STATO DELL’AMBIENTE E ASPETTI SANITARI
CORRELATI NELLA PROVINCIA DI BERGAMO
CAPITOLO 2
LO STATO DELL’AMBIENTE E
GLI IMPATTI SULL’AMBIENTE
Paragrafo 2.3
SUOLO E SOTTOSUOLO
Novembre 2003
Il paragrafo è articolato in due sezioni: la prima illustra alcuni indicatori di qualità del suolo e del
sottosuolo sulla base di alcuni studi effettuati dall’ERSAL; la seconda sezione approfondisce il tema dei
siti contaminati e quello delle aree da bonificare presenti in Provincia di Bergamo.
La qualità del suolo e del sottosuolo
Gli indicatori maggiormente utilizzati e consigliati dall’APAT per la descrizione della qualità del suolo e
del sottosuolo sono: pH del suolo, contenuto in sostanza organica del suolo, capacità di scambio cationico
del suolo, tessitura del suolo e profondità utile del suolo.
Tali indicatori sono costituiti da alcuni parametri in grado di descrivere in particolare la capacità del suolo
di interagire con gli elementi che in esso sono contenuti o con le sostanze che ad esso vengono aggiunte o
che su di esso vengono distribuite.
Di seguito, per ognuno degli indicatori, si fornisce una breve descrizione della sua utilità per poi
soffermarsi sui dati e sulla situazione presente in Provincia di Bergamo.
La superficie territoriale coperta dai dati e dalle informazioni (fornite dall’ERSAL) riguarda il territorio
provinciale appartenente alle fasce altimetriche di pianura e collina1.
Il pH del suolo, rileva il grado di acidità o di alcalinità del suolo o più propriamente della reazione del
suolo; definito in base al tipo di reazione chimica che i suoli manifestano, esso influenza la possibilità di
sviluppo e crescita delle piante e condiziona la mobilità di cationi e metalli. Il pH considerato più
adeguato per la fertilità dei suoli è quello neutro che comprende un intervallo di valori tra 6 e 8.
La Provincia di Bergamo (tabella 2.3.1, figura 2.3.1 e tavola 2.3.1) è formata per il 40% da suoli a pH
neutro, per il 34% da suoli a pH subacido e per il 20% a pH alcalino; un restante 6% è formato da suoli a
pH acido.
Figura 2.3.1 - Reazione (Ph) del suolo
Percentuale di superficie
Tabella 2.3.1 - Reazione (PH) dei suoli
Descrizione Superficie (km2) Percentuale
Acida
56,08
6,21%
Alcalina
181,17
20,07%
Subacida
306,15
33,91%
Neutra
359,49
39,82%
Totale
902,89
100,00%
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
120,00
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
0,00
Acida
Alcalina Subacida
Neutra
Totale
Ph del suolo
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
Come si evince dalla tavola 2.3.1, il suolo a reazione acida (pH 2) si trova per lo più nelle zone collinari,
il suolo a reazione subacida (pH 3) è presente nella fascia collinare, nella porzione di territorio a ovest
della pianura e in una piccola sezione di superficie posta a sud – est della pianura, mentre il suolo a pH
alcalino (pH 5) copre principalmente due strisce di territorio, l’una lungo il Brembo e l’altra lungo il
Serio. La restante parte della Provincia di Bergamo è formata da suoli a pH neutro.
La capacità di scambio cationico dei suoli individua la quantità di ioni positivi che possono essere
scambiati e trattenuti dal suolo; da essa dipende la capacità del suolo a trattenere tutti gli elementi chimici
presenti in forma di ioni positivi e, in particolar modo, i metalli pesanti.
La Provincia di Bergamo (tabella 2.3.2, figura 2.3.2 e tavola 2.3.2) presenta in generale una media
capacità di scambio cationico dei suoli (78% circa di territorio); l’eccezione è costituita dall’ultimo tratto
fluviale dell’Adda, dal fiume Serio e da una piccola porzione di territorio a sud - est della pianura che
1
Per la fascia altimetrica della montagna non sono disponibili studi specifici sulla qualità del suolo.
258
manifestano una bassa capacità di scambio cationico (quasi 9% di superficie territoriale) e dalle zone
collinari che al contrario registrano un’elevata capacità di scambio cationico (13% di superficie
territoriale).
