CORSO FAD LA RADIOPROTEZIONE IN ODONTOIATRIA : diagnostica avanzata e normativa di protezione da radiazioni. Ex D.Lgs 187/2000 Modulo A Richiami di fisica delle radiazioni e di normativa di radioprotezione. Caratteristiche di una pratica radiologica odontoiatrica. Dispositivi di protezione. Responsabile scientifico: Dott. Gian Paolo Damilano Relatore : Dott. Luca Gentile Responsabile S.S. Fisica Sanitaria ASL CN1. APPARECCHIATURE ENDORALI ANNI 60-70 Le macchine erano monoblocchi, dotati di voltmetro e stabilizzatore di corrente, con voltaggio tra 50-55 kV, correnti tra 10-14 mA, distanza fuoco pelle = DFP di 10 cm e filtrazione totale di 1-1,5 mmAleq . RICHIAMI DI FISICA - I raggi X hanno natura di onde elettromagnetiche e di particelle dette fotoni. - I raggi X hanno la stessa natura della luce visibile ma hanno un’energia maggiore. - Tutte le cariche elettriche (come gli elettroni) accelerate o decelerate, emettono onde elettromagnetiche. - La radiazione emessa dalle apparecchiature radiologiche si basa sul fenomeno che prevede l'emissione di un'onda elettromagnetica a seguito della decelerazione di un elettrone; lo stesso, interagendo con un materiale “target”, perde energia decelerando ed emette una radiazione X detta di frenamento o di Bremsstrahlung. RAGGI X I raggi X in un tubo radiogeno sono prodotti per radiazione di frenamento o “Bremsstrahlung” ed emissione caratteristica. I raggi X interagiscono con la materia principalmente per: - effetto fotoelettrico, la cui sezione d’urto (probabilità d’interazione) è proporzionale a Z5 ( Z = numero atomico) del materiale. - effetto Compton, la cui sezione d'urto è proporzionale a Z. IL TUBO RADIOGENO Il tubo radiogeno è costituito da un ampolla al cui interno è presente un anodo (target) ed un catodo (filamento resistivo). L’involucro è posto ad una pressione di qualche milionesimo di atmosfera (in approsimazione pari al vuoto). Tra il filamento resistivo (catodo, in quanto a potenziale negativo) ed il target ad alto Z (anodo) si genera una differenza di potenziale che in campo odontoiatrico è tra 50 - 120 kV e genera un campo elettrico. Gli elettroni del filamento, reso incandescente per il fluire di corrente elettrica (effetto termoionico) sono estratti e accelerati verso l'anodo dal campo elettrico, dove interagiscono con il target emettendo raggi X. All'uscita il fascio è caratterizzato da uno spettro di bremsstrahlung e dalla presenza di picchi di emissione in funzione del materiale del target e di eventuali altri filtri. FILTRAZIONE I dati di targa del tubo riportano: I p.e.alla finestra di berillo ) - la filtrazione inerente (inerente - la filtrazione totale somma della filtrazione inerente e della filtrazione aggiuntiva La filtrazione aggiuntiva è inserita dal costruttore per assorbire i raggi x di bassa energia, che sarebbero assorbiti dal tessuto, senza giungere al ricettore di immagine fornendo quindi dose indebita. Il rendimento a valle di ogni filtro diminuisce al diminuire della componente a bassa energia dello spettro; rimangono quindi i raggi x con lunghezza d'onda più bassa, con energie dell’ordine in keV dei kV utilizzati . VARIAZIONE DELLO SPETTRO CON LA FILTRAZIONE Filtri La filtrazione permette di ottenere un fascio adatto ai fini diagnostici. La qualità del fascio è stimata dall'HVL, Half value layer o strato emivalente, SEV, cioè lo spessore di un dato materiale (in genere Alluminio elettrolitico) capace di dimezzare l’intensità del fascio rispetto al suo valore originario. CARATTERISTICHE DEL FASCIO X • kVp. La tensione applicata tra anodo e catodo che determina l’energia massima dei raggi X presenti nello spettro di Bremsstrahlung. • Corrente anodica [mA] : quantità di elettroni che nell’unità di tempo migrano dal catodo verso l’anodo. Se diminuisco i mA a parità di tempo di esposizione si avrà una diminuzione della dose. • Rendimento del