15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 SOLUZIONI Una soluzione è una dispersione omogenea di due o più specie chimiche: il soluto si scioglie nel solvente. Il componente presente nello stato di aggregazione della soluzione o quello presente in quantità maggiore è il solvente, gli altri componenti sono i soluti. Due sostanze si dicono miscibili se sono solubili l’una nell’altra in qualsiasi proporzione. La solubilità è la quantità massima di soluto che si scioglie in una quantità fissa di solvente a una data temperatura. Può essere espressa in g/L, moli/L etc. Il processo di passaggio in soluzione avviene quando le interazioni soluto/solvente sono più intense delle interazioni soluto/soluto e solvente/solvente. C’è quindi la tendenza alla minima energia del sistema e, nello stesso tempo, al raggiungimento di un grado maggiore di disordine. In termini termodinamici, la misura del grado di disordine di un sistema è rappresentata da una funzione di stato detta entropia (S). Le interazioni intermolecolari che si instaurano tra soluto e solvente sono le stesse che esistono nelle sostanze pure e possono essere riassunte dal seguente schema (tra parentesi sono indicati i valori delle forze in kJ/mol) : 1 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Le particelle di soluto sono circondate da molecole di solvente in un guscio di solvatazione (idratazione quando il solvente è acqua). I componenti di una soluzione possono essere separati con soli mezzi fisici (cristallizzazione, distillazione etc.) in quanto sono legati da interazioni più deboli dei legami chimici. Soluzioni gassose Gas in Gas: sono le miscele gassose già esaminate. Le loro proprietà sono definite dalle leggi dei gas (equazione di stato, legge di Dalton). Tutti i gas sono miscibili. Soluzioni liquide Gas in Liquido: deboli interazioni soluto/solvente, la formazione della soluzione è favorita da alta P e bassa T. Ad es. per O2 in H2O o CO2 in H2O le molecole di gas sono racchiuse da una gabbia di molecole di acqua unite tra loro da legame idrogeno. Liquido in Liquido: H2O in etanolo (CH3CH2OH) Solidi in Liquidi: NaCl in H2O Soluzioni solide Gas in Solido: le molecole di gas si dispongono negli interstizi del solido (es. H2 in Pd) Liquido in Solido: più rare, un esempio è Hg in Cd. Solido in Solido: a causa della scarsa mobilità delle particelle che costituiscono i solidi vengono generalmente preparate fondendo i due componenti, miscelandoli e lasciandoli poi nuovamente solidificare. Esempi sono le leghe metalliche. Queste possono essere sostituzionali (gli atomi di un elemento sostituiscono quelli dell’altro nel reticolo) o interstiziali (gli atomi di un elemento occupano gli interstizi) del reticolo dell’altro elemento. 2 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Al passaggio in soluzione è associata una variazione di entalpia ∆Hsoluz, data dalla somma di tre fattori: 1. separazione delle particelle di soluto (∆Hsoluto) 2. separazione delle particelle di solvente (∆Hsolvente) 3. mescolamento di particelle di soluto e solvente (∆Hmescol) ∆Hsoluz = ∆Hsoluto + ∆Hsolvente + ∆Hmescol Il processo può essere esotermico (∆Hsoluz < 0) se la somma dei termini endotermici (∆Hsoluto + ∆Hsolvente) è minore del termine esotermico (∆Hmescol) (ad esempio H2SO4 in H2O). Viceversa, il processo è endotermico (∆Hsoluz > 0) se la somma dei termini endotermici (∆Hsoluto + ∆Hsolvente) è maggiore del termine esotermico (∆Hmescol) (ad esempio NH4NO3 in H2O). 3 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 La somma dei fattori entalpici dovuti al solvente e al mescolamento è il calore di solvatazione (nel caso in cui il solvente è l’acqua calore di idratazione): ∆Hsoluz = ∆Hsoluto + ∆Hsolvatazione Nel caso della dissoluzione di un solido ionico il processo di idratazione sostituisce ai molti legami idrogeno tra le molecole d’acqua, numerose interazioni forti ione-dipolo, perciò il calore di idratazione di uno ione è sempre positivo (processo esotermico). I calori di idratazione saranno maggiori per ioni di carica maggiore e, a parità di carica, saranno maggiori per ioni più piccoli. Come le transizioni tra fasi, il processo di dissoluzione è, microscopicamente, un processo di equilibrio dinamico: continuamente specie disciolte ricristallizzano (precipitano) e si ridisciolgono: finché la velocità di dissoluzione è maggiore della velocità di ricristallizzazione la concentrazione rimane costante. Se, aggiungendo altro soluto, le due velocità diventano uguali il soluto non disciolto (corpo di fondo) rimane in equilibrio con la soluzione e il sistema è costituito dalle due fasi in equilibrio: soluzione e corpo di fondo. Una tale soluzione è detta soluzione satura. 