Marc Ford - Slang Music

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Biografia
Marc Ford
from California
“It’s Rock’n’Roll”
dice Marc Ford.
Vorrei soffermarmi considerando
il peso di queste parole.
Sinceramente, l’intera carriera di
Marc Ford, non può essere addizionata nei complicati contesti sepolti in una simile affermazione; e
come nei migliori chitarristi, è una
carriera riempita da una sincera
contraddizione, una parte di narcotica beatitudine e una parte primitiva, agitata dal bisogno.
Molti musicisti trascorrono tutta
la loro vita imparando come modificarne l’intensità, se sei abbastanza fortunato da possederla
completamente.
Sulla soglia di una nuova carriera da solista, Ford sembra abbia
finalmente trovato la sua figura. “Anytime I Started pushing
on this record, it started pushing
back,” parla del nuovo album
Weary and Wired “So, I Stopped
pushing.”
Qualche volta
l’evidente è sublime.
Come un musicista,
imparando a deporre il passato, tutto gli viene naturale.
Il particolare tocco di chitarra è un marchio che lo rende unico e riconoscibile, a volte il suo sguardo estraneo e distaccato tradisce la tenacia
ed il calore che mette nei suoi assoli soul spesso confrontabili a quelli di
Hendrix, Clapton, Allman e Page.
Molti chitarristi sono irradiati da una tale compostezza e destrezza e, probabilmente, è stata questa combinazione a catturare l’attenzione di Chris Robinson e The Black Crowes
quando la band Burning Tree formata da Ford, aprì il loro concerto nel 1990.
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Tel. 0302531536 - Fax 0302536348 - Cell. 3356715992
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Marc Ford
“Tutte le mie conoscenze le trasformarono in un grande, forte suono, erano nel movimento,
e il cantante era proprio bravo!” dice Ford.
Presto viene invitato da Robinson ad una jam durante un’esibizione dei The Crowes “Ripensandoci era già stato un lungo corteggiamento” ricorda “Noi eravamo fans gli uni degli altri”
Dopo il suo primo ascolto di Shake your Money Maker... “Quando ascoltai per la prima volta il CD stavo guidando e, d’improvviso fermai l’auto! Mi piaceva, Oh mio Dio ascolta come
canta! Canta come io suono la chitarra!”...non passò molto tempo che gli venne chiesto di
unirsi alla band e l’impatto fu immediato.
Ford e The Crowes andarono in tour per il globo e vendettero milioni di album così come,
molto probabilmente, la più potente e rilevante Rock and roll band delle ultime due decadi,
con un punto di riferimento così, produsse The Southern Harmony and Musical Companion, Amorica e Three Snakes and One Charm.
Ford fu proclamato dai fans e dalla critica come il catalizzatore d’emergenza nella scena di
questa jamband della metà degli anni ‘90, una scena che aveva immagazzinato la band e
Ford un cult-like, conseguente a quello che tuttora esiste ai nostri giorni.
Inevitabilmente, le alte atmosfere delle celebrità del Rock’n’Roll, cominciarono a dare inizio
per Marc alla foschia di indifferenza.
Durante i suoi ultimi due anni nella band. “Non ero più lì spiritualmente e mentalmente,” dice
“Avrei dovuto essere carino ma di questo evidentemente non me ne preoccupavo. Non mi
ero mai sentito così suonando.”
Immediatamente, dopo essere stati in prima linea al Furthur Festival nel 1997, lasciò i The
Black Crowes in una fenditura che parve irrevocabile.
Emerse meno con il suo nuovo progetto chiamato “Federale”; essi affrontarono le possibilità
cadendo attraverso etichette di poca importanza.
“Noi eravamo l’ultima band senza un contratto” ricorda “Dissero, Buone canzoni ragazzi ma
avete bisogno di un nuovo Limp Bizkit!” come Ford aggiunse “Questo fu la fine del progetto”.
Nel 2000 formò i Blue Floyd con l’arrivo di Allen Woody dei Gov’t Mule.
Un progetto che inizialmente partì come un modo per due amici di stare insieme e suonare
musica “Nel ’96 (the Crowes) andammo in tour con i Gov’t Mule e Woody e io diventammo
stretti amici,” dice Ford “Lui voleva sempre suonare con me, così pensammo di avvicinarci
con alcune canzoni dei Pink Floyd messe in un contesto blues. Questa fu l’intera ragione
dell’unione della band.”
Iniziammo, con la scusa di scalare velocemente le jam, con l’aggiunta del batterista Matt
Abts, il tastierista Johnny Neal e il bassista Berry Oakley.
I primi shows dei Blue Floyd divennerro noti per la spontaneità, l’epica lunghezza e le psichedeliche jams che, spesso, scioglievano le menti con esibizioni in eccesso di tre ore.
Dopo i primi due anni e la morte di Allen Woody, la band continuò la sua rotta “Eravamo
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una cover band” ammette Ford, “ma alla fine diventammo dei forti felini. Allen Woody fu un
grande uomo.”
Negli ultimi cinque anni, dopo aver lasciato i The Crowes, Ford scrisse le canzoni che divennero il suo primo album da solista nel 2002 “It’s About Time”.
