Spondilite anchilosante: sintomi, diagnosi e cure

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Spondilite anchilosante: sintomi, diagnosi e cure
La spondilite anchilosante è una malattia cronica spesso grave e invalidante, che colpisce molte persone,
in prevalenza uomini. I sintomi iniziano solitamente prima dei 40 anni fino ad evolvere progressivamente.
1. Definizione
2. Spondiloartrite assiale
3. Spondiloartrite periferica
4. Fattori di rischio
1. In gravidanza
5. Sintomi
6. Diagnosi
1. Criteri di Amor
2. Analisi del sangue
3. Diagnosi radiologica
4. RMN
5. Ecografia e Tac
7. Cure
1. Trattamento
8. Complicazioni
Definizione
La spondilite è un reumatismo infiammatorio cronico che colpisce principalmente la colonna vertebrale e le
articolazioni sacro iliache, o anche le articolazioni degli arti. Episodi di artrite infiammatoria dei tendini e dei
legamenti possono essere anche legati a questa patologia. Le spondilopatie sono solite provocare dolori
che irradiano molte articolazioni, mentre la spondilite anchilosante colpisce esclusivamente le cellule della
colonna vertebrale e del bacino, o in alcuni casi anche le articolazioni periferiche (artriti) e tendini (entesi)
Essa evolve sotto forma di dolori che si interrompono in alcuni periodi e che poi possono evolvere e
diventare disabilitanti con il tempo.
Spondiloartrite assiale
Si parla di un coinvolgimento della zona assiale quando le lesioni si localizzano a livello della colonna
vertebrale, del bacino o del torace, a livello di tutta la colonna, sia a livello del rachide cervicale, che del
rachide lombare. La spondiloartrite anchilosante colpisce le articolazioni del bacino, situate a livello dei
glutei, tra l'osso sacro e l’osso iliaco. L’artrosi sacro iliaca si traduce spesso con dolori infiammatori che
partono dal bacino e dai glutei e si irradiano fino alla zona posteriore della coscia, confondendosi con i
dolori provocati da una sciatica. La cassa toracica può essere coinvolta attraverso le articolazioni sterno
costali, che causano dolori nella zona della parete anteriore del torace, compromettendo anche la piena
capacità respiratoria, che in questi casi viene diminuita.
Spondiloartrite periferica
La spondiloartrite periferica colpisce tutte le altre articolazioni degli arti inferiori e superiori. Essa si presenta
in circa il 60% dei pazienti che soffrono di spondiloartrite anchilosante ed è rivelatrice, in circa il 30%, di una
patologia soggiacente. La più frequente forma di spondiloartrite periferica è quella dell’anca, che comporta
dei dolori inguinali o crurali (la parte anteriore della coscia), ma anche articolazioni come ginocchio, dita e
piedi possono essere colpite. L’infiammazione può colpire ugualmente le entesi, spazio in cui tendini e
legamenti si inseriscono nell’osso, provocando dei dolori quando si pressa. Tutti i tendini possono essere
colpiti, ma il classico caso è quello del tendine d’Achille, che provoca dolore a livello del tallone, chiamato
talalgia, e si alterna su due lati.
Fattori di rischio
La spondilartrite anchilosante è una tra le prime infiammazioni reumatiche croniche, che colpisce tra lo 0.1
e lo 0.2% della popolazione, in prevalenza uomini. Nove malati su dieci che soffrono di spondiloartrite
anchilosante, portano una compatibilità con il gene HLA B27, fattore che non aggrava la malattia.
In gravidanza
Non si riscontrano sviluppi anomali dello stato di gravidanza in donne affette da spondiloartrite
anchilosante. La percentuale di aborti spontanei, malformazioni o parto prematuro sono identiche a quelle
della popolazione generale, mentre le conseguenze dell’evoluzione della spondiloartrite anchilosante sulla
gravidanza sono variabili. La malattia può aggravarsi o migliorare, oppure non subire variazioni. In caso di
diagnosi di una gravidanza in corso, la donna che presenta una spondiloartrite anchilosante è dovuta a
consultare il medico al fine di assicurare la necessità di proseguire o interrompere alcuni trattamenti
terapeutici.
