Presentazione 1 UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “FEDERICO II” FACOLTÀ DI MEDICINA VETERINARIA CORSO DI LAUREA IN MEDICINA VETERINARIA DIPARTIMENTO DI SCIENZE CLINICHE VETERINARIE CENTRO DI RADIOLOGIA VETERINARIA TESI DI LAUREA SPERIMENTALE IN RADIOLOGIA VETERINARIA E MEDICINA NUCLEARE “VALUTAZIONE ECOGRAFICA DELLE SINDROMI OCCLUSIVE E SUBOCCLUSIVE INTESTINALI NEL GATTO” RELATORE CH.MO PROF. ARTURO BRUNETTI CANDIDATO VERA RAIANO MATR. 079/197 ANNO ACCADEMICO 2002-2003 A mio Nonno e mia Nonna Che tanto avrebbero desiderato Essere con me in questo giorno. Indice PRESENTAZIONE .................................................................. 3 PARTE GENERALE................................................................ 6 ANATOMIA DELL’APPARATO DIGERENTE DEL GATTO .....................7 EZIOPATOGENESI DELLE PATOLOGIE OCCLUSIVESUBOCCLUSIVE ...............................................................................................................................12 SINTOMATOLOGIA DELLE PATOLOGIE OCCLUSIVESUBOCCLUSIVE ...............................................................................................................................17 L’ESAME RADIOGRAFICO NELLE PATOLOGIE OCCLUSIVESUBOCCLUSIVE ...............................................................................................................................20 ESAME ECOGRAFICO DELL’APPARATO DIGERENTE DEL GATTO .........................................................................................................................................................26 TECNICA ECOGRAFICA ..........................................................................................................29 ASPETTI ECOGRAFICI NORMALI DEL DIGERENTE ............................31 ASPETTI ECOGRAFICI NELLE OCCLUSIONI E SUBOCCLUSIONI ............................................................................................................................34 PARTE SPERIMENTALE .................................................... 40 MATERIALI E METODI..............................................................................................................41 RISULTATI ..............................................................................................................................................48 DISCUSSIONE .....................................................................................................................................56 CONCLUSIONI ...................................................................................................................................66 TAVOLE DELLE IMMAGINI ............................................. 68 BIBLIOGRAFIA..................................................................... 83 Presentazione 3 Presentazione Le patologie occlusive e sub-occlusive intestinali sono emergenze chirurgiche. Il successo del trattamento dipende dall’abilità del clinico ad individuare i pazienti con una sospetta sindrome occlusiva o sub-occlusiva in corso ma, soprattutto, dalla possibilità di confermare rapidamente la diagnosi. Nel gatto i segni clinici iniziali di queste condizioni possono essere del tutto aspecifici o, comunque, meno evidenti che nel cane. La Diagnostica per Immagini, classicamente rappresentata dall’esame radiografico diretto o contrastografico, da tempo è un insostituibile complemento dell’esame clinico per la diagnosi delle patologie occlusive dell’apparato digerente. Spesso, però, nella specie felina la causa responsabile dell’occlusione o della subocclusione possiede una densità radiografica sovrapponibile a quella dei tessuti molli endoaddominali (e per questo risulta “radiotrasparente”), mentre gli studi contrastografici presentano delle oggettive difficoltà esecutive a causa della scarsa collaborazione dei pazienti, richiedendo perciò, oltre a numerose Presentazione 4 esposizioni ai raggi X, anche il ricorso a un contenimento farmacologico per somministrare il mezzo di contrasto attraverso un sondino esofageo. Tutto ciò può rendere difficile la diagnosi e ritardare la terapia chirurgica. L’esame ecografico, grazie ai notevoli progressi tecnici degli ultimi dieci anni, permette di studiare la struttura delle pareti del tubo digerente, la sua attività peristaltica e, sebbene parzialmente, anche il suo contenuto. L’esame ecografico, inoltre, non presenta i rischi legati alle radiazioni ionizzanti e, di solito, è facilmente praticabile anche nei soggetti svegli. Con questa tesi, frutto dell’applicazione ormai pluriennale dell’esame ecografico all’apparato digerente dei soggetti pervenuti al Centro di Radiologia Veterinaria della Facoltà di Napoli, ci siamo prefissi di verificare la validità dell’esame ecografico nello studio delle patologie occlusive o subocclusive intestinali del gatto, sia come complemento sia come possibile alternativa dell’esame radiografico, al fine di stabilire dei percorsi di Diagnostica per Immagini che meglio si prestino ad una diagnosi certa e tempestiva delle suddette patologie. Presentazione 5 In particolare, la tesi è divisa in una parte generale, in cui si descrive l’anatomia dell’intestino del gatto, l’eziopatogenesi delle sindromi occlusive e subocclusive intestinali, la sintomatologia e la radiologia come tecnica convenzionale di approccio Diagnostico per Immagini. Nella seconda parte, sperimentale, sono descritti la tecnica ecografica applicata all’apparato digerente del gatto, i materiali ed i metodi utilizzati ed i relativi risultati. Chiude la tesi, un capitolo dedicato alla discussione ed alle conclusioni sui risultati ottenuti. Parte generale Anatomia 7 ANATOMIA DELL’APPARATO DIGERENTE DEL GATTO Il piccolo intestino occupa la parte ventro-caudale della cavità addominale. Nel gatto, la sua lunghezza è di circa 1-1,5 metri. E’ distinto in tre segmenti, nell’ordine: duodeno, digiuno ed ileo (Figura 1). Il duodeno origina a livello del piloro e passa in direzione dorso-laterale a destra del piano mediano, a contatto con la superficie viscerale del fegato, cui è connesso attraverso il piccolo omento. E’ in stretto rapporto con il pancreas. Dopo aver formato la flessura craniale, prosegue caudalmente (tratto discendente) e, a livello della sesta vertebra lombare, si dispone medialmente costituendo la porzione trasversa. Questa, contorna all’indietro il cieco ed il margine posteriore della radice del mesentere e si continua poi nella porzione ascendente che procede in avanti e a sinistra della radice del mesentere, del cieco e del colon. Una netta flessura duodeno-digiunale segna il limite con il digiuno. Anatomia 8 Il digiuno, costituisce la componente più significativa del tenue. E’ infatti molto lungo ed è situato nella parte media della cavità addominale, tra stomaco e cavità pelvica, ricoperto ventralmente e lateralmente dal grande omento. Il digiuno è molto mobile in quanto è sospeso alla volta della cavità addominale per mezzo di un ampio mesentere. L’ultimo tratto del piccolo intestino è rappresentato dall’ileo. Questo è molto breve ed è connesso al cieco tramite la plica ileo-cecale. Orientato in avanti, sbocca nel tratto iniziale del colon ascendente. L’orificio ileo-cecale è segnato, nel lume, da una plica mucosa ad anello. Il tenue è rivestito internamente dalla tunica mucosa che si dispone in pieghe (pieghe di Kerckring), villi e microvilli, aumentando enormemente la superficie di riassorbimento. Tra la muscolaris mucosae e le cripte ghiandolari del Lieberkuhn, si individua, inoltre, una lamina connettivale sottomucosa. Lo strato della sottomucosa poggia sulla tunica muscolare. Questa è costituita da fasci di fibre muscolari circolari, all’interno, e longitudinali, verso l’esterno. Il rivestimento esterno, infine, è costituito dalla tunica sierosa (Figura 5). La vascolarizzazione Anatomia 9 arteriosa del tenue è data principalmente dai rami dell’arteria mesenterica craniale. Le vene seguono inversamente il percorso delle arterie e fanno capo alle vene pancreatico-duodenale, duodenali e digiunali, le quali confluiscono nella vena mesenterica craniale. I nervi sono forniti da rami del vago e del simpatico (Figura 1). Oltre la valvola ileo-cecale, all’altezza di L1 o L2, l’ileo si continua, nel grosso intestino il cui diametro è di poco superiore a quello del piccolo intestino. Questo è distinto in cieco, colon e retto (Figura 1). Il cieco si presenta come un “sacchetto” breve, rettilineo e a fondo cieco. E’ posto ventro-medialmente al rene destro, all’altezza della seconda-quarta vertebra lombare. Si spinge caudalmente ed ha porzione terminale stretta e piegata in avanti. E’ in rapporto lateralmente, con il pancreas e il duodeno discendente; ventralmente, con le anse del digiuno e con l’ileo; medialmente, con la radice del mesentere. E’ sospeso ad un breve mesocieco ed è collegato all’ileo mediante la piega ileocecale. Il colon presenta i tratti ascendente, trasverso e discendente. Il colon ascendente si porta anteriormente avendo, lateralmente, la Anatomia 10 porzione discendente del duodeno ed il lobo destro del pancreas, ed medialmente, la radice del mesentere e le anse del digiuno e dell’ileo. A livello della regione pilorica, si continua con il colon trasverso che si porta nel quadrante sinistro e qui si flette caudalmente, passando innanzi all’arteria mesenterica craniale e dando origine all’ultimo tratto, il colon discendente. Quest’ultimo è relativamente lungo ed è collocato nella parte sinistra della cavità addominale, in posizione sottolombare. A livello dell’ingresso della cavità pelvica, si continua nel retto. Il colon discendente è sospeso ad