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“Rock & servizi segreti”
QUANDO L’FBI VOLEVA JIMI HENDRIX IN GALERA
Il libro di Mimmo Franzinelli, edito da Bollati Boringhieri, è un’interessante ricerca
che racconta come in America l’ossessione anti-comunista del maccartismo, a partire
dagli anni ’50 si estese anche alla scena musicale. Edgar Hoover spiava e
perseguitava i rocker considerati più sovversivi, da Frank Zappa a Jim Morrison, a
John Lennon, ma anche grandi jazzisti come Max Roach. Mentre il ‘re del rock’ Elvis
Presley collaborava con i servizi e dialogava con il vice di Nixon, denunciando la
cattiva influenza dei suoi colleghi. Lui notoriamente drogato e, verosimilmente,
ricattato.
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di Cosimo Ruggieri
“I said I know it’s only rock ’n’ roll but I like it, like it, yes, I do
Oh, well, I like it, I like it. I like it…”
“It’s Only Rock ’n’ Roll (But I Like It)”
THE ROLLING STONES
Chi da piccolo non ha sognato di essere una star della musica e nella sua stanzetta non si è
prodigato nell’arte dell’air guitar (Air guitar è un'espressione inglese con cui si indica il mimare il
gesto di suonare la chitarra, fingendo di averne una tra le mani)? Chi non si è mai interessato agli
scandali e ai misteri delle rockstar viventi e non?
A questo proposito, anche per chi non sia appassionato di musica, sono da ascoltare e vedere il
programma Almost True di Carlo Lucarelli in onda la domenica alle 21.30 su Deejay Tv e la
versione radiofonica Dee Giallo su Radio Deejay. I misteri intorno alla musica e ai suoi protagonisti
fanno parte del carattere eversivo delle sette note, vuoi che si tratti di contribuire a far cadere i
regimi dittatoriali, come ad esempio per l’Albania, sia che esse portino in emersione le paure
dell’isolamento, come quelle degli Usa negli anni della guerra fredda, come documenta Mimmo
Franzinelli nel suo Rock & servizi segreti (ed. Bollati Boringhieri, 2010, pp. 266, € 16,00).
Questo libro attraversa la storia degli Stati Uniti d’America che, come tutti sappiamo recita nel suo
inno: “Tis the star-spangled banner! O long may it wave O’er the land of the free and the home of
the brave.( Di’ dunque, sventola ancora la nostra bandiera adorna di stelle sulla terra dei liberi e
la patria dei coraggiosi). La stessa patria dei coraggiosi dove nel 1919 il Senato aveva indagato e
deliberato contro qualsiasi tentativo di propaganda dei “principi della rivoluzione russa”, e dove nel
1930 fu fondata una Commissione parlamentare per le attività antiamericane (HUAC). Il Congresso
di quel grande Paese, che si interessò con minor enfasi del pericolo nazista (vedi a riguardo il bel
romanzo di Philip Roth “Il complotto contro l’America”, uscito da Einaudi), nel 1938 istituì la
Commissione Dies con la quale si segnò uno spostamento delle indagini dalle attività naziste e
sovversive principalmente in direzione del comunismo. Da allora il termine “un-american”,
antiamericano, si è andato man mano identificando con il comunismo e la sovversione di sinistra.
La ricerca di Franzinelli si dipana a partire da Peter Seeger, soprannominato l’usignolo di Stalin,
uno dei primi folksinger ad essere spiato in quanto militante del partito comunista dal 1940 al 1950.
Nel 1941, John Edgar Hoover in persona, angosciato dai complotti antinazionali, istruì il Woodrow
Wilson Guthrie file in base al quale Woody Guthrie non poteva cantare nelle radio, né il suo This
Land is your Land poteva essere trasmesso. Ma all’opera non c’era solo la Cia. Seeger, ad esempio,
doveva guardarsi dal fanatismo dei militanti di destra che nel 1949 spaccano i finestrini della sua
macchina, al cui interno si trovano la moglie e il figlio di 3 anni. E non solo: picchetti di “patrioti”
mostrano la propria indignazione contro i “commies” che presenziano ai concerti dei Weavers, i
quali, abbandonati dalla casa discografica, finiscono con lo sciogliersi nel 1953. Hoover fino alla
fine della sua direzione dell’FBI non pensa che a quella quinta colonna comunista formata da
numerosi artisti, i quali rispondono con ironia a chi vorrebbe rilanciare una caccia alle streghe in
stile maccartista. Gli anni Sessanta sono un’epoca di subbuglio fatta di grandi idee che attraversano
l’America da una costa all’altra, dal Greenwich Village a New York ad Haight-Ashbury a San
Francisco; è l’epoca dei capelli lunghi, delle barbe incolte, delle droghe psichedeliche, della
marijuana, della solidarietà e della contestazione. La primissima indagine dei servizi segreti
americani fu condotta su un’innocua canzone, Louie Louie dei Kingsmen, che secondo l’Agenzia
era corruttiva per i giovani dell’epoca. Il Governatore dell’Indiana ne vietò addirittura la
trasmissione. Louie Louie rimarrà una delle canzoni più analizzate e inquisite della storia e diventò
tra l’altro il cavallo di battaglia dei Mothers of Invention di Frank Zappa, altro indagato
d’eccezione.
