Tumore dell’endometrio (corpo dell’utero) Il carcinoma dell’endometrio o tumore del corpo dell’utero è la neoplasia ginecologica più frequente e risulta infatti il quarto cancro in assoluto più comune nelle donne occidentali, dopo quello della mammella, polmone e del colon, con un tasso di mortalità del 3,3% fra i decessi per neoplasia. Ogni anno in Italia si registrano circa 7.700 nuovi casi. Si manifesta principalmente in post-menopausa, ma il 15-20% dei casi riguarda donne in pre menopausa e nel 2% donne al di sotto dei quaranta anni. L’incidenza e la mortalità di tale neoplasia sono in aumento. Sintomi e diagnosi Il tumore dell’endometrio è nella maggior parte dei casi diagnosticato precocemente per la caratteristica della sua sintomatologia.. Infatti nel 90% dei casi esordisce con perdite ematiche in menopausa, o con un sanguinamento inatteso rispetto al flusso mestruale in una donna in età riproduttiva. Per cui la presenza di sanguinamenti atipici non deve essere trascurata. Nelle fasi avanzate della malattia si possono manifestare sintomi come: dolore pelvico, addominale, lombosacrale o dei glutei, difficoltà respiratoria, dolore osseo, nausea e vomito, perdite vaginali maleodoranti (leucoxantorrea) La presenza di edema degli arti inferiori, a livello inguinale o della vagina. è dovuto all’interessamento linfonodale della malattia La diagnosi del tumore dell’endometrio si esplica mediante esami radiologici specifici come: l’ecoflussimetria pelvica transvaginale, l’isteroscopia, l’esame della cavità uterina, la risonanza magnetica; ed esami del tessuto prelevato: citologici ed istologici . Terapia La chirurgia per il carcinoma dell’endometrio è di primaria importanza sia al fine della stadiazione( classificazione del tumore a fini terapeutici e prognostici) che terapeutica. Il tipo di chirurgia va modulato in base alla diffusione e allo stadio della patologia. Attualmente il gold standard e cioè la metodica più utilizzata è rappresentato dalla tecnica laparoscopica, che consente una riduzione delle complicanze intra e post-operatorie e offre una migliore qualità di vita a breve termine delle pazienti. La laparotomia attualmente non è indicata in caso di un utero così voluminoso da non poter essere estratto integro per via vaginale, o in caso di malattia diffusa . Difatti studi recenti hanno mostrato come l’approccio chirurgico laparoscopico rispetto quello laparotomico risultino sovrapponibili sia in termini di adeguatezza della resezione chirurgica sia in termini di numero di linfonodi asportabili. A completamento della chirurgia, in base alla stadiazione della neoplasia, può seguire la radioterapia. Successivamente, per i primi due anni, la paziente sarà seguita con controlli periodici ( ogni 3-4 mesi) in cui sono previsti visite ginecologiche, esami del sangue, esami specialistici ed esami radiologici volti ad identificare precocemente una ripresa della malattia. Dal terzo al quinto anno i controlli saranno più diradati e quindi semestrali prevedendo gli esami precedentemente indicati. Dopo il quinto anno, il follow -up provvederà controlli annuali .