La Radioprotezione in Odontoiatria - Modulo 1

CORSO FAD
LA RADIOPROTEZIONE IN ODONTOIATRIA :
diagnostica avanzata e normativa di protezione da radiazioni.
Ex D.Lgs 187/2000
Modulo A
Richiami di fisica delle radiazioni e di normativa di
radioprotezione.
Caratteristiche di una pratica radiologica odontoiatrica.
Dispositivi di protezione.
Responsabile scientifico: Dott. Gian Paolo Damilano
Relatore : Dott. Luca Gentile
Responsabile S.S. Fisica Sanitaria ASL CN1.
APPARECCHIATURE ENDORALI
ANNI 60-70
Le macchine erano monoblocchi, dotati di voltmetro e
stabilizzatore di corrente, con voltaggio tra 50-55 kV,
correnti tra 10-14 mA, distanza fuoco pelle = DFP di 10
cm e filtrazione totale di 1-1,5 mmAleq
.
RICHIAMI DI FISICA
-
I raggi X hanno natura di onde elettromagnetiche e di
particelle dette fotoni.
- I raggi X hanno la stessa natura della luce visibile ma hanno
un’energia maggiore.
-
Tutte le cariche elettriche (come gli elettroni) accelerate o
decelerate, emettono onde elettromagnetiche.
-
La radiazione emessa dalle apparecchiature radiologiche si
basa sul fenomeno che prevede l'emissione di un'onda
elettromagnetica a seguito della decelerazione di un elettrone;
lo stesso, interagendo con un materiale “target”, perde energia
decelerando
ed emette una radiazione X
detta di
frenamento o di Bremsstrahlung.
RAGGI X
I raggi X in un tubo radiogeno sono prodotti per radiazione di
frenamento o “Bremsstrahlung” ed emissione caratteristica.
I raggi X interagiscono con la materia principalmente per:
- effetto fotoelettrico, la cui sezione d’urto (probabilità
d’interazione) è proporzionale a Z5 ( Z = numero atomico) del
materiale.
- effetto Compton, la cui sezione d'urto è proporzionale a Z.
IL TUBO RADIOGENO
Il tubo radiogeno è costituito da un ampolla al cui interno è presente un anodo
(target) ed un catodo (filamento resistivo). L’involucro è posto ad una
pressione di qualche milionesimo di atmosfera (in approsimazione pari al
vuoto).
Tra il filamento resistivo (catodo, in quanto a potenziale negativo) ed il target
ad alto Z (anodo) si genera una differenza di potenziale che in campo
odontoiatrico è tra 50 - 120 kV e genera un campo elettrico. Gli elettroni del
filamento, reso incandescente per il fluire di corrente elettrica (effetto
termoionico) sono estratti e accelerati verso l'anodo dal campo elettrico, dove
interagiscono con il target emettendo raggi X. All'uscita il fascio è
caratterizzato da uno spettro di bremsstrahlung e dalla presenza di picchi di
emissione in funzione del materiale del target e di eventuali altri filtri.
FILTRAZIONE
I dati di targa del tubo riportano:
I p.e.alla finestra di berillo )
- la filtrazione inerente (inerente
- la filtrazione totale somma della filtrazione inerente e della
filtrazione aggiuntiva
La filtrazione aggiuntiva è inserita dal costruttore per assorbire i
raggi x di bassa energia, che sarebbero assorbiti dal tessuto,
senza giungere al ricettore di immagine fornendo quindi dose
indebita.
Il rendimento a valle di ogni filtro diminuisce al diminuire della
componente a bassa energia dello spettro; rimangono quindi i
raggi x con lunghezza d'onda più bassa, con energie dell’ordine
in keV dei kV utilizzati .