tubo: esprime il rapporto tra dose e corrente anodica per tempo di esposizione [µGy/mAs]. Il suo valore diminuisce con l’incremento della filtrazione e/o della radiazione di fuga /dispersa. • HVL, Half Value Layer o strato emivalente, SEV. E’ lo spessore di un dato materiale (in genere mm di Alluminio elettrolitico) capace di dimezzare l’intensità del fascio rispetto al suo valore originario. Maggiore è l’HVL, più il fascio è penetrante e energetico. • Macchia focale: regione del target da cui hanno origine i raggi X, le cui dimensioni dipendono da quelle del filamento oltre che dall’inclinazione dell’anodo. TEMPO DI ESPOSIZIONE Esprime la durata dell'emissione della corrente anodica. La diminuzione del tempo di esposizione, a parità di mA e qualità di immagine, porta ad una diminuzione della dose. È un parametro selezionabile ed è generalmente richiesto un tempo di esposizione minore a parità di apparecchiatura endorale con i sistemi digitali rispetto a quelli a film. I CONTROLLI DI QUALITA' QC Tramite l’analisi dei controlli qualità si può valutare quantitativamente e nel tempo il proprio sistema di acquisizione di immagine. Il D. Lgs 187/00 prevede per i sistemi a film i QC non solo sulla macchina radiogena ma anche sui cosidetti “accessori” quali i film, le eventuali cassette con schermi di rinforzo, il sistema di sviluppo, la camera oscura e i diafanoscopi. Sul calco e dalla letteratura scientifica nei sistemi digitali occorre idealmente effettuare i controlli su tutto il sistema compreso il monitor di visualizzazione e il sistema di archiviazione e di recupero dati e immagini. RADIAZIONE DIRETTA E DIFFUSA - La radiazione che esce dalla finestra è detta radiazione primaria o diretta ed è quella utile, attraversati i tessuti, per la formazione dell’immagine. - La radiazione diretta interagisce con il paziente modulandosi generando principalmente per Effetto Compton la radiazione diffusa - La radiazione può subire più interazioni. L’interazione con oggetti ad alto Z è da evitare per i secondari prodotti La radiazione diffusa quando giunge sul recettore di immagini decrementa la qualità dell’immagine. LA DIFFUSA e L’IMMAGINE Si considerino dei film posti tra due serie di filtri asimmetrici parte di un dosimetro personale In alto le immagini delle serie di filtri sono distinte e nette in quanto la radiazione è diretta e senza corpi diffondenti adiacenti (il dosimetro non è indossato). Nel secondo il backscatter o retrodiffusa da un corpo permette di visualizzare la doppia serie di filtri su un unico film. La presenza di radiazione diffusa quindi decrementa la qualità dell’immagine. RADIAZIONE DI FUGA Con radiazione di fuga si indica la componente della radiazione che fuoriesce da superfici del tubo diverse dalla finestra di uscita. Si presenta molto penetrante in quanto filtrata della cuffia/guaina in genere in piombo. I fenomeni che contribuiscono a questa radiaizone sono 1) le interazioni degli elettroni generati dal filamento, prima di giungere all'anodo, con le particelle residuali nel tubo 2) la produzione di raggi X sull'anodo che non si indirizza verso la finestra di uscita; Il suo valore deve essere inferiore a 1mGy/h ma per le apparecchiature endorali è richiesto un valore di 250 microGy/h = 0,25mGy/h. Il susseguirsi di impatti sull’anodo e sulle pareti del tubo inducono, con il tempo, una diminuzione del vuoto. La radiazione di fuga si incrementa correlata al crescere dell' HVL, dal momento che parte del materiale si deposita sulla finestra e ne facilita la filtrazione, determinando una diminuzione del rendimento. La variazione della HVL o qualità del fascio può comportare la necessità di ricalibrare il sistema di ricezione delle immagini. APPARECCHIATURE ENDORALI OGGI Rispetto al passato presentano : - distanza fuoco-pelle maggiore (maggior parallelismo deI raggi X e diminuzionedella dose che decrementa con