un meso relativamente lungo che gli consente una certa mobilità. Una piega duodeno-colica, poi, lo collega per un certo tratto, al duodeno ascendente. Il retto inizia a livello dell’ultima vertebra lombare. E’ rettilineo e lungo circa 4-5 cm. Il suo diametro dipende, in primis, dall’età e dallo stato di replezione, ma può, in generale, essere considerato molto variabile. La struttura della parete del grosso intestino ha caratteri simili a quella del tenue, ma la tunica mucosa è priva di villi. Le arterie destinate all’intestino crasso derivano dalle mesenteriche craniale e caudale e dalla pudenda interna. Le vene Anatomia 11 sono tributarie della vena porta e della pudenda interna (Figura 1) (Bellenger, Archibald, 1984; Pelagalli, Botte, 1989; Nolte, 2001). Eziopatogenesi 12 EZIOPATOGENESI DELLE PATOLOGIE OCCLUSIVESUBOCCLUSIVE Le patologie intestinali occlusive o sub-occlusive, sono responsabili di ileo. Per ileo s’intende l’arresto del transito intestinale. Esso può essere distinto in dinamico o meccanico: il primo è attribuito, in genere, a lesioni del sistema nervoso intrinseco oppure a fenomeni di senescenza della muscolatura intestinale, l’ileo meccanico, invece, ha un’insorgenza legata a diversi momenti che s’identificano, alla fine, nell’occlusione. L’ostruzione meccanica intestinale può derivare da cause endoluminali: ingestione di corpi estranei, fecalomi, tricobezoari, cambiamenti di posizione delle anse (volvoli ed intussuscezioni); da cause intraparietali: ematomi, stenosi cicatriziali, neoplasie; infine, da cause extra-intestinali: compressioni secondarie a formazioni espansive peritoneali o extra-peritoneali (Figura 2) (Cheli, 1988). L’ingestione di corpi estranei nella specie felina è un evento meno frequente che nel cane; fra essi, comunque, prevalgono i corpi Eziopatogenesi 13 estranei lineari (Evans, 1994; Penninck, 1995; Nolte, 2001; Mai, 2002). Anche gli intuscepti ed i volvoli intestinali risultano meno frequenti che nel cane (Lansdown, Fox, 1991; Nolte, 2001). I tricobezoari sono stati descritti in particolare nei gatti a pelo lungo (Penninck, 1995); normalmente, questi ammassi di pelo, dopo essere diventati di una certa grandezza a livello del lume gastrico, vengono eliminati mediante il vomito; solo raramente si impegnano nell’intestino e, comunque, anche in questo caso di solito vengono espulsi senza creare problemi occlusivi. Le neoplasie delle pareti intestinali non sono molto comuni nel gatto rappresentando solo l’1% di tutti i tumori felini (Straw, 1989; Rivers et al.,1997). Il linfoma e l’adenocarcinoma rappresentano i tipi di neoplasie più comuni del sistema digerente (Nolte, 2001). I dati riportati in letteratura sull’incidenza di queste neoplasie nel gatto, sono però contrastanti. Alcuni autori, infatti, riportano che l’adenocarcinoma sia il tipo più comune di neoplasia intestinale (52 %), seguito dal linfoma (21%) (Rivers et al., 1997; Morrison, 1998), mentre altri affermano che quest’ultimo sia molto più frequente senza però riportare dei valori percentuali di riferimento Eziopatogenesi 14 (Penninck, 1998; Koppel, 2001; Marks, 2001). Inoltre, sembra che i gatti di razza Siamese abbiano una maggiore predisposizione a sviluppare l’adenocarcinoma rispetto ad altre razze (August, 1983; Straw, 1989; Jergens, 1997; Miles, 1997; Marks, 2001). Altri tumori intestinali segnalati sono il mastocitoma (Morrison, 1998), il leiomioma e la sua forma maligna, il leiomiosarcoma ed, infine, il fibrosarcoma (Nolte, 2001). A prescindere dalla causa, non appena si instaura l’ostruzione, subentra un aumento delle contrazioni peristaltiche, cui fa seguito la dilatazione dell’ansa a monte del punto di occlusione. La dilatazione è legata all’accumulo di materiale preesistente, a gas derivanti da processi di fermentazione batterica, all’aerofagia ed infine, al liquido che si forma sia per aumento delle secrezioni, sia per mancato riassorbimento, sia, infine, per trasudazione plasmatica dai capillari. Distalmente all’ostruzione, invece, l’intestino è in stato di ipomobilità, con cessazione pressoché totale della peristalsi e conseguente distensione meteorica. Eziopatogenesi 15 Nell’ostruzione cronica, tende ad esaurirsi anche l’iperattività motoria del segmento prossimale per cui l’ileo diviene paralitico (Lamb 1994; Washabau , Hall, 2000). Le ostruzioni prossimali (a livello di piloro, di duodeno o di digiuno) sono più gravi di quelle distali (ileo e colon). Un’occlusione in sede prossimale è caratterizzata, infatti, da più intensa perdita di fluidi ed elettroliti in seguito alla profusa secrezione di succo gastrico, bile e secrezioni pancreatiche (Bellenger e Archibald, 1984). Questi fluidi vengono persi per il vomito e per la progressiva incapacità di riassorbimento. Ne derivano emoconcentrazione, disidratazione e collasso. L’accumulo di gas e liquidi nel lume intestinale determina, inoltre, un progressivo aumento della pressione intraluminale che provoca compressione a livello dei capillari della parete intestinale. La risultante ischemia danneggia i villi, riduce la vitalità dell’ansa e ne aumenta la permeabilità alle tossine. Nell’ostruzione intestinale distale, invece, gli effetti sistemici sono molto meno acuti e severi. Ciò soprattutto perché vengono Eziopatogenesi 16 persi meno liquidi e la disidratazione è meno grave (Bellenger e Archibald, 1984; Nolte, 2001). Sintomatologia 17 SINTOMATOLOGIA DELLE PATOLOGIE OCCLUSIVESUBOCCLUSIVE La sintomatologia dipende principalmente dal grado, dalla sede e dal tempo trascorso dall’inizio dell’occlusione. Il vomito, ad esempio, è un sintomo costante quando l’occlusione è in sede enterica anteriore (duodeno, digiuno), in caso contrario (occlusione a livello di ileo e colon), esso, può essere occasionale o, addirittura, non manifestarsi. La defecazione si arresta solo in caso di ostruzione totale, mentre è presente, ma in quantità limitate, in caso di sub-occlusione (Schnelle, 1950). Le condizioni generali del paziente possono aggravarsi notevolmente, nell’arco di pochi giorni, con vomito, anoressia, ottundimento del sensorio, mucose tossiche, dispnea, disidratazione marcata, ipotermia. La palpazione può evidenziare un addome teso ed intrattabile per forte reazione algica. Altre volte, invece, l’addome è perfettamente trattabile e permette di evidenziare eventuali masse (corpi estranei, neoplasie, invaginamenti, ecc.) consentendo di emettere diagnosi di sospetto. Infine, sebbene l’auscultazione Sintomatologia 18 dell’addome riceva, di solito, scarsa attenzione nella clinica dei piccoli animali, un aumento dei borborigmi può indicare un iperperistaltismo dovuto ad ostruzione intestinale o accumulo di liquido intraluminale, mentre, una loro riduzione, potrebbe essere attribuita ad ipomotilità intestinale dovuta a distensione cronica o ad ileo paralitico (Dillon e Spano, 1983). Gli esami ematologici rispecchiano le condizioni di disidratazione e perdita di elettroliti più o meno marcate (a seconda che si tratti di occlusione o di sub-occlusione e della sede più o meno prossimale) con aumento del valore ematocrito (tranne nelle neoplasie), iponatremia, ipocloremia, ipokaliemia ed alcalosi metabolica (Bellenger, Archibald, 1984). In caso di neoplasia dell’apparato gastro-intestinale, il profilo ematologico evidenzia, spesso, anemia. Questa è il risultato della perdita acuta o cronica di sangue che può essere presente ed, in genere, è di tipo ipocromico microcitico (Morrison, 1998). Occasionalmente, possono essere messi in rilievo i segni tipici dei disordini linfoproliferativi. Anormalità nel profilo biochimico possono dare indizi relativi alla natura del processo patologico Sintomatologia 19 intestinale. In tutti gli stadi avanzati dei disordini infiltrativi dell’intestino, che comportano malassorbimento, come nel linfosarcoma, è possibile evidenziare diminuzione delle proteine sieriche totali, con riduzione parallela delle albumine e delle globuline. Possono esserci, infine, modesti aumenti dell’attività della fosfatasi alcalina sierica, specie quando una massa nel duodeno prossimale riesca ad ostruire il dotto biliare comune (Crow, 1985; Morrison, 1998). Esame RX 20 L’ESAME RADIOGRAFICO NELLE PATOLOGIE OCCLUSIVE-SUBOCCLUSIVE Tecniche di diagnostica per immagini quali la scintigrafia, che, nonostante le sue svariate indicazioni nello studio dell’apparato gastrointestinale (misurazione della velocità di svuotamento gastrico, rivelazione di emorragie gastrointestinali, ecc.), richiede apparecchiature e personale specializzato e presenta particolari problemi e restrizioni di carattere radioprotezionistico, e la tomografia assiale computerizzata (TAC o TC), ampiamente usata per lo studio del tubo digerente in medicina umana, ma che a causa dei tempi lunghi di esecuzione necessita della narcosi per ottenere l’immobilità dei pazienti ed, inoltre, di apparecchiature, in particolare quelle di più recente produzione, molto costose, queste tecniche, dicevamo, non trovano al momento applicazione pratica nella diagnostica per immagini dell’addome in medicina veterinaria (Lamb, 1999). Per questo, in campo veterinario, l’esame radiografico, diretto o con mezzo di contrasto, ha rappresentato per anni la principale ed Esame RX 21 unica tecnica di diagnostica per immagini disponibile per l’esame dell’apparato gastrointestinale dei piccoli animali. L’esame RX dell’addome per la diagnosi di patologie occlusive o sub-occlusive viene condotto in maniera diretta o dopo somministrazione di un mezzo di contrasto, solitamente il solfato di bario. Nel gatto, in genere, l’esame si effettua senza l’ausilio della