“NEL COLORE” DI ZACCARIA CREMASCHI PB da mercoledì 16 a gioved’ 31 dicembre Carpe Diem Carpe Diem 1 DICEMBRE 2016 * ANNO 17 * N. 6 DAL 3 DICEMBRE AL 31 DICEMBRE DA MARTEDI A VENERDI 15-19 SABATO E FESTIVI 10-12 - 15-19 Il Volontariato in Bergamo Il valore della cultura “Noi possiamo quel che sappiamo” Francis Bacon FONDATO NEL 1914 Cultura per passione BENEMERENZA CITTÀ DI BERGAMO 2014 Gli ultimi mesi di questo 2016 sono stati caratterizzati, per l’Associazionismo Culturale bergamasco, da due notizie che meritano di essere ricordate. La prima è stata la programmazione della XIVa. edizione di “BergamoScienza”, Festival della cultura di valenza nazionale nato per rilanciare la divulgazione scientifica che, si legge sul Corriere della Sera, purtroppo “... sta subendo chiaramente un progressivo declino”. La seconda è quella della cessazione dell’attività del “Club Quarenghi”, un sodalizio da anni attivo nell’organizzare e proporre a soci, amici, simpatizzanti e cittadini tutti, cultura a vasto raggio, visite guidate sul territorio e momenti ricreativi tendenti alla socializzazione. Da un lato “BergamoScienza” che da ben quattordici anni marcia alla grande e con il futuro assicurato, dall’altro una Associazione, scientemente nata con ben più modesti intenti e suppergiù della stessa età ma altrettanto impegnata, che chiude malinconicamente i battenti. E’ praticamente impossibile e impensabile fare paragoni tra i due conosciuti Sodalizi aventi le identiche finalità di proporre ai concittadini la possibilità di percorrere un buon tratto di strada con capaci operatori di cultura e di socializzazione; però il primo marcia spedito, e il fatto merita assolutamente ampi consensi, l’altro si ferma. Nel merito dell’Associazionismo culturale, al di là delle specifiche motivazioni di chiusura del secondo, per la nostra città è una perdita: peccato! N.L. Meraviglioso Natale O gni anno, fra novembre e dicembre, il pensiero di molte persone è rivolto all’arrivo del Natale. Gli alberi decorati, le ghirlande per adornare i portali, gli agrifogli, il vischio portafortuna, i cartoncini con gli auguri sempre piacevoli da ricevere, i brani musicali che accompagnano nella tradizione, le usanze per le feste nei vari paesi e il panciuto Babbo Natale sono un unico festoso evento. Il tutto porta ad una calda, meravigliosa atmosfera; se i doni, le piacevoli serate con gli amici e i momenti di festa sono diventati la normalità dell’anno che corre, solo il Natale è l’evento famigliare per eccellenza! Il piacere dell’attesa è identico per tutti gli “Uomini di buona volontà”; al di là dei velati tentativi orientati a sminuire o nascondere i valori che esso propone è certo che il Santo Natale, con il suo fascino e le sue straordinarie molteplici proposte di pace, amore e umanità, permarrà in eterno nella sua universalità. A questo proposito c’è un fatto che merita di essere ricordato: la disputa che investì i cittadini di Solon, una località vicina alla città di Cleveland negli USA. Argomento: il Consiglio scolastico decise che nessun addobbo di Natale fosse allestito nella scuola della città! Le famiglie ricorsero alla Giustizia la quale accomodò salomonicamente il tutto ed il Consiglio scolastico perse la causa! “La Corte sentenziò che il Natale è una secolare ricorrenza universalmente riconosciuta e quindi parte certa di tutte le culture del mondo”. Così, gli addobbi e i presepi tornarono ad essere esposti per la gioia di genitori e bambini. Un augurio di Buon Natale ai Soci, agli amici e ai collaboratori tutti! A.M. Carpe Diem TESSERAMENTO TESSERAMENTO 2017 Il 2017 non è ancora iniziato ma il nostro Circolo è già attivo per garantirsi continuità e tranquillità. Le Tessere di iscrizione per il nuovo anno sociale sono già pronte. La “Vecchia guardia” ha in parte già provveduto al rinnovo e dato il buon esempio. Ricordiamo ed invitiamo tutti gli attenti lettori di Carpe Diem a fare altrettanto; il Greppi vive ed opera solo grazie al contributo degli Iscritti! Le quote sono identiche a quelle del 2016. Grazie a tutti... CINEVIDEO CLUB Nel 2017, il Cinevideo Club in occasione del 65° di costituzione, organizzerà una serie di incontri e un convegno sul cinema indipendente. Prima serata 12 gennaio 2017 ore 21 in sede (via Moroni, 25) “BERGAMO IERI-OGGI” e produzioni del Gruppo Video-Lab Carpe Diem PROSSIMI APPUNTAMENTI 2 3 FEBBRAIO TRADIZIONALI VACANZE SULLA NEVE GIOVEDÌ 23 FEBBRAIO 2017 CASTEL TREBECCO E LE CHIESE ROMANICHE DELLE VALLI CAVALLINA E CALEPIO SABATO 4 MARZO 2017 MANTOVA E IL PALAZZO D’ARCO SABATO 25 MARZO 2017 VISITA CULTURALE A CREMONA: “DAGLI STRADIVARI ALLA GOLOSITÀ DEL TORRONE” 4 Carpe Diem Carpe Diem 5 LE MOSTRE DEL CIRCOLO GREPPI GIURIA PRIMO PREMIO Stefanoni Cristina “La borsa viola” (dedicato a Hopper e alle sue donne) RITIRO OPERE NON ACCETTATE (vedi art. 9) presso il luogo di consegna da mercoledì 12 ottobre dalle 9,00 alle 12,00 - dalle 15,00 alle 18,00 SALA MANZÙ Orari Mostre Giovedi e Venerdi: 15.30 - 18.30 Sabato e festivi: 10.00 - 12.00 / 15.30 - 18.30 “A MODO MIO” NOVEMBRE 2016 CALENDARIO MOSTRA PRESENTAZIONE OPERE giovedì 29 e venerdì 30 settembre dalle 9,00 alle 12,00 - dalle 15,00 alle 18,00 Riservato alla Giuria Città Firma Sezione Scultori Cap 2) COMUNICAZIONE OPERE ACCETTATE via internet o telefonicamente martedi 11 ottobre 1) A MODO MIO ESPOSIZIONE DELLE OPERE ACCETTATE presso sala espositiva “Manzù” della Provincia, via Camozzi, passaggio Sora, Bergamo. Riservato alla Giuria INAUGURAZIONE MOSTRA E PREMIAZIONE da stabilire con successiva comunicazione e-mail Don A. Foppa Comune di Bergamo Firma SECONDO PREMIO Carminati Norma Stelle di catrame (omaggio ad Alberto Burri) PITTURA SCULTURA giovedì 29 e venerdì 30 settembre dalle 9,00 alle 12,00 - dalle 15,00 alle 18,00 sabato 1 ottobre dalle 9,00 alle 12,00 Telefono Provincia di Bergamo ail CONCORSO PRESENTAZIONE OPERE N. Patrocinio A Città 67 MOSTRA CALENDARIO MOSTRA Patrocinio Via Cap NOVEMBRE 2016 TERZO PREMIO Spreafico Laura Be free, be tattooed (ispirato alle opere di James Rosenquist) N. “A MODO MIO” Luogo e data di nascita SALA MANZÙ Cognome Luogo eedata Nome di nascita è stato suggerito da colori, forme e segni dalle espressività di maestri fonte d’ispirazione per i partecipanti, quindi una sorta di dedica personale e dichiarata al talento di un “grande” di riferimento. Sezione Pittori A MODO MIO Sezione Scultori Don A. Foppa Comune di Bergamo SCHEDA DI ISCRIZIONE “A modo mio” Omaggio ai grandi maestri PITTURA SCULTURA