VARIAZIONE DELLO SPETTRO CON LA
FILTRAZIONE
Filtri
La filtrazione permette di ottenere un fascio adatto ai fini diagnostici. La qualità
del fascio è stimata dall'HVL, Half value layer o strato emivalente, SEV, cioè lo
spessore di un dato materiale (in genere Alluminio elettrolitico) capace di
dimezzare l’intensità del fascio rispetto al suo valore originario.
CARATTERISTICHE DEL FASCIO X
• kVp. La tensione applicata tra anodo e catodo che determina l’energia
massima dei raggi X presenti nello spettro di Bremsstrahlung.
• Corrente anodica [mA] : quantità di elettroni che nell’unità di tempo
migrano dal catodo verso l’anodo. Se diminuisco i mA a parità di
tempo di esposizione si avrà una diminuzione della dose.
• Rendimento del tubo: esprime il rapporto tra dose e corrente anodica
per tempo di esposizione [µGy/mAs]. Il suo valore diminuisce con
l’incremento della filtrazione e/o della radiazione di fuga /dispersa.
• HVL, Half Value Layer o strato emivalente, SEV. E’ lo spessore di un
dato materiale (in genere mm di Alluminio elettrolitico) capace di
dimezzare l’intensità del fascio rispetto al suo valore originario.
Maggiore è l’HVL, più il fascio è penetrante e energetico.
• Macchia focale: regione del target da cui hanno origine i raggi X, le cui
dimensioni dipendono da quelle del filamento oltre che dall’inclinazione
dell’anodo.
TEMPO DI ESPOSIZIONE
Esprime la durata dell'emissione della corrente anodica.
La diminuzione del tempo di esposizione, a parità di mA e qualità di
immagine, porta ad una diminuzione della dose.
È un parametro selezionabile ed è generalmente richiesto un
tempo di esposizione minore a parità di apparecchiatura endorale
con i sistemi digitali rispetto a quelli a film.
I CONTROLLI DI QUALITA' QC
Tramite l’analisi dei controlli qualità si può valutare quantitativamente e
nel tempo il proprio sistema di acquisizione di immagine.
Il D. Lgs 187/00 prevede per i sistemi a film i QC non solo sulla
macchina radiogena ma anche sui cosidetti “accessori” quali i film, le
eventuali cassette con schermi di rinforzo, il sistema di sviluppo, la
camera oscura e i diafanoscopi.
Sul calco e dalla letteratura scientifica nei sistemi digitali occorre
idealmente effettuare i controlli su tutto il sistema compreso il monitor
di visualizzazione e il sistema di archiviazione e di recupero dati e
immagini.
RADIAZIONE DIRETTA E DIFFUSA
-
La radiazione che esce dalla finestra è detta radiazione
primaria o diretta ed è quella utile, attraversati i tessuti,
per la formazione dell’immagine.
- La radiazione diretta interagisce con il paziente
modulandosi generando principalmente per Effetto Compton
la radiazione diffusa
- La radiazione può subire più interazioni. L’interazione con
oggetti ad alto Z è da evitare per i secondari prodotti
La radiazione diffusa quando giunge sul recettore di
immagini decrementa la qualità dell’immagine.
LA DIFFUSA e L’IMMAGINE
Si considerino dei film posti tra due serie di filtri asimmetrici parte di un
dosimetro personale
In alto le immagini delle serie di filtri
sono distinte e nette in quanto la
radiazione è diretta e senza corpi
diffondenti adiacenti (il dosimetro
non è indossato).
Nel secondo il backscatter o retrodiffusa da un corpo permette di
visualizzare la doppia serie di filtri
su un unico film.
La presenza di radiazione diffusa
quindi decrementa la qualità
dell’immagine.
RADIAZIONE DI FUGA
Con radiazione di fuga si indica la componente della radiazione che
fuoriesce da superfici del tubo diverse dalla finestra di uscita. Si
presenta molto penetrante in quanto filtrata della cuffia/guaina in genere
in piombo.