4 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Effetto di Temperatura e Pressione sulla Solubilità. La solubilità della maggior parte dei solidi aumenta con la temperatura. Il solfato di cerio (e altri solfati) presentano un diverso andamento: la solubilità diminuisce con T fino a raggiungere un valore costante. L’effetto della T sulla solubilità non può direttamente essere dedotto dal segno del ∆H che si riferisce allo stato standard di soluzione 1 M. La concentrazione di una soluzione satura è infatti spesso molto diversa da questo valore. Nel caso dei gas invece, la solubilità diminuisce all’aumentare della temperatura. Il contributo ∆Hsoluto al ∆Hsoluzione è infatti nullo perché le particelle del gas sono già separate. Aumentando la T, aumenta l’energia cinetica delle particelle di gas disciolte che si separano dalla soluzione e tornano in fase gassosa. La pressione non ha praticamente effetto sulla solubilità dei solidi poiché liquidi (solvente) e solidi (soluto) sono praticamente incompressibili. Nel caso dei gas invece, la solubilità aumenta con la pressione secondo la Legge di Henry:la solubilità di un gas (Sgas) è direttamente proporzionale alla pressione parziale del gas sopra la soluzione (Pgas) tramite una costante di proporzionalità (kH) specifica per ogni combinazione gas-solvente. Sgas = kH ∙ Pgas Un aumento della pressione parziale del gas aumenta infatti la probabilità di urto tra le molecole del gas e la soluzione. 5 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Unità di concentrazione Due tipi principali: a) rapporti massa/massa (peso/peso) indipendenti da T b) rapporti massa/volume o volume/volume dipendenti da T %w/w: percentuale in massa = g soluto / 100 g di soluzione (a) %v/v: percentuale in volume = mL soluto / 100 mL soluzione (b) X = frazione molare = n soluto / n soluto + n solvente (a) m = molalità = n soluto / 1000 g solvente (a) M = molarità = n soluto / 1 L soluzione (b) Quando si miscelano due soluzioni o si diluisce una soluzione con il solvente, la massa finale è data dallo somma delle masse miscelate (le masse sono additive). Non così i volumi: la somma dei volumi iniziali può essere diversa dal volume finale. La differenza, per soluzioni diluite di uso comune, è però piccola e si considerano approssimativamente additivi anche i volumi. Si deve inoltre ricordare che: V ∙ M = n = costante Perciò quando un volume V1 di una soluzione a concentrazione M1 viene diluito con il solvente fino ad un volume V2 la soluzione finale avrà concentrazione M2 data da: M2 = V1 ∙ M1 / V2 In tutti quei fenomeni che coinvolgono variazioni di T è opportuno utilizzare la molalità che è indipendente dalla T ed è facilmente determinabile sperimentalmente. 6 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 PROPRIETA’ COLLIGATIVE Si tratta di una serie di proprietà delle soluzioni che non dipendono dalla natura del soluto ma solo dal numero di particelle (molecole, ioni) di soluto. Nel caso di soluti ionici si deve quindi considerare che il numero di ioni dipenderà dalla stechiometria del composto: così ad esempio 1 L di una soluzione 1 M di NaCl conterrà 2 moli di ioni, un L di soluzione 1 M di CaCl2 conterrà 3 moli di ioni, mentre 1L di soluzione 1 M di glucosio (C6H12O6, un composto covalente) conterrà 1 mole di molecole. La previsione del numero di particelle in una soluzione di elettroliti deboli (solo parzialmente dissociati in soluzione) verrà trattata successivamente. Nel passare dal solvente puro a una soluzione si osservano i seguenti fenomeni: • • • • abbassamento della pressione di vapore abbassamento della temperatura di congelamento innalzamento della temperatura di ebollizione osmosi Proprio perché le proprietà colligative non dipendono dalla natura del soluto ma solo dal numero di particelle, se due soluzioni hanno uguale valore di una proprietà colligativa, avranno ugual valore di tutte le altre. 