Figura 2.3.2 - Capacità di scambio cationico del suolo
Percentuale di superficie
Tabella 2.3.2 - Capacità di scambio cationico dei suoli
Descrizione Superficie (km2) Percentuale
Bassa
77,3
8,56%
Elevata
120,4
13,33%
Media
705,19
78,10%
Totale
902,89
100,00%
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
120,00
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
0,00
Bassa
Elevata
Media
Totale
Capacità di scambio cationico del suolo
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
L’indicatore tessitura del suolo indica la composizione percentuale del suolo nelle diverse classi
dimensionali delle particelle elementari che lo costituiscono; esprime la capacità del suolo a fornire
elementi nutritivi, aria e acqua e di conseguenza esprime le diverse vocazioni all’uso.
In generale, i suoli grossolani sono suoli sabbiosi, leggeri, facili da arare e da coltivare; al contrario, i
suoli dominati dall’argilla e dal limo sono suoli fini, definiti pesanti e solitamente difficili da coltivare.
La Provincia di Bergamo (tabella 2.3.3, figura 2.3.3 e tavola 2.3.3) è caratterizzata da una tessitura del
suolo prevalentemente media (70% circa della superficie territoriale) con l’8% di tessitura fine o
moderatamente fine e la restante quota costituita da suolo a tessitura grossolana o moderatamente
grossolana.
Figura 2.3-3 - Tessitura del suolo
120,00
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
le
ta
To
ia
ed
M
G
ro
ss
ol
an
a
M
od
.F
M
in
od
e
.g
ro
ss
ol
an
a
0,00
Fi
ne
Percentuale di superficie
Tabella 2.3.3 - Tessitura del suolo
Descrizione Superficie (km2) Percentuale
Fine
12,68
1,40%
Grossolana
81,95
9,08%
Mod. Fine
68,2
7,55%
Mod. gross.
93,35
10,34%
Media
646,71
71,63%
Totale
902,89
100,00%
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
T essitura del suolo
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
A livello spaziale (tabella 2.3.3), la tessitura del suolo grossolana (o moderatamente grossolana) si trova
lungo i fiumi della Provincia di Bergamo, mentre la tessitura fine (o moderatamente fine) si trova nella
fascia collinare e, con una piccola porzione, nella parte sud - est della pianura.
Per quanto riguarda il contenuto in sostanza organica del suolo, l’indicatore registra la presenza di
sostanze organiche nel suolo che ne determinano la porosità; essa a sua volta condiziona i fenomeni di
ritenzione e accumulo, la permeabilità, il drenaggio e le possibilità di percolazione o ruscellamento
dell’acqua, fino a influire sui relativi fenomeni di erosione.
La Provincia di Bergamo (tabella 2.3.4, figura 2.3.4 e tavola 2.3.4) è costituita per il 79% circa di suolo
ben dotato o sufficientemente dotato di sostanza organica, mentre la restante quota di territorio è spartita
fra un suolo ricco (9%) e uno povero (12%).
259
Figura 2.3-4 - Contenuto in sostanza organica del
suolo
Percentuale di superficie
Tabella 2.3.4 - Contenuto in sostanza organica del suolo
Descrizione Superficie (km2) Percentuale
Ben dotato
473,61
52,45%
Povero
110,05
12,19%
Ricco
82,17
9,10%
Suff. dotato
237,06
26,26%
Totale
902,89
100,00%
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
120,00
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
0,00
Ben
dotato
Povero
Ricco
Suff.
dotato
Totale
Contenuto in sostanza organica del suolo
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
Il suolo ricco di sostanza organica si trova nella fascia di collina, mentre quello povero si concentra in una
porzione dell’Isola bergamasca che percorre il corso del fiume Adda e lungo una linea ideale che collega
il Comune di Bergamo a quello di Caravaggio. Il restante territorio della pianura alterna dotazioni buone
o sufficienti.
Infine, l’indicatore profondità utile dei suoli suddivide il territorio in classi omogenee di spessore di
suolo biologicamente attivo, esplorabile e utilizzabile dalle piante per trarne acqua ed elementi nutritivi;
esso permette inoltre di valutare se il suolo che utilizziamo è profondo abbastanza da sopportare, in modo
produttivo, le scelte colturali che intendiamo applicare o viceversa se è troppo fragile. In generale, i suoli
più sottili sono caratterizzati da maggiore fragilità.