Sezione Pittori Provincia di Bergamo Patrocinio RIZIONE 67A MOSTRA CONCORSO Patrocinio TITOLO OPERA In ogni tempo vi sono state vicende e ricchissimi esempi di grandi artisti che hanno illuminato con loro capolavori la storia dell’arte, dalla pittura alla scultura, dalla ceramica all’oreficeria, dall’affresco al trompe l’oeil. Quest’anno il tema dei concorsi di pittura-scultura e acquerello oncorso di Pittura e Scultura 67a Mostra “Don A.Concorso Foppa” di Pittura e Scultura “Don A. Foppa” Sandra Nava - Critico d’arte Piergiorgio Noris - Pittore Cesare Morali - Presidente Circolo Artistico Carpe Diem 6 Carpe Diem PRIMO PREMIO Capelletti Giovanni “Ruandacentogiorni (particolare)” (ispirato allo spirito emotivo di “Guernica” di Picasso) SECONDO PREMIO Ceoldo Florindo Giochiamo (ispirato a Giacomo Manzù) TERZO PREMIO Ponti Remo "Kalos" (omaggio all’Arte Greca) 7 Carpe Diem 8 Carpe Diem 9 PRIMO PREMIO Sisti Francesca “Mille le corse, cadute, pianti, le risa” SALA MANZU’ (ispiratoVIA a CAMOZZI Toulouse Lautrec “Le corse...”) - PASSAGGIO SORA - BERGAMO Orari Mostre: Giovedi e Venerdi: 15.30 - 18.30 Sabato e festivi: 10.00 - 12.00 / 15.30 - 18.30 Firma Riservato alla Giuria SECONDO PREMIO Panseri Pia “Moulin Rouge” (pensando a Lautrec) 2) In ogni tempo vi sono state vicende e ricchissimi esempi di grandi artisti che hanno illuminato con loro capolavori la storia dell’arte, dalla pittura alla scultura, dalla ceramica all’oreficeria, dall’affresco al trompe l’oeil. Quest’anno il tema dei concorsi di pittura-scultura e acquerello è suggerito da colori, forme e segni dalle espressività di maestri fonte d’ispirazione per i partecipanti, quindi una sorta di dedica personale e dichiarata al talento di un “ grande” di riferimento. 1) OMAGGIO AI GRANDI MAESTRI e-mail “A MODO MIO” Telefono NOVEMBRE 2016 Città MICHELE AGNOLETTO Cap ACQUERELLO N. DODICESIMA MOSTRA CONCORSO Via Comune di Bergamo Luogo e data di nascita Provincia di Bergamo Cognome e Nome Patrocinio TITOLO OPERA Patrocinio 12a Mostra Concorso di Acquerello “Michele Agnoletto” SCHEDA DI ISCRIZIONE LE MOSTRE DEL CIRCOLO GREPPI TERZO PREMIO Leonardi Luigi “Migranti il quinto stato” (ispirato a Pelizza da Volpedo) Carpe Diem 10 10 Carpe Diem 11 11 PRIMO PREMIO Bartolini Marco AFIAP Montevarchi AR F. F. Mochi “Koranic School 5 2016” LE MOSTRE DEL CIRCOLO settanta anni di continuità L’APPUNTAMENTO ANNUALE DELLA MOSTRA NAZIONALE DI FOTOGRAFIA “CITTÀ DI BERGAMO”, È GIUNTA ALLA SUA 70A EDIZIONE, IDEATA E CURATA DAL NOSTRO CIRCOLO, CON IL PATROCINIO DELLA FIAF (Federazione Italiana Associazioni Fotografiche) PROCLAMA I SUOI VINCITORI DOMENICA 11 DICEMBRE, ALLE ORE 15.00, PRESSO LA EX SALA CONSILIARE “F. GALMOZZI” IN VIA T. TASSO 4 A BERGAMO. GLI OLTRE SETTANT’ANNI DI CONTINUITÀ SONO CHIARAMENTE SIMBOLO DI APPREZZAMENTO PRESSO LA FIAF E LE EDIZIONI 1999-2000-2003-2006-2015 HANNO OTTENUTO L’AMBITO RICONOSCIMENTO DELLA “MENZIONE D’ONORE” OPERA SEGNALATA Zanotti Massimo AFI Ghedi BS G. F. Lambda “La lettrice di mezzanotte 2016” SECONDO PREMIO Durano Carlo AFI - EFIAP/G Grosseto GR Sonic “Nascondino 2016” I partecipanti? Provengono da Trieste e da Palermo, tanto per citare gli estremi della nostra penisola, ma anche da altre località italiane. Gli autori sono tra i più diversi, dal principiante, che timidamente si affaccia per la prima volta a questo particolare mondo, al fotografo esperto e affermato, che colleziona premi anche in campo internazionale, ma attenzione, tutti partono con eguali possibilità: la giuria saprà soltanto a lavori conclusi chi sono stati OPERA SEGNALATA Rossi Mirco Osio Sotto BG C.F. Verdello “Al riparo dalla pioggia 2016” OPERA SEGNALATA Salinas Brenda Mira VE C.F. L’obiettivo “Amico Mio... 2015” 12 i selezionati ed i premiati. Quattro sguardi diversi sulla realtà e sulle sue infinite sfaccettature di un volto, un paesaggio, un colore, ed una linea possono tranquillamente esaltarne e restituire momenti lirici e poetici. Dando un rapido sguardo alle fotografie selezionate ci si accorge della significativa eterogeneità dei lavori, accumulati però da un’espressività forte che in pochi e semplici tratti, ed utilizzando il classico linguaggio delle fotografie (messa a fuoco, costruzione su più piani, giochi di luce, primi piani…) riesce a condensare una realtà per svelarne i tratti più nascosti. Parlando della prevalenza espressiva nella fotografia d’oggi, così ben rappresentata nella mostra, notiamo che l’elemento umano domina, anche laddove, prevale il tecnicismo, piuttosto che il realismo degli atteggiamenti. Si ricorda altresì che presso la ex Chiesa della Maddalena in Via S. Alessandro 39/d rimarrà aperta dal 4 al 24 dicembre e vi sono esposte fotografie dei premiati e segnalati, con i seguenti orari: lunedì – venerdì dalle 16 alle 19 sabato e festivi 10 – 12 e 15 – 19 Si precisa altresì che sul sito del circolo www.circologreppi.it è possibile vedere tutte le opere ammesse al concorso. Carpe Diem Carpe Diem 13 PREMIO FOTO NATURA Rizzato Pierluigi AFI - IFI - MFIAP - EFIAP/P Borgoricco PD G.F. La Barchessa “Lioness hunt” PREMIO FOTO SPORTIVA Bernini Giuseppe AFIAP Palaia PI 3c Cascina Ko 2016 PREMIO FOTO ARCHITETTURA Del Giudice Franca Peschiera Del Garda VR C.F. Veronese “Maxxi 2 2015” PREMIO FOTO RITRATTO Cardonati Luciano AFI-EFIAP/B Figline Valdarno FI C. F. Arno “Bambini Thai 2016” PREMIO FOTO PAESAGGIO Veggi Giulio MFIAP EFIAP/P Vercelli VC S. F. Subalpina Torino “Cevatto valsesia 2016” 14 Carpe Diem Carpe Diem LA QUADRERIA DEL CIRCOLO GREPPI “Il dono non deve essere ciò che avanza o non serve, ma qualcosa di particolarmente caro e riuscito”. (Edoardo Dolazza - 2016) Donazioni new entry I QUADRI DI PROPRIETÀ DEL NOSTRO CIRCOLO, PER QUALITÀ E QUANTITÀ, FORMANO UNA RACCOLTA RISPETTABILISSIMA. GIÀ SOCI, AMICI, SIMPATIZZANTI E CONCITTADINI HANNO AVUTO LA POSSIBILITÀ DI AMMIRARNE ALCUNI NELL’ESPOSIZIONE “LA QUADRERIA DEL GREPPI” ALLESTITA NELLA SALA MANZÙ DI BERGAMO NEL MESE DI DICEMBRE DELLO SCORSO ANNO. RECENTEMENTE ALTRI PITTORI E SCULTORI, ALCUNI TRAMITE I BUONI UFFICI DEL SOCIO PIETRO MARCASSOLI ALTRI CON GENEROSA SPONTANEITÀ, CI HANNO DONATO LORO OPERE. PRESENTIAMO A TUTTI I NOSTRI ISCRITTI I NUOVI DONI. IL CIRCOLO È BEN LIETO DI GODERE DALLA FIDUCIA DEGLI ARTISTI BERGAMASCHI E LI RINGRAZIA SENTITAMENTE A NOME DI TUTTO IL SODALIZIO! HA IN PROGETTO, COMUNQUE, DI PRESENTARE QUANTO PRIMA QUESTE E ALTRE OPERE A SUO TEMPO DONATE ALLESTENDO, CON DATA E LUOGO DA DESTINARE, LA 2A. TRANCHE DELLA “QUADRERIA”, PER CONTRIBUIRE