7 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Abbassamento della Pressione di Vapore (∆P) In una soluzione la probabilità che una molecola di solventi evapori è inferiore a quanto si osserva per il solvente puro perché inferiore è la superficie a disposizione del solvente (parte di essa è occupata da particelle di soluto). Si osserva che la pressione di vapore del solvente (Psolvente) che insiste su una soluzione in cui la frazione molare del solvente è Xsolvente è data dal prodotto di tale frazione molare per la pressione di vapore del solvente puro (P°). Psolvente = Xsolvente ∙ P° LEGGE DI RAOULT Una soluzione ideale è una soluzione che segue la Legge di Raoult in tutte le sue composizioni. Naturalmente i casi reali mostrano deviazioni dalle legge, che però si possono trascurare per soluzioni diluite. Poiché la concentrazione delle soluzioni è solitamente espressa in funzione della quantità di soluto e non di quella di solvente, la Legge di Raoult viene spesso espressa nel seguente modo: Xsolvente + Xsoluto = 1 Xsolvente = 1 - Xsoluto Psolvente = (1 - Xsoluto) ∙ P° Ovvero: P° - Psolvente = ∆P = Xsoluto P°solvente Nel caso in cui il soluto sia un elettrolita forte, l’espressione va moltiplicata per un coefficiente i , coefficiente di van t’Hoff, che tiene conto del numero effettivo di particelle in soluzione. Come già detto i vale, ad esempio, 2 per NaCl o KBr, 3 per CaCl2 eccetera. 8 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Nel caso di soluti volatili, cioè di soluzioni di liquidi in liquidi (ad esempio liquido A e liquido B) la Pressione totale che insiste sulla soluzione sarà data dalla somma dei contributi dovuti ai due componenti, ovvero: P = P A + PB Per ognuno di essi si avrà, secondo la legge di Raoult: PA = P°A XA PB = P°B XB In tal caso la Legge di Raoult può essere espressa graficamente mediante un diagramma ternario in cui si ha in ordinate la composizione della soluzione espressa in frazioni molari dei due componenti e in ascisse le loro tensioni di vapore. Per XA = 1 si ha il liquido A puro e il valore di pressione di vapore sarà P°A, per XB = 1 si ha il liquido B puro e il valore di pressione di vapore sarà P°B. Si noti che poiché P°B > P°A, il liquido B sarà più volatile del liquido A. Psoluzione P°B P°A PB Le due linee piene danno i valori di pressione parziale di A e B sulla soluzione, mentre la linea tratteggiata (la somma delle due) dà il valore della tensione di vapore della soluzione ad ogni composizione. PA XA = 1 XB = 0 XA = 0 XB = 1 9 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Si può dunque calcolare, in base alla Legge di Raoult e a quella di Dalton, la relazione che esiste tra la composizione di una soluzione e quella del vapore in equilibrio con essa. Indichiamo con X’A e X’B le frazioni molari in fase vapore dei due componenti A e B. Per la legge di Dalton: X'A = PA P = PA P°A XA + P°B XB = PA / P°A XA + XB P°B/P°A Ovvero XA X'A = XA + XB (P°B/P°A) Se P°B > P°A , cioè B è più volatile di A, allora sia avrà che P°B/P°A > 1 e, poiché XA + XB = 1, il denominatore della frazione sarà >1 e X’A < XA ovvero la quantità relativa di A in fase vapore sarà minore della quantità relativa di A in fase liquida. Come peraltro ragionevole, il vapore sarà dunque più ricco del componente più volatile. Su queste considerazioni sono basati i processi di purificazione e separazione dei liquidi per distillazione. 