Summer School “Mobilità umana e Giustizia globale” COSTRUIRE CITTADINANZA PER PROMUOVERE CONVIVENZA III Edizione, Roma, 16-20 luglio 2012 Lo scenario contemporaneo: ripensare la cittadinanza nella società globale Laura Zanfrini Università Cattolica di Milano La Cittadinanza Costituisce l’istituto che, nella tradizione degli Statinazione, definisce l’appartenenza alla comunità politica e garantisce l’accesso ai diritti di cittadinanza Si fonda, di volta in volta, su una concezione Imperiale: è il fatto di essere soggetti al medesimo potere o sovrano a decretare l’appartenenza alla nazione Etnica: l’appartenenza alla nazione è definita in termini di etnicità (linguaggio, cultura e discendenza comune) Repubblicana: l’appartenenza alla nazione si basa sull’adesione alle regole e ai valori nazionali Multiculturale: amplia la concezione precedente, accettando e riconoscendo la differenza culturale e la formazione di comunità etniche minoritarie La Cittadinanza La storia dei processi di democratizzazione delle società politiche occidentali coincide con la storia della progressiva affermazione dei diritti di cittadinanza, attraverso un duplice movimento: L’aumento del numero e del tipo di diritti riconosciuti e garantiti ai cittadini La progressiva estensione della classe dei cittadini, di coloro cioè che hanno titolo a godere di tali diritti La Cittadinanza Nei sistemi politici moderni e contemporanei occidentali l’ideale di eguaglianza è strettamente connesso alla nozione di cittadinanza La cittadinanza moderna è un attributo giuridico-politico universale, la cui titolarità è indipendente dalle peculiarità che differenziano i singoli cittadini I diritti di cittadinanza e le istituzioni che li tutelano e promuovono sono elemento costitutivo dei regimi democratici occidentali la cittadinanza non è soltanto uno strumento che conferisce diritti e di opportunità, ma è anche un modo attraverso il quale una comunità riafferma i principi fondamentali sui quali si basa la convivenza ed esprime la propria identità culturale e valoriale, ribadendo il dovere dei cittadini di rispettarli e trasmetterli alle giovani generazioni I diritti di cittadinanza Diritti civili: attengono alla personalità dell’individuo e garantiscono ad esso una sfera di libertà individuali (libertà di parola, di pensiero, di fede, di associazione e riunione, di stampa, di possedere cose in proprietà e di stipulare contratti validi, di ottenere giustizia) Diritti politici: tutelano l’eguale libertà dei cittadini di accedere alle istituzioni della rappresentanza, sia candidandosi a ricoprire cariche istituzionali, sia partecipando alla selezione di coloro che occupano tali cariche in qualità di rappresentanti Diritti sociali: si riferiscono all’insieme delle tutele tese a garantire il benessere economico e sociale dei cittadini, la cui affermazione, attraverso lo sviluppo di un Welfare State, è stata accompagnata dalla creazione di istituzioni quali i servizi sociali e il sistema scolastico gratuito Attacchi critici alla concezione tradizionale della cittadinanza democratica Contestazione del modello della “cittadinanza passiva” e della cultura della dipendenza ed esaltazione del mercato quale più efficiente meccanismo di allocazione di benefici che rispetti allo stesso tempo le libertà individuali: adempiere determinati obblighi è una precondizione per essere accettati come membri a pieno titolo della società, e quindi per l’eguaglianza stessa (principio dell’attivazione, condizionalità nell’accesso ai diritti e alle prestazioni di Welfare) Attacchi critici alla concezione tradizionale della cittadinanza democratica Contestazione dell’idea che l’estensione dei diritti di cittadinanza possa garantire l’eguaglianza politica per tutti i cittadini, laddove essa non sembra essersi pienamente realizzata per molti gruppi marginalizzati, la cui voce non riesce a ricevere eguale considerazione da parte del potere politico occorre spostare l’attenzione dalle disuguaglianze distributive alle differenze: trattare gli individui come eguali richiede innanzitutto il riconoscimento dell’identità peculiare di ciascuno (diritti differenziati) Attacchi critici alla concezione tradizionale della cittadinanza democratica Contestazione del legame tra i diritti di cittadinanza e lo Stato nazionale e della capacità dei diritti di cittadinanza di intercettare le istanze di appartenenza e di giustizia nell’attuale società globale occorre ripristinare una coerenza tra la comunità dei cittadini e la comunità dei residenti (e dei contribuenti) e ridefinire l’istituto della cittadinanza secondo logiche sovranazionali, transnazionali, post-nazionali La globalizzazione e la mobilità internazionale delle persone hanno l’effetto di: Rivelare la natura storica e contingente delle fondamentali