La Provincia di Bergamo (tabella 2.3.5, figura 2.3.5 e tavola 2.3.5) è principalmente formata da suoli con
profondità utile che varia da 51 a 100 cm (più del 60% della superficie territoriale); le restanti quote di
territorio sono suddivise fra profondità utile da 101 a 200 cm (18%), profondità utile oltre i 200 cm (11%)
e profondità utile fino a 50 cm (10%).
Figura 2.3.5 - Profondità utile del suolo
Percentuale di superficie
Tabella 2.3.5 - Profondità utile del suolo
Descrizione Superficie (km2) Percentuale
fino a 50 cm
90,89
10,07%
da 51 a 100
551,23
61,05%
cm
da 101 a 200
164,47
18,22%
cm
oltre 200 cm
96,3
10,67%
Totale
902,89
100,00%
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
120,00
100,00
80,00
60,00
40,00
20,00
0,00
fino a 50
cm
da 51 a
100 cm
da 101 a
200 cm
oltre 200
cm
Totale
Profondità utile del suolo
Fonte: ERSAL, elaborazione Istituto per l’Ambiente
La profondità utile fino a 50 cm si trova lungo il fiume Serio e nei tratti finali dei fiumi Adda e Brembo,
mentre la quota di territorio che registra un valore dell’indicatore oltre i 200 cm si trova nella fascia
centrale della pianura che collega Bergamo a Caravaggio e lungo i rilievi collinari ad est; la restante
superficie territoriale mostra valori che variano fra i 51 e i 200 cm.
In merito alla qualità del suolo e sottosuolo legata all’utilizzo si rimanda al paragrafo 1.1.7 ove sono
raccolti i dati sulle cave presenti in Provincia di Bergamo.
260
Siti contaminati e aree da bonificare
Un’informazione relativa al livello di degrado del suolo è deducibile dal numero di siti contaminati
presenti in Provincia di Bergamo. I siti sono raggruppati in quattro classi: Evidenze, Attenzioni, Pericolo
concreto e Istruttoria. Al primo gruppo appartengono i siti che rappresentano un rischio immediato per la
salute umana e l’ambiente e la cui contaminazione interessa suolo e falda, nella seconda classe rientrano i
siti che rappresenteranno un rischio per la salute umana e l’ambiente nel medio termine e la cui
contaminazione interessa il suolo, alla classe di Pericolo concreto appartengono i siti per i quali la
contaminazione è riscontrata ma sono necessari ulteriori approfondimenti, infine nell’ultima classe
rientrano i siti in attesa di classificazione.
Dai dati presenti all’anagrafe della Provincia – Servizio Rifiuti, Bergamo risulta ospitare nel 2003 134 siti
contaminati con interessamento del suolo e/o della falda; rispetto al totale regionale è seconda solo alla
Provincia di Milano.
Vi è poi un’ulteriore quota di siti nei quali la contaminazione è stata riscontrata, ma sono necessari
approfondimenti o per i quali è in corso l’istruttoria di classificazione.
Dei 134 siti contaminati solo 16 presentano pennacchi di contaminazione della falda, mentre sono state
riscontrate situazioni puntuali di contaminazione da PCB nel suolo2.
Figura 2.3.6 - Siti contaminati (anno 2003)
40
35
30
Percentuale
25
20
15
10
5
Altro
Rilasci
accidentali o
dolosi di
sostanze
Impianti di
stoccaggio
idrocarburi
Serbatoi
interrati
Discariche non
autorizzate
Aree
industriali
attive
Aree
industriali
dismesse
0
Tipologia
Fonte: Provincia di Bergamo
In merito alla tipologia dei siti contaminati, prevalgono le discariche non autorizzate (34%) e le aree
industriali attive (19%); vi è inoltre una quota (19%) di siti contaminati di non chiara e univoca
definizione tipologica.
Per quanto concerne gli interventi di bonifica, al 2001 risultavano inseriti nel Piano di bonifica regionale
14 siti contaminati; dal 1992 ad oggi la Regione Lombardia ha stanziato finanziamenti per sei interventi
di bonifica e ripristino ambientale in Provincia di Bergamo.
Per sei eventi di contaminazione del suolo rilevati in Provincia di Bergamo, è stata eseguita inoltre
un’analisi di rischio specifica, conformemente a quanto previsto dalla normativa vigente (D.M. 471/99)
che ha determinato una limitazione d’uso del sito contaminato.
2
A tale riguardo è in corso uno studio congiunto tra ASL veterinaria, Settore Ambiente e Settore Faunistico –
Ambientale della Provincia per la mappatura della presenza di PCB sull’intero territorio comunale.