griglia antidiffusione, con la cassetta radiografica posta a contatto dell’addome del paziente. Nei soggetti obesi, invece, è necessario ricorrere alla griglia. Le proiezioni utilizzate sono le due ortogonali, latero-laterale e ventro-dorsale. La diagnosi radiologica di ostruzione intestinale si basa su segni quali la dilatazione intestinale segmentaria, per accumulo di fluidi o di gas, e la presenza di formazioni radiopache. L’accumulo di fluidi e la dilatazione possono anche non manifestarsi se l’occlusione è parziale o intermittente, o se i fluidi vengono rimossi con il vomito (Lamb, Hansson, 1994). Nei gatti, data l’assenza di significative variazioni di taglia, è stato proposto un metodo per valutare oggettivamente il grado di distensione intestinale definendo un limite al di sopra del quale la Esame RX 22 distensione è da considerare segno di sospetta occlusione: il diametro massimo delle anse intestinali non dovrebbe superare i 12 mm, o il doppio dell’altezza della porzione centrale del corpo di L4 (Figura 3) (McNeel e Riedesel, 1998). Per l’esame contrastografico del digerente, definito anche transito, si utilizzano come contrasti positivi sia preparati a base di solfato di bario, sia composti iodati. Questi ultimi, sono raccomandati ogni qualvolta si sospetti la perforazione di un’ansa intestinale; il bario, infatti, all’interno della cavità peritoneale, può causare peritonite, granulomi da corpo estraneo, o aderenze sierose (McNeel e Riedesel, 1998). La somministrazione del mezzo di contrasto, nei soggetti collaborativi, avviene mediante siringa senz’ago in una delle commessure laterali della bocca, in quantità di 12 – 16 ml/kg. Nei soggetti intrattabili, la somministrazione di un mezzo di contrasto iodato avviene mediante sondino esofagogastrico dopo induzione della narcosi. In condizioni fisiologiche, lo svuotamento gastrico inizia immediatamente dopo la somministrazione. Il duodeno si riempie di mezzo di contrasto, al più tardi, dopo 15 minuti, il digiuno e Esame RX 23 l’ileo dopo 30 – 60 minuti. Circa 90 minuti dopo la somministrazione, il mezzo di contrasto raggiunge il cieco e mette in evidenza colon e retto quando sono trascorsi 90 – 120 minuti (Koppel, 2001). I mezzi di contrasto iodati presentano un transito più veloce rispetto al solfato di bario e, dato che vengono anche assorbiti durante il loro passaggio, la quantità di contrasto visibile sulle immagini RX tende a ridursi durante l’esame (McNeel, Riedesel, 1998). Sono stati descritti i quadri RX delle diverse cause di occlusione o sub-occlusione intestinale. I corpi estranei ingeriti, da un punto di vista radiografico, possono essere di due differenti tipi: radiopachi e radiotrasparenti. La diagnosi radiologica di un corpo estraneo, non crea troppe difficoltà quando questo sia radiopaco potendo essere chiaramente visibile nell’immagine radiografica (Figura 4). Quando, però, il materiale estraneo è radiotrasparente o la sua densità è sovrapponibile a quella dei fluidi e dei tessuti molli, è necessario ricorrere all’esame contrastografico. I corpi estranei lineari (spago, filo ecc.) appartengono alla categoria dei corpi Esame RX 24 estranei radiotrasparenti ma, secondo alcuni autori, essi possono essere individuati già all’esame diretto, per i gravi effetti che sono in grado di produrre sull’intestino. Infatti, siccome il filo di solito resta ancorato sotto la lingua o a livello del piloro, l’intestino si raggruppa nelle porzioni più craniali dell’addome, ripiegandosi più volte e assumendo un caratteristico aspetto “a fisarmonica” (Felts et al., 1984; Lamb, Hansson, 1994; Penninck, 1995). In genere, però, nel momento in cui è possibile evidenziare radiograficamente questi segni, già si sono instaurate lesioni gastro-intestinali talmente gravi da rendere la diagnosi oramai tardiva. In caso di intussuscezione o invaginamento l’esame RX risulta assolutamente aspecifico, potendo mostrare al massimo i segni generici di ileo (distensione segmentaria intestinale) associati a presenza di un’opacità tubulare con la densità tipica dei tessuti molli (Figura 10 B). La diagnosi può essere confermata solo con esami contrastografici (Miles, 1997). L’intuscepto è relativamente comune nei giovani cani (Lamb e Mantis, 1998) mentre è molto meno frequente nel gatto (Lansdown e Fox, 1991; Nolte, 2001). Esame RX 25 L’esame RX nel caso di fecalomi rappresenta l’esame di scelta in quanto permette di stabilire il numero, le dimensioni e la densità (intesa come parametro indiretto della disidratazione e quindi della durezza) dei fecalomi. Spesso, inoltre, l’esame RX permette di chiarire le cause eziologiche alla base della formazione dei fecalomi (ad es. deformità della pelvi secondarie a iperparatirodismo nutrizionale o ad eventi traumatici) (Figura 17 B). Nel caso delle neoplasie gastro-intestinali, invece, l’esame RX diretto risulta poco utile potendo al massimo evidenziare la presenza di opacità ad effetto massa ma, in genere, senza essere in grado di individuare l’organo da cui essa origina (Figura 13 A) (Crow, 1985). Solo con il ricorso a studi RX contrastografici è possibile stabilire sede e grado dell’occlusione o sub-occlusione. Esame ecografico del digerente 26 ESAME ECOGRAFICO DELL’APPARATO DIGERENTE DEL GATTO Fino ad un recente passato, l’ecografia veniva considerata una metodica non adatta allo studio dell’apparato gastroenterico, a causa degli artefatti conseguenti alla presenza di gas e ingesta all’interno del lume. Nonostante ciò, l’utilizzo dell’esame ecografico si è andato man mano estendendo anche al tubo digerente tanto da rimpiazzare, in alcune patologie, la radiografia con contrasto (Lamb, 1999). Tra i vantaggi che hanno favorito questo progressivo imporsi dell’ecografia abbiamo: la non invasività; la buona tolleranza da parte del paziente; la praticità d’impiego che rende l’esame facilmente ripetibile anche in pazienti che versino in condizioni critiche; ma soprattutto, a differenza della radiografia, in ecografia non vengono utilizzate radiazioni ionizzanti. Bisogna però considerare anche i limiti dell’ultrasonografia, il principale dei quali è la sua estrema dipendenza dall’operatore, venendo eseguita ed interpretata in tempo reale; inoltre, non Esame ecografico del digerente 27 bisogna mai sottovalutare l’effetto degli artefatti sull’immagine risultante (Miles, 1997). Tuttavia, una volta acquisita un’adeguata esperienza, alcune patologie gastrointestinali sono relativamente facili da diagnosticare mediante l’ecografia. Nello studio dell’apparato gastrointestinale, l’esame ecografico consente di valutare la struttura delle pareti gastro-intestinali e di misurarne lo spessore, permette l’osservazione dei movimenti peristaltici in tempo reale (Rivers et al., 1997). L’ecografia rappresenta spesso l’esame di scelta per lo studio di masse addominali. Anche la presenza di versamento addominale, che radiograficamente determina una perdita del dettaglio, ecograficamente ottimizza addirittura la visualizzazione degli organi endoaddominali. Inoltre, l’esame ecografico permette di differenziare le masse solide da quelle cistiche, di individuare l’organo sede della lesione primaria e la presenza di eventuali lesioni focali secondarie. Infine, durante l’esame ecografico in “real time” è possibile effettuare procedure bioptiche percutanee ecoguidate. Esame ecografico del digerente 28 Sebbene nel cane esistano diverse segnalazioni relative all’utilizzo dell’ecografia nelle sindromi occlusive e subocclusive intestinali, nel gatto tali segnalazioni sono molto rare. Tecnica ecografica 29 TECNICA ECOGRAFICA Per l’esame ecografico dell’apparato gastroenterico del gatto sono consigliate sonde ad alta frequenza (> 7 Mhz) che consentono una buona risoluzione spaziale; tuttavia, anche una frequenza tra 5 e 6,5 Mhz può essere sufficiente (Mai, 2002). Si preferiscono trasduttori di tipo settoriale o microconvex, poiché le sonde convex e le lineari presentano un ingombro eccessivo che, soprattutto nei gatti, non permette un adeguato contatto cutaneo. Attualmente, sono in commercio sonde lineari ad elevata frequenza di piccolo ingombro (4 cm di larghezza). La parete addominale deve essere ampiamente tricotomizzata e bisogna utilizzare adeguate quantità di gel di accoppiamento acustico. La posizione del soggetto e la modalità di esecuzione dell’esame dipendono dal quesito clinico. In genere, tutto lo studio può essere condotto con il soggetto in decubito dorsale ma, in presenza di particolari indicazioni cliniche o caratteriali del paziente, è possibile adottare il decubito laterale o anche quello sternale con Tecnica ecografica 30 sonda posta sotto il soggetto attraverso un foro del tavolo ecografico. Per uno studio sistematico del tubo digerente addominale si inizia, in genere, dall’ipocondrio sinistro per lo stomaco, si segue il piloro e, quindi, il duodeno discendente; successivamente, si eseguono scansioni multiple del pacchetto del tenue ed, infine, dopo aver localizzato il colon discendente, lo si segue cranialmente e medialmente, per la porzione trasversa ed ascendente, e caudalmente, per il sigma ed il retto. Per ogni tratto del tubo digerente, vanno ottenute scansioni trasversali, longitudinali ed oblique, di modo che sia visualizzato, per quanto possibile, ogni suo aspetto. (Meomartino et al., 2002). Aspetti ecografici normali 31 ASPETTI ECOGRAFICI NORMALI DEL DIGERENTE La stessa alternanza di strati iperecogeni ed ipoecogeni identificata nel tratto gastrointestinale di uomini e cani, è ugualmente visibile nella parete del tubo digerente del gatto. Vengono, infatti, classicamente descritti