idee su cui si fonda il concetto di Stato-nazione: il confine, la cittadinanza, l’omogeneità culturale della nazione, l’ancoraggio a uno specifico territorio Re-storicizzare lo Stato-nazione e farsi interprete della sua crisi di sovranità nel controllo dei criteri che definiscono la membership “Denaturalizzare” l’istituto della cittadinanza Sollecitare un ripensamento del concetto di cittadinanza e delle concezioni dell’appartenenza e della giustizia sulle quali esso si fonda Cittadinanza, società globale, immigrazione Nel modo in cui sono stati definiti all’interno della tradizione degli Stati-nazione, i confini non sono più in grado di dare adeguatamente forma all’appartenenza, di funzionare da filtro per l’allocazione dei diritti – e dei doveri – associati alla cittadinanza e di legittimare la partecipazione a quei gruppi di solidarietà rappresentati dai regimi di welfare Appare sempre meno legittima l’ambizione degli Stati di poter “scegliere” i propri appartenenti, escludendo gli stranieri, e sempre più discutibile l’eticità di regimi di redistribuzione e protezione basati sulla finzione di società perimetrate dai recinti nazionali nell’attuale società “globale” è praticamente impossibile pensare al significato e alla pratica della cittadinanza senza prendere in considerazione la questione dell’immigrazione Le soluzioni possibili Ampliare la sfera dei cittadini, mediante legislazioni basate sul diritto di suolo Arricchire il paniere dei diritti garantiti agli stranieri residenti (o ad alcune categorie di essi) Costituire sintesi politiche sovranazionali Sganciare la titolarità dei diritti dall’appartenenza a una determinata sintesi politica Ma anche Permettere la doppia cittadinanza e la fruibilità dei diritti in più paesi Riconoscere diritti “speciali” alle minoranze La soluzione tradizionale: la membership come prerogativa dei cittadini della nazione La distinzione cittadino/straniero: Le forme di discriminazione legale La facoltà di espulsione e la “doppia pena” del migrante Il diritto di soggiorno a tempo determinato La soggezione degli stranieri all’amministrazione I criteri che regolano l’acquisizione della cittadinanza: jus sanguinis e jus soli La contrapposizione tra la società dei cittadini e la “società dei contribuenti” Gli automatismi che sviliscono la cittadinanza La tensione tra la dimensione strumentale e quella patriottica Le aporie della legislazione italiana La denizenship L’insostenibilità della figura del lavoratore ospite dentro regimi di embedded liberalism La progressiva disgiunzione tra la nazionalità e la fruizione dei (alcuni) privilegi connessi con la cittadinanza La svalutazione dello status di cittadino La disgiunzione tra diritti sociali e politici La natura “provvisoria” dei diritti riconosciuti ai migranti Il rapporto tra immigrazione e welfare: il razzismo “simbolico” da parte dei “proprietari dello Stato” La questione della “globalizzazione dell’inclusione” Il ruolo degli immigrati nella produzione di welfare La rimessa in discussione del bilancio costi/benefici dell’immigrazione La membership transnazionale Il “disoccultamento” e la legittimazione delle pratiche e delle appartenenze transnazionali e il progressivo superamento dell’idea di società statuali “chiuse” La messa in discussione del “dogma” dell’unicità della cittadinanza: la diffusione della doppia cittadinanza La mobilitazione delle diaspore e le forme di aggregazione e partecipazione politica dei membri delle comunità immigrate, nei paesi d’origine e di destinazione, anche per la promozione dello sviluppo nelle comunità d’origine L’asimmetria la comunità dei residenti e la comunità degli elettori e la questione del diritto di voto agli stranieri La cittadinanza post-nazionale Il paradosso dell’ordine internazionale Stato-centrico e territorialmente definito: il conflitto tra la logica dei diritti umani e le pretese di sovranità L’istituzionalizzazione transnazionale dei diritti dei migranti, la crescente porosità delle frontiere statuali, la disgiunzione tra appartenenza e luogo di residenza La disgiunzione tra diritto d’emigrazione e diritto d’immigrazione Verso una teoria normativa della giustizia globale: il diritto a migrare come difesa dalla povertà e la messa in discussione delle politiche migratorie selettive, il diritto alla mobilità per tutti La cittadinanza europea Cittadinanza europea ed europeizzazione della cittadinanza La cittadinanza europea come forma di discriminazione “dal di dentro” L’“etnocentrismo” del processo di costruzione europea La sicuratization della questione migratoria e la politica di esternalizzazione dei confini dell’Europa L’ambivalenza della normativa antidiscriminatoria, la “schizofrenia” dell’approccio europeo La cittadinanza multiculturale I nuovi significati della