il quadrato della distanza dal fuoco nel caso di sorgente puntiforme) - tempi di esposizioni più bassi - mA generalmente ridotti - generatori ad alta frequenza - macchia focale più piccola Il risultato è un'immagine ad elevata qualità, con esposizione del paziente a dosi inferiori. Nel documento E.A.O. “Guidelines for the use of diagnostic imaging in implant dentistry” 2011, DOI 10.111/j. 1600-051.2012.02441.x si afferma che: “digital technology may offer lower patient dose for intraoral radiography, although this advantage can be lost thug an increased retake rate.” “La tecnologia digitale può offrire al paziente dosaggi inferiori per una radiografia intraorale, tuttavia questo vantaggio può essere perso nel caso di un aumentato tasso di ripetizione dell'esame.” GRANDEZZE e UNITA’ di MISURA Grandezze Fisiche • Fluenza, Φ • Kerma, K [Gy] Calcolate usando i fattori Q(L) e fantocci validate attraverso misure e calcoli. • Dose Assorbita, D [Gy] Grandezze Operative Calcolate usando i fattori WT, WR e fantocci antropomorfi Grandezze Radioprotezionistiche • Equivalente di Dose Ambientale, H*(d) • Dose Assorbita, DT ( a organo) • Equivalente di Dose Direzionale, H’(d,Ω) • Dose Equivalente, HT • Equivalente di Dose Personale, Hp(d) • Dose Efficace, E ( a organo) Comparati attraverso misure e calcoli Grandezze Misurate Attraverso strumenti tarati rispetto alle Grandezze Operative Da ICRP 74 (1996) DOSE ASSORBITA (grandezza fisica) È la grandezza dosimetrica fondamentale,più frequentemente indicata come dose. È definita, storicamente, come l’energia assorbita dE dalla materia per unità di massa dm. D = dE/dm L’unità di misura è il Gray, con: 1 Gy = 1J/kg È possibile trovare anche il rad 1 Gy = 100 rad GRANDEZZE DOSIMETRICHE - Dose assorbita D=DE/Dm (definizione usata in passato) D = d<є>/dm dove - Energia specifica Z = dє/dm - Sarà di seguito indicata come “dose assorbita” o “dose” - Unità di misura il Gray: 1Gy = 1 J/Kg - Misurabile direttamente con calorimetri che hanno sensibilità bassissima (circa 2.5 decimillesimi di grado per 1Gy) - Altre grandezze sono più facilmente misurabili e correlate alla dose per via matematica DOSE ASSORBITA MEDIA È possibile definire la dose assorbita media in un organo o tessuto T, derivante dalla radiazione R come: 1 D R , T = ∫ m D R dm mT T Dove: mT = massa dell’organo o tessuto DR = dose assorbita nell’elemento di massa dm derivante dalla radiazione R C Radiazione Energia wR DOSE EQUIVALENTE Fotoni ∀ 1 e, µ ∀ 1 Neutroni < 10 KeV 5 Neutroni < 100 KeV 10 Neutroni < 2 MeV 20 Neutroni < 20 MeV 10 Neutroni > 20 MeV 5 Protoni > 2 MeV 5 α, frag, N ∀ 20 (grandezza radioprotezionistica) La dose equivalente [Sv] è definita come: HT = DT*wR I wR sono fattori di peso correlati alla diversa efficacia biologica dei diversi tipi di radiazioni. C DOSE EFFICACE (grandezza radioprotezionistica) Ogni organo ha una differente sensibilità alle radiazioni. Si introduce per questo la: Dose Efficace (E) = somma pesata (WT) delle dosi equivalenti (HT) relative ai tessuti T che vengono irradiati: Unità di misura: il Sievert [Sv] E= ∑ wT H T T Organo o tessuto wT Gonadi 0.2 Midollo osseo, colon, polmone, stomaco 0.12 Mammelle, fegato, vescica, esofago, tiroide 0.05 Pelle, superficie ossea 0.01 Rimanenti organi o tessuti (nel complesso) 0.05 Totale 1.00 L’ordine di grandezza delle dosi in campo odontoiatrico fa si che generalmente gli effetti delle radiazioni ionizzanti associabili siano quelli stocastici “senza soglia” di dose. RICHIAMI NORMATIVI La radioprotezione dei lavoratori e della popolazione, oltre che dell’ambiente, è codificata nel D. Lgs. 230/95 e s.m. i. La radioprotezione del paziente è invece normata dal D. Lgs. 187/00. Le norme prevedono figure specifiche obbligatorie, con ruoli differenziati, come, ad esempio, il Datore di Lavoro e l’Esperto Qualificato nella sorveglianza fisica dei lavoratori e della