FarmaDay - n.259 - Ordine dei Farmacisti di Napoli

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Anno II – Numero 259
AVVISO
1. S. Giovanni Leonardo:
patrono dei Farmacisti
Venerdì 04 Ottobre 2013, S. Francesco d ‘Assisi
Il Proverbio di Oggi
L’albero s’adderezza quanno è piccerillo
L’albero si raddrizza quando è piccolo (i bambini vanno educati da piccolo)
Notizie in Rilievo
Prevenzione e
salute
2. Bevi a sufficienza?
3. L’esercizio fisico? È
come una medicina
4. Dormire per spazzare
via fobie e traumi
Scienza e Salute
5. Cosa significa avere le
piastrine basse e quali
sono i rimedi
6. Mal di testa sempre più
diffusi nei giovani
Farmaci e Salute
7. Cuore: alte dosi di
statine migliorano
infiammazione
gengivale
8. O calvi o fertili: effetti
della finasteride sulla
fertilità
S. GIOVANNI LEONARDO: PATRONO DEI
FARMACISTI
Domenica p.v. Santa Messa presso il MONASTERO delle
TRENTATRE'
Cari Colleghi, in occasione di San Giovanni Leonardi - Patrono dei Farmacisti,
Domenica 6 Ottobre c.a. siamo lieti di invitarVi presso il Monastero delle
Trentratrè, dove le suore di clausura ci consentiranno una visita guidata nel
loro monastero e ci ospiteranno per la Santa Messa nella chiesa che si erge
all'interno dell'omonimo complesso monastico.
Il monastero di Santa Maria di Gerusalemme, con l'annessa chiesa del Presepe,
divenuto nel 1539 sede di un gruppo di cappuccine, fu detto delle "Trentatrè",
dal numero delle consorelle che vi potevano essere ospitate, con evidente
richiamo agli anni di Cristo. Le prime consorelle della Longo furono alcune
prostitute che presso l'ospedale erano guarite dalla sifilide e si erano
convertite (per questo il monastero era anche detto delle Pentite).
PROGRAMMA:
Ore 17:30: Incontro c/o Cortile Ospedale degli Incurabili- Via M. Longo 50 – NA
Ore18:30: Celebrazione Eucaristica c/o Chiesa di Santa Maria di Gerusalemme
(o Chiesa delle Trentatrè) - Via Pisanelli 8 – Napoli
Ore 19:30: Rinfresco & Saluti
BEVI A SUFFICIENZA?
Lo sai che circa il 70% del nostro peso
corporeo è costituito da acqua e che
quotidianamente attraverso urine, feci e
sudore ne eliminiamo circa 2 litri? Allora
verifica se bevi a sufficienza o se devi integrare con bicchieroni d’acqua.
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 259
PREVENZIONE E SALUTE
L’ESERCIZIO FISICO? È come una MEDICINA
In casi come l’ictus è persino meglio. A confronto l’efficacia dei farmaci e quella di
un moderato ma costante esercizio fisico
Cyclette o camminata veloce, corsa o nuoto che sia, un costante esercizio
fisico può avere effetti talmente significativi nella prevenzione e nella cura
delle malattie da far invidia in certi casi ai farmaci più potenti.
LO STUDIO - Efficace tanto quanto una pastiglia: così dice infatti uno
studio pubblicato sul British Medical Journal a proposito dell’ esercizio fisico
i cui effetti sul cuore e sullo stato di salute generale vengono
effettivamente paragonati a quelli di una pastiglia. La ricerca ha guardato alle condizioni di vita di circa
340mila pazienti, effettuando un confronto tra attività fisica e medicinali sulla prevenzione delle
patologie cardiache, del diabete e persino di patologie tumorali. I ricercatori hanno spulciato i dati
relativi alla letteratura medica, alla ricerca di tutti gli studi che comparavano i due rimedi in termini di
percentuali di decessi. I ricercatori hanno preso in considerazione gli infarti, le patologie cardiache, la
riabilitazione in seguito a un ictus e la prevenzione nel diabete, determinando per ogni quadro clinico
la soluzione più efficace.