10 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Ebullioscopia e Crioscopia (∆Teb, ∆Tcr,): innalzamento della T di ebollizione e abbassamento della T di congelamento. Il punto di ebollizione di un liquido è quello in cui coesistono in equilibrio liquido e vapore. Poiché possa esistere l’equilibrio la P di vapore del liquido deve essere uguale a P esterna. Poiché la pressione di vapore di una soluzione è sempre minore di quella del solvente puro, la sua T di ebollizione sarà maggiore: sarà infatti necessaria una maggior quantità di energia per far evaporare un numero di molecole sufficiente perché il valore della pressione di vapore raggiunga il valore della pressione esterna e si abbia ebollizione. La variazione della temperatura di ebollizione è proporzionale alla molalità della soluzione tramite una costante di proporzionalità, la costante ebullioscopia molale Keb, caratteristica di ogni solvente: ∆Teb = Keb m In cui Keb = RT2/ΔHvap n e sarà una caratteristica per ogni solvente. Questa espressione può essere derivata applicando l’equazione di Clausius-Clapeyron relativamente al passaggio di stato liquido/vapore al sistema soluzione. Un’analoga trattazione applicata al passaggio di stato liquido/solido, porta all’espressione dell’abbassamento della T di solidificazione della soluzione, anch’essa proporzionale alla molalità tramite la costante crioscopia molale, Kcr, caratteristica di ogni solvente. ∆Tcr = Kcr m 11 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 La formazione della soluzione porta a un nuovo diagramma di stato, di seguito rappresentato nel caso di una soluzione acquosa: Anche in questo caso le espressioni vanno moltiplicate per i nei casi in cui il soluto sia un elettrolita forte. Dai dati di proprietà colligative, in particolare ebullioscopia e crioscopia può essere calcolato il peso molecolare incognito di un soluto. 12 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Osmosi Il fenomeno dell’osmosi, ovvero la generazione di una pressione osmotica, si applica solamente al caso delle soluzioni acquose. Supponiamo di avere due recipienti, in uno è contenuto il solvente puro, nell’altro una sua soluzione. Ognuno sarà caratterizzato da un suo valore di P di vapore. Se i recipienti vengono posti in una camera sotto vuoto, si stabilirà l’equilibrio liquido/vapore per entrambi i campioni, ma poiché potrà raggiungersi l’equilibrio per un UNICO valore della P, si avrà completa evaporazione del solvente nella soluzione. Se lo stesso esperimento viene ripetuto con due soluzioni a diversa concentrazione, il solvente distillerà in quella più concentrata fino a che le due concentrazioni non sono uguali. Su questi principi si basa il fenomeno dell’osmosi. 13 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Si origina quando due soluzioni, o una soluzione e solvente puro, sono separate da una membrana semipermeabile, attraverso la quale possono passare molecole di acqua (solvente) ma non molecole di soluto. Il meccanismo di funzionamento di tali membrane può essere basato su diversi fenomeni: a) solubilità selettiva: solo il solvente è solubile nella membrana che scambia molecole di solvente tra i suoi due lati per moti termici; b) setaccio molecolare: la membrana lascia passare solo molecole di determinate dimensioni o proprietà; c) poiché le soluzioni ai due lati della membrana hanno diversa concentrazione, esse hanno anche diversa tensione di vapore e si può immaginare che il solvente distilli nella quella con tensione di vapore minore (la soluzione più concentrata) . L’apparecchio più semplice per mettere in evidenza il fenomeno dell’osmosi è un tubo ad U i cui due rami sono separati da una membrana semipermeabile: Si ha passaggio di solvente e conseguente generazione di una pressione idrostatica. Per impedire l’aumento di volume è necessario applicare una pressione opposta alla pressione osmotica π. La pressione osmotica dipende dalla Molarità della soluzione secondo la relazione: π = M RT 14 15. Soluzioni_a.a. 2009/2010 Analogie tra gas e soluzione: 1. all’equilibrio sia il soluto che il gas occupano tutto il V a disposizione 2. in soluzioni ideali ciascun soluto si comporta come se fosse l’unico soluto presente 3. alla P dei gas corrisponde una pressione osmotica, p, legata a T, n e V da una relazione analoga all’equazione di stato dei gas: π = n RT /V Anche in questo caso le espressioni vanno moltiplicate per i nei casi in cui il soluto sia un elettrolita forte. La π è numericamente uguale alla P gassosa che il soluto eserciterebbe se fosse allo stato gassoso con uguali valori di V e T. Se una soluzione ha una proprietà colligativa uguale a quella di un’altra, allora tutte le proprietà colligative saranno uguali. 15