popolazione. NORME E DOCUMENTI • DOCUMENTI EURATOM, CE , ICRP, IAEA, NCRP, DIN, Società Scientifiche • Il D. Lgs.187/2000 – • Analisi del decreto e Linee Guida alla sua applicazione Regione Piemonte 2001 • LINEE GUIDA REGIONALI, NAZIONALI; INTERNAZIONALI • NORME EN, IEC, CEI, DIN… NUOVA PRATICA Nel caso si intenda acquisire una nuova apparecchiatura radiologica è necessario inviare comunicazione 30 giorni prima dell’inizio della detenzione, secondo quanto previsto al punto 3.1 dell’Allegato VII del D. Lgs. 230/95 e s.m. i. Certi enti richiedono di trasmettere altri dati di default quali la valutazione del rischio ex D. Lgs. 230/95 e s. m. i. e/o ruoli e incarichi previstI dal D. Lgs.187/00. GIURISPRUDENZA La giurisprudenza in materia (ad es. Tribunale Mi 4.4.2012 e Cassazione sez.III Penale, sentenza 6 marzo-9 aprile 2013 n. 16192) chiarisce che: • l’obbligo di comunicazione scatta per effetto dell’avvio di una pratica comportante la mera detenzione e non si richiede quindi il funzionamento del macchinario; • In caso di sostituzione di un apparecchio radiogeno, nessun dato normativo induce a ritenere che l’acquisto del nuovo di potenza inferiore a quello posseduto in precedenza valga ad esonerare dall’obbligo di comunicazione. VARIAZIONE E CESSAZIONE In maniera analoga occorre inviare comunicazione preventiva per ogni variazione e, con preavviso di 30 giorni, per ogni cessazione di pratica, specificando in questo caso la modalità di smaltimento. La comunicazione (in Piemonte) va inviata a: • Comando Provinciale Vigili del Fuoco • Direzione provinciale del Lavoro • ARPA • ASL competente per territorio ESERCENTE Il D.Lgs 187/00 introduce la figura dell’esercente. Tra i suoi obblighi ci sono la nomina : • del Responsabile Impianto Radiologico • dell’Esperto in Fisica Medica = EFM • dell’Incaricato dei Controlli di Qualita' (EFM, EQ abilitato, TSRM) Le nomine e le accettazioni degli incarichi devono essere documentate (cartacee) e sottoscritte. RESPONSABILE IMPIANTO RADIOLOGICO Gli obblighi del responsabile dell'impianto radiologico prevedono: - predisporre, con l'ausilio dell'Esperto in Fisica medica, il programma di Garanzia di Qualità - rilasciare, al termine delle prove di accettazione, stato e costanza, il giudizio di idoneità - promuovere, con periodicità biennale, la valutazione dei livelli diagnostici di riferimento GARANZIA DI QUALITÀ Il Programma di Garanzia di Qualità ha il compito di assicurare la qualità ottimale di tutto il processo diagnostico, cioè la produzione consistente di informazioni diagnostiche adeguate con minima esposizione sia dei pazienti che del personale. PARAMETRI DI QUALITA' La qualità dell'immagine è stimata attraversa parametri quali: - risoluzione spaziale ( tramite vari stimatori quali pl/mm, MTF, DQE… - contrasto:capacità di avere un segnale che si “stacca” dal fondo dell'immagine. - distorsione geometrica:p.e. 1cm sul fantoccio corrisponde a kcm sull’immagine - rapporto segnale/rumore (SNR) QUALITA’ E OTTIMIZZAZIONE Nella slide successiva vengono presentate 2 serie di tre immagini a dose decrescente da dx verso sx. L’immagine di miglior qualità è quella a più alta dose con il rapporto segnale rumore più alto (bassa granulosità) ossia la prima di ogni serie. L’immagine ottimizzata è invece quella che permette di ottenere l’informazione con la minima dose, come nel caso della seconda o terza immagine, dove si distinguono ancora molti dettagli ma la dose in Gy è molto minore. QUALITA’- OTTIMIZZAZIONE OTTIMIZZAZIONE HW - SW (Processing) POST Processing C A E Ricettore di immagine D P P GENERATORE Ca vi Progettazione Implementazione, Collaudo Utilizzo e Gestione collaborazione multidisciplinare I vari elementi e le varie fasi del processo sono come i vagoni di un treno, fortemente correlati: se un elemento non è adeguato (locale, generatore, cavi, tubo, collimazione, ricettore di