Cercò sé stesso ad una svolta così come ricercò un nuovo suono, celebrando la sua
figura per la prima volta nella sua carriera.
“A quel tempo rappresentavo chiunque sapesse chi ero e cosa potessi suonare,” disse “feci
questo per 6 anni (nei The Crowes) così, dopo averlo lasciato, avevo queste canzoni a cui
stavo lavorando e su cui volevo veramente concentrarmi”.
Il risultato fu uno spirituale ma continuo sforzo che mostrò la sorprendente vivacità e diversità di Ford come organico scrittore, permettendo influenze come quelle dei pionieri del
country-rock Neil Young and the Band che ne splendevano attraverso.
L’album include molti ospiti, alcuni dei quali amici, incluso Allen Woody and Matt Abts dei
Gov’t Mule, Gary Louris dei Jayhawks, Lenny Kravitz chitarrista dei Craig Ross e Ben
Harper.
Harper dimostrò di essere un importante amico e Ford decise di accantonare il suo tour con
la band The Sinners, accettando l’offerta come leader guitarist nella sua band, the Innocent Criminals, per un mondiale tour nel 2003.
Il tour ebbe uno schiacciante successo come è documentato nel DVD “Live at the Hollywood Bowl” e, presto, Ford trovò sé stesso collaborando con Harper e The Five Blind
Boys of Alabama al progetto gospel-blues “There Will Be a Light”.
L’album vinse un Grammy nel 2005 come “Best Traditional Soul Gospel Album”, così come
un award alla NAACP.
L’ironia non si perse in Ford “Non troppa gente bianca ha uno di questi!” ridacchia prontemente.
Cosa accadde dopo la scioccante separazione dai The Black Crowes sia a Ford che hai
suoi fans non è chiaro. “Era l’ultima cosa, era veramente l’ultima cosa nella mia testa,” parla
riguarda alla chiamata che ebbe al ricongiungimento dei Black Crowes “Noi abbiamo avuto
un incontro, tutte le cose giuste sono state dette, le scuse sono state fatte,” - “La musica era
sempre stata fantastica, Così io figurai perché no? Se non sei bravo, allora la musica non è
buona, ma se lo sei, allora è GRANDE!” e con questo, i Black Crowes tornarono indietro.
Ford e i The Crowes si riunirono sullo stage e, come in un sogno, immediatamente si imbarcarono nel “All Join Hands” tour nella primavera del 2005.
Gli shows erano universalmente considerati come un trionfante ritorno alla forma, e le cinque elettrizzanti notti al Fillmore in San Francisco furono registrate la stessa estate e prodotte come il quinto concerto live in DVD della band “Freak ‘n’ Roll...into the Frog”.
Quasi completamente in tour tutto l’anno successivo, Ford capì la sua recente ricerca della
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Marc Ford
sobrietà e rilasciò al chitarrista la sua intera carriera, fu lentamente messo in pericolo dall’incessante viaggio e, come in un sogno dove uno alla fine deve svegliarsi, suonò l’ultima volta
con i The Crowes al Red Rocks Amphiteater nell’estate del 2006.
Con la mente limpida e il corpo intatto, reclutò i primi ardenti compagni Mark “Muddy” Dutton e Doni Gray, iniziando a lavorare al Weary and Wired, il lungo lavoro che seguì It’s
about Time del 2002. Mentre il suo primo lavoro è ancora concentrato sulla sua apparizione come compositore, Weary and Wired solidifica lo stato di Ford come uno dei primi
chitarristi rock‘n’roll, in caso qualcuno se lo sia dimenticato. Lo stracciato e frastagliato
licenziare, che cosparge questo album come una raffica di fucile, è la firma di Marc Ford.
Le sfumature della regione di “It’s About Time” non sono in nessun luogo per essere stati
trovati e, i suoi sicuri suoni sono molto più legati di prima. “Definitivamente questo lavoro
ha un’anima,” ammette “Mi sento come una band che suona dal vivo in una stanza,” che è
esattamente il modo in cui molti dei suoi album sono stati registrati.
“Per un attimo sono stato sobrio e, suonando al di fuori, totalmente concentrato e più forte che
mai,...” Ford rivela “...arrivai alla realizzazione di tempo fa quando, ogni parte della mia identità
era avvolta nello stato di chitarrista; la mia identità sale e scende con gli avvenimenti,”
“Finalmente ho capito, non suonerò mai più la chitarra se non lo vorrò, perché questa è l’unica soluzione se non mi si manifesta, io non sono il suo schiavo – voglio solo fare qualcosa.
Posso prendere questa energia e metterla nella musica o posso metterla in ogni posto io
voglia!”
Parte di questa energia è stata messa nella produzione, un altro talento per il quale velocemente ne è venuto a conoscenza.
Recentemente ha prodotto album per The Pawnshop Kings and Ryan Bingham, e ha
creato una lista di attesa nel caso decidesse di dedicare molto del suo tempo dietro ad un
tavolo. Fortunatamente per i suoi fans, Weary and Wired è dove la sua energia si concentra
in questi giorni.