A VALORIZZARLE ULTERIORMENTE. PRESENTIAMO QUI DI SEGUITO, CON IMMAGINI ED “ESTRATTI” DI CRITICHE, LE OPERE RICEVUTE. Giovanni Capelletti - È una scultura prevalentemente astratta fatta con legno povero, sezionato e reso protagonista nella sua vista migliore, quella di testa con anelli di crescita che raccontano la vita dell’albero, assemblato e scolpito con aggiunte a volte di altri materiali quali ferro, alluminio, ottone, cemento. Le opere prendono forma work in progress, spesso vengono “sbozzate” direttamente nei boschi: un processo creativo condizionato certamente dal suo background nel mondo del design, che mantiene però un rapporto vero e diretto con la materia prima, laddove nasce, cresce e si trasforma. Silvia Manfredini - Manfredini si dedica prevalentemente alla natura morta e, come regola, gli oggetti, i fiori, le conchiglie, i frutti sono tutti pretesti per costruire composizioni armoniche di forme e di colori, una musicalità di toni e di accostamenti, una costruzione di sentimento e intelligenza. Nel suo instancabile ricercare, ultimamente ha dato sfogo all’immediata urgenza espressiva in “carte dipinte”: un mondo forse nuovo del suo stile fortermente espresso in tante opere, verso la maturità dell’artista che sa rinnovarsi. T. Longaretti Ignazio Nicoli - Nulla di chiassoso, niente violenze di contrasti, anzi, toni bassi, armonizzazioni cromatiche, accostamenti sereni e non stridenti: è la manifestazione di un animo sereno, tranquillo, quanto raccolto e pensoso nella sua riservatezza, che tende certamente a traguardi anche superiori a quelli sin qui raggiunti: e son già ottimi, pregevoli traguardi che gli fanno onore, soprattutto per il silenzio e la modestia. U. Ronchi Tullia Cagnoni Dolazza - Tullia “Artista del vero”. Una verità, la sua, elegante, discreta, mai invadente ma fedele a se stessa, vibrante. Una verità le cui cromie, le sfumature, le luci sapienti sono intime rivelazioni d’un animo vivace, tenace, appassionato. Nelle sue opere si legge un’immagine pensata, scelta, interiorizzata, amata e poi raccontata, restituita alla tela con la delicatezza e il garbo che esprime il suo femminile. S. Puglisi Scultura: “Arduo legame” 15 Norma Carminati - La complessa informalità di A. Burri è l’ispiratrice dei lavori di N. Carminati, una pittura polimaterica dalla quale scaturiscono dorate luminosità in una inquieta poesia di naturali riverberi. Burri è l’artista italiano, insieme a L. Fontana, ad aver dato il maggior contributo italiano al panorama artistico internazionale del secondo dopoguerra. Una ricerca che spazia dalla pittura alla scultura avendo come unico fine l’indagine sulla qualità espressiva della materia. 16 Carpe Diem Carpe Diem 17 VISITE GUIDATE Mantova e il Palazzo d’Arco L’APRILE SCORSO È STATO RIAPERTO AL PUBBLICO, DOPO DUE ANNI DI LAVORO E DI INTERVENTI DI RESTAURO, IL NOBILE PALAZZO DELLA POTENTE CASATA D’ARCO, LEGATA AI GONZAGA, RICCO DI AFFRESCHI RINASCIMENTALI E DI ALTRI CAPOLAVORI. È L’OCCASIONE PER CONOSCERE IL COMPLESSO, PERALTRO POCO NOTO, NELL’AMBITO DI UNA VISITA ALLA CITTÀ, CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2016. CON IL CIRCOLO GREPPI ANDREMO A MANTOVA IL 4 MARZO 2016 Il Museo è stato costituito solo da pochi anni, come viene ricordato dalla lapide applicata nell'atrio, Giovanna dei conti d'Arco, per matrimonio marchesa Guidi di Bagno, con illuminato atto testamentario ha voluto che l'assieme costituito dal Palazzo e dalle raccolte in esso contenute divenissero un pubblico Museo, a beneficio della città e del mondo della cultura. Il Palazzo d'Arco, quale oggi si presenta nella sua imponente facciata e nelle strutture che si snodano all'interno fino all'esedra che chiude il cortile, fu eretto fra il 1784 e gli anni immediatamente seguenti dall'architetto neoclassico Antonio Colonna per un ramo della casata trentina dei conti d'Arco. Infatti nel 1740 una parte della famiglia era venuta ad insediarsi stabilmente a Mantova, avendo ereditato in questa città la dimora dei conti Chieppio. Fu del conte Giovanni Battista Gherardo d'Arco l'idea di un rifacimento radicale dell'edificio preesistente intorno al 1780. Nel 1872 la proprietà corrispondente alla vecchia residenza dei Chieppio fu ampliata da Francesco Antonio d'Arco che acquistò dai marchesi Dalla Valle l'area situata al di là dell'esedra: un 'area che comprende il giardino e alcuni corpi di costruzione rinascimentale. La facciata si ispira all'arte del Palladio e interessanti sono le soluzioni poste nell'atrio d'ingresso, nel cortile, per lo scalone e gli ambienti interni. Percorrendo poi l'adiacente via Portazzolo, si possono notare lungo il fianco i resti delle strutture precedenti al rinnovamento. Nelle stanze, la mobilia, gli oggetti, e particolarmente i quadri, sono stati mantenuti nella collocazione originaria che avevano alla morte della Marchesa. I ritratti del conte Luigi d’Arco e della moglie Giovanna de’ Capitani d’Arzago Sala dello Zodiaco É uno straordinario documento di storia della cultura. Un ampio ambiente le cui pareti sono interamente rivestite di una decorazione pittorica eseguita dal veronese Giovan Maria Falconetto intorno al 1520. L’opera di ispirazione classica e di carattere umanistico, si fonda sul tema dello Zodiaco illustrando, attraverso complesse figurazioni, i miti e le leggende che sono legati alle costellazioni. L’assieme delle pareti è stato infatti diviso in dodici scomparti ciascuno dei quali è dedicato ad uno dei segni zodiacali. Uno di essi (quello della Libra) è però stato distrutto all’inizio deI ‘600 con l’applicazione del grande camino che si vede in fondo alla sala. Sala di Alessandro Magno o del Bazzani Contiene sette imponenti tele nelle quali il pittore settecentesco mantovano Giuseppe Bazzani ha rappresentato episodi della vita del grande macedone. Nella sala sono collocati, su cavalletti, opere rinascimentali e seicentesche e sulle casse sculture di varia epoca. Sala Rossa Essa costituisce un rilevante esempio di amiente aristocratico della seconda met del secolo scorso. utti gli arredi furono eseguiti nel 1874 per il conte rancesco ntonio d'rco, il ritratto del quale è al centro della parete antistante alle finestre. 