cittadinanza: non rendere le persone più “uguali”, ma organizzare il pluralismo e le differenze tra quanti condividono non una comune discendenza, ma una comunità di destino L’ipotesi di una cittadinanza multiculturale: riconoscere, proteggere e attribuire diritti “speciali” a tutela dell’identità culturale come bene costitutivo della dignità umana La questione dei diritti etnici, ossia di diritti riconosciuti non in capo al singolo individuo, ma al gruppo al quale appartiene (o sceglie di appartenere) Il fallimento del progetto di inclusione basato sul principio di uguaglianza formale e sostanziale: l’etnicità reattiva Educare alla cittadinanza Interrogarsi sull’opportunità e sui modi per rendere possibile l’inclusione di nuovi cittadini è un’occasione privilegiata per ripensare al significato e alla pratica della cittadinanza Nella loro relazione con l’immigrazione, la cittadinanza e i diritti ad essa associati hanno sia una valenza integrativa – poiché rappresentano una opportunità e uno stimolo all’inclusione –, sia una valenza simbolica – essendo un modo attraverso il quale una società consente l’incorporazione di nuovi membri e riconosce il loro contributo al progresso economico, civile e culturale – ogni società dovrebbe a dedicare una particolare attenzione al processo che “trasforma” un migrante temporaneamente soggiornante in cittadino; un processo che invece, nel dibattito corrente, è troppo spesso ridotto alle sue dimensioni procedurali o ideologiche Educare alla cittadinanza: alcuni punti d’attenzione Legittimare l’immigrazione attraverso il suo ruolo economico ha l’effetto d’incoraggiare, nella comunità autoctona così come in quelle immigrate, una concezione solo parziale della cittadinanza Si profila una trasformazione della cittadinanza e del corpo elettorale non “voluta” e non pianificata, ma realizzatasi in modo spontaneo e per certi versi inconsapevole; l’esito di quella “stranezza”, tutta europea, del volere tenere insieme la logica economicistica alla base del suo modello di regolazione degli ingressi con quella solidaristica che ha favorito la progressiva inclusione degli stranieri nel sistema dei diritti. l’educazione civica dovrebbe essere una parte integrante delle azioni rivolte alle comunità immigrate, con l’obiettivo non d’instillare un improbabile senso patriottico, bensì di trasmettere l’idea che l’essere cittadino non è solo uno status formale che dischiude nuove opportunità, ma dovrebbe implicare una maggiore sensibilità per i propri diritti e per i propri doveri di contribuzione fiscale e di partecipazione alla vita sociale, culturale e politica del paese Educare alla cittadinanza È importante incoraggiare la partecipazione civica anche dei migranti che non pensano a un insediamento definitivo e che non sia basata sul senso di appartenenza esclusivo a un certo paese, ma radicata nel coinvolgimento nei contesti di appartenenza, a loro volta visti come parti di uno scenario globale, popolato da attori in costante movimento, dal punto di vista fisico e/o simbolico Solo rafforzando la consapevolezza di quegli aspetti dell’identità (nazionale o europea) che possono essere considerati negoziabili e di quelli non negoziabili è possibile creare un quadro di valori condivisi nel cui contesto dare spazio al contributo di ciascuno – ivi compresi i gruppi minoritari, le comunità diasporiche, i cittadini “transnazionali” – in vista del benessere collettivo Il fenomeno delle appartenenze transnazionali, inquadrato nella realtà delle diaspore e delle diverse iniziative per la loro mobilitazione, può rappresentare uno strumento virtuoso per la trasnazionalizzazione delle pratiche e delle politiche d’inclusione; per l’avvio di un processo di rinnovamento istituzionale e di mobilitazione della società civile in grado di arricchire la qualità della democrazia nei paesi d’origine; per l’“esportazione” del modello sociale europeo Supponiamo che entri in una vostra adunanza qualcuno con un anello d'oro al dito, vestito splendidamente, ed entri anche un povero con un vestito logoro. Se voi guardate a colui che è vestito splendidamente e gli dite: «Tu siediti qui comodamente», e al povero dite: «Tu mettiti in piedi lì», oppure: «Siediti qui ai piedi del mio sgabello», non fate in voi stessi preferenze e non siete giudici dai giudizi perversi? (Dalla Seconda Lettera dell’Apostolo Giacomo, II, 2-4) Per approfondire Zanfrini, Laura, Cittadinanze. Appartenenza e diritti nella società dell’immigrazione, Laterza, 2007 Zanfrini, Laura, I “confini” della cittadinanza: perché l’immigrazione disturba, in “Sociologia del Lavoro”, n. 117, FrancoAngeli, Milano, 2010, pp. 40-56 Zanfrini, Laura, Immigrazione e diritto di cittadinanza: il paradosso storico della vicenda europea, “Libertà civili”, n. 2, 2011, pp. 117-122