261
Gli impatti delle attività agricole sul suolo
Passando a considerare gli impatti sul suolo delle attività agricole, può essere interessante valutare
l’evoluzione nel tempo del rapporto SAU/ST, ovvero del rapporto tra superficie agricola utilizzata, intesa
come l’insieme delle superfici a seminativo, a prati permanenti, pascoli e coltivazioni permanenti, e
l’intera superficie di proprietà delle aziende (SAU + superfici boschive + altre superfici). La variazione
nel tempo di questo rapporto può infatti fornire un’indicazione sull’impatto che le aziende agricole
esercitano sull’ambiente soprattutto in termini di sottrazione di suolo all’uso agricolo, estensivizzazione
dell’agricoltura o abbandono di aree marginali, tutti fenomeni ulteriormente correlabili a influenze
negative o positive sulla qualità del suolo. In particolare, una diminuzione del rapporto in aree montane
va interpretata negativamente in termini di impatto sull’ambiente in quanto è correlabile ad un
progressivo abbandono delle aree marginali, causa principale di fenomeni di erosione del suolo e disseto
idrogeologico. Al contrario una diminuzione del rapporto in zone di pianura può essere interpretata
positivamente come diminuzione della superficie coltivata ed estensivizzazione dell’agricoltura in
accordo con la Politica Agricola Comunitaria.
In tabella 2.3.6 è riportato il rapporto SAU/ST per le Province lombarde, per la Lombardia e per l’Italia
negli anni 1990 e 2000. Si può notare come in Provincia di Bergamo si sia avuta una variazione
abbastanza consistente, pari al 9,6%.
Tabella 2.3.6 - Evoluzione del Rapporto SAU/ST tra il 1990 e il 2000 per le Province lombarde, la Lombardia
e l’Italia
Province
2000
1990
Variazione %
Varese
70,01
59,38
-10,6
Como
74,05
62,04
-12,0
Sondrio
49,50
43,63
-5,9
Milano
88,77
88,94
0,2
Bergamo
65,99
56,35
-9,6
Brescia
58,25
57,09
-1,2
Pavia
83,58
80,05
-3,5
Cremona
91,64
89,96
-1,7
Mantova
87,63
86,85
-0,8
Lecco
80,81
67,89
-12,9
Lodi
88,92
88,07
-0,9
73,28
68,96
-4,3
Lombardia
67,39
66,27
-1,1
Italia
Fonte: ISTAT
Passando ad esaminare l’evoluzione del rapporto SAU/ST tra il 1970 e il 2000 nelle diverse fasce
altitudinali della Provincia di Bergamo si può notare come nel corso dell’ultimo trentennio tale rapporto
sia rimasto pressoché invariato nelle aree di pianura, mentre sia andato diminuendo fino al 1990, per poi
aumentare sensibilmente negli ultimi anni nelle fasce montane.
262
Figura 2.3.7 - Rapporto SAU/ST
1
0,9
0,8
0,7
SAU/ST
0,6
0,5
0,4
0,3
0,2
0,1
0
Montagna
Collina
Pianura
Fascia altimetrica
1970
1982
1990
2000
Fonte: ISTAT
Questo dato va comunque confrontato con quello contenuto nelle tabelle 2.3.7 e 2.3.8, dalle quali emerge
come sia la SAU che la ST siano diminuite notevolmente in tutte le fasce altitudinali e in modo
particolare nelle aree montane, che risultano pertanto soggette ad un pericoloso abbandono.
Tabella 2.3.7 - Superficie totale aziende agricole (ST) in Provincia di Bergamo per fasce altitudinali
S.T.
Anno
Montagna
Collina
Pianura
Totale
1970
137.653
23.768
53.794
215.215
1982
131.207
20.932
48.500
200.639
1990
122.664
19.148
46.713
188.525
2000
85.229
11.732
43.734
140.695
Fonte: ISTAT
Tabella 2.3.8 - Superficie Agricola Utilizzata (SAU) in Provincia di Bergamo per fasce altitudinali
S.A.U.
Anno
Montagna
Collina
Pianura
Totale
1970
64.843
13.180
49.703
127.726
1982
55.834
12.052
45.154
113.040
1990
50.972
10.993
43.506
105.471
2000
43.971
7.389
41.323
92.683
Fonte: ISTAT
263