POCO SPORT E TANTE PILLOLE - La conclusione porta a un pareggio sostanziale, con due uniche
eccezioni: nell’insufficienza cardiaca sono molto più incisivi i farmaci diuretici, mentre negli ictus
l’esercizio è la miglior soluzione esistente. Gli esperti in realtà raccomandano entrambi, ritenendo lo
sport associato alle medicine giuste una sorta di ricetta potentissima. Ciononostante i numeri sono
scoraggianti e ci dicono che troppe poche persone hanno acquisito questa sana abitudine:
in Inghilterra per es. solo un terzo della popolazione trascorre le famose 2,5 ore settimanali
impegnata in un’attività fisica, mentre le prescrizioni di farmaci sono in costante aumento.
Nel caso di ictus, in particolare l’attività fisica è più che mai preziosa e lo sport abbassa del 27% il
rischio di questa patologia, ma in generale secondo gli esperti è bene chiaramente chiedere al proprio
medico l’alternativa migliore e, laddove possibile, associare pillole e sport.
QUALCHE NUMERO - È bene ricordare che l’attività motoria riduce del 50% una lunga serie di
patologie che vanno ben oltre quelle cardiache (ictus, diabete, tumori) e che può abbassare il rischio di
morte prematura del 30%. Infine giova ribadire che eliminando il fumo e sposando un regime
alimentar e equilibrato i rischi scendono ulteriormente. (Salute, Corriere)
CUORE: ALTE DOSI DI STATINE
MIGLIORANO INFIAMMAZIONE GENGIVALE
Le statine in alte dosi riducono le infiammazioni alle gengive nei
pazienti con malattie cardiache.
Lo studio aggiunge una prova al legame fra salute dentale e salute del cuore. La ricerca e' stata pubb.
sul Journal of the American College of Cardiology e suggerisce che i passi intrapresi per ridurre le
malattie delle gengive potrebbero ridurre anche quelle nelle arterie, e viceversa.
I ricercatori hanno coinvolto 59 pazienti con malattie cardiache o alto rischio di malattie cardiache
sottoponendoli a Pet e Tac per la raccolta di dati nell'arco di 12 settimane.
Risultati: quelli che avevano ricevuto un alto dosaggio di statine (fino a 80 mg al giorno) avevano
una significativa riduzione nell'infiammazione gengivale dopo quattro settimane. (Agi)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 259
PREVENZIONE E SALUTE
COSA SIGNIFICA AVERE LE PIASTRINE BASSE E QUALI
SONO I RIMEDI
Essere piastrinopenici: gli esami specifici per riconoscere la patologia e come
imparare a conviverci
Le piastrine (o trombociti), insieme a globuli rossi e bianchi, sono cellule
insostituibili nonché indispensabili presenti nel nostro sangue. Le
piastrine, cellule prive di nucleo, svolgono molte funzioni ma certamente
sono conosciute per la loro principale funzione: formano un tappo
emostatico, laddove c’è stata una lesione dell’endotelio, impedendo
così la fuoriuscita di sangue. In medicina e più specificamente in ematologia, se per qualunque motivo
il numero di piastrine nel sangue scende al di sotto del valore di laboratorio considerato “normale”, ci
troviamo di fronte ad una condizione chiamata trombocitopenia o più semplicemente piastrinopenia .
Teoricamente, il valore di laboratorio considerato “normale” varia tra 150.000 e 450.000 piastrine per
microlitro di sangue circolante. Da un punto di vista schematico, puramente didattico, valori al di
sotto di tale limite, vengono identificati con il termine di piastrinopenie e valori superiori al limite
soglia, identificati come trombocitosi. Un ematologo però, non considera in “assoluto” il solo valore di
laboratorio (numerico) e solitamente utilizza i termini di piastrinopenia o di trombocitosi solo dopo
aver valutato ogni aspetto clinico-laboratoristico possibile.
Il nostro organismo, attraverso il midollo osseo, è in grado di produrre continuamente piastrine (così
come delle altre cellule del sangue), così da "rifornirci" ininterrottamente di nuove piastrine.
Quali sono o quali potrebbero essere le cause di una riduzione del numero delle piastrine.
E, soprattutto, a cosa porta una riduzione delle piastrine ?
Ci sono molte cause che possono provocare una piastrinopenia che, peraltro può, a seconda dei casi,
presentarsi in maniera improvvisa o presentarsi in occasione di un controllo di routine di laboratorio.