I fenomeni che contribuiscono a questa radiaizone sono
1) le interazioni degli elettroni generati dal filamento, prima di
giungere all'anodo, con le particelle residuali nel tubo
2) la produzione di raggi X sull'anodo che non si indirizza verso la
finestra di uscita;
Il suo valore deve essere inferiore a 1mGy/h ma per le apparecchiature
endorali è richiesto un valore di 250 microGy/h = 0,25mGy/h.
Il susseguirsi di impatti sull’anodo e sulle pareti del tubo inducono, con il
tempo, una diminuzione del vuoto. La radiazione di fuga si incrementa
correlata al crescere dell' HVL, dal momento che parte del materiale si
deposita sulla finestra e ne facilita la filtrazione, determinando una
diminuzione del rendimento.
La variazione della HVL o qualità del fascio può comportare la necessità
di ricalibrare il sistema di ricezione delle immagini.
APPARECCHIATURE ENDORALI
OGGI
Rispetto al passato presentano :
- distanza fuoco-pelle maggiore (maggior parallelismo deI raggi X e
diminuzionedella dose che decrementa con il quadrato della distanza dal
fuoco nel caso di sorgente puntiforme)
-
tempi di esposizioni più bassi
-
mA generalmente ridotti
-
generatori ad alta frequenza
-
macchia focale più piccola
Il risultato è un'immagine ad elevata qualità, con esposizione del paziente
a dosi inferiori.
Nel documento E.A.O. “Guidelines for the use of diagnostic
imaging in implant dentistry” 2011,
DOI 10.111/j.
1600-051.2012.02441.x si afferma che:
“digital technology may offer lower patient dose for intraoral
radiography, although this advantage can be lost thug an
increased retake rate.”
“La tecnologia digitale può offrire al paziente dosaggi inferiori
per una radiografia intraorale, tuttavia questo vantaggio può
essere perso nel caso di un aumentato tasso di ripetizione
dell'esame.”
GRANDEZZE e UNITA’ di MISURA
Grandezze Fisiche
• Fluenza, Φ
• Kerma, K [Gy]
Calcolate usando i fattori
Q(L) e fantocci validate
attraverso misure e calcoli.
• Dose Assorbita, D [Gy]
Grandezze Operative
Calcolate usando i
fattori WT, WR e
fantocci
antropomorfi
Grandezze Radioprotezionistiche
• Equivalente di Dose Ambientale, H*(d)
• Dose Assorbita, DT ( a organo)
• Equivalente di Dose Direzionale, H’(d,Ω)
• Dose Equivalente, HT
• Equivalente di Dose Personale, Hp(d)
• Dose Efficace, E
( a organo)
Comparati
attraverso misure
e calcoli
Grandezze Misurate
Attraverso strumenti tarati
rispetto alle
Grandezze Operative
Da ICRP 74 (1996)
DOSE ASSORBITA
(grandezza fisica)
È la grandezza dosimetrica fondamentale,più frequentemente
indicata come dose.
È definita, storicamente, come l’energia assorbita dE dalla
materia per unità di massa dm.
D = dE/dm
L’unità di misura è il Gray, con:
1 Gy = 1J/kg
È possibile trovare anche il rad
1 Gy = 100 rad
GRANDEZZE DOSIMETRICHE
- Dose assorbita D=DE/Dm (definizione usata in passato)
D = d<є>/dm dove
- Energia specifica
Z = dє/dm
- Sarà di seguito indicata come “dose assorbita” o “dose”
- Unità di misura il Gray: 1Gy = 1 J/Kg
- Misurabile direttamente con calorimetri che hanno
sensibilità bassissima (circa 2.5 decimillesimi di grado per 1Gy)
- Altre grandezze sono più facilmente misurabili e correlate alla
dose per via matematica
DOSE ASSORBITA MEDIA
È possibile definire la dose assorbita media in un organo o
tessuto T, derivante dalla radiazione R come:
1
D R , T = ∫ m D R dm
mT T
Dove:
mT = massa dell’organo o tessuto
DR = dose assorbita nell’elemento di massa dm derivante dalla
radiazione R
C
Radiazione
Energia
wR
DOSE EQUIVALENTE
Fotoni
∀
1
e, µ
∀
1
Neutroni
< 10 KeV
5
Neutroni
< 100 KeV
10
Neutroni
< 2 MeV
20
Neutroni
< 20 MeV
10
Neutroni
> 20 MeV
5
Protoni
> 2 MeV
5
α, frag, N
∀
20
(grandezza radioprotezionistica)
La dose equivalente [Sv] è definita
come:
HT = DT*wR
I wR sono fattori di peso correlati
alla diversa efficacia biologica
dei diversi tipi di radiazioni.