18 Carpe Diem Carpe Diem Camera dei Ritratti Mobilia del tardo '700. Seicentesco è lo stipo in ebano e avorio posto sul cassettone tra le due finestre. Alle pareti, in belle cornici, numerosi ritratti dipinti fra il '500 e la prima metà dell' '800. Sala della Musica Vi è raccolta una collezione di strumenti musicali, spiccano tra gli altri, un arciliuto veneziano che reca la data 14, un'arpa inglese degli inizi dell' '800 e un vecchio grammofono. I lavori di restauro dei gioielli di Palazzo d’Arco La cucina ambiente piacevole col suggestivo sfoggio di utensili in rame di ottone e peltro Sala Verde o della Giustizia La denominazione proviene dal dipinto che orna lo scomparto centrale dei soffitto: la dea Temi incoronata da un amorino IL PALAZZO D'ARCO Anticamente l’area del Palazzo d’Arco era compresa tra il monastero delle benedettine di S. Giovanni delle Carrette, la chiesa di S. Ambrogio, il convento di S. Francesco ed il lago. Qui ebbe probabilmente sede nel XII secolo il Palazzo Regio, segno dell’autorità del monarca del Sacro Romano Impero. Sembrano esserci tracce di quel palazzo verso via Portazzolo, dove la presenza di un muro di due metri di spessore dà l’idea di una torre demolita. Nel XIII secolo, dopo l’ampliamento della città portato a termine dal Pitentino, qui prese alloggio la famiglia Desenzani, che appoggiò quella degli Avvocati e la coinvolse in varie vicende, compreso l’assassinio del vescovo Guidotto. Anche per questo furono cacciati ed il palazzo fu demolito. Altra presenza fu quella della famiglia Tosabezzi (in origine Tosabecchi, ossia tosatori di capre), che arricchiti ed inurbati si erano specializzati nel commercio dei tessuti. Nel Quattrocento, verso la chiesa di S. Francesco, prese dimora la famiglia ferrarese dei Torelli, che nel 1459 ospitò per il concilio di Mantova il cardinale Bessarione. Il lato opposto dell’isolato ospitò invece i fratelli Gian Ludovico e Giovan Francesco Gonzaga, della linea di Feltrino. Memoria rimane grazie ad un fregio (dovuto però ad Alessandro, loro pronipote) situato nella seconda stanza del padiglione di scienze naturali. Alla seconda metà del Quattrocento risale il vicino Palazzo dello Zodiaco, un tempo congiunto all’altro edificio da un corpo di fabbrica. Questi edifici, demoliti nel 1872, furono residenza gonzaghesca e casa di quell’Antonello da Napoli (marito di una Tosabezzi) che aveva richiesto l’intervento dell’architetto Luca Fancelli. Nel 1601 Alessandro Gonzaga (della linea di Corrado) risulta possessore del Palazzo dello Zodiaco. Alessandro morì nel 1625 senza eredi maschi, cedendo la parte del palazzo di sua pertinenza alla famiglia della moglie: gli Strozzi. La parte del palazzo fino all’angolo di piazza d’Arco era invece proprietà di Giovan Francesco Cortona (che però risiedeva in contrada Monte Nero). Questo, nei suoi possessi di Cavallara, uccise Giovanni Cagni, suo servitore. Per questo fu condannato dal governatore di Viadana alla confisca dei beni. Cortona, che si era rifugiato fuori dal ducato, indirizzò al duca Vincenzo una supplica, promettendo la donazione della sua casa nella contrada della Serpe. La supplica fu accolta: l’edificio passò quindi a Vincenzo I che lo rivendette per 1000 scudi (un terzo del suo valore) al consigliere e segretario ducale Annibale Chieppio. Annibale, ministro del duca e conte dei feudi monferrini di Piovà, Cerreto e Castelvairo, ampliò il palazzo comprando una striscia di terra dall’orto dei Minori Osservanti di S. Francesco. Tracce della sua abitazione rimangono in via Portazzolo. Con gli ampliamenti del figlio Ludovico il palazzo nel 1652 possedeva ben 63 vani. Intanto una delle figlie di Alessandro Gonzaga aveva sposato il marchese Francesco Rolando dalla Valle, di famiglia monferrina, che riacquistò i beni del suocero (a quel tempo proprietà degli Strozzi e della Confraternita del Suffragio in S. Maurizio), tranne la parte acquisita dai Chieppio. Nel 1729 morì Giuseppe Maria Chieppio. Erede era il fratello Scipione, con l’obbligo di lasciare tutto al primogenito della sorella Teresa in caso di morte senza eredi, cosa che avvenne nel 1740. Per questo motivo la famiglia di Francesco Alberto d’Arco e Teresa Chieppio prese dimora a Mantova nell’attuale Palazzo d’Arco, che venne rinnovato nell’attuale forma neoclassica con Giovan Battista Gherardo d’Arco, che nel 1783 si rivolse all’architetto Antonio Colonna. I progetti vennero cambiati parzialmente all’insegna dell’austerità con la soppressione di numerosi ornamenti. La facciata è ritmata dagli elementi verticali con capitelli compositi e dai marcapiani, mentre nel timpano compare l’aquila bicipite del Sacro Romano Impero con gli stemmi d’Arco e Chieppio. Nel 1872 il palazzo venne ampliato da Francesco Antonio d’Arco, acquistando dai marchesi Dalla Valle il palazzo ed il giardino collocati oltre l’esedra, raggiungendo così l’attuale, complessiva estensione di ottomila metri quadrati. Nel Novecento i danni dei bombardamenti non risparmiarono il palazzo, che venne restaurato tra gli anni 1946 e 1960. Ultimo illuminato passo fu la trasformazione della dimora in museo, come ricordato da una lapide infissa nell’atrio, secondo la volontà dell’ultima esponente della famiglia, la signora Giovanna dei conti d’Arco Chieppio Ardizzoni, marchesa Guidi di Bagno. 19 20 Carpe Diem ARTE & CULTURA Castel Trebecco e le chiese romaniche delle valli Cavallina e Calepio IL TERRITORIO INTORNO A BERGAMO, TRA LE COLLINE E LE TERRE LIMITROFE ACCOGLIE ALCUNI CAPOLAVORI CREATI TRA XI E XII SECOLO, LUOGHI CHE ESPRIMONO LA FORZA DELL’ARTE SEMPLICE E DURATURA E CI RIPORTANO AL TEMPO DEI PELLEGRINI, DEI CANTI GREGORIANI, DEGLI ANIMALI FANTASTICI E DELLE FIGURE DEMONIACHE CHE RIPRODUCONO LA LOTTA TRA BENE E MALE. LUOGHI CHE INVITANO AL RACCOGLIMENTO E ALLA CONOSCENZA, ALLA CONTEMPLAZIONE DELLA PERIZIA UMANA, ALL’IMMERSIONE IN UNA LUCE TERRENA, MA PUR SEMPRE ISPIRATA DALLA FEDE. QUESTE ZONE CONSERVANO UNA STORIA UMANA MILLENARIA, CHE HA LASCIATO LA SUA IMPRONTA NEI SECOLI, INFATTI, SEGNI DELLA PRESENZA UMANA SONO STATI RILEVATI FIN DALLA PREISTORIA CON RITROVAMENTI PALEOLITICI E NEOLITICI CHE SONO LA TESTIMONIANZA DI UN PASSATO IMPORTANTE. SOLTANTO LA VAL CAVALLINA E LA VAL CALEPIO CHE ANDREMO A VISITARE CON IL CIRCOLO GREPPI COMPRENDONO PIÙ DI CINQUANTA CHILOMETRI DI ARTE ESPRESSA NEL CORSO DEI SECOLI ATTRAVERSO L’ARCHITETTURA E LA PITTURA NELLE CHIESETTE DI EPOCA ROMANICA, NEI CASTELLI E BORGHI MEDIEVALI, NEI MONASTERI E NELLE CASE COLONICHE. NONOSTANTE LA FORTE PRESENZA DELL’UOMO, QUESTE VALLI CONSERVANO STUPENDI PAESAGGI, PAESI RICCHI DI STORIA, CHIESE E CASTELLI IMMERSI IN UN’OASI DI NATURA RIGOGLIOSA. CHIESA DI SAN PIETRO DELLE PASSERE La prima costruzione della chiesa risale alla prima metà del sec. XI e, pertanto, preesisteva