Luca Pantarotto Hospice “Casa San Giovanni di Dio” Ospedale S. Raffaele Arcangelo Fatebenefratelli Venezia Fisiologia della deglutizione atto complesso che implica l’utilizzo coordinato e sincrono della muscolatura orofaringea, laringea ed esofagea per permettere il passaggio del bolo dalla bocca allo stomaco in modo efficace e sicuro. Fisiologia della deglutizione meccanismo in parte volontario ed in parte involontario. CONTROLLO VOLONTARIO • fase preparatoria orale • fase orale CONTROLLO INVOLONTARIO • fase faringea • fase esofagea Fisiologia della deglutizione FASI DELLA DEGLUTIZIONE VOLONTARIE la lingua blocca il fase implica Questa contenzione del cibo il bolo arriva in esofago passaggio alla cavità Preparatoria PreparatoriaOrale Orale meccanismi differenti che nella cavità orale attraverso loilsfintere orale e spinge bolo consentono il transito del Fase Fase Orale Orale masticazione esofageo superiore che si verso l’orofaringe bolo, evitando il passaggio insalivazione del bolo apre automaticamente RIFLESSO PERISTALTICO da qui la deglutizione nel naso o l’aspirazione coordinazione la perrispettivamente mezzo delletra onde proseguirà INVOLONTARIO in laringe chiusura delle labbra, il peristaltiche, percorre autonomamente al di e/o buccale nell’apparato bronco Fase Fase Faringea Faringea tono e facciale, i fuori del controllo tutto l’esofago fino allo polmonare (involontaria). movimenti laterali e Fase Esofagea volontario. sfintere esofageo rotatori della lingua inferiore che aiutano a raccogliere ed a trattenere il cibo sul dorso della lingua. Patologia della deglutizione DISFAGIA processo patologico che descrive qualsiasi disturbo della progressione del cibo dal cavo orale allo stomaco. può riguardare l’assunzione di cibi solidi, liquidi, semiliquidi, semisolidi. può presentare un carattere persistente o saltuario. Patologia della deglutizione LA DISFAGIA NON COMPRENDE SOLO LE ALTERAZIONI DURANTE LA DEGLUTIZIONE, MA ANCHE… ALTERAZIONE DI ATTI COMPORTAMENTALI, SENSORIALI E MOTORI PRELIMINARI IN PREPARAZIONE ALLA DEGLUTIZIONE Patologia della deglutizione Aspirazione CONSEGUENZE DELLA DISFAGIA aumentato rischio di disidratazione, Aspirazione complicanze silente polmonari, malnutrizione e morte. complicanza più frequente: polmonite da aspirazione, associata ad un aumento di rischio di morbilità e mortalità L’infermiere nella gestione della disfagia Efficacia ed appropriatezza di intervento: medico, infermiere e logopedista collaborano in un team multidisciplinare anche operatori sociosanitari, volontari, familiari devono essere a conoscenza dei principali segni della disfagia e dei rischi connessi All’ingresso… MONITORAGGIO E SORVEGLIANZA ANAMNESI Assenza VALUTAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO POSITIVA PER GENERALI/SPECIFICI PRE/POST PRANDIALE DISFAGIA Presenza SCREENING CON STANDARDISED SWALLOWING SCREEN L’infermiere nella gestione della disfagia SCREENING l’infermiere evidenzia eventuali deficit o fattori di rischio così da impostare adeguate strategie di compenso L’infermiere nella gestione della disfagia Fattori di rischio non specifici di disfagia: diminuzione abilità cognitive: consapevolezza, orientamento, memoria, vigilanza e attenzione incremento dell’impulsività o agitazione l’uso di alcuni farmaci come neurolettici e antidepressivi iper estensione del collo o contratture diminuzione o assenza di forza, movimento e simmetria dei muscoli facciali, lingua e muscoli orali diminuzione o assenza della sensibilità orale e facciale problemi di linguaggio età avanzata. L’infermiere nella gestione della disfagia Fattori di rischio specifici di disfagia: tosse durante o dopo la deglutizione assenza di tosse volontaria assenza deglutizione volontaria eccessiva lentezza nell’assunzione dei cibi presenza di residuo di bolo nelle fauci voce gorgogliante frequenti infezioni polmonari schiarimenti di voce frequenti scialorrea fastidio o dolore alla deglutizione L’infermiere nella gestione della disfagia Scheda da compilare al ricovero Standardised Swallowing Screen Presa in carico del paziente disfagico Entro le 24 ore dal ricovero effettuare Piano di accertamento conmodifiche valutazione degli indici antropometrici Adozione di eventuali della dieta Somministrazione dello standardisedconsistenza swallowingyogurt) screen • Dieta di 1°livello (semiliquida, Attuazione piano di interventi assistenziali gestito nel tempo e • Dieta di di un 2° livello (semisolida=frullata, consistenza purea Tutte le diete non conterranno alimenti a rischio: orientato alPosturare raggiungimento di obiettivi di stabilizzazione, morbido) il paziente al momento del pasto: friabili, duri, con buccia e semi, conodoppia mantenimento, educazione, dei alimenti soggetti ospiti • alimenti Dieta diPaziente 3° livellocomodo (tritata, morbidi tagliati in e rilassato consistenza (minestra), Revisione deipezzetti) farmaci assunti filamentosi (carni o verdure piccoli In posizione semiseduta filamentose) riso, verdure crude • Dieta di 4° livello (alimenti solidi morbidi, se necessario • Collaborazione medici-infermieri Capo lievemente reclinato in avanti tagliati in piccoli pezzi, senza alimenti a rischio) Programma multidisciplinare che comprenda: • Attenzione allaformalizzato via di somministrazione operatori sanitari (farmaci paziente caregivers tritati) Scelta degli alimenti nel paziente disfagico Consistenza Omogeneità Dimensioni Temperatura Sapore La temperatura simile a quella corporea non stimola la percezione del boccone quindi è consigliabile scegliere Appetibilità I sapori acido, amaro e piccante: aumentano il rischio di cibi più caldi o più freddi di 36-37°c. aspirazione Il sapore acido può aumentare la secrezione salivare, Mantenere distinte le portate sconsigliato in caso di scialorrea Caso clinico Arriva in reparto il signor Mario Rossi con diagnosi di glioblastoma encefalico (lobo temporale sx) Stato del sensorio Necessita di igiene orale Riferita disfagia dai familiari con episodi di tosse sia con i liquidi sia con i cibi a doppia consistenza Caso clinico Livelli di coscienza alterati o Arriva in reparto il signor Mario Rossi con abilità/funzioni cognitive impoverite per: diagnosi di glioblastoma encefalico (lobo Problemi di deglutizione correlati a: • Lucidità temporale sx) Gusto • Attenzione Presenza di cibo nel cavo orale Valutazione della dentatura Appetito Stato Statodel delsensorio sensorio • Livello di responsività: • Presenza di dentiera risponde con difficoltà agli Necessita orale Necessitadidiigiene igiene orale stimoli verbali. Rischio ab ingestis Rischio ab ingestis Riferita Riferita disfagia disfagia dai dai familiari familiari con con episodi episodi didi • Difficoltà di somministrazione Rischio ab ingestis terapie orali tosse sia con i liquidi sia con i cibi a doppia consistenza Somministrazione della scheda Standardised Swallowing Screen Caso clinico Interventi Somministrazione Swallowing Screen ESITO: disfagia solidi e liquidi Richiesta valutazione logopedica ESITO: 1 ½ misurino di addensante/bicchiere Dieta semisolida (2° livello) Igiene cavo orale Supervisione durante i pasti Grazie per l’attenzione