C
DOSE EFFICACE
(grandezza radioprotezionistica)
Ogni organo ha una differente sensibilità alle radiazioni. Si introduce per
questo la:
Dose Efficace (E) = somma pesata (WT) delle dosi equivalenti (HT) relative
ai tessuti T che vengono irradiati:
Unità di misura: il Sievert [Sv]
E=
∑ wT H T
T
Organo o tessuto
wT
Gonadi
0.2
Midollo osseo, colon, polmone, stomaco
0.12
Mammelle, fegato, vescica, esofago, tiroide
0.05
Pelle, superficie ossea
0.01
Rimanenti organi o tessuti (nel complesso)
0.05
Totale 1.00
L’ordine di grandezza delle dosi in campo odontoiatrico fa si che
generalmente gli effetti delle radiazioni ionizzanti associabili siano
quelli stocastici “senza soglia” di dose.
RICHIAMI NORMATIVI
La radioprotezione dei lavoratori e della popolazione, oltre che
dell’ambiente, è codificata nel D. Lgs. 230/95 e s.m. i.
La radioprotezione del paziente è invece normata dal D. Lgs.
187/00.
Le norme prevedono figure specifiche obbligatorie, con ruoli
differenziati, come, ad esempio, il Datore di Lavoro e l’Esperto
Qualificato nella sorveglianza fisica dei lavoratori e della
popolazione.
NORME E DOCUMENTI
• DOCUMENTI EURATOM, CE , ICRP,
IAEA, NCRP, DIN, Società Scientifiche
• Il D. Lgs.187/2000 –
• Analisi del decreto e Linee Guida
alla sua applicazione
Regione Piemonte 2001
• LINEE GUIDA REGIONALI, NAZIONALI;
INTERNAZIONALI
• NORME EN, IEC, CEI, DIN…
NUOVA PRATICA
Nel caso si intenda acquisire una nuova apparecchiatura
radiologica è necessario inviare comunicazione 30 giorni prima
dell’inizio della detenzione, secondo quanto previsto al punto 3.1
dell’Allegato VII del D. Lgs. 230/95 e s.m. i.
Certi enti richiedono di trasmettere altri dati di default quali la
valutazione del rischio ex D. Lgs. 230/95 e s. m. i. e/o ruoli e
incarichi previstI dal D. Lgs.187/00.
GIURISPRUDENZA
La giurisprudenza in materia (ad es. Tribunale Mi 4.4.2012 e
Cassazione sez.III Penale, sentenza 6 marzo-9 aprile 2013 n.
16192) chiarisce che:
• l’obbligo di comunicazione scatta per effetto dell’avvio di una
pratica comportante la mera detenzione e non si richiede
quindi il funzionamento del macchinario;
• In caso di sostituzione di un apparecchio radiogeno, nessun
dato normativo induce a ritenere che l’acquisto del nuovo di
potenza inferiore a quello posseduto in precedenza valga ad
esonerare dall’obbligo di comunicazione.
VARIAZIONE E CESSAZIONE
In maniera analoga occorre inviare comunicazione preventiva
per ogni variazione e, con preavviso di 30 giorni, per ogni
cessazione di pratica, specificando in questo caso la modalità
di smaltimento.
