Cosa sono le
organizzazioni ?
è Pensare
alle organizzazioni come entità a se
stanti, è concettualmente improprio
!
è Fa
dimenticare che ad agire sono gli individui e i
gruppi
L’ORGANIZZAZIONE
• Concetto
Risultato di un processo che rende possibili la
classificazione, la descrizione e la previsione
degli oggetti.
In questo caso il “concetto di organizzazione”
può includere ogni specie di procedura
semantica con la quale si è soliti indicare “un
insieme di soggetti che, attraverso una
divisione del lavoro formalizzata, tendono alla
realizzazione di un fine, anch’esso
formalizzato”.
• Fenomeno
Manifestazione della realtà
Una (possibile) definizione classica:
L’Organizzazione è un costrutto sociale (forma di
azione collettiva) in continua relazione con l’ambiente di
riferimento, in cui risorse umane attraverso l’utilizzo di
risorse strumentali tendono alla realizzazione di obiettivi
condivisi che coincidono con il fine istituzionale della
organizzazione medesima (Ferrante e Zan, 1996)
Processi di base:
Differenziazione strutturale: specializzazione/divisione
del lavoro
Integrazione funzionale: cooperazione e
coordinamento
???
L’iceberg organizzativo
hard
Struttura e ruoli
FORMALE RAZIONALE VISIBILE
tecnologia
Prodotti
!
Impianti
Risorse
!
Mercati
finanziarie
!
!
Atteggiamenti
Sentimenti
Valori
!
Cultura
soft
Ideologia Norme
Identita’
INFORMALE EMOTIVA SOMMERSA
Procedimento attraverso il quale si dà ad una cosa il
nome che appartiene ad un’altra cosa (Aristotele).
Questo trasferimento di significato, solitamente, avviene
attraverso il ricorso ad una analogia.
Metafora
Una delle modalità più originali per descrivere il fenomeno organizzativo è
stato quello di rappresentare le organizzazioni attraverso particolari metafore
che ne illustrano sia l’apparenza che l’essenza (Morgan, 1997).
•
Le organizzazioni come macchine
•
Le organizzazioni come prigioni psichiche
Le organizzazioni come cervelli
•
???
Le organizzazioni come sistemi politici
Le organizzazioni come organismi
•
•
•
•
Le organizzazioni come cambiamento
Le organizzazioni come sistemi culturali
Le organizzazioni come macchine
n
La metafora dell’organizzazione come
“macchina” è quella che più si avvicina alle
realtà organizzative classiche descritte ed
analizzate da Taylor, ovvero ai sistemi
burocratici tipizzati da Max Weber
Le organizzazioni come organismi
n
Le “organizzazioni/organismi” sono
invece quelli che utilizzano la metafora e
la logica del “sistema aperto” per
descrivere l’essenza di una
organizzazione, oltre che le sue modalità
di funzionamento
Le organizzazioni come sistemi politici
n
In questo caso le organizzazione sono viste
come dei veri e propri “sistemi di governo”,
caratterizzati da dinamiche di autorità e/o
democrazia. La rappresentazione più calzante
di questa metafora è quella che vede le
organizzazione come vere e proprie “arene”
politiche dominate da “conflitti” per la
distribuzione di “potere” ed “interessi”.
Le organizzazioni come cervelli
n
In questo caso le organizzazioni sono viste
come complessi sistemi che trattano dati e
informazioni. La dinamica fondamentale è
quella dell’apprendimento, della conoscenza,
al fine di accrescere la capacità decisionale e
l’adeguamento alla crescente complessità
(learning organization)
Le organizzazioni come prigioni psichiche
n
Con questa metafora s'immagina l’organizzazione
come un insieme di processi consci ed inconsci che
spesso arrivano a costruire una sorta di “gabbia” per
gli attori che ne fanno parte. Gli uomini dunque
corrono il rischio di rimanere “intrappolati” dalle
immagini, dai pensieri, dalle azioni, dalle idee che
scaturiscono da tale processi. La conseguenza più
importante di tale processo è che le organizzazioni
possono acquisire vita propria ed autonoma rispetto
ai loro fondatori
Le organizzazioni come cambiamento (1)
La metafora del “cambiamento organizzativo” si sviluppa
su due dimensioni, solo apparentemente distanti.
La dimensione dell’analisi avviata da Maturana e Varela:
essi ritengono che ogni sistema vivente sia un
sistema interattivo, autonomo e chiuso dal punto
vista organizzativo (riferimento solo a sé stesso).
Sulla base di alcune tipiche proprietà (autonomia,
circolarità e autodeterminazione), le organizzazioni
sono dei sistemi “auto-poietici”: elaborano, cioè,
una particolare capacità di auto-riproduzione in un
sistema di rapporti chiusi con l’esterno
Le organizzazioni come cambiamento (2)
!
Ripensare le strategie di cambiamento dei contesti
operativi
In sintesi: imparare a vivere in situazioni di
cambiamento continuo in un contesto di instabilità e
complessità processi di autorità, coordinamento e
controllo
Ripensare le strategie di cambiamento dei contesti
operativi
In sintesi: imparare a vivere in situazioni di
cambiamento continuo in un contesto di instabilità e
complessità
Esiste una definizione conclusiva? (1)
• Da un aggregato abbastanza ampio di persone (dimensione),
aventi uno scopo, da realizzare attraverso lo svolgimento di
compiti, che richiede l’impiego di conoscenze e strumenti
(tecnologia);
• Da divisione e specializzazione dei compiti (differenziazione);
• Da regole e procedure che conducono ad unità le singole
attività (integrazione);
• Da una stabile ed esplicita formalizzazione delle regole
d’interazione tra gruppi, individui ed attività (struttura
organizzativa);
• Da modalità di valutazione dell’efficacia e dell’efficienza
delle procedure di realizzazione degli obiettivi;
• Da un impegno condiviso per la durata nel tempo e nei valori
del comportamento intrapreso (committment).
Esiste una definizione conclusiva?
“Le organizzazioni sono anche un carico di
lavoro mentale, una richiesta di esibire
comportamenti adeguati alla situazione,
richiesta che può mettere alla prova le
nostre risorse” (Depolo 1998, p.8 ).
“Organizzazioni prima di tutto come insieme
di attività svolte da individui e gruppi che
interagiscono” (Ibidem, p.11) .
“Un’organizzazione non è un a priori. Essa è frutto
della convergenza di bisogni, desideri e opzioni diverse,
negoziabili nelle differenti culture e utilizzabili per speranze
diverse.
Il convergere trasparente e complesso delle speranze
porta al successo di un’organizzazione.
Se ne deduce la centralità delle relazioni tra uomini
operanti nell’organizzazione, e anche al di fuori di essa.
Le relazioni esistenti nell’ambiente di lavoro sono molto
complesse, né si possono comprendere sotto i nomi più
tradizionali di relazioni umane, industriali, pubbliche o interne.
Non sono fisse e già esistenti perché chi lavora ne può
inventare e progettare di nuove, ora inesistenti, ma più
adeguate all’infinita serie di problemi che le organizzazioni
debbono affrontare”
(Spaltro,1990, p.137).
Organizzazione e… stati d’animo!
Poiché l’organizzazione appare sempre più
essere uno stato d’animo,
occorre prevedere una progettazione continua
di stati d’animo, una loro gestione ed un loro
utilizzo per
il benessere individuale e collettivo del
soggetto in quanto titolare di un’ipotesi di
benessere
(Spaltro & De Vito Piscicelli, 2002, pp.464/65).