immagini, HW e SW per il processing, Display Controller, monitor di visualizzazione, sw di post processing ….) rallenterà tutto il convoglio nella sua corsa verso la qualità necessaria. Viceversa una componenete troppo veloce potrebbe far deragliare il resto del convoglio. Per esempio se il visualizzatore di immagini è di scarsa qualità (per scelta o invecchiamento dello stesso) potrebbe non visualizzare dettagli anatomici rivelati dal resto del sistema ma viceversa un video di qualità troppo elevata rispetto all’immagine nativa può interpolare introducendo degli artefatti. RECETTORI DI IMMAGINE I parametri da verificare sui recettori di immagine dipendono ovviamente dal tipo di recettore: - film: uniformità, accoppiamento e aderenza con schermo e aderenza schermo di rinforzo, - digitali: correnti di buio, permanenza di immagini latenti, uniformità, (nei digitali indiretti vi è un passaggio in più che implica il QC sul digitalizzatore ) PARAMETRI DI ACQUISIZIONE La variazione dei parametri di acquisizione, come ad esempio la scelta del filtro ( SW) di acquisizione, FOV, kVp, mAs..., possono determinare differenti qualità, artefatti e distorsioni nell'immagine. Da D Plotten et al ImPACT 2003 NORME CBCT Oltre alle norme già citate, agli apparecchi CBCT si applica inoltre una normativa specifica: - TC volumetriche G.U. serie generale N°124/2010 - Circolare Ministero Sanità G.U serie generale N124/2010 - Documento HPA 2010a - Documento HPA 2010b - Protection Radiation N°172 Com. Europea 2012 ISSN 16816803 Cone Beam CT for dental and maxillofacial radiology. INSTALLAZIONE Nell'installazione di apparecchi RX va considerato che: - il sistema di consenso all’erogazione (ad azione mantenuta) deve poter essere azionato da posizione protetta (barriera, distanza…). - l'operatore deve poter sorvegliare l’accesso alla sala e porre attenzione ai casi in cui gli accessi siano più di uno. L’accesso è riservato a personale autorizzato e formato specificamente. - occorre evitare radiazione retro-diffusa sul paziente e sul sistema di rilevazione da parte delle pareti o altre strutture in particolare metalliche ad alto Z. - il D. Lgs. 81/08 raccomanda spazi di passaggio di 80 cm. - deve essere prevista adeguata cartellonistica e segnaletica PROGETTAZIONE Nella progettazione dei locali vanno considerati gli spazi necessari: - per accessori e HW - per l'operatore che posiziona il paziente - per l'ingombro dell'apertura delle porte - per eventuali accompagnatori che recano conforto ed assistenza al paziente (ad es. non autosufficienti, claustrofobi, bambini...), come previsto dal D. Lgs. 187/00 - per movimentare e posizionare il paziente correttamente RIFERIMENTI In fase di progettazione ed installazione è bene tenere conto anche dei riferimenti internazionali. Ad esempio: - l'Odontoiatra deve poter osservare il paziente, finestra schermata (telecamera adeguata, interfono…). Rif: HPA (2010) - mantenere il contatto visivo e rimanere in comunicazione con il paziente, durante la procedura. Rif: NCRP145 - la finestra di osservazione dovrebbe avere almeno dimensioni 45 x 45 cm2 ed essere centrata a 150 cm dal calpestabile. Rif: NCRP147 ARTEFATTI Ingrandimento e distorsione di mandibola e denti da entrambi i lati per rotazione del paziente. Rif: ”UK Radiological congress 2008 The ABC guide to the OPG Control Number: 1198 S. Hussain et a; OBBLIGHI DEL DATORE DI LAVORO Datore di lavoro (DdL), Dirigenti e Preposti, sono tra l'altro tenuti, ex all'art.61 del D.Lgs230/95 a: - fornire ai lavoratori, ove necessari, i mezzi di sorveglianza dosimetrica e di protezione - rendere edotti i lavoratori, nell'ambito di un programma di formazione finalizzato alla radioprotezione, in relazione alle mansioni cui essi sono addetti, dei rischi specifici cui sono esposti e delle norme di protezione sanitaria - provvedere affinché i singoli lavoratori osservino le norme