al monastero benedettino a cui poi appartenne. Le scarse fonti storiche riportano che solo nell’anno 1212 la chiesa venne donata dal vescovo di Bergamo al monastero di San Paolo d’Argon. L’edificio è ad aula unica con un’ampia abside; questa è testimonianza della fase originaria della costruzione, insieme al sopravvissuto basamento del campanile sul fianco sud. Della torre campanaria non vi è più traccia, sostituita da una semplice vela. Della prima fase romanica rimane la tessitura muraria compatta leggermente movimentata dalle monofore a feritoia strombate, scompartite da lesene, congiunte in origine da brevi teorie di archetti pensili. I materiali utilizzati nella prima edificazione erano di provenienza locale: ciottoli di fiume, pietre di varia qualità e pezzatura, frammenti di laterizi. Un crollo strutturale nel secolo XIV ha costretto ad un parziale rifacimento anche dalla parte nord dell’abside che ha Carpe Diem eliminato gli archetti. Un documento del 1335 testimonia infatti della volontà del vescovo Cipriano Alessandri di ricostruire la chiesa, evidentemente diroccata. L’aula dell’edificio fu dunque realizzata a questa data, segnata dall’uso di materiale più omogeneo e da una tessitura muraria più ordinata. All’interno alcuni affreschi di carattere votivo: sulla parete sinistra, entrando dall’ingresso principale, una cornice rossa e oro inscrive le scene della Natività e della Madonnna del latte e Sant’Antonio abate. Attorno alla cornice corrono scritte gotiche e la data di esecuzione risalente al 1524. In sequenza, procedendo dal lato settentrionale in senso orario, troviamo San Paolo, San Nicola da Tolentino, forse un altro San Paolo, di nuovo Sant’Antonio abate. Sotto quest’ultimo ancora una data, il 1536. Di due secoli posteriore è invece il San Pietro in gloria dell’abside, libero nella postura e nella mimica drammatica. Esso è attribuito al clusonese Antonio Cifrondi e risale al primissimo 1730. SAN VINCENZO ALLA TORRE La chiesa di San Vincenzo alla Torre sorge al centro nella contrada Torre di Trescore Balneario, uno dei primi nuclei abitativi del paese. La chiesa, che insiste su una preesistente struttura religiosa carolingia (San Carpoforo) e che dal 1121 divenne sussidiaria 21 LA CHIESA DI SAN GIORGIO IN CAMPIS Si trova nel territorio del comune di Zandobbio. Si tratta di un edificio ecclesiale romanico di cui non si ha una datazione storicamente certa ma che per le proprie caratteristiche architettoniche può farsi risalire al X-XI secolo. L’edificio ha subito diversi interventi manutentivi e di ristrutturazione che ne hanno modificato la struttura originaria, di cui attualmente rimangono solamente l’abside e la torre campanaria. L’abside a pianta semicircolare fuoriesce dalla parte posteriore dell’edificio, ed è dotata di tre monofore, a doppia strombatura, da cui l’interno ricava luce. del monastero di San Paolo d’Argon, conserva nella parete meridionale i preziosi resti murari dell’edificio carolingio, databili al IX secolo. Questa antica muratura, realizzata impiegando ciottoli e pietre di pezzature minute, assemblati in corsi assai regolari, si differenzia in modo netto dai perimetrali d’epoca romanica. Il portale, inoltre, provvisto di architrave lunettata, ampliamente diffuso La torre campanaria, particolarmente elegante e in ottimo stato di conser- nell’Isola Bergamasca e nell’Almennese, non trova equivalenti negli altri impianti romanici della zona. A Trescore è possibile visitare anche la chiesa romanica di San Cassiano, anch’essa in contrada Torre. vazione, termina con quattro bifore caratterizzati da pilastrini in arenaria piuttosto consumati. Nell’interno dell’edificio sono presenti alcuni affreschi risalenti, i più antichi, al XIII secolo, altri al XV-XVI secolo. L’interno dell’abside è impreziosito da un affresco rappresentante il Cristo in Maestà racchiuso in una mandorla con a fianco simboli degli Evangelisti e le figure della Madonna e di San Giorgio. 22 CHIESA DI SAN GIORGIO Nel paese di Credaro oltre alla chiesa dedicata a San Fermo merita particolare attenzione la parrocchiale di epoca romanica, dedicata a San Giorgio, sita ai margini dell’abitato a ridosso di un’area industriale, frutto delle trasformazioni subite dalla zona negli ultimi anni. La chiesa risulta essere antica, nonostante non se ne conoscano le origini; citata in un documento del 1260 ed elencata tra gli edifici ecclesiastici della zona dipendenti dalla pieve di Calepio nel 1360, mostra un affresco ben più antico risalente all’XI secolo. San Giorgio mantenne il titolo di parrocchiale sino al 1587, quando venne ultimata la realizzazione di una nuova parrocchiale che condannò la nostra ad un lento declino. E’ da segnalare inoltre la presenza nel Cinquecento di un cenobio di suore dell’ordine dei Serviti; di breve durata, fu in seguito sostituito da un casolare tuttora visibile. La chiesa di San Giorgio presenta una pianta ad aula unica di forma rettangolare orientata ad est, terminante con un’abside semicircolare e coperta da un tetto a doppia falda. L’impianto originario doveva essere più modesto, ma l’edificio ha subito nei secoli ampliamenti e aggiunte. La semplice facciata, caratterizzata da un rosone che dà luce all’interno, ci immette nell’edificio. Si possono notare a questo punto innumerevoli affreschi di epoche diverse più o meno conservati. Tra questi spicca per antichità quello raffigurante l’Annunciazione, posta lungo la parete nord. Databile all’XI secolo, e avvicinabile stilisticamente all’Angelo presente nella chiesa di San Fermo ci mostra un’intima scena di grande espressività, con l’angelo posto a sinistra ad ali spiegate e la Vergine che, colta nell’atto di filare, sospende il suo lavoro rivolgendo lo sguardo al suo interlocutore. Carpe Diem Degni di nota sono inoltre gli affreschi realizzati da Lorenzo Lotto nel 1525: sull’arcata dell’altare è visibile San Giorgio a cavallo che uccide il drago, e in una cappella lungo il lato nord visibile anche dall’esterno compaiono una Natività con i santi Rocco e Sebastiano, il Padre Eterno sul soffitto a vela, e figure di santi ai lati. Esternamente un’elegante abside, costituita da doppi archetti ciechi intervallati da sottili lesene, è parzialmente nascosta dal casolare attiguo alla chiesa e lungo la parete nord dal monumento funebre di Bertolinus Peramatus datato 1303, caratterizzato da un’insolita decorazione a fasce bicrome in pietra calcarea di colore verde di Zandobbio e pietra arenaria di Sarnico. Carpe