cinque strati ecografici che dall’interno all’esterno sono: - l’interfaccia iperecogena tra il lume e la mucosa; - la mucosa ipoecogena; - la sottomucosa iperecogena; - la muscolare ipoecogena; - la sottosierosa e la sierosa iperecogene (Figura 5) (Penninck, 1995; Penninck, 1998; Mai, 2002). Le tuniche sierosa e sottomucosa sono iperecogene per la presenza di una maggiore quantità di tessuto connettivo fibroso (Penninck,1995). Lo stomaco, quando è vuoto, presenta spesse pliche che tendono a scomparire quando invece è disteso. Lo strato mucoso e quello muscolare appaiono molto sviluppati e presentano all’incirca uguale spessore (Figura 6A). Nel gatto adulto lo spessore delle Aspetti ecografici normali 32 pliche gastriche è in media 4-4,5 mm, mentre lo spessore delle aree comprese tra le pliche è in media di circa 2 mm; l’intestino tenue presenta uno spesso strato mucoso, mentre più sottile appare lo strato muscolare (Figura 6 B); il duodeno misura in media 2,5 mm ed è più spesso del resto dell’intestino tenue che invece presenta uno spessore medio di 2 mm; il colon presenta uno spessore ridotto (in media 1,5-2 mm) in quanto anche lo strato mucoso appare sottile (Figura 6 C) (Newell et al., 1999). L’aspetto sonografico dell’apparato gastrointestinale felino è pressoché sovrapponibile a quello osservato nel cane. Esistono, tuttavia, alcune differenze topografiche tra le due specie: - nel cane l’asse principale dello stomaco è orientato perpendicolarmente rispetto alla colonna vertebrale; l’antro pilorico e il piloro si trovano a destra del piano mediano; dal piloro, nasce il duodeno che si dirige per un breve tratto cranialmente e poi subisce un’inflessione caudale (curvatura duodenale craniale in contatto con la faccia viscerale del fegato) che si dirige caudalmente e dà origine al duodeno discendente; Aspetti ecografici normali 33 - nel gatto, invece, l’asse principale dello stomaco è orientato parallelamente alla colonna vertebrale: lo stomaco è situato quasi completamente a sinistra del piano mediano; la flessura duodenale craniale solitamente crea un angolo più acuto con il piloro rispetto al cane, manifestando una direzione obliqua cranio-laterale, quasi trasversale e contraendo uno stretto rapporto con i lobi epatici di destra (Mai, 2002). Aspetti ecografici nelle occlusioni e subocclusioni 34 ASPETTI ECOGRAFICI NELLE OCCLUSIONI E SUBOCCLUSIONI Dalla revisione della letteratura relativa alle sindromi occlusive o subocclusive si evince l’esistenza di segni indiretti e segni diretti di tali patologie. I segni indiretti sono di solito comuni a tutte le sindromi occlusive o subocclusive mentre quelli diretti sono specifici e riguardano la causa dell’ostruzione. Di seguito viene fatta una descrizione degli aspetti comuni e di quelli specifici delle più frequenti cause di occlusione o subocclusione intestinale. Il principale segno comune a tutte le occlusioni o sub-occlusioni è rappresentato dall’ileo che si caratterizza per la presenza di più o meno accentuata ritenzione gastrica e di dilatazione segmentaria intestinale da materiale fluido (Figura 7 A) e, soprattutto, con alterazione dell’attività peristaltica: inizialmente, questa può risultare addirittura accentuata ma con la caratteristica di non essere efficace per cui il materiale fluido contenuto nel lume del tubo digerente presenta continui movimenti di va e vieni da molti Aspetti ecografici nelle occlusioni e subocclusioni 35 definiti “movimenti pendolari”; successivamente, nell’ileo paralitico potrà osservarsi la totale assenza di attività peristaltica (Penninck, 1995; Meomartino et al., 2001; Meomartino et al., 2002). Altri segni generali presenti possono essere la linfoadenopatia regionale ed il versamento peritoneale (Figura 7 B e 7 C) (Tidwell e Penninck, 1992). Per quanto riguarda i segni specifici, questi varieranno a seconda della causa della condizione occlusiva o sub-occlusiva. Nel lume gastrico o in quello intestinale può essere evidenziata la presenza di corpi estranei il cui aspetto ecografico varia in funzione delle loro caratteristiche acustiche (capacità di trasmettere, di assorbire e di riflettere gli ultrasuoni). Alcuni, come le palline, vengono facilmente identificati grazie alla loro forma. Altri corpi estranei possono presentare superficie irregolare e ciò può renderli di più difficile identificazione oppure, data la loro ridotta superficie riflettente (ad es. aghi metallici), possono risultare visibili solo se circondati da liquido e se il fascio ultrasonoro è orientato perpendicolarmente al loro asse lungo. Le superfici iperriflettenti prodotte dai corpi estranei Aspetti ecografici nelle occlusioni e subocclusioni 36 possono essere confuse con quelle create dalle bolle di gas ma a differenza di queste mantengono la loro forma caratteristica anche quando sono circondate da liquido o quando vengono compresse con la sonda; inoltre, i corpi estranei iperriflettenti producono delle ombre acustiche “pulite”, omogenee (Figura 8 A), al contrario di quelle dovute al gas, definite invece “sporche” per la presenza di echi multipli o riverberi (Tidwell e Penninck, 1992). La visualizzazione di anse pieghettate a simulare un aspetto a “fisarmonica” è indicativa della presenza di un corpo estraneo lineare (Figura 9 A) e, in alcuni casi, è possibile visualizzare anche il corpo estraneo come una linea iperecogena, più o meno spessa, posta lungo il versante mesenterico delle anse plissettate (Tidwell e Penninck, 1992; Penninck, 1995). Per l’invaginamento, l’ecografia costituisce, indubbiamente, la metodica ideale per la sua differenziazione con altre patologie intestinali (Penninck, 1995; Miles, 1997; Lamb, Mantis, 1998; Lamb, 1999; Meomartino et al, 2001; Mai, 2002; Romeo, Citi, 2002), e ciò, grazie al tipico aspetto “a bersaglio” che la lesione assume nelle scansioni trasversali e che deriva dall’apposizione Aspetti ecografici nelle occlusioni e subocclusioni 37 dei vari strati delle pareti intestinali dell’ansa invaginata e di quella invaginante (Figura 10 A). L’ultrasonografia addominale è oramai considerata superiore alla radiografia nel rivelare le lesioni neoplastiche gastrointestinali in quanto essa permette di valutare lo spessore della parete, la conservazione o meno della sua normale stratificazione, la simmetria e l’estensione della lesione, la presenza o assenza della motilità gastrointestinale ed il possibile coinvolgimento linfatico o parenchimatoso regionale o sistemico (Rivers et al., 1997; Penninck, 1998). Tuttavia, esistono delle limitazioni. La sede può essere precisata solo se la neoplasia è localizzata nel duodeno prossimale o nel colon discendente. La precisa localizzazione a livello del tenue, usualmente, non è possibile (Penninck, 1995; Rivers et al., 1997). Il gas intraluminale o le ingesta, limitano gravemente la possibilità di evidenziare le lesioni espansive della mucosa quando essi sono disposti tra la sonda e le lesioni stesse. Il grado o la simmetria dell’ispessimento della parete non sono specifici di neoplasia né del tipo istologico di tumore. In genere, nelle lesioni benigne, anche di natura infiammatoria, Aspetti ecografici nelle occlusioni e subocclusioni 38 l’ecostruttura della parete è conservata mentre nelle neoplasie maligne essa sarà più o meno gravemente alterata (Penninck, 1995; Rivers et al., 1997). Comunque, per diagnosticare il tipo di lesione con certezza è, sempre necessaria una conferma istopatologica. Ecograficamente, l’adenocarcinoma appare come un tratto di ispessimento circonferenziale, asimmetrico, di aspetto eterogeneo, con perdita della stratificazione e della motilità (Penninck, 1995; Rivers et al., 1997; Penninck, 1998) . In alcuni casi è possibile evidenziare un aumento di spessore simmetrico di aspetto ipoecogeno omogeneo (Rivers et al., 1997; Mai, 2002). Le metastasi sono molto frequenti nei linfonodi loco-regionali, che a volte, assumono un caratteristico aspetto a bersaglio, con un bordo scarsamente ecogeno ed un centro iperecogeno (Penninck, 1998); si possono osservare anche metastasi epatiche. Il linfoma intestinale è invece caratterizzato da un ispessimento circonferenziale ipoecogeno, di solito regolare e simmetrico, a volte esteso a più anse, associato a perdita della normale stratificazione e assenza della motilità (Figura 11) (Penninck, 1995; Penninck, 1998; Mai, 2002). Nei casi più inveterati, la Aspetti ecografici nelle occlusioni e subocclusioni 39 lesione può assumere caratteri ecografici di tipo complesso (Figura 13 B) (Mai, 2002). Un’adenomegalia mesenterica, digiunale e/o colica marcata, accompagna di solito i linfomi del tratto intestinale (Figura 7 B) (Penninck, 1998; Mai, 2002). Il leiomiosarcoma ed il mastocitoma si caratterizzano per una crescita eccentrica e per l’aspetto eterogeneo, con presenza di focolai ipoecogeni di necrosi al centro della massa neoplastica (Penninck, 1998). 