Anche i musicisti neri sono sottoposti a vessazioni: da ricordare che negli anni Sessanta ci fu
l’esplosione del free Jazz, considerato subito espressione di ribellione politica. Uno dei più famosi
indagati è il batterista Max Roach, autore di We Insist (1960), incriminato per essere un
favoreggiatore del Revolutionary Action Movement, che precorre il Black Power. Anche Charles
Mingus (autore di Fables of Faubus, un brano sarcastico contro il governatore dell’Arkansas) fu
accusato di essere favoreggiatore di un gruppo radicale newyorkese in prima linea contro il
razzismo e guerra. Delle persecuzioni ad attori e attrici si è saputo molto prima e con più forza,
anche a causa del suicidio di Jean Seberg, nel settembre del 1979. Accusata di essere una
finanziatrice del Black Panther Party e di essere stata ingravidata da un attivista nero, la bella e
brava Jean Seberg non resse, e la diffamazione, insieme alla perdita prematura della figlia, la
portarono diritta alla morte. Il Bureau però usava due pesi e due misure. Spietato con la Seberg,
usava gentilezze con Elvis Presley nonostante egli fosse diventato tossicodipendente durante il
servizio militare in Germania, un consumatore di droghe, noto, fornito di benzedrina per sostenere
lo stress degli addestramenti. Nel 1970 Elvis incontra il vice Presidente Spiro Agnew con il quale
discute della deplorevole situazione del paese che a suo dire, ossia a dire del ‘re del rock’, è
ostaggio di una minoranza rumorosa. Sempre nel 1970 egli incontra Nixon che gli consegna il
distintivo del Bureau of Narcotics and Dangerous Drugs, ma egli il 17 agosto del 1977 morirà nella
sua lussuosa villa di Graceland (Tennessee) per un overdose di cocaina. Su di lui gira voce che sia
ancora vivo e che sia sempre stato un agente della Cia.
Jim Morrison, leader dei Doors, era considerato dall’FBI un delinquente abituale, arrestato più di
una volta sia per ubriachezza molesta sia per resistenza a pubblico ufficiale e incitamento al
disordine. Infatti il 1° marzo del 1969, al Dinner Key Auditorium di Miami, Morrison aveva
inveito contro gli spettatori e incitato alla violenza; il bilancio della serata era stato di alcuni arresti.
L’FBI aprì un caso e indagò sul musicista che in un rapporto del 28 marzo venne dichiarato
latitante, mentre il resto della band venne schedata, lasciando un alone di diffidenza attorno ai
Doors. Tanto che anche l’American Legion e altri gruppi boicottarono il gruppo promuovendo
campagne all’insegna del patriottismo e dello slogan Down with Obscenity.
“Well known negro entertainer”, cosi era chiamato Jimi Hendrix dai servizi. Hoover lo considerava
un pessimo elemento che sarebbe stato meglio in cella, poiché le sue canzoni contengono
riferimenti alla droga, è solito esibire donne bianche come trofei, in più è sospettato di combutta
con le Pantere Nere. Nell’ottobre del 1968 Jimi pubblica il suo terzo album Electric Ladyland che è
un pugno in faccia ai benpensanti a causa della copertina con su spiattellate una ventina di donne
nude, bionde brune bianche e nere. La casa discografica Polydor, preoccupata, ne allestisce una
versione alternativa, castigata. Jimi, di ritorno da un party, viene trovato morto nel suo hotel
parigino, soffocato dal suo stesso vomito il 3 luglio del 1971. La sua morte alza un polverone di
sospetti su chi avrebbe potuto ucciderlo: dall’FBI fino al suo manager, ex spia dei servizi segreti
inglesi. Sulla sua fine, non diversamente che per Elvis Presley, tante le leggende. Secondo alcuni fu
una vittima di stato, uno degli anelli degli interminabili omicidi commessi dall’FBI e dalla CIA,
secondo altri il leader del Doors è ancora vivo.
Quasi negli stessi anni e durante il maccartismo, il repubblicano Ronald Reagan dirigeva il
sindacato degli attori di Hollywood ma in gran segreto alimentava la caccia alle streghe come
informatore dell’FBI. Diventato Governatore della California, Reagan si distinse nel riportare
l’ordine nei campus decretando nel 1969 il silenzio a mezzanotte, sguinzagliando in città poliziotti e
agenti privati per arrestare quanti si aggiravano nelle strade tra mezzanotte e le sette di mattina.
Questo clima regolatore e ostile portò all’annullamento di moltissimi concerti. Nel 1970 molte
rassegne musicali chiudono i battenti e i concerti che non siano di musica classica o country
vengono considerati una questione di ordine pubblico. Queste non sono cosa nostra, ma cose
americane, nel nostro Belpaese il rock non ha mai rappresentato per i governi un problema, almeno
così pare. Tuttavia anche Fabrizio De Andrè ebbe i suoi fastidi nel 1967, quando si dovette
presentare davanti al tribunale di Milano per rispondere del reato di produzione di materiale osceno.
Il testo incriminato è quello della canzone Carlo Martello, il re che torna dalla battaglia di Poitiers
viene considerato immorale dai censori nostrani. De Andrè fu anche indagato per le strofe di Una
storia sbagliata dedicata alle morti misteriose di Wilma Montesi e Pierpaolo Pasolini. Storia del
costume, storia patria, storia della musica tutto è ben raccontato da Mimmo Franzinelli nel suo libro
intrigante, di buona ricerca, di cui vivamente ci si augura un secondo capitolo.
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