Se volessimo utilizzare termini semplici, potremmo dire che una piastrinopenia può verificarsi ed
essere riconducibile ad almeno tre grandi gruppi di cause:
una mancata o diminuita produzione a livello della “fabbrica” (midollo osseo),
una loro distruzione nel circolo periferico,
per qualche altra causa, al di fuori del midollo, che ne abbia potuto provocare la loro
diminuzione.
Certo, parliamo in termini molto semplici ma, se il midollo (cioè la fabbrica) non produce le piastrine
perché sofferente non potremmo, ovviamente, aspettarci di avere un numero normale di piastrine nel
sangue periferico. Ad es., da un lato potremmo avere delle neoplasie midollari ( tipo le leucemie acute
etc.) o delle neoplasie che “infiltrano” il midollo (linfomi, carcinomi) che provocano una ridotta
produzione dei precursori piastrinici e dunque delle piastrine (ma anche di globuli rossi e globuli
bianchi), e da un altro potremmo avere delle malattie che provocano una aumentata distruzione delle
piastrine. Questi ovviamente sono i casi più gravi.
Le piastrine fisiologicamente hanno una vita breve e, nel nostro sangue periferico, circolano per circa
10 giorni. In alcune situazioni patologiche, la loro sopravvivenza si riduce e questo porta ad una
piastrinopenia la cui gravità è tanto inversamente proporzionale all’accorciamento della sopravvivenza
quanto inversamente proporzionale alla produzione a livello midollare.
Abbiamo ricordato come una riduzione delle piastrine può essere dovuta ad una loro aumentata
distruzione. Questo, per es., può capitare in corso di alcune malattie immuni (lupus eritematoso
disseminato, porpora trombocitopenica idiopatica) o per un uso di farmaci (FANSi) o ancora per alcune
malattie associate ad infezioni, ed infine per taluni difetti intrinseci alle piastrine. (Sani e Belli)
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 259
PREVENZIONE E SALUTE
DORMIRE PER SPAZZARE VIA FOBIE E TRAUMI
Traumi e brutti ricordi sono duri da superare, e spesso per farlo è necessario
intraprendere un lungo e difficile percorso attualmente basato su una terapia che
prevede l’esposizione alla sorgente della propria fobia.
A quanto pare, però, sembra che presto sarà possibile farlo durante
il sonno, almeno secondo quanto sostiene una ricerca pubblicata
sulla rivista Nature Neuroscience e realizzata dalla Northwestern
University di Chicago: il nuovo approccio curativo, testato su 15
volontari, consiste essenzialmente nell’esporre i pazienti al ricordo traumatico attraverso la
visualizzazione di alcuni volti associati a determinati odori e a lievi scosse elettriche.
Successivamente, durante il sonno i volontari sono stati esposti a quegli stessi odori collegati alle foto
che avevano precedentemente visualizzato: al risveglio, quando hanno nuovamente visualizzato le
foto, ma senza essere sottoposti a odori e scosse, i ricercatori hanno notato una notevole riduzione
della loro paura, misurata attraverso la quantità di sudore sulla pelle e la risonanza magnetica
funzionale.
MAL DI TESTA SEMPRE PIÙ DIFFUSI NEI GIOVANI
Nello zaino della scuola di bambini e adolescenti insieme a libri, quaderni e astucci
anche una pillola contro il mal di testa.
Presto potrebbe non essere un fatto insolito visto che questo
disturbo, considerato fino a qualche tempo fa appannaggio
soltanto degli adulti, sembra invece colpire in età sempre più
precoce.
Le prime manifestazioni si verificano dopo i quattro anni di vita
e di solito sono collegate ad altre patologie, ma già in età scolare il fastidio colpisce il 10% dei giovani,
con un picco nel pieno dell’adolescenza, tra i 12 e i 17 anni, quando a soffrirne è più della metà dei
ragazzi (il 56%) e oltre il 74% delle ragazze.
Il dato emerge dalla quinta giornata Anircef (Associazione neurologica italiana per la ricerca sulle
cefalee) dedicata alle età della cefalea. Verso questi episodi c’è maggiore attenzione rispetto al
passato - spiegano gli esperti - ed è proprio per questo che ci sono delle «armi» in più per contrastarli:
a partire da un approccio multidisciplinare, che parte dalla correzione di abitudini e stili di vita
sbagliati in favore invece di un’alimentazione sana e bilanciata.