40 Parte sperimentale Materiali e Metodi 41 MATERIALI E METODI Lo studio è stato condotto effettuando una revisione degli esami ecografici dell’addome, nei gatti con sospetto clinico di occlusione o subocclusione intestinale, effettuati presso il Centro di Radiologia Veterinaria della Facoltà di Medicina Veterinaria di Napoli, dal Gennaio 2000 al Marzo 2003. Tutti gli esami ecografici sono stati effettuati con un apparecchio GE mod. Logiq MD400 equipaggiato con sonda Microconvex multifrequenza da 6.5 MHz e con sonda Lineare multifrequenza da 11 MHz. Sono stati inclusi nel campione tutti i gatti in cui era stata effettuata diagnosi ecografica di occlusione o subocclusione intestinale. In tutti i soggetti inclusi, l’esame ecografico è stato eseguito come prima scelta, in molti casi seguito dall’esame RX. In nessuno dei soggetti inclusi nel campione sono stati effettuati esami contrastografici. Materiali e Metodi 42 Per tutti i gatti inclusi, la diagnosi ecografica veniva successivamente confermata o esclusa mediante esecuzione di intervento chirurgico, di ago-aspirato, di biopsie, di esame autoptico o di controllo a distanza. Dei soggetti inclusi nel campione si registravano la razza, il sesso, l’età (Tabella n. 1) e si raccoglieva l’anamnesi, la sintomatologia prevalente e il sospetto clinico emesso al momento della visita (Tabella n. 2). Si registravano, infine, i caratteri ecografici principali della lesione (Tabella 3). Nei soggetti in cui l’esame ecografico era stato seguito da un esame radiografico dell’addome, si effettuava anche una valutazione qualitativa dei relativi radiogrammi, al fine di individuare la presenza di opacità riferibili a corpi estranei o masse addominali, di meteorismo compatibile con quadro occlusivo (diametro delle anse dilatate superiore a due volte l’altezza del corpo di L4), di effetto massa e, infine, di eventuali informazioni aggiuntive rispetto all’esame ecografico (Tabella 4). Per verificare la sensibilità, la specificità e l’accuratezza dell’esame ecografico, oltre ai soggetti con diagnosi confermata o Materiali e Metodi 43 esclusa da una delle procedure chirurgiche suddette, sono stati considerati tutti i gatti, riferiti nello stesso periodo e per i quali era stato richiesto l’esame ecografico, da solo o associato all’esame RX, per un sospetto clinico compatibile con sindrome occlusiva o subocclusiva intestinale ed in cui l’esame ecografico risultava negativo per presenza di occlusioni o subocclusioni e compatibile con gastroenteriti o peritoniti (Tabella n. 5); la negatività del reperto ecografico è stata confermata, a posteriori, dall’evoluzione clinica della patologia gastroenterica responsabile della sintomatologia. Infine, per stimare la prevalenza delle sindromi occlusive si è fatto riferimento alla popolazione felina complessiva pervenuta al Centro di Radiologia nel periodo considerato ed in quella riferita per una sospetta patologia a carico dell’apparato digerente (Tabella n. 6). Caso N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 ID 151-00 360-00 700-00 1088-00 1250-00 69-01 180-01 407-01 669-01 771-01 911-01 110-02 439-02 756-02 880-02 1184-02 1196-02 128-03 225-03 Razza Europeo SH Europeo SH Europeo SH Certosino Europeo SH Europeo LH Siamese Europeo SH Europeo SH Europeo SH Europeo SH Persiano Europeo SH Europeo SH Europeo SH Europeo SH Europeo SH Siamese Europeo SH Sesso Ms F M Fs M Ms M Ms M M M Ms F Fs M Fs F Ms F Anni 13 12 9 8 6 10 Mesi 6 4 2 3 6 5 6 2 2 10 1 11 13 6 3 Esame Eco Eco Eco + RX Eco + RX Eco + RX Eco + RX Eco + RX Eco + RX Eco Eco Eco + RX Eco Eco + RX Eco + RX Eco + RX Eco + RX Eco + RX Eco Eco Diagnosi Linfoma int. Neoplasia int (?) Fecaloma Linfoma int Falso + (linfoma) Linfoma int. Intuscepto CE (gomma) Intuscepto CE (filo cot.) CE (filo ago) Linfoma Falso + (CE) Fecaloma CE (oliva) Falso + (CE) Falso + (CE) Neoplasia int. (?) Linfoma int Tabella n. 1 – Segnalamento, tipo di esame eseguito e diagnosi definitiva nei soggetti con diagnosi ecografica di occlusione o subocclusione intestinale. 44 Caso N. 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 Vomito + + +/+ + +/++ ++ ++ ++ +/+ ++ +/+ ++ ++ + + Disoressia + +/+/+ + + - Anoressia + +/+/+ ++ + ++ + +/++ +/+ ++ ++ + + Stipsi. +/+/+ + +/+/+ + + +/+/+/+ + + + +/+/+/- Sospetto Clinico Sosp. Neoplasia Massa add. Massa add. Sosp. Neoplasia Sosp. C.E. Massa add. Sosp. fecaloma Sosp. fecaloma Sosp. occlusione Sosp. C.E. Sosp. C.E. (ago) Massa add. Sosp. C.E. Masse add. Sosp. fecaloma Sosp. C.E. Sosp. Invagin. o C.E. Massa add. Massa add. Diagnosi Linfoma int. Neoplasia int (?) Fecaloma Linfoma int Falso + (linfoma) Linfoma int. Intuscepto CE (gomma) Intuscepto CE (filo cot.) CE (filo ago) Linfoma Falso + (CE) Fecaloma CE (oliva) Falso + (CE) Falso + (CE) Neoplasia int. (?) Linfoma int Tabella n. 2 – Sintomatologia presente, sospetto clinico, al momento dell’accettazione presso il Centro di Radiologia, e diagnosi definitiva. 45 Caso N. 1 Ileo + Ascite - Linfoadenop. - 2 +/- ++ + 3 +/- - - 4 + - - 5 +/- ++ - 6 +/- + - 7 + + - 8 ++ - - 9 + - - 10 ++ - - 11 + - - 12 +/- - + 13 14 ++ +/- - - 15 + - - 16 17 ++ ++ + + 18 +/- - + 19 ++ - + Caratteri ecografici Diagnosi Ispessimento circonferenziale, ipoecogeno, con lume Linfoma int. eccentrico; peristalsi e ecostruttura assenti Ispessimento circonferenziale di tipo “complex”, con Neoplasia int (?) lume asimmetrico; peristalsi e ecostruttura assenti Grossa formazione, tubulare, a superficie iperriflettente Fecaloma con intenso cono d’ombra Ispessimento circonferenziale di tipo “complex”, con Linfoma int lume asimmetrico; peristalsi e ecostruttura assenti Ispessimento circonferenziale, ipoecogeno, con lume Falso + (linfoma) eccentrico; peristalsi e ecostruttura assenti Ispessimento circonferenziale, ipoecogeno, con lume Linfoma int. eccentrico; peristalsi e ecostruttura assenti Aspetto “a bersaglio” in trasversale, pluristratificato in Intuscepto longitudinale Formazione a superficie discretamente iperriflettente, CE (gomma) liscia, provvista di spigoli netti Aspetto “a bersaglio” in trasversale, pluristratificato in Intuscepto longitudinale Breve plissettatura “a fisarmonica” del tenue; C.E. non CE (filo cot.) visualizzato Plissettatura “a fisarmonica” del tenue; C.E. non CE (filo ago) visualizzato Ispessimento circonferenziale, ipoecogeno, con lume Linfoma eccentrico; peristalsi e ecostruttura assenti Agglomerato di formazioni iperriflettenti Falso + (CE) Grossa formazione, tubulare, a superficie iperriflettente Fecaloma con intenso cono d’ombra Superficie lievemente irregolare, curvilinea, CE (oliva) iperrifletente, con cono d’ombra e edema della parete Conglomerato di formazioni iperriflettenti Falso + (CE) Ispessimento segmentario parietale con irregolari Falso + (CE) piccole cisti endoparietali Ispessimento circonferenziale, ipoecogeno, con lume Neoplasia int. (?) eccentrico; peristalsi e ecostruttura assenti Ispessimento circonferenziale fusiforme, ecogeno; Linfoma int peristalsi e ecostruttura assenti Tabella n. 3 – Segni ecografici riscontrati e diagnosi definitiva. 46 Caso N. 1 2 3 Meteorismo n.d. n.d. +/- Effetto massa n.d. n.d. ++ 4 5 6 7 8 9 10 11 + +/+/+ n.d. n.d. + ++ n.d. n.d. - - 12 13 n.d. n.d. ++ - 14 15 + + ++ - 16 ++ - 17 ++ - 18 19 n.d. n.d. n.d. n.d. Valore aggiunto n.d. n.d. Malformazioni del rachide e del bacino secondarie a osteodistrofia giovanile Opacità a densità di tipo liquido con centro meteorico Esame inconsistente Esame inconsistente Esame inconsistente Esame dubbio Diagnosi Linfoma int. Neoplasia int (?) Fecaloma Linfoma int Falso + (linfoma) Linfoma int. Intuscepto CE (gomma) Intuscepto CE (filo cot.) CE (filo ago) n.d. n.d. CE (ago) localizzato in faringe. Esame dell’addome inconsistente n.d. Linfoma Presenza di piccole opacità compatibili con frammenti Falso + (CE) di ossa Malformazione del bacino in esito a pregressa frattura Fecaloma Non apprezzabili opacità compatibili con il quadro di CE (oliva) ileo Non apprezzabili opacità compatibili con il quadro di Falso + (CE) ileo Non apprezzabili opacità compatibili con il quadro di Falso + (CE) ileo n.d. Neoplasia int. (?) n.d. Linfoma int Tabella n. 4 – Segni radiografici riscontrati e diagnosi definitiva. 47 Risultati 48 RISULTATI Risultavano positivi all’esame ecografico e, quindi, inclusi nel campione, 19 gatti: 4 con occlusione intestinale da corpo estraneo - 2 lineari (filo di cotone), una gomma per cancellare, un nocciolo d’oliva -, 3 falsi positivi di corpi estranei – una gastroenterite, una peritonite, con lesione perforante di origine ignota a carico di un’ansa, ed un carcinoma intestinale poi incluso nel gruppo delle neoplasie (caso n. 13) -, 2 invaginamenti, 2 fecalomi, 6 neoplasie parietali intestinali (1 adenocarcinoma, 5 linfomi), 1 falso positivo di neoplasia duodenale – verosimilmente una flogosi risoltasi nei controlli successivi. In due gatti (casi nn. 2 e 18) con alterazione delle pareti intestinali compatibile con neoplasia, la lesione restava senza una diagnosi precisa in quanto gli ago-aspirati effettuati davano esito inconsistente e, in tutti e due i casi, i proprietari non davano il loro consenso né a ripetere il prelievo né ad eseguire autopsie sui soggetti, successivamente sottoposti ad eutanasia. Per il segnalamento dei soggetti inclusi nel campione si rimanda alla Tabella 1. Risultati 49 Per quanto riguarda la sintomatologia, solo nei due soggetti con fecaloma (casi nn. 3 e 14) ed in uno dei gatti con linfoma (caso n. 6) il vomito risultava occasionale, mentre nei restanti rappresentava uno dei sintomi principali. La disoressia era comune a tutti i soggetti con sub-occlusione mentre in quelli in cui il grado di occlusione era maggiore, si trasformava in vera anoressia. L’ileo, ecograficamente caratterizzato da distensione fluida segmentaria di anse intestinali con attività peristaltica aumentata e a carattere “pendolare”, risultava presente in gradi diversi in tutti i soggetti. La distensione delle anse, comunque, era sempre limitata. L’adenopatia dei linfonodi distrettuali risultava evidente solo in 5 casi: 2 linfomi (casi nn. 12 e 19), 2 sospette lesioni neoplastiche (casi nn. 2 e 18) ed una gastroenterite infettiva risultata falso positivo di corpo estraneo (caso n. 17). Non sono mai state evidenziate metastasi agli organi parenchimatosi addominali. Nei soggetti con corpo