZA EPIDEMIOLOGICA DELL’INFLUENZA NELLA STAGIONE 2005 - 2006 Anche quest’anno la sorveglianza costituirà una parte integrante della campagna di prevenzione, attraverso tre momenti: - La sorveglianza epidemiologica dei medici di medicina generale che partecipano al sistema FLU ISS coordinato a livello nazionale dall’Istituto Superiore di Sanità (i medici che intendono partecipare possono contattare la Sig.ra Orlacchio al numero 0824.322240). - La sorveglianza delle cause di ricovero ospedaliero per patologia connesse all’influenza. - La valutazione della copertura vaccinale attraverso il riepilogo delle vaccinazioni effettuate. Per la Sorveglianza della Sindrome simil influenzale i medici di Medicina generale che hanno aderito, nella stagione 2004-2005, sono i dottori: Giuseppe Belviso di Durazzano, Bruno Bocchino di San Giorgio del Sannio, Emilio Bove di San Salvatore Telesino, Giuseppe Buonomo di Sant’Agata de’ Goti, Giuseppe Buono di Vitulano, Gerardo Colucciello di San Giorgio del Sannio, Antonio Giovanni Cutillo di Torrecuso, Franco De Cicco di Fragneto Monforte, Ermenelgildo De Marca di Apice, Giuseppe Di Mezza di Melizzano, Francesco De Nigris di Torrecuso, Pasquale Fusco di Montesarchio, Aldo Iscaro di Puglianello, Vincenzo Lago di San Giorgio del Sannio, Filomeno Lavorgna di Telese Terme, Mario Lepore di Amorosi, Vincenzo Luciani di Benevento, Domenico Antonio Martini di San Bartolomeo in Galdo, Pietro Meola di Pesco Sannita, Alfredo Montefusco di Cerreto Sannita, Mariolina Petroccia di Paduli, Ada Renzi di Dugenta, Antonio Sannino di Cusano Mutri, Crescenzo Simone di Castelvenere. Grazie al loro impegno, ed a quello dell’Infermiera Professionale Sig.ra Carmela Orlacchio del SEP, è stato possibile avere le informazioni che fanno parte di questo rapporto. Nei Distretti Sanitari, le Unità Operative di Prevenzione Collettiva hanno organizzato la campagna e rilevato le informazioni utili alla valutazione: nel Distretto 24 di San Giorgio del Sannio il Dr Vincenzo Zucaro, nel Distretto 23 il Dr. Francesco Miglio nel Distretto 22 il Dr. Antimo Cofrancesco, nel Distretto 21 la Dott.ssa Enrica De Lucia, nel Distretto 20 il Dr. Michele Sanzari, nel Distretto 19 la Dott.ssa Antonella Montella, nel Distretto 18 il Dr. Nunzio Iannella, nel Distretto 17 la Dott.ssa Filomena Iadanza e il Dr. Lucio Lonardo. Dipartimento di Prevenzione Servizio Epidemiologia e Prevenzione E&P Via Dei Mulini, 59A - 82100 Benevento Tel. 0824.322240 - Fax 0824.23154 - e-mail: [email protected] SETTEMBRE 2005 Ciclostilato in proprio - diffusione interna 8