La comunicazione (in Piemonte) va inviata a:
• Comando Provinciale Vigili del Fuoco
• Direzione provinciale del Lavoro
• ARPA
• ASL competente per territorio
ESERCENTE
Il D.Lgs 187/00 introduce la figura dell’esercente.
Tra i suoi obblighi ci sono la nomina :
• del Responsabile Impianto Radiologico
• dell’Esperto in Fisica Medica = EFM
• dell’Incaricato dei Controlli di Qualita'
(EFM, EQ abilitato, TSRM)
Le nomine e le accettazioni degli incarichi devono essere
documentate (cartacee) e sottoscritte.
RESPONSABILE IMPIANTO RADIOLOGICO
Gli obblighi del responsabile dell'impianto radiologico
prevedono:
- predisporre, con l'ausilio dell'Esperto in Fisica medica, il
programma di Garanzia di Qualità
- rilasciare, al termine delle prove di accettazione, stato e
costanza, il giudizio di idoneità
- promuovere, con periodicità biennale, la valutazione dei livelli
diagnostici di riferimento
GARANZIA DI QUALITÀ
Il Programma di Garanzia di Qualità ha il compito di
assicurare la qualità ottimale di tutto il processo diagnostico,
cioè la produzione consistente di informazioni diagnostiche
adeguate con minima esposizione sia dei pazienti che del
personale.
PARAMETRI DI QUALITA'
La qualità dell'immagine è stimata attraversa parametri quali:
- risoluzione spaziale ( tramite vari stimatori quali pl/mm, MTF, DQE…
- contrasto:capacità di avere un segnale che si “stacca” dal fondo dell'immagine.
- distorsione geometrica:p.e. 1cm sul fantoccio corrisponde a kcm sull’immagine
- rapporto segnale/rumore (SNR)
QUALITA’ E OTTIMIZZAZIONE
Nella slide successiva vengono presentate 2 serie di tre
immagini a dose decrescente da dx verso sx.
L’immagine di miglior qualità è quella a più alta dose con il
rapporto segnale rumore più alto (bassa granulosità) ossia la
prima di ogni serie.
L’immagine ottimizzata è invece quella che permette di
ottenere l’informazione con la minima dose, come nel caso
della seconda o terza immagine, dove si distinguono ancora
molti dettagli ma la dose in Gy è molto minore.
QUALITA’- OTTIMIZZAZIONE
OTTIMIZZAZIONE
HW - SW
(Processing)
POST
Processing
C
A
E
Ricettore di
immagine
D
P
P
GENERATORE
Ca
vi
Progettazione
Implementazione,
Collaudo Utilizzo e
Gestione
collaborazione
multidisciplinare
I vari elementi e le varie fasi del processo sono come i vagoni di un
treno, fortemente correlati: se un elemento non è adeguato (locale,
generatore, cavi, tubo, collimazione, ricettore di immagini, HW e SW
per il processing, Display Controller, monitor di visualizzazione, sw di
post processing ….) rallenterà tutto il convoglio nella sua corsa verso la
qualità necessaria. Viceversa una componenete troppo veloce
potrebbe far deragliare il resto del convoglio.
Per esempio se il visualizzatore di immagini è di scarsa qualità (per
scelta o invecchiamento dello stesso) potrebbe non visualizzare dettagli
anatomici rivelati dal resto del sistema ma viceversa un video di qualità
troppo elevata rispetto all’immagine nativa può interpolare introducendo
degli artefatti.
RECETTORI DI IMMAGINE
I parametri da verificare sui recettori di immagine dipendono
ovviamente dal tipo di recettore:
- film:
uniformità, accoppiamento e aderenza con schermo e
aderenza schermo di rinforzo,
- digitali: correnti di buio, permanenza di immagini latenti,
uniformità, (nei digitali indiretti vi è un passaggio in più
che implica il QC sul digitalizzatore )
PARAMETRI DI
ACQUISIZIONE
La variazione dei parametri di acquisizione, come ad esempio la
scelta del filtro ( SW) di acquisizione, FOV, kVp, mAs..., possono
determinare differenti qualità, artefatti e distorsioni nell'immagine.