estraneo, la causa responsabile veniva individuata nei casi n. 8 (gommino per cancellare) e n. 15 Risultati 50 (nocciolo di oliva). Il gommino appariva ecograficamente come una formazione intraluminale di cui si percepiva la sezione quadrangolare, perché presentava degli spigoli, e una superficie liscia iperriflettente con cono d’ombra posteriore sporco (Figura 14). Il nocciolo di oliva appariva come una formazione intraluminale, a superficie curvilinea lievemente irregolare e iperecogena con cono d’ombra posteriore netto (Figura 8 A); la parete prossimale alla sonda, in corrispondenza del corpo estraneo, appariva moderatamente ispessita e con perdita della stratificazione. Nei due casi di corpo estraneo lineare (filo da cucito) l’aspetto plissettato delle anse ne suggeriva la presenza ma il corpo estraneo non veniva visualizzato direttamente (Figura 9 A). Il soggetto con adenocarcinoma veniva erroneamente riferito ad un’ occlusione da corpo estraneo per la presenza di un irregolare conglomerato di formazioni iperriflettenti intraluminali in prossimità della occlusione (Figura 16 A). Radiologicamente tali formazioni apparivano compatibili con frammenti di ossa (Figura 16 B). Risultati 51 Nelle restanti neoplasie intestinali, i casi nn. 1, 4, 6, 12 e 19 venivano tutti correttamente diagnosticati ecograficamente come lesioni eteroplastiche della parete. All’esame citologico e/o istologico risultavano tutti linfomi. Il loro aspetto ecografico era prevalentemente rappresentato da tratti di ispessimento circonferenziale ipoecogeno delle pareti, con lume più o meno eccentrico in cui la peristalsi risultava assente (Figura 7 B e 11). Nel caso n. 4 l’aspetto della lesione era caratterizzato da un ispessimento asimmetrico della parete, con ecostruttura di tipo “complex” (Figura 13 B). Nel caso n. 19 la lesione linfomatosa appariva fusiforme ed ecogena (Figura 15). Nel soggetto n. 5 si faceva diagnosi di sospetto linfoma duodenale sulla base dell’aspetto ecografico dell’organo che presentava parete ispessita, ipoecogena senza apprezzabile stratificazione. La lesione risultava risolversi nei controlli successivi. Nei casi nn. 2 e 18, sebbene il prelievo bioptico risultasse inconsistente per emettere una diagnosi citologica, l’aspetto ecografico con grave ispessimento della parete intestinale ad ecostruttura di tipo “complex” (caso n. 2) o di ispessimento circonferenziale Risultati 52 ipoecogeno (caso n. 18) rendeva la diagnosi di neoplasia della parete fortemente probabile e compatibile con linfoma, mastocitoma o leiomiosarcoma. I due casi di invaginamento ed i due di fecaloma venivano diagnosticati correttamente ecograficamente. In un soggetto (caso n. 16), la diagnosi ecografica di occlusione non veniva confermata chirurgicamente in quanto si evidenziava solo una lesione perforante della parete intestinale, con relativa reazione peritoneale infiammatoria, a livello del tratto intermedio del digiuno. L’intervento chirurgico, nel caso n. 17, chiariva la natura flogistica della patologia enterica sconfessando la diagnosi ecografica di occlusione intestinale. In 12 pazienti, oltre all’esame ecografico, è stato eseguito anche l’esame RX. Esso forniva informazioni aggiuntive rispetto all’ecografia nei due soggetti con fecaloma (casi nn. 3 e 14) (Figura 17 B), in uno dei soggetti con linfoma (caso n. 4) (Figura 13 A) e nel caso dell’adenocarcinoma (caso n. 13) (Figura 16 B ); in uno dei due gatti con corpo estraneo lineare Risultati 53 (caso n. 11), l’esame RX evidenziava la contemporanea presenza di un ago da cucito in sede faringea (Tabella n. 4) (Figura ). Confrontando i 19 soggetti inclusi nel campione con 20 gatti con sospetto clinico di sindrome occlusiva o subocclusiva intestinale risultati negativi all’esame ecografico, è risultato che l’esame ecografico possiede una buona sensibilità, un’ottima specificità ed una più che soddisfacente accuratezza (Tabella 5). Per quanto riguarda tutti i soggetti riferiti con sintomatologia di sospetta sindrome occlusiva, venivano inclusi complessivamente 92 soggetti per i cui dati si rimanda alla Tabella 6. La prevalenza delle sindromi occlusive e subocclusive risultava pari al 2,9% rispetto a tutta la popolazione felina riferita al Centro nel periodo Gennaio 2000- Marzo 2003. Tale percentuale si elevava considerando solo i 92 soggetti riferiti per esami del digerente ed in cui il vomito rappresentava uno dei sintomi (Tabella 6). Risultati 54 Tabella n. 5 – Sensibilità, Specificità ed Accuratezza dell’esame ecografico nella diagnosi delle patologie occlusive e subocclusive intestinali nel gatto. Diagnosi ecografica Positiva Negativa Totale Occlusioni-subocclusioni 16 0 16 Non occlusioni (Gastroenteriti-Peritoniti) 3 20 23 Totale 19 20 39 Sensibilità........................ Specificità........................ ............................... 100% Accuratezza .................... .............................. 92,3% 84% Tabella 6 – Totale della casistica considerata con le percentuali relative ai soggetti riferiti per esami del digerente (di cui a parte quelli con richiesta di esame ecografico) e della prevalenza delle patologie riscontrate nella popolazione felina riferita al Centro di Radiologia Veterinaria di Napoli. Totale dei gatti riferiti al Centro (Gennaio 2000-Marzo 2003) Totale dei gatti riferiti per esami del digerente (con vomito tra i sintomi) Totale dei gatti riferiti per il digerente con richiesta di esame ecografico Gastroenteriti e gastroenteropatie uremiche Neoplasie pancreas Pancreatiti Colangiopatie, calcoli biliari Patologie non correlate (FUS, piometra, lesioni espansive extraperitoneali, ecc.) Peritoniti Corpi estranei n 558 92 % su totale gatti % su totale digerente 16,5 66 71,7 18 3,2 19,6 2 6 2 20 0,4 1,1 0,4 3,6 2,2 6,5 2,2 21,7 2 4 0,4 0,7 3 6,1 Risultati 55 Intuscepto Fecalomi Neoplasie intestinali 2 2 8 0,4 0,4 1,4 3 3 12,1 Discussione 56 DISCUSSIONE I risultati del nostro studio, in accordo con un altro recente studio condotto nel cane (Meomartino et al., 2001), confermano la validità dell’approccio ecografico alla diagnosi delle sindromi occlusive e subocclusive intestinali anche nella specie felina. Infatti, è evidente che l’esame ecografico seppure provvisto di una buona sensibilità (la capacità di diagnosticare la patologia) è soprattutto dotato di un’assoluta specificità (la capacità di escludere la patologia) (Tabella 5). Questo aspetto ha importanti ricadute cliniche perché, tradotto in termini pratici, vuol dire che quando ecograficamente si esclude la sindrome occlusiva o subocclusiva è molto probabile che ciò corrisponda al vero. L’esame RX diretto, invece, si caratterizza per l’inconsistenza dei dati forniti quando il grado dell’ileo sia lieve e la causa dell’ostruzione di opacità sovrapponibile a quella dei fluidi o dei tessuti molli endoaddominali. Fra i segni ecografici aspecifici delle sindromi occlusive o subocclusive, l’ileo è stato sempre evidenziato ma è risultato di Discussione 57 scarsa entità nelle condizioni subocclusive derivanti da neoplasie delle pareti ad eccezione dei casi nn. 13 (adenocarcinoma) e 19 (linfoma). Comunque, anche nei soggetti in cui era maggiormente evidente, non raggiungeva mai il grado di distensione evidenziato in analoghe condizioni nel cane. Nel caso n. 19, per un tratto a monte della subocclusione, si evidenziava, oltre alla moderata distensione dell’ansa, anche un ispessimento dello strato muscolare, probabilmente di tipo compensatorio, determinato, cioè, dalla maggiore pressione necessaria per far procedere l’ingesta oltre la ristrettezza causata dalla neoplasia. L’evidenziazione della linfoadenopatia solo in soggetti con lesione neoplastica e in uno dei casi di falsi positivi (caso n. 17, gastroenterite) potrebbe significare che questo segno indiretto non sia compatibile tanto con la presenza di un corpo estraneo o di intuscepto ma piuttosto di patologie flogistiche o neoplastiche delle pareti intestinali. Il versamento è risultato evidente sia in un caso di invaginamento (caso n. 7) che in un caso di linfoma intestinale (caso n. 6) ed in Discussione 58 uno di sospetta neoplasia intestinale (caso n.2); allo stesso tempo, però, il versamento era apprezzabile sia nel caso di falso positivo di neoplasia intestinale (caso n.5) che in un caso di falso positivo di corpo estraneo (caso n. 17); in ambedue i casi si trattava di enteriti. Il versamento peritoneale rappresenta quindi un segno molto poco specifico per le sindromi occlusive o subocclusive. La diagnosi di corpo estraneo è stata emessa ecograficamente in 7 soggetti. In 4 casi su 7 (57%) (casi nn. 9, 10, 11, 15) la diagnosi ecografica è risultata confermata durante l’intervento chirurgico. Il corpo estraneo veniva visualizzato direttamente in due soggetti (casi nn. 8 e 15) mentre nei due soggetti con corpo estraneo lineare (casi nn. 10 e 11) la tipica plissettatura a “fisarmonica” del tenue era fortemente indicativa ma il corpo estraneo, probabilmente a causa della sua sottigliezza, non veniva visualizzato direttamente. La percentuale dei falsi positivi nel caso dei corpi estranei appare elevata (casi nn. 13, 16 e 17). In effetti analizzando questi tre casi di falsa positività, si evidenzia che nel caso n. 13 la presenza dell’occlusione veniva confermata dall’intervento, sebbene essa risultasse secondaria ad un Discussione 59 adenocarcinoma della mucosa, di piccole dimensioni ma che determinava una grave stenosi anulare di un’ansa del digiuno (Figura ); nel caso n. 16, in corso di intervento chirurgico si evidenziava, in associazione ad un quadro di ileo, una lesione perforante