interne, usino i mezzi di protezione ed osservino le modalità di esecuzione del lavoro DISPOSITIVI DI PROTEZIONE ANTI RAGGI X Possono essere individuali o collettivi. Quelli collettivi vanno preferiti rispetto a quelli di protezione individuale (p.e.Barriere). L’impiego di dispositivi protettivi anti raggi x per il paziente, DPP, è necessario quando si è certi che non sia compromessa l’informazione diagnostica. I dispositivi di protezione individuale, DPI, sono soggetti a normativa specifica e sono dedicati ai lavoratori. SCELTA DPI/DPP Nell'acquisizione dei dispositivi di protezione per i lavoratori o per i pazienti è opportuno considerare sia i fattori di attenuazione, sia altre problematiche quali ergonomia, stoccaggio, lavaggio e smaltimento. Per i dispositivi piombiferi si riportano dei fattori di attenuazione per diversi spessori e a vari kV di lavoro. Sono in commercio dispositivi anti raggi x con materiali a basso contenuto o privi di piombo (lead free) che possono offrire adeguate protezioni una volta contestualizzate e valutate attentamente le loro caratteristiche di attenuazione rispetto allo spettro della radiazione da schermare. CERTIFICAZIONE CE I DPI devono avere certificazione CE, emessa da un Organismo Notificato (Direttiva Europea 89/686/CEE e D.Lgs. n. 475 del 04.12.1992) e riferita in modo specifico al modello di DPI offerto, in base alla Normativa IEC 1331-1 (corrispondente alla CEI EN 61331-1). In queste immagini sono riportati solo in parte i dati necessari: la marchiatura CE e la certificazione non sono a rigore dei DPI. CONTROLLO AUTOMATICO DELL'ESPOSIZIONE L’utilizzo di dispositivi di protezione DPP in presenza di sistemi per il controllo automatico dell’esposizione, CAE o AEC, può dare luogo ad incrementi di dose al paziente. La presenza anche solo di parte del DPP in corrispondenza del dispositivo di misura comporta infatti l’aumento di kV e/o mAs. ETICHETTA I Dispositivi di protezione dalla radiazione X per uso medico devono essere provvisti di etichettatura riportante: - marca e modello; - grado di attenuazione, ovvero valore dell’equivalente di attenuazione in spessore di piombo (mmPb), in funzione della tensione di misura (kV), filtrazione del fascio utilizzato (sia per la parte anteriore che posteriore); - tipo di materiale di protezione contenuto; - numero matricola (unico) o per quelli a consumo, come i guanti, identificazione lotto materiale attenuatore utilizzato (eventualmente combinato con numero matricola); - data di produzione del DPI; - marchio CE e codice a 4 cifre che indica l’organismo certificatore riferimento alla Norma CEI EN 61331-3; - taglia. e FATTORI DI PONDERAZIONE wT (ex D.Lgs 241) E PROTEZIONE CON GREMBIALE DISPOSITIVI ANTI DPI E DPP Sono di norma da utilizzare nei casi in cui siano previsti dalle norme interne o programmi di garanzia della qualità il non utilizzo dei dispositivi anti-x sia per pazienti, sia per lavoratori e accompagnatori. P. e. il paratiroide, come tutti i DPP in generale, se previsto dev’essere posizionato adeguatamente per evitare la necessità di ripetere l’esame per presenza di artefatti. DISPOSITIVI ANTI RAGGI X ACCOMPAGNATORI Opportuni dispositivi anti raggi x sono indispensabili per proteggere le persone eventualmente chiamate ad accompagnare pazienti che debbano essere sottoposti ad esami radiologici e necessitino di assistenza. Durante la sosta presso il paziente, l’accompagnatore deve attenersi alle indicazioni del dentista sulla posizione esatta da assumere per finalizzare la sua presenza alla massima efficacia possibile e alla minor dose assorbita. ALLEGATO I D. Lgs. 187/00 .…I vincoli di dose efficaci per ogni prestazione diagnostica o nell’arco di un ciclo terapeudico sono i seguenti: - per gli adulti di età inferiore ai 60 anni: 3mSv; - per persone d’età uguale o superiore ai 60 anni: 10mSv GRAZIE PER L'ATTENZIONE Dott. Luca Gentile