Sintomi
La spondiloartrite anchilosante inizia già in età giovane e la sua evoluzione vede l’aggravarsi dei sintomi:
dolori a livello della colonna vertebrale, sia a livello dorsale che lombari, aumentando nei periodi di riposo e
diminuendo durante l’esercizio fisico. Dolori di tipo infiammatorio, possono risvegliarsi durante la notte e
spesso sono forti la mattina quando ci si sveglia e regrediscono progressivamente durante la giornata. I
dolori colpiscono anche il livello dei glutei, con le stesse caratteristiche di quelli del dorso. Le manifestazioni
sintomatiche della spondiloartrite anchilosante prevedono anche rigidità delle articolazioni, dolori al tallone,
e uveite dell’occhio, che vede una diminuzione e dolore dell’acuità visiva. Si sviluppa con attacchi, che si
irradiano e una diminuzione della mobilità della schiena, che può colpire anche alcuni organi come occhi,
pelle, cuore, polmoni o intestino. Tra gli altri sintomi, stanchezza, dimagrimento, anoressia e sudori
notturni.
Diagnosi
Per diagnosticare la spondiloartrite anchilosante, il medico procederà dapprima ad un interrogatorio, poi ad
esami clinici, con lo scopo di determinare l’origine di questi dolori. A conferma della diagnosi, vengono
effettuati esami di radiografia, della colonna e del bacino; una risonanza magnetica e una scintigrafia
ossea. Per ricercare i marcatori di un’infiammazione, può essere effettuato anche un prelievo di sangue.
Criteri di Amor
Questi criteri scientifici consentono di evocare la diagnosi della spondiloartrite anchilosante se il risultato
ottenuto è superiore o uguale a 6. Questa griglia valutativa dà ad ogni criterio valutato un punto da 1 a 3.
Tra i criteri sono valutati i dolori notturni e mattutini a livello lombare e dorsale (1 punto), ai glutei (uni o
bilaterali, 2 punti), dolori nel movimento del gluteo (2 punti), oligoartrite asimmetrica (patologia
infiammatoria di 2 o 3 articolazioni, 2 punti), dattilite (ingrossamento delle dita della mano o del piede, 2
punti), dolore al tallone o entesite (dolore all’inserimento di un tendine, 2 punti), irite (2 punti), uretrite non
coccigea o cervicite nel mese precedente alla comparsa dell’artrite (1 punto), diarrea nel mese precedente
l’episodio d’artrite (1 punto), psoriasi, balanite, colite ulcerosa o malattia di Crohn (2 punti). A livello di
reperti radiologici: sacroileite (stadio 3) o bilaterale (stadio 2) 3 punti; presenza antigene B27 e antecedenti
familiari, 2 punti.
Analisi del sangue
Dagli esami del sangue può essere rilevata la presenza del gene HLA B27 è un elemento di diagnosi
importante di questa patologia e può costituire il valore diagnostico di alcuni casi atipici. Come già
accennato, la sua presenza non è un fattore determinante la gravità della malattia. Un aumento della
velocità di sedimentazione o della PCR non è constatato in caso di spondiloartrite anchilosante, mentre
un’anemia e un aumento delle fosforatasi alcaline (in casi gravi) possono essere rilevate. Il bilancio
immunologico resta negativo.