compatibile con un danno provocato da un corpo estraneo che però non veniva individuato; il caso n. 17, invece, può essere considerato l’unico vero falso positivo (scusate il bisticcio di parole) in quanto risultava affetto solo da una forma di grave gastroenterite probabilmente su base infettiva. In questo caso, probabilmente, la diagnosi ecografica è stata influenzata dall’insorgenza improvvisa della sintomatologia in un soggetto di giovane età (3 mesi) e dalle gravi alterazioni della mucosa, a tratti a carattere cistico, associate ad intenso ileo. Nei soggetti con diagnosi di sospetto corpo estraneo del nostro campione, l’esame radiografico, ad eccezione del caso n. 11 in cui era presente anche un ago da cucito nella regione faringea, forniva elementi sicuramente da riferire a ileo solo nel soggetto con adenocarcinoma (caso n. 13) e nei due soggetti risultati dei falsi positivi all’intervento chirurgico esplorativo (casi nn. 16 e 17). Discussione 60 Nei restanti casi, l’esame RX risultava inconsistente. Come si vede l’esame radiografico avrebbe fornito dati il più delle volte insufficienti. Anche nel gatto in cui si evidenziava la presenza di un ago nella regione faringea, l’esame RX dell’addome risultava assolutamente inconsistente (Figura ). Tutti e due i soggetti con intuscepto sono stati correttamente diagnosticati ecograficamente grazie ai quadri ultrasonografici assolutamente patognomonici. L’ecografia, infatti, evidenziava, nelle scansioni trasversali, il tipico aspetto a “bersaglio” (Figura ). L’esame radiografico (eseguito solo nel caso n. 7), per contro, appariva assolutamente inconsistente (Figura ). Questo conferma l’estrema sensibilità dell’esame ecografico per l’intuscepto, come già riportato da altri autori per il cane (Lamb e Mantis, 1998). I due soggetti con fecaloma risultano inclusi nel campione in quanto per ambedue veniva richiesto l’esame ecografico dell’addome per una sospetta massa occlusiva o subocclusiva. In genere, infatti, la radiografia è già di per sé utile alla diagnosi di fecaloma. Nel nostro caso, comunque, l’esame ecografico evidenziava la presenza di formazioni tubulari iper-riflettenti con Discussione 61 cono d’ombra posteriore, localizzati a livello del colon e correttamente interpretati come materiale fecale iperdenso (Figura ). In ambedue i casi, quindi, l’esame ecografico permetteva di fare diagnosi, però, l’esame RX, successivamente effettuato, confermava il suo maggiore valore diagnostico in quanto oltre a dare un quadro d’insieme sulle dimensioni e sul numero dei fecalomi, chiariva anche le cause alla base della patologia: malformazioni della pelvi secondarie a osteodistrofia giovanile nel caso n. 3 e ad esiti di frattura nel caso n. 14 (Figura ). Le neoplasie intestinali, nel nostro campione, rappresentano certamente il gruppo più significativo. I sospetti ammontano, infatti, al 42% (8/19) (casi nn. 1, 2, 4, 5, 6, 12, 18 e 19) senza considerare il caso n. 13, un adenocarcinoma, per il quale si sospettava piuttosto un’ostruzione secondaria a corpo estraneo. In cinque casi (nn. 1, 5, 6, 12 e 18), l’ecografia mostrava un tratto di anse del tenue con un ispessimento circonferenziale ipoecogeno con lume eccentrico. In altri due casi (nn. 2, 4), l’ispessimento parietale presentava caratteri ecografici di tipo “complex”, Discussione 62 essendo asimmetrico e ad ecogenicità mista. Infine, in un soggetto (caso n. 19), si aveva un ispessimento fusiforme ed ecogeno della parete intestinale. In tutti i casi, comunque, a carico dell’ansa interessata, si evidenziava la perdita della normale stratificazione parietale e della peristalsi. L’esame radiografico, eseguito in tre degli otto soggetti con sospetta neoplasia intestinale, non appariva consistente e solo in un caso (n. 4), evidenziava un’opacità a densità di tipo liquido con un centro meteorico (Figura ). Sulla scorta dell’esame istopatologico, la diagnosi fu di linfoma in 5 casi (nn. 1, 4, 6, 12 e 19) e di adenocarcinoma nel caso n. 13, che era stato diagnosticato ecograficamente come sospetta occlusione da corpo estraneo. A questo proposito, è da sottolineare che, nella nostra casistica, l’incidenza dei linfomi è risultata superiore a quella degli adenocarcinomi, con un rapporto di 5:1, contrariamente a quanto riportato da alcuni autori (Rivers et al., 1997; Morrison, 1998), ma in accordo a quanto riportato da altri (Penninck, 1998; Koppel, 2001). Discussione 63 In due gatti la lesione intestinale, ecograficamente compatibile con linfoma (caso n. 18) o con un linfoma, un mastocitoma o un leiomiosarcoma (caso n. 2), rimaneva indiagnosticata a causa della inconsistenza dei prelievi effettuati mediante ago-aspirato. La possibilità che il prelievo mediante ago-aspirato risulti inconsistente per vari motivi tecnici (scarsa cellularità, presenza esclusiva di emazie, citolisi, ecc.) è elevata in particolare quando la lesione presenta elevata complessità ecografica, in quanto aumentano le possibilità che il prelievo venga eseguito in una area occupata da necrosi o da reazione flogistica aspecifica. Nel caso n. 5 l’aspetto ecografico della lesione faceva emettere un sospetto di linfoma duodenale. Il proprietario, comunque, non accettava di far eseguire dei prelievi per cui si preferiva eseguire dei controlli a distanza che hanno evidenziato la progressiva risoluzione della lesione in seguito a terapia antibiotica e di sostegno. Per tale motivo questo falso positivo di lesione neoplastica intestinale va verosimilmente ascritto a una lesione flogistica del duodeno (probabilmente secondaria ad una pancreatite). Discussione 64 Da un punto di vista epidemiologico, è interessante notare come, su di una popolazione costituita da 558 gatti, solo il 16,5% (92 soggetti) veniva riferita al Centro di Radiologia per una sintomatologia in qualche modo riconducibile ad una patologia del digerente. Di questi soggetti poi, una cospicua fetta era costituita da patologie di altri apparati, in particolar modo il genito-urinario, che secondariamente determinano disturbi all’apparato digerente o sintomi quali il vomito erroneamente riferiti al digerente (ad es. piometra). Un altro dato interessante è l’elevata percentuale, 71,7% (66 su 92) (Tabella 6), dei soggetti riferiti al Centro con sospetta affezione del digerente per i quali veniva richiesto l’esame ecografico. Analizzando ulteriormente questa percentuale, abbiamo riscontrato un suo progressivo incremento a partire dal 2000 fino al 2003. È molto probabile, quindi, che questa percentuale sia destinata ad aumentare fino a raggiungere il 100% dei casi riferiti. L’esame ultrasonografico, perciò, grazie alla sempre maggiore esperienza degli ecografisti ed ai progressi tecnici in termini di risoluzione spaziale delle sonde, va Discussione 65 assumendo sempre più il ruolo di valida alternativa o di utile complemento all’esame radiografico per lo studio di sindromi occlusive o subocclusive. Conclusioni 66 CONCLUSIONI L’esame ecografico possiede una buona sensibilità ed un’ottima specificità nella diagnosi delle sindromi occlusive e subocclusive intestinali nel gatto, in accordo a quanto già rilevato in precedenza per la specie canina (Meomartino et al., 2001). In aggiunta, esso si conferma di semplice esecuzione, facilmente ripetibile nel tempo e in grado di fornire un valido supporto per l’esecuzione di prelievi bioptici. Bisogna, però, porre particolare attenzione al fatto che, oltre agli svantaggi normalmente legati all’esame ecografico del tubo digerente (fondamentalmente riferibili agli artefatti causati dal gas e dalle ingesta), il maggior limite dell’esame ecografico è rappresentato dalla sua dipendenza dall’operatore: un operatore di esperienza limitata può assumere da un esame ecografico poche o errate informazioni. In conclusione, la semplicità di esecuzione, in presenza di un operatore di adeguata esperienza, rendono l’esame ecografico affidabile ed estremamente specifico per la diagnosi di occlusioni o subocclusioni intestinali nel gatto. Per questo, l’esame Conclusioni 67 ecografico può essere considerato come esame di prima scelta nel percorso diagnostico delle sindromi occlusive e subocclusive, riservando all’esame radiografico diretto dell’addome il ruolo di eventuale utile complemento; l’esame radiografico contrastografico verrà utilizzato solo nei casi in cui il reperto permane dubbio. Immagini 68 TAVOLE DELLE IMMAGINI Immagini 69 FIGURA N. 1 - Disegno schematico dell’intestino del cane e del gatto (modificato da Popesko “Atlante di anatomia topografica degli animali domestici”, vol. 2, 1980). 