Diem STORIA TREBECCO Il paese ha origini antichissime, addirittura risalenti all’età del bronzo. Tale tesi è suffragata da ritrovamenti di alcuni monili e suppellettili, che attestano l’esistenza di primitivi stanziamenti umani. Anche durante l’epoca romana il paese ha visto lo sviluppo degli insediamenti fissi, tanto che vi venne costruito un vicus (aggregato di case e terreni) a cui i Romani diedero il nome di Cretarium, appartenente al pagus di Calepio. Ma l’epoca in cui il paese visse un grande fervore fu indubbiamente il medioevo. Da alcuni documenti si apprende che verso il X secolo il borgo era alle dipendenze della famiglia Martinengo, la quale però nel 1122 cedette i propri diritti feudali al comune di Bergamo. Due secoli più tardi il paese fu al centro delle mire dei conti Calepio, che assoggettarono il borgo e le zone circostanti, per un dominio che durò fino all’inizio del XIX secolo, quando vennero spodestati dall’arrivo di Napoleone Bonaparte. Recentemente il paese ha avuto un notevole sviluppo economico dovuto all’estrazione di un tipo di pietra, chiamata con il nome del paese, molto utilizzata nell’edilizia. Numerosi sono i luoghi d’interesse presenti nel paese legati al medioevo. In primo luogo il Castello di Trebecco, risalente al X secolo ed edificato per conto dei conti Martinengo. Di pianta a forma triangolare, venne edificato su una piccola altura rocciosa, ed ancora oggi presenta un ottimo esempio di come poteva essere una piccola cittadella medievale, con piccoli cortili e vie all’interno della cinta muraria. 23 Carpe Diem 24 Carpe Diem I segreti dei violini Stradivari CREMONA FRA ARTE E MUSICA Arte e Liuteria: questa è Cremona CREMONA, COME BERGAMO, È UNA CITTADINA A MISURA D’UOMO ADAGIATA SULLA VERDE PIANURA PERCORSA DAL GRANDE FIUME. LA CITTÀ ENTRA POLITICAMENTE A FAR PARTE DEL DUCATO DI MILANO GOVERNATO DAI VISCONTI, MA, ASSEGNATA IN DOTE A BIANCA MARIA CHE NEL 1441 SPOSA FRANCESCO SFORZA, DIVENTA SFORZESCA. SOTTO IL GOVERNO DEI DUE SPOSI INIZIA UN PERIODO DI FIORITURA CULTURALE CHE TROVA LAMIGLIORE ESPRESSIONE NELLA RAFFINATA SCUOLA PITTORICA CREMONESE E IN CAMPO MUSICALE. NEL CINQUECENTO E NEL SEICENTO, QUESTO GOVERNO ILLUMINATO, SARÀ PREMIATO DALLA NASCITA DEL MUSICISTA CLAUDIO MONTEVERDI (1567) E DALLE CELEBRI BOTTEGHE DI LIUTAIO, FAMOSE ANCORA OGGI. 25 Il Palazzo dell’Arte a Cremona, l’opera ideata nel 1941 dall’architetto Carlo Cocchia, è tornato all’antico splendore grazie al munifico intervento della Fondazione Arvedi-Buschini. I lavori si sono conclusi nel mese di settembre del 2012. L’edificio ristrutturato accoglie il Museo del Violino, elemento propulsore dell’attività culturale del territorio e concreto simbolo della storica eccellenza liutaria cremonese. Nel museo sono esposti i piu’ importanti strumenti dei grandi maestri classici cremonesi appartenenti alla collezione del Comune di Cremona e della Fondazione “Walter Stauffer”. Ne fanno parte celebri strumenti di Antonio Stradivari. Come costruiva i propri strumenti Antonio Stradivari? Con quali attrezzi? Con quale tecnica? È possibile rispondere a queste domande grazie ad oltre settecento reperti, tra cui disegni, forme e attrezzi, tramandati direttamente dalla bottega di Antonio Stradivari e per la maggior parte donati al Comune di Cremona nel 1930 dal liutaio Giuseppe Fiorini. Nel museo che andremo a visitare sono disponibili postazioni di approfondimento con le digitalizzazioni cerchi e losanghe bianche su uno sfondo nero. Messo a disposizione dal proprietario inglese Charles Beare, tra i più noti esperti di violini al mondo, probabilmente faceva parte di una serie di strumenti decorati realizzati da Stradivari tra il 1677 e il 1722, di cui resta l’unico esemplare superstite. Un esame di dendrocronologia tecnica di datazione del legno che si basa sullo spessore degli anelli di accrescimento degli alberi - a cui lo di tutti i reperti e le schede degli strumenti esposti. Contesi da musei e collezionisti di tutto il mondo, prestati a musicisti in occasione di grandi concerti, i violini Stradivari, oltre che strumenti di indiscussa qualità, sono vere e proprie opere d’arte. Per la prima volta uno studio scientifico, condotto da un gruppo di ricercatori italiani, ha analizzato le decorazioni e i relativi materiali di un violino firmato Antonio Stradivari, contribuendo a far luce sulle “antiche ricette” utilizzate dal famoso liutaio di Cremona del XVII secolo. I risultati dell’indagine, effettuata con un insieme di tecniche del tutto non invasive tra il Laboratorio Arvedi dell’Università degli Studi di Pavia, il Centro Universitario per le Datazioni dell’Università di Milano-Bicocca e il Dipartimento di Fisica dell’Università Statale di Milano, sono stati pubblicati di recente su Applied Physics A. L’oggetto analizzato è la tavola armonica (la parte superiore) di un violino Stradivari di abete rosso presumibilmente proveniente dalle Alpi, con il bordo decorato da hanno sottoposto i ricercatori italiani autori del nuovo studio lo colloca in un periodo storico compatibile con quest’ipotesi. Dei più di mille Stradivari - soprattutto violini e viole, ma anche violoncelli, chitarre, archi e altri strumenti a corda circa 650 sono sopravvissuti alle intemperie del tempo. Salvatore Accardo ne possiede ben due, ma sono davvero pochi i musicisti che possono permettersi uno di questi pezzi unici. Gli strumenti Stradivari, ancor più che per la manifattura pregiata, sono famosi per il loro suono vibrante, caldo e ricco di armonici, che tanti liutai hanno tentato di riprodurre senza successo. Tuttavia i segreti di questi magnifici strumenti del XVII secolo non sono stati ancora del tutto decifrati. 