Da D Plotten et al ImPACT 2003
NORME CBCT
Oltre alle norme già citate, agli apparecchi CBCT si applica
inoltre una normativa specifica:
- TC volumetriche G.U. serie generale N°124/2010
- Circolare Ministero Sanità G.U serie generale N124/2010
- Documento HPA 2010a
- Documento HPA 2010b
- Protection Radiation N°172 Com. Europea 2012 ISSN 16816803 Cone Beam CT for dental and maxillofacial radiology.
INSTALLAZIONE
Nell'installazione di apparecchi RX va considerato che:
- il sistema di consenso all’erogazione (ad azione mantenuta)
deve poter essere azionato da posizione protetta (barriera,
distanza…).
- l'operatore deve poter sorvegliare l’accesso alla sala e porre
attenzione ai casi in cui gli accessi siano più di uno. L’accesso
è riservato a personale autorizzato e formato specificamente.
- occorre evitare radiazione retro-diffusa sul paziente e sul
sistema di rilevazione da parte delle pareti o altre strutture in
particolare metalliche ad alto Z.
- il D. Lgs. 81/08 raccomanda spazi di passaggio di 80 cm.
- deve essere prevista adeguata cartellonistica e segnaletica
PROGETTAZIONE
Nella progettazione dei locali vanno considerati gli spazi
necessari:
- per accessori e HW
- per l'operatore che posiziona il paziente
- per l'ingombro dell'apertura delle porte
- per eventuali accompagnatori che recano conforto ed
assistenza al paziente (ad es. non autosufficienti, claustrofobi,
bambini...), come previsto dal D. Lgs. 187/00
- per movimentare e posizionare il paziente correttamente
RIFERIMENTI
In fase di progettazione ed installazione è bene tenere conto
anche dei riferimenti internazionali. Ad esempio:
- l'Odontoiatra deve poter osservare il paziente, finestra
schermata
(telecamera adeguata, interfono…). Rif: HPA
(2010)
- mantenere il contatto visivo e rimanere in comunicazione con il
paziente, durante la procedura. Rif: NCRP145
- la finestra di osservazione dovrebbe avere almeno dimensioni
45 x 45 cm2 ed essere centrata a 150 cm dal calpestabile.
Rif: NCRP147
ARTEFATTI
Ingrandimento e distorsione di mandibola e denti da entrambi i lati per rotazione del
paziente.
Rif: ”UK Radiological congress 2008 The ABC guide to the OPG Control Number:
1198 S. Hussain et a;
OBBLIGHI DEL
DATORE DI LAVORO
Datore di lavoro (DdL), Dirigenti e Preposti, sono tra l'altro tenuti,
ex all'art.61 del D.Lgs230/95 a:
- fornire ai lavoratori, ove necessari, i mezzi di sorveglianza
dosimetrica e di protezione
- rendere edotti i lavoratori, nell'ambito di un programma di
formazione finalizzato alla radioprotezione, in relazione alle
mansioni cui essi sono addetti, dei rischi specifici cui sono esposti
e delle norme di protezione sanitaria
- provvedere affinché i singoli lavoratori osservino le norme
interne, usino i mezzi di protezione ed osservino le modalità di
esecuzione del lavoro
DISPOSITIVI DI PROTEZIONE ANTI RAGGI X
Possono essere individuali o collettivi.
Quelli collettivi vanno preferiti rispetto a quelli di protezione individuale
(p.e.Barriere).
L’impiego di dispositivi protettivi anti raggi x per il paziente, DPP, è
necessario quando si è certi che non sia compromessa
l’informazione diagnostica.
I dispositivi di protezione individuale, DPI, sono soggetti a normativa
specifica e sono dedicati ai lavoratori.
