Caso di POTS trattata con ivabradina
E. Grifoni° – D. Frongillo° – E. Bagaglini* – G. Pietravalle°
° U.O.C.Cardiologia-UTIC – Ospedale San Sebastiano Martire – Frascati
* Neurologia - U.O.C. Pronto Soccorso – Ospedale San Sebastiano Martire - Frascati
Paziente di anni 60, di sesso femminile, giunge al nostro Ambulatorio per la Sincope
indirizzata dall’ambulatorio di neurologia, dove la signora si era rivolta per una
sintomatologia insorta da circa 2 anni, più accentuata nella stagione estiva,
caratterizzata da astenia con frequenti disturbi del visus e tremori, in assenza di episodi
sincopali, ma con impossibilità ad effettuare le normali occupazioni di vita quotidiana. La
paziente riferiva anche palpitazioni ritmiche, ad insorgenza non improvvisa, della durata
di diverse ore. All’anamnesi era presente esclusivamente una tireopatia nodulare ma
con normali valori degli ormoni tiroidei, così come risultavano nella norma gli esami
ematochimici di routine. Dal punto di vista neurologico non erano state riscontrate
anomalie degne di nota, a parte uno stato ansioso reattivo per cui assumeva terapia
con blandi ansiolitici (Halcion - triazolam); aveva inoltre gà effettuato ECG,
Ecocardiogramma Doppler e monitoraggio Holter della pressione arteriosa risultati nella
norma. Un ECG Holter 24 ore aveva invece evidenziato una FC basale normale (72
bpm; FC diurna 77 bpm; FC media notturna 66 bpm), ma con frequenti picchi di
tachicardia diurna fino ad un max di 122 bpm.
Presso il nostro ambulatorio la paziente presentava un esame obiettivo cardiologico
nella norma, all’ECG di base una FC elevata (100 bpm) con morfologia nei limiti della
norma, mentre alla valutazione della pressione arteriosa in ortostatismo si notava un
incremento della FC da 100 a 120 bpm con discesa della PA da 150/80 mmHg a 130/70
mmHg e con comparsa di sintomatologia caratterizzata da vertigini, astenia e
palpitazioni, regredita dopo posizionamento in clinostatismo. Nel sospetto di una POTS
la paziente veniva sottoposta a Tilt test in ortostatismo passivo per 45 minuti da cui si
evidenziava che la FC aumentava da 104 bpm a 125 bpm nei primi 5 minuti di
ortostatismo per poi stabilizzarsi intorno a 100 bpm, mentre la PA non mostrava
alterazioni di rilievo. Sulla base di questo esame veniva fatta diagnosi di POTS (postural
orthostatic tachycardia syndrome) e si decideva di iniziare terapia con Ivabradina,
dapprima alla dose di 5 mg bid e dopo 2 settimane, vista la persistenza di palpitazioni e
della sintomatologia astenica, al dosaggio di 7,5 mg bid. Al controllo dopo 2 mesi la
paziente riferiva notevole miglioramento della sintomatologia, con scomparsa delle
palpitazioni e dell’astenia e ritorno alle normali occupazioni della vita quotidiana. Veniva
ripetuto un tilt test in terapia che evidenziava normale comportamento di PA e FC, in
assenza di sintomatologia di rilievo.