26 Carpe Diem Carpe Diem SOCI IN LIBERTÀ Personal initiative for friendship “E DOPO UN’ASSENZA DI FORSE DUE ANNI, SI TROVANO A UN TRATTO MOLTO PIÙ AMICI DI QUELLO CHE AVESSER MAI SAPUTO D’ESSERE NEL TEMPO CHE SI VEDEVANO QUASI OGNI GIORNO”. (MANZONI - I PROMESSI SPOSI) Il Corpo Sociale del nostro Circolo è un insieme di persone di ogni Credo, Cultura, Etnia e di quant’altro ci possa essere; è comunque confermato da storia ed eventi che tutte, indistintamente, sono persone sempre inclini alla familiarità. Recentemente quattro di loro, persone mature per età e comportamento e che qui di seguito si citano con il nome fittizio di Salvy - Enry - Aldy - Pepy, hanno trascorso, con le rispettive consorti, alcuni giorni di totale relax in un accogliente Centro termale del Veneto dotato di una modernissima SPA. Carpe Diem mette nero su bianco la breve ma intensa “iniziativa personale per l’amicizia” nata proprio in ambito asso- ciativo. Si tratta di un gesto che serve a confermare, e a tramandare nel tempo, come l’Associazionismo sia fonte non solo di crescita culturale ma anche, e sopratutto, di momenti di incontro, amicizia e socializzazione. Nel merito delle personali caratteristiche dei singoli componenti il bel gruppo, c’è l’assoluta conferma di quanto emerso e già ben conosciuto nei tanti momenti trascorsi insieme nel tempo passato. Le signore sono gentili, composte, sempre disponibili ai convenevoli di rito e sollecite nel rendere sempre sereni i momenti di convivenza; i quattro amici invece, pur essendo un gruppo omogeneo per cultura, atteggiamento e argomentazioni, presentano ben quattro diverse personalità. Salvy, carattere forte e impulsivo, benestante del commercio, è il “boss” della spedizione; Enry, imprenditore di grande valenza dell’industria meccanica, è un imperturbabile Self-made-man sempre sereno e aperto alla conversazione; Aldy, premurosissimo con la consorte, è l’imprenditore sempre preoccupato per il lavoro d’ufficio lasciato in sospeso; Pepy, legato a Salvy da una lontana ma ben salda amicizia tanto da essere fraternamente definito sin da subito il suo “badante”, è il tipico povero pensionato e tra gli amici “giganti del benessere” è il cucciolo della compagnia, ricco solo del suo tempo inteso come libertà di scelta di tempi e movimenti dentro e fuori l’Hotel. Una squadra composita, con tutti i suoi componenti ancora in gamba ma tutti altrettanto poco propensi al “transfer” verso la Termale cittadina di Abano con la propria vettura. Scelta obbligata; partenza da centro città con piccolo bus e autista. Una pacchia! Viaggio quasi perfetto: all’Autogrill ottimo spuntino, piccola vincita al “gratta”, piccolo inciampo con relativa caduta della signora di Salvy-the-boss con ematoma e dolorini garantiti e arrivo al Centro Termale guidati dal gracchiante GPS di Enry con puntuale sistemazione nel Grand Hotel. Per tutta la brigata, subito le piscine; grande la scelta in una SPA di livello elevato! E poi tutto il resto; e con l’onnipresente boss, che in loco è molto conosciuto, niente è lasciato al caso. Giornate rigorosamente standard! Bagno, riposo, passeggiatina pre-aperitivo, salone ristorante ad hoc, shopping e scelta della “seratina” da trascorrere in letizia. Per il “boss”, il vegliardo della compagnia, nessun problema: sta bene e tiene in riga l’intera brigata! Consorte, il ”badante ad honorem” e gli amici sono sempre presenti e le ore volano. Interminabili, profonde e gradite le conversazioni di “gruppo” nei salotti dell’accogliente hall del Grand Hotel. Cure termali, cucina e tutto il resto rispondono al livello di categoria; ore felici! E poi la partita alla TV e poi ancora il piano bar; impeccabile! Serate con danze di ballo liscio, brindisi e dolcetti e sfilata di Mode/Pelliccia danno sprint e colore a tutti gli ospiti. Tutti assieme, tutti sorridenti ma quasi tutti piuttosto stanchi per il mattiniero incontro con il “massaggiatore e la fanghina”. Il tutto è comunque e per tutti, piacevole e 27 incoraggiante per eventuali altre pari “personal initiative for the friendship”. La vigilia del ritorno a casa è laboriosa ma fruttifera per il personale acquisto, tra i tanti fatti dalle gentili consorti, di un adeguato Portapastiglie, ormai compagno indispensabile degli antichi “Marmittoni” in libera uscita. Poi visita di cortesia e acquisizione di relativa documentazione di una nuova Location, sosta in un bar del Centro cittadino per un Happy Hour ristoratore, rientro per cambio d’abito per cena, notizie da casa e consueta sistemazione del talamo. Praticamente vita da nababbi: una meraviglia! Poi tutti a casa, tutto finito. Resta il ricordo di giorni lieti trascorsi in compagnia di cari amici: gli impenitenti maschiacci e le loro gentili Signore. La “zingarata” della personal initiative al Centro Termale, nata in ambito associativo, ha funzionato; cultura e buona educazione hanno fatto il resto. Tutto ok! N.L. Carpe Diem 28 Carpe Diem 29 UNA CANZONE... TANTI RICORDI U n caldissimo venerdi dello scorso giugno alcuni Soci del nostro Circolo, tra i quali anche il sottoscritto, erano comodamente seduti sul divanetto verde della Sede Sociale e conversavano sereni sui programmi da poco proposti dal Direttivo in carica. Inaspettatamente una dolce melodia, proveniente da una vettura parcheggiata appena fuori del locale, letteralmente scombussolò i loro discorsi: era la magica voce di Sinatra che cantava la conosciutissima “My Way” uno dei “…brani più famosi tra i 600 milioni di dischi venduti da Frank in 63 anni di carriera…”. Qualcuno dei presenti, persone mature che per età e vita vissuta ben la conoscevano, trascinati da giovanile entusiasmo si misero a canticchiarla: indice di gradimento decisamente elevato! Infatti “My Way” è stata ed è ancora oggi una canzone di successo grazie proprio all’ineguagliabile istrionico Sinatra, alla sua “Voice”, alla musica e al testo, che è un inno alla vita di un uomo che dopo aver “…vissuto una vita piena…” guarda indietro prima di “…affrontare l’ultimo sipario…”. A musica finita la conversazione tra i Soci continuò e si concentrò, inevitabilmente, sulla bella canzone e sul loro personalissimo “… vissuto…” menzionato nel testo. Gli abbondanti …anta dei presenti lo permettevano! Infatti, nel merito, il ricorso ai ricordi si concentrò sulla musica, sulle melodie sentite nei loro pagava bene; frigoriferi, scooter, televisori, abiti preconfezionati ai “Grandi magazzini” e per qualcuno anche la “600”, consentivano, assieme alle gite in Pulmann sulla Gardesana e a qualche “balletto” in improvvisate balere, una vita, ognuno …a modo suo…, un pò più comoda. Già, il Ballo, momento importantissimo per quel tempo! Per i ragazzi, i giovanottelli e le graziose fanciulle, non erano molte le possibilità festaiole domenicali; secondo il passaparola quotidiano pare che in Bergamo i veterani ballassero al Circolo Privato “Estudiantina” in via Tasso e poi al Dopolavoro che era dalle parti della MY WAY (A MODO MIO) È IL TITOLO DI UN BRANO MUSICALE DI GRANDE SUCCESSO INTERPRETATO, NEGLI ANNI ’60, DA FRANK SINATRA, UN CANTANTE ITALO-AMERICANO SOPRANNOMINATO, PER LA SUA BRAVURA, “THE VOICE”. anni di vita: dalle iniziali Ninnenanne per neonati alle canzoncine dell’Asilo, agli Inni sacri e patriottici, alle indimenticabili Romanze delle grandi Opere del