SCELTA DPI/DPP
Nell'acquisizione dei dispositivi di protezione per i lavoratori o per i
pazienti è opportuno considerare sia i fattori di attenuazione, sia altre
problematiche quali ergonomia, stoccaggio, lavaggio e smaltimento.
Per i dispositivi piombiferi si riportano dei fattori di attenuazione per
diversi spessori e a vari kV di lavoro.
Sono in commercio dispositivi anti raggi x con materiali a basso
contenuto o privi di piombo (lead free) che possono offrire adeguate
protezioni una volta contestualizzate e valutate attentamente le loro
caratteristiche di attenuazione rispetto allo spettro della radiazione da
schermare.
CERTIFICAZIONE CE
I DPI devono avere certificazione CE, emessa da un Organismo
Notificato (Direttiva Europea 89/686/CEE e D.Lgs. n. 475 del
04.12.1992) e riferita in modo specifico al modello di DPI offerto,
in base alla Normativa IEC 1331-1 (corrispondente alla CEI EN
61331-1).
In queste immagini sono riportati
solo in parte i dati necessari: la
marchiatura CE e la certificazione
non sono a rigore dei DPI.
CONTROLLO AUTOMATICO
DELL'ESPOSIZIONE
L’utilizzo di dispositivi di protezione DPP in presenza di
sistemi per il controllo automatico dell’esposizione, CAE o
AEC, può dare luogo ad incrementi di dose al paziente.
La presenza anche solo di parte del DPP in corrispondenza
del dispositivo di misura comporta infatti l’aumento di kV e/o
mAs.
ETICHETTA
I Dispositivi di protezione dalla radiazione X per uso medico devono essere
provvisti di etichettatura riportante:
- marca e modello;
- grado di attenuazione, ovvero valore dell’equivalente di attenuazione in
spessore di piombo (mmPb), in funzione della tensione di misura (kV),
filtrazione del fascio utilizzato (sia per la parte anteriore che posteriore);
- tipo di materiale di protezione contenuto;
- numero matricola (unico) o per quelli a consumo, come i guanti,
identificazione lotto materiale attenuatore utilizzato (eventualmente
combinato con numero matricola);
- data di produzione del DPI;
- marchio CE e codice a 4 cifre che indica l’organismo certificatore
riferimento alla Norma CEI EN 61331-3;
- taglia.
e
FATTORI DI PONDERAZIONE wT (ex D.Lgs 241)
E PROTEZIONE CON GREMBIALE
DISPOSITIVI ANTI DPI E DPP
Sono di norma da utilizzare nei casi in cui siano previsti dalle
norme interne o programmi di garanzia della qualità il non
utilizzo dei dispositivi anti-x sia per pazienti, sia per lavoratori e
accompagnatori.
P. e. il paratiroide, come tutti i DPP in generale, se previsto
dev’essere posizionato adeguatamente per evitare la necessità
di ripetere l’esame per presenza di artefatti.
DISPOSITIVI ANTI RAGGI X
ACCOMPAGNATORI
Opportuni dispositivi anti raggi x sono indispensabili per
proteggere le persone eventualmente chiamate ad
accompagnare pazienti che debbano essere sottoposti ad
esami radiologici e necessitino di assistenza.
Durante la sosta presso il paziente, l’accompagnatore deve
attenersi alle indicazioni del dentista sulla posizione esatta da
assumere per finalizzare la sua presenza alla massima
efficacia possibile e alla minor dose assorbita.
ALLEGATO I D. Lgs. 187/00
.…I vincoli di dose efficaci per ogni prestazione diagnostica o
nell’arco di un ciclo terapeudico sono i seguenti:
- per gli adulti di età inferiore ai 60 anni: 3mSv;
- per persone d’età uguale o superiore ai 60 anni: 10mSv
GRAZIE PER
L'ATTENZIONE
Dott. Luca Gentile