Diagnosi radiologica
Lesioni delle articolazioni sacroiliache e della colonna vertebrale evocano la presenza di una spondilite
anchilosante. I segni radiologici appaiono da 2 parti in maniera più o meno simmetrica, ma possono
apparire da una sola parte all’inizio della malattia. La diagnosi viene fatta basandosi sul contorno oscurato
dell’articolazione sacroiliaca, l’ossificazione, l’apparizione di un ponte osseo tra le due estremità
dell’articolazione, che comporta la perdita dello spazio articolare. La situazione della colonna vertebrale
consente di visualizzare le zone erosive e le zone in ricostruzione ossea. La mutazione progressiva rende
la forma delle vertebre quadrata. Ossificazioni site a livello dei dischi in direzione verticale verso l’alto e il
basso, caratterizzano la malattia. Presente all’inizio della malattia in più del 50% dei casi, provoca una
distruzione dell’articolazione che comporta una fusione ossea. La radiografia del calcagno mostra
ispessimento e addensamento della superficie posteriore dell'osso calcagno, il tallone del piede, che
rappresenta la parte più importante del piede. Altre radiografie possono riguardare il bacino, il ginocchio e
le anche.
RMN
La risonanza magnetica consente di effettuare una diagnosi precoce della malattia prima dell’apparizione
dei segnali radiologici caratteristici, i quali possono essere visibili 1 o 2 anni più tardi.
Ecografia e Tac
Consente di determinare con precisione l’origine di alcuni dolori mentre la tac consente di identificare le
lesioni poco chiare della radiografia.
Cure
Non esiste una terapia capace di combattere la spondiloartrite anchilosante. I sintomi sono alleviati con
antinfiammatori e farmaci capaci di combattere gli attacchi, come anche infiltrazioni di corticoidi, in caso di
articolazioni troppo dolorose (soluzione poco efficace). In casi gravi, possono essere somministrate
molecole a lungo corso come il metotrexato, sulfasalazina, sali d’ordo, bioterapia e anti TNF alpha,
talidomide. In parallelo delle sedute di fisioterapia possono migliorare i sintomi e favorire la lotta contro
l’espansione. L’obiettivo del trattamento terapeutico è quello di ridurre o prevenire le diverse manifestazioni
della spondiloartrite anchilosante, le quali possono provocare delle complicazioni.
Trattamento
Esistono tre tipi di trattamento della spondiloartrite anchilosante: locale, fisico e chirurgico. Quello locale
prevede infiltrazioni di corticoidi o di prodotti chimici o radioattivi, nell’articolazione interessata; quelli fisici
consentono di prevenire le deformazioni della colonna, quindi fisioterapia vertebrale e respiratoria viene
prescritta e consigliata assieme all’esercizio fisico quotidiano. Viene raccomandata una posizione supina
volta sulla schiena e l’uso di corsetti o di strutture con stecche atte a ridurre atteggiamenti posturali di cifosi
dorsale. Anche ortosi plantari possono essere indicate in caso di talalgia. Infine, per quanto riguarda il
trattamento chirurgico viene contemplato in caso la patologia modifica in modo sostanziale il decorso
quotidiano della vita del paziente. In altre parole in casi molto gravi, quando i dolori colpiscono il tallone o
quando l’infiammazione resta tale permanentemente, senza discontinuità malgrado i trattamenti. La
decisione di un intervento è presa in maniera collettiva dal reumatologo, dal fisioterapista, dal chirurgo e dal
medico curante che optano tra i diversi tipi di intervento: artroplastica, protesi totale dell’anca, osteotomia
vertebrale.
Complicazioni
Oltre le manifestazioni sintomatiche riguardanti le articolazioni, molti altri organi possono essere colpiti
come pelle, occhio, intestino e polmoni, che sono i più colpiti. La spondilite anchilosante può evolvere in
varie sintomatologie basate sulle complicazioni della patologia stessa: un’anchilosi provocata
dall’ossificazione dei legamenti e delle articolazioni situate attorno alle vertebre; perdita della flessibilità
della colonna, rigidità, posizione scorretta, tendenza alla flessione del dorso in avanti; fratture delle vertebre
e lesioni delle cartilagini, date dall’infiammazione e dall’attitudine ad una cattiva posizione (come la
retrazione dei tendini a livello delle dita dei piedi e delle mani). Psoriasi, uveite, che provoca dolori e
fotofobia; sintomi intestinali quali diarrea o disturbi del transito intestinale; battito cardiaco iregolare,
insufficienza aortica; problemi respiratori.
Foto: © alila / 123RF
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