melodramma ottocentesco e più avanti ancora, alle tante canzoni di musica leggera sfornate …ad abundantiam dai discografici. Già; sono proprio state le musiche, le canzoni e il successivo immancabile “ballo” a marcare la gioventù di noi …anta, un periodo giovanile, trattandosi di anni vissuti tra un fine guerra sofferto e un dopoguerra al limite di …borsa nera, non particolarmente bello. Però, per la giovane generazione forgiata dalle abitudini dell’arrangiarsi, verso la fine del ’50 tutto si accomodò e con il ”boom economico” iniziò un discreto benessere. Per papà, mamme e i più avanti con gli anni il lavoro pagava e stazione ferroviaria e forse anche al Cristallo in Borgo S. Caterina e allo Smeraldo, situato nelle vicinanze dell’attuale Grande Magazzino Coin. Per loro, gli emergenti, purtroppo non c’era proprio niente! Alcuni, studentelli di primo pelo, si trovavano saltuariamente in Oratorio; altri, i più intraprendenti che già erano nel mondo del lavoro, formavano la loro piccola orchestrina e si incontravano, finalmente liberi da orari e controlli vari, in scantinati o magazzini più o meno accoglienti; i più fortunati, con giacca e cravatta e forse ancora impomatati di Brylcreem, si riunivano in case di amici benestanti accolti da genitori disponibili ad adibire la classica “sala” a locale per ballare sulle musiche diffuse dal nuovo Giradischi a 33 - 45 giri. Si arrangiavano, i baldi giovanotti e le “belline” della compagnia; con piccole collette riuscivano a completare la festa presentandosi ai padroni di casa con panini, coca-cola e qualche “Boero”, i famosi cioccolatini al liquore. Nel breve spazio di tempo della festicciola le coppiette erano comunque super controllate dai fugaci sguardi dei padroni di casa, le luci della “sala” erano sempre ben accese e i “lenti”, gestiti sul giradischi dal più sfigato dei ballerini, erano interpretati con movenze molto contenute sulla classica “mattonella”. Erano momenti magici, per tutti, goduti da ognuno …a modo suo…! La musica era il filo conduttore del quotidiano vivere. Il Festival di Sanremo imperava, i motivetti delle sue canzoni erano sempre fischiettati nelle vie e nelle case; dai notissimi Natalino Otto, Togliani, Latilla, Villa, Flo Sandons, Carla Boni e Nilla Pizzi si passò al “ciclone “ Modugno”, alla peperina Rita Pavone, ai grandissimi Mina e Celentano, all’urlatore Tony Dallara, che con la sua “Come 30 Carpe Diem Carpe Diem una festa e un filo conduttore socializzante; ancora oggi sono nelle menti e nel cuore. Tutti hanno raggiunto la terza età con la musica; Operistica, Sinfonica o Leggera, se ne fanno vanto. Il caso della bella “My Way” canticchiata nella Sede del Circolo Greppi è emblematico: ancora oggi viene proposta da molti cantanti e risulta ancora gradita dai tanti che frequentano le nostrane Balere. E’ una canzone orecchiabile che piace sempre e che ricorda “The Voice”. La nostra Mina, notoriamente molto riservata, per il grande Frank Sinatra che l’ha proposta al mondo intero meglio di tutti, ha scritto “… così si canta solo in Paradiso” - (cfr. Il Corriere della Se ra)! N.L. prima” teneva banco nelle casalinghe balere. E poi ancora marciavano bene le melodie dei lanciatissimi Peppino di Capri e Little Tony e altri ancora. Irraggiungibili e inimitabili i Platters e l’indimenticabile Elvis Presley. Ottime e piacevoli le performances di Perry Como con la sua bellissima “Magic Moments”, di Neil Sedaka, Paul Anka e poi ancora Connie Francis, che con smissioni radiofoniche di motivi ancora in voga, il “Dada-umpa” delle Gemelle televisive, il “Tuca Tuca” della giovane Raffaella e i film musicarelli di Taioli, Villa, Morandi e Al Bano, per non dire di quelli made in Hollywood con l’onnipresente Sinatra, Dean Martin, Sammy Davis Junior e le belle Doris Day e Marilyn Monroe, decisamente più avvincenti, erano, all’unanimità, 30’ LE RICETTE DI MARIA TOMASONI IANNOTTA Hotel Milano - Bratto LA MIA CUCINA DI MONTAGNA Insalata di trota affumicata con arance e rucola selvatica UN GIOIOSO E VELOCE PIATTO PER RALLEGRARE LA TAVOLA DELLE FESTIVITÀ DI NATALE le sue sdolcinate “Chitarra romana e La Paloma” fece innamorare e sposare un’infinità di coppie. Dal boom si passò al “miracolo economico”. Ciascuno, …a modo suo…, si godeva i Jeans, la Riviera Adriatica e la Gardesana, Vespa, Lambretta, le feste di Partito e la “Bianchina”: un sogno! Le riflessioni e i ricordi dei convenuti nella Sede Sociale del Circolo furono, grazie a “My Way”, una valanga. Per loro, anno di nascita ’35 -’40 e dintorni, comodamente seduti sul divanetto verde, il passato, il filone principale della loro vita fine cinquanta inizio sessanta, al di là della famiglia, dello studio e del lavoro da apprendisti, era uno solo; musica e canzoni! Le tra- 31 Togliete la pelle ed eventuali lische ai filetti di trota affumicata. Tagliate il pesce a tocchetti in senso diagonale dello spessore di 2 cm. Pelate 4 arance con un coltello, ricavate degli spicchi che siano privi della pellicina che li ricopre. Lavate la rucola con abbondante acqua fredda e un pizzico di bicarbonato di sodio. Scolatela e asciugatela con una centrifuga o un canovaccio. Preparate il condimento per l’insalata. Spremete l’arancia restante e conditela con sale e pepe, miscelando bene affinché il sale si sciolga. Aggiungete 1/3 di olio rispetto al succo d’arancia. Posate la rucola sul piatto, mettete sopra di essa i filetti d’arancia e infine i pezzetti di trota. Condite con il condimento preparato in precedenza. A piacere, si possono aggiungere pinoli tostati e cubetti di pane tostati per dare al piatto una nota croccante. Carpe Diem 32 Carpe Diem Antica Perosa Direttore della ristorazione Michele Cortinovis CAPODANNO CON GLI AMICI SABATO 31 DICEMBRE c/o Starhotels Cristallo Palace via Betty Ambiveri 37 - tel. 035/316655 Carpe Diem Periodico di Cultura, Arte, Costume, Tradizioni Editore: Cav. Nuccio Lampugnani Dir. resp.: Aldo Monti In redazione: Renata Del Gizzo, Pierantonio Leidi, Sergio Moioli, Franco Nisoli, Antonio Piras, Francesca Romero Bravo, Ulisse Sandrinelli. * * * Autorizz.: Decr. Pres. Tribunale di Bg n. 53 del 1-12-2000 * * * Orari di apertura Segreteria: Martedi - Venerdi (non festivi) - dalle ore 16,30 alle 18,30 * * * Stampa: Artigrafiche Mariani & Monti via Serena 6, tel. 035.57.32.68 - Ponteranica, Bergamo e-mail:[email protected] Bernini EXTRA VIRGIN OIL EC CE L LE N Z A T O S CA N Olio Extra vergine di Olivastra Seggianese Non contiene antiparassitari Zuccheri e sali A 33