Storia della Filosofia Morale [FT0449] Søren Kierkegaard 3 May 2017 Nozione di libertà come scelta in L’equilibrio tra l’estetico e l’etico nell’elaborazione della personalità, un romanzo epistolare tra un giudice e un amico esteta chiarificazione sulle nozioni dello stato estetico ed etico di Kierkegaard tre stadi di sviluppo nella vita dell’uomo: l’estetico, l’etico e il religioso 1. l’estetico: vive esteticamente (aistesis, sensibile) chiunque faccia del piacere il fine della propria esistenza – carpe diem, concentrata sul godimento nelle dimensioni di immediatezza (bellezza o talenti, ossia quelle qualità che sono possedute dall’individuo senza alcun merito particolare); esteriorità (ricchezza, onori, ciò che in genere non dipende dall’individuo); la disperazione estetica come innalzamento e distinzione di se stessi (Leopardi, ad esempio): l’esteta disperato vede la pochezza dell’estetica, ma solo a livello intellettuale e non esistenziale, e si lascia perciò irretire nuovamente da essa; la sua disperazione manca di passione. ciò che impedisce all’esteta di trascendere la finitezza che pura intravvede è la mancanza di passione, la capacità di volere veramente 2. l’etico, nient’altro che la scelta di se stessi, nel proprio eterno valore la sua scelta non è determinata verso un qualche tipo di oggetto, bensì la scelta originaria di scegliere, di decidere, di volere scelta come atto della volontà che mira a realizzare una possibilità pensata già per Aristotele (Etica Nicomachea, Libro III) la scelta è espressamente legata alla dimensione etica della virtù, e comprende tutto ciò che pertiene al ragionamento su quanto è direttamente raggiungibile all’interno della sfera d’azione del singolo. la possibilità di trascendere la necessità della datità (la gettetezza di Heidegger) è ciò che caratterizza l’uomo come tale (esistenzialismo di Kierkegaard, Jaspers, Sartre) da un punto di vista metafisico, tuttavia, sembra che venga introdotta un tipo di sostanza (per quanto per l’esistenzialista potrebbe considerare il soggetto come qualche cosa di affatto diverso dalla sostanza, sulle orme di Hegel – eppure egli finisce per risostanzializzare quel soggetto che reso assoluto, puro concetto, al termine della Fenomenologia dello spirito, cfr. XV lezione di Storia della Filosofia II) affatto diversa, che non risponde alle leggi della necessità: si pone pertanto nuovamente un dualismo inconciliabile, della stessa natura di quello cartesiano breve parentesi su Kierkegaard e il suo ricco rapporto con il rapporto femminile by Alessandro Veneri www.kumarproject.com