Ford ritorna ad un definitivo tema nella conversazione
“Non suono musica rock. È Rock‘n’Roll,” chiarisce
“The roll è dove c’è blues, gospel, swing. È ciò che senti.”
Chiamalo come vuoi ma lui è il distinto Marc Ford.
sito ufficiale: www.marcford.net - www.myspace.com/marcfordmusic
Line-up
Marc FORD (USA) - Guitar, vocals
Elijah JAMES (USA) - Second guitar
Mark Ugolini DUTTON (USA) - Bass, keyboards
Dennis Charles MOREHOUSE - Drums
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Discografia
IT’S ABOUT TIME (2002)
Dopo aver lasciato i The Crowes definitivamente, Ford scrisse le canzoni che divennero il suo primo album da solista “It’s About Time”.
Con questo album cercò sé stesso ad una svolta così come ricercò un nuovo suono, celebrando la sua figura per la prima
volta nella sua carriera. Il risultato fu uno spirituale ma continuo
sforzo che mostrò la sorprendente vivacità e diversità di Ford come
organico scrittore, permettendo influenze come quelle dei pionieri del
country-rock Neil Young and the Band che ne splendevano attraverso.
L’album include molti ospiti, alcuni dei quali amici, incluso Allen Woody and Matt Abts dei Gov’t
Mule, Gary Louris dei Jayhawks, Lenny Kravitz chitarrista dei Craig Ross e Ben Harper.
WEARY AND WIRED (2007)
By Blues Bureau/Provogue Records BV
Weary and Wired solidifica lo stato di Ford come uno dei primi
chitarristi rock‘n’roll.
Lo stracciato e frastagliato licenziare, che cosparge questo album
come una raffica di fucile, è la firma di Marc Ford.
“La sfumatura vocale di Ford, in alcuni pezzi, evoca quella di Chris
Robinson come ritroviamo alcune improvvisazioni assimilabili ai The Crowes. Molte influenze prevalgono in questo cd come l’evidente vibrazione punk nell’apertura di “Featherweight
Dreamland” e la presenza di Neil Young in “Smoke Signals”. Tenendo presente che sono solo
paragonabili influenze di cui sto parlando, rispetto a questo album che è una completa essenza di Marc Ford.
“Don’t Come Around” inizia con un lento, smorzato tocco della chitarra molto famigliare, mentre l’nteresse si sposta verso una sottile atmosfera Deep Purple. “It’ll Be Over Soon” è un
vibrante country rock della vena americana di Gram Parsons e Steve Earlie. Esuberanti linee
di guida, una sezione di ponti colorati e ripetitivi riffs, memori dei grandi del passato, lavorano
insieme per creare “1000 Ways” che è la quintessenza del Rock.
La guida solista è estremamente suggestionabile a Clapton nello stile e nel tono.
“Greazy Chicken” sono 6 minuti strumentali di un energetico funk.
“The same Thing” è un paludoso e polveroso blues, coperto da caldi toni di chitarra.
Weary and Wired è una straordinaria collezione di canzoni che mostra Ford nella sua vera
indole, differente da quella che i fans conoscono ai tempi dei The Black Crowes.
La grande qualità di questo lavoro è la pura essenza del Rock’n’roll.”
tratto da una recensione di Brian D. Holland
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Marc Ford
in collaborazione
BURNING TREE (1990)
By Epic Records
Album realizzato quando Ford faceva parte della band Burning Tree che lui stesso aveva formato e che aprì il concerto per i Black Crowes nel 1990.
THE SOUTHERN HARMONY
AND MUSICAL COMPANION (1992)
By American Recordings
Album prodotto quando Ford era membro dei The Crowes
e la band era la più potente e rilevante Rock and roll band
delle ultime due decadi.
AMORICA (1994)
By American Recordings
Prodotto negli anni in cui Ford era parte integrante
dei The Crowes
THREE SNAKES AND ONE CHARM (1996)
by American Recordings
Prodotto negli anni in cui Ford era parte integrante
dei The Crowes
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LIVE AT THE HOLLYWOOD BOWL (2003)
by Virgin Records Us
Ford decise di accettare l’offerta come leader guitarist
nella band di Ben Harper, the Innocent Criminals, per un
mondiale tour nel 2003.
Il tour ebbe uno schiacciante successo come è documentato nel DVD e nel CD “Live at the Hollywood Bowl”
THERE WILL BE A LIGHT (2004)
by Virgin Records America
Ford trovò sé stesso collaborando con Harper e The Five
Blind Boys of Alabama al progetto gospel-blues “There
Will Be a Light”.
L’album vinse un Grammy nel 2005 come “Best Traditional
Soul Gospel Album”, così come un award alla NAACP.
FREAK ‘N’ ROLL... INTO THE FOG (2006)
Eagle Records
Ford e i The Crowes si riunirono sullo stage imbarcandosi
nel “All Join Hands” tour nella primavera del 2005.
Gli shows erano universalmente considerati come un trionfante ritorno alla forma, e le cinque elettrizzanti notti al Fillmore in San Francisco furono registrate la stessa estate
e prodotte come il quinto concerto live in DVD e CD della
band “Freak ‘n’ Roll...into the Frog”.
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