«Un recentissimo studio ha dimostrato, ad esempio, che pasti sani e regolari nei ragazzi servono già
a ridurre del 30% gli episodi di cefalea».
Anche a livello farmacologico sono stati fatti dei passi avanti importanti, in quanto sono oggi a
disposizione farmaci specifici che è possibile somministrare anche prima dei 16 anni, con precauzioni.
«Prima di prenderli è bene però consultare il pediatra di base e se necessario un neurologo
specializzato in cefalee - perché il rischio è quello di un “over use” dei farmaci che magari il ragazzo
“eredità” dai genitori che a loro volta soffrono di emicrania, e che possono portare ad aggravare il
disturbo anziché risolverlo». In più c’è una componente psicologica che non va assolutamente
trascurata nello sviluppo del mal di testa da parte dei ragazzi.
«L’adolescente emicranico - conclude Malara - ha alte performance scolastiche o sportive o
comunque tende a volerle avere, ha un senso del dovere accentuato. Rispetto all’adulto, inoltre,
manifesta maggiormente i sintomi correlati alla cefalea, come vomito, nausea e malessere generale».
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FARMADAY – IL NOTIZIARIO IN TEMPO REALE PER IL FARMACISTA
Anno II – Numero 259
FARMACI E SALUTE
O CALVI O FERTILI: EFFETTI DELLA FINASTERIDE
SULLA FERTILITÀ
Questo sembra essere il dato sostanziale che emerge da uno studio retrospettivo
pubblicato su Fertility and Sterility da alcuni ricercatori dell’Università di
Toronto.
La Finasteride appartiene alla classe di farmaci che inibiscono un enzima, la 5-alfa-reduttasi, che è
invece capace di trasformare il testosterone nel suo metabolita attivo e
cioè il diidrotestosterone (DHT).
Il farmaco, inizialmente approvato per il trattamento dell’iperplasia
prostatica benigna (IPB), ha avuto una successiva indicazione, a dosaggi
ridotti, anche per contrastare soprattutto le calvizie maschili che
dipendono dalla maggior presenza di androgeni e dei loro metaboliti attivi,
testosterone e DHT compresi
Questa terapia potrebbe essere potenzialmente pericolosa per la fertilità
di un uomo, e lo studio, prima menzionato, sembra confermare che chi ha usato la Finasteride per
contrastare la caduta dei capelli ha avuto una apparente riduzione del numero di spermatozoi
nell'eiaculato e poi un importante aumento dello stesso dopo la sospensione del farmaco.
In media, l’aumento del numero di spermatozoi, alla sospensione della terapia, è stato di quattro
volte ed è arrivato fino a dodici volte nei casi di grave oligozoospermia, cioè quando il numero di
spermatozoi era inferiore, durante la terapia, ai cinque milioni per millilitro; nessuno degli uomini
trattati ha mostrato un calo della conta di gameti dopo aver interrotto la terapia con Finasteride.
L’interruzione dell’inibitore della 5-alfa-reduttasi non portava invece ad alcun miglioramento degli altri
parametri, come la motilità e la morfologia degli spermatozoi.
Lo studio indica, in estrema sintesi, che la Finasteride può essere associata ad alcuni disturbi della
produzione di spermatozoi e quindi della potenziale fertilità di un
uomo.
In questa prospettiva è bene sospendere il farmaco nei maschi che
presentano grave oligozoospermia o azoospermia, anche al dosaggio
ridotto indicato per contrastare la calvizie androgenica, e, altro
consiglio, è bene usarlo con molta prudenza nei maschi che
desiderano avere un figlio e che hanno la loro fertilità al primo posto
rispetto ad altri aspetti esistenziali di tipo puramente estetico.
La mia esperienza personale mi suggerisce di dire che il numero degli
spermatozoi generalmente migliora entro tre mesi dalla sospensione del farmaco ma devo pure dire
che è sempre difficile prevedere, per ogni singolo caso clinico, i reali tempi in cui si verifica tale
miglioramento. (Medici Italia)
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