1) Stomaco; 2) Parte craniale duodenale; 3) Flessura craniale duodenale; 4) Flessura caudale duodenale; 5) Flessura duodeno-digiunale; 6) Digiuno; 7) Ileo; 8) Cieco; 9) Colon ascendente; 10) Colon traverso; 11) Colon discendente; 12) Retto; 13) Legamento duodeno-colico; 14) Legamento ileo-cecale; 15) Grande mesentere; 16) Arteria mesenterica craniale; 17) Arteria ileo-colica; 18) Arteria colica destra; 19) Arteria colica sinistra; 20) Arteria mesenterica caudale; 21) Arteria emorroidaria craniale; 22) Arterie digiunali; 23) Linfonodi meseraici. Immagini 70 FIGURA N. 2 - Rappresentazione schematica delle possibilità eziopatogenetiche alla base delle sindromi occlusive e subocclusive intestinali (modificato da Bojrab “Le Basi Patogenetiche Delle Malattie Chirurgiche Nei Piccoli Animali”, 2001 ) Immagini 71 FIGURA N. 3 - Valutazione RX dell’ileo. Nel gatto normale, il diametro massimo di un’ansa intestinale meteorica (segmento AB) non deve superare i 12 mm o il doppio dell’altezza della porzione centrale del corpo di L4 (segmento CD) (McNeel e Riedesel, 1998). Immagini 72 FIGURA N. 4 - Corpo estraneo radiopaco. Caso n. 11. Europeo, maschio intero, 5 mesi (ago da cucito). Esame Rx in proiezione L-L della regione faringea e dell’esofago cervicale eseguito su soggetto sveglio (la testa è ruotata rispetto al tronco). È evidente un corpo estraneo iperdenso e rettilineo (ago da cucito) a livello della regione retrobuccale e faringea (vedi anche Figura 9). Immagini 73 FIGURA N. 5 - Rappresentazione schematica dell’ecostruttura del tubo digerente addominale. A partire dall’interfaccia iperecogena tra mucosa e lume, si individuano: la mucosa ipoecogena, la sottomucosa iperecogena, la muscolare ipoecogena ed, infine, la sierosa iperecogena. Tale struttura si ripete in tutti i tratti del tubo digerente addominale cambiando soltanto lo spessore relativo dei diversi strati e la presenza o meno di pliche. Immagini 74 FIGURA N. 6 – Aspetti ecografici dei diversi tratti del tubo digerente addominale. (s = sierosa; mu = muscolare; sm = sottomucosa; m = mucosa; l = lume). A - Parete dello stomaco. Lo strato mucoso e quello muscolare appaiono ambedue molto sviluppati. È evidente, inoltre, una plica della mucosa (*). B - Parete dell’intestino tenue. Lo strato mucoso è marcatamente più spesso dei restanti strati. C - Parete del colon. La parete del colon presenta uno spessore ridotto rispetto a quella del tenue soprattutto in conseguenza della sottigliezza dello strato mucoso. Immagini 75 FIGURA N. 7 – Principali segni ecografici dell’occlusione o subocclusione intestinale A – Dilatazione del tenue. Caso n. 10. Europeo, maschio intero, 6 mesi (Corpo estraneo lineare). L’ileo, ecograficamente, si caratterizza per la presenza di anse intestinali dilatate da materiale fluido ipo-anecogeno, come quella visualizzata in scansione trasversale (a) in questa immagine. Durante la visualizzazione in tempo reale, inoltre, si evidenzia un’attività peristaltica caratterizzata da frequenti contrazioni di scarsa potenza in grado di imprimere solo dei movimenti di va e vieni al materiale fluido endoluminale (“movimenti pendolari”). B – Linfoadenopatia regionale. Caso n. 12. Persiano, maschio castrato, 6 anni (Linfoma intestinale). In questa scansione trasversale, accanto ad un’ansa del tenue con parete ispessita ed ipoecogena (frecce bianche) e lume asimmetrico (l), si nota una formazione ovalare ecogena riferibile ad un linfonodo meseraico (linea bianca tratteggiata). C – Versamento peritoneale. Caso n. 7. Siamese, maschio intero, 4 mesi (Intuscepto). In questo soggetto, oltre all’intuscepto (frecce bianche), è evidente anche una falda fluida peritoneale (F) (vedi anche Figura n. 10). Immagini 76 FIGURA N. 8 - Caso n. 15. Europeo, maschio intero, 10 anni (Corpo Estraneo). A - In questa scansione longitudinale di un’ansa del tenue si evidenzia un corpo estraneo (CE) caratterizzato da una superficie iperriflettente curvilinea, dal contorno lievemente irregolare, e con cono d’ombra posteriore (frecce). A monte dell’occlusione (a sinistra del corpo estraneo) è presente la dilatazione fluida del lume dell’ansa (L). Si noti, infine, in corrispondenza del corpo estraneo, l’ispessimento della parete intestinale (P) secondario ad edema. B - Aspetto intraoperatorio dell’ansa sede dell’occlusione: è evidente il rigonfiamento dell’ansa in corrispondenza del corpo estraneo (CE) e l’intensa flogosi del tratto a monte dell’occlusione (frecce). Nel riquadro è visualizzato il corpo estraneo che risultò trattarsi di un nocciolo di oliva Immagini 77 FIGURA N. 9 - Caso n. 11. Europeo, maschio intero, 5 mesi (Corpo estraneo lineare). A - All’esame ecografico si evidenziano, in scansione longitudinale, alcune anse del tenue la cui disposizione plissettata “a fisarmonica” è una caratteristica espressione della presenza di un corpo estraneo lineare, sebbene questo non sia direttamente visualizzato B - L’esame RX dell’addome in proiezione L-L dello stesso soggetto dimostra la scarsa consistenza del reperto con un quadro occlusivo o subocclusivo. Immagini 78 FIGURA N. 10 - Caso n. 7. Siamese, maschio intero, 4 mesi (Intuscepto). A - La scansione trasversale dell’ansa invaginata dimostra l’aspetto “a bersaglio”, patognomonico di questa lesione occlusiva intestinale. L’aspetto ad anelli concentrici multipli è dovuto alla sovrapposizione dei vari strati delle pareti dell’ansa intuscepta e di quella intussuscipiente. L’area iperecogena indicata dalla freccia rappresenta il grasso mesenterico dell’ansa invaginata. B - Esame RX in proiezione L-L dell’addome. L’esame risulta scarsamente consistente con una sospetta occlusione intestinale in quanto non sono evidenti i segni radiografici dell’ileo ma, piuttosto, si apprezza una diffusa riduzione del dettaglio anatomico causato dalla presenza di un versamento peritoneale (vedi anche Figura 7 C). Immagini 79 FIGURA N. 11 - Caso n. 1. Europeo, maschio castrato, 13 anni (Linfoma intestinale). In scansione longitudinale, l’ansa del tenue patologica presenta un ispessimento circonferenziale, ipoecogeno ed asimmetrico della parete intestinale (P) in cui non è più apprezzabile la normale ecostruttura stratificata; il lume (L) iperecogeno appare eccentrico e di irregolare ampiezza. Immagini 80 FIGURA N. 12 - Caso n. 5. Siamese, maschio castrato, 11 anni (Falso positivo di neoplasia duodenale). In scansione trasversale, il duodeno presenta un ispessimento ipoecogeno e asimmetrico della parete (P), con scomparsa della normale ecostruttura stratificata, e lume (L) irregolare ed eccentrico. Per tale aspetto ecografico si emise diagnosi di sospetta neoplasia intestinale. Medialmente al duodeno, il lobo pancreatico destro appare ingrandito ed ipoecogeno (linea tratteggiata). Nei successivi controlli la lesione duodenale si risolse ed anche il pancreas riprese le sue normali caratteristiche. Per questo la diagnosi finale risultò compatibile con una flogosi duodenale secondaria a pancreatite. Immagini 81 FIGURA N. 13 - Caso n. 4. Certosino, femmina sterilizzata, anni 8 (Linfoma intestinale). A - Esame RX in proiezione L-L dell’addome. E’ evidente una opacità rotondeggiante, con effetto massa, a densità di tipo liquido (frecce nere) e con un centro meteorico (frecce bianche) di cui è difficile identificare l’organo o l’apparato di origine. B - Ecograficamente si chiarisce che la formazione espansiva è in diretta continuità con le anse del tenue. In scansione trasversale, l’ansa intestinale patologica presenta un marcato ed asimmetrico ispessimento della parete (linea tratteggiata) ad ecogenicità mista, di tipo “complex”: si noti, infatti la contemporanea presenza di aree iperecogene e ipoecogene nello spessore della parete e la perdita della sua stratificazione. Il lume intestinale (L) appare decentrato. Immagini 82 FIGURA N. 14 - Caso n. 8. Europeo maschio castrato, 2 anni. Corpo estraneo (gomma per cancellare). In questa scansione trasversale, il corpo estraneo (CE) situato distalmente alla parete intestinale (linea tratteggiata) presenta superficie liscia iperecogena con un evidente angolo retto che testimonia la sua sezione geometrica rettangolare. Il corpo estraneo presenta proprietà acustiche tali da permettere la formazione di un certo numero di echi nel suo ambito. Posteriormente è, comunque, evidente un cono d’ombra (frecce). Immagini 83 FIGURA N. 15 - Caso n. 19. Europeo, femmina intera, 13 anni (Linfoma intestinale). Un ansa intestinale presenta un aspetto fusiforme dovuto all’ispessimento circonferenziale, simmetrico ed ecogeno della parete (P). Il lume intestinale (L) appare come una sottile linea iperecogena. Dorsalmente all’ansa patologica si può vedere il rene sinistro (R). Immagini 84 FIGURA N. 16 - Caso n. 13. Europeo, femmina intera, 2 anni. Adenocarcinoma intestinale. A - L’esame ecografico evidenzia la presenza anse dilatate da materiale fluido (F) e di un’irregolare agglomerato intraluminale di formazioni iperriflettenti (I), interpretato come un corpo estraneo. B - Anche l’esame RX dell’addome, in proiezione L-L, confermava la presenza dell’ileo; inoltre, l’evidenza di opacità compatibili con frammenti di ossa, supportava la diagnosi ecografica di occlusione da corpo estraneo. (continua nella tavola successiva) Immagini 85 (continua Figura 16) C - L’intervento chirurgico conferma la presenza dell’ileo, come si può notare dall’immagine dove si vede la notevole dilatazione dell’intestino a monte dell’occlusione. D - L’apertura dell’ansa interessata dimostra, però, che l’occlusione non era secondaria alla presenza di un corpo estraneo ma di una lesione annulare stenosante della parete che, al successivo esame istologico, risultava un adenocarcinoma. Immagini 86 A - L’esame ecografico dell’addome evidenzia il colon fortemente dilatato da materiale fecale discretamente iperecogeno (FE) e con un’ampia ombra acustica posteriore, indiretto indice del grado di disidratazione del fecaloma. Si noti la sottigliezza della parete del colon (p). B - L’esame Rx, in proiezione V-D dell’addome dello stesso soggetto, oltre a confermare la diagnosi ecografica di fecaloma (frecce), chiarisce la causa alla base della patologia, dimostrando la presenza di una notevole riduzione del canale pelvico in esito a pregressa frattura del bacino (notare l’asimmetrico attacco delle ali dell’ileo e la diversa ampiezza dei fori otturati). Bibliografia 83 BIBLIOGRAFIA 1. August J. R.: Gasrointestinal Disorders of the cat. Vet. Clin. North Am. Small Anim. Pract. (1983) 13 (3):585-597. 2. Bellenger C. R., Archibald J.: Small intestine in Archibald J. and Catcott E. 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